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Vecchio 22-04-2007, 21.20.56   #1
Era
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Angry Fiato alle trombe

divagazione sulle parole...

E' proprio vero che essere sinceri....è aprire
la bocca e dar fiato alle trombe?

Credo che in assoluto...questa sia una grossa scusa...
palla...bugia...menzogna...la peggio paraculaggine
di ogni comare che si rispetti....che poi tace sulle
proprie note....

il guaio è che quel che sembra un semplice strombazzata
può creare seri danni...quindi meglio essere come le tre
scimmiette? sorde...cieche e mute?
no meglio il buonsenso! sempre che ci sia...
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Vecchio 22-04-2007, 22.39.33   #2
Kael
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Io penso che ognuno parli secondo il suo grado di coscienza.
E' vero quanto dici, spesso non si fa altro che dare fiato alla bocca, infatti molti maestri esoterici (Pitagora o Gurdjieff tanto per citarne alcuni) imponevano il silenzio ai loro allievi per far notare come spesso l'uomo abbia un bisogno quasi fisico di parlare.
Il parlare, come quasi tutte le attività umane, è un fatto meccanico (azione/reazione) e non un azione fatta in piena coscienza. Questo fa sì che molte volte, dopo aver parlato, l'uomo si penta di quanto detto.

In questo modo, il parlare diventa un modo per "emettere nell'aria qualcosa di proprio", una sorta di segnare il territorio molto simile (anche se forse azzardato) all'urinare dei cani per segnare la proprietà... In ambienti familiari infatti si parla tranquillamente, mentre dove si è estranei o ospiti anche la più ciarlona delle comari si sente un po' in difficoltà (almeno finchè non familiarizza..)

C'è chi parla perchè non può farne a meno, chi parla per dimostrare agli altri di avere determinate conoscenze, di essere un maestrino, chi ancora parla solo per far sapere agli altri di esistere. C'è chi parla anche per il solo fatto di non saper sopportare il silenzio...
Insomma, ce n'è per tutti i gusti... ma in fondo credo che nessuno lo faccia apposta, come detto ognuno in base a quel che può. Come dici tu fare un po' di attenzione in più non guasta, anzi... permetterebbe di vedere quei meccanismi che partono in automatico e di cui troppo spesso non si è coscienti.

Come si diceva in "Parola" in esoterismo, rendere cosciente (quindi Viva) la Parola, sarebbe una conquista per l'uomo che va al di là di qualsiasi sua immaginazione...
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Vecchio 22-04-2007, 23.34.03   #3
Eilidh
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Nei Tempi Antichi ad esempio, o come nelle culture sciamaniche che esistono ancora, la Parola però è sinonimo anche di "tramandare la propria tradizione" culturale.

L'Oralità era molto importante ed era proprio un'azione di grande Potere Sciamanico.

Io personalmente sono una persona che parla il giusto...nè troppo...nè troppo poco

penso che la Parola sia una grande forma di Potere e come tale vada usata con molta accuratezza e responsabilità.

A volta si usa eccessivamente la Parola, forse per celare stati di imbarazzo o timidezza.
per alcune persone il Silenzio è tremendamente assordante, più di uno Stadio pieno di tifosi urlanti.
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Vecchio 23-04-2007, 10.55.39   #4
RedWitch
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.......................................

C'è chi parla perchè non può farne a meno, chi parla per dimostrare agli altri di avere determinate conoscenze, di essere un maestrino, chi ancora parla solo per far sapere agli altri di esistere. C'è chi parla anche per il solo fatto di non saper sopportare il silenzio...
Insomma, ce n'è per tutti i gusti... ma in fondo credo che nessuno lo faccia apposta, come detto ognuno in base a quel che può. Come dici tu fare un po' di attenzione in più non guasta, anzi... permetterebbe di vedere quei meccanismi che partono in automatico e di cui troppo spesso non si è coscienti.

Sono d'accordo su quel che dici, c'è sempre un "motivo" per cui si riempie il silenzio, ognuno in base a quel che puo' fa come puo' (in questo caso dice come puo' ).... pero' ritengo che questa non possa essere usata sempre come "scusa" pronta ... le esperienze insegnano, se si fa un po' di attenzione, si puo' attraverso esse imparare quando sia il caso di dire e quando invece sia il caso di tacere.. e poi c'è il discorso dell'intenzione.. siamo proprio sicuri al 100% che non sia mai fatto apposta?l'estrema sincerità senza tenere conto di chi si ha di fronte, o del fatto che si possa ferire gratuitamente qualcuno, a me sembra più uno scaricarsi la coscienza... "io non c'entro mai.." insomma.. una volta visto il meccanismo... fare un po' di attenzione puo' farci vedere molte cose...
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Vecchio 23-04-2007, 11.45.40   #5
Kael
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l'estrema sincerità senza tenere conto di chi si ha di fronte, o del fatto che si possa ferire gratuitamente qualcuno, a me sembra più uno scaricarsi la coscienza...
Vero, ma anche qualora ci si renda conto che dicendo certe cose si può ferire qualcuno, si tende a non volerlo vedere, pensando solo a se stessi, auto convincendosi sul fatto della sincerità per non avere sensi di colpa nello "scaricarsi" la coscienza come dici giustamente.
Lo scarico avviene quando non si sopporta più..

Non per niente "tenere un segreto" è una delle prove più difficili, anche per l'amico più fidato... (sarebbe da osservare cosa ci spinge a raccontarlo in giro... si potrebbero scoprire cose interessanti...)

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L'Oralità era molto importante
era? dovrebbe...

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Vecchio 23-04-2007, 14.58.26   #6
griselda
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Mah... credo che prima bisognerebbe accorgersi di farlo, poi farlo cercando di capire perchè lo si fa, e poi riuscire a non farlo più. Ci sono persone che parlano per molti motivi il primo magari perchè non pensano che ciò che dicono sia un segreto, mentre la persona che dice invece sottintende che lo sia, quindi se l'altro non lo capisce il qui pro quo crea un problema che con il buon senso si può risolvere.
Poi ci può essere invece il far rilevare ad altri che vi è stato un oltraggio invece che dirlo alla persona interessata che sta sbagliando, e questo lo trovo pure un dar aria alle trombe.
Quando comunque il guaio è fatto l'offeso può cercare di capire l'intento ed in ogni caso lo dirà ed ognuno si prenderà le proprie responsabilità.
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Vecchio 23-04-2007, 19.40.23   #7
Faltea
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Io mi batto per la sincerità o meglio la schiettezza, usare la parola per dire ciò che realmente si pensa.
non sempre è facile, alle volte, con talune persone bisogna "filtrare" il pensiero prima che diventi parola tagliente.
A seconda di chi ho di fronte so cosa può reggere il suo essere, se posso essere tagliente o meno.
Ogni tanto mi sbaglio, e mi scuso delle ferite arrecate. Ma credo che sia sempre meglio di una bella balla...

Ora sono tagliente, sarà perché in questo momento l'argomento mi tocca particolarmente.
L'ipocrisia che certe persone vivono quotidianamente mi manda in bestia, il non dire per paura di o per comodità è in assoluto la cosa più deleteria e sminuitiva dell'animo, della persona... da entrambe le parti: chi dice e chi ascolta.

Ufff.. fermatemi. La tastiera fuma.....
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Vecchio 23-04-2007, 19.56.32   #8
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Cioè Faltea mi stai (ci stai) dicendo che se non sei tagliente menti?
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Vecchio 23-04-2007, 19.57.44   #9
Era
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Vero Faltea...meglio una brutta verità
piuttosto che una bella bugia...
(meglio ancora...tra le due...tacere)

penso comunque che ci sia tempo...luogo e motivo...
il "fiato" di cui parlavo....spesso ...come già detto...
maschera una serie di insicurezze...paure...solitudini...
vero anche che c'è chi non "regge" i silenzi....li riempie
dungue di parole... le così dette vanverate...
ammesso che si rientri in questa categoria...perchè non suonare le proprie note....anzichè quelle altrui?....

"Ufff.. fermatemi. La tastiera fuma....."

ops...vuoi una secchiata d' acqua sui tasti?

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Vecchio 23-04-2007, 21.22.07   #10
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Cioè Faltea mi stai (ci stai) dicendo che se non sei tagliente menti?
Assolutamente no. Intendevo che cerco di valutare chi ho di fronte e se c'è uno di spalle larghe posso essere tagliente se c'è qualcuno di fragile, alla verità gli metto i fronzoli, la rendo un po' più morbida...
Se mi sbaglio, giudico forte uno che in realtà è debole... bé mi scuso come ho scritto sopra....

Piuttosto di mentire sto zitta....
Cosa che sarebbe bene fare più spesso, si eviterebbero le vanverate....

Ripeto è un discorso che mi rende diabolica oggi....

Grazie del secchio Era.... ho scritto alla velocità del suono prima....
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Vecchio 23-04-2007, 23.45.46   #11
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Eppure statisticamente sono più quelli che danno fiato alle trombe che quelli che mentono per indorare la pillola (giusto o sbagliato che sia, meriterebbe un discorso a parte o continuarne uno già sull linea) o che stanno zitti.
E' un problema di valutazioni... ammesso che ci sia un'utilità (e c'è ma non è semplice come sembra) nell'essere taglienti, ironici etc con un'altro qual'è il criterio di valutazione? Soprattutto siamo sicuri che se non conosciamo neanche noi stessi e la nostra resistenza siamo in grado di valutare quella altrui?
O forse stiamo provando la nostra?

(non sto attaccando o taglieggiando Faltea.. )
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Vecchio 24-04-2007, 07.26.48   #12
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Eppure statisticamente sono più quelli che danno fiato alle trombe che quelli che mentono per indorare la pillola (giusto o sbagliato che sia, meriterebbe un discorso a parte o continuarne uno già sull linea) o che stanno zitti.
E' un problema di valutazioni... ammesso che ci sia un'utilità (e c'è ma non è semplice come sembra) nell'essere taglienti, ironici etc con un'altro qual'è il criterio di valutazione? Soprattutto siamo sicuri che se non conosciamo neanche noi stessi e la nostra resistenza siamo in grado di valutare quella altrui?
O forse stiamo provando la nostra?

(non sto attaccando o taglieggiando Faltea.. )
Parlando per me... è intrinseco che il metro di misura è sempe "se ne vale la pena"..
Capita che sto zitta con qualcuno che mi è esterno, un collega, un parente, qualcuno a cui non tengo particolarmente o quantomento non è nella mia schiera di amicizie (non è facile esserci).
Mentre mi prodigo nella schiettezza con chi mi è vicino, anche perché è un modo per far vedere e farmi vedere (il concetto specchio di cui si parlava) la realtà, la verità.
Ma con talune persone è impossibile farlo comunque, vivono la schiettezza e la verità come un'affronto alle loro radicate convinzioni, alla loro ipocrisia di fondo....


Attualmente sono in situazione critica (si può definire lite forse) con i miei genitori proprio per un concetto moooolto simile. L'ipocrisia, il parlare a vanvera...

Spero solo che mi si capisca, quando si parla di una cosa che si sta vivendo o che in quel momento è molto attiva in noi si tende a farsi trasportare troppo dall'emotività.... non ho discernimento in questo campo/thread.
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Vecchio 24-04-2007, 10.53.38   #13
RedWitch
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Vero, ma anche qualora ci si renda conto che dicendo certe cose si può ferire qualcuno, si tende a non volerlo vedere, pensando solo a se stessi, auto convincendosi sul fatto della sincerità per non avere sensi di colpa nello "scaricarsi" la coscienza come dici giustamente.
Lo scarico avviene quando non si sopporta più..

Non per niente "tenere un segreto" è una delle prove più difficili, anche per l'amico più fidato... (sarebbe da osservare cosa ci spinge a raccontarlo in giro... si potrebbero scoprire cose interessanti...)
Quindi, quando riveliamo qualcosa che non ci "appartiene", lo facciamo perchè non riusciamo a trattenerlo, perchè non lo sopportiamo?

Potrebbe essere la stessa cosa per i nostri segreti... perchè raccontiamo un segreto? per esempio se riceviamo una bella notizia, vogliamo condividerla, perchè non riusciamo a sopportarne l'intensità, che è tale da doverla per forza dividere con qualcuno? (buttarla fuori)

E' anche vero, che più persone vengono a conoscenza del segreto, e più c'è possibilità che a qualcuno la cosa sfugga di mano..
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Vecchio 24-04-2007, 11.35.11   #14
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Parlando per me... è intrinseco che il metro di misura è sempe "se ne vale la pena"..
Capita che sto zitta con qualcuno che mi è esterno, un collega, un parente, qualcuno a cui non tengo particolarmente o quantomento non è nella mia schiera di amicizie (non è facile esserci).
Mentre mi prodigo nella schiettezza con chi mi è vicino, anche perché è un modo per far vedere e farmi vedere (il concetto specchio di cui si parlava) la realtà, la verità.
Ma con talune persone è impossibile farlo comunque, vivono la schiettezza e la verità come un'affronto alle loro radicate convinzioni, alla loro ipocrisia di fondo....


Attualmente sono in situazione critica (si può definire lite forse) con i miei genitori proprio per un concetto moooolto simile. L'ipocrisia, il parlare a vanvera...

Spero solo che mi si capisca, quando si parla di una cosa che si sta vivendo o che in quel momento è molto attiva in noi si tende a farsi trasportare troppo dall'emotività.... non ho discernimento in questo campo/thread.
Ma certo che ti capisco, è proprio per questo che non ti mento o ti indoro la pillola
A parte gli scherzi, sto cercando di farti vedere meglio alcune cose che hai cristallizzato per presa posizione, che non dico siano sbagliate di fondo, ma che rischiano di farti essere a volte troppo veloce... troppo sicura... nelle posizioni.

Inizi a scoprire che non è il sangue (inteso come parentela) ne la costretta o di comodo convivenza o altro che determinano l'affinità tra le persone e ti capisco pure qui...

Io consiglierei (non a te in particolare, a tutti) di non pensare ad essere sinceri etc etc per il bene altrui... è la volta che prendiamo cantonate incredibili quando pensiamo di far del bene, quando ci sentiamo investiti (anche inconsciamente) dall'amore universale, mentre se "ragioniamo" solo sui nostri termini non sbagliamo mai. Devo sempre chiedermi (è un processo più lungo da scrivere che da fare una volta compreso) perchè voglio spiattellare tutto quello che so, che capisco, che credo di capire, che credo di sapere... soprattutto non devo mai mentire... perchè a volte... anzi spesso... quasi sempre, in qualche forma più o meno velata chi crede di cantarle in faccia al prossimo in qualche maniera mente, con l'altro o con se stesso... in soldoni una volta "aggiustate" le cose con noi stessi si incasella per bene tutto anche con gli altri.
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Vecchio 24-04-2007, 23.35.14   #15
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Io consiglierei (non a te in particolare, a tutti) di non pensare ad essere sinceri etc etc per il bene altrui... è la volta che prendiamo cantonate incredibili quando pensiamo di far del bene, quando ci sentiamo investiti (anche inconsciamente) dall'amore universale, mentre se "ragioniamo" solo sui nostri termini non sbagliamo mai. Devo sempre chiedermi (è un processo più lungo da scrivere che da fare una volta compreso) perchè voglio spiattellare tutto quello che so, che capisco, che credo di capire, che credo di sapere... soprattutto non devo mai mentire... perchè a volte... anzi spesso... quasi sempre, in qualche forma più o meno velata chi crede di cantarle in faccia al prossimo in qualche maniera mente, con l'altro o con se stesso... in soldoni una volta "aggiustate" le cose con noi stessi si incasella per bene tutto anche con gli altri.
Concordo, infatti nel mio caso attuale si è schietti ma senza il discernimento si finisce in lite ed automaticamente si arrivano a dire cose non veritiere.
Il problema sta proprio nell'aggiustare le cose in/con noi stessi.
Quando si pensa di averle aggiustate o si è vicini arriva sempre il momento dell'"esame" e ti ritrovi con un 6 stiracchiato.
Si vede che non ho "studiato" abbastanza...

Però alle volte si beccano anche i 10 e lode
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Vecchio 24-04-2007, 23.55.04   #16
Kael
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Quindi, quando riveliamo qualcosa che non ci "appartiene", lo facciamo perchè non riusciamo a trattenerlo, perchè non lo sopportiamo?

Potrebbe essere la stessa cosa per i nostri segreti... perchè raccontiamo un segreto? per esempio se riceviamo una bella notizia, vogliamo condividerla, perchè non riusciamo a sopportarne l'intensità, che è tale da doverla per forza dividere con qualcuno? (buttarla fuori)
Effettivamente, quando dobbiamo (nel senso che non riusciamo a non farlo) raccontare qualche bella notizia usiamo dire "non sto nella pelle"... proprio come se qualcosa in noi cercasse di uscire.... e che noi non riusciamo a trattenere.

I motivi comunque possono essere molti e penso che solo ognuno osservando i propri può scoprire realmente quali siano le cause che lo spingono a non fare a meno di parlare...

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Vecchio 25-04-2007, 00.33.09   #17
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Concordo anch'io! Perchè però avviene questo? Come hai detto anche tu quando si pensa di far del bene la prendiamo in quel posto...! Se invece pensiamo per noi stessi ciò non avviene, ma non può essere anche vista come una sorta di chiusura? Non dico di cantare in faccia a tutti quello che so o che capisco, anche qua c'è sicuramente qualcosa sotto.., ma quando si vuol far del bene ti prendi la cantonata.. Che non sia una sorta di egoismo personale che riporta alla famosa I.P.??? Un santo però che fa continuamente del bene non le prende le cantonate.., ma chiaramente non ha neanche un minimo di I.P. Probabilmente sta proprio li il tutto..
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Vecchio 25-04-2007, 05.49.13   #18
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Credo che la questione dell'IP che cita Lion c'entri (quella c'entra sempre) ma questo dover dire tutto quello che credo di capire e credo di sapere credo anche sia connesso con quel che stanno dicendo RedW e Kael (pare ci siano due tread paralleli...). E' come uno svuotare, come se quel che credo di (sapere, capire ecc) mi pesi. E inoltre c'è anche una specia di ricerca di riscontro non del tutto consapevole.
Il mentire, o una parte di esso, sta nelle motivazioni per cui dico, spiattello. Lo faccio per me in realtà e anche per un motivo sconnesso dalla persona a cui spiattello...
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Vecchio 25-04-2007, 19.22.35   #19
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Credo che la questione dell'IP che cita Lion c'entri (quella c'entra sempre) ma questo dover dire tutto quello che credo di capire e credo di sapere credo anche sia connesso con quel che stanno dicendo RedW e Kael (pare ci siano due tread paralleli...). E' come uno svuotare, come se quel che credo di (sapere, capire ecc) mi pesi. E inoltre c'è anche una specia di ricerca di riscontro non del tutto consapevole.
Il mentire, o una parte di esso, sta nelle motivazioni per cui dico, spiattello. Lo faccio per me in realtà e anche per un motivo sconnesso dalla persona a cui spiattello...
Per ricerca del riscontro intendi che cerchiamo qualcuno che ci dica che quello che sappiamo è vero? Una conferma che quel che so o ho capito sia corretto? una ricerca di conferme o di riferimenti quindi..

Nel mentire ci vedo per lo più una forma di difesa, mento per pararmi il s....., per non scoprire mai le mie debolezze agli occhi degli altri, aggiusto la realtà a mio favore (anche questa è Ip no?)
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Vecchio 26-04-2007, 10.59.04   #20
Grey Owl
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Fiato alle trombe... ovvero l'irrefrenabile voglia di parlare a vanvera... spesso se non sempre si parla di cose che non si conoscono... questo perche'?
Lo si fa' per svuotare come dice Ray... quando abbiamo un peso... una bella notizia... il non stare nella pelle (rif. Kael)...
Si parla perche' "non può farne a meno" ed i motivi sono tanti... l'elenco e' lungo... ma vorrei soffermarmi sull'atto in se'...

Le dinamiche che scatenano il parlare a vanvera sono il fuoco della ricerca... del condividere... del mettersi in gioco... siamo in uno stato di vanvereggio selvaggio... volenti o nolenti ci siamo in mezzo al vanvereggio... ognuno fa' quello che puo'... che fare allora?...

Osservarsi e' l'unico modo per ridurre il vanvereggio... altro non si puo' fare... controllare senza prima osservare non serve perche' alla fine e' repressione... il vanvereggio e' meccanico... inconsapevole... siamo agiti... reagiamo senza possibilita' di controllo...

Non e' una scusante... e' un fatto... quello che si puo' fare e' osservarsi... poco alla volta si comprende che e' bene se portato alla osservazione di se' mentre e' male se rifiutiamo il fatto e ne fuggiamo all'osservazione... rimandiamo l'osservazione senza "sporcarci le mani"...

La ricerca di se' passa (anche e sopratutto) attraverso le dinamiche con "gli altri"... quindi ben vengano le trombe coi suoi fiati se questi vengono osservati...

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