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Vecchio 01-11-2010, 22.52.59   #226
diamantea
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Ho lavorato tanto in questi due giorni di sartoria, con il manichino intendo.

Dunque, finalmente l'incontro a corte con il mio oggetto.
Un incontro iniziato all'insegna della calma ma anche del freddo distacco da parte mia.
Dentro di me l'indifferenza. Tipico come l'aggressività.
Poi perpetrando fino in fondo questo stato d'animo ho sentito l'energia cambiare, di nuovo la funzione sentimento in azione.
Ma poi ecco che cambia di nuovo. L'oggetto aveva il suo rospo bloccato, mi propone il solito gioco, la solita trappola provocatoria, stavolta l'orco non lo fermo più.
Non è stato devastante come le altre volte ma solo risolutivo nel non continuare un rapporto che non mi convinceva più.

Ma ecco che l'energia repressa si condensa tutta nella zona sopra l'occhio destro, come la nevralgia del trigemino ma che era tutto blocco di energia, sfociato in un dolore lancinante che a momenti volevo andare in ospedale.
Cominciai ad emettere una serie di urli lunghissimi non di gola ma di diaframma a pieno respiro, molto bassi fino quasi a sentire la tensione uscire dal mio corpo e la fitta poi allentarsi fino a sparire quasi del tutto.
Ecco di nuovo rifluire l'energia del cuore.
Ma ho dovuto aspettare fino a stamattina per il chiarimento profondo in cui l'oggetto andava e veniva dal mio cuore alla porta.

Ho potuto vedere con chiarezza l'altalena dei miei sentimenti nei confronti dell'oggetto. Aggressività e indifferenza erano due modalità diverse per affrontare lo stesso tema: la distanza dall'oggetto.
Con chiarezza ho potuto vedere come io ho bisogno di prendere un pò distanza prima di avvicinarmi, e quando mi sono avvicinata riallontanarmi.
E' una specie di messa a distanza focale per prendere io respiro e lasciare affluire le funzioni.
Come un zoom che focalizza nelle diverse distanze.
L'oggetto è sempre in movimento dentro di me, si avvicina e si allontana, non rimane mai fermo nella stessa posizione o nella stessa funzione.
L'eccessiva vicinanza mi paralizza la funzione percettiva, come l'eccessiva distanza mi paralizza la funzione sentimento.
Soprattutto se l'oggetto è in movimento verso di me.

Quello che ho avvertito è capire prima cosa significa l'oggetto per me, se può soddisfare l'idea che mi sono fatta nei confronti della circostanza, e se questa è diversa come posso accettarla o adattarla mia esigenza ideale.

Vorrei elaborarlo meglio con voi, sto prendendo coscienza del meccanismo come vedere un film.
Una cosa buona è che sto gestendo meglio l'aggressività.
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Vecchio 08-11-2010, 19.32.57   #227
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Vorrei tornare su un punto che mi sembra fondamentale: il rapporto fra il soggetto e l'oggetto.
Sia nell'introverso che nell'estroverso c'è un disequilibrio di importanza fra le due polarità che crea il problema.
L'E da un'importanza esagerata all'oggetto, l'I da un'importanza minoritaria.
Mi chiedo a questo punto se l'equilibrio si ottiene quando si da uguale importanza sia al soggetto che all'oggetto, anche perchè ognuno di noi siamo al contempo sia soggetto che oggetto, quindi teoricamente dando pari valore ci ritroviamo sempre in equilibrio sia da soggetti che da oggetti.
O addirittura superiamo il concetto di soggetto/oggetto diventantdo Uno, superando la dualità, la separatezza fra gli opposti.

Jung dice a proposito degli archetipi: è un'immagine primordiale o una formula simbolica che esiste in assenza di concetti consci.
L'archetipo è il modo inconscio in cui la psiche coglie l'oggetto.
L'azione dell'oggetto quindi libera i contenuti che provengono dalla struttura inconscia della psiche.

Sia nell'una che nell'altra funzione l'oggetto ha il compito di riportare alla coscienza questi contenuti inconsci alla coscienza.

Per quello che mi riguarda ad esempio l'immagine dell'Autostoppista potrebbe essere considerata un'immagine attiva che porta a livello conscio questa figura dell'orco nascosta dietro la siepe ovvero come ombra che agisce dietro di me a livello inconscio quando non può essere la parte cosciente ad agire.
In qualche modo dentro di me esiste un condizionamento che mi fa apparire con il femminile accomodante e accondiscendente mentre nasconde in agguato una parte difensiva e aggressiva che scatta ai danni dell'oggetto quando mi sembra che stia assumendo troppo potere su di me.

Lo vedo in questi giorni in cui faccio caso al bisogno di lontananza/vicinanza, è una vera e propria conoscenza dell'oggetto, come due combattenti che si guardano, si avvicinano prima di affrontarsi.
Non che debba fare una guerra, ma vedo tutti i miei sistemi d'allarme che scattano appena l'oggetto si avvicina oltre il limite stabilito, che io stessa voglio superare perchè intravvedo altri livelli ai piani inferiori che vanno esplorati ma prima devo disinnescare le difese e non è facile.

Immagino che il controllo serva proprio a mantenere lo stato difensivo, che abbassando le difese diminuisce pure il controllo, oppure è al contrario non so.
Di certo è che l'assaggio con quello che di ideale sentivo voler raggiungere, per brevi momenti sempre più spesso diventà realtà, mi fa spingere un pò alla volta con la volontà e l'osservazione oltre il limite, come un animale selvatico che vuole addomesticarsi.

Mi fermo qui, il concetto si fa sempre più difficile. Magari volete aggiungere qualcosa per aiutarmi a fare chiarezza.
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Vecchio 09-11-2010, 15.39.54   #228
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Vorrei tornare su un punto che mi sembra fondamentale: il rapporto fra il soggetto e l'oggetto.
Sia nell'introverso che nell'estroverso c'è un disequilibrio di importanza fra le due polarità che crea il problema.
L'E da un'importanza esagerata all'oggetto, l'I da un'importanza minoritaria.
Mi chiedo a questo punto se l'equilibrio si ottiene quando si da uguale importanza sia al soggetto che all'oggetto, anche perchè ognuno di noi siamo al contempo sia soggetto che oggetto, quindi teoricamente dando pari valore ci ritroviamo sempre in equilibrio sia da soggetti che da oggetti.
O addirittura superiamo il concetto di soggetto/oggetto diventantdo Uno, superando la dualità, la separatezza fra gli opposti.

Jung dice a proposito degli archetipi: è un'immagine primordiale o una formula simbolica che esiste in assenza di concetti consci.
L'archetipo è il modo inconscio in cui la psiche coglie l'oggetto.
L'azione dell'oggetto quindi libera i contenuti che provengono dalla struttura inconscia della psiche.

Sia nell'una che nell'altra funzione l'oggetto ha il compito di riportare alla coscienza questi contenuti inconsci alla coscienza.

Per quello che mi riguarda ad esempio l'immagine dell'Autostoppista potrebbe essere considerata un'immagine attiva che porta a livello conscio questa figura dell'orco nascosta dietro la siepe ovvero come ombra che agisce dietro di me a livello inconscio quando non può essere la parte cosciente ad agire.
In qualche modo dentro di me esiste un condizionamento che mi fa apparire con il femminile accomodante e accondiscendente mentre nasconde in agguato una parte difensiva e aggressiva che scatta ai danni dell'oggetto quando mi sembra che stia assumendo troppo potere su di me.

Lo vedo in questi giorni in cui faccio caso al bisogno di lontananza/vicinanza, è una vera e propria conoscenza dell'oggetto, come due combattenti che si guardano, si avvicinano prima di affrontarsi.
Non che debba fare una guerra, ma vedo tutti i miei sistemi d'allarme che scattano appena l'oggetto si avvicina oltre il limite stabilito, che io stessa voglio superare perchè intravvedo altri livelli ai piani inferiori che vanno esplorati ma prima devo disinnescare le difese e non è facile.

Immagino che il controllo serva proprio a mantenere lo stato difensivo, che abbassando le difese diminuisce pure il controllo, oppure è al contrario non so.
Di certo è che l'assaggio con quello che di ideale sentivo voler raggiungere, per brevi momenti sempre più spesso diventà realtà, mi fa spingere un pò alla volta con la volontà e l'osservazione oltre il limite, come un animale selvatico che vuole addomesticarsi.

Mi fermo qui, il concetto si fa sempre più difficile. Magari volete aggiungere qualcosa per aiutarmi a fare chiarezza.
Poni piu' questioni .
Innanzitutto va detto che il rapporto tra l'oggetto ed il soggetto e l'influenza del secondo sul primo va sempre visto in un' ottica di crescita dell'individuo come singolo , di completamento del soggetto , di individuazione , in termini junghiani
mai come un sistema , un modo mediante il quale oggetto e soggetto stiano in equilibrio fra loro .
In equilibrio deve stare sempre e solo l'individuo .

Certo poi accade anche questo: che soggetto ed oggetto si assestino su un equilibrio nuovo ma non e' questo lo scopo dell'analisi del raporto tra se' stessi e l'altro .
In altri termini non e' un rimedio per una coppia in crisi anche se lo puo' diventare .
E' un metodo per la crescita individuale a prescindere dall'esito del concreto rapporto con quell'oggetto/ individuo .

Il soggetto che per natura si pone in un certo modo in rapporto con l'oggetto , cioe' e' un tipo particolare , subisce importanti influenze dall'oggetto dalle quali deve in certo modo liberarsi per realizzare pienamente se' stesso .

La fusione tra soggetto e oggetto , invece , e' un altro tipo di esperienza , denominata metafisica o mistica o altrimenti che non avviene a livello della coscienza , come invece l'individuazione ma e' un'intuizione non ordinaria e non sostenibile dall'individuo lungamente nel tempo ( almeno cosi' mi pare ) .
Non ha nulla a che fare con l'individuazione e l'equilibrio tra conscio ed inconscio .

Allora per rispondere al tuo post il controllo o la difesa e' una prima risposta all'influenza dell'oggetto , un tentativo di sottrarsi alla sua influenza che sicuramente costituisce o e' visto come un pericolo alla propria integrita' .
Mi fermo e chiedo a te se e' chiaro e se e' di questo che volevi parlare .
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Vecchio 09-11-2010, 15.50.04   #229
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Visto che sta emergendo qualcosa sulla funzione Sensoriale dai miei sogni ma anche dalle mie percezioni del momento mi torna in mente la Fiammiferaia.
I fiammiferi, le immagini, le fantasie della bambina mi suggeriscono l'analogia con la funzione Intuizione.
La Fiammiferaia reprime la funzione Sensoriale che la mette a contatto con la sofferenza propria fisiologica del freddo, della fame, dell'insicurezza di una casa, cioè di tutto ciò che riguarda l'aspetto anche materiale della vita, quindi del radicamento con la terra, con il concreto quotidiano, rifugiandosi nelle immagini, (potremmo forse definirle immagini attive?) in cui lei spende le sue ultime risorse energetiche per avere l'illusione di felicità e realizzazione.
Anche il momento della morte è reso felice attraverso l'immagine della nonna che realizza il suo bisogno affettivo e protettivo.

In fondo ciò che reprimo è proprio ciò che mette a contatto con la sofferenza.
Nei sogni mi preoccupo molto di quanto viene avvertito come sofferenza sia emotiva che fisica, quindi la funzione percettiva potrebbe essere rimossa per non sentire la parte sofferente più forte di quella che gode.

Direi che la storia con il mio amante rapace (Nike mi piace questa tua denizione ) mi porta alla rimozione in parte della funzione sensoriale per non avvertire più la sofferenza.

Ripristinare questa funzione vorrebbe dire sentire la sofferenza anestetizzata, come un coma farmacologico, che ricucendo la connessione a terra risentirò ma ora non mi fa più paura, il gioco vale la candela.
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Vecchio 13-11-2010, 13.57.22   #230
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Mi fermo e chiedo a te se e' chiaro e se e' di questo che volevi parlare .
Nike abbiamo postato insieme, mi sono accorta solo stamattina del tuo post, si vede che nel frattempo dovevo vedere altre cose.

Si Nike, è di questo che voglio parlare. La mia tensione è fortissima e tutto ciò che posso elaborare mi riporta sempre in questo punto per cui ci vado dentro.

Dunque, rivedendo la Fiammiferaia, ciò che emerge dal 3d a colpo sicuro, e da un test che ho fatto di recente sul tipo, risulto essere una Introversa Intuizione, con funzione Sensoriale inferiore, mentre la funzione di appoggio è il Sentimento.
Ci sono tutti i sintomi che mi confermano questa tipologia, lo avevo già intuito e ne ho parlato a lungo nel 3d.

Quello che sale ora viene direttamente dalla terra, dai piedi che prima ho amputato e ora sto riabilitando.
Sto soffrendo di nuovo di rigurgito, quindi di qualcosa che sale da sotto, comincio ad avvertire problemi alle caviglie con pericoli di cadute, quindi sto lavorando sicuramente sul radicamento quando la mia immagine/tendenza è quella di sradicare gli alberi secchi.
Immagino sia qualcosa della funzione sensoriale inconscia che sale.

C'è il problema del controllo, ma sto mollando mio malgrado, quando la pressione interna diventa incontenibile è come una diga che rompe gli argini.
Ma chi controlla mentre io mollo?
La consapevolezza ma lo dico con la mente...
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Vecchio 13-11-2010, 15.18.28   #231
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Nike abbiamo postato insieme, mi sono accorta solo stamattina del tuo post, si vede che nel frattempo dovevo vedere altre cose.

Si Nike, è di questo che voglio parlare. La mia tensione è fortissima e tutto ciò che posso elaborare mi riporta sempre in questo punto per cui ci vado dentro.

Dunque, rivedendo la Fiammiferaia, ciò che emerge dal 3d a colpo sicuro, e da un test che ho fatto di recente sul tipo, risulto essere una Introversa Intuizione, con funzione Sensoriale inferiore, mentre la funzione di appoggio è il Sentimento.
Ci sono tutti i sintomi che mi confermano questa tipologia, lo avevo già intuito e ne ho parlato a lungo nel 3d.

Quello che sale ora viene direttamente dalla terra, dai piedi che prima ho amputato e ora sto riabilitando.
Sto soffrendo di nuovo di rigurgito, quindi di qualcosa che sale da sotto, comincio ad avvertire problemi alle caviglie con pericoli di cadute, quindi sto lavorando sicuramente sul radicamento quando la mia immagine/tendenza è quella di sradicare gli alberi secchi.
Immagino sia qualcosa della funzione sensoriale inconscia che sale.

C'è il problema del controllo, ma sto mollando mio malgrado, quando la pressione interna diventa incontenibile è come una diga che rompe gli argini.
Ma chi controlla mentre io mollo?
La consapevolezza ma lo dico con la mente...
Mi dici dove hai trovato il test che provo a vedere se corrisponde il mio tipo estroverso intuizione ?

A me pare , in parole povere , la tua una sindrome da paura di perdere l'oggetto sul quale hai proiettato e proietti molto di te .
Quindi e' necessario risalire alla fonte della tensione quindi a te .
Anche se molli e allenti il controllo se non ritiri la proiezione dall'oggetto poco cambia .
Questo e' il compito dell'immaginazione attiva sulla quale voglio ancora dire qualcosa su come emerge e su come opera una compensazione ed una congiunzione degli opposti costituiti dallo stato della tua coscienza e delle tue esigenze rimosse .

Mi rileggo il tipo introverso intuizione e ti dico le mie impressioni .
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Vecchio 13-11-2010, 15.45.03   #232
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Ma chi controlla mentre io mollo?
Diam, ma controlla chi?

L'altro non deve (e non può) essere controllato. Noi stessi, invece, l'autocontrollo, ci deve stare, anche se è difficile averlo sempre.
Il punto è cos'è il reale controllo (di noi). Ci sono vecchi tread... comunque il vero controllo è una collaborazione con gerarchia, la rimozione o la repressione non è controllo.
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Vecchio 13-11-2010, 17.49.22   #233
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Diam, ma controlla chi?

L'altro non deve (e non può) essere controllato. Noi stessi, invece, l'autocontrollo, ci deve stare, anche se è difficile averlo sempre.
Il punto è cos'è il reale controllo (di noi). Ci sono vecchi tread... comunque il vero controllo è una collaborazione con gerarchia, la rimozione o la repressione non è controllo.
Il punto è chi controlla me. Mi spiego in parole povere. La mia paura è che se io mollo il controllo chi lo fa al posto mio? Cioè chi mi protegge mentre io sono vulnerabile?
Per me inconsciamente mollare vuol dire essere indifesi. La mia bambina, la mia fiammiferaia chi la protegge?
E' un veto, una paura inconscia, non posso mollare troppo, ho paura di perdermi, di affondare, di non tornare più.
E' l'immagine di un elastico che tira tira prima di rompersi torna indietro.

Con la ragione lo so che sono io stessa a controllare, ma nella realtà non riesco ad andare oltre quel tratto, quel punto in cui si toglie il velo.

Magari mi puoi indicare il 3d in cui si parla di ciò che dici sul controllo oppure me lo spieghi meglio.
L'ho detto tempo fa, si è innescato un meccanismo senza ritorno, ora si va avanti, ma dove? cosa c'è oltre? ho bagliori, percezioni che poi blocco, vado cauta appunto perchè mi sento scoperta da protezione.

E' chiaro che il mio imprinting fin da quando sono nata è stato questo, mi sentivo esposta, mi sentivo oggetto, ho dovuto crescere abbastanza prima di attivare le mie difese, ma ho subìto molta violenza, molta costrizione.
Io stessa sono diventata molto possessiva nelle mie manifestazioni affettive, e poi ho lavorato tutta la vita per liberarmene, vivere rapporti sereni e alla giusta distanza.

La mia difesa è stata la mia razionalità, l'orco. Affidarmi all'oggetto è stato peggio.

E' la prima volta che mi sento pienamente soggetto, individuo separato dall'oggetto anche se ancora dipendente, condizionato da esso, percepisco la mia individualità.

Nike parli di sindrome da paura di perdere l'oggetto...
magari lo spieghi più dettagliatamente se puoi.

Intanto mi sono sperimentata sulla lontananza dall'oggetto.
Ora devo vedere se sono capace di riavvicinarmici, di incontrarlo nel silenzio come mi ha chiesto.
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Vecchio 04-12-2010, 19.59.52   #234
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Una cosa il mio orco sta imparando a farla: urlare piano!
Ora è prioritario conservare la voce, fermarmi un attimo prima che il calore mi pervada esplodendo nella rabbia che mi porta a sfogare urlando e rimanendo senza voce per giorni.
Mi sono accorta che l'effetto è uguale, in quanto la carica energetica è la stessa qualunque siano i decibel che la esprimono.
Mi ritrovo ad esprimere i miei sentimenti invece dei miei pensieri, quindi anzichè scagliare improperi contro l'oggetto esprimo come mi sento.
Il pensiero subentra quando viene rimosso il sentimento, quindi si diventa razionali, freddi, crudi.
Dovrebbe risalire la funzione repressa, nel mio caso la sensoriale per decodificare la percezione del come mi sento in base ai forti segnali che il corpo mi da.

Ad esempio quando mi spazientisco inizio a sentire un fastidio allo stomaco, poi mi si stringe la gola, quindi inizia un'accelerazione del battito cardiaco e subentra il pensiero negativo, lo sguardo diventa fisso, le narici si dilatano, il respiro diventa corto, poi inizia il calore che sale fino allo stomaco, appena pervade anche la schiena è fatta, parte la reazione.
Questo perchè non sono abituata a dare ascolto ai segnali del corpo che mi indicano lo stadio della mia insofferenza, ovvero limite di tolleranza alla stimolo esterno. In genere resisto ai miei segnali con la sopportazione e la repressione pensando che fra poco finisce, invece se l'oggetto continua ormai per me a provocare esplodo.

Credo che sia questo il radicamento alla terra, stare a contatto con se stessi qualunque sia il sentire del momento.
Mi sembra un buon risultato, che mi fa stare a contatto con me stessa, con i miei bisogni e il mio sentire risparmiando la voce.

Certo ancora c'è il concetto di distanza focale dall'oggetto, più vicino o più lontano, l'oggetto causa di piacere o dispiacere, soddisfazione o frustrazione.
Vedo la dipendenza del mio stare bene alle condizioni offerte dall'oggetto.
Si radica in me il desiderio di distaccarmi dal condizionamento, dal bisogno, dalla dipendenza dall'oggetto.
Ma cosa accadrebbe un giorno se dovessi veramente bastare a me stessa? Che ne sarebbe dell'oggetto?
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Vecchio 04-12-2010, 20.28.44   #235
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Ma cosa accadrebbe un giorno se dovessi veramente bastare a me stessa? Che ne sarebbe dell'oggetto?
Diventerebbe finalmente qualcuno.

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Vecchio 05-12-2010, 00.15.26   #236
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Diventerebbe finalmente qualcuno.


Lo so Ray che ti irrita sta cosa ma l'ha inventata Jung, diglielo a lui


Chiamarlo oggetto da la giusta dimensione di come vediamo l'altra persona priva di valenza individualistica ma solo come la fonte di...
In un attimo dimentichiamo i sentimenti, i valori legati all'altra persona, dimentichiamo che l'altro è pure un soggetto con un suo punto di vista, con diritti e dinamiche uguali ai nostri.
L'oggetto diventa fonte amica/nemica in base al livello di benessere/malessere che da esso deriva.

Per ora vedo questo, e vedo questo rapporto con lo spazio, in termini di vicinanza/lontananza. Vedo la apertura/chiusura verso l'oggetto determinato solo dalla mio stato di gradimento/frustrazione proveniente dall'oggetto.

Il tutto si capovolge repentinamente in un continuo conflitto.
E' la difficoltà dei tipi irrazionali soprattutto intuitivi che vivono molto nell'immagine, nel sogno, nell'idealizzazione delle proprie intuizioni senza un vero ancoramento alla terra.
E' un'altalena di stati d'animo che si alternano alla ricerca della verità, della soluzione giusta. E' il bisogno di sapere cosa è reale, a colpo sicuro, il controllo, la paura di non stare nella realtà ma nell'illusione del fiammifero.

Non è poco dai...
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Vecchio 05-12-2010, 02.10.07   #237
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Lo so Ray che ti irrita sta cosa ma l'ha inventata Jung, diglielo a lui


Chiamarlo oggetto da la giusta dimensione di come vediamo l'altra persona priva di valenza individualistica ma solo come la fonte di...
In un attimo dimentichiamo i sentimenti, i valori legati all'altra persona, dimentichiamo che l'altro è pure un soggetto con un suo punto di vista, con diritti e dinamiche uguali ai nostri.
L'oggetto diventa fonte amica/nemica in base al livello di benessere/malessere che da esso deriva.

Per ora vedo questo, e vedo questo rapporto con lo spazio, in termini di vicinanza/lontananza. Vedo la apertura/chiusura verso l'oggetto determinato solo dalla mio stato di gradimento/frustrazione proveniente dall'oggetto.

Il tutto si capovolge repentinamente in un continuo conflitto.
E' la difficoltà dei tipi irrazionali soprattutto intuitivi che vivono molto nell'immagine, nel sogno, nell'idealizzazione delle proprie intuizioni senza un vero ancoramento alla terra.
E' un'altalena di stati d'animo che si alternano alla ricerca della verità, della soluzione giusta. E' il bisogno di sapere cosa è reale, a colpo sicuro, il controllo, la paura di non stare nella realtà ma nell'illusione del fiammifero.

Non è poco dai...
La mia frase non era solo semantica, dicevo il vero, faccina o non faccina.

L'altro non è mai fonte e origine dei nostri stati d'animo, siamo noi. Il nostro ambiente interno e quello che sull'altro proiettiamo che, tornato indietro, ci genera un vissuto più o meno automatico.
Quando riusciamo a rendercene conto davvero, non solo intellettualmente, allora iniziamo a vedere davvero l'altro. Prima no. Per questo dicevo che diventa qualcuno.

Anche la cosa delle prove musicali... il tuo compagno e il suo comportameto non hanno nulla a che fare col tuo vissuto, anche se tu attribuisci a lui tutta la responsabilità di esso e verso di lui vuoi premiare/punire. E' solo roba tua che va e viene.
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Vecchio 05-12-2010, 12.02.37   #238
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Sono d'accordo con te Ray che la cosa giusta è capire non solo intellettualmente, ma mi sembra ciò che sto facendo da un pò di tempo. Osservo le dinamiche, ne vedo il movimento.

Qui c'è il discorso dell'uovo e della gallina, cosa nasce prima il soggetto o l'oggetto? o meglio come ci si percepisce per prima, come soggetto o come oggetto? E' un nodo cruciale per me.
La mia percezione iniziale è stata sentirmi oggetto tutta una vita, e stare alla ricerca della mia individualità, io soggetto.
E' questa la funzione dell'orco, difendere la mia individualità, magari in modo maldestro, eccessivo, aggressivo me non attacco mai senza provocazione.
Fin ora ho sempre fatto passare avanti l'esigenza degli altri, vuoi la famiglia, i figli, il marito, il lavoro... io sempre per ultima.

Oggi magari resto sempre per ultima ma la vedo come una scelta individuale non come una rinuncia o una repressione dei miei bisogni.

Allora è vero che l'altro è un individuo, ma prima di vederlo come tale devo vedere me come individuo. Solo così posso percepire cos'è un individuo.

Per ora vedo il copione, io frustrata mi allontano dall'oggetto che non mi ama perchè non mi viene incontro nelle mie esigenze.
Io grido che lo odio e lo lascio e lui dice va bene pensando poi appena mi vede mi abbraccia mi dice che mi ama, io piango e passo sopra.

Di questo mi sono scocciata, ma mi sono scocciata sempre di venire ultima a tutte le sue esigenze di lavoro, un impegno importante preso insieme va rispettato anche nel rispetto delle mie necessità altrimenti mi sento oggetto non individuo.
Per me provare una volta a metà settimana era una necessità motivata non un capriccio, poi scattata la frustrazione mi sono tirata indietro tutto il resto, non mi sento amata, importante e bla bla bla.
Per lui lasciarmi sola tutta la settimana è stata una necessità non un capriccio ma è il suo modo di fare, di sminuire le mie esigenze con frettoloso pressapochismo per non affrontare la sua responsabilità di esser venuto meno al suo impegno che mi da fastidio.

Questo è l'episodio in se che scatena la reazione e le dinamiche a catena e può diventare occasione di osservazione.

E' il rapporto con la distanza che viene fuori per me importante, ho avuto sempre un problema vivere la distanza con gli oggetti per i tanti motivi che man mano ho sviscerato.

Devo dire che in questa osservazione qualche cambiamento lo riscontro, se non altro non aggredisco come prima, ho rispetto della mia voce, e di riflesso per le orecchie altrui , ma lo faccio soprattutto per me.
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Vecchio 03-01-2011, 21.15.43   #239
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Devo dire che in questa osservazione qualche cambiamento lo riscontro, se non altro non aggredisco come prima...
E' vero non aggredisco come prima ma aggredisco lo stesso, con l'intelligenza, con la strategia, con la diplomazia.
Sono più acuta, più attenta, lo stato di guardia non si abbassa mai. L'inconscio parla attraverso i sogni ma anche attraverso le immagini che percepisco dall'esterno io sono come un lettore cd, leggo ciò che proiettano gli altri su di me, lo vedo con gli occhi della mente, dell'intuito molto acuto e sensibile.

L'orco si rivolta dentro, vuole uscire, ma lo tengo a freno finchè mi è possibile.
Dentro il risentimento si fa forte, sono come una pentola in ebollizione, ma quel sogno dove il mio compagno aveva la febbre... Ray dice che troppo fuoco indebolisce, magari hai voglia di chiarirmelo Ray... sento il fuoco del giustiziere salirmi dentro, ce l'ho con il mondo intero in questo momento, ma questa tua frase mi frena, mi ha frenata in questi giorni implodendo dentro la rabbia, per non esploderla verso l'esterno indebolendomi.
Poche difese ma giuste ed efficaci, questo voglio, restituire al mittente ciò che non ho chiesto e non mi appartiene ma con la giusta energia.
Sta a vedere qual è la giusta energia, quella che non mi lascia svuotata dopo, sconfitta e depressa.

Per ora osservare mi sembra la cosa migliore da fare.
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Ultima modifica di diamantea : 03-01-2011 alle ore 21.55.27.
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Vecchio 03-01-2011, 23.17.29   #240
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E' vero non aggredisco come prima ma aggredisco lo stesso, con l'intelligenza, con la strategia, con la diplomazia.
Sono più acuta, più attenta, lo stato di guardia non si abbassa mai. L'inconscio parla attraverso i sogni ma anche attraverso le immagini che percepisco dall'esterno io sono come un lettore cd, leggo ciò che proiettano gli altri su di me, lo vedo con gli occhi della mente, dell'intuito molto acuto e sensibile.

L'orco si rivolta dentro, vuole uscire, ma lo tengo a freno finchè mi è possibile.
Dentro il risentimento si fa forte, sono come una pentola in ebollizione, ma quel sogno dove il mio compagno aveva la febbre... Ray dice che troppo fuoco indebolisce, magari hai voglia di chiarirmelo Ray... sento il fuoco del giustiziere salirmi dentro, ce l'ho con il mondo intero in questo momento, ma questa tua frase mi frena, mi ha frenata in questi giorni implodendo dentro la rabbia, per non esploderla verso l'esterno indebolendomi.
Poche difese ma giuste ed efficaci, questo voglio, restituire al mittente ciò che non ho chiesto e non mi appartiene ma con la giusta energia.
Sta a vedere qual è la giusta energia, quella che non mi lascia svuotata dopo, sconfitta e depressa.

Per ora osservare mi sembra la cosa migliore da fare.
Il fuoco se lo reggiamo ci purifica, se è troppo ci consuma.

La rabbia tratteniamo quel che possiamo (quando ci proviamo) il resto esprimiamo e reprimiamo, ossia sporchiamo l'ambiente esterno con la prima l'interno con la seconda.
Vuoi restituire al mittente? Cioè vuoi vendicarti... una volta qualcuno mi disse che quando imparerò ad usare per costruire i sassi che mi tirano allora le cose cambieranno... (è un argomentone che meriterebbe vari tread).
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Vecchio 04-01-2011, 02.31.28   #241
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Il fuoco se lo reggiamo ci purifica, se è troppo ci consuma.

La rabbia tratteniamo quel che possiamo (quando ci proviamo) il resto esprimiamo e reprimiamo, ossia sporchiamo l'ambiente esterno con la prima l'interno con la seconda.
Vuoi restituire al mittente? Cioè vuoi vendicarti... una volta qualcuno mi disse che quando imparerò ad usare per costruire i sassi che mi tirano allora le cose cambieranno... (è un argomentone che meriterebbe vari tread).
Si vendicarmi, e rivendicare un bel pò di cose che so io. Mi sento combattere contro i mulini a vento. Ho una rabbia antica che sale ogni volta che un evento mi riporta indietro e mi strozza la gola, mi ha tolto la voce per molti anni.
Forse è per questo che urlo così bene in teatro. Nessuno lo vuol fare l'urlo, è difficile, non basta la tecnica, ci vuole temperamento e coraggio ed io l'ho trovato dentro di me.
Forse è questo un mattone per imparare a costruire?
Usare e canalizzare questa energia per esprimermi nel canto? la mia passione, il mio potenziale che ogni volta che mi assale la rabbia svanisce, si strozza la voce in gola.

Si mi piace questa soluzione, però c'è da acquietare una parte di me che vuole rivendicazione del mal tolto durante gli anni passati, me lo ripropone periodicamente, ogni occasione è buona per tirare fuori un conto mai andato in prescrizione.
Dove la metto questa parte? come la zittisco? è un nodo non risolto del tutto.
E' il mio dito morso ma guarito che torna a puntare verso il nemico.

Dovrei raccogliere ora tutti i sassi e costruirci qualcosa di nuovo che mi piace e mi sia utile.

Grazie Ray, mi impegnerò per riuscirci
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Vecchio 22-01-2011, 15.15.01   #242
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E' la libido che si inabissa nell'incoscio , in ambiti sconosciuti alla coscienza che per questo motivo subisce un arresto .
Nike mi riporto qui questa frase perchè voglio approfondire un'immagine di ieri sera.
Dunque mi sentivo molto deprivata di energia, da una lato la buona notizia della sentenza mi ha provocato una depressione energetica, dall'altro lato la notizia di mio figlio che vuole trasferirsi all'estero a breve per lavoro mi ha depressa emotivamente.
Nel mio addome sono iniziati i dolori, serpeggianti, non forti ma un senso di profonda inquietudine.
Mi sono lasciata andare a questo malessere e vedere cosa saliva. Così ho visto l'immagine dell'animale selvatico, un lupo similmente, in una foresta, che ha fame, freddo ed è solo, lontano dal branco. La paura primordiale dei bisogni primari: nutrimento, calore, aggregazione come forza di appartenenza e sopravvivenza.
Mi è venuta spontanea l'associazione con la Piccola Fiammiferaia, aveva fame freddo ed era sola e per questo è morta forse.
Non era solo l'immagine ma era come se io fossi stata quel lupo, avessi sentito quella fame e quel freddo e quella paura per la mia sopravvivenza.
Adesso al di là di quel che possa significare, che pure lo sto elaborando ma mi viene più facile capire, quel che ho visto è l'opposto, cioè al benessere, alla sicurezza affettiva e materiale ci sta la paura primordiale per la sopravvivenza che mi si affaccia sotto forma di dolore addominale, sede dei primi due livelli o chakra che si sviluppano nell'uomo e in cui si rimane spesso tutta la vita, che se non ci si affranca da essi non si può passare al livello superiore.
Non so Ray se forse era questo che volevi dire a proposito del dolore all'addome nel 3d L'Attesa, mi confermi o smentisci per favore.

Nike, aggrapparsi alle immagini piacevoli, a persone che ci inducono immagini piacevoli può servire a riagganciare la rete, riattivare l'energia, ma può impedirci di vedere quali sono le nostre reali paure.
Io ho visto con chiarezza la paura di non riuscire a sopravvivere senza la mia sicurezza economica, ed affettiva sotto forma di mio figlio che rappresenta un punto di forza nel mio nucleo familiare, e non perchè sia già uomo o faccia chissa chè per me ma ho proiettato su di lui l'appiglio per la mia sopravvivenza. E' sempre stato dentro di me la presenza di un uomo come forza di sopravvivenza, così come mia madre vede in me la sua sopravvivenza, non avendo il padre dei miei figli l'uomo l'ho privato di questa funzione, diventa solo una metà temporanea.
In qualche modo i genitori scelgono un figlio o un parente sacrificale per garantirsi la propria sopravvivenza in caso di disgrazia.
Non bloccherò mio figlio nella sua scelta di partire, anzi il lavoro gliel'ho procurato io, ma certo aver visto questa cosa dentro di me non è stato piacevole.
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Vecchio 22-01-2011, 18.38.39   #243
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Nike, aggrapparsi alle immagini piacevoli, a persone che ci inducono immagini piacevoli può servire a riagganciare la rete, riattivare l'energia, ma può impedirci di vedere quali sono le nostre reali paure.
Io ho visto con chiarezza la paura di non riuscire a sopravvivere senza la mia sicurezza economica, ed affettiva sotto forma di mio figlio che rappresenta un punto di forza nel mio nucleo familiare, e non perchè sia già uomo o faccia chissa chè per me ma ho proiettato su di lui l'appiglio per la mia sopravvivenza. E' sempre stato dentro di me la presenza di un uomo come forza di sopravvivenza, così come mia madre vede in me la sua sopravvivenza, non avendo il padre dei miei figli l'uomo l'ho privato di questa funzione, diventa solo una metà temporanea.
In qualche modo i genitori scelgono un figlio o un parente sacrificale per garantirsi la propria sopravvivenza in caso di disgrazia.
Non bloccherò mio figlio nella sua scelta di partire, anzi il lavoro gliel'ho procurato io, ma certo aver visto questa cosa dentro di me non è stato piacevole.
Tea no non credo che le belle immagini di belle persone che hai conosciuto e che conosci ti possono danneggiare in quel senso .
Al contrario eliminano forse una parte delle ansie legate alla sfera affettiva e ti predispongono alla giusta reazione nei confronti del mondo .
Io credo questo :
come per l'uomo la lotta con il simbolo della Madre e le sue proiezioni che lo possono rigenerare ma anche divorare non finisce mai e le vittorie sono solo provvisorie e lo rafforzano per la lotta inevitabile successiva ,
cosi' la donna per quanto come fai tu e fanno tante altre senza un uomo stabile nel proprio nucleo familiare , lotti per la propria indipendenza e sopravvivenza con coraggio leonino dovra' sempre fare i conti con l'inconscia esigenza di essere protetta e con l'angoscia di essere sola a lottare in un mondo di uomini .
Questa esigenza di protezione inconscia e' proiettata sulle persone che ti stanno intorno , su tuo figlio , sicche' le vicende come quelle descritte di allontanamento ingigantiscono le paure ataviche del futuro e le incertezze .
L'episodio della partenza di tuo figlio modifica un equilibrio che avevi raggiunto anche psico al di la' del fatto che non so se ti aiutava anche dal punto di vista economico .
Equilibrio che devi ricostituire e sicuramente ricostituirai cosi come sicuramente non cesserai di lottare come hai fatto finora .
E' panico vero e proprio che ha questa fonte inconscia che dovrai affrontare e portare alla coscienza come sicuramente gia' stai facendo ma che ogni tanto inevitabilmente tendera' ad emergere .
Questo penso
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Vecchio 22-01-2011, 19.03.50   #244
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Nike, non dico che mi danneggiano, dico che cercare immediatamente di aggrapparsi alle immagini successive ci impedisce di guardare il proprio vuoto e vedere le vere paure che inconsciamente spingono da tutte le parti e per non sentirle cerchiamo sempre altre immagini che diventano compensatorie, non potrei resistere a lungo con l'immagine del lupo capisci? Lo guardo e riaggancio, ma se riaggancio subito non lo vedo per niente ma lo sento solo che inconsciamente.
Stare a contatto con il malessere, con il vuoto fa bene, si prende coscienza di quel che non si vuol vedere e sentire ma che ci fa fare il punto della situazione.
Mio figlio mi dovrà mancare solo affettivamente per il non poterlo vedere ogni giorno come è stato per 22 anni e non per altro.
Non è e non dev'essere lui l'uomo di casa mia, ma di casa sua. E' stato un processo costruito nel tempo senza rendermene conto anche se da qualche parte ricordo di averlo scritto ma non mi rendevo bene conto di cosa significasse fino a ieri sera.
Poi sai miracolosamente dopo aver visto questa cosa l'immagine bella di riaggancio con il conosciuto già bello e piacevole è arrivata senza cercarla, nuove intuizioni e nuove emozioni sono arrivate da quel vuoto e compensavano il vuoto stesso, insomma capire come riempire diversamente, una sorta di sofferta gioia. I dolori serpeggiano meno anche se non sono scomparsi del tutto.
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Vecchio 23-01-2011, 01.43.41   #245
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Non so Ray se forse era questo che volevi dire a proposito del dolore all'addome nel 3d L'Attesa, mi confermi o smentisci per favore.
Non proprio, ma comunque è interessante.
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Vecchio 23-01-2011, 21.29.45   #246
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Ray, spesso le tue risposte essenziali (strizzate) mi spiazzano. Non so se ne vuoi parlare o lasciare che io continui ad elaborare (ovvero a macerare nella mia curiosità).
Lo so che lo sai che io fremo per avere una risposta, uno stimolo, qualcosa per continuare a vedere, elaborare...
Stamattina è salita l'immagine di una assetata nel deserto e tu mi offrivi da bere con una goccia d'acqua presa da quella brocca piena che tenevi nel cofano. Poi ho pensato che agli assetati nel deserto l'acqua si da a gocce, in una volta si potrebbe anche morire.
Allora è salita l'immagine della fiamma, ma se dai i legni in una volta arde subito tutto, un grande calore e poi non c'è più risorsa energetica per continuare.
E' vero che sono impetuosa, esuberante, a volte divorante, che il troppo attendere mi fa perdere interesse, mi da noia.
Ho imparato ad aspettare, a essere più disciplinata, e della pazienza cerco di farne virtù.
Mah! ...forse sono affetta da Rayutismo acuto?

Lo vorrei tanto sapere cosa volevi dire sul dolore addominale.
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Vecchio 24-01-2011, 14.07.04   #247
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Lo vorrei tanto sapere cosa volevi dire sul dolore addominale.
All'epoca, fra le altre cose, avevo pensato di esprimere la mia opinione su come il corpo ti obbliga a porre attenzione a ciò che cerchi di non sentire...
ma poi le tue indagini hanno preso altre direzioni e perchè dovrei interferire?
Ti ho risposto solo perchè sennò non pensavi ad altro
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Vecchio 24-01-2011, 15.47.45   #248
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All'epoca, fra le altre cose, avevo pensato di esprimere la mia opinione su come il corpo ti obbliga a porre attenzione a ciò che cerchi di non sentire...
ma poi le tue indagini hanno preso altre direzioni e perchè dovrei interferire?
Ti ho risposto solo perchè sennò non pensavi ad altro
E' una cosa importante quella che dici, il mio corpo mi ha obbligata molte volte ad ascoltare quello che non volevo sentire, non a caso ho insistito molto per saperlo anche se in effetti non è che hai chiarito moltissimo, però non importa è importante quello che riesco a vedere da sola.
Il problema per me è come non ammalarmi più, ascoltando al primo segnale.

Ragionando con i tipi, io da intuitiva ho molta facilità a far salire le immagini, mi è talmente facile che quasi non me ne accorgo. Quello che mi viene più difficile è far salire le sensazioni. I desideri che già so non poterli realizzare e le paure in quanto non sono sicura di poterle affrontare. Ecco perchè dico che il succedersi delle immagini in sequenza mi distolgono dal vedere ciò che ricaccio indietro e poi viene fuori nei sogni o attraverso i dolori.
Questi dolori che serpeggiano richiamano immagini e intuizioni, ma anche sogni...
Ultimamente sogno del periodo adolescenziale, con personaggi del passato che hanno condizionato negativamente il mio percorso. L'altra notte ho sognato di essere davanti al grande supermercato del sogno del "Dito morso dal cavallo", anche se più vicino casa mia e pure il lavoro, ma era chiuso per Inventario.
L'Inventario, che mi richiama a fare il punto della situazione, fermarmi chiudere al pubblico e inventariare cosa c'è realmente dentro di me, unito al dolore vicino la milza mi fa pensare che devo attivare le mie risorse e anticorpi per affrontare le paure che pure reali sono.
Una conta realistica di ciò che c'è realmente e la produzione di risorse dal mio sistema immunitario, cioè la mia capacità a fronteggiare ciò che invece cerco all'esterno.
Le immagini del deserto e della fiamma... la dipendenza dalle risposte, la noia e il distacco dall'oggetto che non risponde alle mie richieste, attivare le mie mete.
Ho molto materiale su cui lavorare. E' il momento di trovare il coraggio di scendere di nuovo dentro l'inferno a liberare l'energia intrappolata questa volta dalle omissioni verso me stessa innanzitutto.
Ci sono scesa tante volte dentro l'inferno, il fuoco brucia molto ma poi restituisce tanto quanto ha bruciato.
Le immagini non sono sempre belle, piacevoli, accettabili, sono anche crudeli, paurose, inguardabili, ma se salgono bisogna accettarle, e per accettarle occorre un lavoro preparatorio.
La mia non è solo curiosità Ray, ci tengo a precisartelo anche se lo so che lo sai
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Vecchio 05-02-2011, 14.22.27   #249
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Mi sono riletta nei miei ultimi post, vorrei spiegare, dire qualcosa ma non riesco per cui parto dalla sensazione che è tutta da verificare.
Dunque quel che accade ultimamente, e vuol dire mesi, è la tensione. C'è un crescendo di tensione che porta certi pensieri o intuizioni accompagnati da segnali corporei, quali calore, dolore, onde e tutto il resto...
Poi intuisco che da queste tensioni dovrebbe nascere qualcosa, ma non potendolo vedere consciamente si rivela nei sogni, a poco a poco, o nei sogni guidati, o nei miei inferi da cosciente.
Ma la tensione non può durare in eterno, deve avere un culmine o di risoluzione del problema o di scarico dell'energia che nel frattempo si è accumulata.
Escludendo il primo caso in cui tutto si risolve e si rientra nel normale equilibrio, nel secondo caso è importante vedere come si scarica l'eccesso, la tensione.
Ho notato diversi stadi, il primo più immediato ma anche più primitivo è la manifestazione della rabbia. Il prestesto c'è sempre per giustificare la scarica.
Volendo fare uno sforzo di trasformazione di questa rabbia il secondo stadio è la somatizzazione. Tenere a lungo la tensione porta malessere a tal punto che si viene scioccati dal dolore, sfiniti fino allo svuotamento da cui ripartire.
Il terzo stadio è traumatico attraverso l'oggetto. Ormai sto superando la rabbia non esplodendo più come prima, quel dire si mi impedisce di far arrivare il calore alla schiena. Alla somatizzazione sono abituata, continuo la vita anche se sto male. Davanti il trauma mi fermo, è un evento di maggiore portata e soprattutto nuovo a cui non so dare risposta per cui vedo è uno stop anche se momentaneo.
Mantre nel passato tra un trauma e l'altro poteva passare anche qualche anno ora può passare anche qualche giorno.
Anche con il trauma si passa da uno stadio minore ad uno di maggiore intensità fino allo stop o reset. Dipende dalla mia resistenza e quanto sono orba che ho poi bisogno di segni elefantiaci.
E' quello che sto vedendo in questi giorni, è dai sogni è dalle vicende quotidiane.
Fin ora nulla di brutto o di irrimediabile, il cane si è ripreso, mio figlio stanotte alla fine è tornato a casa quando ormai temevo il peggio, ma questo risolversi con poco mi preoccupa perchè il prossimo sarà più forte.
Ogni volta la tensione aumenta e lo strong è più forte, come se il corpo si abituasse ad una certa intensità e poi aumenta fino a quella risolutiva.
Più mi arrendo e più vengo messa alla prova perchè di fatto non riesco a comprendere ciò che mi arriva dall'inconscio o dall'esterno.
Ora mi sento veramente depressa.
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Vecchio 05-02-2011, 20.13.24   #250
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Se fossi al tuo posto Tea, cercherei di fare un pò di ordine.
Prendi questo thread, non ho mai detto nulla, ma ad iniziare dal titolo: di che parla?

E' bene far emergere cose... ma se non gli dai un ordine ed un senso non ti muovi.
Non ti ho detto nulla perchè volevo vedere se poi si sbloccava la situazione, ma stai ammucchiando qui cose di vario tipo, che a volte sono concatenate altre no. Ovviamente sei libera di continuare, ma io prenderei una cosa per volta e la svilupperei. Dare un ordine fuori da un ordine anche dentro. Nell'ordine si trovano meglio le cose e si lavora meglio.
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