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Vecchio 06-07-2009, 23.18.55   #1
dafne
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Predefinito favole e draghi

"Le favole non parlano di draghi per dire ai bambini che esistono. I bambini sanno benissimo che i draghi esistono. Le favole sono state inventate per dire ai bambini che i draghi si possono sconfiggere"

Non ricordo di chi sia questa citazione sentita in tv prima ma mi è piaciuta moltissimo.
Mi fà riflettere che i bambini già sappiano che i draghi esistono ma che debbano scoprire, piuttosto, se possono essere sconfitti..non l'avevo mai vista in questa prospettiva.
Che ne dite?
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Vecchio 06-07-2009, 23.29.12   #2
Sole
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Anche tu, eh

L'ho sentita anche io, mi ha colpito come te. All'inizio non ero tanto d'accordo ma poi l'ho rigirata. I bambini sanno che nel buio c'è tanto più che quello che la luce allumina. I bambini sanno che le fate esistono e che gli gnomi sono negli armadi a proteggere la stanza, però se hanno paura non sanno come fare a sconfiggere l'ombra, il buio e le favole gli danno la chiave della speranza. Ogni favola finisce con un vissero felici e contenti dopo aver combattuto la battaglia con coraggio. Nelle favole c'è il come.
Io ci ho visto questo.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 07-07-2009, 23.40.07   #3
dafne
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A me continua a lasciarmi perplessa la cosa che i bambini conoscano i draghi, che in senso più ampio sarebbe come dire che conoscono il male, il che fà fortemente a botte con l'idea che ho di innocenza.

Però in effetti come dici tu Sole i cuccioli riescono a vedere meglio ciò che a noi vecchietti ( ) sfugge in linea di massima.
Ma sul "come" delle fiabe possiamo attingere anche noi usciti dalla fase infantile, si?
Concetto da recuperare.................
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Vecchio 07-07-2009, 23.50.00   #4
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
A me continua a lasciarmi perplessa la cosa che i bambini conoscano i draghi, che in senso più ampio sarebbe come dire che conoscono il male, il che fà fortemente a botte con l'idea che ho di innocenza.
Sapere che esiste non significa conoscere. Infatti è per loro fondamentale imparare che si possono sconfiggere.

Il fatto che "i bambini sanno" indica che sono più vicini alla realtà delle cose, all'essenza, anche se questo non significa che la capiscano. Noi crescendo e razionalizzandoci ci allontaniamo da essa... che no sarebbe sbagliato, il guaio è che ci dimentichiamo.
Razionalizzare andrebbe pure bene, non è quello che ci allontana, il fatto è che tutto ciò che non riusciamo a razionalizzare al momento, dimentichiamo, mettiamo da parte, decidiamo che non esiste oppure accettiamo la rassicurante idea che non esiste dataci da altri "grandi" che immaginiamo cresciuti bene, mentre anche loro hanno dimenticato.

I draghi esistono, esistono le fate, gli dei, i demoni. I bambini sono in contatto, ma presto si allontanano e noi poi facciamo fatiche inenarrabili (per chi le fa) per ricercare quel contatto. Ma col senno di poi (si spera).

Questa frase mi ricorda una scena di un romanzo a fumetti che ho letto tempo fa e che considero un mezzo capolavoro. Si tratta del "Sandman" di Neil Gaiman. Il protagonista è il Signore dei Sogni (sandman appunto) e la storia raconta le sue peripzie. Ad un certo punto, mentre si trova incarnato nel mondo di qua per vari motivi, sta viaggiando in aereo e vicino a lui c'è una mamma con un bambino. Il bambino ovviamente lo riconosce e gli domanda: "ma è vero che a volte nei sogni ci ricordiamo come si fa a volare?" e mentre la mamma lo sgrida dicendogli di non importunare la gente, lui gli risponde: "si, ma poi quando ti svegli, dimentichi".
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Vecchio 07-07-2009, 23.54.53   #5
luke
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Bisogna che mi rimetta a leggere qualche fiaba...

Mi viene in mente anche una cosa che ho letto tempo fà che diceva pressapoco: i bambini non credono a babbo natale, i bambini capiscono cosa è, è il coraggio di esprimere desideri e
sapere che aspettando si realizzeranno.
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Vecchio 08-07-2009, 00.28.06   #6
griselda
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Il bello dei bambini è che non fanno molta differenza tra sogno e vita diurna o immaginazione loro vivono intensamente tutto e per loro è tutto vero. Non è difficile per loro sognare un drago e dare per scontato che esista perchè per loro l'emozione del sogno li trasporta e la cavalcano come realtà, mentre noi appena ci svegliamo nemmeno ricordiamo o tendenzialmente siamo portati a tralasciare il sogno perchè ci è stato insegnato che è infantile dargli peso. Vabbeh poi spendiamo soldi per farcelo spiegare dallo psicologo.
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Vecchio 08-07-2009, 00.38.50   #7
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Mi è capitato svariate volte di sentire storie sulle capacità presenti nei bambini piccoli,sul fatto che riescano a vedere le auree delle persone ecc, non so quanto ciò corrisponda al vero, anche se ho notato che spesso rimangono a fissare a lungo una persona, senza curarsi delle altre,anche se questa non sta facendo niente di particolare.

Purtroppo una perdita di contatto da quelle caratteristiche infantili penso sia pressochè inevitabile, sarebbe importante riuscire a ristabilirlo prima o poi, sfruttando la maturazione nel frattempo effettuata, ma capita d allontanarsi e di indurirsi troppo e allora tanti saluti.
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Vecchio 09-07-2009, 17.47.09   #8
luke
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Leggendo i vari argomenti trattati nei vari 3d di questi giorni notavo una cosa:
a volte parliamo dall'infanzia come di un periodo magico, in cui avevamo quasi dei super poteri che crescendo abbiamo perso; altre volte, magari le stesse persone, anzi magari proprio io invece indicano quel periodo come la radice di tutti i mali, un periodo in cui l'educazione, l'ambiente ecc ci hanno rintronato il cervello e decenni dopo ancora stiamo contando i danni...

Forse quel periodo era contraddistinto da entrambe le cose, solo che essendo le prime emozioni che si provano, ci rimangono particolarmente impresse, anche se poi, non so perchè, il 90% delle volte ripensiamo solo alle cose negative di quel periodo ed il 10% a quelle belle. Con questo c'è il rischio poi di crearsi troppi alibi e di giustificare molte cose con i vari danni infantili; ci sono problemi che sono nati allora e che è difficile risolvere d'accordo, ma su tanto altro si può agire efficaciemente comunque, pur con i nodi che ci si porta appresso.
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Vecchio 30-03-2011, 14.40.11   #9
Edera
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Approffitto di questo 3d per condividere qualche raccontino simpatico che sto leggendo in un libro preso da poco a un mercato antiquario molto grande vicino a casa mia, non è un libro antico ha più o meno 30 anni.
Questa raccolta narra leggende e racconti popolari del Trentino Alto Adige intrisi di tradizioni, magie, superstizioni e cultura locale degli anni passati. Ne ho trovati di molto carini e significativi spero possano divertire anche voi.
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Vecchio 30-03-2011, 15.01.42   #10
Edera
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Questo primo racconto fa parte della sezione 'Le storie del buon Dio e dei Santi' che raccoglie leggende e fiabe inerenti alla creazione e alle origini dell'uomo.


Le mani di Dio

Quando il buon Dio dette inzio alla sua opera creò la terra seperando le dalle acque e comandò alla luce, poi formò le cose e tutto quello che fece lo fece, si può dire, dormendo.
Solo con gli animali il lavoro diventava interessante e il buon Dio ci si applicava tenendo la lingua stretta fra i denti.
Per l'uomo poi la cosa si fece così difficile che dovette più volte fermarsi. Era invero anche molto distratto dagli angeli che gli continuavano a chiedere che cosa fare con questo o con quello,come far correre i venti e come annaffiare la terra.
A questo punto Dio fu preso da una gran rabbia e diede un tale scrollo che caddero sette volte sette montagne. Allora pensò di affidare il suo lavoro alle sue mani che, come si sa, sono molto assennate.
Mentre riposava sentiva il rumore di impasto delle sue mani.
Ad un tratto sentì come un rumore.
Le mani gli si presentarono tutte tremanti ancora sporche di creta. (n.d.r. hahahah )
<<Dov'è l'uomo?>> chiese sentenzioso Dio
Allora la destra investì la sinistra<< Sei stata tu a lasciarlo cadere!!>>
<<Prego>> Disse la sinistra << Sei tu che col fatto che hai 6 dita, dici di voler fare tutto da sola!!>>
Poi d'accordo, le due mani dissero che era colpa dell'uomo e della sua gran fretta di vivere.
Ma il buon Dio davvero irato, spinse via le due mani dal suo cospetto e disse:<< Non vi conosco più, fate quello che volete.>>
Da allora le mani si trovarono sole: foglie che il vento fa muovere.

Fonte: leggenda della Val Venosta


L'ho trovato carino per i riferimenti al numero 7, alla mano destra e alla mano sinistra che nella mia mente hanno subito rappresentato le due Vie fose ci ho visto troppo essendo una leggenda popolare
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