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Vecchio 27-11-2006, 18.20.40   #1
Sole
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Predefinito I ricordi

Capita che si parli tra persone che abbiano vissuto uno stesso evento e che ognuno dei presenti dia una esposizione diversa dall'altro.. a volte del tutto opposta. Chi mente?
In realtà nessuno, ma in verità tutti.
Se proviamo a portare questo fenomeno indietro nell'infanzia di ognuno, ci accorgiamo, che parlando ad esempio con i genitori, i ricordi che abbiamo o sono da loro indotti per racconti,pensando di farceli nostri, oppure ricordiamo cose che poi i genitori negano o raccontano diversamente.
Questa cosa mi fà molto pensare sui meccanismi di difesa della mente (che mente) e che crea addirittura dei ricordi per mantenere un certo tipo di equilibrio all'interno di un personaggio che siamo abituati ad interpretare ed essere (non Essere).

Si può dire che la mente addirittura occulti alcuni ricordi a favore di altri e in un vissuto del tutto soggettivo tanto da non essere Vero.
Se addirittura non ci mettiamo d'accordo su ciò che è avvenuto un anno fà con degli amici in vacanza (è un esempio) come è possibile che sia concreto un ricordo infantile?

Quel che sono i nostri ricordi da bambini sembrano non essere altro che una serie di ricordi indotti e soprattutto rimescolati insieme a tutte le sovrastrutture e convinzioni che crescendo ci siamo fatti.

Potrebbe essere che siamo vittime dei nostri inganni?
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Vecchio 27-11-2006, 18.56.55   #2
RedWitch
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Tutti e nessuno mentono... io credo che la risposta stia qui.. se è vero che ordinariamente viviamo nella soggettività, ognuno ha il proprio modo di vivere una stessa cosa, possiamo assistere ad uno stesso evento e nel riportarlo, ognuno di noi, lo farà nel modo in cui lo ha vissuto in quel momento.. distorcendolo a modo proprio.. qui mi verrebbe da chiedere.. ma allora, cosa è reale e cosa non lo è? Ci costruiamo un mondo tutto nostro (bananopoli?)... in cui non c'è niente di oggettivo? Per esempio quando si trattava di rapporti con persone, avevo l'abitudine di ricordare solo gli accadimenti positivi, cancellando quelli che mi avevano ferita.. cancellando poi per modo di dire, perchè alla fine, ci resta tutto di ciò che sperimentiamo, solo che in alcune situazioni non vogliamo ricordarlo... quindi.. direi di sì Sole, siamo vittime dei nostri stessi inganni..
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Vecchio 27-11-2006, 20.50.11   #3
Kael
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possiamo assistere ad uno stesso evento e nel riportarlo, ognuno di noi, lo farà nel modo in cui lo ha vissuto in quel momento.. distorcendolo a modo proprio...
Già... e non solo ognuno lo vive in modo diverso dagli altri, ma anche diverso in se stessi a seconda di quale "parte" usiamo... Se io vivo ad esempio in maniera molto emotiva un dato evento, e poi rivivo lo stesso evento in maniera molto razionale, ne conserverò due ricordi del tutto differenti...

Non sto a postare tutte le immagini con cui potrei raffigurare ad esempio una piramide presa da ogni singolo punto di vista... ma è chiaro che chi la osserva solo da sotto avrà il ricordo di un quadrato, chi la osserva solo da un lato avrà il ricordo di un triangolo, chi la osserva in obliquo dal basso avrà il ricordo di un quadrato e un triangolo, e così via...



L'unico modo per averne un ricordo completo e oggettivo sarebbe quello di osservarla da tutti i punti di vista insieme, e in questo l'anello di Moebius forse può dare una mano....
__________________


Ultima modifica di Kael : 27-11-2006 alle ore 20.53.49.
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Vecchio 28-11-2006, 00.26.48   #4
MaxFuryu
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cosa è reale e cosa non lo è? Ci costruiamo un mondo tutto nostro (bananopoli?)... in cui non c'è niente di oggettivo?
è impossibile creare una copia reale degli avvenimenti nella nostra mente se già il nostro modo di percepire è soggettivo come dice Kael e non solo nel modo di essere, ma ci sono anche altri fatori: cause fisiche, abitudini a vedere solo in parte e in un certo modo, e altro...


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Quel che sono i nostri ricordi da bambini sembrano non essere altro che una serie di ricordi indotti e soprattutto rimescolati insieme a tutte le sovrastrutture e convinzioni che crescendo ci siamo fatti.
se si parla di adolescenti sicuramente sarà così, ma se si parla proprio di bambini credo che non sia sempre così: è la mancanza di esperienza, di un approccio definito verso agli altri che rende distorto il modo di vedere al momento le cose, nei bambini spesso la fantasia per quello che si ascolta o si crede di aver visto si integra nel modo di percepire, personalmente gioco spesso con i bambini, ogni tanto per farli divertire faccio credere di fare lì al momento cose particolari, in realtà senza fare nulla se non cose proprio banali, ma loro credono di aver visto chissà che.
in sostanza alcuni ricordi sono affidabili, altri li modifichiamo, altri ancora sono ricordi fedeli di fatti che abbiamo visto in modo non corretto all'epoca in cui sono avvenuti (o che non abbiamo visto proprio).
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Vecchio 28-11-2006, 10.30.18   #5
griselda
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Ci sono ricordi di prima mano e di seconda.
I primi sono nostri ce li ricordiamo e magari non ne abbiamo mai parlato con nessuno.
Quelli di seconda mano, così li definisco, sono quelli che i genitori raccontano ai bambini di continuo, col tempo diventano propri ma lo sono davvero? Sono passati attraverso la loro interpretazione e quindi falsati. Ai bambini poi piace arricchire i ricordi giocando con la fantasia e quando non si ricordano inventano. Mi accorgo inoltre che quando ricordiamo non riusciamo ad andare indietro oltre una certa età.
Quindi se sommiamo le cose cosa sono i ricordi se non qualcosa di poco veritiero? A questo punto mi domando se col tempo potremmo inventare dei ricordi? Basterebbe continuare a raccontarcela per averne di nuovi?
Come nascono i ricordi come si imprimono nella memoria? Forse il fatto di ripassarli mentalmente li registriamo, li manteniamo li al caldo, come la copertina di linus? Crediamo di essere vivi perché abbiamo dei ricordi? Mi viene in mente il film Blade Runner dove ad alcuni replicanti venivano immessi nel loro circuito dei ricordi inesistenti per far loro credere di essere umani….possibile che funziona così anche per noi? Tutto quello che continuiamo a ruminare diventa l’unico ricordo di tutto un insieme che ci siamo persi? Di cosa ci ricordiamo di fatto? Di cose belle o brutte quindi ritagli di vita che però possono condizionarla tutta. Forse sarebbe meglio non averne.
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Vecchio 28-11-2006, 11.22.38   #6
Sole
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Di cose belle o brutte quindi ritagli di vita che però possono condizionarla tutta. Forse sarebbe meglio non averne.
No Gri.. non dire così , i ricordi, soprattutto quelli falsi (purtroppo finchè sono soggettivi saranno falsi sempre e divisi in realtà distinte per momenti e soggetti, una sorta di multirealtà soggettiva anche all'interno dello stesso individuo), sono il mezzo che abbiamo per poter davvero ricercare il motivo della loro falsità.
Ad esempio, ci sono ricordi che nutrono una parte fragile di ognuno di noi, e ai quali siamo mostruosamente attaccati, sono nostri, ci appartengono, sono la nostra sofferenza ed è proprio quel particolare ricordo o tanti insieme che fanno si che non ci si distacchi mai dalla "vittima" o "carnefice" che c'è in noi (è un esempio...).
Continuare a nutrire con sentimenti di chiusura o negativi (ma anche positivi: illudersi di una situazione bella quando invece sono solo nostri desideri=bisogni=mancanze.. e torniamo alla sofferenza) quel ricordo fà in modo di alimentare la soggettività e la falsità dello stesso.
Sforzarsi di ricercare una realtà parallela è il modo di rendersi liberi da quella situazione. Il ricordo è il mezzo, senza di lui, senza la nostra vita, senza le nostre esperienze soggettive non sarebbe mai possibile. Il "come" lo ha descritto Kael (che ha il dono della sintesi, beato lui!!!).
Divertendosi a scambiare in noi stessi i personaggi che assistono al ricordo alla fine lo avremo vissuto in tre, quattro.. anche solo una maniera diversa.
La somma di tutte le diverse esperienze del ri-vivere, forse, daranno la Verità del Fatto. Sicuro comunque faranno una luce diversa sulla questione, che si avvicinerà molto più all'oggettivo.
La Piramide di Kael.


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Vecchio 07-12-2006, 19.09.00   #7
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No Gri.. non dire così , i ricordi, soprattutto quelli falsi (purtroppo finchè sono soggettivi saranno falsi sempre e divisi in realtà distinte per momenti e soggetti, una sorta di multirealtà soggettiva anche all'interno dello stesso individuo)
Beh falsi è impreciso, per quella persona sono veri, comunque si capisce cosa volevi dire, la mia era solo una precisazione pignoleggiante strisciante
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Vecchio 09-12-2006, 19.40.05   #8
Sole
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Beh falsi è impreciso, per quella persona sono veri, comunque si capisce cosa volevi dire, la mia era solo una precisazione pignoleggiante strisciante

Bene facesti!

In effetti chiamare i ricordi soggettivi falsi fà cadere tutto il dire. Non è falso perchè non reale, ma è reale nei limiti della capacità di ognuno di viverlo per se stesso.
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Vecchio 06-01-2007, 16.34.45   #9
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Mi sono sempre chiesto come mai le persona anziane ricordano le poesie delle elementari e non quello che hanno mangiato a pranzo
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Vecchio 08-01-2007, 14.30.28   #10
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Mi sono sempre chiesto come mai le persona anziane ricordano le poesie delle elementari e non quello che hanno mangiato a pranzo
Forse perchè c'è un invecchiamento delle cellule e del funzianamento della memoria e questo permette un riaffiorare di ciò che è cristallizzato in noi? boh...

I ricordi dell'infanzia sono quelli che ci formano e marchiano a vita, se nn si recuperano in qualche modo.
Nell'anziano vedo una sorta di abbandono a ciò che la vita è stata, senza più nessuna resistenza al ricordo doloroso antico .. perchè c'è una maggiore comprensione forse... la saggezza dell'anziano.
Non gli importa più di lottare di dimostrare e sta in una sorta di rilassatezza.
Forse questo gli consente di nn bloccare più il suo passato e riaccedervi con serenità lasciandolo scorrere..
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Vecchio 08-01-2007, 14.44.26   #11
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Mi sono sempre chiesto come mai le persona anziane ricordano le poesie delle elementari e non quello che hanno mangiato a pranzo
Bella domanda Mamer.
Forse perchè il bambino è completamente aperto al mondo, è vivo e gioiosamente curioso, tanto che la sua Coscienza permette ai ricordi di essere "impressi" a fondo nella sua Anima, indelebilmente... Mentre l'anziano/chiuso/stanco/svogliato, per quanto riceva dalla vita sempre le stesse impressioni del bambino, queste ultime semplicemente gli scivolano di dosso e non lasciano che un impressione flebile, destinata a non durare...
La Memoria in fondo è un fatto di Coscienza. Qualunque gesto, anche il più banale, se fatto con totale presenza di sè, durerà ben più a lungo che se fatto distrattamente. Più siamo aperti/curiosi/vivi, tanto più creeremo una copia in noi, nella Coscienza.

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Vecchio 08-01-2007, 20.21.52   #12
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Grazie delle risposte, però ancora qualcosa mi sfugge in base a quello che ho osservato.
Io non ricordo le poesie delle elementari, non tutte almeno, mi chiedo se da vecchio le ricorderò, mi chiedo se quei vecchi di cui parlavo se le ricordavano, mi chiedo se ci sia altro oltre quello che mi avete gentilmente risposto, io non lo so, però ho questa sensazione, forse sbaglio.
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Vecchio 09-01-2007, 01.12.08   #13
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Visione poetica?

Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
indovinello da settimana enigmistica: se ho dell'acqua che non so dove mettere, non ho contenitori... ma ho la possibilità di controllare il calore come faccio per conservarla?

Per oggi più che la visione poetica non mi viene e poi siamo in psicologia....
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Vecchio 09-01-2007, 02.47.43   #14
Ray
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Non ho la più vaga idea se la soluzione che propongo all'indovinello è corretta, però, nel caso che sia giusta, se tu che stai leggendo non vuoi sentirla perchè preferisci pensarci da solo, salta la parte più chiara.

La mia idea è di mettere una fonte di calore regolabile (un focherello tipo) sotto la brocca. Tenendo la fiamma bassa e costante scaldo soprattutto l'acqua che sta sotto. Devo stare attento a non bollire però, ma questo se trovo la teperatura giusta mi è garantito dall'acqua che continua ad entrare.

L'acqua sotto che si riscalda sale e quindi scende la fredda che sta sopra, la quale a sua volta si scalderà mentre quella calda si raffredda. Così, oltre a starcene molta di più (ma non infinita) miglioro anche la qualità del sistema, dato che ogni particella di acqua passerà prima o poi per ogni punto della brocca (non solo non perdo ricordi ma anche accedo a tutti)... inoltre tengo la brocca pulita e l'acqua nn ristagna... certo, serve un costante apporto di energia...

Ultima modifica di Ray : 09-01-2007 alle ore 02.52.27.
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Vecchio 09-01-2007, 09.47.41   #15
Grey Owl
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Visione poetica?

Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
indovinello da settimana enigmistica: se ho dell'acqua che non so dove mettere, non ho contenitori... ma ho la possibilità di controllare il calore come faccio per conservarla?

Per oggi più che la visione poetica non mi viene e poi siamo in psicologia....
In fatto di poesia posso dire la mia...
Come acqua i ricordi scrorrono...
Passati e mai dimenticati albergano in noi...
Contenitori sensibili di fluidi magnifici...
Alla passione di un tempo i vapori salgono...
Raffreddati dal tempo cadono come lacrime su di noi...
Flussi e riflussi... ricordi... immagini mai morte...
Circoli completi... maree e risacche... mare eterno... naufrago in me.
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Vecchio 09-01-2007, 10.27.13   #16
griselda
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Capita che si parli tra persone che abbiano vissuto uno stesso evento e che ognuno dei presenti dia una esposizione diversa dall'altro.. a volte del tutto opposta. Chi mente?
In realtà nessuno, ma in verità tutti.
Se proviamo a portare questo fenomeno indietro nell'infanzia di ognuno, ci accorgiamo, che parlando ad esempio con i genitori, i ricordi che abbiamo o sono da loro indotti per racconti,pensando di farceli nostri, oppure ricordiamo cose che poi i genitori negano o raccontano diversamente.
Questa cosa mi fà molto pensare sui meccanismi di difesa della mente (che mente) e che crea addirittura dei ricordi per mantenere un certo tipo di equilibrio all'interno di un personaggio che siamo abituati ad interpretare ed essere (non Essere).

Si può dire che la mente addirittura occulti alcuni ricordi a favore di altri e in un vissuto del tutto soggettivo tanto da non essere Vero.
Se addirittura non ci mettiamo d'accordo su ciò che è avvenuto un anno fà con degli amici in vacanza (è un esempio) come è possibile che sia concreto un ricordo infantile?

Quel che sono i nostri ricordi da bambini sembrano non essere altro che una serie di ricordi indotti e soprattutto rimescolati insieme a tutte le sovrastrutture e convinzioni che crescendo ci siamo fatti.

Potrebbe essere che siamo vittime dei nostri inganni?
Ho sempre ricordato degli avvenimenti della mia vita i lati positivi. Però ricordo anche che in me avviene un movimento strano, accomodo i ricordi.
Ovvero in quel momento in cui vivo ad esempio qualcosa di emotivamente forte sto male e soffro quindi cerco poi razionalmente di aggiustarlo per stare meno male.
Lo ripasso mentalmente do giustificazioni a cose fatti e personaggi, così posso stando meno male continuare a vivere decentemente? (tipo e tutti vissero felici e contenti) ( mi prendo per il c..o?)
È questo che avviene, ci aggiustiamo i ricordi se ci hanno scosso emotivamente? Chi fa questo è sbilanciato dalla parte emotiva?
Conosco invece una persona che degli stessi ricordi ha, credo, una visione razionale, perché quando parliamo dello stesso ricordo che abbiamo condiviso lui ricorda i tutti gli aspetti ma sottolinea quelli che ha vissuto negativamente come a tutelarsi per il futuro affinché ciò che ha vissuto non si ripeta. Questa persona vive in allerta pericolo mentre io non tenendo conto di ciò che ho vissuto veramente ma solo della trasformazione del ricordo in “qualcosa che non mi faccia continuare a stare male” non imparo quell’allerta?
Se così fosse si potrebbe persino comprendere perché a volte non ci si capisce e non si capiscono i comportamenti altrui.
Qualcuno mi da una mano a capire quello che ho scritto per favore (sempre che si capisca)?

griselda non è connesso  
Vecchio 09-01-2007, 10.57.28   #17
RedWitch
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Visione poetica?

Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
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Per oggi più che la visione poetica non mi viene e poi siamo in psicologia....
Se trovo il modo di scaldare la brocca in tutti i punti, uno dietro l'altro, (ma non solo dal basso, non vedo come dice Ray il fuoco sotto la brocca, ma una concentrazione di calore in tutti i punti).. ci sarà un momento in cui tutta l'acqua nella brocca sarà calda.. l'acqua scorre meglio, dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso in circolo.. non ci sarà nessun punto in cui l'acqua è fredda, nessun ricordo "cristallizzato", ma sempre in movimento... devo riuscire a "muovermi" in tutta la brocca, e più velocemente lo faccio e più riuscirò ad avere memoria di tutti i ricordi contenuti nella brocca.. ci sta?
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Vecchio 09-01-2007, 12.14.27   #18
griselda
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Ho sempre ricordato degli avvenimenti della mia vita i lati positivi. Però ricordo anche che in me avviene un movimento strano, accomodo i ricordi.
Ovvero in quel momento in cui vivo ad esempio qualcosa di emotivamente forte sto male e soffro quindi cerco poi razionalmente di aggiustarlo per stare meno male.
Lo ripasso mentalmente do giustificazioni a cose fatti e personaggi, così posso stando meno male continuare a vivere decentemente? (tipo e tutti vissero felici e contenti) ( mi prendo per il c..o?)
È questo che avviene, ci aggiustiamo i ricordi se ci hanno scosso emotivamente? Chi fa questo è sbilanciato dalla parte emotiva?
Conosco invece una persona che degli stessi ricordi ha, credo, una visione razionale, perché quando parliamo dello stesso ricordo che abbiamo condiviso lui ricorda i tutti gli aspetti ma sottolinea quelli che ha vissuto negativamente come a tutelarsi per il futuro affinché ciò che ha vissuto non si ripeta. Questa persona vive in allerta pericolo mentre io non tenendo conto di ciò che ho vissuto veramente ma solo della trasformazione del ricordo in “qualcosa che non mi faccia continuare a stare male” non imparo quell’allerta?
Se così fosse si potrebbe persino comprendere perché a volte non ci si capisce e non si capiscono i comportamenti altrui.
Qualcuno mi da una mano a capire quello che ho scritto per favore (sempre che si capisca)?

Mi auto cito
Elucubrazioni.
Pensavo che se con l’andare del tempo la brocca si riempie sino all’orlo e non ci sta più nulla, quindi i nuovi ricordi non ci stanno, non entrano, non rimangono. Però questa azione fa si che il superfluo esca ma allo stesso tempo agiti il fondo che fa salire il vecchio. Questo vecchio però, sarà, essendo stato impresso da bambini, molto più pesante rispetto al leggero che è il ricordo creato dal ragionamento di cui parlavo prima, essendo la velatura del vero ricordo. Andando via il velo l’anziano ha dei ricordi veri e da li una discrepanza ed una reazione molto diversa da quella che avevano prima. Il ricordo della poesia ma anche la realtà su esperienze che prima aveva velato per accettarle.
Quindi se io lavorando potessi prima di diventare vecchio lavorare con il calore e togliere la velatura inutile potrei fare spazio per ricordi veri e non gonfiati e ci sarebbe posto per tutti i ricordi ma soprattutto più veritieri. Se imparo a sopportare il peso di quell’acqua non avrò bisogno di trovare un digestivo da aggiungere che occuperebbe spazio utile che andrebbe sprecato.
Po esse?
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Vecchio 09-01-2007, 17.42.34   #19
jezebelius
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Visione poetica?

Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
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Posso optare per una differenza di calore?
Tipo...rendo la brocca calda in maniera uniforme, e quindi il calore interesserà il contenitore che portato ad una certa temperatura farebbe si che della memoria, appunto dell'acqua, rimanga solo l'essenza della informazione.
Al contrario, se ho al " possibilità" di regolare il calore nulla mi vieta che lo possa portare al suo opposto, quindi al freddo.
Il freddo all'apice( quindi prima che l'acia arrivi nella brocca) farebbe in modo di " rallentare" l'acqua nel momento in cui questa scende dall'alto.
Cadrebbe insomma più lentamente, quasi immobile, mentre a contatto con la brocca si scioglierebbe salendo man mano, poichè più fluida.
In questo modo l'acqua che viene dall'alto riuscirebbe ad entrare e non disperdersi uscendo dall'orlo...mentre quella che " era" in basso viene spinta fuori...
Insomma rallento l'ingresso e faccio in modo che lòa fuoriuscita sia veloce....appunto per differenza di temperatura.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 09-01-2007, 22.21.12   #20
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Una considerazione un po' slegata...

Tornando alla domanda "come posso conservare dell'acqua senza un contenitore ma controllando il calore" viene da dire ghiacciandola. In questo modo, diventando solida, ha una forma sua e non mi serve un contenitore... potei conservarla fuori dalla brocca.

Se consideriamo la metafora è un po' quello che facciamo tutti, ghiacciamo i ricordi fuori dalla brocca... in foto, scritti, diari, oggetti e via così. Poi, quando queste cose ci passano in mano e ci ricordiamo di quel che contengono, ecco che si sciolgono (la sensazione è proprio quella) e in qualche modo "riviviamo" l'esperienza ghiacciata. Il calore per sciogliere lo forniamo noi.

Di solito però poi ri-ghiacciamo il ricordo e lo rimettiamo via, spesso rimettendo nell'oggetto parte o tutto quel che ci avevamo messo in precedenza. Ci sfugge che, una volta sciolto, possiamo invece recuperare quel che vi avevamo ghiacciato allora (sentimenti, emozioni, sensazioni... insomma energia), un po' il meccanismo di cui si discuteva qui.
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Vecchio 10-01-2007, 11.19.47   #21
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Visione poetica?

Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
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Intanto rispondo a te, la brocca mi sembrerebbe logica ma ci devo pensare, per l'indovinello provo a leggere con calma quello che hanno scritto gli altri, perchè ho capito poco quello che intendi.
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Vecchio 10-01-2007, 15.18.48   #22
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Se la nostra memoria fosse l'acqua di un brocca, arrivata vicino al colmo inizierebbe ad uscire... con quella che continua a entrare che andando verso il fondo fa uscire quella recente, allo stesso tempo muove facendo venire su quella sotto, immaginate il movimento?
potrei continuare su come non sprecare quella che esce....
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Se l'acqua contenesse sale sarebbe facile. Quindi domando ma quell'acqua è salata?
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Vecchio 10-01-2007, 17.53.00   #23
Uno
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Una considerazione un po' slegata...

Tornando alla domanda "come posso conservare dell'acqua senza un contenitore ma controllando il calore" viene da dire ghiacciandola. In questo modo, diventando solida, ha una forma sua e non mi serve un contenitore... potei conservarla fuori dalla brocca.
Ho deciso che dopo la risposta di Grii sarà meglio metter fine a questo scempio....
Il discorso si può (e si dovrebbe) allargare molto, si collega anche al thread anima, quindi qui per diversi motivi non potrò essere esaustivo, comunque prossimamente riaccorpo tutto in un'articoletto.

Jez per primo ha fatto una "scoperta": se ho al " possibilità" di regolare il calore nulla mi vieta che lo possa portare al suo opposto, quindi al freddo e Posso optare per una differenza di calore cose fondamentali ma poi si è perso...

Ray ha trovato la soluzione ma non l'ha completata, e non l'ha legata alla realtà

la temperatura come tutto è relativa allo stato principalmente poi al luogo ed altro, se io apro il forno con un dolce dentro a... (booh 200?) gradi e fuori ci sono 22 gradi il dolce si sgonfia, i 22 gradi non sono freddo per noi normalmente, ma rispetto ai 200 si. Quindi se io da uno stato vibratorio minore volessi mantenermi in uno stato vibratorio maggiore sentirei caldo, per questo affermavo in altri posti che dal nostro punto di vista se esistessero come luoghi il paradiso sarebbe caldo e l'inferno sarebbe freddo, ma se io avessi raggiunto in maniera stabile quello stato vibratorio maggiore, anzi se mi stessi spingendo oltre, gli stati minori sarebbero in confronto freddi.... da li il "ghiacciare" che poi è collegato al cristallizzare etc....
Se la brocca si ghiaccia l'aumento di pressione la fa scoppiare.... quindi la forma rimane ma cambia l'involucro che è formato dalla stessa sostanza, l'acqua che continua ad arrivare continua a riempire la brocca sull'altra vibrazione.... ma in un continuo flusso verso la ghiacciatura
Ci sono fattori che la visone poetica non rende.... (e neanche parole semplici) continuano ad esistere l'intervallo vibratorio in cui la brocca esiste insieme a quello in cui si frantuma (ghiacciata dipende da che parte si guarda, fin dove si arriva a vedere), per un certo periodo, intervallo appunto, se poi la vibrazione aumentasse ancora la brocca sparirebbe frantumata appunto.....
Cercherò di metterla più chiara in un pezzo più lungo, magari con dei disegni, scusate i miei limiti.
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Vecchio 12-01-2007, 15.18.08   #24
Kael
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Quindi si tratterebbe di essere "caldi" dentro (al centro) e "freddi" fuori..
Così che i ricordi ghiacciati facciano da contenitore, e si "autocontengano" più contenere anche i ricordi in forma liquida dentro... in questo modo, imparando a ghiacciare i ricordi, possiamo costruire all'infinito la brocca di ghiaccio, facendola diventare grande e capiente quanto vogliamo.

Cristallizzare (cristalli di ghiaccio) un ricordo, credo sia un atto di coscienza. Coagularlo insieme in maniera permanente e definitiva, stando però sempre ben attenti a farlo ai bordi della brocca... Se lo facciamo al "centro" della brocca (come spesso accade) creiamo un blocco che non ci permette di restare aperti al flusso del nuovo, non c'è più spazio nella brocca e i ricordi traboccano subito fuori, dopo un breve tragitto in superficie...
Invece bisognerebbe avere il tempismo giusto per attendere che i ricordi facciano tutto il giro, entrino al centro, vadano a "fondo", e solo all'ultimo momento, quando stanno risalendo dai lati, un attimo prima che trabocchino, ghiacciarli in modo da "alzare" ulteriormente i bordi della brocca.
Ma se al centro e dentro si resta "caldi", tale rischio non si corre, e ci sarà sempre un flusso in entrata che "smuoverà" il contenuto della brocca impedendogli di ristagnare e di diventare "viziato"...
__________________


Ultima modifica di Kael : 12-01-2007 alle ore 15.20.16.
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Vecchio 12-01-2007, 21.46.58   #25
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si, ripasso, ho capito che significa 2012, l'anno in cui capirò questa cosa
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