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Vecchio 24-09-2010, 09.45.57   #176
Edera
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E' un tipo irrazionale, determanato dall'intensità della componente soggettiva della percezione scatenata dall'oggetto, quindi la correlazione è arbitraria e inadeguata.
Si tratta di un soggetto imprevedibile su cosa possa o non possa impressionarlo.
Ha difficoltà ad esprimersi. Può manifestare atteggiamenti di calma, passività e autocontrollo razionale che posso far pensare si tratti di un tipo razionale.
L'effetto dell'oggetto viene subito rimpiazzato da una reazione soggettiva, non più in relazione con la realtà dell'oggetto.
La percezione non può prescindere dall'oggetto, ma l'IS lo valuta diversamente da come è la realtà oggettiva.
Fra l'oggetto e il soggetto si intromette il contenuto soggettivo proveniente dall'inconscio che intercetta l'influsso proveniente dall'oggetto.
Al percettivo l'oggetto o suscita una reazione soggettiva, distante quindi dalla sua realtà, o suscita indifferenza se l'oggetto non riesce a penetrare il soggetto.
Per ridurre l'effetto dell'oggetto, il soggetto smorza ciò che entuasiasma, e riduce il tutto alla formula "giusta".
Questo tipo viene giudicato oppressivo in quanto non viene creduto nella sua innocuità, e se fosse candido verrebbe sicuramente reso vittima della prepotenza altrui.
Quando il il soggetto non è un artista, egli ha molta difficoltà ad esprimere le proprie sensazioni, percezioni soggettive, diventa difficile capirlo, e capire se stesso.
Egli si allontana dalla realtà dell'oggetto rimandandogli alla coscienza una realtà arcaica di cui non è consapevole in quanto mancante di giudizio comparativo.
Si muove nel mondo mitologico in cui le immagini appaiono ora benevole ora malevoli, agendo sul suo giudizio.
Egli spesso si rinchiude in se stesso considerando la realtà banale.
Rimuove la funzione intuito, in quanto l'intuito introverso tende a scavare in profondità, guardando i restroscena oscuri e pericolosi della realtà, stridendo con il contrasto della benevola innocuità della coscienza inconsapevole.
Quando l'inconscio entra in opposizione con la coscienza si sviluppano le nevrosi con idee ossessive negative sugli oggetti portando ad un esaurimento più marcato dell'isteria.
Bello questo..
Leggendoli tutti, apparte alcuni tipi con i quali non ho proprio niente in comune, ho la sensazione di essere un bel miscuglio.
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Vecchio 24-09-2010, 10.37.18   #177
Ray
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Ecco spero di aver risposto alla tua domanda : cos'e' la rimozione e se e' innata :no non e' innata ma e' un processo naturale per l'impossibilita' di dedicarci a tutte le funzioni contemporaneamente ed a farle emergere tutte a livello conscio .
Forse parzialmente. Se ho capito quindi è innata la tendenza all'estro o all'intro e, per conseguenza, a rimuovere determinate funzioni (almeno fino a quando non ci si dedica all'individuazione).

Questo però amplia di molto il concetto di rimozione in quanto non è più necessaria la funzione difensiva ma è sufficiente la carenza energetica strutturale. Il tutto non dipenderebbe da un atteggiamento conscio quindi e non dovrebbe produrre nevrosi. Il che è plausibile.
Semplicemente, più che rimozione, sembra un alternarsi di attivazioni (con conseguenti disattivazioni o non attivazioni dei complementari) con delle propensioni. E' una questone di parole per cairtà, ma utile a capirsi.
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Vecchio 24-09-2010, 10.52.46   #178
nikelise
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Forse parzialmente. Se ho capito quindi è innata la tendenza all'estro o all'intro e, per conseguenza, a rimuovere determinate funzioni (almeno fino a quando non ci si dedica all'individuazione).

Questo però amplia di molto il concetto di rimozione in quanto non è più necessaria la funzione difensiva ma è sufficiente la carenza energetica strutturale. Il tutto non dipenderebbe da un atteggiamento conscio quindi e non dovrebbe produrre nevrosi. Il che è plausibile.
Semplicemente, più che rimozione, sembra un alternarsi di attivazioni (con conseguenti disattivazioni o non attivazioni dei complementari) con delle propensioni. E' una questone di parole per cairtà, ma utile a capirsi.
Si , la nevrosi non appare alla rimozione ma quando , una volta rimossa , la funzione antagonista riemerge dall'inconscio , caricata a molla da questo , personale o collettivo (archetipi ) che sia .
Quando cioe' la funzione prevalente e' talmente unilaterale da creare una dissociazione tra questa che ha funzione cd. collettiva di adattamento e quella prima rimossa che avanza istanze individuali rimaste nell'oblio .
Allora ecco la nevrosi e poi l'arresto , agevolato dall'evento reset .
La funzione rimossa cioe' con la forza devastante dell'inconscio rappresentato dalle immagini archetipiche prevale sull'io e crea lo scompiglio , la nevrosi .

Ad evitare cio' , a sopportare l'emersione dell'inconscio dovrebbero servire le 2 funzioni ausiliarie che hanno lo scopo di compensare , mediare .

Comunque non e' sempre detto che l'antagonista generi sempre una nevrosi , accade solo quando l'inconscio non ha piu' il fine di compensare ma e' una forza soverchiante l'IO a causa dell'unilateralita' eccessiva della funzione prevalente .

Ultima modifica di nikelise : 24-09-2010 alle ore 11.02.24.
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Vecchio 26-09-2010, 10.07.04   #179
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La coscienza è spesso paragonata all'occhio, si parla di campo visivo o punto di vista della coscienza.
Ciò che sale alla coscienza è unilaterale. Solo pochi contenuti riescono a rimanere all'interno della coscienza a raggiungere il massimo grado coscientizzazione, in quanto essa è molto selettiva. La scelta dipende da un orientamento che a sua volta richiede l'asclusione di tutto ciò che non è inerente ad esso.
L'orientamento della coscienza è unilaterale e ciò che non è inerente precipita nell'inconscio, facendo da contrappeso all'orientamento cosciente, che aumenta la unilateralità della coscienza fino a sviluppare una notevole tensione.
La tensione inizia a disturbare o inibire l'attività cosciente che fino a una certa tensione viene contenuta.
Se la tensione aumenta in base all'aumentare dell'unilataralità cosciente, ad es. con l'identificazione alla funzione cosciente, i contenuti inconsci cominciano ad affiorare soprattutto attraverso i sogni o immagini apparentemente casuali.
La produzione onirica offre l'opportunità alla coscienza di appropriarsi di contenuti fin ora rimossi capendoli e realizzando un adattamento totale.
E' la compensazione automatica inconscia.
La nevrosi subentra quando la tensione fra conscio e inconscio arriva al punto tale da creare un conflitto vero e proprio disturbando la compensazione automatica.

L'estroversione o l'introversione, immedisimazione e astrazione, sono meccanismi di difesa e di adattamento, servono a proteggere l'uomo dai pericoli esterni consentendogli di adattarsi.
Sono funzioni finalizzate che liberano l'uomo dalle pulsioni occasionali attraverso l'autoalienazione.
La funzione finalizzata è quella che ha valore, consente l'adattamento sociale e attraverso l'autoalienzione ci si libera delle funzioni meno valide non differenziate e non finalizzate.
Per contro alla lunga il soggetto finisce spesso per identificarsi con la funzione finalizzata.
Maggiore è questa identificazione, maggiore la caricherà di libido, maggiore sarà la sottrazione di libido alle altre funzioni allontanandosi sempre più dalla coscienza finendo nell'inconscio.
Il fenomeno equivale ad una regressione di queste funzioni alla condizione primitiva ed arcaica ancora molto presente nella condizione umana, visto che si è civilizzato da pochi millenni, per cui le funzioni arcaiche sono vitali e facilmente riattivabili. Funzioni arcaiche che non hanno alcun riferimento con il conscio e che se subentrano portano ad una dissociazione della personalità da cui poi le nevrosi.
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Vecchio 26-09-2010, 11.10.18   #180
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La coscienza è spesso paragonata all'occhio, si parla di campo visivo o punto di vista della coscienza.
Ciò che sale alla coscienza è unilaterale. Solo pochi contenuti riescono a rimanere all'interno della coscienza a raggiungere il massimo grado coscientizzazione, in quanto essa è molto selettiva. La scelta dipende da un orientamento che a sua volta richiede l'asclusione di tutto ciò che non è inerente ad esso.
L'orientamento della coscienza è unilaterale e ciò che non è inerente precipita nell'inconscio, facendo da contrappeso all'orientamento cosciente, che aumenta la unilateralità della coscienza fino a sviluppare una notevole tensione.
La tensione inizia a disturbare o inibire l'attività cosciente che fino a una certa tensione viene contenuta.
Se la tensione aumenta in base all'aumentare dell'unilataralità cosciente, ad es. con l'identificazione alla funzione cosciente, i contenuti inconsci cominciano ad affiorare soprattutto attraverso i sogni o immagini apparentemente casuali.
La produzione onirica offre l'opportunità alla coscienza di appropriarsi di contenuti fin ora rimossi capendoli e realizzando un adattamento totale.
E' la compensazione automatica inconscia.
La nevrosi subentra quando la tensione fra conscio e inconscio arriva al punto tale da creare un conflitto vero e proprio disturbando la compensazione automatica.

L'estroversione o l'introversione, immedisimazione e astrazione, sono meccanismi di difesa e di adattamento, servono a proteggere l'uomo dai pericoli esterni consentendogli di adattarsi.
Sono funzioni finalizzate che liberano l'uomo dalle pulsioni occasionali attraverso l'autoalienazione.
La funzione finalizzata è quella che ha valore, consente l'adattamento sociale e attraverso l'autoalienzione ci si libera delle funzioni meno valide non differenziate e non finalizzate.
Per contro alla lunga il soggetto finisce spesso per identificarsi con la funzione finalizzata.
Maggiore è questa identificazione, maggiore la caricherà di libido, maggiore sarà la sottrazione di libido alle altre funzioni allontanandosi sempre più dalla coscienza finendo nell'inconscio.
Il fenomeno equivale ad una regressione di queste funzioni alla condizione primitiva ed arcaica ancora molto presente nella condizione umana, visto che si è civilizzato da pochi millenni, per cui le funzioni arcaiche sono vitali e facilmente riattivabili. Funzioni arcaiche che non hanno alcun riferimento con il conscio e che se subentrano portano ad una dissociazione della personalità da cui poi le nevrosi.
Questo tema dell'adattamento sociale grazie alla funzione prevalente ci consente anche di parlare dei vari stadi della vita .
Il tema e' sempre quello : come si atteggia il rapporto tra soggetto ed oggetto nel tempo ?
Ci sono 4 stadi della vita che sono caratterizzati dal rapporo con l'oggetto o , che e' lo stesso , con i problemi :
L'infanzia nella quale conosciamo il mondo esteriore e nella quale dei nostri problemi si fanno carico gli altri o noi siamo un problema per gli altri .
La giovinezza nella quale si afferma l'IO e la coscienza in modo unilaterale con la soluzione dei problemi in cio' consiste l'adattamento sociale e lo sviluppo della funzione prevalente .
La maturita' che e' l'inizio della parabola discendente in cui il soggetto dovrebbe accorgersi della dualita' che e' insita in lui , dualita' rappresentata dal conscio e dall'inconscio .
In questo stadio dovrebbe aversi un ampliamento della coscienza rimasta solo unilaterale nel 2 stadio e compiersi una trasformazione del soggetto .
La vecchiaia nella quale nuovamente i nostri problemi devono risolverli gli altri o noi diventiamo un problema per gli altri .

La nevrosi non e' altro che un malvivere il secondo stadio e non essere ancora appieno nel terzo .
Allo stesso modo tanti disagi dei giovani consistono esclusivamente nella paura di affrontare il passaggio dal primo al secondo stadio cioe' dall'essere un problema per gli altri ad essere coloro che risolvono da soli i proprii problemi .

Tuttavia mentre il passaggio dalla giovinezza alla vecchiaia e' naturale ed inevitabile , il passaggio dal 2 al 3 stadio ma anche dal primo al secondo , anche se molto di rado , non sono passagi inevitabili .
Fermandoci al passaggio dal 2 al terzo stadio , e' evidente che alla natura ma anche alla societa' ( che anzi ha bisogno di consumatori immaturi ) non interessa affatto che l'individuo consegua un ampliamento della coscienza .
Alla natura importa solo la sopravvivenza con la quale pero' si mantiene quello che si e' raggiunto ed il nuovo non viene affrontato .
Affrontare il nuovo significa sfruttare le altre possibilita' della psiche che sono state rimosse nella fase di secondo stadio della vita .

Affrontare il nuovo nel terzo stadio della vita e' la vera opera d'arte che siamo chiamati a realizzare per dare un senso alla nostra vita .

Ultima modifica di nikelise : 26-09-2010 alle ore 11.13.47.
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Vecchio 26-09-2010, 15.41.30   #181
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Interessante Nike, ci pensavo in spiaggia mentre ripercorrevo mentalmente le tappe della mia vita.
Ho iniziato a rendermi conto della spinta inconscia dai 24 anni circa in poi, quando avevo il mio primogenito già da pochi mesi.
Da un lato si manifestarono i problemi con mio marito e dall'altro le mie paure con mio figlio.
Sarebbe lungo da raccontare, mi limito a dire che la nascita di mio figlio ha fatto si che risalissero dall'inconscio delle turbe di varia natura che mi facevano paura.
Da piccola sono stata troppo stimolata a livello sensoriale da mia madre e da un clima familiare non proprio sano, più la mia precedente traumatica esperienza, fatto sta che improvisamente ciò che era stato nascosto nella cantina iniziò a risalire feroce e prepotente.
I sogni e i frequenti incubi erano quelli che più mi tormentavano insieme a delle pulsioni aggressive che turbavano la mia serenità. Avvertivo un certo pericolo di ricadere nel disegno familiare che non mi piaceva e mi aveva recato molto doloroso travaglio interiore.
In un certo senso ero consapevole di cosa ci fosse all'origine ma non sapevo come uscirne e intuivo a quali conseguenze avrebbe portato se non vi avessi posto rimedio. Avevo bisogno di comprendere, capire e trovare soluzione.
Fu così che iniziai il percorso della terapia per un anno, e poi la intrapresi di nuovo dopo qualche anno dopo la separazione da mio marito per altri 4 anni in cui affrontai anche l'altra più dolorosa separazione che cambiò il corso della mia vita.
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Vecchio 26-09-2010, 15.52.26   #182
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Ciò che sale alla coscienza è unilaterale. Solo pochi contenuti riescono a rimanere all'interno della coscienza a raggiungere il massimo grado coscientizzazione, in quanto essa è molto selettiva. La scelta dipende da un orientamento che a sua volta richiede l'esclusione di tutto ciò che non è inerente ad esso.
Mi sono chiedevo: se la coscienza tiene pochi contenuti e tutti risalenti ad un orientamento che esclude tutto ciò che non ne fa parte, quando ci si avvia ad processo di conoscenza dei meccanismi inconsci, e quindi di quel contenuto scartato a priori, perchè non inerente, come fa la coscienza a contenerlo? Lo ingloba come un allargamento del suo orientamento?
Si potrebbe paragonare ad un processo di riconoscimento di parti diverse ma integranti oppure si avvia un processo di assimilizione per accettazione di ciò che si è escluso?
L'orientamento della funzione primaria rimarrà sempre come caratteristica individuale.
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Vecchio 26-09-2010, 16.21.12   #183
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Mi sono chiedevo: se la coscienza tiene pochi contenuti e tutti risalenti ad un orientamento che esclude tutto ciò che non ne fa parte, quando ci si avvia ad processo di conoscenza dei meccanismi inconsci, e quindi di quel contenuto scartato a priori, perchè non inerente, come fa la coscienza a contenerlo? Lo ingloba come un allargamento del suo orientamento?
Si potrebbe paragonare ad un processo di riconoscimento di parti diverse ma integranti oppure si avvia un processo di assimilizione per accettazione di ciò che si è escluso?
L'orientamento della funzione primaria rimarrà sempre come caratteristica individuale.
Non a caso nel terzo stadio si parla di trasformazione .
Quello che c'era prima non c'e' piu' ed indietro non si torna .Tutto sara' nuovo e non semplice somma di quello che e' emerso ma molto di piu' , perche' tutto progredisce in modo esponenziale , come insegna il concetto di olismo dove l'unita' vale piu' che non la somma delle parti .
La funzione prevalente non sara' piu' efficace come prima , sara' meno perfetta ma la coscienza sara' arricchita , ampliata dai contenuti delle altre funzioni .
Credo che si debba necessariamente migliorare anche perche' cambiano i bisogni , le aspettative , le esigenze , tutto adeguato alla nuova persona che sei diventata .

OT non e' ovviamente farina del mio sacco e' sempre Lui , jung con qualche connessione ad altro .
Ma non nel libro tipi psicologici in un altro libro che non ti cito cosi' li dovrai comprare tutti ed imparare un sacco di altre cose .
Ti avrei messo una bella linguaccia ma non trovo gli smile nella funzione edita .

Ultima modifica di nikelise : 26-09-2010 alle ore 16.25.10.
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Vecchio 26-09-2010, 17.02.17   #184
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umh! vediamo, linguaccia come questa?


non è giusto! Sei cattivo.
Peccato però, ti avrei dato un altro dei miei baci
Ah! questi uomini incontentabili e dispettosi!
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Vecchio 26-09-2010, 17.33.51   #185
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umh! vediamo, linguaccia come questa?


non è giusto! Sei cattivo.
Peccato però, ti avrei dato un altro dei miei baci
Ah! questi uomini incontentabili e dispettosi!
No questa e' piu' simpatica e poi ti invidio che vai in spiaggia laggiu' in Africa ,qua da me sembra autunno , altrimenti sarei andato a vedere se riappare qualche ricciolona .
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Vecchio 27-09-2010, 20.43.13   #186
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Predefinito La funzione intuito nel tipo itroverso

L'intuito introverso è orientato verso gli oggetti interni. E' un termine corretto malgrado l'intuito è un elemento esclusivo dell'inconscio, ma in questa funzione funge da oggetto esterno.
Gli oggetti interni sono immagini soggettive di cose che non risalgono all'esperienza esterna ma provengono dall'inconscio.
Il fattore soggettivo diventa determinante.
L'intuito introverso guarda alle possibilità che l'esterno gli ha scatenato interiormente.
L'intuito I trattiene l'immagine registrando il modo in cui si modifica evolve fino a scomparire del tutto.
L'intuito ciò che sta dietro ogni impulso percepito dalla sensazione. Spiega perchè e cosa accade dopo lo stimolo sensoriale.
Le immagini appaiono autonome dall'oggetto e dal soggetto.
L'intuito cerca immagine dopo immagine tutte le possibilità che il suo inconscio percepisce senza fare connessioni con l'oggetto e il soggetto.
L'intuito non è mai morale ma solo percettivo, senza giudizio, senza consapevolezza dell'eggetto prodotto sugli altri.
L'intuito I coglie le immagini archetipiche, che contengono tutte le sperienze passate dall'aumanità, punto di partenza di tutte le cose sperimentabili, conferendo capacità profetiche.
L'intuito capace di percepire questi processi interni fornisce dati importanti per la concezione dell'evento generale, fornendo a volte previsioni sul futuro.

Il tipo intuitivo I può essere il sognatore e il veggente mistico, oppure il fantasioso e l'artista.
L'artista si preoccupa di trovare possibilità su come produrre e rappresentare la sua percezione.
Il fantasioso invece si accontenta della visione focalizzandosi in essa.
Questo tipo si allontana dalla realtà tangibile, per cui risulta difficile capirlo.
Se è un'artista produrrà cose geniali ma anche banali, cose straordinarie ma anche bizarre, proprio perchè non ha morale, giudizio sugli oggetti da lui percepiti.
Se non è un artista sarà un genio misconosciuto, un sapiente-mezzo-matto.
Quando l'intuitivo stabilisce un rapporto con la propria visione si avrà una valutazione morale della sua percezione.
Egli capisce che fa parte della sua visione, non è estraneo ad essa.
E' il tipo moralmente atteggiato, in quanto il giudizio tuttavia rimarrà unilaterale, cioè conforme al significato interiore ed eterno dell'evento e non inerente alla effettiva realtà.
E' il predicatore nel deserto. Le sue argomentazioni mancano della qualità razionale che convince.
La funzione rimossa è quella sensoriale in quanto la percezione dell'oggetto non è riconosciuta.
La nevrosi tipica di questo tipo è di ossessiva, ipocondriaca e di eccessivo ancoramento a persone o oggetti.
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Vecchio 02-10-2010, 00.02.08   #187
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L'intuito I coglie le immagini archetipiche, che contengono tutte le sperienze passate dall'aumanità, punto di partenza di tutte le cose sperimentabili, conferendo capacità profetiche.
L'intuito capace di percepire questi processi interni fornisce dati importanti per la concezione dell'evento generale, fornendo a volte previsioni sul futuro.
A questo proposito mi chiedo come può avvenire la veggenza.
Mi viene più facile immaginare la funzione degli archetipi come punto di partenza di tutte le cose sperimentabili, ma il futuro da cosa è determinato?
In altri 3d si è parlato di libera scelta, libero arbitrio, e di futuro già esistente da un disegno di vita preorganizzato.
Allora, se esiste la volontà, quindi espressa nel qui e ora come si può a priori prevederne la scelta futura?
L'intuitivo è come se viaggiasse nel tempo. Ma viaggia in ciò che è già stato predefinito ed a noi sembra futuro, sembra scelta.
L'unica risposta razionale che posso darmi è la seguente:
l'intuitivo entra a contatto con l'archetipo che è come paragonabile ad uno stampo da cui escono forme tutte uguali. Queste forme negli anni che si susseguono si sono esplicate in un numero indicativo che non deve essere infinito ma limitato entro una casistica di probailità, anzi di possibilità, termine amato dall'intuitivo.
Le possibilità si trovano nell'inconscio collettivo da cui l'I può facilmente pescare. A questo punto dal passato si prevede il futuro su un calcolo probabilistico, fra tutte le cose sperimentabili quello che potrebbe accadere con più possibilità in base alle caratteristiche dell'evento.
Insomma se non c'è molta consapevolezza è più facile prevedere il futuro pescando dall'inconscio, rispetto ad una condizione di funzioni inconscie o di limitata coscientizzazione.
Man mano che aumenta la consapevolezza, quindi che ci si allontana dagli archetipi dovrebbe essere più improbabile prevedere il futuro.
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A questo proposito mi chiedo come può avvenire la veggenza.


Insomma se non c'è molta consapevolezza è più facile prevedere il futuro pescando dall'inconscio, rispetto ad una condizione di funzioni inconscie o di limitata coscientizzazione.
Man mano che aumenta la consapevolezza, quindi che ci si allontana dagli archetipi dovrebbe essere più improbabile prevedere il futuro.
Si e' cosi' , poni delle domande corrette .
Provo a spiegare a me stesso come va intesa la cosa .
La questione e' complessa .
Vi e' un parallelo tra la fisica moderna e l'analisi della psiche , Pauli e Jung unirono i loro sforzi per spiegare argomenti normalmente separati quello della realta', della materia e quello della psiche .
Come la realta' a livello atomico e' sia particelle ,materia , che onde sicche' non esiste solo quello che vediamo , che percepiamo con gli occhi ( materia ) ma , in un continuum spazio temporale , molto di piu', in cui il passato , presente e futuro delle cose sono compresenti , perche' la materia si prolunga in onde che si stendono al di la' dell'istante della percezione ( mi piace immaginare la realta' a livello cosciente come la fetta di un salame mentre la vera realta' sarebbe tutto il salame intero ) ,
cosi' l'IO e' solo una parte della psiche rispetto al Se' , composto dai ben piu' vasti contenuti dell'inconscio .

L'Io sarebbe la fetta di salame , il Se' il salame intero .

L'Io inteso nella forma piu' completa pero' , quello cioe' gia' integrato dai contenuti dell'inconscio emersi alla coscienza attraverso le immagini simboliche che rappresentano gli archetipi .
In altre parole , l'Io integrato sarebbe solo una parte della psiche cosi' come la realta' che vede il soggetto sarebbe solo una parte delle realta' pluridimensionali .
E' come se l'io integrato fosse solo la parte emersa dell'iceberg e la parte immersa fosse l'inconscio .
L'intero iceberg sarebbe il Se' comprendente le possibilita' complete , totali di quell'individuo , passate , presenti e future .

Ora , l'intuizione quale funzione irrazionale quindi non cosciente va a pescare quei contenuti che stanno sotto il livello della coscienza , li porta alla coscienza e consente di accedere alle possibilita' del soggetto non piu' confinate nello spazio/tempo cosciente ma nello spazio/tempo piu' esteso , proprio del Se' , che e' piu' esteso perche' comprensivo anche del futuro .
Da qui le possibilita' di preveder il futuro .

Questi contenuti sono portati a livello cosciente e si manifestano attraverso i sincronismi acausali , i deja' vu , la telepatia ecc.

Attraverso questo processo di emersione dell'inconscio e soprattutto di integrazione l'Io accede a contenuti piu' ampi ed estesi che lo influenzano in 3 modi :
1) l'io puo' cedere all'idea di potenza e pretende di appropriarsi del Se , di confondersi con le immagini archetipiche identificandosi con quelle ,
2) l''IO cede ai contenuti del Se , alle immagini degli archetipi che lo sopraffanno creando le alienazioni di un Io annullato ,
3) l'Io e' cosi' forte da non cedere ne' all'ipotesi 1) ne' alla 2) , integra l'inconscio che emerge con funzione compensativa e si trasforma in qualcosa di diverso .

L'effetto sara' quello di un Io piu' passivo consapevole di quella realta' moolto piu' ampia di quella che naturalmente vede con gli occhi , la volonta' sara' meno volta alla conquista di quello che vede e piu' consapevole della totalita' piu' ampia di cui e' portatore .
Psiche e materia diventano una cosa sola , la psiche si oggettiva grazie ai contenuti eterni provenienti dall'inconscio e la materia si spiritualizza perche' e' piu' che non quello che si vede nel qui e ora .

Tutto questo processo e' originato dall'emersione dell'inconscio attraverso immagini simboliche della realta' .
Il simbolo come immagine e' determinante nell'innescare il processo .

Punto chiave e' rafforzare l' IO .
Come si fa' ?

Aspetto correzioni integrazioni chiarimenti tanto e' complessa la materia in poche righe sottoposta alla vostra attenzione .

Ultima modifica di nikelise : 02-10-2010 alle ore 09.18.02.
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Vecchio 03-10-2010, 09.17.41   #189
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Stamattina riflettevo sul fatto che l'intuizione dovrebbe funzionare utilizzando un canale energetico.
Ad esempio, se l'intuitivo è un artista, un pittore, il suo canale dovrebbe essere il quinto chakra, la creatività.
Se l'intuitivo è un uomo d'affari con un particolare fiuto, il suo canale dovrebbe essere il terzo chakra.
Insomma sto a fare delle ipotesi per rendere amalgamabile tutte le funzioni dell'uomo.
La capacità di sviluppare l'intuito dovrebbe anche dipendere dal livello spirituale del soggetto. Visto che non tutti i creativi diventano artisti, ritengo che l'artista ha un quid in più che non necessariamente dipende dall'ambiente esterno.
A questo proposito mi ricordo di un post in cui Kael parlava di orbite, il nostro essere vede il mondo attraverso ciò a cui orbita, e condiziona la visione a che gli orbita intorno.
Cioè la capacità di prevedere è limitata a ciò che gli ruota intorno.
L'importanza del Maestro per un intuitivo immagino sia questa.
Cambia la sua orbita, entra in contatto con altre possibilità prima oscure a lui. Visto che l'oggetto dà l'imput all'intuito, cambiando l'oggetto cambia, in meglio o in peggio, l'intuizione.
Immagino che l'iceberg contenga anche il bene e male contenendo tutte le possibilità, conoscere quello che chiamiamo limite fra bene e male ci dovrebbere dare un'assaggio di libertà di scelta.
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Vecchio 03-10-2010, 09.31.20   #190
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Immagino che l'iceberg contenga anche il bene e male contenendo tutte le possibilità, conoscere quello che chiamiamo limite fra bene e male ci dovrebbere dare un'assaggio di libertà di scelta.
Certo volevo dirlo .
L'ombra o quello che e' chiamato male del soggetto , sta nelle ipotesi 1) e 2) , quando l'Io debole o crede di sostituirsi al Se' e cede alla tentazione dell'onnipotenza o cede all'inconscio che lo sopraffa' determinando le sue azioni in mdo primitivo animalesco arcaico .

La presa di coscienza dell'ombra e la sua attenuazione attraverso le funzioni ausiliarie consentono di arrivare alla fase 3) cioe' all'integrazione dell'inconscio da parte dell'Io .
Il passaggio alla fase 3) avviene con il governo della potenza dei simboli che rappresentano l'inconscio .
Questa potenza dei simboli viene direzionata con l'immaginazione attiva verso una trasformazione del soggetto che diventa quello che realmente e' , cioe' realizza tutte le sue potenzionalita' .
Da qui l'importanza della creativita' , della fantasia che dipende dal talemto innato di ciascuno .
Ciascuno ha il suo talento di cui servirsi .
L'artista e' solo piu' dotato nell'uso della fantasia attraverso l'espressione artistica espressiva o musicale ma tutti in un modo o nell'altro trovano il modo di sprimersi .
C'e' chi va in barca avela chi gioca a basket chi corre ad occhi chiusi ecc.

Ultima modifica di nikelise : 03-10-2010 alle ore 09.39.26.
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Vecchio 03-10-2010, 18.43.51   #191
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Così il mezzo utilizzato per procedere passo dopo passo è inefficace (fare la strada da un luogo all'altro) ma se usato per volare da quel luogo all'altro ti sarebbe utile.
Grey ho preso in prestito una tua citazione sul sogno di Tina in quanto mi ha stimolato una riflessione. Lo posto qui perchè la mia riflessione non vuole essere un'interpretazione del sogno ma solo un aggancio con Jung.

Dunque si parla di aereo, di volo da un luogo all'altro. Questo mi fa pensare alla funzione intuitiva che va da un luogo all'altro senza soffermarsi molto nel momento reale.
L'aereo è un mezzo per sorvolare la città, accorciare la distanza fra se stessi e la meta, è un'accelerazione verso la possibilità percepita.
L'intuitivo ha un problema con il tempo, il viaggiare con la fantasia, il vedere le cose già realizzate nel futuro annullano le barriere della materia vedendo già concretizzato qualcosa che nella realtà di fatto ancora non esiste. Il contatto con la realtà ci da la tempisca o la concreta fattibilità di realizzare ciò che si è intuito. Ma l'intuitivo fugge dal momento concreto per andare in un'altra visione e inseguire un'altra possibilità.
La noia è spesso il sentimento più comune all'intuitivo, ma anche la pigrizia verso lo sforzo per realizzare un percorso a piedi dopo averlo fatto in aereo. Il progetto per essere realizzato necessita di molta energia, energia che in genere nell'intuitivo è assorbita per le possibilità.
La visione infatti può anche essere un modo per allontanarsi dal reale se è troppo faticoso da vivere e realizzare.
Anche la Fiammiferaia si abbandona alle visione che la sollevano di una realtà dura da sopportare preferendo la morte risolutiva.
L'aereo è un mezzo veloce che elimina il traffico cittadino, la burocrazia, i semafori, i traghetti, molta fatica fisica del viaggio, insomma tutti gli ostacoli legati all'uomo o alla mente se vogliamo estenderlo in un'analogia.
L'attività onirica è il tentativo della risalita dell'inconscio per essere coscientizzato attraverso il simbolismo.
Ad esempio, un attaccamento agli animali o alle piante, indica nell'introverso una personalità bloccata inibita o distratta, assorta nei pensieri e distaccata dall'oggetto o che si vuole distaccare, a causa della compattezza dei complessi isolati, così la simbologia degli animali e della vegetazione in genere si estende nei sogni per indicare gli istinti o bisogni sopiti dall'impossibilità di trovare realizzazione nel conscio.
Ogni funzione si serve dei suoi simboli per assolvere la sua funzione compensativa.

Ed è sempre nel simbolo che Jung trova la soluzione, ma di questo ne parlerà Nike quando sarà tempo.

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Il percorso fugge alla vista perchè il mezzo non è adeguato al suo uso
Mi sembra giusta la tua intuizione legata a quanto prima detto. L'inconscio tenta attraverso il simbolo di far vedere il mezzo adeguato per l'intuizione, ma inadeguato per la realizzazione materiale e reale nella dimensione individuale.
Si scopre la punta dell'iceberg un pò di più.

Mi piace questa tua ritrovata funzione intuitiva
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Vecchio 03-10-2010, 20.07.49   #192
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L'intuitivo ha un problema con il tempo, il viaggiare con la fantasia, il vedere le cose già realizzate nel futuro annullano le barriere della materia vedendo già concretizzato qualcosa che nella realtà di fatto ancora non esiste. Il contatto con la realtà ci da la tempisca o la concreta fattibilità di realizzare ciò che si è intuito. Ma l'intuitivo fugge dal momento concreto per andare in un'altra visione e inseguire un'altra possibilità.
La noia è spesso il sentimento più comune all'intuitivo, ma anche la pigrizia verso lo sforzo per realizzare un percorso a piedi dopo averlo fatto in aereo. Il progetto per essere realizzato necessita di molta energia, energia che in genere nell'intuitivo è assorbita per le possibilità.
La visione infatti può anche essere un modo per allontanarsi dal reale se è troppo faticoso da vivere e realizzare.
Questo e' proprio vero anche se c'e' differenza tra l'intuitivo estro ed intro .
Io rischio sempre di vivere in modo frammentario ma essendo estro ho un forte attaccamento all'oggetto , solo che mi arresto nel quotidiano , nel normale , non sopporto le situazioni prive di nuove possibilita' .
Affronto i problemi ''per campagne '' come si suol dire per singolo impegni prendedoli di petto come se si fosse in guerra per poi prendere lunghe pause di riposo .
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Vecchio 05-10-2010, 20.49.07   #193
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Predefinito la funzione trascendente o immaginazione attiva

Forse e' ora di parlarne .
E' la funzione che dovrebbe servire a integrare le funzioni tra loro , quelle conscie in tutto ( prevalente ) o in parte ( le ausiliarie ) o le rimosse ( l'antagonista ) .
E' la funzione che dovrebbe ricostituire l'unita' dell'indivuduo frammentato .

Vorrei partire , sperando di attirare l'attenzione di qualcuno , su di un effetto che io ho provato e considero reale e faclmente si puo' far proprio , comunque assai utile .
Uso le parole di jung:

'' Finche' riuscivo a tradurre le emozioni in immagini e cioe' a trovare le immagini che in esse si nascondevano ,
mi sentivo interiormente calmo e rassicurato .
Se mi fossi fermato alle emozioni , allora sarei stato distrutto dai contenuti dell'inconscio .
Forse avrei potuto scrollarmele di dosso ma in tal caso sarei caduto inevitabilmente in una nevrosi e alla fine i contenuti mi avrebbero distrutto ugualmente .
Il mio esperimento mi insegno' quanto possa essere d'aiuto - da un punto di vista terapeutico -scoprire le particolari immagini che si nascondono dietro le emozioni .''


Io mi fermerei qui per il momento e chiedeerei se vi e' mai capitato di ottenere un simile beneficio dalle immagini che emergono da dentro di voi .
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Vecchio 05-10-2010, 21.08.35   #194
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Nike se non sbaglio l'immaginazione è propria della funzione intuitiva. Quindi al tipo intuito dovrebbe venire più facile immaginare.

E' quella che una volta hai chiamato immaginazione attiva.

Ogni pensiero, ogni emozione sono accompagnati da un'immagine, una visione, la vista e lo spazio dove posare gli occhi fuori e dentro di se è importante.
Tutto viene descritto nei particolari di ciò che si vede, con quel che si vede si spiega quel che si sente.

Ma immagino che in questa funzione il tutto viene fatto con osservazione consapevole di ciò che emerge come immagine.
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Vecchio 05-10-2010, 21.42.34   #195
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Nike se non sbaglio l'immaginazione è propria della funzione intuitiva. Quindi al tipo intuito dovrebbe venire più facile immaginare.

E' quella che una volta hai chiamato immaginazione attiva.

Ogni pensiero, ogni emozione sono accompagnati da un'immagine, una visione, la vista e lo spazio dove posare gli occhi fuori e dentro di se è importante.
Tutto viene descritto nei particolari di ciò che si vede, con quel che si vede si spiega quel che si sente.

Ma immagino che in questa funzione il tutto viene fatto con osservazione consapevole di ciò che emerge come immagine.
No , non credo di aver detto che l'intuizione piu' di altre funzioni ha il dono dell'immaginazione .
Mah forse c'e' piu' portato ?

Credo di aver detto che l'intuizione pesca le immagini dall'inconscio per prevedere cioe' per collocare l'oggetto nel tempo e spazio futuri .

In realta' tutte le funzioni se attingono dall'inconscio , vi attingono facendo emergere delle immagini .
Quello che e' importante a mio avviso e' che l'immagine di un'emozione consente di affrancarci , di liberarci dalla presa che l'emozione ha su di noi , crea un distaccio tra noi e l'oggetto e tra noi e l'emozione .
Da li viene quel senso di sollievo di cui parla Jung .
L'oggetto ci prende e magicamente ci condiziona con delle emozioni ,se queste emozioni diventano immagini interiori ecco che la magia dell'oggetto cala di intensita' .
Questo e' quello che ho chiesto di condividere se vi e' mai capitato .

L'immaginazione attiva e' sinonimo di funzione trascendente sono la stessa cosa per Jung .
Si dice funzione trascendente perche' attraverso l'integrazione tra le funzioni si cambia , si passa dsa un'atteggiamento psichico ad un altro .

Ultima modifica di nikelise : 05-10-2010 alle ore 22.11.29.
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Vecchio 05-10-2010, 23.24.39   #196
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No , non credo di aver detto che l'intuizione piu' di altre funzioni ha il dono dell'immaginazione .
Mah forse c'e' piu' portato ?
Beh Jung dice che l'intuito sia Intro che Estro per affiorare si serve delle immagini proprio perchè inconscio, per cui pensavo fosse più predisposto usando la consapevolezza a sviluppare la funzione trascendente.
Al contrario potrebbe essere di intralcio distaccarsi dalle immagini archetipiche in cui pesca soprattutto l'introverso.

Ma credo che poi tutti i tipi abbiano potenzialmente la facoltà di svilupparla consapevolmente.
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Vecchio 07-10-2010, 23.38.36   #197
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La cosa dell'introverso e del concentrarsi su se stessi e le proprie reazioni potrebbe non essere campata per aria, magari negli estroversi funziona allo stesso modo ma per altri motivi .
Luke, ti dico cosa ho pensato ma senza avere la pretesa di spiegare il perchè del tuo problema tempo.
Ti prendo come esempio e tu valuti se può calzarti la mia ipotesi.

Nel post n° 174 ho parlato di come nasce la funzione introversa e la successiva funzione secondaria. Nell'introverso l'intervallo tra funzione secondaria e le successive è ampio dato che la prestazione della cellula è più ampia intensa e prolungata.
Il contenuto scende più in profondità, per cui la libido viene impiegata in misura maggiore per minore produzione di contenuti o complessi.
"Effetto contrattivo" viene definito la scelta associativa che riporta sempre all'idea di partenza.
L'idea ha un effetto persistente, durevole nel tempo e va in profondità.

Il pensiero in profondità è meno variato, più limitato, meno ricco, ma in positivo viene favorita la sintesi del pensiero in quanto gli elementi del pensiero rimangono più a lungo e non vengono disturbati da troppi stimoli esterni che ne rallenterebbero il processo.

Qui il concetto si fa difficile. L'introverso produce una serie di idee che non si amalgamano insieme dando vita a gruppi di idee isolate fra loro,"complessi isolati" che non si influenzano fra di loro. Tutto ciò determina la chiusura verso l'esterno e tutto ciò che caratterizza l'introverso. Egli ha bisogno di tempo per vedere separatamente i complessi di idee che vanno tutte elaborati ed approfonditi.
Ogni tanto i gruppi di idee si scontrano dando una funzione secondaria prolungata ed amalgamante i complessi isolati, producendo unitarietà e compattezza dei contenuti psichici.
Non è spiegato però il meccanismo per cui avviene questo scontro, se è casuale o causale.

Potrei con molta immaginazione arbitraria pensare che una probabile causa sia la scadenza di un termine .

Quello che viene spiegato è che per ottenere questi scontri in modo continuativo l'introverso avrebbe bisogno di fermare il normale scorrere del tempo, con le vicende quotidiane esterne che nel frattempo si accavallano, si succedono continuamente, con funzioni secondarie che intralciano le linee interne.
Da qui il bisogno di isolarsi dall'esterno finchè non ha completato tutte le sue fusioni interne.

E' stata una premessa lunga ma necessaria altrimenti è molto difficile capire il nesso che ci ho visto.

In sintesi, l'introverso deve andare in profondità in quanto non riesce facilmente a collegare le proprie idee, ha bisogno di tempo per elaborarle tutte. Così dà priorità a ciò che preme maggiormente ma tarda a dare una sintesi in quanto pur isolandosi dall'esterno non lo può fare totalmente, quindi comunque subisce gli stimoli estrerni a cui deve dare risposta.
Suppongo che la scadenza metta in funzione quel meccanismo per cui i complessi si unificano dando in una volta quel che non si è riusciti a dare in molto tempo senza scadenza.

Mi fermo, magari commentiamo insieme.
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Vecchio 08-10-2010, 08.51.50   #198
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L'introverso produce una serie di idee che non si amalgamano insieme dando vita a gruppi di idee isolate fra loro, "complessi isolati" che non si influenzano fra di loro.
I complessi isolati che rimangono chiusi, isolati in se stessi seguendo una ferrea logica, non amalgamandosi tra di loro non creano un effetto correttivo attraverso altri complessi orientati in altro modo.

Un complesso particolarmente forte, quindi chiuso e non influenzabile, diventa "idea supervalida", idea dominante che sopravvive a qualsiasi critica.
Da questa dipende la forma mentis, cioè l'orientamento dell'intera mentalità.
Nel caso patologico diventa idea coatta o paranoica.

Jung ribadisce l'importanza di osservare il caso patologico come lente di ingrandimento, sugli atteggiamenti in questo caso di tendenza paranoica per spiegare poi i comportamenti automatici degli individui sani.

L'idea tendenzialmente paranoica si risolve associando all'idea coatta altri gruppi di idee con le stessa ferrea logica ma separata dalla prima.
Il problema sta proprio nel "timore associativo" che rende difficile appunto l'accostarsi di altri gruppi di idee.

La chiusura verso l'esterno, la distrazione o il blocco sono atteggiamenti tipici, in quanto la libido resta bloccata all'interno per alimentare l'idea dominante.
Il soggetto colpito da uno stimolo esterno può reagire o con forti reazioni emotive esterne, con esplosioni reattive, o con implosioni affettive, cioè all'esterno l'indifferenza ma all'interno scava tutto in profondità, dando luogo a meccanismi di difesa, che se diventano continui sfociano nella mania di persecuzione.

Spesso l'alternanza di isolamento a stati di esternazione affettiva euforica rendi i tipi poco comprensibili.
Incomprensioni che accentuano il ripetersi di esperienze negative con gli oggetti, facendo ricadere su di se la colpa di non sapere gestire un rapporto. Il soggetto ha paura di esternare le proprie opinioni e le proprie manifestazioni affettive negandole per paura di non saperle gestire a livello emotivo.
Questi tipi hanno una certa profondità di pensiero capaci di caricare un oggetto di valore, ma nel contempo sfociare in una "supervalutazione affettiva" dell'oggetto, cioè caricare l'oggetto di un valore superiore a quello che realmente merita.

Mi fermo qui, il discorso è molto più lungo e complesso.
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Ultima modifica di diamantea : 08-10-2010 alle ore 08.54.18.
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Vecchio 08-10-2010, 21.49.44   #199
luke
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Bel lavoro Diam , grazie degli spunti , adesso vediamo cosa sono riuscito a capire, sui concetti di complessi ecc mi sono un pò perso.

Sul bisgono di isolamento mi riconosco, ho la necessità di sviscerare e analizzare a fondo le varie idee e quindi gli eventi esterni creano nuova situazioni da analizzare mentre già è in corso l'analisi di quelle pregresse, andando ad ingolfare il tutto che rischierebbe di proseguire indefinitamente, senza soluzione di continuità, se non ci fossero come dici anche tu scadenze fisse che arrestano il processo o comunque costringono a "quagliare" magari il rush finale è proprio il mezzo più efficace per riportare in superficie il tutto.
Nei casi in cui queste scadenze non ci siano rischio ,infatti, di rimanere bloccato nelle fase elaborativa, anche se apparentemente la voglia di agire la sentirei, però evidentemente è troppo debole rispetto all'intensità della funzione primaria all'opera.

Mi ritrovo anche sulla difficoltà a manifestare le reazioni affettive, (con la probabile supervalutazione cui facevi cenno)con il timore di non saper gestire le relative emozioni, venendone travolto, e mi chiedevo se questo aspetto è particolarmente evidente nell'introverso pensiero:
le emozioni forti che può dare, ad esempio, una storia d'amore, una relazione forte con un'altra persona, come posso pensare di elaborarle col pensiero, ci vorrebbero secoli ed intanto ne arrivano altre e poi altre ancora, so che dovrei trovare una soluzione ma ancora non mi viene .

Ridirigere all'esterno almeno parte della libido è un processo
che ancora trovo inattuabile, ed allora aspetto qualcosa o qualcuna che me la aspiri fuori quasi "brutalmente" solo che evidetemente c'è qualche "guardiano interno" che chiude ancora di più le uscite in previsione di questa eventualità.

Ultima modifica di luke : 08-10-2010 alle ore 22.05.52.
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Vecchio 09-10-2010, 10.09.05   #200
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La capacità di sviluppare l'intuito dovrebbe anche dipendere dal livello spirituale del soggetto. Visto che non tutti i creativi diventano artisti, ritengo che l'artista ha un quid in più che non necessariamente dipende dall'ambiente esterno.
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Cioè la capacità di prevedere è limitata a ciò che gli ruota intorno.
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.
Credo che debba fare ammenda , Diam , per avere liquidato con superficialita' questo tema del ruolo dell'artista , anche se e' vero che tutti siamo chiamati a confrontarci col bello e con le sue rappresentazioni , immagini .
In effetti le immagini sono recepite secondo le inclinazioni di ciascuno sicche' possono essere
visive , uditive o legate a sensazioni corporee , da qui l'importanza di tutte le attivita' artistiche figurative o espressive che vanno dalla pittura alla musica alla danza ecc .

Comunque questo ruolo importantissimo delle immagini ci porta lontano o meglio ci consente di comprendere l'energia che l'uomo trova nel comporre o rappresentare la realta' nel modo piu' bello possibile .
Ci porta insomma a capire il perche' delle opere d'arte da quelle dell'antica grecia a quelle piu' recenti rinascimentali ed anche come oggi con la perdita del bello in ogni campo , l'uomo stia attraversando uno dei periodi piu' bui dal punto di vista della sua integrazione con la realta' che lo circonda .

E cosi' e' possibile capire la frase che finora non avevo compreso di un Nietsche che in modo estremo giunge a dire
'' giacche' solo come fenomeni estetici l'esistenza ed il mondo sono eternamente giustificati ''
o perche' un altro grande, Shopenhauer scriva un libro dal titolo :
'' il mondo come volonta' e rappresentazione ''
cioe' il mondo come agire cosciente per l'adattamento sociale o come immagine estetica , questa quale unico modo per dare un senso alle cose o per guarirci dalle dissociazioni per tornare al nostro tema .

Ecco quello che potremo approfondire , unire e comprendere nel corso dell'esposizione dell'immaginazione attiva e del suo ruolo all'interno della psiche ...... tempo permettendo ma con calma e col contributo di tutti , ce la faremo .
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