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Vecchio 15-05-2008, 12.58.53   #1
turaz
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Predefinito padre autoritario ma non troppo

osservo questa dinamica prendendo spunto dalla mia esperienza.
il padre che si inserisce in un ruolo ma andando in un certo senso contro se stesso.
Per "educazione" o "sentito dire" si cala nei panni dell'autoritario cercando di reprimere le sue emozioni e senza mai dare spazio a momenti di delicatezza e affetto nei confronti del figlio.
il figlio è sempre "colui che non capisce niente", "colui che non è pratico" o altro.
Altra dinamica è che si crea quasi una sorta di competizione nel momento in cui il padre osserva il figlio crescere.
Viene da lui utilizzato questo meccanismo (instillante senso di colpa) per mantenere un suo controllo su di esso.
il figlio da piccolo vive questo come mancanza e ciò crea uno shock (non mi ama, non mi vuole bene ecc.ecc.). Crescendo poi la competizione non lo agevola.

quando il figlio cresce in ogni situazione in cui vede qualcuno come autoritario parte con il collegamento automatico "non mi ama, non mi vuole bene" rimanendo costantemente ancorato a quella situazione e non avendo la lucidità necessaria per comprendere se la situazione attuale è realmente così o no.
alla fin fine collega autorità = male.

Questa è una dinamica che in me è tuttora radicata.
in questo forum chi me la fa balzare spesso è Uno o ray.
Sono tornato qui perchè tra le altre cose sino a che non imparerò a modificare il mio pensiero originario su di essa sarà sempre un qualcosa che mi creerà problemi e mi porterà a perdere centro in quella situazione

Ultima modifica di turaz : 15-05-2008 alle ore 13.01.27.
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Vecchio 15-05-2008, 15.38.43   #2
Uno
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Ecco hai già tirato fuori una cosa, c'è differenza tra doversi costringere ad essere autoritario per non perdere il rispetto, per paura di perderlo, per paura di rovinare qualcuno non dandogli la giusta educazione o che altro....... ed essere autorevoli (in qualsiasi campo) perchè si cerca, si da e si pretende la precisione.
Entrambe le parole derivano da autore, cioè colui che inventa, che scrive... ma in senso più largo ed originale agisce. "chi è autore del suo male......"
La differenza tra i due (autoritario ed autorevole) è la stessa che corre tra imbellettato e bello.
Al contrario però anche uno autoritario per carattere, che si costringe ad essere comprensivo, amorevole etc... non è una buona cosa, i padri vecchi e nuovi sono avvisati .

L'altra differenza che raramente si osserva è che l'autorevole, il burbero (sono due cose diverse, ma che spesso si incontrano e con un aspetto comune) amano talmente l'altro da volere il meglio per lui, solo il meglio, se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza, l'unico controllo che vogliono è su loro stessi. Gli autoritari vogliono solo il bene del proprio potere, per il controllo sull'altro, un autoritario non vuole perderti, così perderebbe la possibilità di provare a mantenere il controllo. In quel caso estremo è disposto anche a inzuccherarti, purchè tu rimanga.

Mi rendo conto che dinamiche che ci portiamo dietro fino dai primi anni della nostra vita non sono facili da vedere sul campo di battaglia, in teoria si, "è così... vedo questo... etc" poi quando "c'è da muovere il sederino" si perde il filo della ragione.
Bisogna ammettere che se una cosa ce la portiamo dietro da 20 o più anni... magari da un periodo più lungo di quando non l'avevamo, noi siamo quella cosa, è talmente radicata in noi che è indistinguibile come cosa separata, non è una mano di vernice, è profonda, per questo non è neanche facile osservarla. Un amico può provare a scartavetrare, ad incidere, a bucare (hai presente i tasselli che si fanno alle angurie?) per vedere e far vedere quanto profonda è la cosa... ma fa male, non può far bene, non è possibile farlo con una carezza.
Da soli invece che si può fare?
Iniziare a distinguere i due tipi non è male come inizio, ricordandosi che si è quella cosa.
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Vecchio 15-05-2008, 15.43.07   #3
Ray
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Il padre da te descritto lo vedo più svalutante che autoritario... semmai un residuo di autorità artificiale gli viene proprio dalla svalutazione dell'altro. In effetti l'hai definito carinamente "autoritario ma non troppo".

E' chiaro che in un bambino, che alla fin fine vuole affetto, se vogliamo l'affetto che gli spetta, si può sviluppare la tendenza ad iper valutarsi... salvo poi sentirsi rifiutato da chi non conferma la sovra-valutazione (che però gli fa un favore e non confermarla), ma è ovviamente un sentire soggettivo, che torna dal passato, una paura... e non è detto per nulla che sia così.


Bon, questo per adesso mi viene per ragionamento... per il resto bentornato (anche se in soli tre giorni non sentivo la mancanza ) e se è vero metà di quel che dici dall'altra parte sui tuoi propositi, sarà sicuramente un periodo migliore di prima. Se non è vero, bentornato lo stesso.


Ultima modifica di Ray : 15-05-2008 alle ore 15.45.29. Motivo: non avevo letto Uno
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Vecchio 15-05-2008, 16.26.50   #4
Astral
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Daccordo con Ray sull'autosvalutante.

Anche mio padre esercitava un controllo su tutti ed era proprio l' autoritario descritto da Uno. Lo stesso schema di controllo ( che abbiamo visto pure sul topic di Dafne di mamma chioccia) lo imponeva su tutti, cercando soggetti facilmente manipolabili.

Era la persona che non ti faceva mancare nulla, ma che ci teneva alla tua dipendenza, e purtroppo parzialmente è stato così fino a poco tempo fa.

Credo che sotto sotto ci sia una grossa insicurezza, e una grande "brama di dominio" e del controllo spropositato.

Il padre autorevole lo vedo che si fa rispettare, che può essere anche severo quando deve, ma che non dimentica di stimare il figlio quando fa qualcosa di positivo. Oltretutto disciplina e ordine non sono sinonimo necessariamente di rigidità e imposizione.

Anzi l'autorevolezza la vedo come una forza maschile che aiuta a sviluppare qualità come la serietà e la determinazione.

Mentre le imposizioni, portano ad un carattere che si svilisce facilmente o viceversa, alla ribellione.

Purtroppo la prima cosa che ci condiziona sono i genitori anche se tutti diciamo che non ci fanno mancare nulla, siamo fortunati ad averli, e li amiamo tanto.

E 20 anni almeno per me sono già passati...
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Vecchio 15-05-2008, 17.22.16   #5
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Mio padre mi amava talmente tanto che voleva solo il meglio per me, e io avevo sempre paura di deluderlo, perchè spesso non mi sentivo all'altezza...
Il pregio che aveva era quello di farmi sentire libera, anche perchè si fidava molto di me....
Poi è successo che gli ho dato una grossa delusione, da questa una sua reazione molto brutta causata dal dolore, ma questa è un'altra storia....
I rapporti tra genitori e figli non sono sempre facili, anch'io mi porto ancora addosso le ferite di quella reazione di mio padre, in qualche modo ogni volta che mi trovo davanti persone che mi ricordano mio padre ho paura di fare o di dire qualcosa di sbagliato, di essere giudicata male, di deludere....
E ho passato diversi anni a cercare di essere accettata e perdonata, quindi nei rapporti con le persone inconsciamente cerco sempre l'approvazione e una dimostrazione di affetto, se trovo quello che posso interpretare come una chiusura questo mi spiazza...
Purtroppo quello che ci portiamo dentro quello siamo, il prenderne atto può aiutarci a capire meglio le nostre reazioni in determinate circostanze che ci scatenano certi meccanismi di auto-difesa, direi...
Nella vita non sempre tutti ci approveranno, ma cercare solo le persone che ci fanno stare bene non ci fa crescere e non ci fa andare avanti, e soprattutto è un raccontarcela...

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Vecchio 15-05-2008, 19.04.37   #6
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Mentre le imposizioni, portano ad un carattere che si svilisce facilmente o viceversa, alla ribellione.


questa da te descritta è una dinamica radicata in me.
Quello che posso fare è osservarla e cercare di mantenermi centrato quando la sento affiorare.
Quando sto bene ci riesco altre volte davvero no e cado nel solito tran tran (circolo vizioso)
con sforzi nel tempo sono riuscito in parte almeno a vederla.
ho provato anche a parlarne con mio padre ma per ora non ho ancora trovato la chiave sbloccante
mio padre ha spesso imposto la sua visione delle cose (specie con mia madre) o ha tentato di farlo quantomeno in infanzia anche con me.
Per lui la sensibilità era qualcosa da "mettere al bando"
Cresciuto ha forse capito parte dei suoi errori e si è modificato ma sinora non è mai riuscito ad affrontare un dialogo profondo con me.
Il bello è che so (perchè lo osservo) che in realtà lui ha parecchia considerazione di me ma quando si sente messo in discussione, preferisce l'isolamento.
E mi sa che questa dinamica l'ho presa pure io almeno in parte.

Ultima modifica di turaz : 15-05-2008 alle ore 19.07.45.
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Vecchio 15-05-2008, 19.14.11   #7
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questa da te descritta è una dinamica radicata in me.
Quello che posso fare è osservarla e cercare di mantenermi centrato quando la sento affiorare.
Quando sto bene ci riesco altre volte davvero no e cado nel solito tran tran (circolo vizioso)
con sforzi nel tempo sono riuscito in parte almeno a vederla.

Per lui la sensibilità era qualcosa da "mettere al bando"
Cresciuto ha forse capito parte dei suoi errori e si è modificato ma sinora non è mai riuscito ad affrontare un dialogo profondo con me.
Il bello è che so (perchè lo osservo) che in realtà lui ha parecchia considerazione di me ma quando si sente messo in discussione, preferisce l'isolamento.
E mi sa che questa dinamica l'ho presa pure io almeno in parte.

Il quadro da te descritto, credo che in Italia è più comune di quanto crediamo, solamente che non tutti ce ne accorgiamo. Molti tramandano questa imposizione, anzi diventa uno dei fiori all'occhiello delle caratteristiche cosidette " maschili" dove si impone alla propria visione, e tutti ( sopratutto la donna) devono sottostare alla visione del padre.

Ovviamente non è escluso che questi meccanismi, li possiamo anche trovare in madri molto autoritarie.

Ricollegandomi al Topic dei mammoni, credo che si diventi un vero Uomo ( o donna) non tanto il giorno del matrimonio, quando cambi casa, e vita, ma sopratutto quando hai fatto un percorso interiore, dove tieni da conto le tradizioni giuste della tua famiglia, ma tagli il cordone ombellicale con dei meccanismi che risultano deleteri e che possono essersi cristallizzati in noi.

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Vecchio 15-05-2008, 19.30.15   #8
turaz
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concordo in pieno.
mio padre è un pò soft perchè come ho scritto all'inizio nel suo caso è "forzato".
ha un lato sensibile molto evidente che "tiene a freno" ma che manifesta in molte cose (ad esempio nel come sviluppa le sue passioni vedasi allevamenti di uccelli, amore per la natura ecc.ecc.) ma non nei rapporti umani.
qui sta a quanto so vedere io il suo limite
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Vecchio 16-05-2008, 00.23.01   #9
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....Mi rendo conto che dinamiche che ci portiamo dietro fino dai primi anni della nostra vita non sono facili da vedere sul campo di battaglia, in teoria si, "è così... vedo questo... etc" poi quando "c'è da muovere il sederino" si perde il filo della ragione.
Bisogna ammettere che se una cosa ce la portiamo dietro da 20 o più anni... magari da un periodo più lungo di quando non l'avevamo, noi siamo quella cosa, è talmente radicata in noi che è indistinguibile come cosa separata, non è una mano di vernice, è profonda, per questo non è neanche facile osservarla. Un amico può provare a scartavetrare, ad incidere, a bucare (hai presente i tasselli che si fanno alle angurie?) per vedere e far vedere quanto profonda è la cosa... ma fa male, non può far bene, non è possibile farlo con una carezza.
Da soli invece che si può fare?
Iniziare a distinguere i due tipi non è male come inizio, ricordandosi che si è quella cosa.
E nel mentre, da quando riconosci che l'autorevolezza ti sta lontana anni luce e "cominci" a vedere che di belletto , anche se tirato a malta fine, ce n'è a strati e quindi hai voglia a "muovere il sederino"....beh, volevo dire che fa un sacco male vedere i figli crescere mentre tu ti arrabatti con cotone , detergente e scalpello ....

"...da volere il meglio per lui , solo il meglio , se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza ..." questo passaggio , per favore , me lo rispieghi?
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Vecchio 16-05-2008, 08.50.08   #10
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Mio padre non era autoritario, semmai assente e lontano dalla vita famigliare. I figli chiedono amore e approvazione da parte dei genitori, le dinamiche in famiglia sono tante ed ognuna ha effetti differenti sui genitori ed i figli.
La cosa importante e' comprendere e rivivere quelle dinamiche con il senno di ora (ricapitolazione).
Il "vantaggio" di chi ha ancora i genitori vivi e' quello di potergli porre delle domande riguardo avvenimenti passati (magari senza un confronto diretto) per avere dati che risultano sicuramente differenti dai nostri ricordi. Nel mio caso utilizzo le foto in bianco e nero nell'album di famiglia per rivivere momenti (rari) con mio padre.
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Vecchio 16-05-2008, 09.20.08   #11
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"...da volere il meglio per lui , solo il meglio , se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza ..." questo passaggio , per favore , me lo rispieghi?
Te lo rispiegherà certamete Uno, dato che è suo, però hai riportato il passaggio non completamente e la frase che hai lasciato fuori, a mio avviso, spiega molto.

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amano talmente l'altro da volere il meglio per lui, solo il meglio, se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza, l'unico controllo che vogliono è su loro stessi.
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Vecchio 16-05-2008, 10.27.38   #12
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Grazie Ray, ho erroneamente omesso di riportare il passaggio pur avendolo preso il considerazione , perchè ciò che mi sfugge è quel "NON POSSONO DARGLIELO" ...forse perchè non ne sono in grado ? e quindi nel frattempo lavorano sul controllo su loro stessi?
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Vecchio 16-05-2008, 10.47.19   #13
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Provo a dire per come l'ho capita io riportando la frase completa.

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L'altra differenza che raramente si osserva è che l'autorevole, il burbero (sono due cose diverse, ma che spesso si incontrano e con un aspetto comune) amano talmente l'altro da volere il meglio per lui, solo il meglio, se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza, l'unico controllo che vogliono è su loro stessi.

Anche se posso e sono in grado di dare il meglio per l'altro, il rispetto e il bene per l'altro mi impedisce di violare la sua libertà sacrosanta di sbagliare prendendo dall'esperienza dell'errore la sua verità e realizzazione. Se mi rendo conto che l'altro non è pronto perchè non vuole o perchè deve arrivare al suo bene migliore attraverso altri percorsi io che non sono autoritario, e quindi non impongo ciò che ritengo meglio, ma autorevole lo lascio libero... ma certamente lo seguo.

p.s. l'io era impersonale...
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 16-05-2008, 10.56.54   #14
griselda
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Sinceramente non ho capito nemmeno io, ma non è la frase che non capisco, è come si manifesta effettivamente il comportamento di questo padre che essendo autorevole e che esercita il controllo solo su se stesso, e che per non usare violenza, la stessa che usa per ottenere da se stesso? Per non fare del male al figilio, vuol dire che farebbe lo stesso,(che fa a se stesso) userebbe la stessa violenza, ma essendone consapevole, preferisce non farlo, perchè non è compito suo, anzi sarebbe esercitare un controllo sull'altro e lui sapendo questo lo evita. Gli suggerisce solo quello che deve fare ma non esercita l'oppressione di controllo ma si cura di sapere se è stato eseguito eseguito e nel caso mette un castigo. Perchè sa che quando lui stesso sbaglia si "massacra" sino a che non ha imparato e si è riportato da se in carreggiata. Mentre l'autoritario è un passo indietro può anche vedersi ma avendo paura che il figlio diventi come lui, lo controlla al fine che non faccia le stesse cose e spesso è proprio la sua violenza e la sua denigrazione la poca o nulla considerazione che compiono un disastro. Quest'ultimo non consiglia ma impone, non spiega ma urla ordina. Senti il suo fiato sul collo.
Secondo me quando un uomo è autorevole a volte gli scappa anche di essere autoritario, ma non vale il contrario.
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Ultima modifica di griselda : 16-05-2008 alle ore 11.02.38. Motivo: non avevo ancora letto Sole
griselda non è connesso  
Vecchio 16-05-2008, 11.25.52   #15
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perchè ciò che mi sfugge è quel "NON POSSONO DARGLIELO" ...forse perchè non ne sono in grado ? e quindi nel frattempo lavorano sul controllo su loro stessi?
Se parliamo di autorevole il problema è nella ricezione altrui, in ogni caso non ne sono in grado... si ci sta pure questo, altrimenti sarebbero onnipotenti.
Controllo nel non volersi sentire (non essendolo) onnipotenti.
Io so che questo discorso a prima vista può sembrare assolutista o integralista, suona come "se non fai quello che dico, arrangiati"... suona all'orecchio del "pigro", in realtà le cose non stanno così.
In ogni campo bisognerebbe avere la freddezza di distinguere la missione dall'umanità, di non mescolarle mai e non tralasciarne nessuna della due. Ti faccio un esempio: se io sono un chirurgo, debbo essere freddo per operare, la mia missione in questo caso è eseguire l'intervento nel miglior modo possibile, operare se serve o non operare se non serve sicuramente, se serve solo a creare disagi alla persona, tentare se c'è un dubbio.
Questo tendere alla missione però non è inconciliabile con l'avere un rapporto umano con il paziente, con il pensare che se è certo che ha 2 mesi di vita (certo, clinicamente, secondo dati oggettivi, discutibili su altri parametri ma non come chirurgo) è meglio che glieli lascio vivere tranquillamente con la sua famiglia piuttosto che torturarlo in sala operatoria.
Non sono sicuro che il parallelo sia chiaro, riportiamo a padre e figlio, se sto padre è autorevole, cioè sa qual'è il meglio per il figlio ma questo non lo accetta per diversi motivi, questo padre deve lasciare libero il figlio di fare le proprie esperienze anche se ne soffrirà perchè dal suo punto di vista basterebbe poco per evitare sbagli enormi. Questo non significa che deve tenerlo in casa a drogarsi (faccio un esempio estremo) o che praticamente non deve cercare di limitare i danni finchè questo figlio è nei dintorni, sarebbe come se il chirurgo non operando il malato terminale non lo medica, non lo cura farmacologicamente etc....
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Vecchio 16-05-2008, 11.29.44   #16
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Secondo me quando un uomo è autorevole a volte gli scappa anche di essere autoritario, ma non vale il contrario.
Un uomo autorevole (in qualsiasi campo) può aver bisogno di esercitare l'autorità non sarà mai autoritario (altrimenti non sarebbe autorevole), non è filosofeggiare sulle parole, c'è una differenza di concetto.
La vedi la differenza Grii?
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Vecchio 16-05-2008, 12.16.19   #17
griselda
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Un uomo autorevole (in qualsiasi campo) può aver bisogno di esercitare l'autorità non sarà mai autoritario (altrimenti non sarebbe autorevole), non è filosofeggiare sulle parole, c'è una differenza di concetto.
La vedi la differenza Grii?
Faccio un esempio per vedere perchè mica sono sicura di aver ben compreso.
Un padre autorevole dice al figlio e mostra con l'esempio le regole che vigono nella casa, ma lascia libero il figlio di sbagliare in modo che ne impari le conseguenze. E' così?
Se mette un castigo è autorevole o autoritario?
Mica è facile per me capirlo l'unica persona veramente autorevole che ho mai incontrato sei tu Uno.
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Vecchio 16-05-2008, 12.33.45   #18
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a me sarebbe semplicemente bastato che mio padre fosse se stesso "pienamente" e non che si "forzasse" per sembrare di essere qualcosa che non gli appartiene.
se una persona è sensibile e emotiva più tenta di reprimersi più in un certo qual modo rimane "inespresso"e più reprime senza trovare modo di "sfogare" più arriva in situazioni ove esplode oppure fugge.
ecco questa cosa a mio avviso farebbe bene a osservarla in se.
non controlla la sua ansia (crescente in certe situazioni) perchè non è pienamente se stesso e non accetta determinate cose di se.
Almeno questo osservo io
penso che con l'osservazione di esse, il non dar peso ai sensi di colpa e una capacità di auto osservazione in quelle situazioni avrebbe notevole beneficio.

queste dinamiche ci sono anche in me, a volte riesco a vederle altre no.
è una cosa che mi porto dietro via DNA probabilmente

Ultima modifica di turaz : 16-05-2008 alle ore 12.42.28.
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Vecchio 16-05-2008, 13.32.32   #19
cassandra
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a me sarebbe semplicemente bastato che mio padre fosse se stesso "pienamente" e non che si "forzasse" per sembrare di essere qualcosa che non gli appartiene.
se una persona è sensibile e emotiva più tenta di reprimersi più in un certo qual modo rimane "inespresso"e più reprime senza trovare modo di "sfogare" più arriva in situazioni ove esplode oppure fugge.
ecco questa cosa a mio avviso farebbe bene a osservarla in se.
non controlla la sua ansia (crescente in certe situazioni) perchè non è pienamente se stesso e non accetta determinate cose di se.
Almeno questo osservo io
penso che con l'osservazione di esse, il non dar peso ai sensi di colpa e una capacità di auto osservazione in quelle situazioni avrebbe notevole beneficio.

queste dinamiche ci sono anche in me, a volte riesco a vederle altre no.
è una cosa che mi porto dietro via DNA probabilmente
Con la differenza che tu le vedi Turi e ci puoi lavorare,per quanto radicate..in questa discussione non mi è molto chiaro qual è il fine per cui stai trattando l'argomento,nel senso che ho varie idee in merito..una potrebbe essere accettare papà per accettare se stesso,o trovare insieme un modo per "aiutare" papà a lasciarsi più andare e di conseguenza migliorare il rapporto tra voi e non solo,ancora capire i motivi per cui una persona tende ad identificarsi con l'autorità respingendola,o cos'altro?
Penso che sia difficile cambiare qualcosa di se,se non vuoi,in fondo anche l'autorità è un modo per proteggersi,per tenersi a distanza di sicurezza,probabilmente come ben dici,anche tuo padre ha avuto a sua volta un papà così..mio nonno lo era ad esempio,mio padre per nulla..ma porta addosso i segni della sua ribellione,ha forzato se stesso per non essere schiacciato da un padre padrone,ma qualcosa di irrisolto è rimasto..lo sento e lo vedo,un pò come te..a volte penso che vorrei parlargli,aprirmi e chiedere a lui di fare lo stesso,ma ho paura di non essere in grdo di entrare senza invadere e fargli più male che bene,quindi mi limito a cercare di capirlo per come è e di lavorare su me stessa in modo da evitare per quanto posso,di riprodurre dinamiche conflittuali,perchè lui ad esempio mi ha sempre lasciato massima libertà fin da adolescente ed anche l'anarchia fa male,crea vuoti da colmare,..
Poi qui ho capito che ognuno fa quel che può,padri compresi..noi forse possiamo solo amarli e lavorare su noi stessi perchè ho l'impressione che se cambiamo,comunque cambiano anche le dinamiche..un pò di riflesso cambiano anche le persone con cui ci rapportiamo..poi non so,magari non ho detto nulla di nuovo..ma forse un giorno se Dio vorrà,saremo all'altezza di poter parlare apertamente con loro,per ora mi basta sapere che nonostante tutto lo amo,come lo ami tu Turaz..
comunque bentornato a casa..
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Vecchio 16-05-2008, 14.24.38   #20
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ne ho parlato per come ho osservato io cercando di aprirmi e vedere se a occhi altrui la situazione appare differente o vi sono punti da me non visti o non affrontati.
l'ho scritto fondamentalmente perchè è lo shock originario che mi causa attriti con Uno o Ray quando incarnano una certa personalità.
Se mi infastidisce è perchè c'è qualcosa ancora di non risolto e superato.
come dici tu l'importante è lavorare su se stessi osservando queste dinamiche e vedendo se si riesce a discernere ciò che è utile e ciò che non lo è.
alla fin fine come dici ciò che faccio con mio padre è comprenderlo e amarlo e amarlo per ciò che è non per ciò che desidererei fosse.
sapendo trarre da lui il meglio possibile e comprendendo sempre maggiormente me stesso (Dato che cmq questi "blocchi" sono a mio avviso in parte ereditati e quando vi si è dentro è dura vederli per bene)
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Vecchio 16-05-2008, 14.40.37   #21
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Ecco hai già tirato fuori una cosa, c'è differenza tra doversi costringere ad essere autoritario per non perdere il rispetto, per paura di perderlo, per paura di rovinare qualcuno non dandogli la giusta educazione o che altro....... ed essere autorevoli (in qualsiasi campo) perchè si cerca, si da e si pretende la precisione.
Entrambe le parole derivano da autore, cioè colui che inventa, che scrive... ma in senso più largo ed originale agisce. "chi è autore del suo male......"
La differenza tra i due (autoritario ed autorevole) è la stessa che corre tra imbellettato e bello.
La differenza tra pretendere che le cose vadano così perchè abbiamo paura (imbellettato) o che devono andare così perchè fa parte del nostro modo di essere (bello) e quindi, uno cerca di imporle agli altri ma non le impone a se stesso mentre l'altro le impone da sempre a se stesso per cui per lui è così che devono essere non esiste altro modo anche perchè ha sperimentato che lo sono e le vive quotidianamente, ma siccome questa esperienza non si può imprimere a forza o la si comprende perchè è in noi oppure si ha bisgno di sperimentare e la persona autorevole lascia che sperimenti senza che l'incoscienza faccia cadere nel baratro, un modo di mostrare nel piccolo cosa può accadere nella vita?
MI sembra anche un modo si insegnare a prendersi le proprie responsabilità.


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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Al contrario però anche uno autoritario per carattere, che si costringe ad essere comprensivo, amorevole etc... non è una buona cosa, i padri vecchi e nuovi sono avvisati .
Questo perchè ? Perchè senz'altro sua moglie è il suo contrario? e non ci sarebbe più equilibrio?
O perchè andrebbe contro la sua natura e poi esploderebbe è un reprimere ciò che si è?

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
L'altra differenza che raramente si osserva è che l'autorevole, il burbero (sono due cose diverse, ma che spesso si incontrano e con un aspetto comune) amano talmente l'altro da volere il meglio per lui, solo il meglio, se non possono darglielo preferiscono concentrarsi su altro altrimenti sarebbe una violenza, l'unico controllo che vogliono è su loro stessi.
Questo per il discorso sopra che se non entra con le parole vuol dire che non si ha dentro quell'esperienza e quindi la si deve fare? E che non è controllando l'altro che gli si sarà di aiuto ma facendogli sperimentare in modo blando in modo che abbia l'esperienza ma senza farsi malissimo, una esperienza da piccoli che insegna è meglio che una dura da grandi è questo?

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Gli autoritari vogliono solo il bene del proprio potere, per il controllo sull'altro, un autoritario non vuole perderti, così perderebbe la possibilità di provare a mantenere il controllo. In quel caso estremo è disposto anche a inzuccherarti, purchè tu rimanga.
Il fine dell'autoritario è quello di salvaguardare se stesso, non vuole soffrire lui e controlla tutto affinchè non succeda e per questo è disposto a tutto, ma così facendo impedisce all'altro di crescere facendo le esperienze che gli mancano.

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Mi rendo conto che dinamiche che ci portiamo dietro fino dai primi anni della nostra vita non sono facili da vedere sul campo di battaglia, in teoria si, "è così... vedo questo... etc" poi quando "c'è da muovere il sederino" si perde il filo della ragione.
Uff si è proprio così. Ma si può fare si può imparare!

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Bisogna ammettere che se una cosa ce la portiamo dietro da 20 o più anni... magari da un periodo più lungo di quando non l'avevamo, noi siamo quella cosa, è talmente radicata in noi che è indistinguibile come cosa separata, non è una mano di vernice, è profonda, per questo non è neanche facile osservarla. Un amico può provare a scartavetrare, ad incidere, a bucare (hai presente i tasselli che si fanno alle angurie?) per vedere e far vedere quanto profonda è la cosa... ma fa male, non può far bene, non è possibile farlo con una carezza.
Cavolo quando ho scoperto di essere ansiosa mi sono resa conto di molte cose, eppure lo sono sempre stata ma non lo vedevo, così chissà quante altre cose. Io sono la mia stessa ansia eppure non ne ero consapevole. Neppure davanti a racconti di altre persone mi ci rivedevo, pensavo si ogni tanto capita anche a me, si si me la raccontavo.
E' così per tutto?

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Da soli invece che si può fare?
Iniziare a distinguere i due tipi non è male come inizio, ricordandosi che si è quella cosa.
Nel caso dell'autorevole e l'autoritario vale il rendersi conto per chi ci si sta muovendo se per il nostro sederino oppure per il bene dell'altro, il controllo va posto su di noi, devo sempre fare attenzione se mi sto parando il culo dalla possibile sofferenza che proverò nel vedere mio figlio sbagliare, ma sapendo e ricordando che se fa quello sbaglio è perchè gli serve, e prima ne fa esperienza e prima potrà impare da esso?
Mammamia che fatica mettere insieme tutte ste cose nella speranza poi di ricordarmele che per me è la cosa più ostica,
Capo ho capito qualcosa oppure no?
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.... riportiamo a padre e figlio, se sto padre è autorevole, cioè sa qual'è il meglio per il figlio ma questo non lo accetta per diversi motivi, questo padre deve lasciare libero il figlio di fare le proprie esperienze anche se ne soffrirà perchè dal suo punto di vista basterebbe poco per evitare sbagli enormi.....
Grazie Uno , ora mi è chiaro e non solo quanto hai detto all'inizio del 3D , ho compreso e mi riscaldano il cuore le parole che mi hai regalato molto tempo fa e che vorrei condividere:
"Non è disinteresse lasciarli liberi (i figli ), è amore ....questo non significa non essere presenti quando e come serve , ma ricorda che solo quando una cosa ti è chiesta se la dai la doni veramente e aggiungo che è donare anche non cercare di dare una cosa non richiesta , in questo caso doni te stessa e la "tua" sofferenza , virgolettato perchè è sofferenza che si trasforma istantaneamente in amore se non la sprechi, se non ti attacchi come una cozza allo scoglio."
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