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Ermopoli
L'antica città della conoscenza |
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15-01-2008, 18.20.48
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#1
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 20-12-2004
Messaggi: 3,537
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Convincere gli altri
Quando ci troviamo a discutere con qualcuno di un qualsivoglia argomento, capita che entrambi gli interlocutori, restino fermi sulle proprie posizioni, cercando di imporle all'altro. Se si è convinti di essere nel giusto, diventa improvvisamente importante ( ) che l'altro ci dia ragione, e cerchiamo in tutti i modi di abbattere un muro (muro che nello stesso tempo abbiamo ben alto anche noi, visto che non ci vogliamo smuovere da un'opinione, meglio da una convinzione).
In questo modo non ascoltiamo nessuno (o solo coloro che riteniamo degni della nostra attenzione) e vorremmo essere ascoltati... A questo punto qualunque conversazione diventa sterile, e inutile tentiamo di fare violenza all'altro volendo convincerlo .. e poi parliamo di libertà..
Un dialogo per essere costruttivo avrebbe bisogno di una giusta misura di apertura, partendo dal fatto che si puo' imparare da chiunque, e dal fatto che tutto quello che si crede di sapere è migliorabile o modificabile..
In questa situazione in me ho visto di tutto, a partire dall'importanza personale, dal credere di sapere qualcosa, volendo convincere l'altro che ioioio sapevo e lui no.. che stava sbagliando.. e al voler a tutti i costi aver ragione senza pero' averlo ascoltato davvero. Un "bel" mix, che oltre a non produrre niente di buono per nessuno, stanca.. mentre se c'è un buon dialogo, tutti possono prendere qualcosa dall'altro, in un continuo scambio, senza per questo dover per forza modificare un'opinione, anzi, arricchendola magari.
In tutto questo la trappola del "sapere" gioca secondo me un ruolo importante..
Tempo fa un'amica mi disse che non sapevo niente.. che non dovevo mai usare la parola "so" senza conoscerne davvero il significato.. ancora oggi, non ne conosco il significato, e cerco di fare attenzione nell'usarla (è come se ne avessi un rispettoso timore..), e per me questo è un buon modo per ricordarmi che, ho tanto da imparare...
Vi capita mai di voler convincere gli altri (e di voler tenere stretta un'opinione)? avete mai provato a capire il perchè di questo? Mi piacerebbe conoscere altri punti di vista che probabilmente mi sfuggono di questa dinamica.
Ultima modifica di RedWitch : 15-01-2008 alle ore 18.24.37.
Motivo: orroregrafia :D
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15-01-2008, 18.45.17
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#2
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 2,098
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a mio avviso è una re-azione alla paura di non essere all'altezza.
causata da un disequilibrio nella valutazione di se stessi (esagerata in positivo)
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15-01-2008, 20.17.51
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#3
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E' praticamente nato/a qui
Data registrazione: 07-01-2006
Messaggi: 8,030
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Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
Quando ci troviamo a discutere con qualcuno di un qualsivoglia argomento, capita che entrambi gli interlocutori, restino fermi sulle proprie posizioni, cercando di imporle all'altro. Se si è convinti di essere nel giusto, diventa improvvisamente importante ( ) che l'altro ci dia ragione, e cerchiamo in tutti i modi di abbattere un muro (muro che nello stesso tempo abbiamo ben alto anche noi, visto che non ci vogliamo smuovere da un'opinione, meglio da una convinzione).
In questo modo non ascoltiamo nessuno (o solo coloro che riteniamo degni della nostra attenzione) e vorremmo essere ascoltati... A questo punto qualunque conversazione diventa sterile, e inutile tentiamo di fare violenza all'altro volendo convincerlo .. e poi parliamo di libertà..
Un dialogo per essere costruttivo avrebbe bisogno di una giusta misura di apertura, partendo dal fatto che si puo' imparare da chiunque, e dal fatto che tutto quello che si crede di sapere è migliorabile o modificabile..
In questa situazione in me ho visto di tutto, a partire dall'importanza personale, dal credere di sapere qualcosa, volendo convincere l'altro che ioioio sapevo e lui no.. che stava sbagliando.. e al voler a tutti i costi aver ragione senza pero' averlo ascoltato davvero. Un "bel" mix, che oltre a non produrre niente di buono per nessuno, stanca.. mentre se c'è un buon dialogo, tutti possono prendere qualcosa dall'altro, in un continuo scambio, senza per questo dover per forza modificare un'opinione, anzi, arricchendola magari.
In tutto questo la trappola del "sapere" gioca secondo me un ruolo importante..
Tempo fa un'amica mi disse che non sapevo niente.. che non dovevo mai usare la parola "so" senza conoscerne davvero il significato.. ancora oggi, non ne conosco il significato, e cerco di fare attenzione nell'usarla (è come se ne avessi un rispettoso timore..), e per me questo è un buon modo per ricordarmi che, ho tanto da imparare...
Vi capita mai di voler convincere gli altri (e di voler tenere stretta un'opinione)? avete mai provato a capire il perchè di questo? Mi piacerebbe conoscere altri punti di vista che probabilmente mi sfuggono di questa dinamica.
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Immagino succeda quando ci sia la paura di perdere qualcosa che crediamo di possedere qualunque essa sia dalla stima al potere, un'idea, alla credibilità tutte cose di cui abbiamo bisogno di ricevere le conferme fuori di noi quindi tutte cose che non abbiamo dentro.
Inoltre quando cerchiamo di convincere "un affetto" lo facciamo sempre per paura di perderlo.
Anche perchè noi non possiamo niente possiamo solo dire la nostra e poi gli altri potranno scegliere di ascoltarci ma non possiamo convincerli con la forza ma solo con l'esempio e l'esempio è delle persone autorevoli di certo non di quelle autoritarie quindi più usiamo la forza per imporci sugli altri meno saremo autorevoli e meno convinceremo gli altri.
Mi è capitato spesso ultimamene di discorrere e quando ognuno diceva la sua, con tante cose si costruiva un qualcosa di più allargato, non so se si capisce come tanti punti di vista che permettono un maggior insieme.
__________________
ORDINE RITMO ARMONIA
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15-01-2008, 20.24.23
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#4
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 2,098
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senza andar troppo lontano domandiamoci come mai siamo così pronti ad aggredirci quando discutiamo.
quanto dite lo trovo molto veritiero.
per me la soluzione sta nel liberarsi dalle proprie paure acquisendo conoscenza di se e imparando ad "amare il prossimo come se stessi"
facile a dirsi difficile a farsi
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15-01-2008, 20.33.59
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#5
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Gli/le piace l'aria
Data registrazione: 03-01-2008
Messaggi: 26
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Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
Quando ci troviamo a discutere con qualcuno di un qualsivoglia argomento, capita che entrambi gli interlocutori, restino fermi sulle proprie posizioni, cercando di imporle all'altro. Se si è convinti di essere nel giusto, diventa improvvisamente importante ( ) che l'altro ci dia ragione, e cerchiamo in tutti i modi di abbattere un muro (muro che nello stesso tempo abbiamo ben alto anche noi, visto che non ci vogliamo smuovere da un'opinione, meglio da una convinzione).
In questo modo non ascoltiamo nessuno (o solo coloro che riteniamo degni della nostra attenzione) e vorremmo essere ascoltati... A questo punto qualunque conversazione diventa sterile, e inutile tentiamo di fare violenza all'altro volendo convincerlo .. e poi parliamo di libertà..
Un dialogo per essere costruttivo avrebbe bisogno di una giusta misura di apertura, partendo dal fatto che si puo' imparare da chiunque, e dal fatto che tutto quello che si crede di sapere è migliorabile o modificabile..
In questa situazione in me ho visto di tutto, a partire dall'importanza personale, dal credere di sapere qualcosa, volendo convincere l'altro che ioioio sapevo e lui no.. che stava sbagliando.. e al voler a tutti i costi aver ragione senza pero' averlo ascoltato davvero. Un "bel" mix, che oltre a non produrre niente di buono per nessuno, stanca.. mentre se c'è un buon dialogo, tutti possono prendere qualcosa dall'altro, in un continuo scambio, senza per questo dover per forza modificare un'opinione, anzi, arricchendola magari.
In tutto questo la trappola del "sapere" gioca secondo me un ruolo importante..
Tempo fa un'amica mi disse che non sapevo niente.. che non dovevo mai usare la parola "so" senza conoscerne davvero il significato.. ancora oggi, non ne conosco il significato, e cerco di fare attenzione nell'usarla (è come se ne avessi un rispettoso timore..), e per me questo è un buon modo per ricordarmi che, ho tanto da imparare...
Vi capita mai di voler convincere gli altri (e di voler tenere stretta un'opinione)? avete mai provato a capire il perchè di questo? Mi piacerebbe conoscere altri punti di vista che probabilmente mi sfuggono di questa dinamica.
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Argomento sempre attuale. Purtroppo molti dialoghi che potrebbero essere istruttivi ed interessanti si trasformano in monologhi dove ognuno vuole aver ragione. In questi casi non si ottiene nulla perche' ognuno parla per conto suo senza ascoltare l'altro, occupati come sono a difendere le proprie posizioni e dimostrare la propria bravura.
Il perche' mi sembra chiaro :e' una forma di debolezza che ha lo scopo di averla vinta e rinforzare cosi' la propria immagine, di fronte agli altri ed a se stessi. A mio parere un'illusione che non da' alcuna soddisfazione.
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15-01-2008, 20.45.37
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#6
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E' praticamente nato/a qui
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
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Citazione:
Originalmente inviato da turaz
a mio avviso è una re-azione alla paura di non essere all'altezza.
causata da un disequilibrio nella valutazione di se stessi (esagerata in positivo)
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Concordo. E siccome ho intenzione di convincere tutti che sono meno pigro di te, provo anche a tradurre e un minimo espandere quanto dici.
Se tanto mi prodigo per convincere qualcuno mostro il mio bisogno a convincerlo, la mia difficoltà di accettare che lui pensi quel che pensa (diverso da ciò che io voglio lui pensi).
Quindi mi sento minacciato, mi sto difendendo (l'aggressione è la forma di difesa che va per la maggiore).
Cosa sto difendendo? Sempre la stessa cosa... l'idea di me stesso che ho spostato nella sua testa... ciò che IO ritengo lui debba pensare di me... che viene da ciò che IO temo lui possa pensare di me, se applicasse, come sono convinto che fa, il mio parametro di giudizio.
Quindi se lo convinco di qualcosa o semplicemente se ho il feedback di averlo convinto (abbastanza dati per potermi raccontare di averlo convinto) ecco che tiro un sospiro di sollievo e torno nel mio personale Paese delle Banane nel quale tutti pensano di me quello che voglio io.
Ovviamente questa idea di me stesso è sempre shiftata in meglio rispetto al me stesso vero... altrimenti non avrei nulla da difendere. Credo (spero.. spero si pensi) di essere di più di quel che effettivamente sono (disequilibrio turazzico) per la solita pigrizia che mi fa scegliere l'apparire all'essere... pigrizia che poi è pigrizia nell'affrontare la paura... paura di dover ammettere con se stessi (e quindi poi col mondo) che non si è come si pserava di essere ma come si temeva. Ammissione che, una volta fatta, non lascia più scuse... o si Lavora per diventare ciò che possiamo essere o no.
Aggiungo solo, per adesso, che quella paura di non essere all'altezza, per certe parti di noi è certezza... in quanto non possiamo essere all'altezza della falsa idea che abbiamo di noi. L'unica cosa possibile è abbandonare quell'idea... e questo fa paura e fa pure male.
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16-01-2008, 00.38.01
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#7
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
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Una cosa che ritengo fondamentale sottolineare è che se cerchiamo di convincere gli altri, è perchè ci siamo già convinti noi stessi...
Quindi forse che per smettere di voler convincere gli altri bisogna prima smontare le nostre convinzioni, e ricordarsi sempre, come diceva il gran dottor Van Helsing, che "non dobbiamo mai permettere a piccola verità di credere di essere tutta verità di universo".
E che solo perchè piccola verità dice una cosa, non vuol dire che grande verità non possa dire tutto altro...
Forse che allora, si smetterà di voler convincere gli altri delle nostre piccole "conquiste", e si imparerà invece ad Ascoltare veramente..
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16-01-2008, 18.37.35
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#8
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 20-12-2004
Messaggi: 3,537
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Sono uscite un sacco di cose interessanti, su cui mi trovo d'accordo, sintetizzando al massimo, si potrebbe dire, che quella paura che ci fa reagire difendendo con unghie e con denti le nostre convinzioni, non sia altro che la paura di perdere l'immagine che abbiamo di noi stessi (e che vorremmo che gli altri avessero di noi), al punto che tentiamo in tutti i modi di rinforarla per tenercela stretta?
Ancora una volta quindi, il "segreto" è quello della rinuncia, rinuncia dell'immagine che vogliamo mostrare, dell'apparenza.
detta così sembra facilissimo......
Poi il discorso di Kael credo sia molto importante .. se ci siamo convinti noi di avere chissà quale verità, chissà quale conoscenza, diventa poi difficile smontare quelle convinzioni e non usarle come "cavalli di battaglia.."
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18-01-2008, 13.26.46
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#9
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Cittadino/a Emerito/a
Data registrazione: 01-08-2006
Residenza: Roma
Messaggi: 3,424
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Per essere sintetico, sono daccordo anche io su quello che hanno scritto gli altri, aggiungendo che molto spesso vogliamo convincere gli altri, perchè siamo noi i primi che ci siamo convinti su quella cosa, ed abbiamo paura dell'altro, perchè potrebbe far cadere una serie di valori che consideriamo nostri.
Infatti molti cattolici ad esempio aggrediscono, di fronte a nuove ideologie, perchè in fin dei conti hanno paura che quello in cui credono, non sia realmente dato da una consapevolezza, ma tramite induzione di qualcun'altro.
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18-01-2008, 14.00.07
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#10
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Richiesta Cancellazione
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 2,098
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occorre a mio avviso un grosso lavoro sulle false idee di se stessi e sulle proprie paure.
paradossalmente chi realmente è non ha nessun "bisogno" di convincere nessun altro.
se "sai" e sei consapevole non sei "convinto" , "sei" semplicemente.
é un individuo che "è" solitamente crea grossa "paura" negli altri perchè smonta in un colpo solo tutte le false certezze altrui.
per questo ciascuno di noi ha paura di ascoltare il proprio SE e ha paura di qualcuno che lo mostra.
ciascuno di noi ogni giorno crocifigge un Cristo in primis quello dentro di noi prima di quello mostratoci da un "altro".
ciauzz
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