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Vecchio 13-03-2009, 11.01.04   #1
Uno
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Predefinito Quanto è facile attaccar briga.... quanto è difficile far amicizia

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Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello.
Il lupo era più a monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?"
L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie". Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò.
Storiella che però rispecchia bene la realtà, se uno vuole, se uno ce l'ha su con qualcuno, qualcosa troverà sempre per litigare, se non trova nulla può sempre inventarlo.
Al contrario se due volessero incontrarsi è molto più difficile, addirittura c'è pudore nell'avvicinarsi o a mostrar simpatia a qualcuno che non si conosce. Razionalmente c'è il non voler mostrare il fianco, la paura che l'altro si approfitti, ma è tutto qui?
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Vecchio 13-03-2009, 13.25.16   #2
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Storiella che però rispecchia bene la realtà, se uno vuole, se uno ce l'ha su con qualcuno, qualcosa troverà sempre per litigare, se non trova nulla può sempre inventarlo.
Al contrario se due volessero incontrarsi è molto più difficile, addirittura c'è pudore nell'avvicinarsi o a mostrar simpatia a qualcuno che non si conosce. Razionalmente c'è il non voler mostrare il fianco, la paura che l'altro si approfitti, ma è tutto qui?
Ai miei tempi per litigare bastava un "cos'hai da guardare" tipica scusa per attacar briga.
Per fare amicizia la cosa che frena di più, oltre quello detto sopra per me è la paura di esser rifiutati.
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Vecchio 13-03-2009, 14.45.38   #3
Ray
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Per fare amicizia la cosa che frena di più, oltre quello detto sopra per me è la paura di esser rifiutati.
Ovvero che non venga restituito ciò che si è dato.

In entrambi i casi, sia nell'attaccar briga sia nel cercare amicizia, c'è un'apertura verso l'altro volta a prendere/ottenere qualcosa. Nel caso dell'attacar briga però ciò che si è aperto è la bodcca per mordere... non c'è timore che l'altro rifiuti, anche se un vero rifiuto (che non è timorosa fuga) spesso mette in scacco l'attaccabrighe.

Nel caso del contatto amicale, c'è sempre un'apertura, un offrire qualcosa. La prima difficoltà è quindi data dal mettere in gioco qualcosa di nostro, che si porta dietro il freno di quello che inconsciamente vorremmo indietro. Il rifiuto comporta comunque la perdita, magari parziale, di quanto si è offerto.
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Vecchio 13-03-2009, 15.21.54   #4
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Ovvero che non venga restituito ciò che si è dato.

In entrambi i casi, sia nell'attaccar briga sia nel cercare amicizia, c'è un'apertura verso l'altro volta a prendere/ottenere qualcosa. Nel caso dell'attacar briga però ciò che si è aperto è la bodcca per mordere... non c'è timore che l'altro rifiuti, anche se un vero rifiuto (che non è timorosa fuga) spesso mette in scacco l'attaccabrighe.

Nel caso del contatto amicale, c'è sempre un'apertura, un offrire qualcosa. La prima difficoltà è quindi data dal mettere in gioco qualcosa di nostro, che si porta dietro il freno di quello che inconsciamente vorremmo indietro. Il rifiuto comporta comunque la perdita, magari parziale, di quanto si è offerto.
Mi pare che in entrambi ci sia uno scambio di energie.
Il primo ha qualcosa da dare ed è disposto a prendere quindi a scambiare.
Il secondo quello che attacca briga ne ha bisogno pure lui di nutrimento e l'unico che ha imparato è quello o l'unico che lo nutre. E' un modo anche questo deviato di scambiare?
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Vecchio 13-03-2009, 15.29.56   #5
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Mi pare che in entrambi ci sia uno scambio di energie.
Il primo ha qualcosa da dare ed è disposto a prendere quindi a scambiare.
Il secondo quello che attacca briga ne ha bisogno pure lui di nutrimento e l'unico che ha imparato è quello o l'unico che lo nutre. E' un modo anche questo deviato di scambiare?
Beh, attaccar briga e litigare mi pare un modo deviato si, anche se molto in voga.
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Vecchio 13-03-2009, 15.50.12   #6
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Ovvero che non venga restituito ciò che si è dato.
Però c'è chi questo problema non se lo fa, quale è allora la differenza tra l'uno e l'altro?
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Vecchio 13-03-2009, 20.22.09   #7
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Però c'è chi questo problema non se lo fa, quale è allora la differenza tra l'uno e l'altro?
Secondo me dipende dal motivo per cui si va a fare conoscenza, esempio se va a fare conoscenza un venditore ad esempio, a lui importa poco di essere cacciato o di fare una figuracia, diverso se un ragazzo va a fare amicizia con una ragazza per altri motivi.
Io sono il tipo che ama fare conoscenze, non con il fine di avere amici, ma mi diverte la cosa in se stessa (su questa storia ho delle riflessioni, ma le scriverò in esperienze) però quello che penso maggiormante è che si va a fare amicizia per avere qualcosa in cambio, ma la persona che si va a conoscere, se non ci sa fare, oppure se è timida, è costretta a ricevere tutto quello che gli si viene dato senza che abbia possibilità di scelte.
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Vecchio 13-03-2009, 20.51.26   #8
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Secondo me dipende dal motivo per cui si va a fare conoscenza, esempio se va a fare conoscenza un venditore ad esempio, a lui importa poco di essere cacciato o di fare una figuracia, diverso se un ragazzo va a fare amicizia con una ragazza per altri motivi.
Io sono il tipo che ama fare conoscenze, non con il fine di avere amici, ma mi diverte la cosa in se stessa (su questa storia ho delle riflessioni, ma le scriverò in esperienze) però quello che penso maggiormante è che si va a fare amicizia per avere qualcosa in cambio, ma la persona che si va a conoscere, se non ci sa fare, oppure se è timida, è costretta a ricevere tutto quello che gli si viene dato senza che abbia possibilità di scelte.
anch'io sono spinta a fare amicizia, parola forse troppo complessa, meglio dire conoscenza, mi piace dialogare con chi incontro, spesso anche solo un saluto a chi incrocio per le scale o in ascensore, a volte capita che gli altri non rispondano o siano un pò infastiditi, tuttavia spesso si trovano persone disposte a scambiare parole, a dire qualcosa in più di loro, non mi sembra di chiedere qualcosa in cambio a meno che non si intenda il ricevere un sorriso, un ringraziamento o un augurio, il più delle volte vicendevole

sto analizzzando questo modo di fare e penso che possa essere considerato come una gratificazione del nostro io, una richiesta di approvazione, un riconoscimento di essere accettati... tuttavia male non fa
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Vecchio 14-03-2009, 00.28.02   #9
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anch'io sono spinta a fare amicizia, parola forse troppo complessa, meglio dire conoscenza, mi piace dialogare con chi incontro, spesso anche solo un saluto a chi incrocio per le scale o in ascensore, a volte capita che gli altri non rispondano o siano un pò infastiditi, tuttavia spesso si trovano persone disposte a scambiare parole, a dire qualcosa in più di loro, non mi sembra di chiedere qualcosa in cambio a meno che non si intenda il ricevere un sorriso, un ringraziamento o un augurio, il più delle volte vicendevole

sto analizzzando questo modo di fare e penso che possa essere considerato come una gratificazione del nostro io, una richiesta di approvazione, un riconoscimento di essere accettati... tuttavia male non fa
Eppure implicitamente chiediamo sempre qualcosa in cambio, spesso sorrisi o ringraziamenti come dici, ma pur sempre qualcosa in cambio. D'altra parte anche offriamo... come si diceva in altri tread, quel che cerchiamo è lo scambio, il muovere.
In linea di massima, quando ci avviciniamo "con le buone" o con buone intenzioni, siamo disposti ad accettare che l'altro non ci dia nulla, o perlomeno prendiamo in considerazione la cosa, mentre se avviciniamo per attaccar briga vogliamo prendere e basta, l'altro non è considerato.

Anche essere accettati o approvati è chiedere qualcosa, tra l'altro non poco, dato che si tratta della soddisfazione di un nostro bisogno.

Le cose cambiano immagino, quando riusciamo anche solo per una volta, per un secondo, ad offrire davvero gratis (qualche moto d'anima può essere capitato a molti in determinati casi). In questo caso non abbiamo paure di sorta, non ci importa se veniamo respinti, non ci pensiamo neanche. E direi pure che è quasi impossibile che avvenga... e anche se avviene, per uno strano fattore jolly, non perdiamo nulla.

Ribaltando il discorso, possiamo pensare alla timidezza o altre forme di difficoltà ad avvicinare, come ad un grosso timore di perdere quel che ci si deve giocare e ad una scarsa disponibilità a mettere in gioco, quindi una scarsa fiducia nell'altro, e un particolare attaccamento al nostro, oltre che ad una nascosta alta opinione sempre di questo nostro. Il che accomuna i timidi agli attaccabrighe da un certo punto di vista...
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Vecchio 14-03-2009, 00.42.18   #10
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Ribaltando il discorso, possiamo pensare alla timidezza o altre forme di difficoltà ad avvicinare, come ad un grosso timore di perdere quel che ci si deve giocare e ad una scarsa disponibilità a mettere in gioco, quindi una scarsa fiducia nell'altro, e un particolare attaccamento al nostro, oltre che ad una nascosta alta opinione sempre di questo nostro. Il che accomuna i timidi agli attaccabrighe da un certo punto di vista...
Concordo sulla scarsa fiducia nell'altro ma non molto con quello che ho nerettato, non sempre perlomeno.

Alle volte non permettere agli altri di avvicinarsi dipende dalla profonda certezza di deludere, o una sicura serie di esperienze negative che fanno pensare che l'altro ci troverebbe fallaci in un amen.

Questa non credo sia alta opinione di sè, anzi,al massimo può esserci la ricerca del riconoscimento ma non cerchi una cosa che già hai...non so se riesco ad esprimermi bene.

Quando qualcuno ha un'alta opinione del suo può isolarsi dagli altri perchè li reputa non in grado di capirlo ma credo sia più arroganza, sufficienza che timidezza.


Pensando alla domanda iniziale di Uno io credo che sia più difficile fare amicizia che attaccar briga perchè in qualche modo il gesto amicale (l'amicizia è una cosa ben più complessa) comporta una sorta di legame con l'altro, anche se breve, si parlava di condivisione, di scambio parlando di abbracci.
Uno scmbio profondo e..non mi viene un termine migliore...alla pari...mentre quando si attacca briga c'è una rapida conquista di energia, si provoca, si piglia, si consuma.
In effetti se ci pensate un bel sorriso gratifica molto più a lungo di una litigata in cui siamo magari riusciti ad avere la meglio.

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Vecchio 14-03-2009, 00.57.54   #11
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Eppure implicitamente chiediamo sempre qualcosa in cambio, spesso sorrisi o ringraziamenti come dici, ma pur sempre qualcosa in cambio. D'altra parte anche offriamo... come si diceva in altri tread, quel che cerchiamo è lo scambio, il muovere.
In linea di massima, quando ci avviciniamo "con le buone" o con buone intenzioni, siamo disposti ad accettare che l'altro non ci dia nulla, o perlomeno prendiamo in considerazione la cosa, mentre se avviciniamo per attaccar briga vogliamo prendere e basta, l'altro non è considerato.

Anche essere accettati o approvati è chiedere qualcosa, tra l'altro non poco, dato che si tratta della soddisfazione di un nostro bisogno.

Le cose cambiano immagino, quando riusciamo anche solo per una volta, per un secondo, ad offrire davvero gratis (qualche moto d'anima può essere capitato a molti in determinati casi). In questo caso non abbiamo paure di sorta, non ci importa se veniamo respinti, non ci pensiamo neanche. E direi pure che è quasi impossibile che avvenga... e anche se avviene, per uno strano fattore jolly, non perdiamo nulla.

Ribaltando il discorso, possiamo pensare alla timidezza o altre forme di difficoltà ad avvicinare, come ad un grosso timore di perdere quel che ci si deve giocare e ad una scarsa disponibilità a mettere in gioco, quindi una scarsa fiducia nell'altro, e un particolare attaccamento al nostro, oltre che ad una nascosta alta opinione sempre di questo nostro. Il che accomuna i timidi agli attaccabrighe da un certo punto di vista...
mi puoi fare un esempio di quando pensi che agiamo senza alcun fine? mi è capitato di occuparmi di qualcuno in difficoltà, causa incidenti stradali o malori, e ti assicuro che in quel momento i pensieri erano rivolti unicamente ad agire per soccorrere.

per la timidezza penso che è un sentimento che potrebbe nascere dall'alta considerazione del sè e dunque non ci si espone per paura di essere giudicati male o per paura di non fare buona figura, il timido nasconde un grande orgoglio, un forte senso dell'io che solo con il tempo, confrontandosi con gli altri, comprendendo di non essere al centro del'universo, prende coscienza dei limiti degli altri e dei suoi e dunque si espone di più, il processo di tale maturazione dovrebbe avvenire nell'adolescenza, certo se si protrae potrebbe non avvenire mai
non capisco l'atteggiamento di colui che attacca briga, pretestuosamente, tanto per una catarsi interiore, è una aggressività strana....a me capita di diventare aggressiva se mi sento offesa ingiustamente, magari poi hanno anche ragione ma lo devo comprendere, affronto subito la questione non do il tempo di far sedare l'animo sono Ot
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Vecchio 14-03-2009, 00.58.51   #12
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Cosa spinge una persona a litigare? La necessità di sfogare una rabbia interiore.
Ho visto spesso questa dinamica sul posto di lavoro, un collega pressato dal lavoro accumula tensione, la prima persona che gli si avvicina diventa il suo bersaglio per riversargli tutta la sua rabbia. Litigare è un modo per riversare nell'altra persona tutta la tensione accumulata. Serve la persona giusta per litigare, in genere il debole che non reagisce.

Conosco un collega che non riesce astenersi dal salutare tutte le persone che incontra, persone che vede ogni giorno. Sempre allegro e con una battuta (anche quando non è dell'umore giusto). Una volta gli chiesi come mai fosse così attento nel cercare gli sguardi ed i saluti di tutte le persone che incontrava sul luogo di lavoro e lui mi disse che senza la conferma degli altri lui non si vedeva. Lui "regala" un sorriso ed un saluto per ricevere conferme esterne di quanto sia "generoso". Osservando bene questo modo si nota come lui prende dagli altri quello che vuole sentirsi dire, crea un incontro felice per prendere un'immagine riflessa di lui felice e rassicurante.

L'incontro senza una reale necessità di avere qualcosa in cambio è rarissimo.
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Vecchio 14-03-2009, 01.00.33   #13
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Quando qualcuno ha un'alta opinione del suo può isolarsi dagli altri perchè li reputa non in grado di capirlo ma credo sia più arroganza, sufficienza che timidezza.

Questo si, ma io dicevo all'inverso, ossia che il timido nasconde un'alta opinione di se, stile la volpe e l'uva, ma bon forse non sarà sempre.
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Vecchio 14-03-2009, 01.01.30   #14
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non mi sono accorta della risposta di dafne , ci siamo quasi sovrapposte, pardon!
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Vecchio 14-03-2009, 01.03.52   #15
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mi puoi fare un esempio di quando pensi che agiamo senza alcun fine? mi è capitato di occuparmi di qualcuno in difficoltà, causa incidenti stradali o malori, e ti assicuro che in quel momento i pensieri erano rivolti unicamente ad agire per soccorrere.
Si, questo può essere un esempio di quel che intendevo. Anche se magari dura poco e dopo che l'altro sta bene iniziamo ad aspettarci gratitudine, per un attimo magari abbiamo agito gratis. In quei casi non siamo timidi, non abbiamo paura di perdere qualcosa o di non venire riconosciuti, e strana cosa andiamo via carichi anche se l'altro non sa nemmeno che qualcuno l'ha soccorso...
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Vecchio 14-03-2009, 01.25.58   #16
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Si, questo può essere un esempio di quel che intendevo. Anche se magari dura poco e dopo che l'altro sta bene iniziamo ad aspettarci gratitudine, per un attimo magari abbiamo agito gratis. In quei casi non siamo timidi, non abbiamo paura di perdere qualcosa o di non venire riconosciuti, e strana cosa andiamo via carichi anche se l'altro non sa nemmeno che qualcuno l'ha soccorso...
forse una punta di riconoscenza ce l'aspettiamo ma è un sentimento che dura poco perchè in genere non gli lasci neppure il nominativo, niente, sei un volto sconosciuto che per un frangente fortuito l'ha tenuto sollevato tra le braccia, fecendolo parlare, coprendolo con una giacca e poi svanisci, a te rimane solo la sensazione di benessere, (egoistico?) di aver dato aiuto ad un essere umano
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Vecchio 14-03-2009, 01.36.52   #17
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Cosa spinge una persona a litigare? La necessità di sfogare una rabbia interiore.
Ho visto spesso questa dinamica sul posto di lavoro, un collega pressato dal lavoro accumula tensione, la prima persona che gli si avvicina diventa il suo bersaglio per riversargli tutta la sua rabbia. Litigare è un modo per riversare nell'altra persona tutta la tensione accumulata. Serve la persona giusta per litigare, in genere il debole che non reagisce.

Conosco un collega che non riesce astenersi dal salutare tutte le persone che incontra, persone che vede ogni giorno. Sempre allegro e con una battuta (anche quando non è dell'umore giusto). Una volta gli chiesi come mai fosse così attento nel cercare gli sguardi ed i saluti di tutte le persone che incontrava sul luogo di lavoro e lui mi disse che senza la conferma degli altri lui non si vedeva. Lui "regala" un sorriso ed un saluto per ricevere conferme esterne di quanto sia "generoso". Osservando bene questo modo si nota come lui prende dagli altri quello che vuole sentirsi dire, crea un incontro felice per prendere un'immagine riflessa di lui felice e rassicurante.

L'incontro senza una reale necessità di avere qualcosa in cambio è rarissimo.
riflettendo su quanto dici della lite hai sicuramente ragione, lo stress spesso ci spinge ad aggredire anche chi in quel momento non c'entra niente, ma l'attaccabrighe va cercando la lite, la provoca, secondo me ha un atteggiamento diverso, cerca di proposito un capro espiatorio

il secondo esempio che porti mi sembra un pò eccessivo, quasi maniacale, la persona non riesce ad astenersi dal salutare tutti....comunque benvengano persone di questo tipo, non ho capito bene perchè lo farebbero secondo te, ma di certo sono allegre e hanno sempre un sorriso per tutti, e in una società di lugubri che appena ti incontrano non fanno che riempirtii dei propri malanni o degli accidenti degli altri, ce ne vorrebbero di più
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Vecchio 14-03-2009, 09.45.41   #18
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il secondo esempio che porti mi sembra un pò eccessivo, quasi maniacale, la persona non riesce ad astenersi dal salutare tutti....comunque benvengano persone di questo tipo, non ho capito bene perchè lo farebbero secondo te, ma di certo sono allegre e hanno sempre un sorriso per tutti, e in una società di lugubri che appena ti incontrano non fanno che riempirtii dei propri malanni o degli accidenti degli altri, ce ne vorrebbero di più
A mio modo di vedere questo modo di fare serve ad alimentare e mantenere una struttura costruita che non rispecchia la vera personalità di quella persona. Chiamiamola importanza personale (IP) ma anche falsa immagine di se, questo modo porta nel tempo a non riuscire più a gestire questa immagine che sempre più si discosta dalla reale personalità.

Noto che se non gli ritorna il sorriso o la parola buona, allora cerca in altre persone quella risposta che desidera. Nelle chiacchiere durante la pausa caffè rimane sempre sulla superficie dei discorsi. Prova ne è che se con questa persona inizi un dialogo più "profondo" essa trova una scusa per andare via. Dopo 10 anni che conosco questo collega mi rendo conto che non conosco nulla della sua vita fuori dall'ambiente lavorativo.

Per rispondere alla tua domanda, lo farebbe per mantenere una parvenza di "felicità" e "serenità" attraverso un rapporto fittizio con le altre persone. Questa parvenza serve a lui per non doversi guardare allo specchio, evita così di fare una onesta analisi di se stesso. Questo modo di fare aiuta a nascondere la reale personalità che prima o poi in un momento di "crisi" esce in modo potente ed incontrollato.
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A mio modo di vedere questo modo di fare serve ad alimentare e mantenere una struttura costruita che non rispecchia la vera personalità di quella persona. Chiamiamola importanza personale (IP) ma anche falsa immagine di se, questo modo porta nel tempo a non riuscire più a gestire questa immagine che sempre più si discosta dalla reale personalità.

Noto che se non gli ritorna il sorriso o la parola buona, allora cerca in altre persone quella risposta che desidera. Nelle chiacchiere durante la pausa caffè rimane sempre sulla superficie dei discorsi. Prova ne è che se con questa persona inizi un dialogo più "profondo" essa trova una scusa per andare via. Dopo 10 anni che conosco questo collega mi rendo conto che non conosco nulla della sua vita fuori dall'ambiente lavorativo.

Per rispondere alla tua domanda, lo farebbe per mantenere una parvenza di "felicità" e "serenità" attraverso un rapporto fittizio con le altre persone. Questa parvenza serve a lui per non doversi guardare allo specchio, evita così di fare una onesta analisi di se stesso. Questo modo di fare aiuta a nascondere la reale personalità che prima o poi in un momento di "crisi" esce in modo potente ed incontrollato.
insomma potrebbe essere una personalità costruita per nascondere quanto di oscuro potrebbe esserci dentro di lui, potrebbe avere delle pulsioni negative che si potrebbero manifestare d'improvviso certo tu lo conosci da vicino, potrebbe essere anche una persona con problemi di dialogo, incapace di gestire rapporti con gli altri...comunque un finto cordiale
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Vecchio 14-03-2009, 12.39.07   #20
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Ribaltando il discorso, possiamo pensare alla timidezza o altre forme di difficoltà ad avvicinare, come ad un grosso timore di perdere quel che ci si deve giocare e ad una scarsa disponibilità a mettere in gioco, quindi una scarsa fiducia nell'altro, e un particolare attaccamento al nostro, oltre che ad una nascosta alta opinione sempre di questo nostro. Il che accomuna i timidi agli attaccabrighe da un certo punto di vista...
O io non sono timida oppure non è così, perchè io faccio sempre il primo sorriso, anzi faccio anche il secondo se poi però non mi si risponde non che vado in giro come un ebete eh? O a imporre me stessa a chichessia. Perchè è anche una forma di imposizione pretendere un ritorno continuando a sorridere ad uno che non vuole sorriderti no?
Comunque forse sarà perchè se una persona mi sorride difficilmente non rispondo.
Ma non era questo il mio discorso di venire rifiutati è quando l'altro ti fa proprio sentire che non ti vuole, mentre tu lo desideri. L'amicizia è una forma di amore e esiste un trasporto...quindi un po' ci soffri se l'altro ti rifiuta. Non si muore per carità ma è come ricevere una elasticata
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Vecchio 14-03-2009, 16.28.55   #21
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O io non sono timida oppure non è così, perchè io faccio sempre il primo sorriso, anzi faccio anche il secondo se poi però non mi si risponde non che vado in giro come un ebete eh? O a imporre me stessa a chichessia. Perchè è anche una forma di imposizione pretendere un ritorno continuando a sorridere ad uno che non vuole sorriderti no?
Comunque forse sarà perchè se una persona mi sorride difficilmente non rispondo.
Ma non era questo il mio discorso di venire rifiutati è quando l'altro ti fa proprio sentire che non ti vuole, mentre tu lo desideri. L'amicizia è una forma di amore e esiste un trasporto...quindi un po' ci soffri se l'altro ti rifiuta. Non si muore per carità ma è come ricevere una elasticata
eppure io penso, gris, che quando avviciniamo qualcuno c'è una sorta di empatia reciproca, difficilmente siamo rifiutati da chi accostiamo con fiducia amicale senza scomodare dante: amor ch'a nullo amato amar ...perdona!
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