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Vecchio 22-01-2010, 16.01.10   #1
dafne
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Predefinito Impotenza

In un'altra discussione ho usato la parola impotenza relativamente alla mia incapacità di fronteggiare il dolore.
Mi ha colpito questo aggettivo, impotente, perchè normalmente lo uso e lo associo a quella che comunemente conosciamo, ossia l'impotenza sessuale.

Sono andata a curiosare nel dizionario di psicologia e ho trovato una serie di cosucce interessanti. Riporto:

"Il termine è utilizzato in un'accezione generale che Freud chiama stato d'impotenza e in un'accezione specifica che si riferisce all'impotenza sessuale.

Stato di impotenza: condizione della prima infanzia in cui il bambino è totalmente dipendente dalla madre per la soddisfazione dei propri bisogni. L'assenza temporanea della madre produce uno stato di tensione in cui si creano le condizioni dell'angoscia che, anche nell'età adulta, richiama questa situazione traumatica. Lo stato di impotenza è ricondotto da Freud alla nascita prematura dell'uomo ................(ossia al fatto che nasciamo molto meno autosufficienti degli animali in generale, ddipendendo quinti in toto dai genitori)
".....Questo fattore biologico produce dunque le prime situazioni di pericolo e genera il bisogno di essere amati, bisogno che non abbandonerà l'uomo mai più""

Lo stato d'impotenza, correlato all'esperianza di soddisfacimento permette di comprendere:
a) la soddisfazione allucinatoria del desiderio e la differenziazione tra processo primario e secondario.
b) l'influenza della madre nella strutturazione della psiche del figlio, particolarmente visibile nella successiva relazione con l'altro sesso.
c) il fatto che l'impotenza avvertita sul piano biologico si ripercuote su quello psicologico come impotenza a dominare le eccitazioni e la tensione interna da cui "derivano all'Io tutte le difficoltà che noi conosciamo come sofferenze nevrotiche."


Adesso lascio decantare un attimo, poi ci torno Decisamente il punto c però mi colpisce molto....

ps
la questione del bisogno dei genitori viene riportata anche per descrivere il meccanismo della dipendenza...dove si accenna a una sottomissione educativa che poi si può trasformare in sottomissione sociale.
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Vecchio 22-01-2010, 16.50.39   #2
RedWitch
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Impotenza per me, forse molto superficialmente significa "non avere il potere di...", significa non avere il controllo su tutto (per quanto ce la possiamo raccontare ), e questo spesso non è facile da accettare...

Se pensiamo solo alla forza della Natura, a quanto l'uomo sia piccolo davanti alle sue manifestazioni, soprattutto quelle violente come puo' essere un terremoto, siamo impotenti davanti a tantissime cose, l'espressione massima della nostra (umana) impotenza è per come la vedo, l'inevitabilità della morte ... eppure facciamo finta che non esista e cerchiamo il potere fuori...
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Vecchio 22-01-2010, 17.03.43   #3
dafne
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Impotenza per me, forse molto superficialmente significa "non avere il potere di...", significa non avere il controllo su tutto (per quanto ce la possiamo raccontare ), e questo spesso non è facile da accettare...

...
Vero.
Se ho capito bene siamo impotenti perchè non possiamo controllare quasi nulla (a essere pignoli niente proprio direi)

Ma allora l'impotenza è il nostro naturale stato? Non se ne esce in nessun modo se lo limitiamo al controllo.

Quand'è che assumiamo il potere? (forte il verbo assumere, come se fosse un dipendente da pagare )

Freud la definisce inpotenza a dominare le eccitazioni e la tensione interna. Quindi c'è una tensione interna, probabilmente provocata dall'angoscia, che ci soggioga al punto da cercare la sottomissione o il controllo. Due estremi opposti.

L'angoscia dell'abbandono, della morte quindi, e una reazione a tale impotenza di fronte all'inevitabile con strategie più o meno funzionali uhm
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Vecchio 22-01-2010, 17.28.28   #4
griselda
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Vero.
Se ho capito bene siamo impotenti perchè non possiamo controllare quasi nulla (a essere pignoli niente proprio direi)

Ma allora l'impotenza è il nostro naturale stato? Non se ne esce in nessun modo se lo limitiamo al controllo.

Quand'è che assumiamo il potere? (forte il verbo assumere, come se fosse un dipendente da pagare )

Freud la definisce inpotenza a dominare le eccitazioni e la tensione interna. Quindi c'è una tensione interna, probabilmente provocata dall'angoscia, che ci soggioga al punto da cercare la sottomissione o il controllo. Due estremi opposti.

L'angoscia dell'abbandono, della morte quindi, e una reazione a tale impotenza di fronte all'inevitabile con strategie più o meno funzionali uhm
Infatti l'impotenza sessuale è legata alla paura di lasiarsi andare di perdere il potere/controllo che come dice Red giustamente si crede sempre di avere.
Se ci pensi accettare la propria eccitazione vuol dire accettare di andare incontro ad una perdita di sè nell'altro è un diventare un tutt'uno per il tempo di...per arrivare alla resa totale nell'orgasmo.
La tensione probabilmente è già talmente alta per lo standard del controllo che si cerca sempre di tenere e l'aumento legato all'eccitazione crea il crash, almeno credo.

Quindi l'impotenza se facciamo un parallelo non è altro che il trovarsi davanti ad un muro di probabilità che non si possono controlare e non accettarlo.
L'uomo è impotente davanti a tantissime cose e minuscolo ma sta distruggendo il mondo pur di tenere tutto sotto controllo e per questo poi si riduce a prendere pillole colorate.
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Vecchio 22-01-2010, 17.54.53   #5
dafne
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Dunque, per quanto riguarda l'impotenza sessuale ci sono le prospettive o di violentare (quindi imporre un controllo) o di piastrellarsi le pareti del fegato con pilloline blu (sottomissione)

Per quello che sopra ho scritto stato d'impotenza?
O spacchiamo tutto o ci sottomettiamo?

Stavo riflettendo anche sul fatto che se siamo impotenti significa che esite qualcuino che lo è (o qualcosa) altrimenti non sussisterebbe il paragone.

Se sono impotente di fronte alla prepotenza di mio marito significa che lui ha il potere e io no. Questo genera dipendenza, da ambo le parti. Nè bene nè male in ciascuna delle due visioni. Teoreticamente è impotente pure lui (per il discorso che chi è aggressivo è dall'altra parte della sottomissione ma è schiavo del meccanismo comunque).

Quindi?

C'è qualcosa, o più di qualcosa, che mi sfugge.
Cerco di andar per punti.

Reagiamo tutti in base alla stessa paura, quella di morire, che genera angoscia.

L'angoscia genera impotenza.

L'impotenza alimenta l'angoscia e produce situazioni di sottomissione o controllo ... anche se anche la sottomissione è una forma di controllo..

Si generano relazioni che giocano sulla tensione dell'abbandono, in varia misura, e la danza ricomincia..

Un giro continuo.
Pare che l'unica variabile per uscirne sia desiderare consapevolmente di stare soli, rinunciare a coltivare la sicurezza dei rapporti di dipendenza...rinunciare ai ciucci e alle copertine.
Rinunciare.
Trovando in sè la forza ovviamente altrimenti si schiatta davvero... riuhm
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Vecchio 22-01-2010, 18.08.12   #6
griselda
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Pare che l'unica variabile per uscirne sia desiderare consapevolmente di stare soli,
Sono arrivata a questa conclusione qualche giorno fa e ho chiesto ad un'amica proprio questa cosa, perchè mi ha fatto molta paura.
Mi sono venute in mente anche le parole di Sai Baba era? Che aveva ordinato ad una donna: "se vuoi riuscire lascia la tua famiglia e i tuoi figli."
La solitudine è la risposta?
Ma non credo perchè il Vangelo va a pallino con la fratellanza, forse non è la solitudine esteriore ma quella interiore, nel senso che dobbiamo com'era non ricordo le parole esatte ma: far uso di tutto ma poter fare a meno di tutto.
Apposto sto. ahahah
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Vecchio 22-01-2010, 19.08.19   #7
dafne
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un pensiero folle (ce la giochiamo a chi stà più fuori Gris )

varie frasi
siamo impotenti
volere è potere
alle volte bisogna poter volere

mentre elucubravo su ste cose m'è venuto in mente impotente/ im-potente che potrebbe essere in potenza.

Ossia una sorta di potere non manifestato (aspettate coi pomodori )
Non manifesto, ideale, non reale.

Una volontà e un potere conseguente che esistono (sono in potenza) ma non sono manifesti perchè li releghiamo nel mondodei pensieri (ah se potessi..vorrei...)

Dunque quel dire basta potrebbe essere un trascinare nella realtà oggettiva, nella vita, qualcosa che in realtà già c'è ma è solo pensato....

mi gira la testa, non sò se perchè ci sono andata vicina o se per la proporzione universale della stron...ehm che ho detto

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Vecchio 22-01-2010, 19.27.40   #8
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un pensiero folle (ce la giochiamo a chi stà più fuori Gris )

varie frasi
siamo impotenti
volere è potere
alle volte bisogna poter volere

mentre elucubravo su ste cose m'è venuto in mente impotente/ im-potente che potrebbe essere in potenza.

Ossia una sorta di potere non manifestato (aspettate coi pomodori )
Non manifesto, ideale, non reale.

Una volontà e un potere conseguente che esistono (sono in potenza) ma non sono manifesti perchè li releghiamo nel mondodei pensieri (ah se potessi..vorrei...)

Dunque quel dire basta potrebbe essere un trascinare nella realtà oggettiva, nella vita, qualcosa che in realtà già c'è ma è solo pensato....

mi gira la testa, non sò se perchè ci sono andata vicina o se per la proporzione universale della stron...ehm che ho detto

Impotenza fuori perchè siamo impotenti dentro.
Sta potenza che abbiamo è mal utilizzata direi sprecata, perchè diventa impotenza?Credo perchè invece di rivolgerla all'interno la spariamo fuori, a controllare gli altri invece che ne so magari dare l'esempio.
Non ci mettiamo in testa che fuori siamo impotenti ma dentro di noi e verso di noi possiamo avere il potere la potenza che poi si può riflettere fuori? Mah.
Bon ok come sto a fuori?
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Vecchio 22-01-2010, 19.34.19   #9
dafne
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Bon ok come sto a fuori?
hai vinto



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Vecchio 24-01-2010, 19.25.26   #10
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In un'altra discussione ho usato la parola impotenza relativamente alla mia incapacità di fronteggiare il dolore. ...
Riprendo da qua , tralasciando il significato che il termine assume in campo medico e riportanto il discorso sull'impotenza in generale , anche se questo termine sembra in effetti collegato esclusivamente all'atto sessuale . Non per aggiungere nulla di nuovo a quanto è stato detto , solo perchè spero che fissando i miei pensieri sulla carta in prima persona , mi sia di aiuto in questo particolare momento della mia vita in cui provo un intenso senso di impotenza , sembra che tutte le cose vogliano seguire un percorso diverso se non opposto a quanto mi sto sforzando di raggiungere e ciò mi provoca una dolorosa e angosciosa sensazione di inutilità .

Sin dal primo momento che ho letto la frase evidenziata mi sono trovata a pensare che impotenza non è = incapacità o meglio non solo . Mi pare che si possa parlare di incapacità se ciò che manca è il volere o l'idoneità di un atto a un certo risultato , mentre personalmente provo uno stato di impotenza quando ciò che difetta non è la mia capacità , ma il potere e qui concordo pienamente con quanto detto da Red .
Mi sento impotente di fronte ad un atto , ad uno sforzo che si rivela inutile al fine di ottenere quanto è nel mio intento , soprattutto quando ritengo di aver impiegato tutte e bene le mie capacità . Insuccesso ricollegabile ai fatti in sè o al volere di terzi , a ciò che sfugge al mio controllo come già detto Red più su .
Posso agitarmi quanto voglio , fare di tutto e di più ma non raggiungerò quanto mi sono prefissata o ritengo di dover fare , perchè il risultato non dipende da me , non è in mio potere . Sembra tutto così semplice , basta accettare che non posso farci nulla ....


P.S. cerco accetta con lama ben affilata ....

Ultima modifica di gibbi : 24-01-2010 alle ore 19.42.05.
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Vecchio 24-01-2010, 20.35.03   #11
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Riprendo da qua , tralasciando il significato che il termine assume in campo medico e riportanto il discorso sull'impotenza in generale , anche se questo termine sembra in effetti collegato esclusivamente all'atto sessuale . Non per aggiungere nulla di nuovo a quanto è stato detto , solo perchè spero che fissando i miei pensieri sulla carta in prima persona , mi sia di aiuto in questo particolare momento della mia vita in cui provo un intenso senso di impotenza , sembra che tutte le cose vogliano seguire un percorso diverso se non opposto a quanto mi sto sforzando di raggiungere e ciò mi provoca una dolorosa e angosciosa sensazione di inutilità .

Sin dal primo momento che ho letto la frase evidenziata mi sono trovata a pensare che impotenza non è = incapacità o meglio non solo . Mi pare che si possa parlare di incapacità se ciò che manca è il volere o l'idoneità di un atto a un certo risultato , mentre personalmente provo uno stato di impotenza quando ciò che difetta non è la mia capacità , ma il potere e qui concordo pienamente con quanto detto da Red .
Mi sento impotente di fronte ad un atto , ad uno sforzo che si rivela inutile al fine di ottenere quanto è nel mio intento , soprattutto quando ritengo di aver impiegato tutte e bene le mie capacità . Insuccesso ricollegabile ai fatti in sè o al volere di terzi , a ciò che sfugge al mio controllo come già detto Red più su .
Posso agitarmi quanto voglio , fare di tutto e di più ma non raggiungerò quanto mi sono prefissata o ritengo di dover fare , perchè il risultato non dipende da me , non è in mio potere . Sembra tutto così semplice , basta accettare che non posso farci nulla ....


P.S. cerco accetta con lama ben affilata ....
Anche a me il termine impotenza, cui non ho trovato il significato etimologico, ha dato l'impressione di una situazione di "non potenza" in cui affrontiamo o vogliamo raggiungere una cosa totalmente al di fuori delle nostre possibilità teoriche, mentre poi ci sono cose che potremmo fare in teoria ma non riusciamo in pratica magari per nostri errori, scarsa volontà ecc.

Per come la vedo io ciò che ci può far realmente disperare dovrebbe essere solamente ciò che abbiamo "potenza" di fare e quindi alla fine dai e dai un modo si può trovare per farlo; le cose che non abbiamo in potenza, non sono nel nostro dna, destino o come si può chiamare, non hanno, a mio parere, la forza necessaria per farci disperare sul serio.
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Vecchio 25-01-2010, 00.09.11   #12
dafne
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Quando ci sentiamo impotenti di fronte a cose causate da altri è terribile, anche per situazioni causate da noi stessi comunque la situazione è pessima.

L'anno scorso ho vissuto un momento di vera impotenza di fronte a una situazione lavorativa che odiavo ma che non potevo cambiare. Ci si sente in trappola, senza via di uscita, senza via di fuga.

Bon, però se fossimo realmente impotenti sarebbe la fine.
Pensavo a questo oggi, se leghiamo il concetto di potere a quello di controllare, dicevo prima, siamo rovinati. Perchè non possiamo controllare nulla.

O si? Teoricamente un minimo controllo su noi stessi, per quanto faticoso e limitato, dovremmo averlo.

Sono d'accordo con Luke quando dice che le cose che non abbiamo in potenza di poter fare non dovrebbero portare alla disperazione. Quindi?

Forse è anche il fattore "momento". Ci sono cose che adesso non ho la potenza di affrontare e magari domani si.
E' un giochino questo che mi ha permesso di recuperare il respiro diverse volte nella vita.

Bon, in parte questa è proprio un'ammissione di non-controllo sugli avvenimenti (oggi si domani chissà) eppure..eppure c'è anche una sorta di determinazione di fondo nel voler credere che esista una via di uscita.
Una potenziale possibile via alternativa non considerata.

Freud sosteneva che l'angoscia che genera il senso d'impotenza nasce dalla paura di essere abbandonati, non nutriti, di morire. Una iniziale situazione di sofferenza e paura tale da inficiare successivamente ogni situazione che anche solo lontanamente ci ricolleghi a quella sensazione.

Un iniziale "prima volta" di paura che genera reazioni di difesa automatiche.

La dipendenza continua prima da una persona fisica (i genitori) poi da una struttura (la società) e anche da avvenimenti incontrollabili (chiamiamola Provvidenza).

Diversi gradi differentemente affrontabili. Diversamente riconducibili a una volontà. Collegati tra loro, forse conseguenti uno all'altro.

"a volte bisogna anche poter volere".. inizia ad avere un senso.

rimugino.



pssss... Gibbi .... ha il filo un pò rovinato ma se vuoi ti passo la mia Wendy (la mia ascia)
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Vecchio 25-01-2010, 00.15.10   #13
Ray
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Io non lascerei così presto l'impotenza sessuale da parte... forse può esserci utile per capire il resto, tramite analogia.

Il problema dell'impotenza sessuale non è dato dal non riuscire a fare sesso, ma dal fatto che si vuole farlo lo stesso.
Ed è alimentato da chi ci dice o fa credere che è nostro diritto poterlo fare... e noi beata l'ora che ce lo dicano.
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Vecchio 25-01-2010, 00.28.37   #14
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Il problema dell'impotenza sessuale non è dato dal non riuscire a fare sesso, ma dal fatto che si vuole farlo lo stesso.
Ed è alimentato da chi ci dice o fa credere che è nostro diritto poterlo fare... e noi beata l'ora che ce lo dicano.

Il pezzo sottolineato mi fà pensare alla brama. Voglio una cosa che non posso raggiungere, avere. Mi crea tensione interiore, blocca tutta la mia energia, o quasi, su quel desiderio.
Provocando una sorta di ansia da prestazione?


Però non ho capito in che modo il sentirci dire che lo meritiamo di diritto acuisca la cosa..
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Vecchio 25-01-2010, 00.35.27   #15
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Io non lascerei così presto l'impotenza sessuale da parte... forse può esserci utile per capire il resto, tramite analogia.

Il problema dell'impotenza sessuale non è dato dal non riuscire a fare sesso, ma dal fatto che si vuole farlo lo stesso.
Ed è alimentato da chi ci dice o fa credere che è nostro diritto poterlo fare... e noi beata l'ora che ce lo dicano.
Scusa Ray ma credo di non aver compreso : come dire che se non riesco a fare sesso ma non lo voglio fare , non sono impotente ? se decido che posso anche non fare sesso , viene meno lo stato di impotenza?

Edit : non ho letto Dafne
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Vecchio 25-01-2010, 01.14.49   #16
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se decido che posso anche non fare sesso , viene meno lo stato di impotenza?
No, vien meno il problema.

Interessante quel "decido". Se non puoi, che decidi?
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Vecchio 25-01-2010, 01.23.17   #17
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No, vien meno il problema.

Interessante quel "decido". Se non puoi, che decidi?
Intendi che l'impotenza sessuale non è più un problema se l'accetto? (se accetto il fatto che così è e non posso fare niente per cambiare quelo stato?)

Interessante.... dovrebbe valere per tutte le cose
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Vecchio 25-01-2010, 10.55.18   #18
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A me è capitata l'ansia da prestazione e non riguardava uno sforzo intellettuale

Non sò se si potesse parlare di impotenza, magari solo temporanea, comunque il desiderio era altissimo ma la reazione..ciccia.
Hai voglia che mi dicesse di rilassarmi...

Ho risolto il problema non quando ho rinunciato a farlo..impensabile perchè lo volevo fare ma quando ho "smontato" l'immagine del compagno che mi stava a fianco.

Quando ho smesso di dipingerlo come un dio, meraviglioso, bravissimo ecc ecc quando l'ho tirato giù dal suo piedistallo e l'ho sverniciato ho risolto il problema.

Ecco, magari non era vera impotenza, ma comunque la cosa è cambiata quando ho cambiato il mio modo di relazionarmi ad essa.

Forse essere impotenti di fronte a una cosa è anche il volerla vedere solo in un certo modo. In quel modo l'energia si tappa, fà una sorta di blocco, mentre se riuscissimo a guardarla in un altro modo forse la cosa oggettivamente non cambiarebbe ma sarebbe meno difficoltosa.
E poi guardandola in altro modo forse si sbloccherebbe l'energia, come quando ci si dice che non tutto il male vien per nuocere e che c'è sempe una ragione..

Uhm, stò farfugliando, mi ritiro a riflettere.
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Vecchio 25-01-2010, 11.39.54   #19
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No, vien meno il problema.

Interessante quel "decido". Se non puoi, che decidi?
Decido di smettere di considerarlo possibile , smetto di accanirmi

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Intendi che l'impotenza sessuale non è più un problema se l'accetto? (se accetto il fatto che così è e non posso fare niente per cambiare quelo stato?)
Interessante.... dovrebbe valere per tutte le cose
Già dovrebbe valere proprio per tutto .
Di fronte ad un problema/difficoltà inutile continuare a fare per cercare di risolvere la cosa, inutile insistere nel tentativo di modificare la situazione , è sufficiente accettare lo stato di fatto e la cosa smette di essere un problema.
Mi sfugge chi e in base a quali parametri si decide che è stato fatto tutto quanto si poteva e che è il momento di arrendersi.
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Vecchio 25-01-2010, 13.51.10   #20
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A me è capitata l'ansia da prestazione e non riguardava uno sforzo intellettuale
Credo sia capitato a tutti nella vita, penso che invece era proprio la mente, che non c'entra niente in quei momenti, che voleva padroneggiare e creava il problema, del non lasciare al corpo ciò che deve essere appannaggio suo.

Concordo pienamente con chi ha detto che quando una cosa non è come vorremmo l'unica cosa è quella di accettare che sia in quel modo, come lo ha definito Red: "accettare lo stato di fatto" cosa non semplice ma unica soluzione.
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Vecchio 25-01-2010, 14.36.35   #21
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Concordo pienamente con chi ha detto che quando una cosa non è come vorremmo l'unica cosa è quella di accettare che sia in quel modo, come lo ha definito Red: "accettare lo stato di fatto" cosa non semplice ma unica soluzione.

Quindi rinunciare?
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Vecchio 25-01-2010, 15.06.04   #22
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Quindi rinunciare?
Secondo me, il mio sentire quella parola mi mette sul chi va là, non mi piace. Quindi inizierei male.
Invece per me userei accetto che questo in questo momento è così. Alcune tensioni con questo ragionamento che però deve partire da li ma poi appartenere a tutto l'essere, porta anche i cambiamenti futuri, ma deve partire dal rilassamento, dallo scioglimento delle tensioni, che avvengono tramite l'accettazione.
Prova spingere un muro perchè si sposti, continua a spingere con tutte le tue forze più forte che puoi, facendo attenzione a tutti i tuoi muscoli sentili bene tutti, e poi all'improvviso smetti di spingere e senti ancora i muscoli e tutto il tuo essere lasciandoti andare a terra rilassata. E' più benefico che spingere il muro o no?
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Vecchio 25-01-2010, 15.12.35   #23
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Vabbeh un muro puoi anche decidere di usare le braccia e prenderlo a picconate ..

Scherzi a parte, esempino, il TA. Non mi riesce, ogni volta che ci provo o mi irrito terribilmente o mi addormento. Mi sento davvero impotente di fronte a questa cosa perchè non mi viene.

E' il mio muro, devo accettare che è così e che non posso farci niente?

(ehm, stò solo cercando di capire mettendolo nel pratico Gri non stò cercando di provocarti, non metterti in difesa )
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Vecchio 25-01-2010, 15.16.54   #24
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Io penso che l'impotenza si verifichi ogni volta che ciò che vogliamo si scontra con ciò che è, ma se accettiamo ciò che è non siamo più impotenti, se accettare ciò che è non viene vissuto come una rinuncia.
Per accettare ciò che è bisogna essere più forti di quanto serve per opporsi ad esso, per esempio quando si deve affrontare un dolore anche se ci si oppone non si riesce ad evitarlo, se lo si accetta diventa parte di sè quindi siamo più forti.
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Vecchio 25-01-2010, 15.22.48   #25
griselda
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Vabbeh un muro puoi anche decidere di usare le braccia e prenderlo a picconate ..

Scherzi a parte, esempino, il TA. Non mi riesce, ogni volta che ci provo o mi irrito terribilmente o mi addormento. Mi sento davvero impotente di fronte a questa cosa perchè non mi viene.

E' il mio muro, devo accettare che è così e che non posso farci niente?

(ehm, stò solo cercando di capire mettendolo nel pratico Gri non stò cercando di provocarti, non metterti in difesa )
Mai pensato, in questo momento sono rilassatissima Daf perchè anche io come te, lo vedi che siamo simili sotto molti aspetti, proprio per questi motivi di tensioni continue credo, non riesco a fare il TA, e come te, mi irrito etc da qualche tempo ho realizzato che devo farlo punto, MA DEVO SMETTERE di aspettarmi un risultato, e questo per me è uno di quei problemi, presente il circo animaletto fai-carota-carota-fai? ecco sono così anzi lo è la mia mente , razionalmente lo so ma devo anche imparare a sentire che è così con ogni parte di me.
Fare per fare, non per avere accipercolina!!!
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