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Vecchio 02-09-2007, 15.32.34   #1
griselda
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Predefinito Perdonarsi ed accettarsi

Oggi ho letto i sentimenti in parole di una persona che neppure conosco ed ho pianto mi sono commossa: non parlava lui stavo parlando io.
So cosa prova perché l’ho provato anche io.
Essere vincolati dalla propria psiche che guaio, quando guaio è davvero un eufemismo.
Credere di dover essere perfetti a tutti i costi e non sapere cosa fare per esserlo ti porta a vedere solo il brutto il bello muore ogni giorno sempre di più dentro di te. Una sofferenza immane autoinflittaci. Vedere l’errore come qualcosa da non potersi permettere come qualcosa di infettante sé e gli altri ci rende sterili ma devastanti... In un continuo gioco al rialzo senza fine.
Si può persino arrivare a pensare al suicidio come per liberare il mondo e se stessi da quel peso insopportabile che sono la summa dei nostri errori che pensiamo crediamo ci rendano inetti ed ogni altro tipo di aggettivo denigratorio.
Mettere sempre se stessi davanti ad un immagine precostituita di ciò che dovremmo essere invece di ciò che siamo, di ciò che possiamo o abbiamo potuto in quel momento, ci porterà verso quel baratro da cui poi si può, una volta caduti dentro, anche, non uscire più. O almeno non da soli.
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Vecchio 02-09-2007, 17.42.15   #2
Era
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Scusa...mi sembra un delirio...nel senso che ho capito
poco di quel che hai scritto mica colpa tua eh...

L' unica cosa chiara per me è questa:
"Vedere l’errore come qualcosa da non potersi permettere come qualcosa di infettante sé e gli altri ci rende sterili ma devastanti... "

perchè non dovresti permetterlo? nessuno nasce imparato lo sai.......
ben vengano gli errori sono un modo per imparare...
quante volte da bambina sostituivo la lettera V alla F?
tante sai....fino a quando l' orecchio...sentì che farfalla
suona meglio di varvalla.....a voglia a dirlo o a segnarlo
in rosso....scatta qualcosa di più...nell' esempio "la prova
del suono" che ti resta "impresso"
perdonarsi e accettarsi prevede qualche cosina..tra
queste anche la modestia di sapersi fallibili....
come vedi mi son messa a delirare anch'io
(vai con Griselda e impari a griseldare )

__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
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Vecchio 02-09-2007, 17.58.34   #3
griselda
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Eh credo sia difficile da "leggere" e mi scuso c'era anche un proseguio che però stavo pensando se postare o no.
Sai Era a volte mi sembri un elefante in una cristalleria,ma per carità è un mio sentire eh?
Stavo parlando a me di me... di momenti bui, in cui non sapendo bene come mi muovevo, come vedevo e agivo (sto usando il passato e spero che lo rimanga) reagendo a ferite del passato a movimenti concentrici ed invisibili che mi portavano in una spirale discendente.
Non era una cosa bella, era un aver visto un automatismo devastante che quasi mi ha uccisa. Non ne vado fiera ma neppure, ora, me ne voglio vergognare, almeno non più.... fa parte del passato ma nel presente spero abbia preso un piega diversa.
Elloso non avrai compreso, mi spiace, ma io avevo bisogno di dirmelo quindi scusami se ho parlato da sola, ma per me era importante.
Grazie cmq dei cosigli li prenderò in considerazione come tutto del resto quello che ti viene detto anche se a volte da noia o sembra non essere indicato al momento, ma tutto serve prima o poi.

Ultima modifica di griselda : 02-09-2007 alle ore 18.03.26.
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Vecchio 02-09-2007, 18.42.16   #4
Era
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Sai Era a volte mi sembri un elefante in una cristalleria,ma per carità è un mio sentire eh?
ops scusa....pensavo che avessi condiviso con noi...
ok hai ragione....da ora eviterò i cristalli
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Vecchio 02-09-2007, 20.32.22   #5
Elle
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Io mi sento in parte la regina del non perdono nei confronti di me stessa..e da qui ad una vera accettazione credo che ce ne voglia di strada da fare..però non mi sento sterile anzi..sentire questa difficoltà..rendermene conto...lo ritengo un grande passo in avanti..
..una capacità di sentirmi ancora nonostante il male che mi sono fatta tante volte da sola, ed una volontà di migliorare ammettendo lo sbaglio e il suo possibile ripetersi futuro...
..non credo che ci sia in ogni caso un momento di apoteosi (risoluzione completa se non per pochi),
altrimenti il cammino umano mi sembrerebbe assai vano.
Siamo nati per imparare e crescere...evolverci...ammmettere di non riservarsi adeguato amore vuol dire è un piccolo passo verso l'umità.....e l'umiltà è anche una forma di amore verso sè stessi e gli altri...quindi vicina al perdono non solo nostro ma anche poi degli altri no???
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Vecchio 02-09-2007, 20.40.15   #6
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o almeno un tentativo verso il perdono aggiungerei..per me il tentativo è meglio dell'apatia o del piangersi addosso no?
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Vecchio 02-09-2007, 23.15.24   #7
griselda
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ops scusa....pensavo che avessi condiviso con noi...
ok hai ragione....da ora eviterò i cristalli
No Era mica perché io ci sono rimasta male nel leggere che tu definivi delirio quello che avevo scritto devi smettere di dire quello che pensi anzi ben vengano i tuoi consigli e le tue risposte che mi danno modo di vedere al di là dei miei schemi mentali.
Tutto quello che hai detto sotto è veritiero…
Tu mi hai fatto degli esempi veritieri e se io ti percepisco magari un po’ pizzicante o molto diretta mi servirà… Chissà col tempo imparerò a non soffrire di questo ed andare oltre alla forma per arrivare al cuore delle cose.
Quindi se in qualche modo ti sei sentita offesa ti chiedo scusa.
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Vecchio 03-09-2007, 10.07.00   #8
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Accettarsi e perdonarsi... a vederla così.. razionalmente sembra la cosa più semplice del mondo, ma tra il dire e il fare....
Cercare la perfezione, significa, avere dei parametri su cui la si "misura"... e quel tipo di perfezione, per me voleva dire accontentare sempre tutti Gris. Voleva dire che ogni mio gesto, ogni cosa che facevo era preceduta da un "e se non mi riesce? e se Tizio non è contento di come faccio?" etcetc.. Era un continuo misurarsi con quella "perfezione" che non mi sarà mai possibile trovare qui.. perchè è un tipo di perfezione che non esiste... significa sempre misurarsi con le aspettative degli altri, significava pensare sempre a cosa avrebbe pensato di ME (scusa il gioco di parole) chi avevo di fronte.
E piano piano questo diventa davvero un gioco al massacro.. perchè non è possibile riuscire a soddisfare le aspettative di tutti sempre.. qualcuno scontento ci sarà sempre e comunque, ma se lo scontento sono sempre io, alla fine di qualunque cosa faccia... allora c'è qualcosa che non va..
Uno qualche tempo fa ha usato delle parole molto belle qui in forum ...molto spesso anche a me "manca di abbracciare la mi imperfezione" ... manca un po' di amore verso quelle parti di me che non mi piacciono.. e allora le "massacro" senza risultato ovviamente...
Essere severi con sè stessi, non significa che si deve arrivare ad odiarsi..semmai , ogni tanto, sarebbe bello riuscire a volersi un po' più bene... a non colpevolizzarsi se qualcosa non soddisfa le aspettative di chi abbiamo vicino, ma sapere che se ho dato il meglio di come potevo in quel momento... dovrei essere contenta e non incattivirmi con me stessa...

Di questo tuo post Gris , mi ha molto colpito una parola forte che hai usato ... l'errore come qualcosa di "infettante" .... infettante per chi? e perchè una parola così forte?

Qualche volta... (senza farle diventare delle scuse) amarsi un po' è davvero una cura quasi "miracolosa"
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Vecchio 03-09-2007, 12.29.16   #9
cassandra
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Accettare i propri limiti e difetti è difficile per chi pretende tanto da se stesso...accettare di non essere come vorremmo è ancora piu'arduo ma possibile...siamo arrivati al punto di doverci perdonare di essere fatti in un certo modo e concordo sul fatto che la mente in certe situazioni gioca con noi rendendoci fragili e pieni di disprezzo per noi stessi...la societa',le famiglie,spesso anche solo chi ci è intorno ci vorrebbe perfetti,forti,sempre lucidi e decisi,poi la vita ci dimostra che in alcuni momenti non riusciamo ad esserlo e li iniziano i dolori...siamo cio'che siamo e non quello che vorremmo...capito questo basta andare avanti ponendo la giusta attenzione alle cose,non sentendosi in colpa perchè non rispecchiamo appieno cio'che nel mondo si ritiene perfetto,da chi poi?...chi lo è davvero?...il problema sono le aspettative non solo degli altri che sovente giudicano,pretendono facendoci sentire inadeguati,sbagliati,ma le nostre personali...se riusciamo ad accettarci per quel poco che siamo il perdono è una conseguenza secondo me...da qui poi si tendera'a migliorare...
Griselda sarei curiosa di sapere cos'altro avresti postato...forse dovresi esternare fino in fondo,ma sta solo a te decidere...
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Vecchio 03-09-2007, 14.30.18   #10
griselda
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Di questo tuo post Gris , mi ha molto colpito una parola forte che hai usato ... l'errore come qualcosa di "infettante" .... infettante per chi? e perchè una parola così forte?

Qualche volta... (senza farle diventare delle scuse) amarsi un po' è davvero una cura quasi "miracolosa"


Volevo dire che ho l’impressione che quando la tua importanza personale ti costringe diventi infettante perché come non accetti di poter sbagliare tu non accetti neppure che possa capitare agli altri. Dimenticando che ognuno fa quello che può. Che sbagliando si impara e che il fatto di essere troppo orgogliosi da ammetterlo ti porta a non lavorare per risolvere le motivazioni scatenanti.
Questa stretta o ti può condurre alla rigidità o al lassismo tanto per uscire da quella oppressione. Nel primo caso a fare di tutto per essere perfetto correndo in continuazione verso la perfezione anche contro ad ogni sentire esaltandoti per la tua bravura creando distanza tra te e gli altri.
(arroganza/narcisismo?) Nel secondo caso ti compiangi in continuazione e non ti muovi resti li a leccarti le ferite a dire come sono stata sfortunata, a riempirti di odio che ti porta in continuazione a sbagliare. ( falsa umiltà/masochismo?) Intendo dire che rimani bloccato in alcuni schemi e manifesti sempre quelli.
Faccio un esempio: se io penso di aver fatto un errore o una incapacità mia ma non lo voglio vedere, darò la colpa al fato, alle circostanze, insomma a tutti tranne che cercare dentro di me l’accettazione che è successo, il perché…. che può essere che doveva accadere perché mi serviva per imparare qualcosa, anche se in quel momento non riesco a vederlo a comprenderlo, dietro c’è sempre un perché. Altrimenti ti porta anche a scappare dalle responsabilità perché il non volere l’errore lo sbaglio fa in modo di farti stare lontano da tutto ciò che può rifarti provare quelle sensazioni.
Ma senza aver imparato la lezione che presto potrà ripresentarsi in una circostanza sì diversa, ma lo farà.
Chiedo scusa quando parlo di me tendo ad enfatizzare e spesso mi capisco solo io pretendendo poi di essere compresa. Ora ho cercato di tenerla a freno ma se non dovesse risultare chiaro domandate pure che la mia IP ha da impara’ le buone maniere e la pazienza.

P.S. amarsi...si un cura miracolosa
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Vecchio 03-09-2007, 15.26.10   #11
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Accettare i propri limiti e difetti è difficile per chi pretende tanto da se stesso...accettare di non essere come vorremmo è ancora piu'arduo ma possibile...siamo arrivati al punto di doverci perdonare di essere fatti in un certo modo e concordo sul fatto che la mente in certe situazioni gioca con noi rendendoci fragili e pieni di disprezzo per noi stessi...la societa',le famiglie,spesso anche solo chi ci è intorno ci vorrebbe perfetti,forti,sempre lucidi e decisi,poi la vita ci dimostra che in alcuni momenti non riusciamo ad esserlo e li iniziano i dolori...siamo cio'che siamo e non quello che vorremmo...capito questo basta andare avanti ponendo la giusta attenzione alle cose,non sentendosi in colpa perchè non rispecchiamo appieno cio'che nel mondo si ritiene perfetto,da chi poi?...chi lo è davvero?...il problema sono le aspettative non solo degli altri che sovente giudicano,pretendono facendoci sentire inadeguati,sbagliati,ma le nostre personali...se riusciamo ad accettarci per quel poco che siamo il perdono è una conseguenza secondo me...da qui poi si tendera'a migliorare...
Griselda sarei curiosa di sapere cos'altro avresti postato...forse dovresi esternare fino in fondo,ma sta solo a te decidere...
Credo che il fatto riesieda nel come siamo cresciuti ci siamo abituati ad un certo comportamento che ora nemmeno vediamo se non quando ci viene mostrato attraverso uno shock. In quel caso cade per un attimo il velo e se stiamo attenti possiamo comprendere qualcosa di noi. Noi interpretiamo fatti e cose secondo schemi mentali ma in quel momento possiamo vederli e imparare a non lasciaci condizionare)
Ad esempio per come sono fatta ora alla tua domanda cortese di ascoltare l'altro pezzo di cosa volevo dire sarei portata a compiacerti andando contro al mio sentire prematuro di postare altro di me, che poi me ne farebbe pentire perchè lo farei solo per apparire disponibile, per non deludere etc insomma non mi rispetterei ma accontenterei la mia Ip. ( ci sta?)
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Vecchio 03-09-2007, 16.21.17   #12
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Faccio un esempio: se io penso di aver fatto un errore o una incapacità mia ma non lo voglio vedere, darò la colpa al fato, alle circostanze, insomma a tutti tranne che cercare dentro di me l’accettazione che è successo, il perché… che può essere che doveva accadere perché mi serviva per imparare qualcosa, anche se in quel momento non riesco a vederlo a comprenderlo, dietro c’è sempre un perché. Altrimenti ti porta anche a scappare dalle responsabilità perché il non volere l’errore lo sbaglio fa in modo di farti stare lontano da tutto ciò che può rifarti provare quelle sensazioni.
Se pensi di aver fatto un errore, vuol dire che in fondo lo sai, non volerlo vedere e riconoscere è sottrarti alla tua responsabilità.... dando la causa al fato o alle circostanze o agli altri, così quando rifarai lo stesso errore non lo riconoscerai... se parti dal presupposto che tu non puoi sbagliare....
Anzi, per mantenere questa convinzione, cercherai di evitare quelle persone o situazioni che ti costringerebbero a guardare in te stessa come soggetto.... in altre parole rifiuti così una parte di te stessa, la più naturale, forse....
Anche la situazione opposta, cioè bloccarsi nei sensi di colpa per un errore commesso, blocca e non fa crescere....
Quando si osservano gli animali, per esempio il micio di casa, si vedrà che quando va a caccia non sempre ha successo, ma non per questo si blocca nel senso di colpa o si preoccupa di cosa succederà in conseguenza del suo errore...
Semplicemente ritenta..... e tenta e ritenta diventa più abile e di errori ne commette sempre di meno....
Questo vuol dire che non esiste il micio perfetto, esistono tanti mici diversi....
noi veramente siamo molto condizionati dalla società in cui viviamo, prima di tutto la famiglia e la scuola, che ci danno un premio se siamo bravi e una punizione se siamo stati cattivi.... per cui reprimiamo certe cose che riteniamo non inerenti al modello che ci viene imposto... ma anche di questo non bisogna farsi uno scudo per non vedere le nostre responsabilità.... dando sempre la colpa agli altri se siamo fatti così.... se dico sempre: "sono fatta così" "sono sempre stata così" vuol dire che non intendo cambiare e che in quel momento cerco di evitare la fatica di pormi in un modo diverso....
Amarsi vuol dire sì imparare dagli errori, ma il presupposto per imparare è quello di ammettere di avere una lacuna... e che cambiare costa fatica e non è sempre conveniente per il proprio tornaconto personale....
Il fatto poi che se non ammetti i tuoi errori non li ammetti nemmeno negli altri, significa che ti rispecchi negli altri... di conseguenza se una persona sbaglia può significare che anche tu puoi sbagliare.... e questo ti fa arrabbiare molto...
Perdonarsi vuol dire sbloccarsi, a meno che il problema non sia proprio il perdono....
Cioè se non sei pronta a perdonare ad un'altra persona, tanto meno lo sei con te stessa...
Anch'io tante volte mi arrabbio e faccio difficoltà a perdonare gli errori degli altri..... ma poi penso che avrebbe potuto accadere anche a me.... e penso anche che a quella persona dispiace del suo errore come ne sarei dispiaciuta io... quindi il perdono è togliere il dispiacere suo, ma è inutile se io continuo a starci male.....
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Vecchio 03-09-2007, 17.03.31   #13
turaz
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per me le fasi sono 3:
- fare emergere (portare alla luce) la cosa (e qui possono essere utili gli altri specchi di noi stessi e chissà che la coda di paglia non sia un'avvisaglia ad esempio...)
- comprendere perdonando l'inconsapevolezza nostra e degli altri
- amare

non è cosa facile ma alla fine master Jesus Christ ci ha dato tutti i "mezzi"

un abbraccio
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Vecchio 03-09-2007, 20.13.24   #14
cassandra
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Credo che il fatto riesieda nel come siamo cresciuti ci siamo abituati ad un certo comportamento che ora nemmeno vediamo se non quando ci viene mostrato attraverso uno shock. In quel caso cade per un attimo il velo e se stiamo attenti possiamo comprendere qualcosa di noi. Noi interpretiamo fatti e cose secondo schemi mentali ma in quel momento possiamo vederli e imparare a non lasciaci condizionare)
Ad esempio per come sono fatta ora alla tua domanda cortese di ascoltare l'altro pezzo di cosa volevo dire sarei portata a compiacerti andando contro al mio sentire prematuro di postare altro di me, che poi me ne farebbe pentire perchè lo farei solo per apparire disponibile, per non deludere etc insomma non mi rispetterei ma accontenterei la mia Ip. ( ci sta?)

Ci sta eccome...voleva essere un invogliarti ad andare oltre dato che dubitavi sul farlo o meno...hai fatto la tua scelta ed è rispettabilissima...resta da dire che quando pensi di capirti solo tu,c'è chi ti capisce...
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Vecchio 04-09-2007, 12.04.59   #15
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Accettare i propri limiti e difetti è difficile per chi pretende tanto da se stesso
Perchè?
Ti taglio la prima ovvia risposta: "perchè se vorrei essere perfetto vedere o ancor più accettare i miei limiti è impossibile"
Adesso sei costretta a trovarne una più profonda

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Vecchio 04-09-2007, 14.10.10   #16
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noi veramente siamo molto condizionati dalla società in cui viviamo, prima di tutto la famiglia e la scuola, che ci danno un premio se siamo bravi e una punizione se siamo stati cattivi.... per cui reprimiamo certe cose che riteniamo non inerenti al modello che ci viene imposto... ma anche di questo non bisogna farsi uno scudo per non vedere le nostre responsabilità....
Concordo su tutto il tuo post, ma mi ha colpito questo passaggio perchè proprio ieri ne parlavo con una persona.
Quando in famiglia si insegna ai figli a gratificarsi con oggetti, regali, premi in realtà gli si sta insegnando a cercare fuori l'oggetto dei propri desideri. Gli si insegna a possedere fuori piuttosto che cercare dentro le proprie soddisfazioni così da alienare se stessi nel fuori .. a quel punto accettarsi diventa il passo successivo.. il primo sarebbe trovare cosa accettare. Probabilmente in primo luogo accettare che non sappiamo cosa ci turba.
Trovo davvero triste che molti giovani sono stati educati come i cani ammeestrati. E' normale che un cane vuol solo dare piacere al padrone p ciò che rappresenta.. così noi.
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Vecchio 04-09-2007, 17.21.34   #17
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Perchè?
Ti taglio la prima ovvia risposta: "perchè se vorrei essere perfetto vedere o ancor più accettare i miei limiti è impossibile"
Adesso sei costretta a trovarne una più profonda

Grazie per avermi facilitato...
Parto dal presupposto che è difficile perchè vorrei essere sempre intelligente,buona,giusta e ponderata senza dover fare i conti con il risvolto della medaglia,ovvero gli opposti,la parte buia di me stessa che vorrei non vedere come qualcosa di scorretto,brutto,pericoloso nelle sue manifestazioni...
Viviamo in una societa' dove siamo costantemente paragonati,giudicati e questo a mio avviso puo'essere un modo per innescare meccanismi e creare sovrastrutture che ci limitano e ci fanno voler essere diversi da cio'che siamo,o quantomeno ci spingono a nascondere alcune cose agli altri e talvolta anche a noi stessi...
Anche se è solo una questione temporanea in quanto ognuno di noi,per quanto si sforzi di non voler guardare,di non volersi accettare,non puo'cambiare radicalmente il suo essere,quindi si tende semplicemente a reprimere,camuffare,nascondere portando con se le conseguenze di un tale atteggiamento che alla lunga, o in breve, procurera'frustrazioni,insoddisfazioni,una sorta di malattia dell'anima che soccombe alla personalita'...oppure si da libero sfogo al proprio essere
perdendosi tra sensi di colpa,autopunizioni,nella paura di deludere...in un certo senso si perde la spontaneita' del vivere che spesso neanche si è capito qual'è...altrimenti ci accetteremo e l'educazione stessa ci spingerebbe a conoscerci per cio'che siamo, anzicchè imporci come essere per apparire giusti e saggi nel sociale...
Spero di essermi spiegata piu'o meno...
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Vecchio 04-09-2007, 18.01.42   #18
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Ti sei spiegata benissimo Cassandra... ma alla fin fine, complice la frase del tuo post che ho citato, hai approfondito quella parte....
Spè che ci riprovo: se ti dicessi che la difficoltà c'è perchè si pretende tanto dagli altri?
Ti si accende una lampadina?
Non è sbagliato il tuo ragionamento, "voglio essere perfetto per la società etc quindi faccio fatica ad accettare i miei limiti...." però la cosa è più intorcolata ancora, voglio che gli altri mi vedano perfetto.... per questo non accetto i miei limiti.. agli occhi altrui vorrei non avere limiti quindi ecco che vengono fuori escamotage tipo far finta di essere perfetti, con i disastri che poi si trascinano.
Quindi chi non prova ad andare in profondità si blocca perchè cerca di sbloccare nell'interno qualcosa che è si interno ma influenzato inconsciamente dall'esterno, non solo come causa (come hai ben descritto) ma costantemente.
Come cambieresti l'approccio al superamento di un tuo limite pensando a questo?

(oggi ce l'ho con te , vediamo se superi un tuo limite )
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Vecchio 04-09-2007, 18.18.28   #19
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"ama il prossimo tuo come te stessa"

ustika ma se tu ti vedi imperfetta ammazza come devono essere imperfetti coloro che ti stanno attorno.
ammazza quanti nei ci vedi nei comportamenti...
eppure un fiore è così meraviglioso quando si apre al sole ed è meraviglioso pure quando si chiude la sera.

Un abbraccio
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Vecchio 04-09-2007, 19.29.57   #20
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Ti sei spiegata benissimo Cassandra... ma alla fin fine, complice la frase del tuo post che ho citato, hai approfondito quella parte....
Spè che ci riprovo: se ti dicessi che la difficoltà c'è perchè si pretende tanto dagli altri?
Ti si accende una lampadina?
Non è sbagliato il tuo ragionamento, "voglio essere perfetto per la società etc quindi faccio fatica ad accettare i miei limiti...." però la cosa è più intorcolata ancora, voglio che gli altri mi vedano perfetto.... per questo non accetto i miei limiti.. agli occhi altrui vorrei non avere limiti quindi ecco che vengono fuori escamotage tipo far finta di essere perfetti, con i disastri che poi si trascinano.
Quindi chi non prova ad andare in profondità si blocca perchè cerca di sbloccare nell'interno qualcosa che è si interno ma influenzato inconsciamente dall'esterno, non solo come causa (come hai ben descritto) ma costantemente.
Come cambieresti l'approccio al superamento di un tuo limite pensando a questo?

(oggi ce l'ho con te , vediamo se superi un tuo limite )
Vuoi sapere se sono consapevole di pretendere tanto dagli altri?...si,assolutamente si, pretendo soprattutto da chi mi vuole perfetta, la perfezione...ma purtroppo siamo tutti bravi a predicare ma ci perdiamo nel razzolare...non so come spiegarti,ma ho vissuto tra persone che si descrivevano diverse da come realmente sono e quando ho scoperto l'inganno (seppur in buona fede),è crollato tutto...non ci ho capito piu'molto ed ho perso quel finto equilibrio che nasceva dal devi essere così,questo si fa e quello no, etc.etc.
Non ho neanche perdonato chi mi ha ingannata,anzi credo di essere diventata piu'dura con loro e le pretese sono aumentate anche se non venivano soddisfatte...io pretendo molto dagli altri,sicuramente piu'di quanto pretendo da me stessa,in loro mi rivedo e mi giustifico...forse sono la mia debolezza ed anche la mia forza...
Riguardo al modo in cui potrei cambiare l'approccio per superare un mio difetto,limite, credo che dovrei lavorarci con pazienza,senza accusare,senza troppa rigidita'e spirito critico...ma siccome non credo di aver soddisfatto la tua richiesta aspetto eventuali approfondimenti...

Grazie anche a Turi per la partecipazione...
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Vecchio 04-09-2007, 20.01.40   #21
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Vuoi sapere se sono consapevole di pretendere tanto dagli altri?...si,assolutamente si, pretendo soprattutto da chi mi vuole perfetta, la perfezione...
Non intendevo questo, dicevo che normalmente pretendiamo che gli altri ci vedano, ci riconoscano perfetti... insomma che ai loro occhi risultiamo perfetti.
A te risulta pensandoci? Se ti par di no dillo che poi ti convinco
(sto scherzando, però intendo che se ti sembra strana la mia affermazione fallo presente).

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Vecchio 05-09-2007, 12.18.55   #22
cassandra
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Scusami se non avevo capito...
Spero di non fare il bis...
Ti dico che mi piacerebbe mi fosse riconosciuto quello che faccio e quando questo non accade un po'di pretesa c'è...lo ammetto...
Ma ho superato in parte la fase in cui volevo apparire perfetta,almeno con chi mi è vicino e mi conosce tendo ad essere sincera nel bene e nel male,parlo tranquillamente dei miei difetti,scherzo sui miei limiti ed errori quando si puo'...mentre nella comunita' in cui vivo,nel sociale per intenderci,vorrei non essere bersaglio di giudizi...è qualcosa che quando mi è capitata mi ha dato un enorme fastidio,quasi insopportabile (anche perchè non ero abituata)...mi chiedo se è un problema di umilta'?
A volte ho evitato o ritardato delle esperienze per paura di eventuali critiche,mi sono limitata per sottrarmi all'occhio altrui che tante volte è severissimo e spietato...(penso lo sia anche il mio in alcuni casi),altre le ho vissute fino in fondo,ho fatto cio'che in quel momento ritenevo fosse cio'che volevo ma mai con completo distacco dalle possibili conseguenze...in effetti l'esterno mi influenza davvero costantemente!
Mi sono assunta le mie responsabilita' sempre,nella convinzione che se non provo,non conosco,sperimento, non posso sapere cosa mi piace e cosa no,dove e con chi provo soddisfazione etc.ma mi accorgo che per molti la verita' è un idea piu'che un esperienza...
Bisogna probabilmente avere il coraggio di dare qualcosa di se,rischiare quando è necessario per arrivare a conoscersi davvero per come si è...anche se si scivola ogni tanto avere la forza di rialzarsi...sbagliare in fondo non è peccato e sono proprio gli errori a determinare una crescita interiore...
Chiedo se avessi una forte autostima mi farei tutti questi problemi?...
Se ancora non ho risposto questa volta martellami tu
Mi domando anche altri cosa ne pensano...
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Vecchio 05-09-2007, 13.22.41   #23
turaz
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se mi è consentito intervenire io penso tu abbia già detto tutto.
situazione bloccante: quando ti è crollata tutta la fittizia costruzione precedente (devo essere così a tutti i costi)
tua re-azione successiva: invece di perdonare/TI e amare il tuo errore cambiando approccio hai "indurito" ancora di più la tua visione perpetrando la cosa.

ipotetica mia soluzione: perdonaTI, cambia approccio alle cose, sappi osservare il meglio in tutti senza andare oltre ciò

Un abbraccio
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Vecchio 05-09-2007, 13.35.19   #24
cassandra
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trovo interessante la tua analisi...provero'a seguire il tuo consiglio anche se non è facile cambiare approccio...in alcuni casi credo ci sia bisogno di qualcuno che ti illumini la via...ti spieghi anche come fare e non solo cosa...
un abbraccio
cassandra non è connesso  
Vecchio 05-09-2007, 14.07.29   #25
turaz
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come?
beh non c'è un metodo valido in assoluto.
ognuno ha il suo.
prova così:
ognuno fa il meglio secondo le sue possibilità
prima di tutto io.
quindi sto facendo il meglio che mi è possibile fare.

Ecco fai in modo di vivere questo pensiero.

ciauzz
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