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Vecchio 04-03-2008, 11.33.57   #26
Sole
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Ho trovato l'etimo di sopportare, dove sop non sta per sopra (ovviamente) ma per sotto.. "sub" viene associato anche a soffrire ed è bella questa doppia valenza, una sofferenza volontaria.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 04-03-2008, 11.46.28   #27
RedWitch
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.............

Ecco l'apparente paradosso, quando anche agisco con amore dovendo veicolare questo amore nella materia è inevitabile che materialmente questo attragga (crei, plasmi, condensi) i suoi opposti.
Da questo è chiaro che più riuscirò ad agire per il bene, tanto più attirerò su di me il male.. e quindi dovrò essere pronta a riceverlo, in qualunque forma si manifesti... ma questo credo sia anche proporzionale alla crescita di un individuo.
Se non si è pronti a ricevere l'ingratitudine, dovrebbe comunque arrivarmi in una misura in cui posso sopportarla in qualche modo? E allo stesso tempo sarò in grado di fare del bene come posso..
L'effetto boomerang.. non è detto che ciò che faccio mi torni indietro in maniera evidente, ma si puo' dire che torni indietro immediatamente in "risposta " alle mie azioni? O puo' tornare indietro per altre vie? Intendo.. se oggi faccio qualcosa , quel che attiro puo' tornarmi indietro tra 10 anni?

Citazione:
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la "forza" sta nel saper arrivare all'obiettivo sapendo controllare le energie contrarie che si muovono.
Turi come faresti a controllare le energie contrarie? qualcosa che proviene dall'Universo.. mi sembra un tantino.. esosa come visione..

Ultima modifica di RedWitch : 04-03-2008 alle ore 11.47.21. Motivo: non ho ancora letto i post di Sole..
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Vecchio 04-03-2008, 12.01.15   #28
turaz
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Infatti red non tutti sono santi )))
la maggior parte di noi non "regge"
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Vecchio 04-03-2008, 12.41.15   #29
Uno
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Neanche i Santi controllano, sopportano... è diverso
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Vecchio 04-03-2008, 12.43.50   #30
turaz
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ho usato un termine erroneo...
in effetti è più corretto "sopportano" e nello stesso tempo però Controllano se stessi e Agiscono.
questo almeno a mio parere.
Stazionano costantemente in comunione piena con il proprio Se

Ultima modifica di turaz : 04-03-2008 alle ore 12.46.10.
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Vecchio 04-03-2008, 13.09.39   #31
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Riprendiamo tutto dall'inizio che mi sa che è meglio.

Prima di tutto dobbiamo considerare una cosa, quando parliamo di azione Spirituale dobbiamo tener presente che lo Spirito in se non agisce, è calmo ed imperturbabile nella sua quiete, del è perfetto in quanto scintilla di Dio.
Quindi perchè sia possibile l'azione dello Spirito come più volte detto occorre un veicolo, dei veicoli, forme e forze.
Da questa premessa possiamo capire che ad ogni nostra azione, anche quando la definiamo (con la volontà oltre che sintatticamente) Spirituale corrisponde un'azione fisica. deve per forza esserci un movimento, un flusso di qualcosa in questo materiale... che poi può essere talmente rarefatto da non essere percepibile da tutti è un'altro discorso.
Ecco l'apparente paradosso, quando anche agisco con amore dovendo veicolare questo amore nella materia è inevitabile che materialmente questo attragga (crei, plasmi, condensi) i suoi opposti.
Non è che i Santi siano sadomasochisti, si c'è stata la corrente di pensiero di precedere il male che dovrebbe arrivare con l'autopunizione preventiva (es flagellazione e simili), il che ha anche un senso, in un modo o nell'altro si arriva all'equilibrio, ma in linea di principio non è possibile muovere il bene senza muovere il male, tutto il resto è.... non noia ma illusione.

Prima metabolizziamo questo, poi vado avanti.
Quindi vale anche il principio contrario per cui se muovo il male muovo anche il bene? Per questo si dice "non tutto il male vien per nuocere?"
Io mi ero fermata a considerare questo aforisma come un "fai del bene solo quando riesci ad accettare che non ci sia gratitudine per ciò che fai, anzi, magari tutto l'opposto" Era un pò come il discorso che faceva capo Uno non sò più dove, dove diceva che il vero Bene è fatto verso coloro che magari non conosciamo, persone dalle quali non si è sicuri di ricevere gratitudine o magari si ha addirittura certezza di ricevere ingratitudine. Insomma il fare del bene deve essere fine a se stesso e non legato o ponderato in base alle conseguenze.
M'inquieta un pò però questa visione che fare del bene per forza deve deve muovere del male verso chi ne fà. Forse il male prende altre strade..mmm c'è qualcosa che mi sfugge
Spè, ne sparo una delle mie, si parlava di boomerang, se faccio del bene per il solo motivo di farlo il boomerang arriva e si ferma, mentre se faccio del bene perchè voglio un ritorno di gratitudine ecco che il mio boomerang in realtà non si ferma ma mi torna indietro perchè avrò impresso all'azione del bene un'intenzione diversa, quindi una forza e una direzione diversa? e quindi mi tornerà indietro carica delle reazioni della persona che ho raggiunto...mouble mouble..
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Vecchio 04-03-2008, 22.39.07   #32
Ray
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Riprendiamo tutto dall'inizio che mi sa che è meglio.

Prima di tutto dobbiamo considerare una cosa, quando parliamo di azione Spirituale dobbiamo tener presente che lo Spirito in se non agisce, è calmo ed imperturbabile nella sua quiete, del è perfetto in quanto scintilla di Dio.
Quindi perchè sia possibile l'azione dello Spirito come più volte detto occorre un veicolo, dei veicoli, forme e forze.
Da questa premessa possiamo capire che ad ogni nostra azione, anche quando la definiamo (con la volontà oltre che sintatticamente) Spirituale corrisponde un'azione fisica. deve per forza esserci un movimento, un flusso di qualcosa in questo materiale... che poi può essere talmente rarefatto da non essere percepibile da tutti è un'altro discorso.
Ecco l'apparente paradosso, quando anche agisco con amore dovendo veicolare questo amore nella materia è inevitabile che materialmente questo attragga (crei, plasmi, condensi) i suoi opposti.
Non è che i Santi siano sadomasochisti, si c'è stata la corrente di pensiero di precedere il male che dovrebbe arrivare con l'autopunizione preventiva (es flagellazione e simili), il che ha anche un senso, in un modo o nell'altro si arriva all'equilibrio, ma in linea di principio non è possibile muovere il bene senza muovere il male, tutto il resto è.... non noia ma illusione.

Prima metabolizziamo questo, poi vado avanti.
Ma se è impossibile fare del bene senza muovere il male in uguale misura, allora da un punto di vista globale fare del bene non ha senso dato che nulla si modifica realmente, ma solo si sposta.
Avrebbe senso solo nel piccolo, per me soggettivo che lo faccio, a questo punto egoisticamente (bene per me, male da un'altra parte però io ci guadagno)... ma anche qui, se prima o poi si riequilibra che senso ha?

DIverso sarebbe il discorso se quella misura non è proprio proprio uguale ma in qualche modo si riesce ad innescare un meccanismo "evolutivo" seppur minimo ma globale. (anche se me lo mangio tutto il male e diventa "bene" sob fregato lo stesso... o no?)
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Vecchio 05-03-2008, 00.43.55   #33
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L'evoluzione ha bisogno di tanto bene quanto male, se una cellula non si scinde non può dar vita ad un nuovo organismo, il famoso solve ad altri livelli.
Però la cosa è da vedere anche in altro modo, a me piace fare la bella vita, una bella casa, nessun problema economico etc.... (bene) per aver questa devo lavorare, sfaticare, sudare e impegnare tempo in cui avrei mille cose più interessanti da fare (male). E' bilanciata la cosa però tanto più lavoro fatica (male) mi sorbisco tanto più bene mi becco.
La distinzione semmai è da fare nella predisposizione umana a volere il bene per se e lasciare il male ad altri o viceversa volere il bene altrui anche a costo del proprio male.
Nel primo caso evolve la forza fisica, nel secondo la forza spirituale.... comunque alla fine le cose si bilanceranno, non può esistere più male o più bene nella creazione, solo in determinati periodi e luoghi, tendenti comunque al bilanciamento per ulteriore rotture.
Si bilanceranno ma le evoluzioni in entrambi i sensi procederanno.
Un motore a scoppio senza scoppio non si muove.

Poi come visto in altri discorsi il punto è arrivare a percorrere entrambe le evoluzioni ed integrarle, purtroppo (o per fortuna) la via non può essere solo fare del bene ed eliminare il male, altrimenti l'evoluzione fisica, ma ancor prima la Creazione non ci sarebbe stata eravamo solo Spirito punto e basta.... come non hanno senso i discorsi "torniamo alla casa del Padre" intesi come eliminare la materia punto e basta, a che scopo l'Universo? Solo per giocare a guardie e ladri per qualche eone?
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Vecchio 05-03-2008, 10.51.58   #34
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capisco uno il tuo ragionamento.
nel mio modus pensandi la fatica non la considero "male".
la considero "impegno" così come la rinuncia o il sacrificio di qualcosa.
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Vecchio 05-03-2008, 11.52.05   #35
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Se per male intendiamo ciò che è contrario al bene, se una casa e una posizione economica confortevole la riteniamo bene, benessere, in questo caso quello che tende a separarci da esso è male.....
Poi è un esempio, ovvio che non considero male lavorare di per se, anzi... io non considero male nulla, ma se ragioniamo in termini filosofici così è
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Vecchio 05-03-2008, 13.00.57   #36
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certo. io la penso fondamentalmente come te.
per me il "male" non esiste in senso assoluto.
sono concetti "duali" che a mio avviso vanno in parte superati.
se arrivassimo a dire che tutto è bene forse ci saremmo avvicinati davvero al "Divino".
sei d'accordo?
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Vecchio 05-03-2008, 13.15.55   #37
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Adesso non vorrei andare OT ma quello che ha scritto Uno mi ha riportato alla mente le uniche due cose che ho letto dello Yoga ovvero:Yama Niyama.
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ORDINE RITMO ARMONIA
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Vecchio 05-03-2008, 13.34.07   #38
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M'inquieta un pò però questa visione che fare del bene per forza deve deve muovere del male verso chi ne fà. Forse il male prende altre strade..mmm c'è qualcosa che mi sfugge
Non sempre è facile vedere i "contraccolpi" del nostro agire, alle volte sono talmente nascosti che ci vuole veramente tanta attenzione per scorgerli.. Uno ha fatto un paio di esempi, se voglio la casa (bene) devo sudare (male), ma a livello fisico e più diretto se ne possono trovare migliaia: sono ricco, il panettiere sotto casa mi stà tanto simpatico e decido di regalargli un miliardo... faccio il suo bene ma così lui ora essendo ricco chiuderà bottega e io resterò senza pane... Ho fatto del bene ma a me, nella manifestazione più fisica, è tornato del male. Oppure sono un dentista, eseguo eticamente la mia professione, mi stanno a cuore i miei pazienti... sono talmente bravo che oltre a curarli mi occupo anche di prevenzione, così che quei pazienti seguendo le mie indicazioni, in futuro, non avranno più bisogno di me... Ho fatto il loro bene ma io resto senza lavoro....

A livello più profondo invece non è così immediata la cosa. Per vedere bene questi "movimenti" occorre un'altrettanto profonda attenzione, consapevolezza, di noi e del mondo in cui siamo immersi. Questo ovviamente non vuol dire che egoisticamente devo fare il male per ottenere del bene (anche se è un po' quello che la maggioranza fà, ad esempio truffa l'assicurazione (fa il loro male) per ottenere ricchi risarcimenti (il proprio bene) ma come si diceva sopra qui entra in gioco l'effetto boomerang per cui in realtà quel male mi tornerà indietro eccome.. il bene è solo illusorio)

E' importante saper vedere oltre, se faccio del bene mi tornerà nell'immediato un male contro, ma poi quel bene mi tornerà indietro centuplicato... Se faccio del male mi torna indietro del bene, ma questo è illusorio e col tempo quel male mi tornerà prepotentemente addosso...
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Vecchio 05-03-2008, 14.07.55   #39
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parlando "dualmente" è così...
ma bene e male sono concetti puramente relativi
trascendendo gli opposti non esiste nulla di classificabile come "male".
l'universo si muove secondo la tua visione di esso e secondo alcune leggi di cui la principale è "causa-effetto".

mano a mano che impari a osservare conosci cause ed effetti dei tuoi pensieri, parole e azioni (e omissioni).
tutto ciò che avviene è "esattamente" il risultato di tutti i tuoi pensieri, parole azioni e omissioni e dell'energia che muovi con essi e che è eternamente in equilibrio.
il "maestro" a mio avviso è colui che è talmente capace di osservare/rsi che nella sostanza espandendo la sua coscienza a livello universale si muove "armoniosamente" con essa sapendo "vedere" tutto come "bene"
questo a mio parere si intende
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Vecchio 05-03-2008, 15.49.05   #40
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Non sempre è facile vedere i "contraccolpi" del nostro agire, alle volte sono talmente nascosti che ci vuole veramente tanta attenzione per scorgerli.. Uno ha fatto un paio di esempi, se voglio la casa (bene) devo sudare (male), ma a livello fisico e più diretto se ne possono trovare migliaia: sono ricco, il panettiere sotto casa mi stà tanto simpatico e decido di regalargli un miliardo... faccio il suo bene ma così lui ora essendo ricco chiuderà bottega e io resterò senza pane... Ho fatto del bene ma a me, nella manifestazione più fisica, è tornato del male. Oppure sono un dentista, eseguo eticamente la mia professione, mi stanno a cuore i miei pazienti... sono talmente bravo che oltre a curarli mi occupo anche di prevenzione, così che quei pazienti seguendo le mie indicazioni, in futuro, non avranno più bisogno di me... Ho fatto il loro bene ma io resto senza lavoro....

A livello più profondo invece non è così immediata la cosa. Per vedere bene questi "movimenti" occorre un'altrettanto profonda attenzione, consapevolezza, di noi e del mondo in cui siamo immersi. Questo ovviamente non vuol dire che egoisticamente devo fare il male per ottenere del bene (anche se è un po' quello che la maggioranza fà, ad esempio truffa l'assicurazione (fa il loro male) per ottenere ricchi risarcimenti (il proprio bene) ma come si diceva sopra qui entra in gioco l'effetto boomerang per cui in realtà quel male mi tornerà indietro eccome.. il bene è solo illusorio)

E' importante saper vedere oltre, se faccio del bene mi tornerà nell'immediato un male contro, ma poi quel bene mi tornerà indietro centuplicato... Se faccio del male mi torna indietro del bene, ma questo è illusorio e col tempo quel male mi tornerà prepotentemente addosso...
Caspita mi ero fermata sul "fare del bene" inteso come fare un piacere, fare una buona azione ecc. In quel senso m'inquietava un pò pensare che aiutare una vecchina ad attraversare la strada mi potesse portare del male. (?? perdo l'incontro clou della giornata perchè ho rallentato per aiutarla? mah)
Anche se mi viene in mente di nuovo una bella frase sul karma "il karma non legge le azioni ma le intenzioni" nel qual caso aiutare la vecchina perchè voglio sentirmi buona o perchè ci sono delle persone che mi guardano sarebbe diverso dal farla attraversare perchè la vedo e il desiderio, la spinta di aiutarla sgorgano dal profondo.
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Vecchio 05-03-2008, 17.09.24   #41
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certo. io la penso fondamentalmente come te.
per me il "male" non esiste in senso assoluto.
sono concetti "duali" che a mio avviso vanno in parte superati.
se arrivassimo a dire che tutto è bene forse ci saremmo avvicinati davvero al "Divino".
sei d'accordo?
No, non sono d'accordo, la faccenda del dualismo da superare è una favola che gira da un tot di anni per aver capito male alcuni concetti degli Adavaita.
Vero che il male in senso assoluto non esiste (solo Dio esiste in senso assoluto), esiste però il male oggettivo.
Mi dispiace di averti dato un'impressione sbagliata con le mie parole "non considero male nulla" ma letta in profondità questa frase potrebbe aiutare a capire meglio la questione. Non con-sidero male nulla, non blocco, freddo, gelo nulla nel concetto di male sapendo che le cose variano, ciò non significa che non valuto le cose come buone, cattive, possibili di miglioramenti etc... in quel preciso momento, luogo e situazione.
Per rimanere nell'esempio se vedo il lavoro come ciò che mi separa dal guadagno e dal benessere in quel caso ed in quel momento è male, se lo affronto con la consapevolezza di quello che voglio avere in cambio è bene, se lavoro oltre ciò che mi occorre e per far questo perdo di vista altre cose importanti della vita è male etc etc....

Quindi avvicinarmi al Divino è saper riconoscere e valutare la modalità più corretta perchè lo Spirito possa trovare spazio in me... sono certo che questo pezzo non sarà molto chiaro, ma l'apparente non cercare il superUomo di alcune filosofie moderne, cosa che viene imputato a Tradizioni occidentali di millenaria esperienza (che poi sono uguali a quelle orientali, ma questo non passa), in realtà si concretizza in affermazioni tipo "torno a casa", "sono Dio solo che mi sono dimenticato", "non c'è separazione " intesa come essere la stessa cosa etc etc...
Anche modi di pensare tipo "azzero la dualità e sono Dio" (o vicino a Dio con un pò di pudore) esplicitano lo stesso concetto: voler essere Dio.
Forse l'umiltà è un bagaglio non più di moda nella spiritualità (scritta minuscola appositamente), qualcosa da eliminare, io sono antico

mi fermo perchè sono molto fuori tema, tanto chi vuole capire il concetto lo capirà lo stesso.
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Vecchio 05-03-2008, 17.29.41   #42
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ciò non significa che non valuto le cose come buone, cattive, possibili di miglioramenti etc... in quel preciso momento, luogo e situazione.


sono completamente d'accordo.
tutto ciò fa parte del nostro cammino qui su questa terra.
ma sai anche che le valutazioni cambiano e ciò significa che siamo cmq relativi ma in assoluto il "male" di per se come il "bene" di per se non esistono se non nei termini che tu ritieni validi in un determinato "momento".

tra l'altro ho scritto "vanno in parte superati" con ciò intendendo proprio quello che hai scritto tu ossia una "malleabilità" e evoluzione costante senza "fissazione" .
questo sta a significare che in una determinata situazione una cosa è da considerarsi "bene" quando in un'altra potrebbe essere considerata "male".
questo fa capire che non esiste un male ne un bene in assoluto.
siamo noi a fissare le regole e i cardini di "bene" e "male" a seconda del punto e della situazione in cui ci troviamo.
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Vecchio 05-03-2008, 17.32.48   #43
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Anche modi di pensare tipo "azzero la dualità e sono Dio" (o vicino a Dio con un pò di pudore) esplicitano lo stesso concetto: voler essere Dio

un richiamo all'umiltà è sempre e cmq corretto a mio avviso.
ciò non toglie che dall'altra parte "mettere su un altare" qualcosa pensando di non essere mai in grado di raggiungerlo non pone in una condizione di "vivere il qui e ora" a mio avviso
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Vecchio 05-03-2008, 17.50.37   #44
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Caspita mi ero fermata sul "fare del bene" inteso come fare un piacere, fare una buona azione ecc. In quel senso m'inquietava un pò pensare che aiutare una vecchina ad attraversare la strada mi potesse portare del male. (?? perdo l'incontro clou della giornata perchè ho rallentato per aiutarla? mah)
Anche se mi viene in mente di nuovo una bella frase sul karma "il karma non legge le azioni ma le intenzioni" nel qual caso aiutare la vecchina perchè voglio sentirmi buona o perchè ci sono delle persone che mi guardano sarebbe diverso dal farla attraversare perchè la vedo e il desiderio, la spinta di aiutarla sgorgano dal profondo.
rileggo
Non è facile il discorso, ci abbiamo provato in passato, ci riproveremo in futuro ma alcuni concetti sono solo da provare, sperimentare ed osservare alla lunga.
Immagina un sistema chiuso tipo una vasca di pesci, l'Universo è infinito, con i suoi multi universi, multidimensioni etc etc... ma ha comunque dei sottosistemi chiusi sebbene in comunicazione con il resto, esempio il pianeta Terra, il Sistema Solare etc etc...
All'interno di ogni sistema c'è la ricerca dell'equilibrio... equilibrio che può non essere a noi palese, se prendo quattro matite, compro le prime due bianche, per fare equilibrio ne devo comprare due nere (esempio eh..) ma se ho miliardi di matite colorate l'equilibrio che io cerco potrà essere solo frutto di decisioni legate a luogo, momento e situazione.

Riprendiamo i nostri pesci, se c'è un tot di mangime ed uno mangia di più l'altro fa un pò di fame, potrebbe anche non essere perchè il mangione è cattivo, magari per quanto la vasca non sia grande il mangione è fortunato (non discutiamo qui sulla fortuna) e si trova sempre nel punto in cui io con la bustina gli do il mangime, ora che arriva il pesce mingherlino il mangione ha scorpacciato già di più.
Però vai a raccontare al pesce mingherlino che il mangione non sia cattivo, quello se ne frega che tu distrattamente rovesci il mangime e non cerchi di equilibrare tra i due... il pesce mingherlino se può da un calcio sulle pinne del mangione.
La cosa con il passare del tempo si può allargare in infiniti modi, possono entrare in guerra e ognuno dei due pattugliare una zona della vasca sperando che tu rovesci la bustina dalla propria parte, può essere che con il tempo il mangione diventi tanto ciccione che il mingherlino essendo più veloce gli frega il mangime dalla bocca etc etc... il karma.
L'unico modo per fermare questo sarebbe che chi si trova il mangime davanti la bocca mangia il necessario e lascia il resto all'altro, bello e poetico, ma a quei due pesci toglieresti l'unica occupazione di tutta la giornata, pensare come fare per arrivare a mangiare senza che l'altro gli frega tutto. Inoltre sarebbero entrambi sempre pasciuti ma nessuno dei due sperimenterebbe l'obesità o la magrezza.
Dopo un pò salterebbero fuori dalla vasca....

L'esempio è esagerato, molto... ma se immaginiamo il tutto stramoltiplicato e complicato abbiamo la visione di un sottosistema.

Beh la spiritualità (scritto minuscolo appositamente) moderna è convinta che il pesce è in realtà colui che versa il mangime nella vasca, che cambia l'acqua, che regola la temperatura etc etc... è convinta che il pesce deve pensare che quello che mangia di più è un'illusione, che un pesce deve pensare come l'uomo che versa il mangime nella vasca etc....
Può essere una soluzione, così il pesce morirà di fame ma morirà contento.

Tornando a noi Daf.... la mano che versa il mangime se vuole può osservando decidere che è meglio versare più verso un pesce o verso l'altro, può decidere anche di versare meno a uno per farlo smuovere un pò etc... ma in quella vasca uno dei due che rinunciasse al cibo otterrebbe che l'altro stando in forze poi lo pretenderebbe con la forza, fa bene e gli torna male.
Lo so che sto togliendo molta poesia, ma ricordiamoci che sto parlando di una piccola vasca, quindi il pesce altruista alla fine perde senza scampo.... però potrebbe anche essere che la mano che versa il mangime vedendo la situazione decida di spostare il pesce che sta morendo in un'altra vasca.... o magari pensa che non è nato per stare in vasca e lo libera....
In quel caso il suo sacrificio lo salva.

L'esempio è stupido, incompleto e un pò confusionario, però può dare da pensare volendo.
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Vecchio 05-03-2008, 18.04.59   #45
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siamo noi a fissare le regole e i cardini di "bene" e "male" a seconda del punto e della situazione in cui ci troviamo


Noi possiamo decidere se e come con-siderare in una determinata situazione una cosa, ma è bene o male a prescindere da quello che ne pensiamo, il male oggettivo che dicevo sopra. Se ti ammazzano un figlio, puoi anche prenderla bene, perdonare l'assasino, comprendere che togliendotelo il dolore ti aiuta a trovarti o chissà quante altre cose.... reali o inventate dalla tua mente, però l'oggettività del male dell'uccisione di tuo figlio non cambia.
Quote:


un richiamo all'umiltà è sempre e cmq corretto a mio avviso.
ciò non toglie che dall'altra parte "mettere su un altare" qualcosa pensando di non essere mai in grado di raggiungerlo non pone in una condizione di "vivere il qui e ora" a mio avviso
Non siamo noi che raggiungiamo, ma qualcosa che discende, ecco la mancanza di umiltà e questo ci impedisce di prepararci per questa eventuale discesa.
Si che ci fa vivere nel qui e ora.... piuttosto che "la e sempre", immaginato/sperato aggiungo, non trovi?
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Vecchio 05-03-2008, 18.20.31   #46
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Non siamo noi che raggiungiamo, ma qualcosa che discende, ecco la mancanza di umiltà e questo ci impedisce di prepararci per questa eventuale discesa.
Si che ci fa vivere nel qui e ora.... piuttosto che "la e sempre", immaginato/sperato aggiungo, non trovi?


questione di comprendersi.
quando parlo di "qui e ora" intendo il vivere tutto nella sua pienezza (quel famoso "aion" o tempo orizzontale che qualche tradizione cita con altri termini)

ho sicuramente esagerato nel dire che piazzare qualcuno sull'altare pensando di non poterlo mai raggiungere blocchi.
Personalmente da questo punto di vista ritengo sia fonte di umiltà quello di sapere di essere a "immagine e somiglianza" ma di dover lavorare su se stessi per in un certo senso fare in modo che discenda qualcosa dall'alto.

sul fatto che sia un qualcosa che discende e non noi che raggiungiamo anche qui questione di comprendersi.
"il re invitò tutti alle nozze ma solo chi aveva il vestito bianco fu fatto entrare"

da un certo punto di vista è qualcosa che discende (vedasi albero sephirot)
dall'altro se tu non "apri la porta" (yesod) insomma non indossi il vestito bianco non discende proprio nulla.

e indossare quel vestito bianco significa per me tra le altre cose quello di sapersi "abbandonare al Se"
penso che alla fine siamo sulla stessa lunghezza d'onda e riletto penso di non aver sufficientemente chiarito la cosa prima.
turaz non è connesso  
 


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