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Ermopoli
L'antica città della conoscenza |
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30-01-2011, 00.39.44
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#1
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
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L'anello della catena
" Una catena è forte quanto il suo anello più debole"
E' da un paio di giorni che mi gira in testa e più cerco di approfondirne l'immagine più mi dà un pò di tristezza.
Credo che in una catena di metallo sia evidente il significato, se ho un anello debole è come se tutta la catena lo fosse, si spezzerà e non assolverà più al suo compito.
Nell'ambito meno fisico possiamo considerare un gruppo come una catena, persino una società, una comunità, può venirne rappresentata anche se i legami tra i componenti non sono certo così lineari come anelli che si intersecano uno ad uno.
Forse la complessità di questo genere di catena può sopperire alla debolezza di un anello riuscendo comunque a mantenere una certa coesione.
Forse.
All'interno di noi stessi poi, ma forse è tirata per i corni ( ) la divisione in tanti differenti comportamenti e differenti ricordi rappresenta una catena e quanto più è debole un nostro comportamento o fievole un nostro ricordo tanto meno è forte quella catena chiamata uomo (o donna, ovvio )
Mi rattrista dicevo, perchè mi capita di pensare a quegli anelli deboli che non si vogliono/possono rinforzare ma ovviamente guardo alla comunità e mi guardo bene dal cercar di valutare com'è l'anello che ora sono.
Ma come si rinforzano gli anelli? E all'interno di una comunità possono essere sostituiti da concatenamenti con altri, diversi? Io credo di si, motivo per cui siamo unici ma non indispensabili...mi auguro...perchè se non è così ho/abbiamo una gran bella responsabilità verso gli altri. Oltre al contrario di cui siamo, generalmente, sempre ben consapevoli....
Ultima modifica di dafne : 30-01-2011 alle ore 00.47.04.
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30-01-2011, 01.33.52
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#2
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
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Bell'aforisma, confesso che non l'avevo ancora sentito. In un certo senso ricorda i moschettieri, tutti per uno e uno per tutti, dove effettivamente ogni singolo anello è indispensabile a tutta la catena e quindi, di conseguenza, "per tutti", e quindi tutti sono pronti a correre in aiuto e rinforzare la coesione attorno a chi è più in difficoltà in quel momento, "per uno".
Per quel che riguarda l'uomo, una catena serve per tirare qualcosa, per tirare se stessi (tipo arrampicarsi) o per tenere unite alcune cose. Ci sono certe parti di noi che non sono affidabili come anelli, la cosa migliore sarebbe escluderle inizialmente e formare una catena solo con gli anelli solidi (magari proprio per tenere quelle parti), poi in un secondo momento procedere ad integrare anche gli anelli più deboli.
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30-01-2011, 12.54.43
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#3
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-01-2006
Messaggi: 2,100
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La cosa interessante è che l'anello debole della catena non è identificabile se non dopo che si è spezzato. Se si osserva la catena, ogni anello pare essere simile all'altro, gli anelli sono formati da stesso materiale, stessa misura, stesso punto saldato.
La catena, quando non soggetta a sforzo è conforme a se stessa, flessibile unita ed omogeea.
La catena è composta da tanti anelli, gli anelli sono uniti alla catena. Il singolo anello è parte della catena, il singolo anello è dipendete dagli altri anelli, in pratica la catena è la manifestazione dell'interdipendenza.
La catena è corresponsabilità degli anelli. Gli anelli sono corresponsabili del progetto catena.
Tornando all'anello, prima di rinforzarlo (cosa che non credo si possa) bisogna prima individuarlo. Come accennato prima questa individuazione non è possibile se non dopo la rottura, individuare è in antitesi con la funzione di corresponsabilità, individuare vuol dire isolare nel contesto della catena.
La catena è di fatto robusta in funzione del suo anello più debole e gli altri anelli non possono fare il lavoro del singolo anello. Gli anelli sono tutti portatori dello stesso peso che la catena regge, ma a ben vedere vi è un peso in più.
E' interessante notare come l'anello più in alto deve sostenere il peso del carico ed anche il peso dei singoli anelli. Ipotizzando una catena che sostiene un peso è facile comprendere che la forza maggiore esercitata sul singolo anello è nell'anello più in alto, all'inizio della catena.
Vi è quindi una corresponsabilità ed una interdipendenza che si modifica a seconda dell'uso della catena stessa, della posizione e della forma che essa assume.
Ultima modifica di Grey Owl : 30-01-2011 alle ore 12.57.04.
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30-01-2011, 18.43.12
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#4
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Partecipa agli eventi
Data registrazione: 15-05-2007
Messaggi: 764
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La prima cosa che ho pensato nel leggere l'aforisma è che è proprio la presenza dell'anello debole che permette la rottura della catena .
Nell'immediatezza ho attribuito a questo termine una valenza negativa , l'ho percepito solo come impedimento . In questo caso l'anello debole diventa il più forte perchè è quello che spezza la catena .
Quindi potremmo anche dire che una catena è debole quanto il suo anello più debole.....
Ultima modifica di gibbi : 30-01-2011 alle ore 19.12.36.
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31-01-2011, 00.51.12
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#5
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
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Avevo fatto una lettura molto più semplicistica.
Per quanto sia forte una catena, di qualsiasi natura essa sia alla fine è il fattore debolezza ad incidere.
Come nelle convinzioni, possiamo averne di fortissime e saldissime ma ne basta una di incerta che sotto uno stimolo crolla a demolire tutta la struttura. A rimettere tutto in discussione.
Certo, delle volte rompere una catena è cosa buona, come diceva Gibbi, ma ci sono invece anche catene che hanno la loro funzione, il loro scopo, e allora come individuare l'anello debole. O, sicuramente, i molti anelli...e come rinforzarli?
Bon, sarebbe già buona cosa sapere che si ha una catena debole come sostegno invece di illudersi di essere in sicurezza.
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31-01-2011, 19.39.58
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#6
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Organizza eventi
Data registrazione: 09-04-2006
Messaggi: 2,233
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Se una catena rende prigionieri, per spezzare la catena bisogna indebolire un anello provando a segarlo o con la pazienza diminuirne lo spessore con una lima, per esempio....
Un po' alla volta in questo modo si può spezzare la catena...
Rapportando questo a noi, prendendo quello che ci è più vicino e con qualche strumento adatto, si può lavorare su quell'anello, che prima del nostro intervento era perfettamente uguale a tutti gli altri.
Ossia quello che si fa su un anello della catena è come se incidesse sugli altri anche se rimangono intatti.
Questo può succedere quando si insinua un piccolo dubbio su una certazza e questo dubbio crescendo indebolisce l'anello e l'intera catena fino a spezzarla.
Vuol dire che quella catena non era abbastanza forte da tenerci legati.
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स्तेल्ल
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26-05-2011, 23.02.53
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#7
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
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Stasera m'è venuto in mente quest'aforisma e ne ho avuto una fuggevole diversa interpreazione, vediamo se riesco a verbalizzarla
Consideravo l'anello debole come un problema, come la causa della rottura, la necessità di maggior sforzo da parte degli altri anelli e invece di colpo ho pensato che, soprattutto nell'ambito della comunità o dell'uomo stesso, può essere davvero ciò che ne determina la maggior forza. Ciò che offre la possibilità vera di rinforzarla stà catena.
Se pur avendo un anello debole la catena non si spezza significa che è davvero, decisamente, sicuramente forte.
L'anello debole a quel punto diventa quasi un elemento irrinunciabile, l'innesco alla ricerca di maggiore forza-sicurezza-stabilità...
Chissà se mi sono capita..
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26-05-2011, 23.27.17
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#8
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Citazione:
Originalmente inviato da dafne
Consideravo l'anello debole come un problema, come la causa della rottura, la necessità di maggior sforzo da parte degli altri anelli e invece di colpo ho pensato che, soprattutto nell'ambito della comunità o dell'uomo stesso, può essere davvero ciò che ne determina la maggior forza. Ciò che offre la possibilità vera di rinforzarla stà catena.
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Pensavo Daf che in una famiglia un anello debole, come un figlio o altro parente debole, problematico può essere contenuto e salvato da altri anelli forti.
Voglio dire che se i membri della famiglia sono forti riusciranno a compensare il membro debole senza rompere la catena o famiglia, si impegneranno un pezzetto ciascuno a prendersi la parte di fatica o di debolezza di quell'anello per non spezzare la catena.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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26-05-2011, 23.52.11
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#9
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
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Infatti, se ci fai caso, le famiglie che riescono a stringersi davvero attorno all'anello debole, per quanti problemi possano avere, sviluppano un senso di unità decisamente più forte della media e tendono a portarlo anche al di fuori della famiglia stessa.
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28-05-2011, 14.23.54
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#10
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Fin ora abbiamo considerato la catena esterna, come famiglia, gruppo.
Possiamo considerare l'interiorità come una catena in cui i punti di forza o di debolezza sono gli anelli che la formano e che ci fanno rimanere integri o disgregare nei meandri del dubbio, del conflitto?
Ci pensavo stamattina, considerare l'interiorità come una catena formata da tanti anelli, come l'autostima, il coraggio, o la paura ecc...
Riconoscere gli anelli forti per supportare o sepperire a quelli deboli al fine di mantenerci integri.
Si sta parlando in giro di forza, non farsi male, scegliere chi o cosa può farci male o non ci sfiora attraverso il menefrego di te o di questo e quello.
Immagino durante la traversata le tante forze oscure attaccano gli anelli deboli e per superare la notte occorre puntare sugli anelli forti per non rompere la catena, per non lasciarci sviare durante il tragitto.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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28-05-2011, 19.44.22
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#11
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
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Citazione:
Possiamo considerare l'interiorità come una catena in cui i punti di forza o di debolezza sono gli anelli che la formano e che ci fanno rimanere integri o disgregare nei meandri del dubbio, del conflitto?
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Si anch'io pensavo a una cosa del genere.
Citazione:
Ci pensavo stamattina, considerare l'interiorità come una catena formata da tanti anelli, come l'autostima, il coraggio, o la paura ecc...
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Ecco invece nel mio pensiero gli anelli della catena non sono le qualità o le caratteristiche che abbiamo ma piuttosto come queste si manifestano attraverso determinati atteggiamenti.
La qualità in sè è positiva, tipo il coraggio, ma se si manifesta in attegiamenti di sfida al pericolo o a una regola diventa una caratteristica negativa (caratteriale proprio, scusa il gioco di parole).
Se ci pensi è un atteggiamento più di altri, in genere, a indebolirti e renderti meno coesa...anche se in verità non ne ho certezza
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28-05-2011, 20.05.04
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#12
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
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Non so Daf, gli atteggiamenti sono la modalità con cui manifestiamo qualcosa di noi stessi, quindi nel caso di un anello debole l'atteggiamento è il modo con cui manifestiamo all'esterno la nosta debolezza.
Io però intendo il nostro punto debole, ovvero il punto in cui ci lasciamo ingannare, impaurire, suggestionare, tentare.
Quando l'altro in qualche modo ci vuole colpire e ci conosce bene cerca di fare leva sull'anello debole.
Oppure quando voglio peccare faccio leva sul mio lato debole.
Io vedo in me ma anche in altri, quando vengo avvicinata nel mio anello debole scattano i sistemi di difesa, come il sistema immunitario che avvisa del corpo estraneo, cerco di attivare i punti di forza per difendermi. Può essere la razionalità, un valore, un sentimento.
Non sicura nemmeno io, vado per tentativi.
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