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Vecchio 09-01-2008, 01.58.17   #26
Ray
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
I problemi di comprensione sorgono perchè le cose umane non sono bianche o nere, hanno gradi.
Se siamo vivi abbiamo una connessione con lo Spirito, per quanto flebile sia, ma se siamo vivi allora lo Spirito non è incarnato, non perfettamente.
Questa mancata incarnazione dipende dal fatto che il veicolo (noi) non è abbastanza perfezionato a "farlo entrare"... nelle tradizioni ad un certo punto del lavoro si dice che lo Spirito discende... quando si è riusciti a costruire un veicolo adatto può darsi che lo Spirito discenda, c'è questa possibilità - è comunque una Grazia - ma prima niente da fare... un bicchiere non può contenere il mare (anche se contiene un po' d'acqua, quella che riesce).
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Non sono completamente d'accordo Ray, anche se è parecchio (ma non solo) una questione di termini.
Noi non siamo vivi, sopravviviamo... ad un livello di vitalità (anche in semplice senso fisico) variabile ma non sufficiente per una piena incarnazione dello Spirito... cosa che comunque è possibile.
La morte (iniziatica, ma che è non solo psicologica e concettuale) è necessaria per perchè la materia si riorganizzi per permettere questo (vera e completa incarnazione dello spirito attraverso il veicolo intermedio-ponte Anima)... solo allora si può parlare (in termini Spirituali) di vera vita.
Il resto più o meno è in sintonia con quello che hai scritto.
Si si hai ragione, un po' è una questione di termini, un po' è che scostandomi, seppur di poco per spiegare, da quel poco che ho capito, ho fatto confusione e va a finire che si capisce (e capisco) peggio invece che meglio.

Da quel che avevo detto pare come che per incarnare completamente lo spirito si deve morire nel senso che il corpo deve morire... il che può far credere che è impossibile incarnare completamente lo Spirito su questo piano.
Non può essere così, è chiaro che ho detto sbagliato, dato che incarnare lo spirito è lo Scopo. Se fosse impossibile che senso avrebbe?

D'altra parte la morte iniziatica, pur permettendoci di restare in questo piano è una morte di quel che prima chiamavamo "io" se non mi abbaglio, ed una rinascita a nuova vita e più vera... quella riorganizzazione della materia (redenzione) che permette allo spirito di "scendere" e soggiornare.

Io non sarà più io ma sarà Io... magari lo chiamerò ancora Ray ma non sarà il ray di adesso. Avrà i ricordi di ray e anche quelli di tutti gli altri "fratelli" di ray... ma sono ricordi Suoi, non miei.

Se faccio ancora confusione l'aiuto è assai ben accetto.
Ray non è connesso  
Vecchio 11-01-2008, 17.06.28   #27
dafne
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Dunque, un pò alla volta cerco di rileggere e cercare di capire.
Ora, da un'altra lettura mi sembra di aver compreso che le persone sono emanazioni dello Spirito, persone dotate di caratteristiche psicologiche e fisiche funzionali alla materia, ossia,le nostre caratteristiche psicologiche e fisiche esistono solo per farci vivere, o sopravvivere giusto? Quindi, sempre se ho seguito il filo del discorso, ciò che Dafne sente percepisce ed esperisce è solo una conseguenza del vivere la materia. Dafne stessa è solo una manifestazione fisica (glap, qui la mente si accartoccia come una velina di plastica vicino a una fiamma..)
Ammettendo per un secondo che io riesca ad accettarlo, e dico io proprio per dire l'io, anche mia "sorella" Maria o Irine sono state solo manifestazioni fisiche in quanto, riprendo il filo, se lo spirito si fosse incarnato in Irine,ad esempio,sarebbe rimasto Irine ma manifestandosi su un altro piano.
Ora
Io non sono lo Spirito (vabbè ma solo un pazzo potrebbe dirlo!) ma quanto è stato di Irine e di Maria, proprio perchè potenzialmente poteva permettere allo spirito d'incarnarsi, dov'è andato? o meglio? cos'è diventato? Se io riesco ad essere consapevole di me anche solo per qualche secondo (perchè altrimenti non sarei qui a cercare di far suicidare la mia mente penso) perchè non è possibile che quel qualcosa che l'io ha salvato di Irine o di Maria non possa essere nei miei ricordi? Se non ricordo male in un'altra discussione ho letto che ogni cosa che pensiamo o facciamo lascia una traccia, un'impronta, allora perchè suscita tanto stridore dire che ci si possa ricordare di aver raccolto un fiore nel 1100 o ucciso un uomo nel 1400? Un solo vago momento di presenza, di forte e cocente attenzione che in un tempo lontano si sia impresso in quel "qualcosa" che dovrebbe permettere l'incarnazione dello Spirito, no? (è quello che è stato chiamato ramo?)
Poi un'altra domanda
Permettere allo spirito d'incarnarsi è cosa dura, durissima (certo che se ci convinciamo che sia praticamente impossibile perderemo il Desiderio che accada e allora, buonanotte, no?) dobbiamo lavorare duramente perchè accada, fino al punto di lasciarci morire, di rinunciare al fatto stesso di esistere, di essere un io, mi avvicino? D'altra parte essendo noi emanazioni dello spirito dobbiamo pur avere in qualche modo delle affinità con esso per cui muoriamo per trasformarci non per eliminare ciò che siamo..boh mi manca qualcosa, ma temo che sia un qualcosa non comprensibile con la mente.
Un'ultima osservazione. Sui ricordi di sacerdoti invece che di sfigati qualsiasi. Se sono impegnato a sopravvivere, a lavorare intensamente o, per assurdo, a godere il mio denaro lasciandomi vivere non vivrò momenti di coscienza di me (se non casuali), non dico che i ricordi debbano per forza essere legati a sacerdoti o a grandi re ma sicuramente a dei momenti intensi, tanto intensi da lasciare tracce profonde che "tornano alla mente" quasi sempre perchè nel presente ci è accaduto qualcosa di simile.
D'altra parte anche le discussioni sul tempo aperte nel forum delineano il tempo come non lineare ma, com'era, a spirale? Se in qulche modo posso intuire il futuro perchè non dovrei potermi muovere nel passato? Non si parla spesso di eterno presente? Se non fossimo in grado, anche potenzialmente di farlo, non saremmo nemmeno in grado, potenzialmente, di far incarnare lo Spirito penso.
Mi fermo, rileggo, ripenso, rielaboro vediamo se ne esce qualcosa di buono
dafne non è connesso  
Vecchio 11-01-2008, 19.01.11   #28
Uno
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Non è sbagliato il fatto che si possano ricordare episodi di altre esperienze dello Spirito, Daf. E' sbagliato credere che siamo noi nel passato che abbiamo fatto quelle cose.
In un certo senso la cosa funziona come quel giochino con le palline in fila appese a delle cordicelle, hai presente?
Carichi la prima la lasci e questa cadendo batte sulla seconda, la muove e questa.... via via.
In pratica ciò che una nascita del nostro Spirito ha fatto 3 secoli o 3 milleni fa, ci influenza si, ma per induzione, induzione che a livello fisico passa attraverso la genetica.

Non è proprio esatto (però dipende dalla terminologia usata) dire che l'io deve morire, proviamo a vederla sul sociologico. Mettiamo che tu faccia parte di un'azienda che ha molti dipendenti, se ti limiti a fare le tue ore minime e sei con il pensiero a casa tu sei un dipendente (l'io normale), se invece hai ambizione di carriera, sei vuoi realizzarti (parola usata anche n Spiritualità, la realizzazione... cioè trovare la realtà di una determinata cosa in cui prima si rimane in superficie, sul vago, non completamente re-ale) professionalmente, cercherai di lavorare di più, studierai, farai dei concorsi per passare di livello, fin quando diventando dirigente, o meglio amministratore dell'azienda, tu sarai l'azienda, ma allo stesso tempo sei anche l'uomo che h fatto carriera... incorpori l'azienda perchè con la tua firma l'azienda agisce negli affari, ma la tua firma senza tutta la struttura aziendale non varrebbe nulla.
Ora nell'esempio è facile vedere che per far carriera dovresti sacrificare altro, per esempio le serate con gli amici perchè magari devi far straordinari o studiare.... ecco questo si può dire che è la morte di quell'individuo, quella persona che invece prima di iniziare a lavora faceva altre cose.
L'esempio è totalitario, nella Spiritualità non è che si deve abbandonare tutto, anche se per vedere qualcosa un certo impegno è necessario, non è un hobby per passare il tempo.
L'esempio dell'azienda rende anche bene altro, tu devi metterci l'impegno per riuscire, però il risultato dipende dagli altri che vogliono la stessa cosa, tu non vedendo questo vedrai che l'azienda può concederti di essere promossa.... che non v'è certezza e molte altre cose.
Spero che si capisca un pò meglio, in caso sono in giro.
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Vecchio 21-05-2008, 15.36.36   #29
griselda
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Lo scrivo qui anche se un po' si slaccia ma il tema è questo.

Stavo ragionando tra me e me su quello che è stato detto sugli stupri e su altro.
Di solito chi subisce in età molto giovane o infantile stupri, incesti, violenze in genere è come se a loro rimanesse attaccato qualcosa, chiamiamolo imprinting. Qualcosa che poi li porta ad assomgliare alla persona che ha compiuto quell'atto su di loro.
Ma se non fosse così? Pensavo a cose che ho letto in passato e al karma, ma anche alle reazioni e a ciò che torna dai nostri propri atti. E mi domandavo se per caso chi subisce queste cose, non la persona, ma il suo spirito, in questa vita dovesse sperimentare il lato opposto di quello che ha sperimentato in quella precedente. In questo modo si pareggerebbero i conti si annullerebbe, una volta compresa la cosa, che perdonare chi ha fatto quel gesto, chi l'ha compiuto è solo un portatore di riparazione, e che perdonare chi ha compiuto tale danno non è stato un altro ma noi stessi, anche se in un luogo diverso e un tempo che non era questo, perdonando questo portatore di riparazione, perdoneremmo noi stessi, perdoneremmo lui per perdonare noi. Sembra fantascienza, ma se il tempo lo vediamo come qualcosa di infinito, dove lo spirito si muove e prende poi una forma nel qui e ora si, ma lui è vivo da sempre non è relegato solo a questo tempo, si potrebbe vedere un continuo suo muoversi in + e – in continuo movimento, in una continua sperimentazione di se e annullamento di ciò che è stato compreso e superato annullato reso neutro.
Io Gris non ricordo cosa ha fatto il mio spirito incarnato precedentemente, ma lui ha il suo compito di regolarizzare il tutto di sperimentare ciò che ancora gli manca e quindi poco importano le varie gris che cambiano nome, poco importano i vari corpi, che però hanno intrinseche geneticamente le mancanze che vanno riempite in modo che il tutto si realizzi nel grande gioco dell'evoluzione. La vita come un'opportunità di cambiare questo + e – in un segno neutro, potremmo anche dire in un “.” punto da cui poi può nascere un'altra.... storia.

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