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Vecchio 27-02-2011, 19.55.15   #1
Faltea
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La visualizzazione è immaginare. Creare dall'immaginazione degli stati d'animo e delle condizioni migliori.
Si comincia con il rilassarsi in un posto comodo, liberare la mente..e immaginare.
Il lavoro va male?
Attraverso la visualizzazione si può cercare di modificare il nostro approcio verso il capo o la collega rompi, ci si immagina a reagire in un modo diverso, si crea un'ambiente meno teso, meno pesante ci si immerge in questa nuova condizione lavorativa, si aggiungono tutti i particolari che possono modificare il nostro futuro al meglio...
L'energia è pensiero, basandosi su questo si "energizza" una condizione di modo da materializzarla nella nostra vita.
Non è zac e tac... s'intende, ma già ti porta ad andare in ufficio in una condizione emotiva diversa e questo basta per cominciare a creare il mutamento.
Io la uso tantissimo per sperimentare sulla mia pelle condizioni che non ho vissuto ma che ho sentito solo parlare.. per potermi immedesimare, per capire.
Quando Filo ha parlato di ciò che le è successo, io ho visualizzato... Con emozioni annesse.
Non è un lavoro superficiale, fa molto male, la meta è viverle come fossero reali per cui ti immergi fino a che non senti, provi, vivi a modo tuo la situazione.
Poi ho postato quella frase assassina.. perché durante la visualizzazione la mia reazione è stata quella..

Vero è che spesso mi fermo prima, quando fa male male non riesco ad andare avanti e la mente si inceppa e per quanto faccia non riesco ad andare giu... non c'è immersione.

Ci sono tantissimi aspetti in cui può essere utilizzata. Io faccio la spesa virtuale , preparo la lista per mio marito visualizzandomi mentre gironzolo nel supermercato ...

Poi mi sono capitate anche cose... bah non so come definirle..
Ho visualizzato la casa della mia collega di lavoro (anni fa) e quando le ho raccontato siamo rimaste sbalordite entrambe perché io non l'avevo mai vista eppure..
Ma per questo ci sono mille spiegazioni diverse.
Quello che per me è molto importante, è che vado a fondo di me stessa, la metto in condizioni di vivere esperienze diverse per vedermi con reazioni diverse.
Non è detto che nella realtà poi la mia reazione sarà uguale a quella visualizzata, troppe componenti che possono mutare, troppe variabili...
Se così fosse avrei un lavoro meraviglioso, ma ci sono troppi ostacoli che mi autocreo che impediscono all'energia di fluire regolare e diventare sostanza

Sono solo un essere umano che gioca ad essere un creatore....

Poi c'è il discorso dello schermarsi che Gri mi aveva chiesto. Anche li uso la visualizzazione immaginando una "cupola" che mi copre..
Parto dalla testa e la faccio scivolare lentamente fino ai piedi, poi visualizzo me all'interno della cupola e mi sento più protetta, ora riesco ad andare ai funerali senza uscirne massacrata (funerali di persone non vicine), prima ero una spugna, non riuscivo a tenere fuori nulla.. tutto entrava dalla porta principale stravolgendomi.
Per non parlare di quando andavo in ospedale.. sembrava che tutta la... sofferenza chessò tutto quello che c'era dentro mi si infilasse come tante spine dentro il mio corpo.. mi mncava il fiato. Ora mi schermo..
E' sempre legato al discorso della mente che mente, solo usandola a nostro favore.
Faccio credere alla mia mente che funziona e funziona.

Ci sono altri modi per poterla utilizzare, ho letto che visualizzando il tuo corpo fluttuante vicino al sole e immaginando un flusso bidirezionale che parte dal tuo corpo e va al sole ti scarichi dell'energia in eccesso e ti ricarichi, l'ho provato.. ha funzionato.. ma non è una cosa che ho poi portato avanti..

Ho buttato lì, magari interessa e si approfondisce magari no...
a voi
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Vecchio 28-02-2011, 09.18.04   #2
Uno
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Ho spostato il thread, così ne possiamo parlare anche in generale.

Sono tre cose diverse ma connesse nel profondo: visualizzare, immaginare e fantasticare.

Nella visualizzazione c'è un "noi" fuori dalla scena che osserva anche il noi (insieme all'ambiente) immerso nella scena. E' ciò che comunemente, nel vivere ed in termini esoterici-spirituali, definiamo l'osservatore, in una situazione che però ha un grado di concretezza variabile.
Nell'immaginazione vediamo l'ambiente esterno a noi nella stessa maniera in cui nel comune vivere vediamo il mondo. Abbiamo meno coscienza di noi, praticamente l'abbiamo solo di ciò che di noi interagisce con il resto dell'ambiente. Corrisponde al vivere comune medio.
Il fantasticare è energia mentale che si avvale di un mondo (formato dalla stessa sostanza) senza regole se non le eventuali che si può auto imporre. In questo mondo è padrona di creare e disfare a piacimento senza limiti almeno fin quando non si consuma. Corrisponde grosso modo al nostro comune sogno.

Questi tre ambienti "virtuali" (con la definizione vera di virtuale, non quella che siamo abituati a pensare) non sono completamente stagni, nel vivere quotidiano e nel dormire passiamo spesso tra gli ultimi due, più raramente nel primo.

Ma che dici Uno? Ci stai dicendo che mentre camminiamo siamo spesso in uno stato immaginativo?

Già... quanto conosciamo della realtà e quanto immaginiamo continuamente, costantemente ed in qualsiasi situazione?

Perfino quando siamo nel primo stato, dell'osservatore diciamo, abbiamo una parte di noi che vive di e con l'immaginazione perchè non conosciamo tutto. La differenza con gli altri due stati è che in questo stato possiamo conoscere qualcosa interamente, nel secondo solo parzialmente, solo di quello che interagisce direttamente e con una certa forza, cioè che ci impressiona e nel terzo solo la parte di questa che si adatta, che è coerente con noi.

Da quello che ho scritto si evince che solo con un mix equilibrato delle tre cose si può veramente creare qualcosa ed influire sulla realtà. Il che però è più facile a dirsi che a farsi perchè la tentazione di appoggiarsi completamente al fantasticare è forte, ed è poi quello che la maggior parte delle persone fa... anche mentre cammina ed in special modo quando non è concentrata su qualcosa.
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Vecchio 28-02-2011, 10.16.13   #3
dafne
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Chiedo una cosa per vedere se ho capito.
Poniamo che la mia realtà non mi piace, poniamo che per una serie di motivi io non abbia avuto gli strumenti (soprattutto mentali) per cercare di modificarla o che le aspettative siano state talmente spropositate da avermi impedito di cogliere il cambiamento.
A quel punto mi sono rifugiata nel fantasticare (è un dato di fatto).

Possibile (certo) che il mondo della fantrasia abbia assolto a un compito di compensazione della realtà talmente funzionale da farmici rimanere invischiata.

Possibile quindi che abbia vissuto, pur vivendo, una vita fantasìca, una sorta di realtà parallela dove veniva filtrato tutto ciò che realmente accadeva. Ogni tanto forse passavo a un pò di immaginazione, quei momenti in cui ho preso qualche decisione importante e forse qualche momento di realtà c'è anche stato,breve ma lungo a sufficienza per scaraventarmi nel baratro della depressione e delle crisi esistenziali. Per forza che poi ho evitato la realtà come la peste, penso, perchè non ero (sono) assolutamente in grado di reggerla.

O meglio, diciamo che mi vien più automatico non farlo, perchè per reggerla affrontandola a piccoli pezzi, cioè permettendo alla fantasia alcuni spazi, si può. O forse cercando di vivere nell'immaginazione perlomeno, che è un approccio con una maggior presenza di noi se ho capito bene.

In realtà la visualizzazione l'ho usata per un periodo ma funzionava troppo bene evidentemente perchè col tempo me ne sono diomenticata

La domanda, posto che quanto scritto sopra non sia solo un parto osceno della mia fantasìa , è questa. In questo periodo ho trascurato lo studio della patente per una serie di motivi.
Questa serie di motivi sono sicuramente scuse ( ) e mi chiedevo se il continuare a pensare alla patente come qualcosa di possibile ma lontano, di difficile da relaizzare, di comodo da scordare non sia appunto una scivolata in quel fantasticare che mi fà vedere alla guida della macchina ma non mi fà vedere mentre passo l'esame

Se mi vedessi impegnata a studiare e passare l'esame sarebbe immaginazione si?
Mentre la visualizzazione mi porterebbe alla possibilità di verificare in modo virtuale quali sono gli stati d'animo che mi fregano mentre mi metto a studiare o a fare i quiz o a provare a guidare (o a non guidare, mannaggia a me)

Sarà una fesseria ma nelle tre percezioni ho la sensazione che percepisco la fantasia come meno faticosa, più gratificante mentre la visualizzazione mi mette nella posizione di provare anche quello che mi spiace, quello che vorrei evitare.

Ci vado vicino?

Spiegherebbe anche la fatica dei pensierichetipensano, perchè credo che ci sia relazione tra fantasia e chiacchiericcio mentale...
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Vecchio 28-02-2011, 11.12.46   #4
dafne
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Ho una domanda più specifica.
Se ci si continua a vedere in un certo modo, tipo vedersi ragazzine anche se si è donne, è opera del fantasticare che ci tiene in un qualche modo vincolati in quella fantasia, in quel mondo perchè in quel mondo e proprio in quello ha libertà d'azione?
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Vecchio 28-02-2011, 13.55.03   #5
Faltea
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Penso che visualizzare o immaginare sia una cosa non adatta a tutti, ognuno ha il suo "metodo" più congeniale per ottenere sostanzialmente il risultato che si prefissa.
Se si è di natura fantasticanti (che termine orribile... non mi viene altro) è meglio provare altre tecniche.
E' fin troppo facile cadere nell'illusorio, è così bello fantasticare su una vita diversa a tal punto da perdersi in questa illusione.
E' fondamentale rimanere con i piedi ben piantati per terra, ricordarsi chi e cosa si è...
Serve anche a questo, volendo. Ad impedire alla testa/mente di svolazzare.
Il campanello di allarme più chiaro è quando, finito di visualizzare, il tuo stato d'animo invece che carico e rilassato è triste e depresso...
Bisogna fare attenzione a questa condizione, riflettere e fermarsi. Identificare il malessere per curarlo.

Anch'io Daf non mi visualizzo per l'età che ho, diciamo che mi sono fermata intorno ai 28...
Si tende a ricordare le cose più belle no? Immaginare è anche un po ricordare...

Non ho capito bene cosa separa il fantasticare dall'immaginare..
Fantasticare è un coniglio verde ed immaginare è un coniglio nel prato che corre?
Se è simile alla realtà è immaginare se siamo nell'assurdo è fantasticare?

PS: Ci sono due modi di visualizzazione, una attiva ed una passiva. Visualizzazione attiva è quando sei tu che governi le immagini e decidi cosa visualizzare e quando, passiva è quando lasci che tutto scorra da se e ti limiti a guardare cosa la tua mente propone.. Ma la visualizzazione passiva è molto vicina all'immaginazione di cui parlava Uno prima...

comincio ad avere un po' di confusione..
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Vecchio 28-02-2011, 14.56.07   #6
dafne
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Citazione:
E' fin troppo facile cadere nell'illusorio, è così bello fantasticare su una vita diversa a tal punto da perdersi in questa illusione.
Verissimo. Posso testimoniare anche se la vita immaginata era tanto da Via col vento da non sembrare a mente un pò lucida tale da giustificare tanto sforzo

Citazione:
E' fondamentale rimanere con i piedi ben piantati per terra, ricordarsi chi e cosa si è...
seh .......

Citazione:
Serve anche a questo, volendo. Ad impedire alla testa/mente di svolazzare.
Il campanello di allarme più chiaro è quando, finito di visualizzare, il tuo stato d'animo invece che carico e rilassato è triste e depresso...
Bisogna fare attenzione a questa condizione, riflettere e fermarsi. Identificare il malessere per curarlo.
Questo è fantasticare però secondo me Faltea perchè l'immaginazione (vedi anche l'immaginazione attiva di Jung) non è un farsi usare che è poi la causa principale del malessere, no?

Citazione:
Anch'io Daf non mi visualizzo per l'età che ho, diciamo che mi sono fermata intorno ai 28...
Si tende a ricordare le cose più belle no? Immaginare è anche un po ricordare...
E stai messa decisamente più avanti di me io non passo la maggiore età

Citazione:
Non ho capito bene cosa separa il fantasticare dall'immaginare..
Fantasticare è un coniglio verde ed immaginare è un coniglio nel prato che corre?
Se è simile alla realtà è immaginare se siamo nell'assurdo è fantasticare?
mmmmm...parrebbe così ma io sono certa di aver visto un coniglietto bianco saltellare su un prato verde con margherite bianche ed essere nel campo della fantasia sfrenata. Credo che dipenda da come lo vivi e da quali effetti produce lo stato immaginativo...


Citazione:
PS: Ci sono due modi di visualizzazione, una attiva ed una passiva. Visualizzazione attiva è quando sei tu che governi le immagini e decidi cosa visualizzare e quando, passiva è quando lasci che tutto scorra da se e ti limiti a guardare cosa la tua mente propone.. Ma la visualizzazione passiva è molto vicina all'immaginazione di cui parlava Uno prima.
Non sapevo, conoscevo solo un modo di visualizzare, cioè farsi un'idea di quel che si vuole vedere e poi permettere a quell'immagine di formarsi cercando di non perdere di vista l'idea originaria.
Ricordo una bellissima visualizzazione per la mononucleosi in cui si immaginavano omini bianchi e omini rossi combattere in mezzo a ipotetiche pareti rosa, il rosso avrebbe dovuto sommergere il bianco...mai riuscita alla mia testa piaceva associare il bianco alla salute, allo star bene e quindi il rosso svaniva sempre...non so se per questo non sono guarita comunque è un segno inconfutabile di quanto mi sia facile farmi usare dalla fantasia, dall'immagine e non viceversa.
Mi sa che siamo confuse in due

Una cosa che stò provando a fare, stufa della bimba che mi sento sempre anche se non voglio, è di cercare di creare nella mente l'immagina di una Daf adulta che mi piace. Il passo successivo (morire se trovo un'immagine che mi piace e che non mi scordo..sgrunt) sarebbe di trovare piano piano in me tutti quei punti che vorrei che Daf avesse, anche costringendomi a tirarli fuori, strizzandomi un pò per quello chiedevo se con l'immaginazione possiamo creare una realtà parallela a cui vorremmo arrivare e piano piano portarci su quella (che se sentiamo nostra dovrebbe essere possibile realizzare, giusto?)
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Vecchio 28-02-2011, 15.13.13   #7
diamantea
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Nella visualizzazione c'è un "noi" fuori dalla scena che osserva anche il noi (insieme all'ambiente) immerso nella scena. E' ciò che comunemente, nel vivere ed in termini esoterici-spirituali, definiamo l'osservatore, in una situazione che però ha un grado di concretezza variabile.
Ma quando nel sogno si guarda la scena da osservatore, chi è che guarda? E' sempre lo stesso osservatore che guarda in veglia? In quel momento vedo una differenza sostanziale nella natura del sogno, è ciò che resta impresso anche per tanti anni e lavora dentro.
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Vecchio 28-02-2011, 16.15.51   #8
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Ho spostato il thread, così ne possiamo parlare anche in generale.

Sono tre cose diverse ma connesse nel profondo: visualizzare, immaginare e fantasticare.

Nella visualizzazione c'è un "noi" fuori dalla scena che osserva anche il noi (insieme all'ambiente) immerso nella scena. E' ciò che comunemente, nel vivere ed in termini esoterici-spirituali, definiamo l'osservatore, in una situazione che però ha un grado di concretezza variabile.
Nell'immaginazione vediamo l'ambiente esterno a noi nella stessa maniera in cui nel comune vivere vediamo il mondo. Abbiamo meno coscienza di noi, praticamente l'abbiamo solo di ciò che di noi interagisce con il resto dell'ambiente. Corrisponde al vivere comune medio.
Il fantasticare è energia mentale che si avvale di un mondo (formato dalla stessa sostanza) senza regole se non le eventuali che si può auto imporre. In questo mondo è padrona di creare e disfare a piacimento senza limiti almeno fin quando non si consuma. Corrisponde grosso modo al nostro comune sogno.

Questi tre ambienti "virtuali" (con la definizione vera di virtuale, non quella che siamo abituati a pensare) non sono completamente stagni, nel vivere quotidiano e nel dormire passiamo spesso tra gli ultimi due, più raramente nel primo.

Ma che dici Uno? Ci stai dicendo che mentre camminiamo siamo spesso in uno stato immaginativo?

Già... quanto conosciamo della realtà e quanto immaginiamo continuamente, costantemente ed in qualsiasi situazione?

Perfino quando siamo nel primo stato, dell'osservatore diciamo, abbiamo una parte di noi che vive di e con l'immaginazione perchè non conosciamo tutto. La differenza con gli altri due stati è che in questo stato possiamo conoscere qualcosa interamente, nel secondo solo parzialmente, solo di quello che interagisce direttamente e con una certa forza, cioè che ci impressiona e nel terzo solo la parte di questa che si adatta, che è coerente con noi.

Da quello che ho scritto si evince che solo con un mix equilibrato delle tre cose si può veramente creare qualcosa ed influire sulla realtà. Il che però è più facile a dirsi che a farsi perchè la tentazione di appoggiarsi completamente al fantasticare è forte, ed è poi quello che la maggior parte delle persone fa... anche mentre cammina ed in special modo quando non è concentrata su qualcosa.
Non sono in grado di visuallizare.
Quando ci provo non ho nessun esito.

Immagino invece come default.

Mentre uso la fantasia per giocare con qualcosa che mi da piacere mentre mi usa quando ho paura di qualcosa

Sì può riuscire ad imparare a visualizzare?
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Vecchio 28-02-2011, 16.51.26   #9
nikelise
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Nella visualizzazione c'è un "noi" fuori dalla scena che osserva anche il noi (insieme all'ambiente) immerso nella scena. E' ciò che comunemente, nel vivere ed in termini esoterici-spirituali, definiamo l'osservatore, in una situazione che però ha un grado di concretezza variabile.
.
Questo dovrebbe essere il ricordarsi di se dalla definizione .
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Vecchio 28-02-2011, 19.36.18   #10
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Verissimo. Posso testimoniare anche se la vita immaginata era tanto da Via col vento da non sembrare a mente un pò lucida tale da giustificare tanto sforzo
Per me, nella mia idea è fantasticare non immaginare una situazione come via col vento...



Citazione:
Questo è fantasticare però secondo me Faltea perchè l'immaginazione (vedi anche l'immaginazione attiva di Jung) non è un farsi usare che è poi la causa principale del malessere, no?
Si? Sono in difficoltà sempre maggiore...
Faccio fatica a distinguere le due cose...


Citazione:
mmmmm...parrebbe così ma io sono certa di aver visto un coniglietto bianco saltellare su un prato verde con margherite bianche ed essere nel campo della fantasia sfrenata. Credo che dipenda da come lo vivi e da quali effetti produce lo stato immaginativo...
e la confusione aumenta



Citazione:
....avrebbe dovuto sommergere il bianco...mai riuscita alla mia testa piaceva associare il bianco alla salute, allo star bene e quindi il rosso svaniva sempre...non so se per questo non sono guarita comunque è un segno inconfutabile di quanto mi sia facile farmi usare dalla fantasia, dall'immagine e non viceversa.
Mi sa che siamo confuse in due
Suona un po' come un controsenso, infatti il bianco è il colore della guarigione mentre il rosso è il colore della rabbia... è giusto che il bianco soffochi il rosso
Mah...

Citazione:
Una cosa che stò provando a fare, stufa della bimba che mi sento sempre anche se non voglio, è di cercare di creare nella mente l'immagina di una Daf adulta che mi piace. Il passo successivo (morire se trovo un'immagine che mi piace e che non mi scordo..sgrunt) sarebbe di trovare piano piano in me tutti quei punti che vorrei che Daf avesse, anche costringendomi a tirarli fuori, strizzandomi un pò per quello chiedevo se con l'immaginazione possiamo creare una realtà parallela a cui vorremmo arrivare e piano piano portarci su quella (che se sentiamo nostra dovrebbe essere possibile realizzare, giusto?)
Giusto. In teoria è il mezzo più adatto per farlo. In pratica non è facile... La costanza è quello che a me manca, alle volte devo obbligarmi a fare per poi accorgermi che l'obbligo non produce alcun risultato. Allora attendo l'ispirazione che spesso manca...
'nzomma un gatto che si morde la coda
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Vecchio 01-03-2011, 00.28.41   #11
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PS: Ci sono due modi di visualizzazione, una attiva ed una passiva. Visualizzazione attiva è quando sei tu che governi le immagini e decidi cosa visualizzare e quando, passiva è quando lasci che tutto scorra da se e ti limiti a guardare cosa la tua mente propone.. Ma la visualizzazione passiva è molto vicina all'immaginazione di cui parlava Uno prima...

comincio ad avere un po' di confusione..
Se ho capito le definizioni che Uno ha usato, in base alla mia esperienza nessuna delle due cose che hai descritto è visualizzare.
Quella che chiami attiva sembra immaginazione. Tu decidi cosa vedere, indipendentemente che abbia riscontro col reale, ma lo vedi in soggettiva. Tipo adesso decido di immaginare una matita e mi formo l'immagine (cosa per altro non facile da tenere più di qualche secondo senza allenamento, provare per credere).
Quella che chiami passiva è invece fortemente a rischio fantasticheria, ma potrebbe avvicinarsi alla visualizzazione purchè nella passività rimaniamo vigili e guardiamo quello che c'è e non quello che decidiamo, dato che se decidiamo allora è immaginazione o fantasia. Cioè, posso decidere di guardare me stesso che scrivo in forum, ma se decido che mi vedo farlo a testa in giù sto sognando o immagino.

Quindi, sempre se ho capito le distinzioni di Uno, per la visualizzazione serve parecchia energia e ci si sposta su un punto di vista obiettivo. Vediamo noi interagire con l'ambiente... e si può vedere anche l'ambiente interno, ma questa è un'altra questione, forse ne avevamo parlato altrove tempo fa a proposito dell'osservatore. Per immaginare serve molta meno energia anche se, come dicevo, non è facile da dirigere, che poi è non scadere nella fantasticheria, ci vuole tecnica. Per la fantasia si consuma energia ma va in automatico... anche se all'inizio la instradiamo poi appena molliamo un minimo la presa va dove vuole per associazioni automatiche (che poi sono dettate dai nostri squilibri da compensare, o da eccessi da sfogare che dir si voglia).

A questo punto ho una domanda sulla distinzione che ha fatto Uno (anche se non lo cito): ma restiamo comunque in tutte e tre nella mente? O nella visualizzazione c'è qualche elemento diciamo altro?
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Vecchio 01-03-2011, 14.39.50   #12
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Se ho capito le definizioni che Uno ha usato, in base alla mia esperienza nessuna delle due cose che hai descritto è visualizzare.
Quella che chiami attiva sembra immaginazione. Tu decidi cosa vedere, indipendentemente che abbia riscontro col reale, ma lo vedi in soggettiva. Tipo adesso decido di immaginare una matita e mi formo l'immagine (cosa per altro non facile da tenere più di qualche secondo senza allenamento, provare per credere).
Quella che chiami passiva è invece fortemente a rischio fantasticheria, ma potrebbe avvicinarsi alla visualizzazione purchè nella passività rimaniamo vigili e guardiamo quello che c'è e non quello che decidiamo, dato che se decidiamo allora è immaginazione o fantasia. Cioè, posso decidere di guardare me stesso che scrivo in forum, ma se decido che mi vedo farlo a testa in giù sto sognando o immagino.

Quindi, sempre se ho capito le distinzioni di Uno, per la visualizzazione serve parecchia energia e ci si sposta su un punto di vista obiettivo. Vediamo noi interagire con l'ambiente... e si può vedere anche l'ambiente interno, ma questa è un'altra questione, forse ne avevamo parlato altrove tempo fa a proposito dell'osservatore. Per immaginare serve molta meno energia anche se, come dicevo, non è facile da dirigere, che poi è non scadere nella fantasticheria, ci vuole tecnica. Per la fantasia si consuma energia ma va in automatico... anche se all'inizio la instradiamo poi appena molliamo un minimo la presa va dove vuole per associazioni automatiche (che poi sono dettate dai nostri squilibri da compensare, o da eccessi da sfogare che dir si voglia).

A questo punto ho una domanda sulla distinzione che ha fatto Uno (anche se non lo cito): ma restiamo comunque in tutte e tre nella mente? O nella visualizzazione c'è qualche elemento diciamo altro?
Avevo postato in esperienze all'inizio proprio perché so poco ma pratico molto cosa faccia poi... mah

Quello sulla visualizzazione passiva ed attiva non è una mia opinione ma viene definita cosi' da chi ha scritto il libro che anni fa lessi (ripreso in mano di recente per aiutarmi ad aprire questo 3d)
Se interessa posso scrivere autore e titolo (anche se l'ho ritenuto un po' leggerino..)
Bisogna ritornare un po' indietro, la visualizzazione ha un fine, (e questa è una mia opinione) altrimenti è immaginazione o fantasticare.
Se visualizzo attivamente è per generare una situazione fatta di pensieri/azioni/emozioni che mi aiutino a modificare il mio reale, a sperimentare situazioni che mi aiutino a capire, se sono passiva è per "vedere" cose non create dalla mia mente, diciamo create da qualcun'altro... circa..
Difficile da spiegare senza finire nel giudicabile, difficile da spiegare punto

Scusatemi se non sono molto chiara, ma è una cosa che trovo difficile da spiegare, la faccio ma per la teoria mi serve aiuto


Domanda diretta per Uno: anni fa feci un corso di Yoga e la tipa mi diceva che "vedeva" nebbia nera all'altezza del chakra in mezzo agli occhi (ora non ricordo il nome). Quando gli ho detto che utilizzavo la tecnica del visualizzare si è rabbuiata e mi ha detto che dovevo smettere.... Quando ho chiesto ulteriori spiegazioni mi ha ignorato.
??


X Gri: si può imparare, come per tutte le cose serve esercizio e costanza
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Vecchio 01-03-2011, 14.53.24   #13
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X Gri: si può imparare, come per tutte le cose serve esercizio e costanza
Eh c'hai ragione, la cosa su cui impegnarmi è riuscire a sopportare la frustrazione che mi genera il non riuscire, se supero quella la costanza mi sa posso anche arrivare a conoscerla
Grazie
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Vecchio 01-03-2011, 22.47.08   #14
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Eh c'hai ragione, la cosa su cui impegnarmi è riuscire a sopportare la frustrazione che mi genera il non riuscire, se supero quella la costanza mi sa posso anche arrivare a conoscerla
Grazie
Magari ci riesci e non sai di riuscirci
Io ho cominciato che manco sapevo che si chiamava visualizzazione.. avevo letto su un libro la storia della tazza... Ho provato, provato, provato e poi mi sono accorta che cambiando soggetto paff.. funzionava.
Forse è proprio il fissarci su una cosa che fa si che si blocchi e stagni, spaziando su vari fronti l'energia si disperde e non ristagna
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Vecchio 02-03-2011, 00.04.33   #15
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Sono tre cose diverse ma connesse nel profondo: visualizzare, immaginare e fantasticare.
Perchè il buon Dio ci ha dato queste tre facoltà?

E poi, perchè nella visualizzazione c'è un noi? Avrei pensato ad un io nella scena e ad un Io(testimone)?

Si, penso che l'immaginazione sia la condizione più comune che si vive nel quotidiano. Si vive in prima persona e non si ha coscienza di se stessi nel mentre che si compie l'azione nell'ambiente.

Ma il fantasticare non è anche la prerogativa degli artisti quando creano? Sognare a occhi aperti è creare un qualcosa che non esiste, ma proprio per il suo alto potere seducente e suadente, è facile cadere in tentazione.
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Vecchio 02-03-2011, 01.18.42   #16
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Perchè il buon Dio ci ha dato queste tre facoltà?
Questa è una di quelle domande che mi sparano in zone per me inusuali... e mi fa sorgere altre domande conseguenti...

E' la stessa funzione, no? E ce l'ha anche Lui...?
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Vecchio 02-03-2011, 10.56.29   #17
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Prima di tutto andiamo avanti con altre differenze tra le 3 pratiche.
Come potreste osservare solo dai nomi, visualizzare si riferisce al vedere, cioè qualcosa che abbiamo visto in qualche forma, concetti astratti compresi.
Immaginare si riferisce alle immagini ma già non vi è più la condizione del vedere, o per lo meno non è indispensabile, possiamo immaginare qualcosa che non abbiamo mai visto e che potremmo non vedere mai. In ogni caso l'immagine è qualcosa che, vista o non vista appartiene già a questa realtà.
Fantasticare aggiunge alle caratteristiche dell'immaginare il fatto che parliamo di qualcosa che non è ancora in questa realtà anche se potrebbe arrivare.

Se comprendo un dubbio di Grey, chiarisco che non ho mai, ne mai lo farò, detto che solo visualizzare (per come l'ho definito e non come lo intende Faltea per esempio) sia bene ed il resto sia male. Se rileggete scrivo che un mix equilibrato delle tre cose sarebbe l'ideale, ciò che potrebbe renderci co-creatori, in maniera olografica, della realtà .
(il prossimo paragrafo risponde anche alla domanda di Faltea, ci sarebbe da sviluppare il "continuare a dare energia" per capire le remore dell'insegnante)
Se creo nella mia realtà oggettiva, quello che creo muore se muoio io (e/o se non continuo a dargli energia), se creo nella realtà oggettiva ogni punto dell'universo contiene ciò che ho creato e ciò che creo influisce, anche se in maniera pressochè impercettibile ai più, sul tutto.

Il fatto è che, soprattutto nella nostra società moderna occidentale, viviamo per lo più nell'immaginazione, ci rifugiamo nel fantasticare, cosa che ci riesce facile, ma non sappiamo visualizzare, o almeno di solito non bene.
E' per questo e solo per questo che dovremmo dare un pelo di importanza in più al visualizzare, che detto in altri termini è ciò che ci radica di più nella realtà, non perchè il visualizzare sia in assoluto più importante dell'immaginare e del fantasticare.

Quella che oggi si definisce visualizzazione nei vari libercoli è in realtà tanto immaginare, una buona manciata di fantasticare ed il tutto condito con si e no un pizzico di visualizzazione reale.
Il famoso pensiero positivo tanto di moda negli anni più intensi della new age è la punta di diamante di questo modo distorto di interpretare tecniche antiche quanto l'uomo.
Se io ripeto tutti i giorni che diventerò ricco e nel frattempo mi alzo a mezzogiorno, guardo un pò di tv, non ho parenti ricchi da cui ereditare, non gioco la schedina, l'enalotto etc... è quasi puro fantasticare, con un pizzico di immaginazione.
Se ho abbastanza energia da spendere potrei anche portare in qua (avete capito quello ho scritto sopra? Fantasticare è pensare, lavorare etc... con cose che non sono in questa realtà) qualcosa, magari quello che spero... ma se questo qualcosa non si lega qui in qualche modo, non si integra ci rimarrà solo finchè continuerò a dargli energia per tenere il "buco" aperto e per tirarlo di qua.

Se la stessa cosa la fanno più persone, già qualcosa cambia... ma una cosa diventerà concreta solo quando tutto l'ambiente (di questa realtà) contiene in se, in maniera olografica, quella cosa.
(questo è un punto da espandere in seguito, qui o altrove, remember)


Oggi vi ho svelato uno dei più grandi segreti della magia, anche se la vogliamo chiamare in altro modo, è tutto sommato anche abbastanza banale come segreto, al punto che tanti leggendo penseranno che lo sapevano già. In effetti lo sappiamo già per intuito perchè è così che viviamo, esistiamo etc... ma tra saperlo inconsciamente e comprenderlo veramente, e magari pure usare queste cose, ce ne passa.
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Vecchio 02-03-2011, 18.58.01   #18
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Prima di tutto andiamo avanti con altre differenze tra le 3 pratiche.
Come potreste osservare solo dai nomi, visualizzare si riferisce al vedere, cioè qualcosa che abbiamo visto in qualche forma, concetti astratti compresi.
Immaginare si riferisce alle immagini ma già non vi è più la condizione del vedere, o per lo meno non è indispensabile, possiamo immaginare qualcosa che non abbiamo mai visto e che potremmo non vedere mai. In ogni caso l'immagine è qualcosa che, vista o non vista appartiene già a questa realtà.
Fantasticare aggiunge alle caratteristiche dell'immaginare il fatto che parliamo di qualcosa che non è ancora in questa realtà anche se potrebbe arrivare.
mmmmmh... allora quello che faccio io cos'è?
Visualizzo fantasticando?

Devo riflettere
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Vecchio 02-03-2011, 19.26.32   #19
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Quella che oggi si definisce visualizzazione nei vari libercoli è in realtà tanto immaginare, una buona manciata di fantasticare ed il tutto condito con si e no un pizzico di visualizzazione reale.
Il famoso pensiero positivo tanto di moda negli anni più intensi della new age è la punta di diamante di questo modo distorto di interpretare tecniche antiche quanto l'uomo.
Se io ripeto tutti i giorni che diventerò ricco e nel frattempo mi alzo a mezzogiorno, guardo un pò di tv, non ho parenti ricchi da cui ereditare, non gioco la schedina, l'enalotto etc... è quasi puro fantasticare, con un pizzico di immaginazione.
Se ho abbastanza energia da spendere potrei anche portare in qua (avete capito quello ho scritto sopra? Fantasticare è pensare, lavorare etc... con cose che non sono in questa realtà) qualcosa, magari quello che spero... ma se questo qualcosa non si lega qui in qualche modo, non si integra ci rimarrà solo finchè continuerò a dargli energia per tenere il "buco" aperto e per tirarlo di qua.
Infatti era ciò che pensavo del libro di cui parlavo qualche post fa...
Sul pensiero positivo non mi trovi d'accordo.
Bruciamo i libercoli new age... ma il programmare la mente con un pensiero positivo sono convinta che dia ottimi risultati. Ciò differisce totalmente dall'amore universale, è molto razionale come concetto.
Se penso che una cosa finisca male ritengo che l'energia che trasmetto non produrrà effetti positivi.
Mentre se penso positivo



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Se la stessa cosa la fanno più persone, già qualcosa cambia... ma una cosa diventerà concreta solo quando tutto l'ambiente (di questa realtà) contiene in se, in maniera olografica, quella cosa.
(questo è un punto da espandere in seguito, qui o altrove, remember)
Please spiegazione... sembra moooolto interessante, sento che c'è qualcosa che mi è sempre sfuggito scritto tra le righe...
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Vecchio 04-03-2011, 00.56.20   #20
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Nella visualizzazione c'è un "noi" fuori dalla scena che osserva anche il noi (insieme all'ambiente) immerso nella scena.
Mi sto domandando se ci si arriva per merito a fare questa cosa, perchè io non riesco a vedermi come se fossi una telecamera che mi inquadra tutta.
Se guardo avanti è logico che vedo di me davanti, mentre mi ricordo di me mentre mi vesto ad esempio mi guardo mentre lo faccio, ma non mi vedo come una telecamera riprende un attore, diciamo distanziata da me.
A meno di lanciare gli occhi in alto come fanno nei cartoni penso io debba usare l'immaginazione e la fantasia.
Creare nella mia mente quel che non vedo con gli occhi ma ricordo con la mente e fare un miscuglio.
Ripeto io non ci sono mai riuscita quindi questa penso potrebbe essere la teoria. Ci sto provando ma fin ora non ho avuto risultati. Proverò ancora e ancora perchè mi piacerebbe riuscirci.
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Vecchio 05-03-2011, 01.04.57   #21
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Se io ripeto tutti i giorni che diventerò ricco e nel frattempo mi alzo a mezzogiorno, guardo un pò di tv, non ho parenti ricchi da cui ereditare, non gioco la schedina, l'enalotto etc... è quasi puro fantasticare, con un pizzico di immaginazione.
Se ho abbastanza energia da spendere potrei anche portare in qua (avete capito quello ho scritto sopra? Fantasticare è pensare, lavorare etc... con cose che non sono in questa realtà) qualcosa, magari quello che spero... ma se questo qualcosa non si lega qui in qualche modo, non si integra ci rimarrà solo finchè continuerò a dargli energia per tenere il "buco" aperto e per tirarlo di qua.
Col fantasticare piglio qualcosa in un altro mondo, con l'immaginare la porto di qua e col visualizzare ce la fisso? Qualcosa del genere?

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Se la stessa cosa la fanno più persone, già qualcosa cambia... ma una cosa diventerà concreta solo quando tutto l'ambiente (di questa realtà) contiene in se, in maniera olografica, quella cosa.
(questo è un punto da espandere in seguito, qui o altrove, remember)

Eh, magari, non ci ho capito pressochè nulla. Iniziamo dal "più persone"... è solo una questione di quantità di energia? (non credo) o aiuta anche l'olografia? (o che?)
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Vecchio 05-03-2011, 13.11.19   #22
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Infatti era ciò che pensavo del libro di cui parlavo qualche post fa...
Sul pensiero positivo non mi trovi d'accordo.
Bruciamo i libercoli new age... ma il programmare la mente con un pensiero positivo sono convinta che dia ottimi risultati. Ciò differisce totalmente dall'amore universale, è molto razionale come concetto.
Se penso che una cosa finisca male ritengo che l'energia che trasmetto non produrrà effetti positivi.
Mentre se penso positivo
Ripeto "Il famoso pensiero positivo tanto di moda negli anni più intensi della new age è la punta di diamante di questo modo distorto di interpretare tecniche antiche quanto l'uomo."

C'è una base sul pensiero positivo, ma non così semplice e distorta come ripetersi solo delle frasi. Un mantra inventato senza conoscersi o suggerito da altri senza cognizione di causa assomiglia ai desideri chiesti al genio della lampada. Tu chiedi una cosa e lui ti esaudisce, ma alla fine ti frega sempre pur accontentandoti letteralmente.
Anche la programmazione di cui parli se fosse come viene descritta sarebbe come ammettere che un cellulare può da solo decidere come e dove salvare il numero di cellulare di uno che ti telefona. Può farlo se tu lo programmi a fare questo.
Ergo, perchè tu possa, autonomamente, programmare la tua mente devi avere una parte di te che usa la mente come uno strumento, devi scrivere i programmi e come si dice in gergo informatico testarli e debuggarli prima di usarli in produzione....
Basta non considerare una piccolissima variabile per avere un risultato che nella migliore delle ipotesi non fa funzionare il programma... nella peggiore lo fa funzionare in maniera errata.
Prova a pensare se tu usassi il programma di home banking che ti scrive a video delle cifre sbagliate. Finchè sta a video e nessuno lo bada il danno è minimo... ma tu che leggi quei dati poi ti ci regoli. Se vedessi di avere un saldo più grande di quello che è potresti decidere di spendere più del necessario riducendoti sul lastrico, se vedessi un saldo più basso ti dovresti costringere al risparmio magari negandoti anche cose necessarie.
Sposta tutto alla programmazione della tua mente. Se la programmi ad essere positiva senza il fondo e/o in maniera esagerata è un errore allo stesso modo in cui è negativa una programmazione pessimista.
Si può essere positivi non ci si può convincere di esserlo... si può diventare, ma non con un mantra veloce in 15 giorni, quello fa più danni che altro.

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Mi sto domandando se ci si arriva per merito a fare questa cosa, perchè io non riesco a vedermi come se fossi una telecamera che mi inquadra tutta.
Se guardo avanti è logico che vedo di me davanti, mentre mi ricordo di me mentre mi vesto ad esempio mi guardo mentre lo faccio, ma non mi vedo come una telecamera riprende un attore, diciamo distanziata da me.
A meno di lanciare gli occhi in alto come fanno nei cartoni penso io debba usare l'immaginazione e la fantasia.
Creare nella mia mente quel che non vedo con gli occhi ma ricordo con la mente e fare un miscuglio.
Ripeto io non ci sono mai riuscita quindi questa penso potrebbe essere la teoria. Ci sto provando ma fin ora non ho avuto risultati. Proverò ancora e ancora perchè mi piacerebbe riuscirci.
Questa cosa è come il pensiero positivo, non si può decidere di volerlo (tra l'altro nulla si può decidere di volerla, o si vuole o non si vuole, non si decide), lo si può volere seguendo un certo percorso. Ci vuole il giusto tempo e la giusta fatica.

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Col fantasticare piglio qualcosa in un altro mondo, con l'immaginare la porto di qua e col visualizzare ce la fisso? Qualcosa del genere?
Si grosso modo, direi per essere un pò più preciso che con l'immaginazione gli faccio un pò di spazio in questa realtà, la porto già con il fantasticare.
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Eh, magari, non ci ho capito pressochè nulla. Iniziamo dal "più persone"... è solo una questione di quantità di energia? (non credo) o aiuta anche l'olografia? (o che?)
Si hai capito bene, in minima parte è una questione di energie e risorse, poi più importante c'è una questione di risonanza, riflettanza, transustazione etc... Ci torno
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Vecchio 06-03-2011, 12.16.33   #23
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Ripeto "Il famoso pensiero positivo tanto di moda negli anni più intensi della new age è la punta di diamante di questo modo distorto di interpretare tecniche antiche quanto l'uomo."

C'è una base sul pensiero positivo, ma non così semplice e distorta come ripetersi solo delle frasi. Un mantra inventato senza conoscersi o suggerito da altri senza cognizione di causa assomiglia ai desideri chiesti al genio della lampada. Tu chiedi una cosa e lui ti esaudisce, ma alla fine ti frega sempre pur accontentandoti letteralmente.
Anche la programmazione di cui parli se fosse come viene descritta sarebbe come ammettere che un cellulare può da solo decidere come e dove salvare il numero di cellulare di uno che ti telefona. Può farlo se tu lo programmi a fare questo.
Ergo, perchè tu possa, autonomamente, programmare la tua mente devi avere una parte di te che usa la mente come uno strumento, devi scrivere i programmi e come si dice in gergo informatico testarli e debuggarli prima di usarli in produzione....
Basta non considerare una piccolissima variabile per avere un risultato che nella migliore delle ipotesi non fa funzionare il programma... nella peggiore lo fa funzionare in maniera errata.
Prova a pensare se tu usassi il programma di home banking che ti scrive a video delle cifre sbagliate. Finchè sta a video e nessuno lo bada il danno è minimo... ma tu che leggi quei dati poi ti ci regoli. Se vedessi di avere un saldo più grande di quello che è potresti decidere di spendere più del necessario riducendoti sul lastrico, se vedessi un saldo più basso ti dovresti costringere al risparmio magari negandoti anche cose necessarie.
Sposta tutto alla programmazione della tua mente. Se la programmi ad essere positiva senza il fondo e/o in maniera esagerata è un errore allo stesso modo in cui è negativa una programmazione pessimista.
Si può essere positivi non ci si può convincere di esserlo... si può diventare, ma non con un mantra veloce in 15 giorni, quello fa più danni che altro.
Mah, ho il grosso difetto di dare per scontate troppe cose quando scrivo...
E probabilente questo è una cosa che faccio anche quando parlo... ci devo riflettere su.
Troppe cose diventato scontate quando si fanno in automatico (programmazione) e si perdono i punti chiave del come ci si è arrivati a farle..

La programmazione non la intendevo come il tuo esempio del cellulare nemmeno del computer.
La nostra mente ha già il programma per eseguire il programma che gli richiedo (scusa il gioco ma non riesco a definire meglio).
In sintesi, non genero un programma per il computer, ma dico al programma del computer (programma che c'è già) come voglio che giri.
Per far questo si, ci deve essere una Faltea esterna ma non che crea, una che utilizza.
Le variabili di cui parli vengono valutate direttamente dal programma che sto usando.
Il passo sucessivo potrebbe essere mettere le mani negli script del programma, per fargli definire le variabili..
Ma queto richiede una conoscenza informatica che io non ho


Credo che questo programma non sia frutto di una creazione precedente ma che sia già insito in tutti noi, si impara solo ad usarlo.
Sono fuori?


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Si grosso modo, direi per essere un pò più preciso che con l'immaginazione gli faccio un pò di spazio in questa realtà, la porto già con il fantasticare.
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Si hai capito bene, in minima parte è una questione di energie e risorse, poi più importante c'è una questione di risonanza, riflettanza, transustazione etc... Ci torno
Non capisco l'ologramma... so che non faccio la domanda giusta, ma un aiutino?
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Vecchio 07-03-2011, 14.11.41   #24
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Ripeto "Il famoso pensiero positivo tanto di moda negli anni più intensi della new age è la punta di diamante di questo modo distorto di interpretare tecniche antiche quanto l'uomo."
A questo punto come considerare persone come Louise Hay con la sua home e Josè Silva con il suo metodo?
E chiaro che la loro longevità fa pensare alla funzionalità dei loro insegnamenti ed invece è frutto di altro?
Sono confusa
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Vecchio 07-03-2011, 14.25.05   #25
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
A questo punto come considerare persone come Louise Hay con la sua home e Josè Silva con il suo metodo?
E chiaro che la loro longevità fa pensare alla funzionalità dei loro insegnamenti ed invece è frutto di altro?
Sono confusa
Siamo in due...o perlomeno se mi soffermo su un pensiero
simile mi crea confusione...
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