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Vecchio 30-10-2010, 12.04.09   #1
Grey Owl
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Predefinito Esperienza singolare

Scrivo in esperienze perchè vorrei fissare quello che vivo in questo periodo, che definisco un momento singolare.

Senza volerlo mi è accaduto un fatto particolare, come quando smisi di fumare accadde, non cercai la svolta ma accadde spontaneamente.
E così ora è circa un mese che non ho più pulsioni verso il sesso.

Ma è bene che faccia una premessa senza la quale risulta poco chiaro quello che vivo in questo momento.

La mia vita è sempre stata impostata sul detto:"Pane con prosciutto, donne e lambrusco (vino)". Ovvero godere dei piaceri della vita ed agire in modo edonistico in cui rifuggire il dolore ed inseguire il piacere.

Fumavo, bevevo, andavo a donne, in pratica ho fatto di tutto e di più. Ricordo di un'ultimo dell'anno di tanti anni fà in cui entrai in coma etilico e la guardia medica mi fece due iniezioni di cortisone per desensibilizzarmi all'alcool. Poi ci fu il periodo delle droghe, delle donne di malaffare, del fumo esagerato. Se ripenso al mio passato penso di aver esagerato in tutto. In questo periodo mi ritornano spontanei i pensieri del mio passato, come una pergamena che si svolge, ogni pensiero porta a quello precedente e così si svolge il ricordo di quello che sono stato e che ha fatto di me quello che sono ora.

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Vecchio 30-10-2010, 14.19.27   #2
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Eppure ricordo come fosse ora i pomeriggi passati sulla brandina alla scuola materna. Pomeriggi interminabili in cui il maggior interesse era giocare con la polvere sul pavimento, ascoltare il rumore di un motorino in lontananza, in attesa che il tempo per il riposo fosse finito. Non mi andava di chiudere gli occhi e dormire, non avevo sonno e non mi andava di dover dormire. Poi ricordo che all'ultimo piano di Villa Roma c'era la stufa in ingresso che d'inverno era così rovente che se la toccavo ci lasciavo la prima pelle. La tenda con i lucidi da scarpe, le spazzole odorose di resina ed i detersivi, il tinello ed il ferro da stiro.

Giocavo con mio fratello ed ero totale, il gioco assorbiva tutto il mio essere. Non avevo molte domande da fare a mia madre, a mio padre, avevo pochi perchè da esprimere. Ricordo che dovevo studiare ed andare bene a scuola e questo facevo. Ero curioso di tutto, mi piaceva sperimentare e creare, i miei giochi preferiti erano il mecano, il piccolo chimico ed il microscopio. Leggevo poco, quello che serviva per conoscere il come fare, non mi perdevo nelle fantasie letterarie, piuttosto creavo strade e capanne con la terra ed i ramoscelli, i frutti acerbi dei cachi erano le zucche da trasportare con le macchinine. Avevo 10 anni ed ero felice nelle cose che facevo, che facevamo io e mio fratello, ci bastavamo nel gioco, si siamo fatti bastare io e mio fratello.

Non ricordo di aver avuto pensieri, domande e dubbi fino all'età di 12 anni. Prima è come se avessi un vuoto di memoria, come se tutto fosse accettato e vissuto senza dubbi. Ricordo pomeriggi tristi e senza tempo, dietro un vetro di finestra chiusa. La mia infanzia la ricordo senza mio padre e senza mia madre. Mia madre intenta nelle faccende domestiche, nel dire cosa fare e cosa no. Mio padre la sera in silenzio a cena e poi al bar. Ricordo che il fine settimana ogni tanto restava insieme a noi. Ma non ho ricordo di lui mentre gioca con noi se non una volta. Ricordo che ero piccolo e lui grande e grosso come lo sono io ora, gli somiglio molto nel fisico. Lui mi lanciava in aria, sopra il letto ed io quasi toccavo il soffitto col naso, col corpo orrizzontale. Ero come un legnetto rigido che lui faceva volare in alto in orrizzonatale. Ora che ci penso pare una fantasia pure questa, sarà accaduto suo serio oppure no?

Col senno del poi mi sembrava normale che fosse sempre via di casa, era lui che portava i soldi in casa. Mia madre faceva lavoretti, faceva la cernitrice di frutta ma era un lavoro stagionale, nel periodo delle ciliegie o delle mele.

Pochi soldi in casa ma il frigorifero sempre pieno di ogni cosa, non ci è mai mancato nulla di materiale. Quello che mancava era quel senso di famiglia, di condivisione degli affetti.

E così dall'età dei 10 anni fino all'età dei 12 anni le cose andavano sempre peggio nel mio interiore. Non volevo ascoltare e sapere le risposte alle domande che sentivo nascere dentro me.

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Vecchio 30-10-2010, 14.38.28   #3
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Ricordo i primi dubbi che non andavano via, che rimanevano tali e che come tali mi rendevano meno totale. Avevo un'animo triste e nostalgico, ero il gemello meno simpatico ed allegro. Si perchè ero quello che dei due gemelli era sempre meno. Meno sorridente, meno alto, meno disponibile. Ma era anche il gemello più in certi casi, il più irascibile, il più scortese, il più grasso, il più odioso. Ero quel qualcosa in più o in meno a a mio fratello gemello. Chi ero io?

Le domande si facevano pressanti e pesanti, fino a 14 anni ci vestivamo con gli stessi vestiti. Mia madre ci comprava i vestiti e noi li mettavamo, lei si stimava ed io mi vergognavo, mi domandavo perchè dovevo mettermi di fianco a mio fratello come in una foto segnaletica. A volte mi mi chiedevano di parlare, quasi fossi una foca con la trombetta.

Ogni giorno diventava sempre più stretta l'immagine del gemello da mostrare, dentro di me nasceva una sorta di ribellione. Eppoi dov'era mio padre? Perchè mia madre doveva ogni volta dire le stesse cose come disco rotto?

A scuola tutto bene, ero un secchione e se non ero bravo a sufficenza studiavo la domenica pomeriggio perchè il lunedì c'era interrogazione. Io interrogavo mio fratello e lui a me, così ci preparavamo per il giorno delle interrogazioni. Sturm und Drang e le equazioni di terzo grado, ed in classe io ero gimmi ed eravamo simpatici ma nulla di più. Le volte che ho pianto di rabbia per le prese in giro, perchè ero grasso, ci chiamavano i gemelloni, i congruenti, le gemelle kessler, i gemelli dupont (due investigatori gemelli di Tin Tin). Mio fratello ci rideva su ma io rimuginavo, non mi andava di essere un gemello, io mi sentivo di essere io.

Un giorno ho rotto il naso ad un mio compagno di nome Marco, piansi di rabbia ero in terza media e quel giorno non fiu più lo stesso. Il mio volto cambiò per sempre espressione.

Fino ad allora non avevamo una vera compagnia di giochi, eravamo stati adottati dal gruppo di amici di mio fratello di 5 anni più grande. Ed un bel giorno mio fratello maggiore si girò di spalle ed un suo amico ci disse che nostro fratello non ci voleva più tri piedi. Non ebbe il coraggio di dircelo lui, ed anche in casa nostro fratello non ci parlò mai di se e non ho ricordo di momenti di dialogo sincero con lui.

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Vecchio 30-10-2010, 14.45.33   #4
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Torno al momento attuale. Comè possibile che un bambino sensibile e spensierato quale ero, possa essere passato per il fuoco e le fiamme della lussuria e delle droghe? Cosè accaduto a quel ragazzino dalle mille curiosità e che idealizzava il mondo. Lo stupore delle scienze, la bellezza delle forme e dei colori. Eppure qualcosa è accaduto e qualcosa ha lavorato, ora lo vedo con chiarezza o forse mi stò illudento un'altra volta...

Eppure non tutto è oro quello che luccica, e l'episodio che ancora oggi mi fa male lo ricordo come fosse ora. Si tratta del periodo di vacanza, il periodo in cui andavamo in riviera, a Riccione nella pensione Ala (non esiste più da tempo, ma vive ancora dentro me).

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Vecchio 30-10-2010, 15.01.02   #5
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Ricordo che si andava al mare con mia madre, penso di non avere ricordi di mio padre insieme a mia madre al mare?

Lui a casa a lavorare ed noi al mare con mia madre. Lei che si stimava mostrandoci come trofei, certo era orgogliosa di noi. Due bei gemelli simpatici e belli, rubicondi ed in salute. Mia madre molto allegra e disinvolta, sempre pronta per una chiacchiera e sempre indaffarata a fare questa e quest'altra cosa. Gli piacevano gli uomini, non ne faceva mistero ed in ogni occasione lei si trovava in mezzo alle occasioni buone. Noi figli a giocare e lei con le amiche ed altro. Ricordo che il figlio del titolare della pensione era tallonato da mia madre, era un bel ragazzo che cè di male?
Di male c'era che lo capivo in parte ed in parte avvertivo che qualcosa non era giusto, c'era qualcosa di sbagliato. Come quella volta che durante la partita di calcetto mi ritrovai mia madre nello spogliatoio con i ragazzi più grandi nudi sotto la doccia. Che ci fa lei qui? Ma certo, per venirci a prendere in fondo avevamo solo 12 anni.
Eppure le altre mamme erano fuori ad aspettare e gli sguardi e le allusioni, qualcosa non tornava.

Perchè mio padre non è mai con noi? Non ci vuole bene? Perchè mia madre non ha tempo per no? Ha così tante cose da fare? Ecco le domande che nascevano, e le risposte che non volevo ascoltare. Domande che non ho mai formulato per paura delle risposte.


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Vecchio 30-10-2010, 15.36.22   #6
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Il periodo che va dai 12 anni ai 17 anni li ho vissuti fuori casa. A scuola e nel "centro giovani estate" della mia città (un gruppo di persone patrocinato dal comune che intrattiene i ragazzi della città nel periodo estivo). In quel periodo ho conosciuto persone più grandi che hanno avuto la capacità di convogliare la mia arte nelle attività creative. Mi sono avvicinato alla psicologia ed ho conosciuto gli anarchici che ho poi scoperto essere un'idea dietro cui si nascondavano altre dinamiche. Oggi molti di loro sono in comune oppure collaborano con le istituzioni che da giovani odiavano e volevano far saltare. Mah?

Nello stesso periodo la mia sessualità avava preso una deriva abbastanza netta. Da un lato idealizzavo la ragazza e dall'altro nutrivo il mio lato perverso guardando riviste pornografiche e quant'altro.

Pare strano scriverlo ora ma il primo bacio intenso l'ho dato a 20 anni. Prima non avevo mai baciato una ragazza, non avevo mai avuto una ragazza. Solo amiche in compagnia e masturbazioni solitarie.

La stranezza della mia vita è che idealizzavo il rapporto con la mia improbabile ragazza e bramavo il corpo nudo che guardavo nelle riviste porno.

La compagnia di via vigna non contribuiva ad uscire da quel pantano esistenziale. Tante pippe mentali e fisiche e nulla più. Eppure io volevo uscirne ma non sapevo bene come.

Mi stò avvicinando al punto di svolta, quel preciso momento in cui tutto è cambiato e nulla è più stato come prima. Quel momento in cui ho aperto il mio vaso di Pandora.

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Vecchio 30-10-2010, 19.21.41   #7
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Il punto di svolta è coinciso col militare. Un'anno lontano dalla famiglia ed un'anno in cui mio padre capì di avere un tumore maligno che lo stava divorando poco alla volta.

Ricordo ancora quel periodo in cui tutto cambiò, lontano dalla famiglia e lontano dalle finte certezze della vita in famiglia.

L'anno prima iniziai di nascosto a fumare sigarette rubate qua e là dai pacchetti di mia madre e da pacchetti di altre persone che conoscevo. L'emozione del peccato e del furto, l'emozione del peccato mi accendeva il sangue nelle vene. Il fiato si fermava e la gola bruciava come lava incandescente, il cuore a mille e la testa che girava. Che forte emozione inebriante il peccare di nascosto. Ed ogni azione successiva era portata oltre in modo che l'emozione fosse più forte, come il drogato di assuefà della dose precedente.

Tra i 16 anni ed i 18 anni ho sperimentato l'esaltante emozione dell'alcool. Bevevo per sballare, per annegare il mio dolore, quelle domande che erano diventate macigni. Prima sussurrate e poi urlate dentro di me. Non riuscivo più a contenerle ed intanto mi apprestavo a diplomarmi con il massimo dei voti. All'esterno un ragazzo tranquillo ma dentro di me il caos.

L'anno dopo il servizio di leva non me lo levò nessuno. Ricordo che non riuscivo a capire bene cosa volesse dire. Lo capìì quando il cancello di metallo pesante si chiuse dietro le nostre spalle e davanti a me la U di compagnia con i vetri alle finestre rotti nel mese di gennaio. Il giorno a marciare e la notte in compagnia di lamenti più o meno forti dei commilitoni.

A militare m'invaghì di un ragazzo della banda militare, ne rimasi sconvolto, era un'amore non detto. Taciuto a tutti ed anche a me stesso in parte, eppure mi attraeva parecchio. Non sono omosessuale ma ho avuto pulsioni ed ho sperimentato tutto nella mia vita. Le donne erano la brama della lussuria, l'oblio del peccato, la droga pure e l'alcool anche.

A militare persi molto di quella idealizzazione del mondo e delle donne. Diventarono semplicemente oggetto del mio desiderio. Nello stesso periodo mio padre decise di dire tutto quello che non aveva detto in tutti questi anni. Mia madre di conseguenza tirò fuori tutto il marcio ed il male che in tutti quegli anni non aveva detto. Montagne di nero e di marcio si riversarono a fiumi su di noi ed io morii in quell'istante, parte di me morì sotto quella montagna di marcio.

Mia madre amava quell'uomo buono che non le faceva mancare nulla, mio padre amava mia madre forse perchè era generosa con lui. Io amavo i miei genitori perchè mi davano tutto quello che mi serviva. Ma poi tutto questo s'incrinò e non capii più il significato della parola amore.

Forse non l'ho mai capito, eppure mio padre mi voleva bene. Nei suoi occhi potevo vedere l'amore che aveva per me. Anche mia madre a modo suo mi ama, un'amore da codificare in parte.

E' così difficile amare, è così difficile capire qualè il nostro posto nel mondo.


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Vecchio 30-10-2010, 21.34.10   #8
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Ed arrivo a metà della mia vita, all'età di 22 anni in cui la famiglia è distrutta, l'idea della famiglia e raccolti i cocci continuo a vivere alla bell'è meglio.

A 24 anni assisto alla morte di mio padre un venerdì pomeriggio al ritorno dal lavoro. L'ambulanza se lo porta via senza sirene ma con le luci blu lampeggianti. Dopo una giornata a dipingere casa, fino all'ultimo con la forza che lo contraddisteva. Poi ha mollato la presa sulla sua vita che da quel corpo malato voleva volare via.

Da qui in poi scopo la spiritualità mordi e fuggi, il più raffinato oppio. La possibilità di fuggire sopra la nuvoletta rosa. Sentirmi speciale, magari in un'altra vita ero un druido oppure un sapiete monaco buddista, o meglio un faraone dell'antico egitto. Con le mie mani guarisco i mali, con la medianità ascolto i morti parlare...

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Vecchio 30-10-2010, 23.18.59   #9
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A quell'età e con quella voglia di oblio si è disposti a credere a tutto e a tutti. Con la voglia di voler essere speciale e con la necessità di trovare una strada per fuggire al dolore che mi assaliva ho persino fatto corsi che sulla carta ritenevo assurdi. Ricordo ad esempio un corso che feci a Bologna, l'insegnante spiegava i benefici del massaggio metamorfico e disse che lei era guarita da un brutto male. Ed io che le chiesi che altro era riuscita a fare, per dire il mio grado di inebetismo che raggiunsi in quel periodo. Guarire da un tumore era una prassi consueta secondo il mio giudizio di zombie, di morto vivente.

Sono questi anni di ricerca e di depistaggi attuati a me stesso. Anni in cui ho provato di tutto, non entro in merito e non ne vado fiero ma quello che ho fatto solo Dio lo sà.

Dalla più cieca ricerca dell'effimero al perpetuare ogni più basso istinto.


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Vecchio 30-10-2010, 23.54.51   #10
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Quattro anni fa giunsi qui da un'altro sito in cui venni bannato per la mia solita voglia di rompere e di stupire. Mi celavo dietro le false spoglie del giullare che siccome del domani non vè certezza allora oggi giochiamo e godiamo senza troppo pensare. Era una sito di wicca e di streghe annoiate più di quelle protagoniste del telefilm "Desperate Housewives".

In quell'occasione conobbi di sfuggita Uno e dopo un mesetto lo seguii qui in città. Da allora non me ne andai più da Ermopoli.

Continuai per un certo periodo con la mia vita di sempre ma qualcosa cominiciò a lavorare dentro di me.

Di fatto un'anno e mezzo fà (il 29-04-2009 ho scritto un post che ne immortala il gesto) smisi di fumare e fu per me un cambiamento significativo, dopo circa 23 anni da fumatore lo ritengo una svolta. Dopo aver smesso di fumare non sono morto come credevo mi dovesse accadere. Ho tentato in mille modi la strada per smettere e tutti maldestramente falliti. La mente si metteva di traverso e non mi lasciava tentare in nulla.

Sono rinate le mie papille gustative e le mie narici hanno riacquistato sensibilità agli odori. Dopo neanche un mese anche il condizionamento mentale mi abbandonò quasi del tutto. Oggi mi domando che cosa provavo veramente nell'aspirare veleno nei polmoni?


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Vecchio 31-10-2010, 00.03.33   #11
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Ed arriviamo ad oggi, è circa un mese che non ho più pulsioni verso il sesso. Non ne sono più attratto, in verità ho fatto un voto privato a me stesso e questo ha cambiato la mia prospettiva riguardo al sesso.

Questo mi crea una sorta di liberazione da quel mostro che per tanti anni mi ha condizionato la vita.

Dopo 12 ore che racconto di me, della mia vita, sono giunto qui ad oggi e da qui parto a raccontare quello che oggi vivo, questa esperienza singolare...
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Vecchio 31-10-2010, 08.17.24   #12
nikelise
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Bellissimo racconto Grey .

Sai che raccontare e' una terapia ? Guarisce .
E' quello che si realizza a teatro , una specie di autoanalisi , uno psicodramma , cosi' stai facendo tu .

Stanotte mi sono venute in mente delle cose sul tuo racconto , sul significato dell'immagine di Edipo che deve , perche' cosi' la profezia vuole , uccidere suo padre e far l'amore con sua madre .

Mi e' venuto in mente anche che in altre culture primitive l'adolescente per diventare uomo , realizza altrimenti l'uccisione del padre con il compiere atti pericolosi e autolesionistici .
E' un passaggio , una svolta nella vita .
Ma non voglio andare oltre per non togliere a te il compito di trovare delle spiegazioni a quello che ti e' accaduto .
Il mio e' solo un suggerimento senza alcuna pretesa di certezza o verita' .
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Vecchio 01-11-2010, 18.52.26   #13
Edera
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
E' quello che si realizza a teatro , una specie di autoanalisi , uno psicodramma , cosi' stai facendo tu .
A questo proposito Artaud diceva:
Concepiamo il teatro come una vera operazione di magia. Non ci rivolgiamo agli occhi né all'emozione diretta dell'anima; quello che cerchiamo di suscitare è una certa emozione psicologica, in cui saranno messi a nudo gli impulsi più segreti del cuore.
Ho letto questo tuo racconto Grey e devo dire che rimango sempre abbastanza colpita dal modo in cui scandagli te stesso senza censure. Io non so dirti perché la tua vita sia passata per le strade che hai descritto però credo che quello che si fa raccontando di sé sia 'unire i puntini'. Hai presente le immagini sulle settimane enigmistiche dove bisogna unire i puntini per arrivare a vedere la forma nascosta? Ecco credo sia una processo simile. Io credo che i puntini si possano unire solamente a posteriori, raccogliendo i pezzi mettendoli assieme mai prima. Ci si guarda indietro e si nota un filo conduttore che ci ha guidato attraverso gli anni, attraverso i vari personaggi che abbiamo indossato anche i più assurdi. Siamo sempre stati noi sia che il viaggio sia passato per i gironi infernali che per le sfere dell'empireo.
Nel tuo scritto ti chiedi come sia stato possibile per quel ragazzino infilarsi in certe situazioni. E' una domanda che mi sono sempre fatta anch'io ed era proprio questa domanda che creava le varie scissioni dentro di me. Poi mi sono venuti in mente i puntini e ho pensato: magari se provo a unirli prendendo nel disegno anche quelli più schifosi viene fuori una figura. .. Ora vorrei dirti che sono arrivata al disegno finale, che ho collegato tutto ma mentirei. Però iniziare unirli come mi sembra faccia tu con queste parole mi sta aiutando molto e spero che questo step al quale ti sembra di essere arrivato sia per te davvero segno di rigenerazione. E' quello che spero anche per me un abbraccio
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Vecchio 01-11-2010, 20.17.42   #14
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Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
in verità ho fatto un voto privato a me stesso e questo ha cambiato la mia prospettiva riguardo al sesso.
Mi colpisce questo, in genere si fa un voto a Dio, al Santo in cui si crede, non a se stessi , e farlo implica il sapere che si può mantenere la parola, una certa fiducia nella nostra intima capacità della rinuncia per una richiesta più alta. Il segreto è a monte del voto e formulare questo completa la magia.
Mi resta sempre in mente di Osho " la pera cade quando è matura" , non dovrai più percorrere certe strade per forza, magari ci passerai solo perchè sceglierai che ti va, e non perchè gli istinti dominano te.


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Da Nike: Sai che raccontare e' una terapia ? Guarisce
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Da Edera:...unire i puntini per arrivare a vedere la forma nascosta?
Entrambi aggiungete senso e modo anche a ciò che è stato per me il raccontare, poichè spesso mi sono detta: perchè farlo?

Ultima modifica di webetina : 01-11-2010 alle ore 20.26.27.
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Vecchio 01-11-2010, 21.03.10   #15
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La confessione ha funzione catartica, mi ha permesso di tirare fuori quello che dal basso verso l'alto saliva. La confessione cristiana non la pratico da tanto tempo.
La mia esperienza singolare è stata svolta come una pergamena ed ora ho come assolto a questo compito. Ho sentito forte la necessità e la potenza della confessione.

E' strano, ho visto in questa confessione la modalità di colui che si accinge della dipartita. Come mio padre prima di morire ha sentito il bisogno di confessare tutte le sue cose non dette ad estranei ed anche al medico di famiglia. Come si legge in alcuni racconti di chi si appresta a morire, a lasciare per sempre quello che è stato da sempre la sua vita. Un momento prima della morte si rivive tutta la propria vita in un'istante come in un film scorre tutto davanti agli occhi.

Non voglio essere melodrammatico, ma allo stesso tempo non nego che questa mia operazione mi ha creato uno spazio interiore. Non ho idea di cosa porterà a francamente in questo momento non m'importa. Quello che avverto è una tensione interiore. Ho come l'impressione di aver assolto ad una funzione, un rito, che dovevo e volevo compiere.

Questo post ha assolto la sua funzione e forse lo svilupperò nel tempo.

Ringrazio tutti per questa opportunità. Questa confessione non avrebbe avuto la stessa potenza se non avessi avuto voi, grazie.
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Vecchio 05-11-2010, 06.32.54   #16
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E' da un mese che non eiaculo (letteralmente gettare fuori) e non ne sento ancora il bisogno.

Quello che però sento sempre più insistentemente accade di notte. Verso mezzanotte vado a dormire in quanto sono stanco della giornata. Poi accade sempre più spesso e con straordinaria regolarità, che apro gli occhi alle 4 del mattino. Sono in uno stato di eccitazione fisico e mentale.

Ho fatto una promessa privata a me stesso e questa promessa riguarda anche il fatto che non mi tocco più. Se e quando lo vuole è prerogativa di mia moglie e non insisto a che lei mi soddisfi. Se non vi è consenso io mi astengo dall'insistere.

La cosa sorprendente è che non mi pesa astenermi, intendo a livello basso, a livello fisico. Anzi trovo meritevole questa cosa di non avere dipendenze da pulsioni basse.

Il problema è che alle 4 del mattino mia moglie dorme e durante il giorno non c'è occasione. Oltre al fatto che siccome non "getto fuori" sono sempre pronto e lo farei in ogni momento della giornata.

In sintesi, il mio voto di "castità" è fonte di personale soddisfazione. Non vi è dispersione di seme ed in questo periodo non vi è occasione per fare l'amore con mia moglie.

Quello che noto è il non aver sonno, alle 4 del mattino sono eccitato e brucio come avessi la febbre. Provo a fare TA ma l'unico risultato è che sono sempre più sveglio e non ho più sonno.

Ho il dubbio che stò sbagliando qualcosa, però non sento forzature. Non so dove indirizzare le vampate di eccitazione che dal basso salgono.
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Vecchio 05-11-2010, 09.41.53   #17
William
Ristruttura la casa
 
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Grey perchè quando ti ritrovi alle 4 del mattino in quella condizione particolare non provi a fare il sesto rito dei
cinque tibetani?Sembrerebbe la condizione ideale,infatti
dice di praticarlo solo quando si avverte un eccesso di energia sessuale...
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