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Vecchio 29-10-2010, 11.46.01   #26
Kael
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Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Vivendo in un mondo duale possiamo conoscere il meglio solo paragonandolo al peggio, la luce solo confrontandola col buio etc... Tutto ciò che conosciamo avviene tramite confronto, anche a livello inconscio senza che ce ne rendiamo conto, così sappiamo che il divano è morbido perchè paragonato al duro.

Fare confronti e paragoni è normale, del resto conosciamo la nostra immagine perchè ci siamo confrontati con lo specchio o con qualche altra superficie riflettente, oppure come fanno i ciechi confrontando quello che tocchiamo sul nostro volto con tutto quello che abbiamo toccato finora.

Questo però non dovrebbe diventare invidia o essere un motivo per commiserarsi, siamo tutti simili seppur diversi, tutti con le nostre forze e le nostre debolezze, chi più chi meno. Spesso, ciò che invidiamo sono cose superficiali e non cose profonde, questo dovrebbe far riflettere... Per non dire che quasi sempre ci confrontiamo con delle immagini mentali troppo perfette o comunque troppo distanti da quello che siamo, da qui la sofferenza per qualcosa che non esiste.
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Vecchio 29-10-2010, 12.09.25   #27
Edera
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Spesso, ciò che invidiamo sono cose superficiali e non cose profonde, questo dovrebbe far riflettere... Per non dire che quasi sempre ci confrontiamo con delle immagini mentali troppo perfette o comunque troppo distanti da quello che siamo, da qui la sofferenza per qualcosa che non esiste.
In genere la sofferenza mi arriva nel confronto con persone che ai miei occhi sono state emotivamente accudite in modo sano, che hanno ricevuto amore nella giusta dose (nè troppo, nè troppo poco)mai per qualcosa di superficiale che troverei più semplice da gestire.
Ho imparato a distinguerle, non ce ne sono molte... da quello che sono riuscita a osservare molte o sono come me cioè gli è mancato il calore oppure sono state sommerse da un calore fittizio, materiale che comunque ha provocato i suoi danni. Ma i pochi che hanno ricevuto amore di qualità sono equilibrati, sicuri di sè, sanno chiedere scusa ma anche rimanere fermi quando sono nel giusto, non sono troppo rigidi con gli altri, nè con se stessi, non sono finti-umili o prepotenti, sono insomma vicini a quella via di mezzo che mi sembra saggia e sana per condurre un'esistenza degna e affrontare le prove della vita in modo positivo, si accettano senza bisogno dell'approvazione altrui. E' così che vorrei essere, è lì che mi nasce il rancore e mi dico: se anch'io all'epoca..ecc ecc, insomma è una vera e propria buca che mi porta via l'energia , nel confronto mi sento cadere, sento il famoso freddo che mi invade, come se andasse ogni volta a stimolare le zone buie.
E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.
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Vecchio 29-10-2010, 12.33.29   #28
luke
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In genere la sofferenza mi arriva nel confronto con persone che ai miei occhi sono state emotivamente accudite in modo sano, che hanno ricevuto amore nella giusta dose (nè troppo, nè troppo poco)mai per qualcosa di superficiale che troverei più semplice da gestire.
Ho imparato a distinguerle, non ce ne sono molte... da quello che sono riuscita a osservare molte o sono come me cioè gli è mancato il calore oppure sono state sommerse da un calore fittizio, materiale che comunque ha provocato i suoi danni. Ma i pochi che hanno ricevuto amore di qualità sono equilibrati, sicuri di sè, sanno chiedere scusa ma anche rimanere fermi quando sono nel giusto, non sono troppo rigidi con gli altri, nè con se stessi, non sono finti-umili o prepotenti, sono insomma vicini a quella via di mezzo che mi sembra saggia e sana per condurre un'esistenza degna e affrontare le prove della vita in modo positivo, si accettano senza bisogno dell'approvazione altrui. E' così che vorrei essere, è lì che mi nasce il rancore e mi dico: se anch'io all'epoca..ecc ecc, insomma è una vera e propria buca che mi porta via l'energia , nel confronto mi sento cadere, sento il famoso freddo che mi invade, come se andasse ogni volta a stimolare le zone buie.
E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.
Sostanzalmente le mie "lagnanze" ricalcano gli stessi aspetti, uniti ad una educazione a mio avviso troppo rigida e soffocante, tesa di più a lasciare tranquilli i genitori col figlio a catena piuttosto che a permettere al figlio stesso di avere le sue libertà e anche su quest ultimo aspetto le differenze di base con la maggior parte delle persone che ho visto sono evidenti.

E' l'unico aspetto su cui da sempre faccio raffronti con le situazioni altrui, che probabilmente mi servono da parametro, da punto di riferimento per quello che presumo sia il vero raffronto che è con il me stesso che sarei voluto essere.

Poi è ovvio che egli aspetti positivi portati da questa situazione ci sono, alcuni ne ho accennati prima, ci può essere anche l'energia rabbiosa che ti spinge a tenere aperta una fase esistenziale, ma alla lunga se non si trovano le situazioni per costruire si rischia di avere una rabbia distruttiva, e comunque gli eventuali aspetti positivi avuti sinora sono, a mio avviso, troppo pochi rispetto ai negativi, c'è troppo squilibrio tra dare e avere e non c'è molto tempo prima di dover chiudere il bilancio, se non arriva qualche "contributo ambientale" sostanzioso per pareggiare il tutto, i conti non mi tornano.
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Vecchio 29-10-2010, 13.00.46   #29
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E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.
A dire il vero io mi riferivo soprattutto a immagini mentali su noi stessi, tipo a come saremmo ora se avessimo avuto un'infanzia diversa o se quella o quell'altra volta avessimo agito diversamente, etc.. Quella non è la realtà, magari è la realtà di altri ma non è la nostra. Nella nostra realtà noi siamo esattamente quello che siamo.
Ci credo che è un buco che risucchia energie, "basterebbe" (virgoletto perchè tra il dire e il fare...) abbandonare quell'immagine perchè con questa nostra realtà non c'entra niente, non potremmo mai avere un'infanzia diversa da quella che abbiamo avuto, e quindi ogni sforzo o pensiero in questo senso si perde nel nulla...
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Vecchio 29-10-2010, 14.01.36   #30
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A dire il vero io mi riferivo soprattutto a immagini mentali su noi stessi, .
Scusa avevo inteso male, pensavo ti riferissi alle immagini fuorvianti che ci facciamo degli altri.
Dovrei sì, a riuscire ad uccidere dentro di me l'immagine di un' Edera vissuta in un contesto ambientale diverso, cambierebbe tutto. Per quanto ci provi, continua a tornare a galla.. L'impedimento più grosso è la sensazione che variando il contesto di nascita rimarrei sempre la stessa ma razionalmente capisco che non è possibile.
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Vecchio 29-10-2010, 15.22.15   #31
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Sono pienamente d'accordo con Ray, se il piatto fosse stato pronto, non ci sarebbe la possibilità di evolvere, non ci sarebbe nessuna volontà e nessun discorso da fare. L'avere avuto certe esperienze fa si che ci si rafforzi per poter camminare soli. Se ci si vuole sconfortare peggio basta pensare che si ripete all'infinito finchè non si risolve, tanto vale smettere di recriminare e muoversi

Comunque senza voler banalizzare ma riportare il discorso ad una quotidianità sarebbe da considerare un paio di aspetti:
l'isolamento in cui ci si sente rispetto al sociale
il bisogno di riconoscersi nella società da ci si isola.

Se ci si sente diversi non ci si riconosce negli interessi e nelle cose che normalmente fanno gli altri ma allo stesso tempo ne vorremmo far parte e vorremmo essere accettati senza dovere scendere a compromessi. Da qui penso che provenga il conflitto tra ciò che siamo e come vorremmo essere rispetto a ciò che vediamo essere gli altri.
Contorto?
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Vecchio 29-10-2010, 16.43.12   #32
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Comunque senza voler banalizzare ma riportare il discorso ad una quotidianità sarebbe da considerare un paio di aspetti:
l'isolamento in cui ci si sente rispetto al sociale
il bisogno di riconoscersi nella società da ci si isola.

Se ci si sente diversi non ci si riconosce negli interessi e nelle cose che normalmente fanno gli altri ma allo stesso tempo ne vorremmo far parte e vorremmo essere accettati senza dovere scendere a compromessi. Da qui penso che provenga il conflitto tra ciò che siamo e come vorremmo essere rispetto a ciò che vediamo essere gli altri.
Contorto?
Sicuramente il desiderio, più o meno evidente, di riconoscersi e sentirsi integrato nella società una parte di me l'ha avuto, e credo che sia una cosa normal e per un ragazzo.
C'era però anche una parte che non apprezzava molto ci che vedeva nella società e aveva voglia di essere altro, il problema è che quest'ultima parte soprattutto non ha avuto campo libero e quindi la sensazione è di essere rimasti in una terra di mezzo nella quale integrazione con gli altri vera non c'è mai stata, c'è stata molta interiorità che però adesso vorrebbe essere portata su un piano più concreto e pratico, cosa che a mio avviso sarebbe stato possibile senza le mancanze avute.

Invece così reclama la parte "estroversa"che avrebbe voluto il semplice inserimento nella società, reclama ancora più forte la parte mistico/introversa" che avrebbe voluto altro, e messe insieme fanno un bel baccano
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Vecchio 01-12-2010, 16.29.29   #33
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Ieri sera sono andata a cena a casa del mio ragazzo. Per la prima volta facendo degli inevitabili raffronti credo di essermi sentita davvero contenta per essere nata nell'ambiente dove sono nata per quanto abbastanza 'selvaggio', per quanti problemi alla fine mi abbia dato.
Non che prima vedessi solo nero a riguardo ma avevo tanta rabbia verso gli eventi, le persone della mia vita, rabbia che nasceva dalla consapevolezza che tante difficoltà del mio presente dipendevano o dipendono da loro.
Non dico che la mia famiglia sia meglio o peggio, dico solo che essere nata dove sono nata mi ha dato la possibilità di essere quello che sono nel male e nel bene, sopprattutto mi ha dato la possibilità di poter trovare e cercare me stessa. Sono arrivata alla conclusione che tra non avere troppa attenzione e accudimento emotivo ed averne troppa e soffocante è meglio la prima, almeno ti da la possibilità di imparare a nuotare, o meglio due sono le cose nei casi come il mio: o impari a nuotare o affoghi.
Dentro di me ho già deciso che non voglio avere niente a che fare con questa famiglia, nè con le loro proprietà, per me sarebbero solo prigioni, dorate ma prigioni, in cui morirei lentamente nel tentativo di indossare un abito che non può andarmi bene.
Rimane lui ed è un bel problema perchè mi sono resa conto di non poter aiutarlo in nessun modo tanti e tali sono i legacci interiori che lo tengono amalgamato ai suoi genitori.
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Vecchio 01-12-2010, 16.59.58   #34
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Non dico che la mia famiglia sia meglio o peggio, dico solo che essere nata dove sono nata mi ha dato la possibilità di essere quello che sono nel male e nel bene, sopprattutto mi ha dato la possibilità di poter trovare e cercare me stessa. Sono arrivata alla conclusione che tra non avere troppa attenzione e accudimento emotivo ed averne troppa e soffocante è meglio la prima, almeno ti da la possibilità di imparare a nuotare, o meglio due sono le cose nei casi come il mio: o impari a nuotare o affoghi.
Per quel che mi ha mostrato la vita sinora devo darti ragione.
Io mi trovo in una situazione opposta alla tua, in cui ho avuto troppe attenzioni (o i miei hanno preteso troppe attenzioni e troppo controllo) e so a cosa si va in contro man mano che cresci.

Ti direi di dare un minimo di credito al tuo ragazzo, visto che le situazioni di esclusione a prescindere non sono mai simpatiche da subire, ma mi sembra che tu lo abbia già fatto, visto che state insieme.
Poi dovrebbe essere lui a dimostrare di sfruttare l'occasione avuta, o almeno provarci, io perlomeno farei così.
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Vecchio 01-12-2010, 17.16.39   #35
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Ti direi di dare un minimo di credito al tuo ragazzo, visto che le situazioni di esclusione a prescindere non sono mai simpatiche da subire, ma mi sembra che tu lo abbia già fatto, visto che state insieme.
Poi dovrebbe essere lui a dimostrare di sfruttare l'occasione avuta, o almeno provarci, io perlomeno farei così.
Purtroppo Luke non credo sia questione di dargli credito, sapessi quante volte ho chiuso gli occhi fin'ora perchè mi faceva male prendere consapevolezza della cosa (anche se in realtà me ne sono accorta ancora parecchi mesi fa)... Li ho chiusi in tutti i modi... Contando che poi sono del tutto incapace di gestire le separazioni e di prendermi la responsabilità di far soffrire qualcuno (atroce questa cosa si cerca sempre di dare la colpa a qualcos'altro), ti lascio immaginare quante volte mi sono autoconvinta che la cosa cambierà.
Magari tu sei in una situazione simile ma hai consapevolezza del problema, sei qui, stai cercando e questa è una grossa differenza per me.
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