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Vecchio 26-03-2007, 11.38.52   #1
RedWitch
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Predefinito Sport "estremi"

Ieri mi è capitato di assistere alla corsa del MotoGp e mi sono tornate in mente le parole che Kael ha usato recentemente nel post "Paparazzi":

Citazione:
Originalmente inviato da Kael
.......
così come gli sportivi sanno che ci sarà la possibilità di rotture ai legamenti del ginocchio ecc..
........
La prima domanda che mi sono posta è: ma si puo' chiamare sport una corsa a 300 all'ora su una pista? e poi.. ma cosa cercano questi personaggi che mettono costantemente a rischio la loro vita (uno dei partecipanti alla gara di ieri sta in coma in un letto di ospedale,a causa di un incidente, e ne accadono parecchi)? Voglio dire, credo che sti ragazzi che corrono come matti si rendano conto del prezzo che rischiano di pagare , eppure, lo fanno lo stesso. Idem per chi corre in auto.
In quei casi, la corsa alla ricchezza, e alla celebrità, passano in secondo piano? Ciò che li spinge a diventare professionisti in ambiti così pericolosi, a mio avviso non può essere soltanto brama di ricchezza.. ci deve essere qualcosa di più che li spinge a cercare emozioni così forti, ma poi vengono risucchiati dal denaro che gli viene offerto e dalla fama?
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Vecchio 26-03-2007, 11.52.15   #2
'ayn soph
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Secondo me, lo fanno perché è nella natura dell'uomo superare se stesso in tutte le discipline, e questo da un senso direi adulterato di tutto il quadro.
Faccio un esempio banale tanto per rendere l'idea: si vedono nei documentari dei branchi di animali che per attraversare un guado nel fiume, e dove c'è un precipizio, rischiano la vita magari venendo calpestati da altri animali, ma è più forte di loro quella di buttarsi letteralmente a capofitto dal precipizio per attraversare il fiume.

Poi certo il fatto della notorietà e del denaro fanno da contorno alla scena, che di per se è già ai limiti del sopportabile e dell'assurdo, finendo per edulcorare ancor di più tutto l'ambiente.
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Vecchio 26-03-2007, 11.59.42   #3
RedWitch
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Intendi che è istintivo? cercare stimoli sempre più forti.. per credere di vivere? è un po' come guardare i film dell'orrore anche se si ha paura di vederli.. si cercano stimoli per sentirsi vivi in qualche modo...
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Vecchio 26-03-2007, 12.04.42   #4
'ayn soph
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Si è così, quando si sente che l'adrenalina ti da la carica e una sensazione di onnipotenza, si ripete l'esperienza fino a che non capita qualcosa di irreparabile, d'altro canto, immagino già messa in conto ma bypassata da quella sensazione.
In sostanza è un vizio o assuefazione simile alla assuefazione di droghe oppure alimenti in maniera abnorme.
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Vecchio 26-03-2007, 14.01.46   #5
Kael
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La cosa direi che è ricollegabile a questa: Fatti male che godo

La propria ombra esige nutrimento, e le si dà da mangiare facendo cose che non hanno il minimo senso, se non quello di sentirsi "carichi", con l'adrenalina a mille... adrenalina di cui si nutre l'ombra... (forse perchè, proprio perchè non è viva (l'ombra) questo le dà l'illusione di esserlo?)

Diverso invece il discorso di quegli animali che affrontano un rischio con uno scopo (il guado di un fiume ad esempio per passare da una terra arida a una fertile e ricca di vegetazione per sopravvivere...)
Gli sport estremi invece sono fini a se stessi, non hanno uno scopo concreto se non quello menzionato sopra... Certo, c'è sempre la competizione con gli altri, il partecipare, il rispetto dell'avversario e tutti gli altri princìpi che ogni sport cerca di insegnare... ma perchè rischiare la propria vita a 300 km/h invece di un altro sport dove i rischi ci sono ma sono comunque molto più contenuti?
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Vecchio 26-03-2007, 15.04.58   #6
griselda
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Su Skay ho visto una trasmissione in cui tre amici si mettono alla prova in esperienze pericolose, ogni trasmissione una prova diversa: correre in mezzo al fuoco, sfondare un muro con la moto, sfondare un pannello di legno che sta bruciando col corpo. Insomma le studiano e poi le mettono in atto.
Io per come sono le trovo pazzesche, come trovo pazzesco il fatto di buttarsi da un ponte legati ad un filo. Ma alla fine credo che ognuno abbia la propria droga con la quale crearsi un oblio.
Ci si vuole sentire qualcuno ad ogni costo e lo si fa nel modo che più ci è congeniale.
Se un pilota entrasse in circuito con i pensiero di morire o la paura dell'incidente non farebbe neppure quel mestiere. A loro piace la sfida ed è l'unica cosa che conta. Quei ragazzi che sono diventati motociclisti o autobilisti di gran premio non hanno di sicuro iniziato perchè avevano sete di soldi o di notorietà ma perchè fare quello che facevano e fanno li fa sentire bene. Per loro morire sarebbe rinunciare a ciò che fanno, per loro quello è l'unico modo di sentirsi vivi.
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Vecchio 26-03-2007, 17.36.31   #7
Sole
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Scusa Gri ma vedo una contraddizione in quel che dici. In tutto il post fai giustametne notare che è una necessità di provare attraverso il corpo vibrazioni vitali. Sentirsi vivi, ma poi affermi:
Citazione:
Se un pilota entrasse in circuito con i pensiero di morire o la paura dell'incidente non farebbe neppure quel mestiere
Io immagino invece che il pensiero sia proprio quello, perchè diventa una sfida, tensione, e quella tensione che fa sentire la scarica e quindi sentirsi vivi.

Generalmente quando facciamo una cosa non tenendo presente mai che possiamo attraversare la strada e essere investiti, siamo tranquilli, viviamo la vita come un elastico non teso.. in maniera "fioca" .. loro la tensione la tengono alta proprio per evitare l'incident, stando attenti a fare bene il percorso. La concetrazione è altissima e non ci sono elementi di disturbo. Se pensi per un minuto a chi stai sorpassando sicuro che hai paura e sbagli. La competizione c'è, ma in quel momento esisti solo tu e ciò che fai. E' questo che li fa sentire vivi probabilmente. Questo è lo sport in gnerale, più estremo per questi nominati.

Il banging jumping che nomini non è propriamente uno sport, non c'è preparazione, non c'è competizione, non c'è altro che esibizione, non c'è nemmeno coscienza... c'è solo una sensazione di morte interiore che va manifestata per sentirsi vivi. Cioè sfido non la morte in se ma la sensazione di morte interiore...
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Vecchio 26-03-2007, 17.54.56   #8
griselda
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Scusa Gri ma vedo una contraddizione in quel che dici. In tutto il post fai giustametne notare che è una necessità di provare attraverso il corpo vibrazioni vitali. Sentirsi vivi, ma poi affermi:


Io immagino invece che il pensiero sia proprio quello, perchè diventa una sfida, tensione, e quella tensione che fa sentire la scarica e quindi sentirsi vivi.

Generalmente quando facciamo una cosa non tenendo presente mai che possiamo attraversare la strada e essere investiti, siamo tranquilli, viviamo la vita come un elastico non teso.. in maniera "fioca" .. loro la tensione la tengono alta proprio per evitare l'incident, stando attenti a fare bene il percorso. La concetrazione è altissima e non ci sono elementi di disturbo. Se pensi per un minuto a chi stai sorpassando sicuro che hai paura e sbagli. La competizione c'è, ma in quel momento esisti solo tu e ciò che fai. E' questo che li fa sentire vivi probabilmente. Questo è lo sport in gnerale, più estremo per questi nominati.

Il banging jumping che nomini non è propriamente uno sport, non c'è preparazione, non c'è competizione, non c'è altro che esibizione, non c'è nemmeno coscienza... c'è solo una sensazione di morte interiore che va manifestata per sentirsi vivi. Cioè sfido non la morte in se ma la sensazione di morte interiore...
Forse non si è capito quello che volevo dire sono convinta di quello che ho detto ma forse dovevo puntalizzare sulla concentrazione è solo su quello che sta facendo una concentrazione massima per arrivare al risultato migliore... Come anche nel pattinaggio o altro... sono convinta che se mentre pattini ad esempio ma poi vale per tutto se in quel momento la tua concentrazione va sull'errore o sulla caduta o sulla morte o su quello che vuoi la concentrazione se ne va e ti succede proprio ciò a cui hai pensato. Non so se si capisce.
Ma non sono d'accordo neppure sull'elastico perchè guarda caso non vanno da soli a farlo. Tutta adrenalina con la quale si ubriacano.

Ultima modifica di griselda : 26-03-2007 alle ore 17.57.48.
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Vecchio 26-03-2007, 18.09.13   #9
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Generalmente quando facciamo una cosa non tenendo presente mai che possiamo attraversare la strada e essere investiti, siamo tranquilli, viviamo la vita come un elastico non teso.. in maniera "fioca" .. loro la tensione la tengono alta proprio per evitare l'incident, stando attenti a fare bene il percorso. La concetrazione è altissima e non ci sono elementi di disturbo. Se pensi per un minuto a chi stai sorpassando sicuro che hai paura e sbagli. La competizione c'è, ma in quel momento esisti solo tu e ciò che fai. E' questo che li fa sentire vivi probabilmente. Questo è lo sport in gnerale, più estremo per questi nominati.

...
Sono d'accordo. Se vogliamo, collegando la cosa a quello che dice Kael, non è necessario essere " professionista" di uno sport ( estremo). La sensazione che si ricerca, la sfida con se stessi e per dimostrare di esserci, è un fatto che avviene anche nella vita di tutti i giorni. Sostanzialmente suppongo che cambi l'intensità sia di manifestazione che di durata ma l'adrenalina è proporzionata a ciò che si fa o anche al grado di pericolo. In genere tra il sentirsi vivi e l'essere uno " normale" c'è quel sottile confine che è di difficile individuazione secondo me. Più semplice quindi identificarlo in uno sport estremo.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 26-03-2007, 19.14.48   #10
Kael
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Oltre a ciò che avete detto voi, aggiungo anche che non è indispensabile ricrearsi queste condizioni di rischio estremo per dare il meglio di sè... Lo stimolo (che negli sport estremi si ricerca esternamente) può anche essere indotto internamente...

Vien facile a tutti essere super concentrati e "vivi" quando c'è di mezzo la propria vita... ma perchè in cose più "normali" (tipo il lavoro, un hobby, ecc) si fa tanta difficoltà?

Un uomo può (dovrebbe..) dare il meglio di sè anche nelle piccole cose quotidiane, e credo che questo sarebbe un traguardo di gran lunga superiore a qualsiasi tipo di sport estremo...
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Vecchio 26-03-2007, 19.23.10   #11
griselda
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Oltre a ciò che avete detto voi, aggiungo anche che non è indispensabile ricrearsi queste condizioni di rischio estremo per dare il meglio di sè... Lo stimolo (che negli sport estremi si ricerca esternamente) può anche essere indotto internamente...

Vien facile a tutti essere super concentrati e "vivi" quando c'è di mezzo la propria vita... ma perchè in cose più "normali" (tipo il lavoro, un hobby, ecc) si fa tanta difficoltà?

Un uomo può (dovrebbe..) dare il meglio di sè anche nelle piccole cose quotidiane, e credo che questo sarebbe un traguardo di gran lunga superiore a qualsiasi tipo di sport estremo...
Mi piace molto questo risvolto della medaglia come convogliare quelle energie che potrei definire sprecate per vivere appieno la propria vita: fare il leone sempre.
Bella questa cosa Kael si proprio bella.
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Vecchio 26-03-2007, 20.12.10   #12
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Un uomo può (dovrebbe..) dare il meglio di sè anche nelle piccole cose quotidiane, e credo che questo sarebbe un traguardo di gran lunga superiore a qualsiasi tipo di sport estremo...
Il fatto è che nel pensiero comune è più difficile( da fare/esercitare) uno sport estremo che non fare un tipo di lavoro o avere un passatempo.
Non a caso tanti " spettatori" guardano questo tipo di attività estrema come una cosa per chi possiede doti particolari o almeno al di sopra della media e molti, addirittura, neanche si sognerebbero di fare uno sport del genere.
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Vecchio 26-03-2007, 21.49.04   #13
Lion
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Oltre a quello che avete detto voi sul bisogno di sentirsi vivi che concordo, credo inoltre che nel fare il bunging jumping o sport come la formula 1, ci sia un enorme bisogno di poter dire di essere coraggiosi e forti, per poter dimostrare di non avere paura.

Per esempio anche le persone che si lanciano col paracadute per hobby, credo che oltre al bisogno di sentire quell'adrenalina che li fa sentire vivi, ci sia anche molta dimostrazione.. Anche perchè non è da tutti avere il coraggio o l'incoscenza, a seconda dei punti di vista... , di buttarsi da 4000 m e non sapere se dopo un paio di minuti si è ancora in questo mondo o no..

Poi vabbè, secondo me va vista come una droga, alla fine penso ricerchino la stessa cosa delle persone che si fanno di eroina o droghe simili.. è sempre un ricercare la felicità (apparente) e il bisogno di trovare sempre stimoli più grandi, e sfidarsi sempre di più. Ad esempio il drogato, dopo un pò di tempo che assume una certa dose di droga, non gli basterà più ed avrà sempre bisogno di dosi maggiori, perchè il suo corpo si è abituato a quella dose e quindi non prova più l'euforia che provava all'inizio. Altrettanto una persona che pratica sport estremi, dopo un pò che fa il bunging jumping, non gli basterà più, ed avrà sempre bisogno di sfide più difficili fino all'estremo.. non a caso molti di loro finiscono per morire perchè arrivano al limite e non si accorgono di sorpassarlo, fino a che qualcosa non va storto, e ci lasciano la pelle!
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Vecchio 26-03-2007, 23.29.33   #14
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secondo me va vista come una droga, alla fine penso ricerchino la stessa cosa delle persone che si fanno di eroina o droghe simili.. è sempre un ricercare la felicità (apparente) e il bisogno di trovare sempre stimoli più grandi, e sfidarsi sempre di più. Ad esempio il drogato, dopo un pò di tempo che assume una certa dose di droga, non gli basterà più ed avrà sempre bisogno di dosi maggiori, perchè il suo corpo si è abituato a quella dose e quindi non prova più l'euforia che provava all'inizio. Altrettanto una persona che pratica sport estremi, dopo un pò che fa il bunging jumping, non gli basterà più, ed avrà sempre bisogno di sfide più difficili fino all'estremo.. non a caso molti di loro finiscono per morire perchè arrivano al limite e non si accorgono di sorpassarlo, fino a che qualcosa non va storto, e ci lasciano la pelle!
Questa analogia, gia venuta fuori, mi pare sia interessante.
E' vero che bisogna avere delle " doti" particolari, ad esempio per lanciarsi col paracadute. Potremmo per assurdo, visto che abbiamo posto sullo stesso piano il paracadutista e chi si droga( che non me ne vogliano i paracadutisti o i drogati.. ) citare l'analogia anche per quanto concerne la ricerca della sensazione che da un lato ci eleva, facendosi sentire al di sopra o anche al di fuori di questa dimensione, e dall'altro ci consente, conseguenzialmente, di ri-provare la stessa sensazione ad ogni " azione", ogni volta fino all'assuefazione.
Ma come dice Kael provare una sensazione di questo tipo non è prerogativa di chi si lancia col paracadute o all'opposto solo di chi si droga( mettiamoci anche l'alcool in questa categoria..và), ma può essere ricercata anche per le piccole cose.
Ora mi sorge( più di ) una domanda: perchè quando si fa uno sport estremo si da(rebbe) il meglio di se ( pensiero questo di molti spettatori ed anche di chi pratica questi sport)? Se vogliamo anche chi trova nella droga una valvola di sfogo ha in se una certa dose di incoscienza. Questo permette ad entrambi di fare " qualcosa fuori dal comune".
Quale è la differenza tra chi pratica paracadutismo, ad esempio, e chi si " impegna" in un lavoro?
Quale è la differenza tra coraggio ed incoscienza?
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Vecchio 27-03-2007, 01.14.01   #15
Kael
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Quale è la differenza tra chi pratica paracadutismo, ad esempio, e chi si " impegna" in un lavoro?
Il fatto che nel primo caso si "usa" uno stimolo esterno (auto-provocato) che può essere appunto il rischio di finire fuori strada a 300 km/h (nel caso dell'automobilismo... per tornare in topic), mentre nel secondo caso si usa direttamente uno stimolo interno, auto indotto, o in altre parole, ci si usa...

Ad esempio, per dare il meglio di me nella corsa, potrei fare in modo che un pitbull mi corra dietro... il pitbull in questo caso è uno stimolo esterno che mi "spinge" a correre al massimo delle mie possibilità...
Ma posso raggiungere questo mio massimo (e in quanto "mio", appunto, il pitbull non c'entra..) nella corsa anche se faccio in modo di spingermi da solo, senza bisogno dello stimolo esterno... ottengo lo stesso e senza mettere a repentaglio la mia vita... Tutto sta nel saper usare qualcosa di interno (volontà..) o di avere invece bisogno di spinte esterne...

Nel caso del paracadutismo invece non ci vedo nulla di sportivo (e infatti non ci sono competizioni al riguardo, ma solo esibizioni...) se non quello di nutrire la propria ombra con emozioni forti e pericolose...

Ultima modifica di Kael : 27-03-2007 alle ore 01.18.13.
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Vecchio 27-03-2007, 09.11.08   #16
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Prendo ad esempio un episodio accaduto tempo fa’… un noto ciclista M.P. fu’ trovato morto stroncato da una overdose di sostanze stupefacenti in un appartamento di un residence nella riviera Romagnola…
L’inevitabile fine di un lungo ed inesorabile declino dalla popolarita’ alla isolata solitudine… e’ morto solo in preda ai suoi peggiori incubi…
Come la droga pure l’adrenalina ha un effetto di dipendenza fisica ma soprattutto psicologica…
Non si trattava di sport estremo… il ciclismo rientra in uno sport competitivo ma non estremo… non entro nel merito della cronaca… non parlo di doping… ma prendo spunto da questa storia per dire come spesso accade che ex-campioni cadono nella morsa delle sostanze stupefacenti… oppure dell’alcool (ex-campione inglese di calcio).
L’aspetto psicologico del campione che non riesce a mantenere la prestazione sempre al massimo livello…
Non sempre… ma capita che poi devia verso altre dipendenze che lo illudano di essere ancora lassu’… sulla vetta… quello che diceva giustamente Kael… nutrire la propria ombra.
In pratica l’adrenalina e’ una sostanza paragonabile alla droga… il senso di euforia e’ simile… peccato che e’ illusoria… poi vi e’ la ricaduta… il crack-down.
Un carattere debole rischia di cadere nella dipendenza… il drogato viene appunto anche definito “tossico-dipendente” per l’impossibilita’ di astenersi dall’assumere droga per nutrire l’ombra e mantenere alto lo stato di “paradiso artificiale”…
Per analogia pure alcuni “sportivi” non riescono ad astenersi dall’indurre nel loro corpo quella particolare sostanza chiamata adrenalina… sono forti-emozioni dipendenti.
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Vecchio 27-03-2007, 12.21.27   #17
Kael
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Per "caso" oggi in home ho trovato questo aforisma:

"Gli uomini hanno bisogno di qualche attività esterna, perché sono inattivi dentro."
Schopenhauer Arthur

Penso che sia riconducibile al discorso... quell'essere "inattivi dentro" rimanda sia al concetto di una scarsa volontà nel fare le cose (usarsi), sia ad una sorta di apatia interiore che si cerca di placare appunto nutrendosi di emozioni forti e pericolose...
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Vecchio 28-03-2007, 14.32.58   #18
Ray
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Si dice giustamente che chi attua pratiche estreme cerca l'adrenalina... ok, ma perchè lo fa?

Non sto parlando di tossici, la dipendenza arriva dopo. Anche per la droga paradossalmente vale il discorso (senza nulla togliere alo "psicologico" che parla di fughe... fughe si ma verso dove e da cosa?). Sto parlando della spinta iniziale, spinta che porta a cercare qualcosa di estremo, di altro, di "di più"...

Alla fine cercano tutti Dio... solo che non lo sanno.

Si potrebbe dire anche che chi usa il bunging jumping cerca con la mano sinistra... Kael vorrebbe tutti sulla destra , anche se concordo col suo distinguere interno-esterno, ma sposterei più sul essere o no consapevoli di quel che si cerca in realtà.
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Vecchio 29-03-2007, 11.25.24   #19
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Non mi pare di aver detto di preferire la via destra, ma solo che questa è meno pericolosa della sinistra. Lo scopo è dare il meglio di se, che sia poi in uno sport estremo o nel fare la spesa nel quotidiano questo poco importa.
Le strade del Signore sono infinite... ognuno ha la sua.
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Vecchio 28-03-2011, 15.27.57   #20
Edera
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non c'è altro che esibizione, non c'è nemmeno coscienza... c'è solo una sensazione di morte interiore che va manifestata per sentirsi vivi. Cioè sfido non la morte in se ma la sensazione di morte interiore...
Sì è proprio per sfidare quel dannoso senso di morte interiore. E' che personalmente vengo trattenuta dalla consapevolezza dei meccanismi che muovono questa mia attrazione e quindi non ho mai cercato seriamente un punto lancio. Ma ultimamente mi è tornato il pallino dopo averne scoperto uno sulle montagne dalle mie parti... E' un richiamo davvero forte per me e ogni tanto mi dico :" Sì è per sfidare quel senso di morte interiore, non c'è coscienza, non c'è competizione ma perchè non la smetti di giudicarti e di volerti più coscienziosa di quello che sei e lo fai?" Magari sarebbe lo stesso in qualche modo liberatorio e metaforico di qualcos'altro.
Tutti gli sport d'aria mi attraggono un sacco anche il paracadute, l'aliante, la mongolfiera ognuno a suo modo
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Vecchio 28-03-2011, 16.25.21   #21
Astral
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C'è un senso di piacere nel vedere anche la morte ed il dolore, recondito in ogni essere umano.
Nell'Antica Roma era il combattimento tra schiavi e belve feroci, la corrida, gli sport pericolosi. Su youtube.it i video più cliccati sono quelli di squali che divora prede o attaccano le persone.

Io non li chiamerei nemmeno sport, lo sport dovrebbe essere una disciplina che promuove il benessere, lo sviluppo del corpo, ed in alcuni casi il gioco di squadra e la competizione.

Quindi chi pratica l'adrenalina estrema cerca la mano sinistra?
Schiantarsi a 300 all'ora, o fare cose pericolose lo trovo tutto l'opposto dello sport.
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Vecchio 28-03-2011, 23.47.12   #22
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ma si puo' chiamare sport una corsa a 300 all'ora su una pista?
Penso che la risposta sia Assoultamente si ma che la domanda sia altrettanto riduttiva. Fare il pilota non significa solo correre come un matto, ma i grandi piloti sono anche grandi meccanici infatti devono essere loro a dare le indicazioni riguardo l'asset che deve avere la vettura.

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ma cosa cercano questi personaggi che mettono costantemente a rischio la loro vita
Penso che la vita anche se non si fà il pilota sia costantemente a rischio, quello che cercano credo dipenda dalla persona, c'è chi lo fà per soldi, chi lo fà per fama, ma i migliori sono quelli che lo fanno per Passione e che si vede che si divertono quando corrono (vedi un Valentino Rossi).
Tra l'altro a livello di sicurezza credo che sia più sicuro correre in un circuito da professionista che andare in giro con il motorino per Roma.

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La passione nel fare ciò che si fà!

Che ne pensi?
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Vecchio 29-03-2011, 00.15.24   #23
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La passione nel fare ciò che si fà!
E la passione proprio per quello da dove gli viene?

A parte questo, ho sempre fatto fatica a considerare sport discipline come l'automobilismo, ma non per i 300 all'ora, per il fatto dell'enorme incidenza che ha il mezzo usato sulla prestazione.
A pallone usano tutti lo stesso pallone. Certo, io posso avere le scapette migliori delle tue, ma il vantaggio è minimo, se non zero. Già con gli sci cambia qualcosina in più... ma bon, credo che il concetto sia chiaro.
La tecnica conta sempre, ma più spazio si prende l'oggetto tecnologico, meno ne lascia alla capacità umana.
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Vecchio 29-03-2011, 02.00.32   #24
Il Folle
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E la passione proprio per quello da dove gli viene?
Solitamente penso che venga tramandata, infatti si trovano spesso piloti che sono figli di piloti. In altri casi invece penso che si tratti di un qualcosa di naturale, e comunque penso che questa considerazione si possa applicare a molti campi e non solo quello del motociclismo/automobilismo.

Citazione:
La tecnica conta sempre, ma più spazio si prende l'oggetto tecnologico, meno ne lascia alla capacità umana.
Non sono daccordo perchè l'oggetto tecnologico è comunque frutto della capacità umana. Non a caso esiste il campionato piloti e il campionato costruttori.
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Vecchio 29-03-2011, 09.07.54   #25
Uno
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L'automobilismo inteso come auto in pista con piloti che debbono avere determinati requisiti può essere considerato sport, uno sport tecnologico ma pur sempre con caratteristiche da sport. Io non ho mai provato ma deve essere dura reggere un gran premio, ci vuole anche una notevole preparazione atletica.

Però andare a 200 all'ora con una fiat uno modificata in una strada statale e sotto l'effetto di alcolici e stupefacenti certamente non è sport. Ma anche se togliamo alcoolici e stupefacenti non è sport.
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