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Vecchio 14-04-2008, 10.38.57   #1
RedWitch
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Predefinito Donne, mamme lavoratrici, solo mamme, solo lavoratrici?

Ieri sera, ho visto un interessante programma, sull'organizzazione francese nei confronti delle donne che sono sì mamme, ma che per necessità sono anche lavoratrici.

Hanno una rete ben organizzata di asili nido fino ai due anni, e poi gli asili dai due anni in su, che non è a rischio "liste", c'è posto per tutti... e cosa non trascurabile i costi di questi asili sono quasi ridicoli. Inoltre possono usufruire di asili aziendali, in cui non ci sono problemi di orario tengono i bimbi dalle 7 del mattino e in alcuni casi fino alle 21,30, e anche il prezzo giornaliero di questi servizi è bassissimo (poco più di un quotidiano in alcuni casi).
Infine sono state istituite delle figure professionali di babysitter, che possono accogliere presso la propria casa un massimo di 3 bimbi a testa, durante il servizio hanno mostrato la testimonianza di una mamma, che per stare a casa con il proprio figlioletto si è organizzata in questo modo. Puo' guadagnare qualcosa, senza rinunciare completamente al lavoro e nel contempo vedere crescere suo figlio.

Inoltre, lo Stato, stanzia per ogni figlio che nasce un sussidio che aiuta nei primi anni di vita dei piccoli le famiglie (poi vabbeh pare che alcuni con quei sussidi, ci paghino mutui che poi non sono in grado di sostenere una volta terminato il periodo ... ma immagino che siano casi limite.. )
Se i figli sono tre il sussidio raddoppia ed è oltre i 500 € mensili.

Un Paese dalla parte delle donne dunque?
In una intervista un assessore diceva che in Europa, entro 30 anni esisterà il problema della mancanza di gioventù, e lui sosteneva che la Francia si sta muovendo per fare in modo che il movimento della natalità non si fermi... pare che ci stiano riuscendo, la media francese per ogni coppia è di due figli, molte ne hanno 3.

Ovviamente, non ho potuto fare a meno di notare la grossa differenza che c'è tra la Francia e l'Italia, dove oltre al fatto che non siano istituiti nè sussidi nè asili aziendali (o almeno molto pochi), esistono liste per l'accesso agli asili pubblici da far spavento, e che se una famiglia deve pagare un asilo privato (qui siamo intorno ai 400 € mensili), la donna fa senz'altro meglio a stare a casa e a vedere crescere suo figlio.

Il punto è che a me sembra un serpente che si mangia la coda.. se non entrano due stipendi oggi è difficile che ci si possa permettere di crescere un figlio, ma se la donna lavora e il suo sipendio finisce nelle mani di chi cura il bimbo durante il giorno.. siamo daccapo.

E sembra che non se ne esca...
L'unica scelta è o facciamo un figlio o lavoriamo?
oppure c'è sempre da sperare nelle nonne.. chi puo'..

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Vecchio 14-04-2008, 10.58.06   #2
Astral
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Il continente con meno natalità è l' Europa, la nazione l'Italia, la regione la Liguria, la città La Spezia.

Scherzi apparte, il problema di oggi è essenzialmente questo. Apparte i giovani che non vogliono avere figli, per vera scelta personale, la maggiorparte vorrebbe costruirsi una famiglia.

Anche rinunciando al matrimonio fastoso, resta il fatto che gli stipendi sono medio bassi, le case costano come un castello, e ci sono parecchie tasse pure.

Molto spesso è gia difficile se si lavora in due, a meno che non intervenga l'aiuto dei genitori.

Il problema è che un figlio se si vuole crescere bene, occorre dedicarci tempo, quello che si guadagna si da alle baby sitter o alle associazioni. Oppure c'è chi risolve mandando il bambino a tempo pieno e sperando che per le quattro si è finito di lavorare.

Ovviamente è palese che siamo indietro rispetto a molti paesi. Ed il problema che il paese invecchia di più c'è ed è grave, fenomeno che viene sminuito un po' dagli extracomunitari.

Poi se calcoliamo che sempre più giovani muoiono per alcool, droga e disinformazione sulla malattie infettive ci fa comprendere quanto spesso il lavoro non permette l'educazione del bambino.

Che ci sia una manovra politica per controllare le nascite?
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Vecchio 14-04-2008, 15.13.38   #3
dafne
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mmmm
bel post Red, apre a un sacco di questioni.
Mamme e lavoratrici, io sono mamma e lavoro per forza di cose perchè sono sola, qualche anno fà eravamo in due e per un periodo sono stata mamma a tempo pieno.
Da entrambe le parti insomma, credo che per forza di cose oggi ci vuole un gran coraggio (o una buona dose di incoscienza come nel mio caso ) per mettere al mondo dei figli.Un pò per le condizioni economiche un pò per quelle sociali ma per quanto bruttino da dire un figlio va si prima desiderato ma anche "programmato" perchè dovrebbe nascere nelle condizioni e nelle possibilità migliori.
Certo gli imprevisti accadono, non sarebbero imprevisti altrimenti, ma dovremmo capire e insegnare che un figlio è una grossa responsabilità e non è "a tempo", non si smette mai di essere genitori. Perlomeno genitori attenti ecco.
Che poi la società dovrebbe proteggere i nuclei familiari..eh torniamo al discorso fatto da Uno sulla tribù, quando non può intervenire un genitore ecco che ci dovrebbe essere subito a portata un appoggio.
Qui dove vivo io esistono dei sostegni per la scuola, a seconda del reddito ovviamente si rientra in tetti diversi per i quali sono previsti diversi sgravi, la mensa scolastica ad esempio io non la pago, per il doposcuola solo una parte. Questo è già qualcosa visto che, ad esempio, nell'asilo dove erano da piccoli erano quasi 4 euro a pasto, moltiplicate per due per tutti i giorni....
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Vecchio 15-04-2008, 12.49.44   #4
Sole
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Il discorso andrebbe un pochino OT però non sarebbe niente male che le mamme fossero solo mamme, e che la realizzazione dell'uomo in generale fosse nella famiglia, anche allargata, perchè no, alla società intesa come comunità. Quelli che chiamano incentivi alla famiglia in realtà non incentivano affatto l'unione e lo sviluppo famigliare ma altra forza lavoro in prossima programmazione. Sempre di forza lavoro/denaro si tratta

Se ne parla in diverse parti del forum della famiglia, del matrimonio e del significato reale.
Siamo costretti tutti a lavorare molte ore più del giusto stando lontani dalla casa. Gli asili servono si a dare la possibilità ad una mamma di lavorare e mantenere il figlio ma sicuramente lo portano via da casa e dall'educazione famigliare. Una via di mezzo che tutela le famiglie davvero dovrebbe essere che le donne madri possano avere per legge un lavoro part time mattutino di modo da poter crescere ed educare i figli ... ma questo non conviene ad uno stato di controllo.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 15-04-2008, 15.41.15   #5
RedWitch
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Il discorso andrebbe un pochino OT però non sarebbe niente male che le mamme fossero solo mamme, e che la realizzazione dell'uomo in generale fosse nella famiglia, anche allargata, perchè no, alla società intesa come comunità. Quelli che chiamano incentivi alla famiglia in realtà non incentivano affatto l'unione e lo sviluppo famigliare ma altra forza lavoro in prossima programmazione. Sempre di forza lavoro/denaro si tratta

Se ne parla in diverse parti del forum della famiglia, del matrimonio e del significato reale.
Siamo costretti tutti a lavorare molte ore più del giusto stando lontani dalla casa. Gli asili servono si a dare la possibilità ad una mamma di lavorare e mantenere il figlio ma sicuramente lo portano via da casa e dall'educazione famigliare. Una via di mezzo che tutela le famiglie davvero dovrebbe essere che le donne madri possano avere per legge un lavoro part time mattutino di modo da poter crescere ed educare i figli ... ma questo non conviene ad uno stato di controllo.
Sono completamente d'accordo con te Sole, se avessi un figlio, vorrei vederlo crescere, vorrei avere il tempo per stare con lui, vorrei che non fosse cresciuto ed educato da altri, o meglio se decidessi di mandarlo all'asilo (non nido, ma dopo una certa età penso che sia giusto che un bimbo abbia a che fare con altri bambini, e che inizi ad avere delle figure di riferimento come le maestre ) mi piacerebbe poterlo andare a riprendere, chiedergli com'è andata etc e fare parte di questa realtà , e non essere costretta a lasciarcelo per necessità. Il punto pero' è che come hai detto non conviene a nessuno.. e una mamma è spesso una lavoratrice "scomoda" figurati concedere un orario ridotto..
E con uno stipendio medio, non si vive (solo pensando ad un eventuale mutuo o affitto, le bollette, il cibo...)

E' vero che la prospettiva della crescita demografica è per uno Stato forza lavoro futura, ed anche io ho avuto il sentore che le motivazioni non fossero proprio tutte a favore delle famiglie, pero' dal mio punto di vista, meglio gli incentivi statali e una buona organizzazione, piuttosto che niente..

Con quello che passa economicamente lo Stato, volendo una mamma puo' davvero optare per il part time almeno nei primi anni di vita del bambino (sempre che esista la possibilità concreta di questo tipo di soluzione, nel servizio ne hanno mostrate diverse).

Io credo che se volessero, potrebbero trovare delle soluzioni per favorire le famiglie.. se volessero..

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Vecchio 15-04-2008, 18.39.49   #6
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E' vero che la prospettiva della crescita demografica è per uno Stato forza lavoro futura, ed anche io ho avuto il sentore che le motivazioni non fossero proprio tutte a favore delle famiglie, pero' dal mio punto di vista, meglio gli incentivi statali e una buona organizzazione, piuttosto che niente..



Io credo che se volessero, potrebbero trovare delle soluzioni per favorire le famiglie.. se volessero..

Anche io ho visto la trasmissione, almeno nell'ultima parte ma quanto basta per capire che, in effetti, la Francia è avanti all'Italia, direi di molto.
Ad ogni modo mi pare che una grossa natalità possa dipendere soprattutto dalle condizioni che le nuove famiglie possono trovare. Il " programma " al quale fa cenno Daf lo vedo, in generale, in questa prospettiva. Si agevola la natalità solo agevolnado la condizone generale e della famiglia, nucleo della società!
Insomma, direi che aumentando i servizi ( di ogni genere ) potrebbero aumentare anche le nascite; aumentando il sostentamento alla famiglia potrebbero, quindi, aumentare il numero dei bambini.
Mi pare però che le politiche per questo settore non soltanto vadano a rilento ma si presentino sotto al veste di una vera e propria elusione del problema, anzi da alcuni visto in maniera marginale.
Penso in pratica, tornando al discorso, alla Francia che ha indirizzato almeno il 5% delsuo PIL, pari a circa 80 miliardi di euro se non vado errato, alle politiche sociali e non, come l'Italia, solo il 2,5%.
E' ovvio affermare il vantaggio di quei pochi mezzi che il nostro paese posssiede e prevede per il futuro dei bambini e delle famiglie ma mi guarderi bene dal dire che sono sufficienti.Questo per dire che il problema, perchè è un problema della società, non si avverte come tale forse.
Per concludere dico che una critica preventiva va mossa, allora, verso quel sistema che prevede un sistema di sostentamento, mi pare una tantum per ogni nascita; quel bonus bebè di cui si parla, credo che è meglio che ci sia anzicchè no ma che allo stesso tempo individua una cosa fatta a metà per il futuro nascituro e dunque per l'italia e naturalmente per la famiglia.
Forse in questo la Francia potrebbe insegnare qualcosa. Non è in Giappone, si badi, è a due passi da qua...ma come dice Red: " Se volessero..." !
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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