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Vecchio 02-08-2010, 14.38.53   #1
diamantea
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Predefinito Alghe di palude

Stanotte ho fatto un altro sogno molto torbido ma forse un pò più decifrabile.

E' la storia di una famiglia, un padre malato e forse alcolizzato, sicuramente un cattivo padre, una madre che sembrava una buona mamma e due figlie che sembravano amata dalla madre invece lei voleva ucciderle entrambe.
(bella evoluzione dei miei sogni vero? )

Allora il padre a un certo punto muore così la madre può prendersi cura meglio di queste figlie che sembravano maltrattate dal padre.
Abitavano vicino una palude, nella quale la madre le portava a nuotare. Ma le ragazze, una in particolare che dovrei essere io, stava sempre più male, lei la curava mandando l'altra figlia a raccogliere le alghe dalla palude che diceva essere curative ma poi si scopre la verità nel paese, la madre dava alla figlia delle alghe velenose, che agivano lentamente, sembravano nutrire ma uccidevano lentamente. Queste alghe formavano una specie di collana di perline marroni che si formavano attorno al collo. La figlia destinata a morire (io) aveva già tutto il collo pieno di queste collanine che si mischiavano le buone con le cattive. Bastava poco e sarebbe morta, le collanine le avrebbero corroso e soffocato la gola e pure la sorella sarebbe morta incolpata ingiustamente di questa morte.
Ma la madre è stata scoperta in tempo e le figlie hanno avuto modo di tirarle i capelli, gridarle il loro disprezzo e poi buttarle addosso latte grandi di conserva di mododori, quelli "Tondi di Catania" belli rossi, della qualità che mia madre usava quando era giovane per fare il concentrato di pomodoro per tutto l'inverno.
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Vecchio 02-08-2010, 15.21.33   #2
diamantea
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La visione della latte mi fa ridere, mi sembra ridicolo buttare i pomodori in conserva, sarebbe meglio freschi

Credo stia mischiando il mio debutto di domani di Sicilia ferita con la paura del fiasco per via dei pomodori

Quello su cui ho riflettuto è che nel sogno la madre vuol uccidere la creatività della figlia con un finto nutrimento/affetto
che proviene dalla palude, un posto torbido come potrebbero essere i suoi sentimenti nei miei confronti, nel senso di poca chiarezza di sè.

Quando ero bambina ero monella, viziata, capricciosa, parlavo sempre, ero come il ragazino dell'altro sogno... la nonna mi chiamava affettuosamente "madama tempesta", diceva che avevo l'argento vivo dentro.
Ma tutto questo SOLO tra le mura domestiche.

Quando eravamo un passo fuori il portone di casa dovevo diventare una mummia. Mia madre era severissima, fuori non si chiedeva MAI fame, sete, sonno, bagno, soldi ecc... , si doveva resistere fino a quando si arrivava a casa dove si dava libero sfogo a tutti i nostri bisogni. Solo con il mio papà facevo capricci di voler stare in braccio, il gelato e il palloncino per le feste.
Il crimine che lei ha commesso con me è stato quello di zittirmi davanti agli altri. Io dovevo essere solo la sua bella statuina che lei descriveva come le veniva sul momento. Se solo aprivo bocca mi diceva subito cattiverie di ogni sorta. Mi faceva vergognare sempre davanti agli altri, mi mortificava senza un motivo valido. Fuori ero molto timida e anche da grande non mi sapevo difendere e questo la faceva infuriare di più.
Io per lei ero stupida, inutile e superficiale... e non mi ha voluto mandare al conservatorio per il canto perchè era troppo possessiva e gelosa di me. Io ero sua proprietà e dovevo stare sempre nel suo raggio di azione. Con le persone dovevo sorridere, essere gentile educata, e non parlare mai, solo lei unica protagonista della scena anche quando diceva delle stupidaggini su di me che mi veniva solo di ucciderla.
Credo che lei abbia provato inconsciamente rivalità per la mia femminilità sensuale che oscurava la sua sfiorente bellezza.
Si paragonava con me sempre, diceva che lei alla mia età era più bella, più avvenente, e più intelligente e capace di lavorare e fare soldi mentre io ero un'inetta stupida buona a nulla, incapace di mettere due parole insieme una dietro l'altra.
Lei voleva uccidermi la parola, la capacità di comunicazione, di relazione con gli altri, mi voleva solo come trofeo di bellezza che proveniva da lei ma inferiore a lei e nient'altro.

Ma non è andata come voleva lei... ho avuto la forza e la capacità di uscirne, di salvarmi, di perdonarla e di amarla, senza prima averle risparmiato TUTTO quello che pensavo (e penso di lei), senza sconti, oggi con calma, con chiodi e martello appena lei tenta di essere un minimo distruttiva.
La sua croce è impiantata fissa!
Oggi il concentrato di pomodoro non lo fa più, così le tiro in faccia la conserva in latta bella grande, da un chilo...

Nell'opera ho accettato di fare una parte che nessuno ha voluto fare, l'urlo finale, difficile per il coraggio di farlo, senza strapparsi le corde vocali, davanti ad un pubblico che vuole sentire voci curate e musicali non urlanti. Sono l'ultima, quella che nessuno vuole essere ma essenziale per gridare un crimine.

Domani sarà l'urlo di Diamantea ferita, nell'anima e nel corpo, sarà un atto di liberazione dalle collanine che volevano stritolarmi la voce, la passione, uccidermi la creatività, impriogionarmi l'anima.
E se mai fallirò possa la terra inghiottirmi per sempre.
Ma non fallirò, lo sento, mi affiderò al mio pavimento pelvico che mi darà il giusto sostegno di cui avrò bisogno.
Domani ucciderò il lupo, anzi lo manderò in estinzione...
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Vecchio 02-08-2010, 15.44.45   #3
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Però...finalmente un sogno completo, se anche io ne facessi così, si poteva fare le sorelle Grimm!

ho letto ora l'elaborazione.
Per l'urlo stai tranquilla, ho già un piccolo geco che porterò con me, nel caso ti bloccassi te lo mostro , se non basta lo lancio(funzionerà).Crepi il lupo!!

Ultima modifica di webetina : 02-08-2010 alle ore 15.50.49.
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Vecchio 06-08-2010, 23.46.43   #4
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Voglio riprendere un pò l'elaborazione di questo sogno che presenta altri significati che ho trascurato per la fretta di concludere bene il mio urlo.

Quello che mi fa venire in mente è la situazione di responsabiltà apparente.
Si scarica la responsabilità della volontà di perpetrare il proprio male su gli altri.

Il maschile cattivo e vizioso sembra essere la causa unica di maltrattamenti del femminile come è convinzione comune nel mio imperativo assertivo.
Il femminile sembra essere la vittima e la soluzione sta nell'eliminazione del maschile.
Eliminata la causa apparente del male, il femminile genitoriale porta le figlie in un ambiente paludoso, torbido, ruoli e sentimenti confusi, dove è impossibile vedere con chiarezza, è facile confondersi con i ruoli.
Il femminile elimina se stesso attraverso di se stesso. Il nutrimento è femminile, un femminile che soffoca il femminile.

La fiducia delle figlie diventa fonte di controllo mediante la quale liberarsi di entrambe.
Kramer contro Kramer, femminile contro femminile.
Ho l'impressione che l'imperativo funge più da mortificazione del femminile attraverso la negazione del maschile come sua esaltazione più che intendere il maschile come negativo.
Mi sembra che le motivazioni siano molto più profonde. Ho la tentazione di pensare che ci sia il tentativo di impedire che l'altra abbia ciò che è stato negato a se stessa. La radice del male nel desiderio di rivendicazione della propria esaltazione negata negandola all'altra che la mette di fronte lo specchio dei propri desideri repressi e negati.

"Nè io nè gli altri". Un forte bisogno di autoaffermazione negando l'altro più esaltando se stesso.

Mia madre usava controllarmi attraverso l'influenza positiva che mia sorella aveva su di me per dissuadermi dall'esprimermi. Usava quella negativa di mio padre e di mio fratello come il maschile che punisce per dissuadermi dall'agire.
Il femminile per il pensiero e la parola, e il maschile per l'azione.

Ma non erano tanto le mie azioni da bloccare quanto il mio pensiero. Era quello che ci stava dietro il mio silenzioso sguardo che andava eliminato.
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Vecchio 07-02-2011, 15.46.46   #5
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Quanto detto da Uno come esempio sulla palude mi ha riportato alla memoria questo sogno.

La palude vicino casa, io che ci nuoto dentro e mi nutro di quelle alghe che mi porteranno alla morte. Chissà che non simboleggi il nero in cui sono immersa e di cui mi nutro?
Poi un altro cosa che ho notato e la collana di perline marroni, man mano che mangio alghe le collane crescono fino a corrodermi la gola soffocandomi.
Immagino che il colore marrone e anche il verbo "corrodere" così come la gola siano segni rivelatori.

Volendo fare un paragone con il mio ultimo sogno della Serpe nel collo anche lì c'è una collana di perle piccole ma bianche e preziose ed una collana fatta da una serpe nera che io separo con la canna. La serpe mi morde ed io penso se quel morso sia velenoso da vipera ma nel sogno so che non si tratta di vipera e di morso mortale. C'è il rischio di morire ma poi mi salvo sempre, evito questa morte...

Sempre la gola e sempre collane, come a indicare i cicli? o ancora che altro?
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