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Ermopoli
L'antica città della conoscenza |
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18-01-2011, 23.26.28
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#1
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Dire si
Tanti anni fa ho letto una storiella Zen sul "dire sempre di si".
Allora ero molto concentrata sul voler dire no in quanto dicevo di si per non saper rifiutare.
Oggi vorrei discuterne in modo più approfondito, in quanto riflettendo sul titolo del messaggio del mio sogno "Abbassa la guardia" in qualche modo vi ho associato il dire si.
Il si vuol dire accettazione, il no non accettazione. Se io sono spesso sulla difensiva in qualche modo non accetto la situazione che mi si pone davanti, il mio dire no è spesso frutto di una reattività, dentro vorrei dire di si o di no ma la modalità è di rifiuto che poi genera sensi di colpa, pentimenti vari.
Se io mi metto nella situazione di dire di si a tutto vuol dire che sono accettante nel qui e ora sempre di tutto ciò che mi si presenta. Se si presenta un no, accettandolo quel no non diventa più una negazione, una non accettazione, ma solo l'accettazione di ciò che emerge dentro di me, la verità del no.
La predisposizione al si non mi condiziona nella scelta, mi pone in un atteggiamento di reale apertura all'ascolto, al valutare dentro di me la risposta, la disponibilità reale del mio si, o l'indisponibilità reale del mio no.
Mi sembra cambi la qualità energetica che mettiamo nella risposta all'esistenza, di accettazione senza pregiudizio o aspettativa.
Sento che l'unico modo per abbassare la guardia per me è quello di mettermi nella condizione di essere accettante, di dire si anche se poi quel mio si sarà un no ma un no senza difensiva, senza rifiuto verso l'altro.
Posto la discussione in psicologia perchè penso che la condizione di accettazione o di difesa sia almeno per me dovuta ai condizionamenti vari del proprio vissuto, e che prendere coscienza e volgersi verso l'accettazione sia un modo per superare i condizionamenti, svicolarsi dalle trappole psicologiche che creano buchi da tutte le parti, facendoci disperdere molta energia.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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18-01-2011, 23.48.42
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#2
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-01-2006
Messaggi: 2,100
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Trovo questa messa di sposizione molto bella, la parola "accettante" mi ha ricordato anche la funzione dell'accetta che col suo tagliare, rende in piccoli pezzi l'oggetto indigesto poter assimilarlo. Essere accettante, dire di si, è aprirsi a quello che viene a noi.
Il no è castrante, è come una saracinesca che chiude a tutto, anche a quello che serve a noi in quel momento.
Il si è accettante, è la funzione di sminuzzamento, per poter prendere a piccole dosi quello che intero ci farebbe male.
E' vero quello che dici, lo stato di accettazione non preclude la scelta che può generare un si oppure un no.
E' come se in questo stato il nostro essere si ritrovi più rilassato, come un'utero che attende il momento fecondo.
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19-01-2011, 18.22.24
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#3
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 20-12-2004
Messaggi: 3,537
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Non so se ho capito quel che intendi Diam, paragoni la predisposizione a dire si , all'ascolto, all'apertura nei confronti di quello che viene da fuori e il no alla chiusura, alla non accettazione , al rifiuto?
Io credo che se si arrivasse a dire di no con serenità , ben consapevoli delle proprie scelte e non condizionati, non ci porremmo nemmeno il problema di dire "no".. ma mi pare che sia un po' quello che dicevi anche tu.
Il problema è quando diciamo dei si tanto per dire e dei no di difesa...
E sono d'accordo sul fatto che l'apertura verso l'altro sia fondamentale, ma dipende moltissimo anche dal nostro interno ... e non mi riesce bene di capire come metti in relazione la predisposizione verso l'altro al "dire si"
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20-01-2011, 01.17.20
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#4
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
Non so se ho capito quel che intendi Diam, paragoni la predisposizione a dire si , all'ascolto, all'apertura nei confronti di quello che viene da fuori e il no alla chiusura, alla non accettazione , al rifiuto?
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Predisposizione a dire si nel senso di accettazione di ciò che è nel momento senza rifiuto.
Il punto è che se dico si perchè non so dire di no finisce che poi dicendo si accumulo risentimento perchè non ho detto di no.
A me succedeva ultimamente di dire subito no per poi ripensarci magari dopo aver valutato, ma il dire no comporta una chiusura pregiudizievole, un rifiuto, una reattività.
Predispormi al si non vuol dire che dirò sempre di si a qualsiasi richiesta, ma accoglierò la mia risposta positivamente anche se la risposta è no. Il no non diventa più un rifiuto ma un'accettazione della propria condizione di non disponibilità alla richiesta, ma benevolmente.
Ho visto che il dire di no in una condizione di accettazione mette l'altro nella condizione di accettare il mio no senza lottarmi contro, senza colpevolizzarmi.
Ho visto che il no mi chiude l'energia, mi mette sulla difensiva richiamando energia e dopo rilasciando scorie da smaltire che richiamano altra energia in un circolo vizioso.
Il si libera energia anche nel dire no. E' un si a se stessi, un si al proprio no, è accettare il proprio no.
A me capita spesso di dover giustificare il mio no con argomentazioni convincenti, valide per dare forza al no senza suscitare risentimento e senso di colpa.
Invece mi sto ritrovando a dire no con serenità perchè sto entrando nel vero ascolto, il no esce con una sua forza che non ha bisogno di giustificarsi, di avvalorarsi, e l'altro lo accetta.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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21-01-2011, 10.13.16
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#5
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Dire si, mi sembra una condizione di non opposizione all'esistenza. Quando dico no mi oppongo con forza alla situazione, mi dispongo al rifiuto, per cui può accadere che non accetto le conseguenze al mio no, mi ritrovo impreparata ad accettare quando non posso più oppormi, a quel punto la prendo come una sconfitta invece che come una continuità in altra direzione.
Riflettevo sulla mia sentenza di divorzio... ho lottato, reagito, ma poi mi sono ritrovata ad arrendermi, la palla era partita, adesso dovevo mettermi in atteggiamento di accettare il canestro in cui sarebbe andata a finire e poteva essere l'altro.
Dentro di me era un si a tutto e un si al cambiamento eventuale che ne sarebbe derivato dalla nuova situazione, ero pronta, avrei sofferto ma ero pronta.
Il si è la canna che si piega al vento, il no è l'orgoglio che non si piega all'esistenza, al destino, alla volontà di Dio, alle intemperie della vita.
Il si libera l'energia, rende tutto più fluido, più facile, permette l'accadere della vita in modo più naturale.
Si è ammettere di aver sbagliato, è chiedere perdono, è tenere conto dei propri limiti, perchè il si accetta, anche la parte in ombra, quella che non piace e si vuol nascondere, negare.
Il si è permettegere che emerga anche il no, un no come limite, come rispetto del proprio limite. Il si è respiro, il no è apnea, contrazione.
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