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Vecchio 08-03-2010, 16.15.19   #1
atomico
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Predefinito Percezione e coscienza

Vi espongo in questa discussione ciò che afferma una scienziati ancora sconosciuto al grande pubblico.

In pratica se ci atteniamo a una procedimento scientifico altamente restrittivo e rigoroso, arriviamo a concludere che la realtà è costituita solo da coscienza e percezione.

In quest'ottica non esisterebbero le cose, intese come oggetti materiali.
Vediamo come si arriva a questa conclusione.

Per prima cosa bisogna interdere per coscienza la capacità di dare senso in se stesse alle percezione. In pratica la coscienza è ciò che ci acconpagna le nostre percezioni dandoci la consapevolezza di stare percependo qualcosa di esistente.

La coscienza così definita è confermata dalla nostra esperienza, e quindi fa tatti osserbabili e ripetibili, e si connota quindi come qualcosa di esistente e innegabile.

Le percezioni sono invece il contenuto delle cos edi cui siamo coscienti. Ad esempio il colore rosso e quello blu, sono due entità di cui possiamo essere coscienti, ma hanno un differente contenuto informativo, nel preciso senso che li identifichiamo come entità distinte tra loro.

Le percezioni nascono dalla mente (anche se questo assunto è superfluo agli scopi della presente discussione), in quanto ad esempio il colore rosso non viene ne dalle onde elettromagnetiche che impattano sul nostro occhio, ne nell'impulso nervoso che si produce a seguito di tale stimolazione e che giunge nella parte del cervello dedicata alla percezione visiva.
Il rosso è la risposta della mente a quel particolare impulso nervoso (l'impulso nervoso del colore rosso è identico a quello del colore blu, e a tutti gli altri impulsi nervosi dei sensi, quindi non è nell'impulso in se la proprietà di essere rosso).

Anche l'esistenza delle percezioni la possiamo ocnfermare in base alla nsotra esperienza, e quindi può essere ritenuta un fatto innegabile.

Ora applichiamo il rasoio di Accoma, il quale dice che la spiegazione di un fenomeno tende a essere corretta quando poggia sul minor numero possibile di assunti.

Se non facciamo altre assunzioni, arriviamo alla conclusione che esistono solo percezioni e coscienze, e non oggetti esterni alla nostra mente.
Infatti tutto ciò che sappiamo del mondo lo apprendiamo solo attraverso percezioni, e non non sappiamo neppure che senso potrebbe avere l'esistenza di un qualcosa che non sia percezione o coscienza.

N.B.
Procedendo in questa ottica non si è obbligati a ipotizzare che esista una mente che dirige tutto facendo in modo che i nostri singoli punti di osservazione siano compatibili tra loro, come se effettivamente esistensse un'unica realtà esterna a tutti noi.
Infatti anche l'esistenza di punti di vista differenti dal nostro richiede delle assunzioni non necessari (anche se utili per una più completa comprensione del tutto). Detto altrimenti, potremmo esisrtere solo noi, e nessun altro che osserva la realtà da altri punti di vista.
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Vecchio 08-03-2010, 16.59.05   #2
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Ora applichiamo il rasoio di Accoma
Ti rispondo con calma quando ho un minuto, volevo solo dire una cosa, probabilmente hai fatto un errore di digitazione ed intendevi il rasoio di Occam o Ockham. Non è per riprenderti, ho già visto che nella fretta ogni tanto inverti le lettere o ne mangi, una sorta di dislessia grafica. Ho precisato solo perchè chi legge possa capire di cosa parli ed eventualmente cercare riferimenti

Torno appena riesco
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Vecchio 08-03-2010, 18.14.59   #3
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Ti rispondo con calma quando ho un minuto, volevo solo dire una cosa, probabilmente hai fatto un errore di digitazione ed intendevi il rasoio di Occam o Ockham. Non è per riprenderti, ho già visto che nella fretta ogni tanto inverti le lettere o ne mangi, una sorta di dislessia grafica. Ho precisato solo perchè chi legge possa capire di cosa parli ed eventualmente cercare riferimenti

Torno appena riesco
Hai fatto più che bene a segnalarmi il misfatto.
Risulta quindi evidente che non ho riletto quanto ho scritto,
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Vecchio 08-03-2010, 18.53.06   #4
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Se non facciamo altre assunzioni, arriviamo alla conclusione che esistono solo percezioni e coscienze, e non oggetti esterni alla nostra mente.
L'ho letto soltanto una volta (grazie Uno della correzione, mi stavo chiedendo cosa fosse la legge di Ac_coma )
cmq a parte le virgole vorrei sapere cosa significa in soldoni questo periodo dato che non riesco appunto con la mente (con altro si ) a farmi una idea di come si incastrino mente-percezioni e coscienze. Grazie

Ultima modifica di 'ayn soph : 08-03-2010 alle ore 19.38.59.
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Vecchio 08-03-2010, 21.52.44   #5
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L'ho letto soltanto una volta (grazie Uno della correzione, mi stavo chiedendo cosa fosse la legge di Ac_coma )
cmq a parte le virgole vorrei sapere cosa significa in soldoni questo periodo dato che non riesco appunto con la mente (con altro si ) a farmi una idea di come si incastrino mente-percezioni e coscienze. Grazie
Tu ora che stai leggendo la mia risposta, probabilmente ipotizzi che questa risposta esiste veramente, che lo schermo su cui la leggi esiste veramente.
Ma come puoi esserne sicuro?
Quello che sai è che vedi la mia risposta, vedi lo schermo, puoi pure toccarlo, ma sono solo tue percezioni.
Per affermare che quello schermo esiste, devi fare un'assunzione, ovvero un'ipotesi.
In altre parole devi ipotizzare che esista davvero qualcosa all'esterno della tua mente, e che quindi c'è qualcosa che possa esistere in un modo a te sconosciuto (perchè noi sperimentiamo l'esistenza solo attraverso percezioni e coscienza).

Detto in soldoni, per chi conosce Kant, lui sostiene che le cose in se sono inconoscibili, in questa tesi che ho riportato e che condivido, viene affermato che la cosa in se non solo potrebbero non esistere, ma che di fatto seguendo un approccio rigorosamente scientifico siamo tenuti proprio a considerare come inesistenti.
Perchè di fatto non abbiamo la più pallida idea di cosa possa voler dire esistere al di fuori dell'essere una percezione o una consapevolezza. E quindi una ipotesi in tal senso oltre a non essere necessaria sarebbe un grande balzo del vuoto.
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Vecchio 08-03-2010, 22.30.28   #6
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Tu ora che stai leggendo la mia risposta, probabilmente ipotizzi che questa risposta esiste veramente, che lo schermo su cui la leggi esiste veramente.
Ma come puoi esserne sicuro?
Quello che sai è che vedi la mia risposta, vedi lo schermo, puoi pure toccarlo, ma sono solo tue percezioni.
Per affermare che quello schermo esiste, devi fare un'assunzione, ovvero un'ipotesi.
In altre parole devi ipotizzare che esista davvero qualcosa all'esterno della tua mente, e che quindi c'è qualcosa che possa esistere in un modo a te sconosciuto (perchè noi sperimentiamo l'esistenza solo attraverso percezioni e coscienza).

Detto in soldoni, per chi conosce Kant, lui sostiene che le cose in se sono inconoscibili, in questa tesi che ho riportato e che condivido, viene affermato che la cosa in se non solo potrebbero non esistere, ma che di fatto seguendo un approccio rigorosamente scientifico siamo tenuti proprio a considerare come inesistenti.
Perchè di fatto non abbiamo la più pallida idea di cosa possa voler dire esistere al di fuori dell'essere una percezione o una consapevolezza. E quindi una ipotesi in tal senso oltre a non essere necessaria sarebbe un grande balzo del vuoto.
Grazie della spiegazione e ci penserò poi mi farò vivo, intanto una cosa mi balza alla mente, ma quella Cosa che tu chiami "essere" a cosa è riconducibile? Chi ce lo impedisce di pensare (parafrasando Kant e anche te) che l'essere e tutto il resto non sia pura illusione?

Edit: e che quello che stiamo facendo ma non soltanto anche tutti questi mezzi per sondare la realtà siano già passati e ora non ci fosse proprio nessuno se non il vuoto?

Ultima modifica di 'ayn soph : 08-03-2010 alle ore 22.33.52.
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Vecchio 08-03-2010, 22.43.15   #7
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Grazie della spiegazione e ci penserò poi mi farò vivo, intanto una cosa mi balza alla mente, ma quella Cosa che tu chiami "essere" a cosa è riconducibile? Chi ce lo impedisce di pensare (parafrasando Kant e anche te) che l'essere e tutto il resto non sia pura illusione?

Edit: e che quello che stiamo facendo ma non soltanto anche tutti questi mezzi per sondare la realtà siano già passati e ora non ci fosse proprio nessuno se non il vuoto?
Il mio approccio è puramente scientifico.
E in quest'ottica non è corretto parlare di illusione.
Cioè se io ho un tavolo davanti, posso pensare che sia un'illusione o un camaleonte ben travestito, o qualsiasi altra cosa assurda.
Ma se non mi pongo un limite allora potrò sempre dire tutto e il contrario di tutto, e ogni cosa perderebbe di significato.
In pratica siamo costretti a considerare come VERA (e non illusoria) perlomeno l'evidenza dei nostri sensi, e dobbiamo solo limitarci a interpretare tale evidenza nel modo migliore possibile.

In questo senso siamo costretti a considerare che perlomeno esistiamo noi, come un IO verso cui convergono percezioni e coscienza.
E l'unica esistenza che conosciamo è l'esistenza di cui ci rendono partecipi percezioni e coscienza.
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Vecchio 08-03-2010, 22.56.05   #8
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Il mio approccio è puramente scientifico.
E in quest'ottica non è corretto parlare di illusione.
Cioè se io ho un tavolo davanti, posso pensare che sia un'illusione o un camaleonte ben travestito, o qualsiasi altra cosa assurda.
Ma se non mi pongo un limite allora potrò sempre dire tutto e il contrario di tutto, e ogni cosa perderebbe di significato.
In pratica siamo costretti a considerare come VERA (e non illusoria) perlomeno l'evidenza dei nostri sensi, e dobbiamo solo limitarci a interpretare tale evidenza nel modo migliore possibile.

In questo senso siamo costretti a considerare che perlomeno esistiamo noi, come un IO verso cui convergono percezioni e coscienza.
E l'unica esistenza che conosciamo è l'esistenza di cui ci rendono partecipi percezioni e coscienza.
Ora non voglio parlare in termini che non sarebbero compresi a pieno e facciamo finta che io sia a digiuno di coscienza, mente e percezione.
Allora innanzi tutto abbiamo un corpo, che vediamo che manifesta (per ora) 5 possibili interfacce etere-materia (non facciamo caso a termini ripeto, lo faccio tanto per approcciare). Perchè etere-materia? dato che non sappiamo spiegare ad oggi come il nostro corpo possa vivere con pochissime sostanze nutritive e il cuore pompare per 70/80 anni di fila senza mai fermarsi (tranne eccezioni). C'è di più, si conoscono anche esperienze fatte di digiuno dove un corpo di 80/90 Kg di un uomo non si sa da dove attinga il nutrimento. Insomma qualcosa che manda energia ci deve essere. Allora questa energia o etere si interfaccia con una struttura più densa e percepisce (l'ho usato ora) qualcosa che decodificato viene scomposto e rielaborato e il messaggio passa, è formato.
Per ora mi fermo.

Ultima modifica di 'ayn soph : 08-03-2010 alle ore 22.58.10.
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Vecchio 08-03-2010, 23.13.49   #9
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Allora innanzi tutto abbiamo un corpo, che vediamo che manifesta (per ora)
Non ho ben compreso questo tuo intervento, però rimanendo nell'ambito del discorso che ho presentato, ti dico che non è affatto sicuro che abbiamo un corpo, se noi facciano nostro un approccio scientifico molto spinto.

Quello che possiamo dire è che abbiamo la percezione di avere un corpo, e siamo consapevoli di quella percezione.
Ripeto, esistono solo percezione e consapevolezza se applichiamo il rasoio di Occam nella maniera più restrittiva possibile.
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Vecchio 08-03-2010, 23.29.29   #10
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era così: che vediamo e che manifesta.
ma se si nega anche questa evidenza di cosa staremmo a parlare, non dovremmo neppure parlare tanto non esiste nulla.
Per me conviene lasciar perdere rasoi forse è meglio lasciarsi crescere la barba, tanto mica si vede
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Vecchio 09-03-2010, 00.11.41   #11
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In quest'ottica non esisterebbero le cose, intese come oggetti materiali.
Beh, ma questo si contraddice con quello che dici dopo. In base a questo approccio non possiamo dire che le cose esistono ma neanche che non esistono. Potrebbero ben esistere e potrebbero pure essere proprio come noi le percepiamo.

Se usi il rasoio devi pur spiegare le percezioni. Date le percezioni qualcosa deve averle prodotte. Quindi esistono degli oggetti, qualunque siano le loro caratteristiche (esterni o interni, materiali o no ecc.ecc.)... ossia esiste una causa delle percezioni.
Intendi che questa causa è inconoscibile?
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Vecchio 09-03-2010, 00.50.23   #12
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Beh, ma questo si contraddice con quello che dici dopo. In base a questo approccio non possiamo dire che le cose esistono ma neanche che non esistono. Potrebbero ben esistere e potrebbero pure essere proprio come noi le percepiamo.
Non ti seguo.
Io dico che l'esistenza delle percezioni e della coscienza ci viene direttamente dalla nostra esperienza.
In questi termini non possiamo dire che non esistono le percezioni e non esiste la coscienza perchè la sperimentiamo continuamente.


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Se usi il rasoio devi pur spiegare le percezioni. Date le percezioni qualcosa deve averle prodotte. Quindi esistono degli oggetti, qualunque siano le loro caratteristiche (esterni o interni, materiali o no ecc.ecc.)... ossia esiste una causa delle percezioni.
Intendi che questa causa è inconoscibile?
La casualità introduce a una catena infinita di cause e ed effetti.
Cioè se io dico che le percezioni sono effetti causati dal contatto degli oggetti con gli strumenti dei miei sensi, poi c'è il problema di identificare quale sia la causa di quegli oggetti, e così ricorsivamente all'infinito.
Quindi o si trova un modo per porre fine a questa catena infinita di cause ed effetti, o si prende atto che ciò è impossibile, e allora tanto vale fermarci subito a qualcosa che perlomeno siamo sicuri che esista, come le percezioni e la coscienza.
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Vecchio 09-03-2010, 01.01.58   #13
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Non voglio fare il III incomodo ma la frase non si capisce, percezioni e coscienza esistono e la materia o insomma quello che sentiamo attraverso i sensi no.
A parte la discordanza evidente che neanche ripeto ma allora il problema che si pone con le Cose (visibile, udibili..) non si porrebbe poi per la percezione e per la coscienza? Donde derivano?

Ultima modifica di 'ayn soph : 09-03-2010 alle ore 01.07.43.
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Vecchio 09-03-2010, 01.15.01   #14
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Non voglio fare il III incomodo ma la frase non si capisce, percezioni e coscienza esistono e la materia o insomma quello che sentiamo attraverso i sensi no.
A a la discordanza evidente che neanche ripeto ma allora il problema che si pone con le Cose (visibile, udibili..) non si porrebbe poi per la percezione e per al coscienza? Donde derivano?

Ci deve essere un equivoco tra noi, dal momento che il concetto a me sembra chiaro.
Che io percepisca qualcosa è un fatto certo almeno per me perchè la sperimento direttamente.
Che fuori dalla mia mente esista qualcosa, non è invece altrettanto certo.

Penso che ti possa aiutare a capirmi un esempio che tiri in ballo i sogni.

Se io questa notte sogno di visitare la Luna, non vuole dire che ho veramente visitato la Luna. Detto in altre parole la Luna che ho visitato era solo una percezione della mia mente, priva di una concreta controparte materiale.

Per poter dire quindi che qualcosa esiste al di fuori della mia mente io devo ipotizzare che sia così, dal momento che non posso esserne sicuro. Ma si tratta di una grande balzo nel vuoto, perchè si tratta di ipotizzare una forma di esistenza che ci è del tutto sconosciuta.

Ultima modifica di atomico : 09-03-2010 alle ore 01.21.53.
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Vecchio 09-03-2010, 01.19.51   #15
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Ci deve essere un equivoco tra noi, dal momento che il concetto a me sembra chiaro.
Che io percepisca qualcosa per me è un fatto sicuro perchè la sperimento direttamente.
Che fuori dalla mia mente esista qualcosa, non è altrettanto sicuro.

Penso che ti possa aiutare a capirmi un esempio che tiri in ballo i sogni.

Se io questa notte sogno di visitare la Luna, non vuole dire che ho veramente visitato la Luna. Detto in altre parole la Luna che ho visitato era solo una percezione della mia mente, priva di una concreta controparte materiale.

Per poter dire quindi che qualcosa esiste al di fuori della mia mente io devo ipotizzare che sia così, dal momento che non posso esserne sicuro. Ma si tratta di una grande bazo nel vuoto, perchè si tratta di ipotizzare una forma di esistenza che ci è del tutto sconosciuta.
Di equivoco si tratta dato che anche il sogno che tu dai per certo non essere vero, in effetti invece potrebbe avere un riscontro molto più reale della stessa realtà che percepiamo come materica.
Se entriamo nella tua ottica mettiamo in discussione tutto, non che ce lo voglia mettere tu ma diventerebbe un parallelismo possibile.
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Vecchio 09-03-2010, 01.35.23   #16
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Di equivoco si tratta dato che anche il sogno che tu dai per certo non essere vero, in effetti invece potrebbe avere un riscontro molto più reale della stessa realtà che percepiamo come materica.
Se entriamo nella tua ottica mettiamo in discussione tutto, non che ce lo voglia mettere tu ma diventerebbe un parallelismo possibile.
Io ti ho detto che una cosa esiste perchè ne ho esperienza diretta. E questo è un criterio di esistenza, a prescindere che possa paicere o meno.
E applicando il rasoio di Occam considero inasistente tutto ciò di cui non ho esperienza diretta. E questo è un criterio di non esistenza, a prescindere che possa piacere o meno.

Ora dovresti spiegarmi perchè applicando questi criteri tu ritieni che possa essere messo in discussione tutto.
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Vecchio 09-03-2010, 02.35.28   #17
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Potrei scrivere che se ciò che osservo nelle mie percezioni procede sempre (o almeno fin dove riesco a seguirlo) in un filo di causa ed effetto, anche quando non ho la percezione diretta delle cause di ciò che sto percependo queste cause esistono, quindi esiste qualcosa fuori dalla mia mente e/o dalla mia percezione.
A meno che non tiriamo in ballo l'inconscio, ma in quel caso apriamo altre porte e ragionamenti.

Ma potrei anche scrivere (in maniera diversa ma scrivo la stessa cosa) che se è tutto nella mia mente devo essere in grado di determinare gli eventi a piacimento non avendo regole che non posso controllare direttamente.
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Vecchio 09-03-2010, 09.40.50   #18
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Potrei scrivere che se ciò che osservo nelle mie percezioni procede sempre (o almeno fin dove riesco a seguirlo) in un filo di causa ed effetto, anche quando non ho la percezione diretta delle cause di ciò che sto percependo queste cause esistono, quindi esiste qualcosa fuori dalla mia mente e/o dalla mia percezione.
A meno che non tiriamo in ballo l'inconscio, ma in quel caso apriamo altre porte e ragionamenti.

Ma potrei anche scrivere (in maniera diversa ma scrivo la stessa cosa) che se è tutto nella mia mente devo essere in grado di determinare gli eventi a piacimento non avendo regole che non posso controllare direttamente.
Sarebbe a dire che il Caso diventa la mia regola?
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Vecchio 09-03-2010, 11.37.45   #19
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Sarebbe a dire che il Caso diventa la mia regola?
Se è tutto nella mia mente io sono il Caso.
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Vecchio 09-03-2010, 11.45.31   #20
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Potrei scrivere che se ciò che osservo nelle mie percezioni procede sempre (o almeno fin dove riesco a seguirlo) in un filo di causa ed effetto, anche quando non ho la percezione diretta delle cause di ciò che sto percependo queste cause esistono, quindi esiste qualcosa fuori dalla mia mente e/o dalla mia percezione.
A meno che non tiriamo in ballo l'inconscio, ma in quel caso apriamo altre porte e ragionamenti.
In quello che scrivi mancano dei passaggi logici, nel senso che sono impliciti e non espliciti.
Cioè tu supponi che esista davvero una relazione di causa ed effetto, e quindi che se l'effetto sono le percezioni, la causa delle essere fuori da queste percezioni.
Ma l'esistenza di una relazione di causa ed effetto è appunto una assunzione, una ipotesi, non una certezza dello stesso livello delle nostre percezioni.
Ha senso dire che SE esiste una relaizone di causa ed effetto, questa si estende in una catena infinita di cause ed effetto, come ho fatto io in precedenza, ma non si può partire dalla posizione secondo la quale tale relazione esiste.

Ne consegue che la tua conclusione non è valida.


Citazione:
Ma potrei anche scrivere (in maniera diversa ma scrivo la stessa cosa) che se è tutto nella mia mente devo essere in grado di determinare gli eventi a piacimento non avendo regole che non posso controllare direttamente.
Anche in questo caso fai una assunzione implicita che non ha lo stesso grado di certezza delle nostre percezioni.
Infatti tu ipotizzi che se una cosa avviene dentro la nostra mente dobbiamo essere in grado di controllarla a piacimento.
Ma è appunto un'assunzione, un'ipotesi che tu fai, e non una cosa certa, non perlomeno certa come sono certe le nostre percezioni.

Anche in questo caso la tua conclusione non è valida.

P.S.
La discussione comunque non verte sulla consistenza logica di una realtà costituita solo da percezioni e coscienza (dal momento che a me sembra un dato di fatto innegabile), ma sul fatto che questa deve essere considerata come l'unica conclusione scientifica possibile se interpretiamo il rasoio di Ockham nel modo più restrittivo.
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Vecchio 09-03-2010, 11.58.49   #21
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Vecchio 09-03-2010, 12.07.30   #22
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Non vorrei peccare di qualche cosa ma mi sono andato a vedere la vita di Guglielmo di Ockham e credo che sarebbe la prima cosa da fare onde accingersi a commentare formule che in definitiva nascono già "crinate" all'origine (in tema di leghe).
Ora non sto a giudicare il sopra-nominato, quello lo avrà fatto già idi proprio, ma se io come francescano vengo scomunicato dal Papa un motivo ci sarà, quindi sarà bene chiederci un perché è oppure resta utile "bere" o dare tutto per buono?
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Vecchio 09-03-2010, 12.36.24   #23
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In quello che scrivi mancano dei passaggi logici, nel senso che sono impliciti e non espliciti.
Cioè tu supponi che esista davvero una relazione di causa ed effetto, e quindi che se l'effetto sono le percezioni, la causa delle essere fuori da queste percezioni.
Ma l'esistenza di una relazione di causa ed effetto è appunto una assunzione, una ipotesi, non una certezza dello stesso livello delle nostre percezioni.
Ha senso dire che SE esiste una relaizone di causa ed effetto, questa si estende in una catena infinita di cause ed effetto, come ho fatto io in precedenza, ma non si può partire dalla posizione secondo la quale tale relazione esiste.

Ne consegue che la tua conclusione non è valida.


Aspetta, io non suppongo, io percepisco cause ed effetti fin dove posso seguire la catena. Secondo il rasoio la cosa più semplice è che queste continuino anche dove non posso seguirle visto che fin dove posso non vengono disattese.
Se pensi che cambia la costante, hai immesso un'altra variabile, o meglio hai trasformato una costante in una variabile e non segui più il rasoio.
Quote:


Anche in questo caso fai una assunzione implicita che non ha lo stesso grado di certezza delle nostre percezioni.
Infatti tu ipotizzi che se una cosa avviene dentro la nostra mente dobbiamo essere in grado di controllarla a piacimento.
Ma è appunto un'assunzione, un'ipotesi che tu fai, e non una cosa certa, non perlomeno certa come sono certe le nostre percezioni.

Anche in questo caso la tua conclusione non è valida.

P.S.
La discussione comunque non verte sulla consistenza logica di una realtà costituita solo da percezioni e coscienza (dal momento che a me sembra un dato di fatto innegabile), ma sul fatto che questa deve essere considerata come l'unica conclusione scientifica possibile se interpretiamo il rasoio di Ockham nel modo più restrittivo.
Non ho scritto che se una cosa avviene nella mia mente, ho scritto che se è tutto nella mia mente.... etc...
E' diverso, una piccola sottigliezza che cambia il senso.

"Nostra" è in più, se è come dici tu, anche tu sei un'invenzione della mia mente e sono sempre io che mi dico cose "contrarie" e se volessi potrei decidere di dirmi quello che mi va di sentire, farti tacere etc.... invece non posso, quindi o parliamo di inconscio oppure le cose sono come le ho descritte. Se parliamo di inconscio però dobbiamo rivedere il discorso sulle percezioni.
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Vecchio 09-03-2010, 12.41.56   #24
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Non vorrei peccare di qualche cosa ma mi sono andato a vedere la vita di Guglielmo di Ockham e credo che sarebbe la prima cosa da fare onde accingersi a commentare formule che in definitiva nascono già "crinate" all'origine (in tema di leghe).
Ora non sto a giudicare il sopra-nominato, quello lo avrà fatto già idi proprio, ma se io come francescano vengo scomunicato dal Papa un motivo ci sarà, quindi sarà bene chiederci un perché è oppure resta utile "bere" o dare tutto per buono?
C'è del vero anche nel falso, non il contrario.
Il vero può essere relativo, il falso no.
Uno non è connesso  
Vecchio 09-03-2010, 13.30.29   #25
'ayn soph
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
C'è del vero anche nel falso, non il contrario.
Il vero può essere relativo, il falso no.
Diciamo che ho intuito ma devo digerire il concetto.
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