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Vecchio 11-01-2011, 15.28.34   #251
griselda
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Questo e' il tuffo nel nero .

Si fa e basta e non puoi non farla quella cosa ma con la massima osservazione e solo se e' il tuo momento cioe' se sei in grado di sopportarla e sara' opera se ci sara' un piano , meglio un mezzo piano di quello che quella cosa servira' , perche' quale nuovo contenuto aggregherai lo saprai solo dopo .
Dopo averla fatta .
Ma se invece di osservare quello che ti succede ti perdi in recriminazioni sul se o sul ma ti sarai perso il meglio .
Ma d'altronde se non sei in grado di viverla per qualche motivo non la vivrai o la vivrai come un'altra cosa non quella , quella che ora vuoi fare .

Quindi torno a dire che uno degli ostacoli a viverlo il nero e' che ci si arresta prima .
E' comunque una scelta forse quella di un'altra opera , di un'altra strada.
Grazie Nike,
credo di aver capito.
Ecco adesso capisco anche l'esser pragmatico di Uno (che già mi vedeva/metteva fuori gioco) bisogna aver le idee chiare su cosa si vuol fare, una volta deciso ci si butta, e quel che ne verrà ne verrà.
Beh vista così è tutta un'altra cosa perchè se hai un obbiettivo il rischio male (vale la candela è un laspus ma lo lascio chissà che mi voglio dire) la candela.
Anche la paura passa in secondo piano e tutto il resto perchè l'unica cosa che vedi è ciò per cui ti batti.
Grazie ancora
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Vecchio 11-01-2011, 15.43.53   #252
griselda
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Questo significa che se si seguisse il percorso cattolico, non sarebbe possibile andare oltre l'Opera al Nero (senza carriera ecclesiastica)?
Io credo di sì.
La chiesa e gli insegnamenti servono a tenere a bada l'animalità umana mi vien da dire.
Oggi che si sono perse certe credenze e non si segue più un dettame religioso gli effetti si possono vedere ovunque ed in ogni abito.
Però finisce lì secondo me perchè chi non è entrato poi nella carriera ecclesistica è diventato Ricercatore autonomo perchè lì o entri da loro o non sei niente.
Il colore delle tuniche non è a caso.
Poi una volta si decideva di entrare a far parte di questa religione addirittura verso i trent'anni mi pare eh, lo di doveva desiderare e chiedere.
Ma ci sono state degli errori perchè se come dice Ray sarebbe servita quella fase per osservarsi pentirsi e perdonarsi. Ma mica tutti sono stati in grado di trasmettere questo quindi c'è stata tanta confusione repressione anche se il messaggio è stato portato avanti e forse questo è stato il bene maggiore.
Vabbeh chiedo scusa ho allargato troppo.
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Vecchio 11-01-2011, 16.52.17   #253
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Non va bene iniziare con la testa, poi non si ritrova la materia... peserebbe troppo.
Scusa Uno ma questa frase non riesco a collocarla... a metterla nella vita reale non si potrebbe fare un esempio, grazie?
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Vecchio 11-01-2011, 17.08.28   #254
Uno
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Dal mio ultimo post leggo ancora diverse cose strane, non ho tempo ora, ma se vogliamo parlare di quello che ci fa venire in mente la parola nero è un discorso, se vogliamo parlare di Opera al Nero è un altro discorso.

----------------

Nike (poi torno sugli altri contributi) non è che a me non piacciono le analogie, sono il primo a dire, seguendo, tra gli altri, gli insegnamenti di Fulcanelli, che sono l'unico strumento per comprendere le cose. Il problema nasce quando qualcuno si crea delle analogie rapportando tutto a ciò che conosce e quindi perdendosi la possibilità di conoscere il resto.
E' vero che tutte le vie sono connesse, ma è pur vero che se esistono diverse vie ognuna ha un suo senso d'esistere e non può essere ricondotta semplicemente ad un'altra via. Altrimenti esisterebbe pure un software di conversioni tale e quale a quello che usiamo per convertire le valute.
Per capirci, se io faccio il muratore e tu l'idraulico io conoscendo il mio mestiere posso per analogia capire molto del tuo, ma non posso mettermi a riparare i tubi con il cemento... se vorrò comprendere a pieno l'idraulica dovrò lavorare anche con i tubi. Potrò per analogia sapere che non posso aprire l'acqua prima di aver terminato l'impianto allo stesso modo in cui non posso caricare dei pesi sul cemento fresco, ma non posso fare a meno di prendere in mano una chiave inglese se voglio comprendere l'idraulica.

Diciamoci pure papale papale, so che me lo permetterai, tendi un pò a rapportare tutto soprattutto alle tue ultime scoperte. Se, per esempio, leggi un libro vedi ovunque quello che hai letto nell'ultimo libro. Non è vero?

La Psicologia grazie a Jung ha attinto molto dall'Alchimia e dall'Esoterismo, ma il suo campo di azione rimane la psiche a differenza dell'Esoterismo che prende in considerazione aspetti più ampi, quindi le analogie vanno fatte con i piedi di piombo e soprattutto con persone che non si lasciano distrarre.
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Vecchio 11-01-2011, 17.37.02   #255
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Dal mio ultimo post leggo ancora diverse cose strane, non ho tempo ora, ma se vogliamo parlare di quello che ci fa venire in mente la parola nero è un discorso, se vogliamo parlare di Opera al Nero è un altro discorso.

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Nike (poi torno sugli altri contributi) non è che a me non piacciono le analogie, sono il primo a dire, seguendo, tra gli altri, gli insegnamenti di Fulcanelli, che sono l'unico strumento per comprendere le cose. Il problema nasce quando qualcuno si crea delle analogie rapportando tutto a ciò che conosce e quindi perdendosi la possibilità di conoscere il resto.
E' vero che tutte le vie sono connesse, ma è pur vero che se esistono diverse vie ognuna ha un suo senso d'esistere e non può essere ricondotta semplicemente ad un'altra via. Altrimenti esisterebbe pure un software di conversioni tale e quale a quello che usiamo per convertire le valute.
Per capirci, se io faccio il muratore e tu l'idraulico io conoscendo il mio mestiere posso per analogia capire molto del tuo, ma non posso mettermi a riparare i tubi con il cemento... se vorrò comprendere a pieno l'idraulica dovrò lavorare anche con i tubi. Potrò per analogia sapere che non posso aprire l'acqua prima di aver terminato l'impianto allo stesso modo in cui non posso caricare dei pesi sul cemento fresco, ma non posso fare a meno di prendere in mano una chiave inglese se voglio comprendere l'idraulica.

Diciamoci pure papale papale, so che me lo permetterai, tendi un pò a rapportare tutto soprattutto alle tue ultime scoperte. Se, per esempio, leggi un libro vedi ovunque quello che hai letto nell'ultimo libro. Non è vero?

La Psicologia grazie a Jung ha attinto molto dall'Alchimia e dall'Esoterismo, ma il suo campo di azione rimane la psiche a differenza dell'Esoterismo che prende in considerazione aspetti più ampi, quindi le analogie vanno fatte con i piedi di piombo e soprattutto con persone che non si lasciano distrarre.
Ehi ma mi prendi troppo sul serio .
Anzi di questo ti ringrazio.
Ma non e' proprio cosi' , anzi un po' lo e' ma non e' solo cosi'.
E' vero che leggo e penso e riporto ma son cose che ho vissuto .
Non si vede?
Non e' che posso mettermi a leggere tutto Fulcanelli prima di scrivere , io porto quello che ho e se non fa danni ....
Poi ci sei tu per fortuna cosi' ti faccio rimettere al lavoro no?
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Vecchio 11-01-2011, 23.19.42   #256
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La mente razionale si "disattiva" con l'osservazione di sè, essere spettatori di sè credo che sia l'unico modo per iniziare a vedere delle cose...
.........................
Qui si parla di conflitti interni, il problema quando gli lasciamo troppo spazio oltre al fatto che rimaniamo fermi, bloccati è la dispersione di energia che è notevole. Non credo che si tratti di fare vincere una delle due volontà quanto piuttosto di rinuncia...

Quindi secondo te anche i conflitti fanno parte del Nero?
La mente razionale si disattiva con l'osservazione di sè? A me non sembra, anzi, se e quando riesco ad osservarmi lo faccio con una mente molto razionale, molto poco emotiva...mah, ci penserò.

Il concetto delle due volontà in contrapposizione mi ha colpito perchè mi è capitato una volta di voler fare una cosa, mentre allo stesso tempo non volevo farla perchè sbagliata, pensavo che avesse vinto la volontà di farla mentre in realtà la me in conflitto è andata in blocco lasciando spazio a...nonsocosa. O forse lo sò ma non ci voglio pensare

Ho dato una scorsa alle altre discussioni sull'alchimia e il Nero è la fase in cui ci si concentra su una materia e da questa si cerca di tirar via lo sporco, lo scarto per poter estrarre qualcosa di puro.
Con un fuoco costante a cuocere e un contenitore per non disperdere.
Sul disperdere ci si possono scrivere enciclopedie, ogni blocco o schema o irrisolto o trauma o fuga di energia bla bla bla
Sul fuoco costante...posso solo supporre che un inizio siano gli attriti che si generano in noi nel tentativo di chiudere i buchi da cui scappa l'energia...ma bon...stò solo ipotizzando,cercando per la prima volta di sintetizzare a me stessa.

In teoria, dico in teoria, i conflitti di conseguenza non sono propriamente il Nero ma sono quello che dovremmo cercare di eliminare per tappare i buchi e cercare di crearci un contenitore adatto per non far fuoriuscire i fumi della cottura. Cose che andrebbe bene con la frase che ho letto altrove che quando si inizia ad operare la puzza del Lavoro si sente eccome.

Se qualcosa di giusto c'è mi risulta anche chiaro quando si dice che mettersi a pensare a cos'è il Nero sia sostanzialmente inutile per chi, come me, è ancora in fase di scoperta dei buchi, neanche di tapparli... e il pragmatismo è decisamente vitale. Uff.

era meglio pensarci su in effetti...
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Vecchio 11-01-2011, 23.26.11   #257
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Il nero è ciò che siamo spinti a fare senza avere mai la cognizione della causa.
Immagina uno di quei marchingegni che sparano palle da tennis (o da baseball) per allenamento. Tu puoi colpire la palla che arriva, ma non sai mai dove arriva... nel Nero non sai neanche da dove arriva.
Non so se il nero è ciò che hai scritto (e che ho grassettato) Uno. Non lo dico per falsa modestia ma per sincera aderenza alla realtà: sono persona ignorante. Direi molto ignorante.

Se tuttavia la definizione che hai dato è vera allora io (e credo tutti noi che leggiamo) ti dobbiamo un sentito ringraziamento: non è di tutti i giorni una sintesi così chiara ed efficace su una materia così complessa. Magari non esaustiva ma, quest'ultima cosa, è veramente giusto e saggio che ognuno se la cerchi da solo.

Se quindi il nero è (principalmente) ciò che affermi allora non ci vuole poi una grandissima capacità di autoanalisi per ritrovarlo nella propria vita. A volte accompagnato dalla paura che hai evidenziato, a volte accompagnato da altre emozioni. Spesso, se non sempre, forti. Talvolta fortissime.

La valenza del nero, forse, non è così rilevante. Pare che ciò che conti sia che esso è, sostanzialmente, privo di controllo.

Ma non sono in grado di approfondire ulteriormente.

Quello che desidero condividere, come promesso, è la formidabile tecnica di combattimento che ho appreso: il pugilato. Io la applico contro la tentazione in una prospettiva cristiana ma, se qualche amico più inclinato verso altre vie vuole approfittarne, ne sono felice.

Tralascio praticamente tutto quello che si può facilmente imparare parlando con un qualsiasi amante della boxe poichè, a mio modesto avviso, non decisivo. E' un pò come tutta la preparazione che, in mille diverse salse, si può agevolmente leggere in un trattato ermetico. (durissimo allenamento, prudenza massima, coraggio estremo, etc.) Se poi qualcuno è appassionato possiamo aprire un thread intitolato: "Boxe e crescita spirituale".

Quello che qui mi pare il colpo vincente, quello che forse un alchimista potrebbe definire la sua arte, quello che sconfigge la tentazione è rubare il tempo all'avversario. Quando il nemico (scusate la durezza del termine ma così mi piace definire chi mi tenta) sta per assestarmi un colpo, sia esso un diretto, un gancio oppure un montante bisogna colpirlo prima che il suo colpo arrivi a segno. Rubargli il tempo appunto. Sembra impossibile perchè lui ha il vantaggio temporale di aver già pensato quale colpo dare e ha già cominciato ad eseguire l'azione. Inoltre ha il vantaggio, non trascurabile, della sorpresa. Infine la paura che scatta nel momento in cui si percepisce di essere attaccati contribuisce a far perdere ulteriore tempo.

Insomma stiamo parlando di una scomoda, scomodissima posizione.

Eppure è possibile anticipare il colpo, rubare il tempo e colpirlo senza nemmeno essere sfiorati dal suo attacco (schivando mentre si colpisce!).

Questione di prontezza di riflessi, coraggio, intuito, determinazione, freddezza, capacità di pensare due cose alla volta (con metà cervello si schiva e con l'altra si sferra il proprio attacco).

E così quando la tentazione sferra il suo attacco (a volte colpisce leggero ai fianchi o al viso per indebolire, a volte gancio o montante secco per metterti al tappeto) è questione di un attimo. Uno solo e sei fritto, sei suo! Ho scoperto una sola via di vittoria: quella che ho appena descritto.

Vieni tentato da un incantevole viso? Prima ancora che quella bellezza penetri nel tuo animo contrattacca e pensa a qualcosa, qualunque cosa (ognuno deve trovare da sè quei pensieri che veramente deviano il cervello da quella cosa lì).

Vieni tentato dalla rabbia? Prima ancora che il pensiero scenda nella tua pancia cambiagli direzione, mandalo altrove. In qualunque posto ma lontano, lontanissimo da lì.

Ma tutto si gioca in uno sbatter di ciglia: due battiti e sei sconfitto!

Questa è la mia esperienza.

Va detto, per concludere, che non è lavoro da bambini acquisire questa capacità. Anzi, e qui mi riconosco negli antichi testi, è fatica d'Ercole. Non so se quei testi indicavano ciò che ho descritto.

Ciao!
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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 11-01-2011, 23.34.32   #258
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Per rifarmi al tuo esempio, visto che anche a me piace la boxe, il problema è che sul ring si affrontano due atleti di uguale peso, qui invece affronti un peso massimo e tu sei ancora peso piuma e man mano che lo combatti sali di categoria, se nel frattempo non sei finito lungo disteso
E' come scontrarsi con Sonny Liston pesando 60 chili scarsi...
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Vecchio 12-01-2011, 00.07.18   #259
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Per rifarmi al tuo esempio, visto che anche a me piace la boxe, il problema è che sul ring si affrontano due atleti di uguale peso, qui invece affronti un peso massimo e tu sei ancora peso piuma e man mano che lo combatti sali di categoria, se nel frattempo non sei finito lungo disteso
E' come scontrarsi con Sonny Liston pesando 60 chili scarsi...
Sicuro? Io non più così tanto (si, la pensavo come te ) prima di tutto non sono così sicura che la forza da sconfiggere sia più potente di noi, dovrebbe essere in egual misura, maggiore è la nostra luce maggiore è la tenebra che possediamo...anche se il Nero dovrebbe, se il ragionamento sopra è valido un minimo, comprendere tutto il pacchetto
E poi ho visto piccoletti stendere omoni, non per scherzo, proprio il mio ex marito era abituato a dirmi che "più sono grossi e più è divertente sentire il rumore che fanno quando cadono". Valutava l'avversario dallo sguardo lui. In uno dei suo tentativi di insegnarmi il kickboxing gli ho dato un pugno proprio sullo sterno ed è crollato in ginocchio, la mia manina era entrata perfettamente anche se non ha gradito...

Non è tanto il colpo da dare secondo me che fà paura ma la risposta che si ottiene indietro, perlomeno nel mio caso, non ho paura quando offendo ma prima di offendere se ci penso a quello che stò per fare trovo più comodo evitarlo. Non più giusto. Per il mio ex marito era più funzionale offendere per primo,penso, ad esempio.
Ma stiamo andando OT ho paura.

Uno ha parlato di una casa e di un capanno, di una cosa che potemmo desiderare ma che ci obbligherebbe ad uscire dalle nostre sicurezze.
Un capanno in mezzo a bestie pericolose.
Ma è assolutamente necessario affrontarle o quest'opera potrebbe fornirci gli strumenti, o il senso giusto, per riuscire ad evitarli o comunque a non scontrarsi in modo diretto?
Uhm
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Vecchio 12-01-2011, 08.05.48   #260
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Non so se il nero è ciò che hai scritto (e che ho grassettato) Uno. Non lo dico per falsa modestia ma per sincera aderenza alla realtà: sono persona ignorante. Direi molto ignorante.

Se tuttavia la definizione che hai dato è vera allora io (e credo tutti noi che leggiamo) ti dobbiamo un sentito ringraziamento: non è di tutti i giorni una sintesi così chiara ed efficace su una materia così complessa. Magari non esaustiva ma, quest'ultima cosa, è veramente giusto e saggio che ognuno se la cerchi da solo.

Se quindi il nero è (principalmente) ciò che affermi allora non ci vuole poi una grandissima capacità di autoanalisi per ritrovarlo nella propria vita. A volte accompagnato dalla paura che hai evidenziato, a volte accompagnato da altre emozioni. Spesso, se non sempre, forti. Talvolta fortissime.

La valenza del nero, forse, non è così rilevante. Pare che ciò che conti sia che esso è, sostanzialmente, privo di controllo.

Ma non sono in grado di approfondire ulteriormente.

Quello che desidero condividere, come promesso, è la formidabile tecnica di combattimento che ho appreso: il pugilato. Io la applico contro la tentazione in una prospettiva cristiana ma, se qualche amico più inclinato verso altre vie vuole approfittarne, ne sono felice.

Tralascio praticamente tutto quello che si può facilmente imparare parlando con un qualsiasi amante della boxe poichè, a mio modesto avviso, non decisivo. E' un pò come tutta la preparazione che, in mille diverse salse, si può agevolmente leggere in un trattato ermetico. (durissimo allenamento, prudenza massima, coraggio estremo, etc.) Se poi qualcuno è appassionato possiamo aprire un thread intitolato: "Boxe e crescita spirituale".

Quello che qui mi pare il colpo vincente, quello che forse un alchimista potrebbe definire la sua arte, quello che sconfigge la tentazione è rubare il tempo all'avversario. Quando il nemico (scusate la durezza del termine ma così mi piace definire chi mi tenta) sta per assestarmi un colpo, sia esso un diretto, un gancio oppure un montante bisogna colpirlo prima che il suo colpo arrivi a segno. Rubargli il tempo appunto. Sembra impossibile perchè lui ha il vantaggio temporale di aver già pensato quale colpo dare e ha già cominciato ad eseguire l'azione. Inoltre ha il vantaggio, non trascurabile, della sorpresa. Infine la paura che scatta nel momento in cui si percepisce di essere attaccati contribuisce a far perdere ulteriore tempo.

Insomma stiamo parlando di una scomoda, scomodissima posizione.

Eppure è possibile anticipare il colpo, rubare il tempo e colpirlo senza nemmeno essere sfiorati dal suo attacco (schivando mentre si colpisce!).

Questione di prontezza di riflessi, coraggio, intuito, determinazione, freddezza, capacità di pensare due cose alla volta (con metà cervello si schiva e con l'altra si sferra il proprio attacco).

E così quando la tentazione sferra il suo attacco (a volte colpisce leggero ai fianchi o al viso per indebolire, a volte gancio o montante secco per metterti al tappeto) è questione di un attimo. Uno solo e sei fritto, sei suo! Ho scoperto una sola via di vittoria: quella che ho appena descritto.

Vieni tentato da un incantevole viso? Prima ancora che quella bellezza penetri nel tuo animo contrattacca e pensa a qualcosa, qualunque cosa (ognuno deve trovare da sè quei pensieri che veramente deviano il cervello da quella cosa lì).

Vieni tentato dalla rabbia? Prima ancora che il pensiero scenda nella tua pancia cambiagli direzione, mandalo altrove. In qualunque posto ma lontano, lontanissimo da lì.

Ma tutto si gioca in uno sbatter di ciglia: due battiti e sei sconfitto!

Questa è la mia esperienza.

Va detto, per concludere, che non è lavoro da bambini acquisire questa capacità. Anzi, e qui mi riconosco negli antichi testi, è fatica d'Ercole. Non so se quei testi indicavano ciò che ho descritto.

Ciao!
Bella questa metafora del pugilato Cento ma come ben saprai nessun pugile al mondo esce dal ring senza aver preso un colpo .
E ne basta uno per andare ko .
Poer questo c'e' chi , come nel film toro scatenato ,che avrai sicuramente visto fa della resistenza ai colpi una via per arrivare all'avversario , dritto all'avversario e ne prende ne prende ma quando ce l'ha fra le mani ....
Secondo metafora pero' questo significa che per quanto schivi e schivi e schivi i colpi li prendi ed anzi li devi prendere per arrivare all'avversario .
Per questo non e' possibile tenerlo sempre a distanza , bisogna assaporarne i colpi e avanzare sempre e sentire il guantone sulla faccia e pur tuttavia avanzare ancora finche' quel colpo non lo senti piu' e neppure ti fa paura .
Impossibile pensare di non uscire dal ring un po' segnato .
Meglio prendere confidenza con i colpi .
Ma questa e' solo la mia opinione ed e' quello che faccio io d'istinto e per carattere .

Un'altra cosa , la paura che prende e' prima del tuffo , prima di essere sul ring , prima di affrontare il mostro e' li che si svolge la vera battaglia una volta che ci sei in mezzo , in mezzo al ring non c'e' piu' tempo per tremare bisogna imparare ad assorbire i colpi ed a vincere l'incontro per tornare a salire di nuovo sul ring .

Ultima modifica di nikelise : 12-01-2011 alle ore 08.09.26.
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Vecchio 12-01-2011, 11.35.08   #261
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Io penso che nel nero non si distingua più chi sia l'avversario, quali siano le forze che ci conducono....
Una volta immersi si pensa solo ad andare avanti.
Quando se ne esce forse si potrà valutare meglio quali forze erano in gioco, avendole vissute e avendone fatto esperienza.
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Vecchio 12-01-2011, 12.30.56   #262
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Non so se il nero è ciò che hai scritto (e che ho grassettato) Uno. Non lo dico per falsa modestia ma per sincera aderenza alla realtà: sono persona ignorante. Direi molto ignorante.

Se tuttavia la definizione che hai dato è vera allora io (e credo tutti noi che leggiamo) ti dobbiamo un sentito ringraziamento: non è di tutti i giorni una sintesi così chiara ed efficace su una materia così complessa. Magari non esaustiva ma, quest'ultima cosa, è veramente giusto e saggio che ognuno se la cerchi da solo.

Se quindi il nero è (principalmente) ciò che affermi allora non ci vuole poi una grandissima capacità di autoanalisi per ritrovarlo nella propria vita. A volte accompagnato dalla paura che hai evidenziato, a volte accompagnato da altre emozioni. Spesso, se non sempre, forti. Talvolta fortissime.

La valenza del nero, forse, non è così rilevante. Pare che ciò che conti sia che esso è, sostanzialmente, privo di controllo.

Ma non sono in grado di approfondire ulteriormente.

Quello che desidero condividere, come promesso, è la formidabile tecnica di combattimento che ho appreso: il pugilato. Io la applico contro la tentazione in una prospettiva cristiana ma, se qualche amico più inclinato verso altre vie vuole approfittarne, ne sono felice.

Tralascio praticamente tutto quello che si può facilmente imparare parlando con un qualsiasi amante della boxe poichè, a mio modesto avviso, non decisivo. E' un pò come tutta la preparazione che, in mille diverse salse, si può agevolmente leggere in un trattato ermetico. (durissimo allenamento, prudenza massima, coraggio estremo, etc.) Se poi qualcuno è appassionato possiamo aprire un thread intitolato: "Boxe e crescita spirituale".

Quello che qui mi pare il colpo vincente, quello che forse un alchimista potrebbe definire la sua arte, quello che sconfigge la tentazione è rubare il tempo all'avversario. Quando il nemico (scusate la durezza del termine ma così mi piace definire chi mi tenta) sta per assestarmi un colpo, sia esso un diretto, un gancio oppure un montante bisogna colpirlo prima che il suo colpo arrivi a segno. Rubargli il tempo appunto. Sembra impossibile perchè lui ha il vantaggio temporale di aver già pensato quale colpo dare e ha già cominciato ad eseguire l'azione. Inoltre ha il vantaggio, non trascurabile, della sorpresa. Infine la paura che scatta nel momento in cui si percepisce di essere attaccati contribuisce a far perdere ulteriore tempo.

Insomma stiamo parlando di una scomoda, scomodissima posizione.

Eppure è possibile anticipare il colpo, rubare il tempo e colpirlo senza nemmeno essere sfiorati dal suo attacco (schivando mentre si colpisce!).

Questione di prontezza di riflessi, coraggio, intuito, determinazione, freddezza, capacità di pensare due cose alla volta (con metà cervello si schiva e con l'altra si sferra il proprio attacco).

E così quando la tentazione sferra il suo attacco (a volte colpisce leggero ai fianchi o al viso per indebolire, a volte gancio o montante secco per metterti al tappeto) è questione di un attimo. Uno solo e sei fritto, sei suo! Ho scoperto una sola via di vittoria: quella che ho appena descritto.

Vieni tentato da un incantevole viso? Prima ancora che quella bellezza penetri nel tuo animo contrattacca e pensa a qualcosa, qualunque cosa (ognuno deve trovare da sè quei pensieri che veramente deviano il cervello da quella cosa lì).

Vieni tentato dalla rabbia? Prima ancora che il pensiero scenda nella tua pancia cambiagli direzione, mandalo altrove. In qualunque posto ma lontano, lontanissimo da lì.

Ma tutto si gioca in uno sbatter di ciglia: due battiti e sei sconfitto!

Questa è la mia esperienza.

Va detto, per concludere, che non è lavoro da bambini acquisire questa capacità. Anzi, e qui mi riconosco negli antichi testi, è fatica d'Ercole. Non so se quei testi indicavano ciò che ho descritto.

Ciao!
So che non dovrei quotare tutto il post ma mi piace talmente tanto il modo in cui hai scritto che non posso farne a meno.
Il mio pensiero riguardo l'atteggiamento da tenere e il mio comportamento pratico si avvicina più a quello di Nike. Prendiamo l'esempio che hai fatto dell'incantevole viso che ti tenta. E' una scoperta che ho fatto recentemente grazie agli amici del forum...
Tempo fa avrei agito lasciandomi trascinare completamente dalla forza, senza cognizione di causa, si può definire nero? Non lo so sono anch'io molto ignorante in materia.
Tuttavia ora ho scoperto che posso accusare il colpo senza cadere, posso sentirne il dolore, la forza e sopprattutto posso sentire che passa e tastare con le mani il terreno guadagnato.. Non che vinca ma non andare giù al primo colpo è qualcosa
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Vecchio 12-01-2011, 23.05.58   #263
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E ne basta uno per andare ko .
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Secondo metafora pero' questo significa che per quanto schivi e schivi e schivi i colpi li prendi ed anzi li devi prendere per arrivare all'avversario .
Per questo non e' possibile tenerlo sempre a distanza , bisogna assaporarne i colpi e avanzare sempre e sentire il guantone sulla faccia e pur tuttavia avanzare ancora finche' quel colpo non lo senti piu' e neppure ti fa paura .
Vero quanto scrivi. Nessun pugile che non sia un grande incassatore arriva a vincere il match. Ed infatti la metafora che ho presentato riguarda un aspetto particolare del combattimento: la tentazione. L'unica via che conosco per batterla è quella che ho descritto. Ma nessuno al mondo non è mai stato sconfitto, qualche volta, dalla tentazione. Cioè non è riuscito a rubare il tempo e si è beccato lo sganasone. E allora quando cadi nel vizio, quando le prendi, devi essere veramente forte, massiccio, per non andare al tappeto. E così anche se ti chiudono all'angolo devi rimanere in piedi e continuare a combattere. E quando l'avversario vede che non cadi ma continui a boxare allora cominicia a scoraggiarsi................

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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Un'altra cosa , la paura che prende e' prima del tuffo , prima di essere sul ring , prima di affrontare il mostro e' li che si svolge la vera battaglia
Bè........è certamente vero che prima di salire il cuore va a mille e ti tremano le gambe.........ma quando sali sul ring........è ancora peggio!! Non ti dico quando prendi un pugno secco (che fa male assai) in faccia........la voglia di scappare diventa tanta. E ci sono parecchi pugili che vanno a spasso nel quadrato........quando poi subentra la stanchezza e le braccia si fanno pesanti e le gambe molli...........tre minuti (il tempo che dura una ripresa) possono essere infiniti. E il suono del gong che segnala il riposo diventa un suono celestiale.........

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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
So che non dovrei quotare tutto il post ma mi piace talmente tanto il modo in cui hai scritto che non posso farne a meno.
Ed io non posso fare a meno di ringraziarti di cuore per la soddisfazione che mi doni.
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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
Tuttavia ora ho scoperto che posso accusare il colpo senza cadere, posso sentirne il dolore, la forza e sopprattutto posso sentire che passa e tastare con le mani il terreno guadagnato.. Non che vinca ma non andare giù al primo colpo è qualcosa
Come scrivevo a Nike (condividendo il suo pensiero) se non impari ad incassare non vincerai mai. E' una gara di resistenza.

E se non vai giù al primo colpo è già un successo! Parziale ma pur sempre un successo.
__________________
L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 13-01-2011, 17.48.25   #264
Uno
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Adesso vorrei iniziare a recuperare i post lasciati indietro che però meritano delle riflessioni.

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Originalmente inviato da webetina Visualizza messaggio
la tortina è una piccola cosa, hai fatto proprio quell'esempio, e mi viene da chiedere se forse il nero è qualcosa quindi che non si affronta per gradi , ma una volta che lo conosci, può anche essere una ciambellina e se ne può presentare anche un altro?
Quello era un esempio per definire l'irripetibilità della cosa, del primo tuffo totale quello che ti inizia alla consapevolezza del nero al come prenderlo etc... in definitiva alla realizzazione dell'Opera al Nero.
Possiamo pure dire che dopo sei in grado di distinguere ciò che vieni spinto a fare (perchè quello non termina comunque) da ciò che fai perchè vuoi.
Il primo passo della realizzazione di Se

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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Il Nero potrebbe dunque essere formato da più agenti, esterni ed interni?
Eh si, no potrebbe, è interfacciabile con quasi tutto, questo mi pareva chiaro, invece non lo è ancora quindi bene che lo hai chiesto.
Per chi ha visto Matrix è un pò come gli agenti che si infilano negli altri incosapevoli. Nella realtà la cosa non è limitata agli esseri umani. Il Nero può prendere qualsiasi forma, tranne quelle abitate da consapevolezze coscienti.
Quindi per esempio potremmo dire che perfino un colpo di vento potrebbe essere una azione del nero se questo colpo di vento ci spinge a fare qualcosa senza coscienza. (ripeto male o bene anche se è più semplice e facile che la nostra azione inconsapevole prenda la forma del male)

Citazione:
Se penso ad una definizione, non mi riesce di trovarne una che possa racchiuderlo, perchè la sensazione che ho è di essere immersa in questo nero. Anche a me verrebbe da dire genericamente che è il "male" , i Demoni (che poi anche loro, sono interni od esterni?) .. è dal Nero che nascono le divisioni interne? Ed è possibile dire che il nero è sia interno che esterno a noi?
Certo, è ovunque

Citazione:
tempo fa, in un thread avevi parlato del senso di colpa quasi come un'entità distinta , di qualcosa che è autonomo ma anche nostro in una certa misura.. anche questo potrebbe essere un esempio o manifestazione del nero?
Si anche se a volte ragionare in questi termini potrebbe essere deviante per alcuni. C'è il rischio di pensare:" è il nero, io non posso farci nulla" mentre invece è il mio non farci nulla che lascia spazio di manovra al nero.
Citazione:
Questo significa che se si seguisse il percorso cattolico, non sarebbe possibile andare oltre l'Opera al Nero (senza carriera ecclesiastica)?
No, non proprio, però l'idea di base sarebbe quella. Il sacerdote dovrebbe aver già compiuto l'Opera al Nero durante il seminario (nella realtà poi è da vedere) e la massa dovrebbe avere gli strumenti per farlo nella vita comune.
Chi la compie poi troverà il modo di andare avanti, ma le religioni molto pragmaticamente sanno che sono pochi quelli che si cimentano soprattutto se non ci dedicano completamente la vita, e tra quei pochi ancor meno riescono.

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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Pensavo che quando si nasce si è solo nel Bianco, l'innocenza,
Pensavi male, prima di tutto l'innocenza ed il bianco (inteso quello dell'Opera al Bianco) sono due cose diverse, in ogni caso il Nero c'è sempre.

Citazione:
il candore che poi si perde e che questo da il ricordo e l'anelito a cui si vuole ritornare quando si riconosce il Nero o il male dentro di se.
Il Bianco per tornare all'origine, "come bambini" anche se per far questo di deve affrontare il Nero.
In realtà questa è una specie di favola addormenta-coscienza che alcune "filosofie" moderne raccontano facendo un potpourri con le storie sugli angeli caduti.
Non abbiamo nessuna memoria dell'origine o meglio non dobbiamo tornare all'origine, non avrebbe nessun senso a meno che non pensiamo che esista un Dio che gioca al gioco dell'oca.
Il candore iniziale da bambini è quello di un foglio bianco che ancora deve essere scritto (anche se quel foglio fosse in un quaderno con altri fogli già scritti e il primo che pensa alla reincarnazione come va di moda oggi lo banno , scherzo).
Iniziamo a scrivere in minima parte sul nostro foglio e tanti altri/altro scrive sul nostro foglio. L'opera al nero in un primo momento (in alcuni rami definito opera al Marrone) è prendere atto di questo altro che scrive sul nostro foglio e che tutto sommato ce lo sporca se non altro perchè non stiamo noi scrivendo quello che vogliamo, perchè non impariamo a scrivere, a disegnare, a fare operazioni etc...
L'opera al Nero consiste nel tentare di impedire all'Altro (generico) di scrivere sul nostro foglio o in caso di dargli gli angolini o ancor meglio un foglio finto che lui scarabocchierà pensando che sia il nostro. Così separiamo il puro dall'impuro e ci purifichiamo, possiamo scrivere la nostra vita etc... per andare avanti.
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Vecchio 13-01-2011, 19.33.22   #265
luke
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Ho trovato molti spunti interessanti nell'intervento di Uno, in particolar modo mi intriga il discorso sul fatto di dare all'Altro un "foglio finto" da fargli scarabbocchiare al posto di quello nostro.
Non mi viene in mente come si potrebbe realizzare una cosa simile, creo un 'automa con le mie sembianze e lo do in pasto al nero ?

Provo a pensarci ancora su, potrebbe essere una possibilità da esplorare , caso mai riuscissi una buona volta ad Operare...

Ultima modifica di luke : 13-01-2011 alle ore 19.44.31.
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Vecchio 13-01-2011, 19.47.20   #266
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
in particolar modo mi intriga il discorso sul fatto di dare all'Altro un "foglio finto" da fargli scarabbocchiare al posto di quello nostro.
Non mi viene in mente come si potrebbe realizzare una cosa simile, creo un 'automa con le mie sembianze e lo do in pasto al nero ?

Provo a pensarci ancora su, potrebbe essere una possibilità da esplorare , caso mai riuscissi una buona volta ad Operare...
No gli dai in pasto proprio Luke ma un Luke che stavolta sa dove aspettare il colpo , mettiamo alla bocca dello stomaco ma stavolta e' in grado di contrarre gli addominali .
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Vecchio 13-01-2011, 19.48.57   #267
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Mi accodo alla domanda di Luke... già quel "tentare", che io credevo "riuscire" mi apre prospettive, la cosa degli angolini poi ancora meglio. Ma l'idea del foglio finto mi attira moltissimo e vorrei farmene un'idea migliore.
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Vecchio 13-01-2011, 21.39.23   #268
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Eh si Ray, quando stai lavorando all'Opera al Nero tenti, solo quando sei già nell'Opera al Bianco riesci a controllare il Nero... non che sei immune, ma lo controlli con i trucchi (attenzione alla parola) che sei iniziato ad usare. Qualche colpo toccherà beccarlo ancora, è inevitabile per potersi muovere. Con l'Opera al Rosso cambia il discorso ma adesso cito solo per completezza.

Tu che idea ti fai sulla storia del foglio da lasciargli scarabocchiare?



(poi riprendo anche altri post lasciati indietro)


P.s. Nike se sapessi dove aspettare il colpo ti potresti spostare prima, ma abbiamo detto che non sai da dove parte il colpo e neanche dove arriva, dopo lo vedi.
Ocio che credere di saper parare i colpi è la strada maestra per farsi rovinare.
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Vecchio 13-01-2011, 21.41.50   #269
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credere di saper parare i colpi
Parare o assorbire che in questo preciso contesto è praticamente la stessa cosa
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Vecchio 13-01-2011, 22.43.53   #270
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P.s. Nike se sapessi dove aspettare il colpo ti potresti spostare prima, ma abbiamo detto che non sai da dove parte il colpo e neanche dove arriva, dopo lo vedi.
Ocio che credere di saper parare i colpi è la strada maestra per farsi rovinare.
No no abbiamo detto che non sai da dove parte ma dove arriva lo sai o lo puoi immaginare e l'effetto che ti fara' te lo devi anche immaginare ed e' su quello che lavori .
E se sai dove arriva schivare non ha senso se vuoi operare al nero , che facciamo ci estraniamo dal mondo ?
D'altra parte chi non sa da dove parte e dove arriva comunque si deve mettere in condizione di assorbire il colpo .
No io credo che dove ti arriva il colpo si possa sapere ....e non dirmi che parlo sempre di Jung .
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Vecchio 13-01-2011, 23.08.01   #271
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No no abbiamo detto che non sai da dove parte ma dove arriva lo sai o lo puoi immaginare e l'effetto che ti fara' te lo devi anche immaginare ed e' su quello che lavori .
E se sai dove arriva schivare non ha senso se vuoi operare al nero , che facciamo ci estraniamo dal mondo ?
D'altra parte chi non sa da dove parte e dove arriva comunque si deve mettere in condizione di assorbire il colpo .
No io credo che dove ti arriva il colpo si possa sapere ....e non dirmi che parlo sempre di Jung .
No, non te lo dico, ma dico che non parli dell'Opera al Nero.

Ok lo avevo detto solo io che non sappiamo da dove arriva e dove arriva, se non provi a considerare questa possibilità praticamente ci fermiamo qui con il discorso

No non mi voglio estraniare dal mondo, anche se a volte serve pure quello per dei momenti, ma voglio fare le cose perchè lo voglio e non perchè qualcosa mi costringe.
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Vecchio 13-01-2011, 23.09.20   #272
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Ecco, questa forse è una domanda importante, che si ricollega al discorso che ha tirato su SV.
Nella metafora di Uno si tratta di paura delle bestie feroci che stanno nella zona in cui vogliamo prendere qualcosa che ci hanno detto esserci.
Nella pratica forse è soggettivo... io ho avuto, in determinati momenti, paura di morire, di impazzire, di essere preso dai demoni e non potermi più liberare. Le ritengo tutte paure motivate, realistiche, a fondo del nero. Ossia ritengo il rischio concreto.
Tuttavia è anche vero che sono mentalizzazioni di una paura istintiva e irrazionale e certamente, se si vuole andare sino in fondo, serve poco mentalizzare. Serve tuttavia dirsi certe cose per stimolare il coraggio... insomma assumersi il rischio.
Non sono convinta di esserci, però ho avuto una sensazione qualche mese fa, di essere immersa nel nero....sono rimasta malissimo, ma sopratutto perchè io volevo solo bianco di mio per cui lo prentendevo pure indietro. (la tendenza è questa)
In soldoni quando sei nel marrone sei come nel nero perchè comunque ti stai osservando e studiando (nel senso di come sono le tue reazioni? quindi in questa fase non trattieni niente ) e sei a contatto con chi anche deve scoprirsi quindi osserva tuttto quello che gli esce?
Se è così è come essere nella giungla altro che belve feroci se non ti difendi ti fanno a fettine usando un eufemismo. Beh allora è come avevo intuito qualche tempo fa è come il valtudo nel senso che vale tutto quel che viene fuori da noi altro che paura e vomito e terrore
Ho capito qualcosa?
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Vecchio 13-01-2011, 23.57.03   #273
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L'opera al Nero consiste nel tentare di impedire all'Altro (generico) di scrivere sul nostro foglio o in caso di dargli gli angolini o ancor meglio un foglio finto che lui scarabocchierà pensando che sia il nostro. Così separiamo il puro dall'impuro e ci purifichiamo, possiamo scrivere la nostra vita etc... per andare avanti.
Il Nero insomma serve a "trovare" il nostro vero io, a separarlo da tutto ciò che non c'entra col nostro essere. A riconoscere ciò che vogliamo veramente da tutto ciò che lavora sotto per farci credere di essere noi a volerlo.
Quindi ogni dipendenza, ogni "vizio", tutto nell'Opera al Nero dev'essere riconosciuto, e combattuto (tentando)

Questo poi mi ispira anche che la boccia bianca c'è, ma non viene alla luce che dopo aver aperto la nera materia che la teneva imprigionata. Prima di finire il Nero insomma è davvero tutto nero perchè il Bianco vi è nascosto dentro e non si vede.

PS: interessa anche a me il "trucco" con cui ingannare il nero. Trucco che fra l'altro, secondo Canseliet, deriverebbe da truc e a sua volta da trukho, colpire. Ma, soprattutto, "consumare per sfregamento, stancare, spossare"....

Ultima modifica di Kael : 14-01-2011 alle ore 00.00.23.
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Vecchio 14-01-2011, 00.07.05   #274
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Altro (generico)...?

Si intendono gli altri, le altre persone? O meglio ancora quello che può provenire da queste altre persone (pensieri, azioni, sentimenti, convinzioni, comportamenti....)?

non sò se l'idea che mi son fatta dell'Opera al Nero è da alto mare o da affogo ma queste forze che mi muovono senza che io ne abbia alcun controllo inizio a sentirle in modo appena appena più nitido e mi mettono in uno stato di fortissimo disagio.

Non so combatterle ma alle volte, per piccolissime cose, stò imparando ad anticiparle, hanno un loro percorso certe dinamiche e se me ne accorgo in tempo non dico di coreggerle ma riesco perlomeno a reggerle meglio.
Ma non sono ancora sicura che sia in tema.
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Vecchio 14-01-2011, 03.54.56   #275
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Tu che idea ti fai sulla storia del foglio da lasciargli scarabocchiare?


Eh, io una bozza di idea ce l'avrei, ma è talmente lunare, talmente trucco che, se avesse davvero una base di reale possibilità sarebbe di una semplicità disarmante e di una furbizia diabolica (uso sti termini apposta).

Dunque... l'Io da trovare è continuità di memoria... la memoria serve farsene una copia dove voglio abitare... eh bon, scelgo io cosa copiare e cosa lasciare indietro scarabocchiato per la spazzatura no?


Ti prego di dirmi se sta bozza va abbandonata subito.
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