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Ermopoli
L'antica città della conoscenza |
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10-07-2009, 16.15.03
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#26
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 11-05-2009
Messaggi: 1,322
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Citazione:
Originalmente inviato da Edera
Sì secondo me come dice il libro siamo in un mondo di malati, ma tali acciacchi sono funzionali e inseriti in un'ottica molto più ampia che il libro essendo un libro medico scientifico non può e probabilmente non deve prendere in considerazione. Anche se sconfina dal suo territorio annoverando l'interesse per la spiritualità tra le patologie.
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beh posso dire la mia opinione.
il dire "la spiritualità è una patologia" in un certo senso non è vero.
allora visto da un'altra parte potrei dire che l'autore si è interessato di psicologia per lo stesso motivo e che anche la psicologia lo è (e sbaglierei)
il mio parere è che tutto può servire e tutto può non servire.
Dipende sempre dall'agente.
dal "come" e non dal "cosa" anche se poi come e cosa finiscono per andare di pari passo.
ritengo che un Individuo non "necessiti" (nel senso di compensazioni ecc. ecc. ) di nulla ma "usi" tutto.
se intendiamo poi con la parola "Spiritualità" tutto ciò che ci circonda allora forse potremmo avere un'idea più ampia di cosa è davvero.
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10-07-2009, 16.16.52
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#27
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E' praticamente nato/a qui
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
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Citazione:
Originalmente inviato da Edera
Illuminante grazie
Quindi trovare degli antidepressivi naturali non è un male perchè compensano il mio sistema e lo fanno funzionare. Se ho il pallino di buttarmi con l'elastico, ce l'ho perchè il mio edificio ha bisogno di calcestruzzo, allora farò bene ad iscrivermi ad un corso di bungee jumping. E' quello che sostengo da sempre in casa ma mi guardano storto.
Lo scopo del sè è l'individuazione e per individuarSi bisogna guarire, ma cos'è l'individuazione? Trovare le caratteristiche che mi definiscono, ri-conoscere cosa sono da cosa non sono?
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Citazione:
Originalmente inviato da stefano
eh si può essere utile a mio avviso.
ma nel momento in cui quella "compensazione" ti viene a mancare ti ritrovi di nuovo con "sbattuto in faccia" il problema di fondo.
insomma quello della seppur minima tendenza depressiva.
E credo che allora quel "momento" possa essere utile per avere la forza di affrontare la motivazione recondita e vedere di provare a risolverla (magari senza compensazione).
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Credo che stefano abbia abbastanza ragione. Quando ti rendi conto che buttarti con l'elastico ha un valore soprattutto antidepressivo inizi a vedere da un'altra ottica. Se vedi una compensazione sei già ad un livello un minimo più profondo e non ti basta più... un po' tocca metterci le mani. O rimettersi a dormire.
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10-07-2009, 16.25.31
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#28
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E' praticamente nato/a qui
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
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Citazione:
Originalmente inviato da Edera
Ma come arrivarci alla prima infanzia? La primal therapy non è l'unica ma la psicoanalisi tradizionale basta? A quali vie ci si può affidare?
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Non posso dire granchè di questa primal terapy, magari funziona. Per la psicanalisi mi sento di dire qualcosa di più: può funzionare. Ma alla fin fine sono mezzi... ce ne sono di buoni e di meno buoni. Una Via è un'altra cosa, anche se prende o utilizza strumenti pescati di qua e di là (in realtà tutti gli strumenti che funzionano sono presi da qualche Via o da qualche pezzo di Via)... ma cosa è una Via esula dagli argomenti prettamente psicologici. Questo nonostante il fatto che la psicanallisi di Jung sia quanto i più simile si possa trovare nell'occidente moderno ufficiale. E proprio perchè il concetto di individuazione assomiglia molto a quello di Risveglio (mancano dei pezzi a mio avviso però). In ogni caso il senso è diventare Individuo, quindi qualcuno a differenza della mescolanza, diventare Uno a differenza di molti (tanti piccoli noi o complessi presenti al nostro interno e con autonomia di funzionamento). Processo che si attua individuando i vari complessi autonomi ed integrandoli in un tutt'uno. E' comunque argomento molto complesso che andrebbe esplorato in un tread a se.
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10-07-2009, 16.28.55
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#29
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 11-05-2009
Messaggi: 1,322
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray
Credo che stefano abbia abbastanza ragione. Quando ti rendi conto che buttarti con l'elastico ha un valore soprattutto antidepressivo inizi a vedere da un'altra ottica. Se vedi una compensazione sei già ad un livello un minimo più profondo e non ti basta più... un po' tocca metterci le mani. O rimettersi a dormire.
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Secondo me non ce la fai più a rimetterti a dormire, perlomeno non così a lungo come prima.
mi viene quella parola che lessi da qualche parte "pane della vergogna" a mio avviso rende l'idea.
nel momento stesso in cui qualcosa inizi a vedere, si attiva quella cosa li ed è come un qualcosa di cui senti necessità che prima non sentivi.
è come se avessi attivato un motore prima disattivato.
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10-07-2009, 18.34.54
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#30
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E' praticamente nato/a qui
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
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Citazione:
Originalmente inviato da stefano
Secondo me non ce la fai più a rimetterti a dormire, perlomeno non così a lungo come prima.
mi viene quella parola che lessi da qualche parte "pane della vergogna" a mio avviso rende l'idea.
nel momento stesso in cui qualcosa inizi a vedere, si attiva quella cosa li ed è come un qualcosa di cui senti necessità che prima non sentivi.
è come se avessi attivato un motore prima disattivato.
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No beh, ce la si fa eccome a rimettersi a dormire, basta guardare se stessi per convincersene... se stessi e quante volte ci troviamo nella stessa situazione anche se in altra forma.
Vista una compensazione, non funziona più, se ne trova un'altra e sogni d'oro.
Il metterci le mani presuppone, per la misura che riusciamo a metterci le mani, di non compensare e quindi di sentire il disagio procurato dal tratto che non compensiamo.
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11-07-2009, 12.08.06
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#31
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Organizza eventi
Data registrazione: 27-03-2009
Messaggi: 2,273
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray
No beh, ce la si fa eccome a rimettersi a dormire, basta guardare se stessi per convincersene... se stessi e quante volte ci troviamo nella stessa situazione anche se in altra forma.
Vista una compensazione, non funziona più, se ne trova un'altra e sogni d'oro.
Il metterci le mani presuppone, per la misura che riusciamo a metterci le mani, di non compensare e quindi di sentire il disagio procurato dal tratto che non compensiamo.
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Quindi da un certo punto di vista, conviene avere tratti non risolti e non risolvibili con una semplice compensazione, in modo da essere costretti a continuare a lavorare e, così facendo, ottenere risultati maggiori di quelli che otterremmo compensando semplicemente le nostre parti "squilibrate".
Per quanto riguarda il rischio di rimettesi a dormire, penso anche io che sia sempre presente, però se si riesce a creare o scoprire in noi una parte, ancorchè piccola, che non vuole farlo a dispetto di tutte le altre già è un piccolo successo.
Certo nella maggior parte dei casi è piu facile e probabile che questa parte che vuol restare sveglia verrà pungolata dalla sofferenza e dal disagio piuttosto che da gioie estreme, si "frigge" parecchio però tant'è; se riusciamo a non far si che questi disagi non ci consumino soltanto ma siano un propulsore utile, può essere che abbiamo imboccato una strada buona...
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11-07-2009, 13.45.53
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#32
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Bannato/a
Data registrazione: 28-04-2009
Messaggi: 1,834
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray
Il metterci le mani presuppone, per la misura che riusciamo a metterci le mani, di non compensare e quindi di sentire il disagio procurato dal tratto che non compensiamo.
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Sono d'accordo anche se per fare un paragone la sensazione di vivere sentendo il disagio non compensato è quella di camminare su un'asse d'equilibrio sospeso, a braccia aperte col vento che tira. E' assurdamente difficile, almeno per me, avverto dei vuoti molto grandi. E' solo pensando che ciò dipende dalla mancanza di calcestruzzo che resisto. In questo libri come quelli di Janov mi hanno aiutato molto, sono riuscita un pò a prendere le distanze e osservare dall'esterno, a capire dov'erano i crepi. Mi chiedo anche però fino a che punto sia salutare tirare la corda e quando invece sia il caso di mollare.
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12-07-2009, 16.31.38
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#33
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
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Citazione:
Originalmente inviato da luke
Quindi da un certo punto di vista, conviene avere tratti non risolti e non risolvibili con una semplice compensazione
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Purtroppo la capacità di adattamento dell'uomo è così sviluppata che non credo possano esistere tratti che non siano almeno in parte compensabili. In un modo o nell'altro quel "volpone" trova sempre come cavarsela, ne consegue che l'unico vero modo è non voler più limitarsi a compensare/sopravvivere ma avere il coraggio di andare a fondo del problema per conoscersi veramente/vivere...
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13-07-2009, 10.34.33
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#34
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 11-05-2009
Messaggi: 1,322
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray
No beh, ce la si fa eccome a rimettersi a dormire, basta guardare se stessi per convincersene... se stessi e quante volte ci troviamo nella stessa situazione anche se in altra forma.
Vista una compensazione, non funziona più, se ne trova un'altra e sogni d'oro.
Il metterci le mani presuppone, per la misura che riusciamo a metterci le mani, di non compensare e quindi di sentire il disagio procurato dal tratto che non compensiamo.
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ma è un qualcosa che intendevo con quanto scritto prima (anche se non completo)
la compensazione quando si ripete non ti basta più.
senti disagio nel compensare, vedi che è una sorta di "rimedio" ma sai che c'è altro.
E allora continui sulla strada cercando di andare a fondo di quel disagio.
Sentendolo, vivendolo e cercando di capire le motivazioni del come mai vi è.
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