tu vuoi che scriva
che continui a scrivere
che butti su foglio la mia
malinconia
la mia nostalgia
vellutata e sottile
la mia sete di essere
e la mia voglia di esistere----------
oh, che liberazione
la penna o i tasti
i giusti tasti
una poesia perfetta: dal titolo
"lasciare andare"
che non riesco a scrivere
e nemmeno a pensare
la resistenza del male
amica mia
la parola che si maschera, mio amico
e prende sembianze
assassine e letali.
eppure si torna a scrivere
solo una volta
o due, o mai
solo col pensiero
scrivo sul mio cuore
e sulla mia anima
disegno il mio volto
scrivo i miei perché
e mai quella dolce poesia...
lasciare andare....
solo parole triste e stridenti
e qualche sillaba sospirata
mi posso ricordare.
Tu vorresti la mia poesia
e non ti curi se è follia
c'è chi legge e c'è chi ascolta
c'è chi sente e c'è chi accetta
c'è chi soffre e c'è chi aspetta
tu vorresti che io scriva
chiunque tu sia
ma la parola che nel verso è
solo tenera forma
è musicale follia.
Non chiedereci la parola di Eugenio Montale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichhiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarti la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
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