Il simbolo dell'albero di Natale, ha un sapore dolcissimo e profondo, di raccoglimento e poesia interiore, quella poesia in cui l'anima può parlare a chi vuole ascoltare con tutti i propri sensi.
Storicamente non è un simbolo antico ma piuttosto recente, se ne trova traccia storica solo dal 1700 in poi. I più ne derivano la nascita dai grandi falò che i popoli celtici accendevano nel passaggio tra l'autunno e l'inverno per propiziare il ritorno della Luce e del Sole. In questi riti facevano bruciare grandi abeti e si racconta che tenessero il fuoco acceso anche fino i primi giorni di gennaio.
Ma una bella storia racconta che la sua nascita, come simbolo cristiano, fonda le radici nella vita di un uomo, di un prete, che si chiama Giovanni Tauler, che aveva la speranza di avvicinare l'animo degli uomini a Dio. Egli visse nel 1300 e un giorno vicino Natale egli capì che all'uomo occorreva un simbolo esteriore da poter contemplare e far entrare nel profondo consciamente o inconsciamente. Un simbolo che trasmettesse lo Spirito che inonda la notte di Natale.
Così prese un albero e lo riempì di luci, affinchè quello splendore nella notte potesse esteriorizzare la Luce che doveva nascere dentro ognuno alla mezzanotte.
Questo è solo un racconto, non ci sono fonti storiche ma senza dubbio se ci si sofferma un attimo a riflettere, noi siamo abituati a pensare all'albero di Natale come profano, pagano e nulla più. Una decorazione infantile che rende allegri i bambini. Eppure sono proprio i bambini che restano incantanti, estasiati davanti la luce dell'albero, come se vedessero la meraviglia del suo simbolo, la manifestazione della fiamma accessa. Così anche San Pietro ogni anno pone al centro della piazza un meraviglioso abete, altissimo, quasi volesse toccare il cielo, come non fosse un simbolo così pagano ma altrettanto spirituale come la Stella sulla grotta.
Non fu dunque solo una fortunata idea di un uomo spirituale, ma un'intuizione ed una rievocazione di un mistero.
Nel giardino dell'Eden esistevano due alberi, uno era quello della conoscenza del bene e del male da cui mangiarono Adamo ed Eva, l'altro era l'albero della Vita, mangiando i cui frutti si poteva accedere all'immortalità penetrando il grande mistero della vita eterna. Questo stesso mistero lo si può accarezzare nella notte di Natale e così questo simbolo esteriore ci vuole ricordare di meditare, almeno durante la sua presenza nelle nostre case, sulla porta che il Cristo apre verso l'immortalità.
Accendere le luci dell'albero è simboleggiare l'accensione della Luce nelle nostre anime e riscaldare il cuore preparandosi alla mezzanotte della nascita.
La scelta dell'abete è anche molto simbolica. Infatti esso è un sempre verde, eterno quindi rispetto alla vita di un uomo, le sue radici trovano nutrimento anche sulla roccia e si erge alto verso il cielo a cercare la luce oltre le alte punte dei boschi. La sua forma ricorda un cono, un triangolo con la punto rivolta verso l'alto, lo Spirito del fuoco.
Ogni cosa, ogni luce o pallina colorata ci ricorda di meditare e contemplare affinchè il Fuoco Sacro possa alimentarsi della forza di questa rinascita voluta, desiderata e meditata durante il periodo precedente con la discesa nel buio e freddo della notte.
La tradizione popolare vuole che l'albero sia addobbato il 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, quando la Luce inizia ad allungare la sua permanenza sulla terra, quando la sua forza inizia a nutrire il bambino appena nato. Allora si accende il fuoco della speranza e nell'attesa della santa mezzanotte contempliamo le luci calde e spirituali dell'albero perchè possano innalzarci alle profondità spirituali del Natale.
Son certa di aver solo appena sorvolato questo caldo simbolo.