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Vecchio 30-06-2011, 22.42.51   #1
diamantea
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Predefinito Blocchi che si sbloccano

Oggi a yoga non ero in forma. Una serie di cose che si accumulano, stanchezza del lavoro ma anche e soprattutto quel che sta salendo attraverso i sogni, i temi affrontati in giro per la città.
Stasera a yoga abbiamo praticato molto sul respiro e sulla gola, asana già praticate altre volte ma stasera me ne sono andata in blocco. Un nodo alla gola, poi la tosse, poi poco equilibrio, dolori vari, poca resistenza fisica, sbadigli a non finire. Finita la pratica ero a pezzi, quel nodo alla gola che non andava via, un pò di raucedine.
Ne ho parlato con l'insegnante, insomma per farla breve ho collelgato tre episodi concomitanti in un breve periodo di tempo poi la crisi di pianto e lo sblocco energetico, tutto si è rimesso al suo posto in pochi minuti.

Una storia già raccontata ma forse mai abbastanza finchè tutti i nodi si sciolgono.
Dunque avevo 15 anni e non ho potuto parlarne con nessuno, volevo dirlo a mia sorella o a mia madre ma la paura del giudizio e delle conseguenze era troppo grande. Mia madre aveva un atteggiamento troppo distruttivo nei miei confronti, non mi avrebbe fatto vivere più, mio padre men che meno.
In quel periodo manifestai il desiderio del conservatorio per il canto, l'audizione era fuori provincia ma accessibile con i mezzi in tempo ragionevole. Mia madre con la sua gelosia si opponeva. Mia sorella mezzana invece mi incoraggiava, lei studiava già pianoforte, aveva lottato tanto per la sua passione. Io invece non avevo abbastanza forza o fegato o passione chissà per andare contro la corrente, in qualche modo mi sentivo in difetto, nascondevo qualcosa di grave che mi era accaduta, non potevo parlare, non meritavo forse il premio, chissà che succede nella mente di un'adolescente insicura, ancora oggi non saprei dirlo. Successe che mia sorella cercò di convincermi a presentarmi all'audizione di nascosto a mia madre, ma io non avevo il coraggio di farlo, non avevo forza di mentire e di andarle contro, se mi avessero presa avrei dovuto lottare per proseguire ed io non mi sentivo in grado di contrastare i miei genitori così possessivi e gelosi. Insomma il giorno prima litigai furiosamente con mia madre, gridai e persi la voce avendo così la scusa per non presentarmi all'audizione. Mia sorella mi disse che lo feci apposta e tutta una ramanzina attorno che mi senti una vile nei confronti di me stessa. Continuavo a cantare nel coro ma alcuni mesi dopo in prossimità di un'altra audizione, ebbi tre giorni di coliche renali, mandai un calcolo di 3 ml, tutto appuntito. Per molti mesi non potei usare il diaframma fregandomi la seconda opportunità di fare l'audizione. Nel frattempo conobbi mio marito il quale geloso e senza passione per nulla cercò di dissuadermi dall'idea del canto. Iniziò una raucedine che mi durò vent'anni. Rinunciai con questa nuova scusa per sempre al canto, alle mie velleità di realizzazione personale. Non andai più nemmeno al coro, con la scusa che non mi fece fare la solista, rinfacciandomi il fatto che avevo raccontato ad uno dei responsabili che mi aveva messo le mani addosso mentre mi accompagnava a casa. Mi presi di dispetto forse o di sfiducia non saprei dire ora, e tagliai i ponti con tutto ciò che riguardava passione canto, ma anche con la vita sociale chiudendomi in casa.
Raucedine, gola serrata, frustrazione e rabbia, molta rabbia tenuta allora dentro lo stomaco. Ogni tanto usciva e poi la voce me la scordavo anche per mesi interi.
Non avevo nulla alle corde vocali, solo raucedine stranamente incurabile.
Ai tempi del rapace rispolverai l'idea mai abbandonata del tutto, presi lezione da sua sorella che era una cantante di teatro, grande voce, grande passione, ma pessima didattica. Si spazientiva perchè non mi usciva bene la voce, non facevo i progressi che sperava, finì che mi insultava e rimproverava ed io reprimevo ancora di più.
Dopo altri anni trovai la mia attuale maestra giapponese, grandissima voce e grandissima didattica, molta pazienza e fiducia nella capacità di chiunque vuol provare senza arrendersi mai. Mi invitò nel coro malgrado ancora non avevo il coraggio nemmeno di cantare in sordina. Mi disse che avevo soprattutto un vizio di postura, poca fiducia in me, ma una bella voce e molta energia. Ce la potevo fare sicuramente.
C'è voluta molta buona volontà, sacrificio, ego distrutto, frustrazione coi tir per superare il blocco e rieducare tutto l'apparato vocale e respiratorio. Non sarò una vera cantante ma non soffro più di raucedine e mi realizzo lo stesso in ciò che mi piace tanto.

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Non lavoro con il passato per aggiustare il passato, lavoro per rendere migliore il futuro iniziando, per quanto in embrione, dal presente.
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Vecchio 08-02-2012, 00.43.41   #2
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Pomeriggio a yoga stavo iniziando la pratica, stavo lavorando sul lato destro quando in un movimento di chiusura della gola ho sentito un forte dolore alla laringe, lato sinistro, come un colpo di lama, subito la sensazione di soffocamento, come emergere dall'acqua, tosse e bisogno di respirare a fondo, nemmeno stessi affogando. Poi la crisi di pianto, ho sentito salire una grande tristezza pensando alla mia storia d'amore, mi manca molto il mio compagno e mio maestro.
Poi finita la tosse ho sentito partire dalla testa e dalla gola un'ondata di calore così forte che si è riversato in tutto il corpo, in ogni più piccola cellula, in un attimo, come si fossero aperti tutti i rubinetti, ho sudato persino nelle mani e nei piedi. Un calore benefico, rivitalizzante e ristoratore che è durato qualche minuto. L'insegnate ci ha fatto lavorare molto sulla respirazione.
Ho concluso bene la mia pratica, più centrata e quieta, ed ho ritrovato la voce cristallina che invece prima era un pò rauca.
Mi sento un pò meno triste, più serena.

Mi è passato il pensiero che ci sono volte in cui per avere ciò che si vuole occorre rinunciare ad averlo.
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Vecchio 08-02-2012, 17.55.38   #3
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Blocchi che si spostano più che si sbloccano. Alterno lunghi stati d'ansia a brevi momenti di tranquillità, una ridotta capacità di sostenere le altrui energie, poi sento il bisogno impellente di tornare a casa mia, dove sto seduta con la stufa davanti, in silenzio, fino a che non mi sento calmare il tumulto che ho nel petto. Passo molto tempo così, ferma, paralizzata.
Oggi ancora nausea e voglia di vomitare, mal di testa forte, ho sostenuto un incontro di lavoro che mi ha tolto un sacco di energia.
Mi trovo in una condizione di stress fisico ed emotivo, non so cosa sta accadendo ora, cosa accadrà dopo, ma tengo duro e lascio fare..
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Vecchio 10-02-2012, 13.55.32   #4
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La mente vorrebbe scappare verso il passato con le sensazioni in basso, a cercare ricordi e sensazioni sensoriali, trovando chiuso questo risale verso la testa, verso il futuro con paure, congetture, previsioni, aspettative ecc... trovando chiuso anche questo devo rimanere nel qui e ora, cioè con le azioni quotidiane e impegni a breve scadenza.
Questo su e giù mi sta procurando un cerchio sopra la testa ma non c'è altro luogo dove andare.
Solo contatto con le sensazioni, pensieri ed esigenze momentanee. Il resto tutto fuori in attesa di entrare, o forse tutto dentro in attesa di uscire, non so, il magone è sempre in agguato come un avvoltoio.
Contenere e gestire questa energia mi rendo conto è molto difficile da sola senza una Guida a cui vorrei tanto affidare me stessa mentre io faccio altro, tipo fare un tagliando all'auto mentre faccio la spesa, ci sono anche condizionamenti mentali che interferiscono continuamente con il pensiero pure di non andare ot e non sapere dove e come e cosa dire o tacere proprio, ma se non condivido qualcosa rischio di schizzare.
Lo sforzo è quello di costruire me stessa, utilizzando le risorse che trovo a disposizione. Per ora devo imparare a bastare a me stessa senza dipendere e farmi ricattare emotivamente da tutto ciò esternamente a me.
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Ultima modifica di diamantea : 10-02-2012 alle ore 13.58.06.
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