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Vecchio 12-02-2007, 13.00.51   #26
RedWitch
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Col senno di poi, se qualcuno ci ha offeso intenzionalmente, possiamo ricordarci della massima "ognuno fa il meglio che può, in base al proprio livello di coscienza" e quindi, sempre intellettualmente, lo si può perdonare (e quindi perdonare noi stessi, liberandoci...)
In egual modo, se qualcuno ci ha offeso non intenzionalmente, possiamo ricordarci che comunque "ci siamo offesi perchè egli non ha soddisfatto le nostre aspettative" e dunque, ancora intellettualmente, possiamo perdonarlo e perdonarci...
Ma siamo sicuri sicuri che il perdono passi esclusivamente attraverso l'intelletto? Sono d'accordo sul fatto che per perdonare , serva necessariamente ricordare, se riuscissimo a farlo nel momento stesso in cui accade l'evento scatenante, significherebbe essere presenti a sè stessi.. e non ci servirebbe dopo andare a "ripescare" l'evento nella memoria...

Non sono d'accordo pero' sul fatto che intellettualmente possiamo perdonare e perdonarci. Finchè resta un fatto esclusivamente intellettuale, non è vero perdono.. il vero perdono, secondo me passa per cuore/corpo/mente.. a voglia a dirmi "quella persona mi ha offesa perchè non poteva fare altro..." aiuta.. serve.. ma non è sufficiente a mio parere..
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Vecchio 12-02-2007, 13.08.35   #27
Kael
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Si RedW quello che dicevo io era proprio questo, con l'intelletto andiamo ad essere per un breve istante coscienti, perdoniamo, ma poi non ci ricordiamo di noi stessi, ricadiamo nel sonno, e ancora una volta ci allontaniamo da quello che Siamo veramente... (perchè quando Siamo, appunto, siamo corpo mente cuore insieme...)
Quante verità si sono imparate, le capiamo (con l'intelletto), ma non le comprendiamo (con la totalità del nostro Essere), salvo poi dimenticarcene subito o comunque non nel momento stesso in cui servirebbero davvero?
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Vecchio 12-02-2007, 13.17.24   #28
griselda
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Ma siamo sicuri sicuri che il perdono passi esclusivamente attraverso l'intelletto? Sono d'accordo sul fatto che per perdonare , serva necessariamente ricordare, se riuscissimo a farlo nel momento stesso in cui accade l'evento scatenante, significherebbe essere presenti a sè stessi.. e non ci servirebbe dopo andare a "ripescare" l'evento nella memoria...

Non sono d'accordo pero' sul fatto che intellettualmente possiamo perdonare e perdonarci. Finchè resta un fatto esclusivamente intellettuale, non è vero perdono.. il vero perdono, secondo me passa per cuore/corpo/mente.. a voglia a dirmi "quella persona mi ha offesa perchè non poteva fare altro..." aiuta.. serve.. ma non è sufficiente a mio parere..
L'uomo secondo me tende sempre a guardare il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, ovvero chi si "ritiene offeso" sia chi si "ritiene l'offenditore" (o come si dice) sono passibili entrambi di non accettazione....meccanismi automatici....che portano a vedere il bicchiere mezzo vuoto da entrambi a questo punto potrebbero con uno sforzo volontariamente guardare dalla parte del bicchiere mezzo pieno.
Chiaro che avrebbero dovuto a priori non dare spazio all'offesa ricordandosi di se ed avendo amore per se stessi, ma se è capitato come rimediare a se stessi?
A questo punto dovrebbe intervenire il perdono perdonarsi perchè si è permesso che ci si facesse del male si avesse una reazione invece di esser rimasti presenti?
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Vecchio 12-02-2007, 22.10.48   #29
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Ma siamo sicuri sicuri che il perdono passi esclusivamente attraverso l'intelletto? Sono d'accordo sul fatto che per perdonare , serva necessariamente ricordare, se riuscissimo a farlo nel momento stesso in cui accade l'evento scatenante, significherebbe essere presenti a sè stessi.. e non ci servirebbe dopo andare a "ripescare" l'evento nella memoria...

Non sono d'accordo pero' sul fatto che intellettualmente possiamo perdonare e perdonarci. Finchè resta un fatto esclusivamente intellettuale, non è vero perdono.. il vero perdono, secondo me passa per cuore/corpo/mente.. a voglia a dirmi "quella persona mi ha offesa perchè non poteva fare altro..." aiuta.. serve.. ma non è sufficiente a mio parere..
Sono d'accordo.
A volte si sente dire “perdono ma non dimentico”, certo dimenticare non è possibile ma una frase di questo tipo a me fa pensare che vero perdono alla fine non c’è stato. Per come la vedo io perdonare davvero significa fare come se non fosse successo. E’ diverso dal dimenticare come può sembrare a prima vista, mi spiego meglio se riesco: quando ricordo l’evento, per esempio qualcuno che mi ha fatto del male, non sento alcun rancore o strascico (che può essere anche nascosto molto bene), proprio come se non fosse mai successo niente. E ’molto più difficile di quanto può sembrare.
Quindi se come dici tu riuscissimo a essere presenti nel momento in cui accade tutto quel processo sarebbe semplificato, pur ricordandolo non ci sarebbe niente da ripescare.
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Vecchio 12-02-2007, 23.39.01   #30
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Chiaro che avrebbero dovuto a priori non dare spazio all'offesa ricordandosi di se ed avendo amore per se stessi, ma se è capitato come rimediare a se stessi?
A questo punto dovrebbe intervenire il perdono perdonarsi perchè si è permesso che ci si facesse del male si avesse una reazione invece di esser rimasti presenti?
Secondo me, il fatto che non si è presente a Se stessi è il fattore scatenante della reazione; e questo è stato detto.
Si reagisce per mancanza di lucidità intendendo con questa il mancato ricordo di Se.
Molto spesso, riprendendo ciò che invece è gia stato detto altrove, ci si identifica, in quell'istante che accade ad esempio un'offesa, con quell'individuo, l'io, di quel momento ma che intanto rappresenta solo una parte della nostra personalità.
Appunto in questo senso se riuscissimo, come dice Kael, a tenere vivo il Ricordo attraverso l'intelletto...secondo me sarebbe un grosso passo avanti, sforzo che chi Cerca dovrebbe imparare a fare.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 18-12-2007, 01.55.47   #31
Ray
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Tiro su questo tread perchè mi ha colpito la domanda di Astral in questo post.

Che cosa ci impedisce di essere presenti?

La trovo una domanda intelligente, conseguenza diretta della constatazione che si può essere presenti. Credo anche che alla fin fine sia qui il senso di certe fugaci esperienze... domandarsi come mai non sono permanenti o ripetibili a volontà e muoversi in quella direzione (molti invece ci si addormentano su).

Potrei fare una lunga lista di risposte, sia generale che personale e immagino che ognuno possa fare altrettanto. Magari lo facciamo pure... però, facendo una rapida scorsa mentale su questa lista, ho l'impressione che tutti i motivi che trovo siano alla fin fine riconducibili ad uno solo: non abbastanza energia.

Voi che ne pensate?
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Vecchio 18-12-2007, 10.48.23   #32
turaz
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a mio avviso è l'I.P. che si "impossessa" di una certa cosa e fa letteralmente "sedere sugli allori" e quella "presenza" a tal punto sparisce.
l'I.p. in pratica fa in modo che l'energia venga "spostata" e dispersa invece che concentrata.

Ciauzz
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Vecchio 18-12-2007, 11.18.34   #33
Astral
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Si esatto Ray, non abbastanza energia, e sopratutto se si è calati in un contesto dove gli altri te ne assorbono molta o dove tu sei uno che la disperdi facilmente.

Allora la domanda utile potrebbe essere come e quali sono le fonti da dove prendere l'energia?

Faccio un esempio: ieri mi sentivo molto appesantito e intontito, volevo andare subito a dormire e non riuscivo a far nulla, mi sono sforzato a fare qualche postura yoga e subito dopo, mi sentivo meno stanco, con più voglia di fare.

Questo è un esempio ma per avere questi stati, dovremmo capire quando, dove e come prendere energia, oltre che con il cibo ed il riposo.

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Vecchio 18-12-2007, 11.28.49   #34
Kael
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facendo una rapida scorsa mentale su questa lista, ho l'impressione che tutti i motivi che trovo siano alla fin fine riconducibili ad uno solo: non abbastanza energia.

Voi che ne pensate?
Io penso che il problema sia: scarso controllo su quell'energia che già si ha e, di conseguenza, quella che si riesce ad usare è poca rispetto a quella che si spreca. Che poi è la tua stessa considerazione solo vista da un altro punto di vista...

Perchè non si riesce a stare presenti?
Perchè veniamo continuamente "assorbiti" da ciò che ci ciroconda, le nostre energie ne sono risucchiate, e con quelle poche che ci restano (pochissime all'inizio) iniziamo a lottare contro questi meccanismi. Allora piano piano iniziamo a riappropriarci delle nostre energie, il nostro "centro magnetico" si fa via via più forte e inizia a tenere sempre più a bada le dispersioni inutili, fin tanto da dominarle.

Però da quanto ho osservato su di me l'energia che abbiamo è enorme, il punto è che non sappiamo incanalarla perchè manca un "controllore" che la governi, e così ci sembra assai scarsa.. Siamo come una macchina ferma da anni, gli ingranaggi arrugginiti, alcuni pezzi addirittura ci siamo dimenticati che esistano, e solo per metterci in moto sembra una fatica enorme.
Ma se un uomo sapesse "girare" al regime che gli è proprio, altro che fuochi d'artificio...
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Vecchio 18-12-2007, 11.44.59   #35
dafne
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Scarsa energia sono d'accordo e sono d'ccordo anche quando Kael dice che non è che l'energia non ce l'abbiamo ma non sappiamo incanalarla. Quello che mi chiedo guardando me è, da dove viene quest'energia? Qual'è il suo punto d'origine, perchè alle volte riesco a concentrarla e direzionarla ma ho sempre l'impressione di averla "trovata" già dirottata. Uhm è come bere da un ruscello ma non sapere qual'è l'origine della sorgente. Non so se mi spiego. Per essere sempre presenti a sè stessi forse bisognerebbe aver pulito il letto del ruscello (noi stessi) dai massi che deviano il percorso dell'acqua, acqua che a causa di quei massi magari straripava nei posti sbagliati e a causa di questo abbiamo costruito pure delle dighe di contenimento...tolti i massi, e non le dighe, quelle vanno via dopo quando non servono più, ecco che l'acqua/energia può fluire in modo corretto..mah, forse è un'immagine troppo fantasiosa
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Vecchio 18-12-2007, 12.18.06   #36
RedWitch
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Per essere sempre presenti a sè stessi forse bisognerebbe aver pulito il letto del ruscello (noi stessi) dai massi che deviano il percorso dell'acqua, acqua che a causa di quei massi magari straripava nei posti sbagliati e a causa di questo abbiamo costruito pure delle dighe di contenimento...tolti i massi, e non le dighe, quelle vanno via dopo quando non servono più, ecco che l'acqua/energia può fluire in modo corretto..mah, forse è un'immagine troppo fantasiosa
Non mi sembra troppo fantasiosa questa immagine Daf, sicuramente pulire dai massi è una buona parte del lavoro che serve per recuperare energie che abbiamo lasciato da qualche parte (episodi che hanno creato blocchi, che hanno messo questi massi che non permettono all'acqua di fluire correttamente). Questi massi secondo me fanno in modo che l'acqua si dirperda in mille rivoli che poi non sappiamo controllare. Una volta tolti i massi dovrebbe essere più facile riuscire ad incanalare correttamente l'energia di cui disponiamo, e quindi riuscire ad essere più presenti a noi stessi. Lavorare sulle dispersioni anche dovrebbe essere un buon modo per avere a disposizione energie che normalmente sprechiamo, quindi,credo che individuarle sia il primo passo per poterlo fare e poi andare a correggere determinati comportamenti che le alimentano ..

Anche secondo me il non riuscire a restare presenti è un problema di scarsa energia, che poi si traduce con il sonno..
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Vecchio 18-12-2007, 12.57.47   #37
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Noi pensiamo che questi massi, sia blocchi, ricordi del passato, ma se invece fosse persone e situazioni che con il loro modo di fare ci mettono "alle strette"?

Se si è impossibilitati a sbarazzarsene di queste persone e situazioni? A voglia a trovare dove l'energia si disperde!

Per carità l'interno è più importante, ma anche le situazioni esterne influenzano, ed è una bella sfida mantenere l'energia in certe situazioni ( dipendenza dai genitori, suocera in casa, etc.).

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Vecchio 18-12-2007, 13.09.54   #38
turaz
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e se io ti dicessi che sei tu a crearle e a volerle in un certo senso? (ho lanciato un sasso al contrario)
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Vecchio 18-12-2007, 13.13.54   #39
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Lancio una provocazione:

Noi pensiamo che questi massi, sia blocchi, ricordi del passato, ma se invece fosse persone e situazioni che con il loro modo di fare ci mettono "alle strette"?

Se si è impossibilitati a sbarazzarsene di queste persone e situazioni? A voglia a trovare dove l'energia si disperde!

Per carità l'interno è più importante, ma anche le situazioni esterne influenzano, ed è una bella sfida mantenere l'energia in certe situazioni ( dipendenza dai genitori, suocera in casa, etc.).

Guarda di post in giro sulle dipendenze e sui rappori vincolanti ne trovi...in genere però quando si ha una dipendenza c'è sempre un motivo scatenante, un bisogno nascosto, in realtà la dipendenza è la diga che abbiamo costruito (secondo me) per ovviare alle dispersioni pericolose provocate dalla presenza del masso (il bisogno). Per questo dico che non serve a molto togliere la diga senza aver compreso qual'è il sasso incriminato per la deviazione e senza la possibilità/desiderio di toglierlo.
forse chiudere certi canali e un pò come chiudere la chiusa della diga e osservare da dove arriva la pressione maggiore, un percorso a ritroso verso il masso...mah magari mi son fatta su nel filo spinato
Ogni tanto mi sembra un circolo vizioso,non sono presente a me stessa perchè disperdo energia nei bisogni e ho bisogno dei bisogni per definire chi sono per sentirmi...
va beene faccio pausa
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Vecchio 18-12-2007, 13.16.19   #40
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sei sicura dafne di avere dei "bisogni"?
ci hai pensato profondamente?
prova a sostituire la parola "bisogno" con scelta e vedi che ne esce
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Vecchio 18-12-2007, 13.25.05   #41
dafne
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uhm
ho bisogno di sapere che mia madre mi vuole bene
direi che se ci metto la scelta al posto del bisogno...fà a botte di brutto.
Ho dei bisogni che non dovrei avere, che potrei non sentire se fossi centrata in me invece che proiettata fuori alla ricerca delle risposte...e se sono proiettata in fuori vedo il fuori, assorbo o mi faccio assorbire dal fuori e non sono presente a me stessa.
no?
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Vecchio 18-12-2007, 13.27.25   #42
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bene allora centrati in te stessa e vedi tutto ciò che fai come una tua scelta
prova un pò e vedi che ne esce
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Vecchio 18-12-2007, 13.42.34   #43
Kael
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sei sicura dafne di avere dei "bisogni"?
ci hai pensato profondamente?
prova a sostituire la parola "bisogno" con scelta e vedi che ne esce


sei sicuro turaz di avere delle "scelte"?
ci hai pensato profondamente?
prova a sostituire la parola "scelta" con bisogno e vedi che ne esce
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Vecchio 18-12-2007, 13.46.15   #44
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ci ho pensato.
c'è sempre la possibilità di una scelta.
che poi la scelta sia condizionata o meno è un altro discorso.
ma una volta che vedi il condizionamento puoi anche scegliere di non averlo o no?
turaz non è connesso  
Vecchio 18-12-2007, 13.55.34   #45
Astral
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sei sicuro turaz di avere delle "scelte"?
ci hai pensato profondamente?
prova a sostituire la parola "scelta" con bisogno e vedi che ne esce

Giusto, e potrei aggiungere, forse queste scelte, hanno un bisogno primario come fine?


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Vecchio 18-12-2007, 14.00.25   #46
turaz
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giochi di parole a mio parere.
c'è sempre una scelta.
basta volerla fare (e questo è ancora un altro discorso))))
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Vecchio 18-12-2007, 16.58.32   #47
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Il tema è ricordarsi di Se, giusto?
Avete allargato il discorso, ok....
Se non mi ricordo di me, come faccio a vedere chi, cosa e perchè mi condiziona?
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Vecchio 18-12-2007, 17.44.01   #48
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Che intendi per ricordarsi di Sè, Uno?

Posso ricordarmi che lavoro faccio, dove vivo etc. ma questo non significa ricordarsi di Sè giusto?

Il problema penso che non solo non ci ricordiamo, ma non si sa come ricordare.
Ammesso poi di aver individuato chi, cosa e perchè mi condiziona, occorrerà pure intervenire.


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Vecchio 18-12-2007, 18.35.28   #49
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In certi momenti, che non saprei definire se non come vissuti intensamente, è come se fossi proiettata dentro me stessa, e di trovarvi una sconosciuta che si chiede: "chi sono ?" "dove sono?", "cosa sto facendo?" "cosa ci faccio qui ?"
Non sono dei vuoti di memoria, anzi, in quei momenti mi sento veramente presente a me stessa, ma quando succede che mi sento s-centrata, cioè che la mia io quotidiana non ha quasi nulla a che vedere con quell'altra io dentro di me, provo una sensazione di angoscia, come quando cambia il giro della ballerina, allora mi scuoto e tutto ritorna come prima...
Altre volte invece sento che la io che è presente alla io dentro di me combaciano perfettamente in armonia, allora mi sento tutt'uno con l'universo e non ho nessuna domanda da pormi ma un senso di leggerezza...
Questi momenti non capitano spesso, non ho capito che cosa li provoca, ma è come se facessi "un salto" nel profondo del mio profondo..... non so se questo si può definire il ricordo di sè, ma in questi momenti sento veramente con tutte le mie fibre di esistere, in altre parole non è che "mi ricordo di esistere", esisto e basta e so di essere veramente "io".
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Vecchio 19-12-2007, 00.24.12   #50
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Se non mi ricordo di me, come faccio a vedere chi, cosa e perchè mi condiziona?
Eccolo qui. Il paradosso è lampante e questo è solo uno dei mille modi di esperimere il paradosso fondamentale della Ricerca.

Se qualcosa mi condiziona non posso ricordarmi di me, ma se non mi ricordo di me non posso vedere cosa mi condiziona e quindi agire in modo da poter ricordarmi di me. Non se ne esce. Il risultato è evidente: ricordarsi di se è impossibile.

A meno che...
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