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Vecchio 23-01-2008, 17.35.30   #1
RedWitch
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Predefinito Perdere tempo

Prendo spunto dal thread di Kael della sezione sulle dipendenze per proporvi di vedere insieme questo modo di dire.

Perchè si dice perdere tempo?
Una cosa si perde solo se la si ha, il tempo non si possiede, possiamo solo disporne e fare in modo di usarlo per quello che ci serve oppure appunto.. perderlo, in effetti la sensazione che ho quando ne sto perdendo è quella che il tempo mi scivoli tra le dita, mentre se lo uso in maniera costruttiva per fare qualcosa che devo o voglio non ho questa sensazione eppure scorre lo stesso...

La mia sensazione è che se siamo noi a perderci, non possiamo disporre del tempo, ed è come essere spettatori di qualcosa che non controlliamo minimamente, mentre se lo utilizziamo siamo attori e non lo subiamo passivamente...

Il "trucco" credo che stia nel non farsi assorbire dalle cose che magari inizialmente vogliamo fare, per esempio mettersi al pc perchè si vuole leggere o scrivere qualcosa e poi lasciarsi assorbire dal fascino del pc, non fare quello che ci si era preposti e non riuscire a staccarsene persi chissà dove....

Facile a dirsi..

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Vecchio 23-01-2008, 18.35.58   #2
Astral
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Però non capisco una cosa.

In teoria se sono attratto dal Pc o da qualsiasi altra cosa, e faccio ciò che mi ero prefisso di fare, non sto perdendo tempo lo sto impiegando o no?
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Vecchio 23-01-2008, 19.11.50   #3
jezebelius
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Ecco, secondo me Astral ha detto una cosa interessante.
Impiegare il tempo, appunto, credo che significhi saperlo o poterlo gestire, volendolo( come pure Red diceva ).
Un minuto può " passare " e quindi sarano passati 60 secondi o gli stessi, se il tempo è utilizzato diverranno " pieni " ( non so come dire ). Quello che può dirsi è che la sensazione, quando il tempo passa, scorre, è appunto quella che Red ha descritto: come se scivolasse!
Anche qua, allora come in gran parte delle discussioni è venuto fuori, forse maggiore attenzione del solito che di norma, appunto, non siamo abituati ad infondere nel " tempo ".
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 23-01-2008, 19.17.34   #4
turaz
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esiste un tempo "kronos" e un tempo che i greci definivano "aion"
la pienezza di cui parli mostra l'aion.
tempo che si espande all'infinito non orizzontale.

ciauzz
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Vecchio 23-01-2008, 20.51.17   #5
Astral
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Se l'aion è il tempo pieno, è paradossale che letto al contrario significhi noia .

Ma esiste davvero o te lo sei inventato?


Esattamente Jes, però riflettevo anche sul fatto che quando sono immerso troppo in quello che mi piace, spesso dimentico tutto il resto, e alla fine mi chiedo se in qualche modo non stia dormendo comunque, o se preferite sognando proprio.
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Vecchio 23-01-2008, 23.23.18   #6
Ray
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Si dice "perdere tempo" ma dice anche "guadagnare tempo". Quindi il paragone è con l'economia... come se il tempo che abbiamo (a disposizione), tanto o poco, sia moneta spendibile. Posso buttarla via, posso "conservarla", posso investirla bene e guadagnare. Ma guadagnare cosa? Sempre di tempo si tratta secondo i modi di dire, quindi dovrebbe essere qualcosa poi comunque riconvertibile in tempo (la moneta spendibile).
In molte tradizioni il tempo viene visto come il grande nemico, il distruttore. Avere un cronometro che gira all'indietro verso lo zero... il tempo a disposizione... si dice combattere contro il tempo.
Mi vengono in mente quei videogiochi tipo di corse in auto in cui devi compiere il circuito entro un certo tempo... se ce la fai ne vinci altro (e fai un altro giro, magari con una macchina migliore).
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Vecchio 23-01-2008, 23.46.15   #7
jezebelius
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Per quel che riguarda la noia posso richiamare questa discussione che ne parla.

In sostanza credo che si possa parlare anche di interesse nel fare una cosa o immergersi in essa.
Se mi metto davanti al Pc poichè ho interesse a seguire un particolare argomento o anche partecipare ad una discussione, il tempo che " passa ", credo, non lo fa invano, vale a dire è anche naturale che passi, mica si ferma, ma lo si impiega costruttivamente. Questo discorso poi, a largo spettro, lo si potrebbe fare anche per la " macchina " uomo e il tempo che ha a disposizione magari.
Noto poi che a volte, in effetti, se mi concentro in qualcosa il tempo, addirittura non ha "peso", cosa che, mi pare, si senta quando si è annoiati; quando, insomma, c'è quella sorta di inattività a causa di varie dinamiche.
Torno per un attimo a ciò che ci fa notare Astral e messo in altro modo da Ray, dicendo che la noia altro non sarebbe che " occupare pienamente" il tempo in maniera costruttiva, diversa in pratica però dal significato che solitamente attribuiamo alla noia: vi sentite di condividere sta cosa?
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Vecchio 24-01-2008, 11.53.38   #8
Kael
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In teoria se sono attratto dal Pc o da qualsiasi altra cosa, e faccio ciò che mi ero prefisso di fare, non sto perdendo tempo lo sto impiegando o no?
Il discorso è sempre quello... Sei tu che usi il pc... o è il pc ad usare te? Lo so che messa così può dire poco sta frase, ma proprio quando dici "sono attratto dal pc" non ti senti risucchiato da esso, come se fosse lui ad usarti?

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Esattamente Jes, però riflettevo anche sul fatto che quando sono immerso troppo in quello che mi piace, spesso dimentico tutto il resto, e alla fine mi chiedo se in qualche modo non stia dormendo comunque, o se preferite sognando proprio.
Quello che dicevo sopra... Ci dimentichiamo di tutto il resto perchè in realtà ci siamo dimenticati di noi stessi, non riusciamo a resistere all'attrazione che sentiamo e va a finire che essa ci risucchia completamente, dis-solvendoci..

Come diceva RedW il trucco sta nel non farsi assorbire, cosa che, come per tutte le dipendenze, avviene maggiormente quando ne siamo a stretto contatto. Perchè l'alcoolizzato ad esempio non riesce a controllarsi e bere un solo bicchiere al giorno? Perchè appena inizia poi non riesce più a farne a meno... Per questo molti preferiscono smettere di colpo.
Anche per la dipendenza da pc avviene lo stesso, se avete osservato avrete sicuramente notato che è relativamente facile mettersi al pc "quando lo si vuole davvero"... il difficile poi è staccarsi, perchè c'è come una forza magnetica che tiene "prigionieri" e non lascia andare.
Quindi il problema non è quando inizio, ma quando finisco... Parto con tutti i più buoni propositi ma poi interviene una forza a cui non resisto, e mi perdo... L'ideale quindi sarebbe potervisi immergere pur restando presenti, con i piedi bene a terra a fare da "àncora", e allora saremo noi a dominare le cose e non viceversa.

Il povero tempo comunque in tutto questo non c'entra nulla, si limita a fare il suo dovere... scorrere. Come diceva Ray, da quando nasciamo ne abbiamo un tot in "dotazione" (quindi non lo possediamo, ma è come se lo avessimo in comodato d'uso) fino all'ultimo secondo di vita. Poi puff... ciò che è stato è stato, non si può più tornare indietro. Chi avrà "giocato" bene forse avrà diritto ad un secondo giro, mentre gli altri saranno semplicemente eliminati.
Messa così sembra una visione abbastanza dura, ma chi lo dice che la vita non lo sia? Proviamo a chiederlo ad una gazzella africana che ogni giorno lotta per la sua sopravvivenza... Per chi sta in poltrona a sognare la vita sembra tutta rosa e fiori, chi invece cerca di fare, di "usarlo" questo tempo, si accorge di quanto essa sia dura e faticosa.
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Vecchio 24-01-2008, 13.06.08   #9
RedWitch
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Però non capisco una cosa.

In teoria se sono attratto dal Pc o da qualsiasi altra cosa, e faccio ciò che mi ero prefisso di fare, non sto perdendo tempo lo sto impiegando o no?
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Il discorso è sempre quello... Sei tu che usi il pc... o è il pc ad usare te? Lo so che messa così può dire poco sta frase, ma proprio quando dici "sono attratto dal pc" non ti senti risucchiato da esso, come se fosse lui ad usarti?
Non so se ho ben capito cosa intendi Astral, ma ci provo prendendo spunto da una cosa che hai scritto tu.. hai detto (in un altro thread) che quando giochi al pc a volte lo fai per 4 ore ma che ti piace, ti metti al pc con l'intenzione di giocare (l'ultima parte l'ho dedotta, mi confermi che è così?)
In questo caso si puo' dire che hai perso tempo stando 4 ore a giocare o lo hai impiegato?
Se hai tanto tempo, e non hai altro da fare, probabilmente non ti poni nemmeno il problema di quanto giocherai.. lo fai e basta finchè ne hai voglia, poi smetti e fai dell'altro.
Quindi per vedere se sei tu a volere giocare o se è il gioco che "ti vuole", che ti risucchia (quel che diceva Kael), il tentativo che puoi fare (se vuoi) è decidere di giocare per un certo tempo (non 4 ore se no non vale ) e vedere se riesci a mantenere il proposito.. o se passato quel tempo non riesci a staccarti.

Poi se le 4 ore sono impiegate o meno, credo che sia al momento piuttosto soggettivo dipende anche da cosa ci interessa veramente o se riempiamo il tempo perchè non sappiamo come usarlo..

Quello che ho visto su di me in proposito è che a volte mi metto a leggere un libro (facendo uno sforzo di volontà perchè magari "cazzeggerei" in altro), poi il libro mi "prende" e non mi stacco, continuo a leggere leggere come se lo dovessi divorare.. magari presto attenzione a quello che leggo i primi 20 minuti (sono ottimista oggi ), ma leggo 1 ora.. i primi 20 minuti sono impiegati, il resto da mio punto di vista è tempo perso, perchè poi non mi ricordo quello che ho letto, o comunque perdo cose, che leggendo in un altro momento con attenzione potrei cogliere..


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Il povero tempo comunque in tutto questo non c'entra nulla, si limita a fare il suo dovere... scorrere. Come diceva Ray, da quando nasciamo ne abbiamo un tot in "dotazione" (quindi non lo possediamo, ma è come se lo avessimo in comodato d'uso) fino all'ultimo secondo di vita.
Concordo, il tempo non c'entra nulla, dipende da cosa decidiamo o non decidiamo di farne.. e questo lo vedo ben collegabile con il thread sul valore delle cose... sembra che il tempo che abbiamo a disposizione sia moltissimo, e che ci sia in qualche modo "dovuto", senza avere rispetto per ciò che ci è stato donato...

ps: sarebbe anche interessante vedere cosa significa effettivamente im-piegare il tempo...

Ultima modifica di RedWitch : 24-01-2008 alle ore 13.14.52. Motivo: aggiunta ps
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Vecchio 24-01-2008, 17.24.38   #10
turaz
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Se l'aion è il tempo pieno, è paradossale che letto al contrario significhi noia .

Ma esiste davvero o te lo sei inventato?


Esattamente Jes, però riflettevo anche sul fatto che quando sono immerso troppo in quello che mi piace, spesso dimentico tutto il resto, e alla fine mi chiedo se in qualche modo non stia dormendo comunque, o se preferite sognando proprio.

infatti la noia è il tempo "vuoto" )))
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Vecchio 24-01-2008, 19.19.35   #11
Astral
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Dunque Red, per quanto mi riguarda gioco molto al computer, perchè faccio i giochi di ruolo al PC e richiedono molto tempo, spesso non ti accorgi proprio che sono volate le ore, sembra che stai a giocare da 10 minuti invece è passata un ora.

Diciamo che fa parte del mio passatempo a casa, quando ho poco lavoro, lo trovo più costruttivo che magari sorbirmi passivamente la televisione e alcune trasmissioni.

Diciamo che quando non gioco un po' mi manca, però ovviamente se devo studiare, lavorare o uscire con gli amici, il PC va in seconda, terza categoria.

A volte come dice Kael, il pc un po' mi usa.

Però stavo pensando se in qualche modo quando siamo attratti molto da qualcosa, potrà essere anche positivo oltre che deleterio.

Vi faccio un esempio:

Quando ho iniziato a lavorare tempo fa, ero talmente entusiasto e ci andavo volentieri che mi prendeva delle ore, e riuscivo a fare le cose con molta energia e spesso mi fermavo più del dovuto.

Anche come dice Red, la lettura di un libro che ci affascina particolarmente, può aiutarci a completarlo prima, e quindi in un certo senso, ad iniziarne un 'altro dopo. Abbiamo guadagnato tempo.

Il problema però si pone nell'ecletticità delle attività:

Se io guadagno tempo con una sola attività, ma ne trascuro le altre, allora c'è una deviazione dell'attenzione soltanto su una cosa, che se fosse lo scopo della nostra vita tutto sommato non è male, ma in genere non è cosi.

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Vecchio 24-01-2008, 19.30.39   #12
Kael
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Citazione:
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Però stavo pensando se in qualche modo quando siamo attratti molto da qualcosa, potrà essere anche positivo oltre che deleterio.
Certamente, ma allora in quel caso non sussiste quello che dici dopo:
Citazione:
spesso non ti accorgi proprio che sono volate le ore, sembra che stai a giocare da 10 minuti invece è passata un ora.
Infatti... gli altri 50 minuti dove sono andati? Non li hai persi?

Se riesci a immergerti in qualsiasi cosa pur senza dimenticarti di te stesso, allora è bene e sfrutti il tempo che hai a tua disposizione per fare e conoscere... Ciò che fai resta.
Ma quale esempio più lampante del "è passata un'ora... mi sembravano 10 minuti.."? Non è tempo perso questo, se se n'è andato senza che te ne accorga?

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Vecchio 24-01-2008, 23.29.03   #13
Astral
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Forse è tempo perso, o forse è più corretto dire che ho perso i 50 minuti di orologio che potevo dedicare per altre attività.

Magari poi non consideriamo altri fattori del tipo che se un attività ti prende e ti rilassa, e dopo si riesce a fare con voglia altre cose, allora è tempo guadagnato, se invece ci impigrisce e intorpidisce peggiora le cose.

la percezione che duri solamente 10 minuti, è per l'intensità e la piacevolezza dell'attività.

Magari se aspetti soltanto 10 minuti la fermata dell'autobus ti sembra che sia passata un ora, ma in realtà sono solo 10 minuti.

Fatta questa riflessione che devo pensare che quando ci piace qualcosa tanto ed il tempo ci vola, lo stiamo perdendo?

Mentre quando qualcosa non ci passa mai, stiamo guadagnando tempo.

Forse ne perdiamo in termini di quantità ma non di qualità.

Credo che a tutti noi piacerebbe che le giornate volassero via, piuttosto che scorressero uguale e monotone.

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Vecchio 25-01-2008, 00.23.22   #14
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Mi sa che non ci capiamo Astral, ma ben venga la possibilità di capirsi. Stiamo dicendo due cose diverse... una cosa è se mettiamo poco impegno e attenzione nel fare le cose, altro invece è se facciamo cose che non vogliamo veramente. Ad ogni modo è tempo perso comunque, anche se nel caso in cui faccio una cosa che non voglio veramente ma la faccio mettendoci molto impegno è sicuramente meglio che fare ciò che voglio davvero ma dormendo. Nel primo caso spreco metà tempo, mentre nel secondo lo spreco del tutto.

Comunque, se come dici tu una cosa "ti prende", puoi dire davvero che sei tu a volerla fare? Non è a caso che si usa dire proprio cosi... "quella cosa mi prende", per intendere il nostro ruolo passivo.
Se stiamo percorrendo una strada e le vetrine dei negozi "ci prendono", va a finire che perdiamo tempo a guardarle e magari non facciamo in tempo ad arrivare dove invece dovevamo andare... Però se le guardiamo con attenzione non si può proprio dire di aver perso tempo... certo, il nostro obiettivo è fallito ma comunque qualcosa abbiamo guadagnato (ad esempio abbiamo trovato un negozio con i saldi..)
Se invece la percorriamo senza metterrci impegno ci stancheremo subito, vorremo fermarci a riposare e non avremo ottenuto proprio niente.

Quindi la prima ipotesi è certamente la migliore ma poi bisogna vedere se e quanto davvero ci interessavano i saldi, e se era davvero un affare rinunciare al nostro vero obiettivo per loro...

Questo per dire che il problema maggiore è proprio capire a chi veramente "piace" quella cosa. Che sia giocare al pc, o guardare le vetrine dei negozi, era davvero quello che volevamo?
Non è per nulla facile rispondere a questa domanda, impone un'elevata conoscenza di se stessi... Basta pensare a quando ci mettiamo in dieta: appena vediamo un pezzo di torta una parte di noi vorrebbe mangiarsela, mentre un'altra parte vorrebbe resistere e dimagrire. Chi ha ragione? Vogliamo al contempo due cose diametralmente diverse, e quale delle due possiamo esser certi che sia davvero ciò che vogliamo? Come facciamo a capirlo?
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Vecchio 25-01-2008, 01.50.22   #15
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Astral tocca una questione intreressante molto correlata col perdere tempo... ed è la relatività di percezione in relazione alla noia. Se aspetto l'autobus dieci minuti mi sembrano un'ora, se guardo un bel film un'ora mi sembrano dieci minuti.
Tutti e due questi "sembrare" però sono irreali, appunto sembrano. Dieci minuti sono dieci minuti.

La cosa affonda le sue radici nella caratteristica principale dell' umano odierno: il sonno.
Questa caratteristica genera la spinta principale di tutte le pseudoazioni umane: l'autotranquillante.
Questo auto-tranquillante fa si, tra le altre tantissime cose, che ci convinciamo dell'idea che è necessario "passare il tempo".

Dire che è necessario passare il tempo corrisponde a dire che è necessario dimenticarsi di se stessi.
In effetti si è soddisfatti, ci si è divertiti, quando ci si è completamente dissolti in un'attività che non ci ha dato sensazioni sgradevoli... e la prima di queste sensazioni sgradevoli è avere a che fare con se stessi.
Quanbdo aspetto l'autobus e non ho nulla in cui perdermi e dimenticarmi comodamente di me, o riesco a farmi un filmone mentale su qualche cosa (ma benineso lo chiamo "pensare") oppure mi annoio. E la noia è quanto di peggio ci possa essere... io la solo con me stesso. Mammamia.

Tuttavia, passata l'iniziale sgradevolezza del tentativo di ricordarsi di se, sia nel fare le cose che nello satre li con se stessi, la noia diventa una pura e semplice impossibilità.
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Vecchio 25-01-2008, 02.12.34   #16
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Però c'è anche l'altra parte, annoia un film che non ci prende. E se ci annoia non stiamo scappando da noi stessi ma dal film.. o da entrambi.
Sarebbe da capire cosa ci annoia e perchè, sforzarsi di vivere la noia o andare a fare quel che davvero vogliamo?
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Vecchio 25-01-2008, 02.21.00   #17
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Però c'è anche l'altra parte, annoia un film che non ci prende. E se ci annoia non stiamo scappando da noi stessi ma dal film.. o da entrambi.
Sarebbe da capire cosa ci annoia e perchè, sforzarsi di vivere la noia o andare a fare quel che davvero vogliamo?
Non ci prende lui o siamo noi che non riusciamo a metterci in sincronia con lui?
O non vogliamo... che è lecitissimo una volta stabilito che non ci interessa... ma allora dovremmo smettere di guardarlo no?

Ultima modifica di Ray : 25-01-2008 alle ore 02.26.07. Motivo: ortografia
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Vecchio 25-01-2008, 02.22.34   #18
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Infatti.
C'è anche l'ostinazione nel perpetuare la noia che equivale ad addormentarsi meglio...
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?

Ultima modifica di Sole : 25-01-2008 alle ore 02.23.34. Motivo: avevo inviato incompleto
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Se il tempo (se, retorico) si misura con le modificazioni* dell'entità che ne è coinvolta, perderne che significherà?


*= inteso nel senso che a seconda del grado di vita dell'entità si va dal semplice decadimento, es materia inerta, al massimo livello atomico ove si possono fare esami tipo quello del carbonio 14, alle modificazioni di forma del regno vegetale, es rami che crescono, anelli del tronco che aumentano etc unite sempre al decadimento, per arrivare al regno animale che oltre al decadimento può fare esperienza, esperienza più istintiva nell'animale, più o meno cosciente nell'umano
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Vecchio 25-01-2008, 12.03.59   #20
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Se il tempo (se, retorico) si misura con le modificazioni* dell'entità che ne è coinvolta, perderne che significherà?


*= inteso nel senso che a seconda del grado di vita dell'entità si va dal semplice decadimento, es materia inerta, al massimo livello atomico ove si possono fare esami tipo quello del carbonio 14, alle modificazioni di forma del regno vegetale, es rami che crescono, anelli del tronco che aumentano etc unite sempre al decadimento, per arrivare al regno animale che oltre al decadimento può fare esperienza, esperienza più istintiva nell'animale, più o meno cosciente nell'umano

premesso che non sono sicura di aver capito cosa intendi con modificazioni dell'entità coinvolta...se ho inteso giusto il tempo che passa viene "registrato" in modo diverso dalla roccia, dall'albero dal cane dall'uomo.
Una roccia non ha possibilità di fare esperienza un pino neanche per cui non saranno consapevoli della loro mutazione, un animale neanche io credo tranne per l'uomo che fà esperienza di sè e del proprio cambiamento, della propria crescita. Quindi "perdere tempo" potrebbe equivalere ad aver perso dei piccoli mutamenti dei piccoli passaggi?
Se io mi diverto vivo il tempo, ci sono dentro mentre se non ho voglia di fare una cosa mi annoio, mi immobilizzo, o vado nel passato ricordandomi come stavo bene prima di fare quella cosa o, molto più facile, mi proietto nel futuro cercando di immaginare cosà farò finita quella cosa, quindi sono fuori dal presente e questo m'impedisce di cogliere quello che stò vivendo? Però è anche vero che alle volte mi annoio e sono presentissima alla noia, ogni gesto diventa difficile e lungo, lento eterno però lì non ho perso tempo ma solo impiegato male?
mi sà che stò facendo un pasticcio
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Vecchio 25-01-2008, 12.54.03   #21
griselda
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Provo a ragionarci su.
In un albero dovrebbe esserci dentro tutto della sua vita, il terreno dove è cresciuto, il periodo dove è vissuto, se c’è stata siccità o alluvioni, se era più esposto al sole o all’ombra, quanti anni ha vissuto tutto viene registrato al suo interno.
Noi quando dormiamo non registriamo cosa è avvenuto e cosa ci ha portato ad essere quello che siamo, non conosciamo il terreno dove siamo cresciuti, il periodo vissuto, se siamo vissuti in siccità se abbiamo subito alluvioni e il perché di queste cose e via andare.
Ora credo che il modo migliore di non perdere tempo è sapere e conoscere il perché facciamo quella cosa da cosa siamo spinti, perché insomma la facciamo, essere presenti è un po’ non perdersi il momento che si sta vivendo e conoscerne il più piccolo movimento, se ci perdiamo in quel che facciamo non ci ascoltiamo più e questo è dormire.
Se leggo un libro e mi perdo identificandomi nel personaggio non so cosa sto provando io ma cerco di provare quello che viveva il protagonista, se invece mi ricordo di me posso sentire cosa io sto provando e chiedermi perché lo provo, da dove deriva insomma un auto-analisi continua senza perdermi di vista neppure un secondo. Questo vale per qualsiasi momento della giornata se anche sono da sola non posso annoiarmi se mi ricordo di me perché mi sto ascoltando e non sto perdendo tempo, qualunque cosa faccia se mi ascolto facendomi domande non sto perdendo tempo ma lo sto utilizzando per conoscermi.
Ecco questo volevo dire, poi riuscirci sempre è un’altra cosa, farlo bene altra ancora non perdere tempo non è così facile, ma se lo si vuole davvero credo che il detto: aiutati che Dio ti aiuta possa servire.
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Vecchio 25-01-2008, 12.56.50   #22
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Grazie per le risposte di Ray e Kael.

Riflettendo su ciò che ha detto Kael, se un attività ci "prende" la subiamo, il che non è del tutto negativo. Ad esempio l'artista che è ricettivo all'arte e si fa prendere da lei può ottenere dei buoni risultati, ma ovviamente c'è sempre il rischio della schiavitù/dipendenza.

E' vero che a volte quello che ci prende colma le nostre debolezze.

E l'esempio della dieta che ha fatto prima Kael è vero.

Chi ha ragione quello che ci dice che dobbiamo dimagrire, o quello che vuole il dolce?

Inoltre non è detto che una sia la parte razionale, e l'altra quella istintiva, potrebbero anche essere tutte due parti istintive a volere due cose diverse e allora si creano dei conflitti.

Ecco che allora stabilire delle regole di vita, una sana disciplina o autodisciplina è la soluzione secondo me, ovviamente cercando di equilibrare tutto con mente elastica.

Se ad esempio ho una percezione sbagliata di me e non devo dimagrire, forse è il caso di mangiarsela quella torta, se sono abbondantemente in sovrappeso oppure ho il diabete, è il caso magari di mangiarla una volta al mese, o trovare ad esempio soluzioni costruttive che conciliano le due parti( torta si, ma poi un ora di corsa).

Inoltre penso sempre che quando c'è una dispersione di tempo, non riusciamo a gestire bene le 3 energie ( creativa, conservatrice e distruttrice).

C'è anche chi crea molto è iperattivo, ma non avendo eliminato nulla e non riuscendo a conservare l'indispensabile del vecchio, costruisce sempre qualcosa di nuovo con creatività, ma ricomincia sempre da capo ogni volta. Anche questo in un certo senso è perdita di tempo.

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Vecchio 25-01-2008, 16.31.22   #23
jezebelius
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Se il tempo (se, retorico) si misura con le modificazioni* dell'entità che ne è coinvolta, perderne che significherà?


*= inteso nel senso che a seconda del grado di vita dell'entità si va dal semplice decadimento, es materia inerta, al massimo livello atomico ove si possono fare esami tipo quello del carbonio 14, alle modificazioni di forma del regno vegetale, es rami che crescono, anelli del tronco che aumentano etc unite sempre al decadimento, per arrivare al regno animale che oltre al decadimento può fare esperienza, esperienza più istintiva nell'animale, più o meno cosciente nell'umano
Mi sembra di aver capito che il tempo, insomma, è relativo anche per il tipo di entità coivolta. C'è, esiste, uno scorerre di questo " tempo" per ogni livello di una entità ma lo scorrere o non viene percepito poichè talmente lento, come nel caso della roccia quale materia inerte, o, all'estremo, ne viene percepito il passaggio, come nell'uomo e quindi forse a questo è collegata l'esperienza.
Se la percezione, allora differente, contiene in se una modificazione dell'entità che racchiude una determinata categoria, perdere tempo potrebbe significare " perdere " una esperienza ossia perdere un passaggio, quindi divenire inerti come la roccia che non ne vive, appunto, il passaggio. Un rallentamento a tal punto che porta con se anche un cattivo approccio di me col tempo che mi circonda e nel quale sono immerso. Una disarmonia, insomma, tra me ed il tempo che, necessariamente, esiste.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Se il tempo (se, retorico) si misura con le modificazioni* dell'entità che ne è coinvolta, perderne che significherà?
Messa giù così meno modificazioni ci sono più il tempo è perso (impiegato male).
Zero modificazioni = tempo perso del tutto

Insomma, si tratta di muoversi, di esplorare e possibilmente di crescere (ciò che non cresce decade).
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Vecchio 25-01-2008, 23.25.42   #25
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Quando uno invecchia precocemente avvengono molte modificazioni, eppure mi sembra che il decadimento ci sia.

Possiamo fare l'esempio di quando si "congela" qualcosa, essa è ferma li, però si mantiene di più.

Mi viene in mente anche il ciclo naturale, dove alcune specie più precoci crescono e muoiono prima di altre.

Detto questo, l'uomo è l'unica specie che sa perdere tempo?

Forse non vogliamo crescere, perchè abbiamo paura di invecchiare? di passare oltre? di diventare qualcosa di diverso? Cosi se perdo tempo, magari credo di crescere lentamente, ed in qualche modo avere l'idea che ho ancora molto da compiere ( e quindi ancora molto da vivere).

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