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Vecchio 04-09-2006, 10.39.47   #1
Kael
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Predefinito Mostro - Mostrare

Chi non ha paura dei mostri?
Ognuno ha il suo, tant'è che non ci mostriamo mai realmente per quello che siamo... ci limitiamo a recitiamo una parte, a di-mostrare qualcosa, senza mai essere totalmente se stessi.... Mostrarsi significa far vedere il mostro... e abbiamo paura di far vedere gli altri questa parte di noi e molto spesso anche a se stessi. Lo teniamo nascosto, celato nel profondo... ne abbiamo Paura e non ci "mostriamo" mai completamente.
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Vecchio 21-11-2006, 14.30.08   #2
griselda
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Quanto siamo disposti ad accettare i mostri perchè vorremmo che accettassero il nostro?
Per riuscire a mostrare il proprio mostro ci si deve essere arresi o accettati, quando si è convinti di non aver più nulla da perdere allora il mostro non ha più bisogno di mascherarsi. Ora la domanda è come si arriva ad arrendersi?
Come smetterla di essere terrorizzati dal giudizio degli altri, dalla paura di non essere accettati, dal dolore che si prova nel vedersi scansati come appestati perchè diversi? L'uomo ha la tendenza distruggere e vivisezionare tutto ciò che gli appare mostruoso, diverso, lo scansa lo ripudia. Ripudiando con lui anche se stesso ed il proprio mostro. Ricordo persone mostruose con tanto bisogno di amore e comprensione di affetto incattivite proprio dall'esser stati etichettati mostri.
Una persona che non c'è più era solita dire, pur senza conoscere la duplicità di questo detto:"ognuno ha il proprio sporco." Aggiungerei che l'uomo è abituato a posare gli occhi su quello degli altri per diversi motivi, cerca così di sentirsi meno sporco, meno mostro. In quel momento di accettazione riesce a rompere il ghiaccio e a mostrare parte del suo mostro. Ma subito dopo lo ripone nella scatola dove deve rimanere sino al prossimo incontro tra mostri.
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Vecchio 21-11-2006, 19.17.03   #3
Ray
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Ora la domanda è come si arriva ad arrendersi?
Arrendersi: riflessivo di arrendere, ad-rendere... a (con lo scopo di) restituire.
Restituire a se stessi ciò (il mostro) che ci appartiene e che cerchiamo di dare via. Smettere di opporsi a se stessi... mollare (smettere di tenere)...
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Vecchio 04-03-2008, 02.35.45   #4
Ray
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Arrendersi: riflessivo di arrendere, ad-rendere... a (con lo scopo di) restituire.
Restituire a se stessi ciò (il mostro) che ci appartiene e che cerchiamo di dare via. Smettere di opporsi a se stessi... mollare (smettere di tenere)...
Inconsciamente proiettiamo negli altri le parti di noi che non vogliamo e/o non possiamo gestire. Il mostro (qualunque cosa sia di volta in volta ha questo valore).

L'inconscio ha lo scopo di farcelo vedere e, grazie anche a complicati sistemi di proiezione e accoglimento delle proiezioni altrui, architetta meccanismi atti a farci trovare di fronte al mostro. Da questo architettare nascono situazioni labirintiche... che non sono altro che l'immagine del nostro labirinto interiore, che abbiamo costruito per contenere il mostro.

Una volta visto non è più inconscio, non del tutto almeno. Ciò non lo rende meno mostro.

L'opposto di proiettare è arrendersi... che consiste nel riprenderlo in se. L'immediata conseguenza è l'espulsione dei mostri altrui precedentemente accolti...
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Vecchio 04-03-2008, 12.43.08   #5
RedWitch
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L'inconscio ha lo scopo di farcelo vedere e, grazie anche a complicati sistemi di proiezione e accoglimento delle proiezioni altrui, architetta meccanismi atti a farci trovare di fronte al mostro. Da questo architettare nascono situazioni labirintiche... che non sono altro che l'immagine del nostro labirinto interiore, che abbiamo costruito per contenere il mostro.


L'opposto di proiettare è arrendersi... che consiste nel riprenderlo in se. L'immediata conseguenza è l'espulsione dei mostri altrui precedentemente accolti..
Questo significherebbe che facciamo in modo di trovarci di fronte persone che ci fanno vedere i nostri mostri se noi non vogliamo/possiamo vederli in altro modo, e spesso a me capita di vederli amplificati negli altri, tanto che mi risulta difficile accoglierli, a tollerare qualcosa che sento stridere.. quello che mi viene da fare è respingerli tendo ad allontanare, provo fastidio.
Mi risulta quindi un po' ostico l'ultimo passaggio Ray, perchè più che accolti direi subiti, cioè quei mostri "entrano" in me con la forza, mi "impongono" in un certo senso di andare a vedere poi se già sono presenti in me.
Vero è che nel momento in cui mi arrendo a me stessa (al mio mostro), quello "esterno" perde di importanza.. smetto di proiettare fuori.
Ma quel "precedentemente accolti" non mi suona..

In questo senso lo vedo un po' come andare a ritroso nel labirinto.. il famoso filo di Arianna di cui parlavi qui
dall'esterno (il mostro che vedo fuori) passo attraverso il labirinto interiore per arrivare al centro.. dove risiede il mio mostro per poi uscirne questa volta con una guida (il filo)..

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Ognuno ha il suo, tant'è che non ci mostriamo mai realmente per quello che siamo... ci limitiamo a recitiamo una parte, a di-mostrare qualcosa, senza mai essere totalmente se stessi.... Mostrarsi significa far vedere il mostro... e abbiamo paura di far vedere gli altri questa parte di noi e molto spesso anche a se stessi. Lo teniamo nascosto, celato nel profondo... ne abbiamo Paura e non ci "mostriamo" mai completamente.
Torno un attimo qui solo per dire che la paura di mostrarsi per come si è, è un grosso impedimento alla conoscenza di noi stessi, che ci auto-imponiamo.. ed è altrettanto vero che mostrarsi non è sempre piacevole, proprio perchè vediamo parti di noi che ci neghiamo, ma ad oggi penso che fare uno sforzo per mostrarsi, sia l'unico modo per conoscersi sul serio..
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Vecchio 04-03-2008, 22.30.14   #6
Ray
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Mi rendo conto Red che quel che ho detto può risultare poco comprensibile. In effetti non credo di avere le idee abbastanza chiare da riuscire a fare granchè meglio... scrivevo comunque per chiarirmele... in qualche modo parlavo solo.

Se ho capito quel che hai detto tu, la cosa che ho scritto ti stride perchè guardi il meccanismo da un lato solo.
Il mostro interiore che separaimo da noi stessi e non vogliamo/possiamo vedere cerchiamo di esplellerlo. Il tentativo avviene per proiezione... ovvero cerchiamo di "metterlo" negli altri. Non ci rendiamo minimamente conto di farlo così come non ci rendiamo minimamente conto del mostro.

Questi tentativi vanno a buon fine raramente... di solito ci rimbalza indietro ed ecco che non sopportiamo l'altro.
A volte però l'altro, sempre senza rendersi minimamente conto di farlo, "accoglie" ciò che proiettiamo. Lo fa perchè sta espellendo il suo.
Può anche capitare che avvenga una specie di scambio... noi che abbiamo espulso il nostro, stavolta con successo, accogliamo l'altrui.

Ma, se il piano architettato dall'inconscio (a questo punto dagli inconsci) va a buon fine accade che uno dei due (o entrambi potrebbe anche essere) oltre a vedere il suo si esime dal riproiettarlo e lo accoglie in se... ci si arrende... se lo restituisce. Lo accetta. A quel punto esplelle immediatamente quello altrui... che rimbalza addosso al suo proprietario (in realtà, fino all'accogliemtno, siamo noi proprietà sua) che si trova di fronte alla stessa possibilità di resa.

Forte sto inconscio... massima resa minimo sforzo.
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Vecchio 04-03-2008, 22.38.43   #7
gibbi
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Giuro che ho lanciato il mio sforzo al massimo ,
......esempino per una comune mortale no?
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