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Vecchio 30-11-2010, 15.25.29   #1
Edera
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Oggi in pausa pranzo sono andata a lezione e la professoressa (precaria da 10 anni)non ha svolto regolare insegnamento per solidarità verso gli studenti presenti in numero massiccio alla protesta contro la riforma Gelmini.
Ho tentato di farmi un'opinione critica della cosa ma non riesco a uscirne. Se dò retta al preside del mio corso studi, questa riforma è davvero uno sfascio per le università italiane sopprattutto per i ricercatori a cui sono stati tagliati parecchi fondi, un tentativo subdolo di privatizzare l'università e renderla per pochi:
-tra il 2009 e il 2013 il finanziamento dell'Università passerà da 7,4 mld/anno a 6,1 mld/anno (-17%);

-gli stipendi di professori e ricercatori verranno tagliati: un professore ordinario, con uno stipendio di almeno 2700 euro, subirà un taglio dell'11%; un giovane ricercatore ad inizio carriera, con uno stipendio di 1200 euro, subirà un taglio del 23%.

Se ascolto la campana opposta, il provvedimento è un toccasana per evitare sprechi, assunzione in stile 'parentopoli' e stop al rettore universitario a vita.. Insomma aria fresca e nuova..

Mah dov'è al verità?
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Vecchio 30-11-2010, 16.02.50   #2
luke
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Domande di questo tipo me le faccio anche io da quando andavo a scuola

La sensazione che ho, ripeto solo una sensazione, è che negli ultimi 15-20 anni quasi tutti i provvedimenti presi da qualunque governo sembrano tesi a far peggiorare la qualità della scuola pubblica a vantaggio di quelle private.

Il livello medio delle persone che escono da scuola e università si è andato via via abbassando, anche (non solo) per colpa delle riforme fatte, a mio avviso.

Magari persone che 30 anni fa uscivano con un diploma potevano aspirare ad occupare posti importanti, diventare dirigenti, direttori di banche ecc.
La maggior parte dei miei coetanei , anche laureata, si ferma a livello impiegatizio, probabilmente la maggior parte dei laureati odierno non arriverà neanche a quello, parlo in generale, poi è ovvio che ci possono essere eccezioni.

Forse è propio lo scenario globale che rende non molto conveniente sfornare molta gente preparatissima, ne bastano poche e per quelle è sufficiente la scuola privata, le altre persone possono avere un livello medio/basso di preparazione, visto che parecchie imprese hanno il potere decisionale sito fuori dai confini nazionali.
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Vecchio 01-12-2010, 21.52.10   #3
Uno
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Io invece noto che negli ultimi 30/40 anni è diminuito il livello culturale e di preparazione a prescindere dall'istituto.
Come dicevo in passato, un geometra o un ragioniere di 30 anni fa erano già professionisti da invidiare, non parliamo di un medico, di un avvocato. Oggi dopo la laurea servono 3 o 4 specializzazioni solo per essere presi in considerazione, sempre se è una laurea decente, perchè questo mi pare che sia uno dei punti toccati dalla riforma.
Se non erro siamo il paese europeo che ha più corsi di laurea assurdi e ce ne sono alcuni frequentati da una sola persona
Cito testualmente dal web "Oltre 5.500 corsi di laurea (erano 2.444 nel 2001), tra cui Scienze dell'allevamento e del benessere del cane e del gatto, Scienze e tecnologia del packaging e Scienze della mediazione linguistica per traduttori dialoghisti cinetelevisivi""

Ma mi dite un domani uno che che si laurea in "Scienze e tecnologia del packaging e Scienze della mediazione linguistica per traduttori dialoghisti cinetelevisivi" se non entra nel cinema o in tv che ci fa con questa laurea? A parte che serve una laurea in lettere solo per leggere tutta la descrizione. Immagino il tipo che racconta alla nonna cosa sta studiando, pare il gioco che si divertivano a fare nel film amici miei (la superca..... e approfitto per un saluto a Monicelli).

Quella dei rettori e dei professori "baroni" è vera, un rettore oggi è come un monarca, non lo manda via nessuno finchè non decide di mollare e quando mollerà lascerà un suo successore, mi vien da dire, di primo letto.
Che dire dei 57 professori trovati in Campania con lo stesso cognome? Ma nelle altre regioni la situazione non è migliore.
E poi si fece tutto un casino per i tassisti che a fine carriera vendevano la licenza?

In quanto a risorse, oggi si nomina tanto la ricerca etc... rispetto al passato (quando i laureati erano più preparati) ce ne sono sicuramente di più, se le si spendono male...

Il discorso privato/pubblico è un discorso serio. Nel momento che qualcuno di condizione normale non riuscirà più a studiare (se ne avrà realmente la volontà) sarò il primo che ne prenderà atto e cambierò il mio pensiero. Per ora la possibilità è aperta a tutti, anche se per qualcuno è più facile, ma questo non vale solo per lo studio.
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Vecchio 02-12-2010, 12.06.20   #4
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Quella dei rettori e dei professori "baroni" è vera, un rettore oggi è come un monarca, non lo manda via nessuno finchè non decide di mollare e quando mollerà lascerà un suo successore, mi vien da dire, di primo letto.
E' una cosa decisamente da cambiare, come i corsi di laurea tipo 'scienze del benessere del cane e del gatto ecc..'.. Non che il mio corso di storia dell'arte vanti chissà che credenziali ma va beh, la mia è stata una scelta passionale e per lo meno è cultura generale.
Quello che non mi piace è che le manifestazioni, questa compresa vengono sempre strumentalizzate, quindi hanno poco a che vedere in realtà con la manifestazione pacifica del nostro volere
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Vecchio 07-12-2010, 11.06.18   #5
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Non si capisce perchè nelle facoltà artistiche se non ti droghi e non conduci una vita 'alternativa' non sei artista. Sto generalizzando, ok ma a me sembra che il trend nel mio corso sia questo, forse ci trasciniamo appresso lo stereotipo dell'artista maledetto che beve assenzio e scrive poesie.
In realtà se l'arte sicuramente può avere un effetto catartico e di 'purgamento emozionale' (arte intendo tutte le forme di espressione.. pittura, teatro, scrittura..) non è detto debba per forza attingere da stati mentali alterati, almeno secondo me.
Anzi credo che fare uso di sostanze nella maggior parte dei casi porti a una sconessione col tutto, dimunisca la vista e ovatti la sensibilità. Magari è più artista uno che sembra apparentemete serio e sempre lucido che uno strafatto dalla mattina alla sera che fugge continuamente da se stesso. Come fai a sentire veramente le emozioni negative o positive (con cui in teoria dovresti lavorare) se conduci una vita soporifera e oppiacea mirando a tirar sera in qualche modo?

Ultima modifica di Edera : 07-12-2010 alle ore 11.32.35.
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Vecchio 07-12-2010, 11.29.35   #6
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Io mi astengo dal risponderti Edera perchè la mia risposta, anche se non sarebbe la mia intenzione, prenderebbe anche pieghe un "pò" politiche.
Non solo, ma anche e purtroppo scindere le due parti, soprattutto nella percezione di chi leggerebbe quello che scriverei, non è un processo semplice.
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Vecchio 07-12-2010, 11.41.04   #7
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Io mi astengo dal risponderti Edera perchè la mia risposta, anche se non sarebbe la mia intenzione, prenderebbe anche pieghe un "pò" politiche.
Non solo, ma anche e purtroppo scindere le due parti, soprattutto nella percezione di chi leggerebbe quello che scriverei, non è un processo semplice.
Sì lo capisco.
In realtà il mio post è anche un po' uno sfogo verso un certo tipo di snobbismo da parte di chi si proclama super tollerante a patto però che le mie idee somiglino alle sue. Se vai un bar super imbellettato del centro un po' sbragato vieni guardato con sufficienza, se vai in un centro sociale incravattato vieni guardato male, dov'è la differenza..
Non si capisce poi perchè l'arte non possa avere a che fare con Dio se non in modo provocatorio, blasfemo o new age, quando a mio parere c'entra con Dio più che con ogni altra cosa.. Mi fermo.
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Vecchio 10-04-2011, 09.10.09   #8
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Oggi in pausa pranzo sono andata a lezione e la professoressa (precaria da 10 anni)non ha svolto regolare insegnamento per solidarità verso gli studenti presenti in numero massiccio alla protesta contro la riforma Gelmini.
Ho tentato di farmi un'opinione critica della cosa ma non riesco a uscirne. Se dò retta al preside del mio corso studi, questa riforma è davvero uno sfascio per le università italiane sopprattutto per i ricercatori a cui sono stati tagliati parecchi fondi, un tentativo subdolo di privatizzare l'università e renderla per pochi:
-tra il 2009 e il 2013 il finanziamento dell'Università passerà da 7,4 mld/anno a 6,1 mld/anno (-17%);

-gli stipendi di professori e ricercatori verranno tagliati: un professore ordinario, con uno stipendio di almeno 2700 euro, subirà un taglio dell'11%; un giovane ricercatore ad inizio carriera, con uno stipendio di 1200 euro, subirà un taglio del 23%.

Se ascolto la campana opposta, il provvedimento è un toccasana per evitare sprechi, assunzione in stile 'parentopoli' e stop al rettore universitario a vita.. Insomma aria fresca e nuova..

Mah dov'è al verità?
I tagli sono soltanto una scusa Edera, perchè si punta a privatizzare l'Università con queste riforme, quindi non saranno di certe in futuro i bravi e promettenti a rientrare nella selezione dei tagli, ma entreranno solo i ricchi.
Di conseguenza questi tagli servono soltanto oltre che per creare altro precariato e disoccupazione, hanno la mira di creare una lobby dello studio. Senza contare che chi è ministro, non è stato scelto di certo per il suo cervello, e di istruzione sa poco o niente...
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Vecchio 10-04-2011, 14.44.10   #9
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Astral l'ultima frase del post potevi evitarla
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