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Vecchio 17-05-2007, 23.43.16   #1
Shanti
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Predefinito Leccarsi le ferite

Ci lecchiamo le ferite dopo una battaglia o qualcosa che comunque ci costringe a lottare per tenerci a galla. Perché mentre combattiamo non stiamo a vedere dove sentiamo dolore…come quando ci tagliamo, subito non sentiamo niente, il male arriva dopo. Oppure come durante una tempesta, o un terremoto: pensiamo a salvarci la pelle, cerchiamo un riparo mentre tutto ci crolla addosso, pensiamo solo a sopravvivere in quel momento.
E poi passa, prima o poi passa… Non ce ne accorgiamo subito, stiamo lì con gli occhi chiusi, le mani nelle orecchie o a ripararci il capo. Apriamo un occhio e tutto sembra fermo. Eppure non usciamo subito dal nostro buco, qualche cosa potrebbe ancora cadere. E’ anche già successo, come quando siamo usciti fuori pensando che fosse tutto finito e per poco non restavamo uccisi…
E ora siamo lì al buio a guardare fuori verso quella poca luce, temiamo sia una trappola. Ci avviciniamo e guardiamo fuori… guardiamolo il nostro mondo, non è rimasto niente, a che serve dirci quanti errori abbiamo fatto? A che serve dirci che se avessimo fatto così o cosà forse sarebbe stato diverso? A che serve torturarci con tutti quei forse e quei se? A nulla. E poi guardiamole bene quelle macerie: sono crollate perché le abbiamo costruite male, come abbiamo potuto pensare di fare prima il tetto senza metterci le basi? Perché non ce ne siamo accorti prima? Sì è proprio così: non volevamo vedere.
E’ questo il momento più doloroso, quando nella desolazione intorno guardando indietro ricordiamo come ogni pezzo è crollato. E' il momento di leccarsele quelle ferite, quelle nell’anima e nel corpo. E poi di ricostruire tutto da capo, partendo dalla base questa volta.
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Vecchio 18-05-2007, 00.05.27   #2
'ayn soph
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Può succedere molto verosimilmente ma non rimane nella mia ottica.
Non si dovrebbe dimenticare il dolore ma conviverci, sentirlo e se possibile anticiparlo quando arriva. Tutto può essere previsto basta volerlo.
Ogni evento è un tassello, un mattone che portano in avanti la costruzione,
impossibile ricominciare, distruggere e di nuovo dell'altro.
Siamo delle cattedrali che si tengono in piedi anche grazie alle fondamenta che ci siamo o non ci siamo voluti costruire.
Certo nella fantasia è bello ricominciare e pensare di essere totalmente diversi e migliori, accettare le nostre vecchie fondamenta è un segno di responsabilità e di coerenza che non possono essere buttate.
Una opera d'arte non si distrugge si restaura.
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Vecchio 18-05-2007, 00.15.03   #3
Sole
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Sembra di leggere pensieri miei...

Non si voleva vedere... già. Sapevamo però, e prima o poi sarebbe crollato tutto.. e quando cade sembra che non ci resti niente di noi, siamo nudi, siamo noi.
Però se non fosse andata proprio così come è andata, se non avessimo costruito il nostro mondo esattamente in quella maniera non avremmo mai fatto crollare quel castello. Perchè così come lo costruiamo cercando tutte le circostanze adatte a mantenerlo finchè ci serve, allo stesso modo cerchiamo con tutte le nostre risorse di farlo crollare al momento opportuno. Nel momento in cui decidiamo di voler vedere davvero e in un certo senso vincere la guerra...

E' vita, e siamo noi a costruirla così come ci serve, nella maniera migliore per noi.. possiamo usare questa cosa come scusa (parlo per me ovviamente) oppure proprio perchè ci siamo amati tanto, in una parte alta di noi, da metterci nelle condizioni migliori per Vedere, iniziare a perdonarci delle cose e affrontarne altre.


Citazione:
poi di ricostruire tutto da capo, partendo dalla base questa volta.
Con un'arma di più... stavolta lo sai e lo vuoi vedere

Ultima modifica di Sole : 18-05-2007 alle ore 00.19.30.
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Vecchio 18-05-2007, 00.51.18   #4
Uno
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E' giusto l'esempio di Ayn, prendetelo in considerazione... ma prima che si arrivi alle macerie e quando si può, quando ormai è successo: rimboccarsi le maniche e cappello da muratore con il giornale (che simbolico che era... oggi non si usa più, qualcuno non saprà neanche di che parlo, beh anche io l'ho visto forse solo nei vecchi film) e ricostruire....
Due cose aggiungo, puliamo bene le macerie, cementare sui calcinacci non va mai bene anche se attaccano, i calcinacci possono al massimo andare bene per riempire un buco insieme al cemento. (sembro un muratore vero haha)
La seconda (e mi riallaccio ad Ayn) non cambiamo completamente la struttura, qualche miglioria magari se possibile, ma partiamo dal fatto che l'Architetto che ha disegnato questa casa lo ha fatto nel modo migliore per questo terreno.
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Vecchio 18-05-2007, 11.03.36   #5
'ayn soph
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Di muratori con il cappello a mò di "barchetta" ne ho un bel ricordo.
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Vecchio 18-05-2007, 14.12.31   #6
Kael
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cappello da muratore con il giornale (che simbolico che era... oggi non si usa più, qualcuno non saprà neanche di che parlo, beh anche io l'ho visto forse solo nei vecchi film)
Era a forma di piramide quel cappello, e non so perchè mi fa venire in mente gli architetti egizi e le loro gilde...
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Vecchio 18-05-2007, 17.15.35   #7
Elle
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Ci lecchiamo le ferite dopo una battaglia o qualcosa che comunque ci costringe a lottare per tenerci a galla. Perché mentre combattiamo non stiamo a vedere dove sentiamo dolore…come quando ci tagliamo, subito non sentiamo niente, il male arriva dopo. Oppure come durante una tempesta, o un terremoto: pensiamo a salvarci la pelle, cerchiamo un riparo mentre tutto ci crolla addosso, pensiamo solo a sopravvivere in quel momento.
E poi passa, prima o poi passa… Non ce ne accorgiamo subito, stiamo lì con gli occhi chiusi, le mani nelle orecchie o a ripararci il capo. Apriamo un occhio e tutto sembra fermo. Eppure non usciamo subito dal nostro buco, qualche cosa potrebbe ancora cadere. E’ anche già successo, come quando siamo usciti fuori pensando che fosse tutto finito e per poco non restavamo uccisi…
E ora siamo lì al buio a guardare fuori verso quella poca luce, temiamo sia una trappola. Ci avviciniamo e guardiamo fuori… guardiamolo il nostro mondo, non è rimasto niente, a che serve dirci quanti errori abbiamo fatto? A che serve dirci che se avessimo fatto così o cosà forse sarebbe stato diverso? A che serve torturarci con tutti quei forse e quei se? A nulla. E poi guardiamole bene quelle macerie: sono crollate perché le abbiamo costruite male, come abbiamo potuto pensare di fare prima il tetto senza metterci le basi? Perché non ce ne siamo accorti prima? Sì è proprio così: non volevamo vedere.
E’ questo il momento più doloroso, quando nella desolazione intorno guardando indietro ricordiamo come ogni pezzo è crollato. E' il momento di leccarsele quelle ferite, quelle nell’anima e nel corpo. E poi di ricostruire tutto da capo, partendo dalla base questa volta.
Queste parole mi hanno colpito molto oggi sarà che sono due giorni che mi lecco le ferite ...e questo è il momento doloroso..tanto che quasi per non lottare più quest'oggi ho passato la giornata a dormire per non subire altre aggressioni verbali che mi rendo conto non sarei in grado di affrontare.E' stata una guerra di quasi 30 anni e l'altro in battaglia e mia madre. Da quando mi sono costruita una vita lontano da lei dopo la scomparsa di mio padre, ogni qualvolta la vedevo, cercavo di ottenere qualcosa di buono dal nostro rapporto però mi rendevo conto che io lottavo in un senso e lei nell'altro..premetto che abbiamo concetti di buono totalmente diversi..non mi sono mai arresa ho sempre cercato di controbbattere il suo modo di relazionarsi a me, finquando qualche giorno fa stremata una persona cara mi ha detto..ma perchè non ti arrendi e la perdoni??Ecco lì sono crollata nel mio cantuccio...e ho capito..solo che siccome posso solo educarmi a vivere diversamente ora tento dolorosamente di leccarmi le ferite di una battaglia durata 29 anni.In tutto questo però lei non si è resa conto di nulla e continua a inveire a suo modo , e ora se prima mi assediato la sensazione di incapacità personale e di sogno infranto ora mi lascio abbracciare dal malessere, e lo accetto consapevole che passerà benchè il dolore che sento ora mi fa sentire affaticata..
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Vecchio 18-05-2007, 17.42.00   #8
Uno
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Posso permettermi Elle?
Non hai perdonato realmente tua madre, il perdono reale ti ricarica, recuperi tutto quello che appunto hai usato per alimentare la battaglia per tutti quegli anni... e anche te ne fa fregare se l'altro lato della barricata continua... in quel caso non lo badi più e amen
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Vecchio 18-05-2007, 17.59.03   #9
'ayn soph
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Se posso Elle,
è che quando "cresciamo", vediamo l'altra persona per quel che è e non la consideriamo più una minaccia ma una persona che è cristallizzata nella sua posizione, accettiamo il dato di fatto e continuiamo ad amarla per quello che si può in circostanze del genere, senza avere la pretesa di cambiare nessuno, tanto poi non ci si riesce.
Quindi facciamo pace con noi stessi e di conseguenza con tutti.


P. S.: ho postato insieme a te.
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Vecchio 18-05-2007, 17.59.09   #10
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Posso permettermi Elle?
Non hai perdonato realmente tua madre, il perdono reale ti ricarica, recuperi tutto quello che appunto hai usato per alimentare la battaglia per tutti quegli anni... e anche te ne fa fregare se l'altro lato della barricata continua... in quel caso non lo badi più e amen
ma infatti hai perfettamente ragione, io ora mi sto solo leccando le ferite e ho smesso di battagliare, il problema è che ora sento quel dolore da ferita che voglio semplicemente accettare per un giorno riuscire a perdonarla perchè sicuramente questo vuol dire fare una grande fatica e avere una comprensione più matura che se non l'ho raggiunta fino ad ora è perchè non ne sono stata proprio capace
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Vecchio 18-05-2007, 18.02.01   #11
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Se posso Elle,
è che quando "cresciamo", vediamo l'altra persona per quel che è e non la consideriamo più una minaccia ma una persona che è cristallizzata nella sua posizione, accettiamo il dato di fatto e continuiamo ad amarla per quello che si può in circostanze del genere, senza avere la pretesa di cambiare nessuno, tanto poi non ci si riesce.
Quindi facciamo pace con noi stessi e di conseguenza con tutti.
In effetti è verissimo quello che mi sono impedita di fare è di lasciare il mio ruolo di figlia per ragioni personali egoisticamente emotive. E riconoscerlo per me è stato sentire quel senso prima di fallimento, e poi invece oggi quasi di benessere per aver smesso di ostinarmi, il problema ora è imparare davvero la lezione, permettermi di abbandonare quel ruolo emotivo che faccio resistenza a lasciare
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Vecchio 18-05-2007, 18.56.00   #12
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Sicuramente Elle,ce la farai a superare te stessa, sei sulla buona strada, sono periodi che quando passano si guardano da lontano e ci insegnano che la strada è lunga da percorrere e ci accorgiamo che un passo dopo l'altro ci stiamo muovendo. E questo è tutto quello che posso augurarti.
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Vecchio 18-05-2007, 20.59.58   #13
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Grazie per l'augurio vero..anche se ahimè credo che la strada sia ancora molto in salita per me
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Vecchio 18-05-2007, 21.09.04   #14
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Sei in buona compagnia.
Non si finisce mai.
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