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Vecchio 29-12-2005, 13.44.28   #26
Ray
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Mah, sai Najat, il discorso "mente" può essere considerato off-topic dal discorso "paletti" tanto quanto la faccenda del trauma.

Tra l'altro questa netta distinzione mente-corpo che sta veleggiando in questa discussione mi pare decisamente arbitraria... sarebbe da ricordarsi che le distinzioni sono prima di tutto distinzioni di percezione... e poi, semmai, effettive.

Dici che quel che usi è forza di volontà... bene, concordo... allora ti domando... quando ti rendi conto che la mente sta mentendo, anche solo su quella questione specifica che se ti va chiama pure riflesso condizionato, con che cosa te ne accorgi?

Cosa usi per sapere quale è la menzogna della mente da combattere? Come fai a dirigere la forza di volontà?
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Vecchio 30-12-2005, 15.54.40   #27
Najat
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Mi piacerebbe avere una risposta alle tue domande, si forse ho sviato anch'io la discussione iniziale...avevo letto la tua risposta già da prima e l'unica cosa che posso dirti è che forse cerco di proteggermi in modo istintivo, se me ne accorgo e ammesso che la mente mi stia mentendo...potrei essere io ad avere delle percezioni sbagliate. Ma rischio di allargare il tema, forse dovremmo tornare alla base
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Vecchio 30-12-2005, 16.24.59   #28
Ray
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Citazione:
Originalmente inviato da Najat
è che forse cerco di proteggermi in modo istintivo,
non credo ci sia da tornare granchè alla base... direi che siamo pienamente in-topic...

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Vecchio 30-12-2005, 19.43.32   #29
Uno
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Non sono più intervenuto sul tema perchè volevo lasciarvi parlare, ma visto che in effetti un pò fuori ci state andando ma non avete toccato alcuni punti che sono importanti....

Mizza ha portato un contributo buono ma non completo con
Citazione:
Sono giunto da poco alla consapevolezza che i "paletti" non mi servono.
E' stata una liberazione incredibile, consiglio vivamente a tutti di riflettere profondamente sulle parole di Uno.
Il lato negativo dei paletti è che ci limitano... però prendendo l'esempio di paletti reali... avete mai visto in montagna quei paletti alti che delimitano la strada asfaltata quando c'è neve? Caspita se sono utili... senza di quelli andiamo fuori strada... e quelli sono paletti oggettivi, non li mettiamo noi... li mette un adetto ma sul bordo della strada in maniera funzionale.. senza di quelli ci facciamo male... poi ci sono paletti che mettiamo noi e per questi torno sul concettuale.. esempio un mio paletto è che non uso violenza a nessuno... è sbagliato? Ok per qualcuno potrà anche esserlo... ma per quello che voglio essere io no... poi ci sono paletti messi dalla società, per esempio se a 35 anni non sono sposato ho qualche difetto... o sono brutto o sfigato o stupido etc etc... magari io sto bene da solo
quindi se mi sposo per accontentare la società è un paletto (i 35 anni per esempio) che mi arriva dall'esterno, non è indispensabile ma lo subisco....
Questa ultima parola è il punto focale subire o accettare/scegliere i primi sono da eliminare sempre e comunque i secondi sono da tenere sempre in osservazione (che non si tramutino nei primi).
Potremmo parlare (anche se non è un discorso universale o facile) su come accorgersi della differenza tra i due e come "eliminare" i primi.
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Vecchio 01-01-2006, 21.02.49   #30
Sole
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Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Il lato negativo dei paletti è che ci limitano... però prendendo l'esempio di paletti reali... avete mai visto in montagna quei paletti alti che delimitano la strada asfaltata quando c'è neve? Caspita se sono utili... senza di quelli andiamo fuori strada...

Potremmo parlare (anche se non è un discorso universale o facile) su come accorgersi della differenza tra i due e come "eliminare" i primi.

Volevo fare proprio questa distinzione (sempre che non abbia letto troppo di corsa ...) .. i paletti che creano in noi una 'regola" da seguire per non "sbagliare" o non limitare la nostra liberta', e quelli che invece ci limitano una liberta' di azione o di pensiero addirittura.

Imparare a riconoscerli e' un po' come dire imparare a conoscere se stessi. Imparare a ri-conoscere cosa ci fa' Bene (rispetto ad una liberazione) e cosa no. Senza considerare mai cosa sia giusto o sbagliato per il comune modo di vivere nella societa', ma cosa per coscienza e' corretto per se stessi e poi per la comunita'.

I paletti che creano regole per una crescita sono secondo me successivi a quelli che ci limitano. Allora Uno chiede come riconoscere i negativi... sembra fin troppo banale dire ... osservando i nostri comportamenti e cosa Davvero Vogliamo fare, dire, pensare, essere ed Essere.
Dico che sembra banale perche' lo si ripete spesso ... eppure io non trovo molte altre vie per riconoscere in noi un comportamente, meccanismo "sballato" che ci crea blocchi e limiti alla nostra individuale, inalienabile Liberta' di Essere.

...
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Vecchio 02-01-2006, 21.27.51   #31
Era
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mettiamola così....vediamo se ho capito...

metto i paletti per avere riferimenti....regole...difese...
ma quando sti paletti diventano alibi....non sono più
riferimento ma limiti...quindi prima mi sveglioooooo ...
e comprendo quali sono gli uni e gli altri...meglio è!!!!

si?
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 02-01-2006, 22.31.04   #32
Kael
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Lasciare aperte tutte le porte, pur mantenendo il controllo...

E ricordando che spesso non è l’ignoranza a bloccarci, ma la “conoscenza” stessa.
In che modo?
Innanzitutto specificando che ho virgolettato appositamente conoscenza proprio perché spesso la nostra non è una conoscenza totale, ma piuttosto una conoscenza parziale, se non addirittura errata.
Capita così che dopo aver guardato dentro una porta, la richiudiamo applicandoci sopra un bell’adesivo con la scritta “GIA’ VISTA”, che ci impedirà in futuro di andare a darci ancora un’occhiata perché sicuri di aver già visto tutto quello che c’era da vedere….
Questo sistema è indubbiamente utile per non perdere tempo andando a vedere sempre le stesse stanze, sempre purchè si rimanga nello stesso stato di coscienza con la quale le abbiamo viste. Se dovessimo svegliarci ad un nuovo stato di coscienza, ecco fondamentale l’operazione del solve: togliere tutte le targhette applicate, perché ora, anche rivedendo una stanza, saremo in grado di cogliervi nuove cose che prima ci erano sfuggite.

Se non lo facessimo, e la stanza restasse chiusa con l’adesivo “GIA’ VISTA”, sarebbe un paletto insormontabile che ci precluderebbe per sempre la possibilità di nuove scoperte.

Ecco perché l’ignoranza non rappresenta un ostacolo ma anzi, uno stimolo.
Il bambino vuole conoscere.
Sa di non sapere, e questo gli permette di non trovare chiusa nessuna porta.
E’ così che nei primi anni di vita l’apprendimento è così veloce e profondamente radicato.
Poi, col tempo, il bambino inizia a sapere, e in questo modo l’ignoranza viene meno e la sua capacità di apprendere cala, perchè si illude di sapere.
L’unico modo per poter continuare ad apprendere in modo così rapido dunque è il saper essere umili.
L’umile sa, ma sa anche di non sapere tutto.
Sa che, seppur difficilmente, esiste comunque una possibilità anche per l’impossibile, senza per questo dover credere ciecamente a qualsiasi cosa, e in qualche modo quindi lascia sempre aperte le porte delle stanze già viste… uno spiraglio appena, ma aperte e pronte ad essere visitate qualora se ne presentasse l’occasione.

Invece, vuoi per orgoglio, vuoi per meccanismi inconsci che non controlliamo, troppo spesso ci sbarriamo la strada verso la Conoscenza, con i paletti della conoscenza stessa.



Leggere un libro per la seconda volta, e scoprire fra le righe cose che prima ci erano sfuggite, o dare per scontate certe cose, e poi fortunatamente vedere che un giorno si sgretolano miseramente…. queste possono essere grandi illuminazioni che possono realmente farci comprendere ciò che io ho tentato di esprimere in questo post.


Il discorso poi non si ferma qui, esistono altre centinaia di tipi di paletti… ma lascio a qualcun altro la parola. Spunti potrebbero essere la paura (sento strani rumori provenire da quella stanza quindi non voglio entrarci), il dis-agio (in quella stanza non sono a mio agio e quindi non sono “un tipo da quella stanza"), il rancore (la persona che c’è in quella stanza mi ha fatto un torto e non voglio piu vederla), la dipendenza (quella stanza mi piace troppo, se ci entro non ne vengo più fuori)… tutti paletti che ci impediscono di entrare in stanze nuove o già viste…
Anche se c’è da dire che, il più delle volte, non siamo così coscienti come nei miei esempi… ci troviamo a dire “io sono così” e “io sono colà” senza esserne ben consapevoli…
Iniziare a capire PERCHE’ io sono cosi e io sono colà, è già un bel passo avanti…

Perchè io, potenzialmente, dovrei poter essere ciò che voglio.
Altro che storie...
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Vecchio 03-01-2006, 18.17.52   #33
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Spunti potrebbero essere la paura (sento strani rumori provenire da quella stanza quindi non voglio entrarci), il dis-agio (in quella stanza non sono a mio agio e quindi non sono “un tipo da quella stanza"), il rancore (la persona che c’è in quella stanza mi ha fatto un torto e non voglio piu vederla), la dipendenza (quella stanza mi piace troppo, se ci entro non ne vengo più fuori)… tutti paletti che ci impediscono di entrare in stanze nuove o già viste…
Anche se c’è da dire che, il più delle volte, non siamo così coscienti come nei miei esempi… ci troviamo a dire “io sono così” e “io sono colà” senza esserne ben consapevoli…
Iniziare a capire PERCHE’ io sono cosi e io sono colà, è già un bel passo avanti…
I tuoi esempi Kael, sono tutti di paletti che ci costruiamo noi stessi... che, a mio avviso, riportano tutti, alla risposta che ha dato Sole.. osservandosi, si possono iniziare a vedere i "perchè", di tanti, quasi tutti direi , i nostri comportamenti.

Ad esempio: se io evito una persona perchè mi ha fatto del male e non voglio rivederla, è perchè temo di soffrire ancora per via di questa, perchè ho rabbia,... odio... paura... magari tutti insieme (ma intanto il "legame" con questa persona, resta..)
Smantellare questo paletto, significa, prendere uno ad uno tutti questi sentimenti (dopo averli individuati, perchè a volte, nemmeno ci rendiamo conto di provarli verso qualcuno), e osservarli... osservarci... questo permette, di capire, soprattutto che questi paletti siamo noi a metterli (siamo noi che generiamo la rabbia, l'odio, la paura)... e li smantelliamo , uno ad uno.
A questo punto , posso scegliere, cosa è bene per me, senza che qualcosa che non sono io mi blocchi... se decido di non vedere comunque piu' quella persona, è perchè non voglio,in quel momento non perchè ne ho paura o altro (e questo diventa il bene per me)... e, in questo caso, la porta aperta mi servirà eventualmente in un altro momento... affinchè non diventi di nuovo una limitazione (paletto da smantellare)....
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Vecchio 07-01-2006, 16.34.43   #34
jezebelius
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Ragazzi io sono daccordo con Voi; mi pare di capire che tutto, almeno per vie generiche , si riduca ( ovviamente si fa per dire ) alla Osservazione di se stessi, dei propri comportamenti, delle proprie azioni e reazioni.
Credo che forse il modo di Osservarsi - ovvero saper riconoscere cosa va bene e cosa no per se stessi - sia da approfondire.
Va da se che il Paletto è la via - quella che ci hanno costruito affinche non si esca fuori da essa - mentre quel Paletto posto successivamente - per rispondere ad uno standard sociale ad esempio - è la limitazione; va da se che il Paletto oggettivo ci indica come procedere mentre subire ciò che gli altri, nello specifico la società, hanno scelto è una limitazione.
Riassumo il tutto ( o cerco di farlo ) arrivando all conclusione che bisogna scindere chi subisce passivamente senza accorgersene ( divenendo cosi parte di chi ha preconfezionato per lui ) da chi ha dissolto la limitazione cercando di non farsi sopraffare al fine di reipadronirsi di se e vivere la sua individyalità all'interno della collettività, anche se malsana.
Anche in questo caso Osservazione quindi.
Come si fa a capire piuttosto, come dice UNO, quelli che ci rendono - in qualche maniera - schiavi per i quali accettiamo ciò che, forse indirettamente, ci vien fatto passare per " Reale desiderio " standardizzando il raggiungimento, soddisfando parametri che assumono la connotazione di " personali ", da quelli che effettivamente al contrario dovrebbero fornirci il mezzo di scelta, raggiungendo Realmente ciò che si Vuole Essere.
In questa epoca dove tutto è posto semplicemente, dove tutto e tutti sono stanchi ( passivi ) alle insormontabili limitazioni che vengono poste anche come traguardi.
E' un discorso che mi affascina questo ma come Sole non riesco a vedere ( forse anche oper mia limitazione ) altro modo che quello di Osservarsi.
Ma una volta che tale osservazione diviene giornaliera come facciamo ad essere certi di essere ri -tornati sulla strada " oggettiva " di cui UNO ha parlato?
Domanda da niente forse......!
non so.......
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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