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Vecchio 06-08-2007, 01.26.49   #1
LightEntity
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Predefinito Sull'illuminazione...

Ciao a tutti!
Questi giorni mi è capitato di riflettere su cosa cavolo sia questa illuminazione.
Ed ho iniziato a ragionare:

Ammettiamo che esistono due realtà, diciamo una realtà dove si vive da non illuminati, ed una realtà dove si vive da illuminati.
Ammettiamo che queste realtà siano paradigmi, cioè dei sistemi di credenze che ti fanno vivere quella determinata realtà, che ti fanno vivere quel determinato stato di consapevolezza.
Quindi ho pensato a due insiemi, uno quello della realtà dello stato non illuminato e l'altro che ingloba il primo, la realtà di illuminato.
Il paradigma della realtà da illuminato ingloba il paradigma della realta di non illuminato perchè si pensa che nella realtà da illuminato si veda e si riconosca la realtà di non illuminato come una realtà non completa, separata, da cui comunque lo stato illuminato non è indipendente poichè l'illuminato unisce il non illuminato.
E così mi son detto che il non illuminato rappresenta le numerose personalità separate e contradditorie dell'umanità, l'ego, la contraddizione, la paura, la separazione che causa la sofferenza e l'inconsapevolezza ordinaria in cui vive ora l'umanità.
Poi c'è l'insieme dell'illuminato che rappresenta (amettendo che sia vero ciò che dicono che sia) la completezza, l'unità, l'amore incondizionato, il sentirsi in armonia con tutto, ecc...
Ora mi chiedo come può una persona passare da un paradigma ad un altro? Come può un individuo non illuminato uscire da questo insieme da questo paradigma e diventare un individuo illuminato?
Allora ho provato a pensare, che è impossibile con gli strumenti che ci sono nella realtà non illuminata arrivare alla realtà illuminata prchè vivendo nel paradigma, cioè vivendo dove la realtà appare per quello che è, non esiste nulla oltre a ciò che già c'è per misurare una realtà "diversa" eccetto che la creazione di qualcosa dal nulla che permetta tale possibilità. Nel senso, se utilizzando al posto degli insiemi illuminato/non illuminato gli insiemi "strumento metro/strumento radar" , non riusciremo mai, misurando con una cordella metrica a misurare quanto dista con precisione, per via degli errori sistematici, una distanza di svariati kilometri. Solo lo strumento radar ci dà con abbastanza precisione la grandezza di questa misura perchè riunisce in sè molti meno errori di rilevazione. Gli errori di rilevazione dello strumento metro possiamo paragonarlo agli errori che compie l'ego separato nel rilevare una realtà molto più grande rispetto alla piccolezza che è in sè l'ego. Con l'ego non si potrà mai capire con esattezza cosa significhi illuminazione proprio come una cordella metrica non potrà mai riuscire ad afferrare con precisione una distanza di svariate centinaia di kilometri.
Quindi come fare?
Si può forse costruire con l'ego un sistema avanzato tipo il radar per arrivare ad afferrare quel grande concetto che è l'illuminazione?
Io penso che l'unico modo sia di creare con l'ego stesso una falla nel sistema egoico, cioè nel meccanismo con cui granparte delle persone vivono. Granparte di noi viviamo in modo ciclico e ripetitivo, come degli automi. Questa ciclicità è l'ego a darcela, cioè i nostri pensieri inconsci. Se noi riuscissimo a creare una falla nel modo di comportarci forse il sistema ego riuscirà a comprendere la sua natura separata. L'ego può comprendere la sua natura separata solo riconoscendo la sua grandissima contraddizione, cioè ammettendo che l'ego è ciò che non siamo, ogni sua convinzione si contraddice con altre e con se stessa. Quindi se noi come un chirurgo andassimo ad operare in tutti queste contraddizioni forse prima o poi riusciremmo a mandare in casino tutto il sistema separato dell'ego poichè l'ego riconoscerebbe a se stesso la sua grande contraddizione. Solo a questo punto potremmo essere pronti per afferrare la verità più grande, perchè l'ego non funziona più come dovrebbe.
Si verrebbe a creare un effetto domino dove tutta la realtà che stava in piedi grazie all'ego verrebbe a crollare.
E se crolla la realtà dell'ego allora cosa può sopraggiungere? Forse l'illuminazione?
Io non lo so, queste sono solo farneticazioni dell'ego...


Ultima modifica di LightEntity : 06-08-2007 alle ore 01.29.00.
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Vecchio 06-08-2007, 01.47.28   #2
Kael
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Il paradigma della realtà da illuminato ingloba il paradigma della realta di non illuminato
Fosse anche solo per questo, la tua teoria collasserebbe... Se la prima ingloba la seconda, "distruggendo" la seconda la prima non sarebbe più la stessa, ma sarebbe monca e quindi non completa/illuminata...

Fermo restando che quella sulla dualità è una questione che crea sempre incomprensioni... ma se distruggo il buio anche la luce cessa di esistere no? La dualità serve come termine di paragone, non posso stabilire il bello o brutto se non ho almeno due elementi da confrontare. Quindi se distruggo il brutto anche il bello cessa di esistere.

Più semplicemente io penso che per raggiungere l'illuminazione devo illuminarmi. Come? Osservare, osservare il più possibile... Ogni volta che osservo un evento, apporto luce. Più eventi osservo, più luce apporto. Se gli eventi che osservo non sono solo esterni ma anche interni, inizio ad apportare luce anche internamente.
Questo sarà solo il primo passo, sarebbe troppo facile se fosse tutto qui... però come dice qualunque saggio la regola numero 2 è: prima impara regola numero 1.

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Vecchio 06-08-2007, 02.00.39   #3
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Esatto!
Non è possibile distruggere la realtà non illuminata.
E su questo non ci piove.
Forse ho parlato di distruzione del paradigma inteso come distruzione della barriera che ci separa dalla verità.
Distruzione dell'ego... mmm, non penso sia possibile. Forse sarebbe più utile parlare di unificazione dell'ego piuttosto che distruzione, oppure osservazione dell'ego per quello che è come dici tu.
Ed è esattamente con l'osservazione che si può operare l'ego come un chirurgo. L'osservazione unifica. L'identificazione nell'ego divide oppure porta all'osservazione stessa attraverso l'esperienza per cui sembra impossibile non andare più avanti e quindi sei costretto ad osservare ciò che ti capita...

Non riusciremo più ad andare avanti, per questo saremo costretti ad osservare...
...Ed a cambiare

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Vecchio 06-08-2007, 09.55.54   #4
turaz
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osservazione, contemplazione, modifica pensiero, parola e azione.
questi sono i "passi" a mio avviso.
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Vecchio 06-08-2007, 10.39.51   #5
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Ciao Light,
Parafrasando Kael, ogni tanto arrivi e inizi a parlare di astrofisica (metafora) senza che prima stabiliamo come chiamare le stelle , però vedo spontanea genuinità e mi permetto di prendere alcuni punti dei tuoi post.
Non sono due realtà è la stessa, solo che la maggior parte non è conosciuta, come se parlassimo di stelle lontane oltre la nostra percezione diretta, sempre lo stesso universo sono, non ci sono barriere ma comunque non possiamo direttamente vederle, il problema è della nostra vista.

Gli strumenti sono qui, vero, dobbiamo utilizzare ciò che abbiamo... ma debbo contraddirti, dal giusto punto di vista con una cordicella posso misurare distanze incredibili... anzi anche distanze astronomiche, se non ci riesci vuol dire che o non hai il punto di vista giusto o non riesci a fare i calcoli prospettici, cioè catturare e comprendere l'analogia.
Sull'ego si è detto già tanto... ma alla fine l'unica cosa sintetica che conta è saperlo usare.

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Vecchio 06-08-2007, 15.02.44   #6
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Ammettiamo che le due realtà siano la stessa realtà.
Possiamo chiamarli punti di vista.
Ammettiamo che ci sia il punto si vista separato e il punto di vista globale che riunisce il punto di vista separato. Così dimostriamo che l'insieme della realtà illuminata ingloba l'insieme della realtà non illuminata. E quindi non è altro che una realtà che contiene l'altra realtà e quindi fa tutto parte dello stesso insieme, della stessa realtà.
Quindi le due realtà coesistono. Possiamo chiamare tutto questo l'universo che contiene se stesso.
Questo conferma l'ipotesi che tutto è connesso, cioè che c'è un'univoca realtà.
Ammettiamo che questa univoca realtà si chiami verità.
Cioè che tutto ciò che sta al di sotto della verità è tutto un punto di vista incompleto ma sempre "vero", separato ma non indipendente dalla verità e dal tutto.
A questo punto possiamo affermare che ci sono due modi di vedere la realtà. Uno che è il punto di vista incompleto, ed uno che è il punto di vista completo, integrale, cioè vedi tutto per ciò che è senza contraddizioni e distinzioni. Il punto di vistà completo contiene tutti i punti di vista minori separati.
Quindi, il non illuminato vive osservando tutto dal punto di vista incompleto. Vive cioè nelle contraddizioni. Quindi la frase:

Citazione:
ma debbo contraddirti
Presuppone che ci sia qualcosa di incompleto o di inesatto in certi concetti. E in realtà è così perchè dal punto di vista separato è impossibile fare concetti coerenti che non si contraddicono tra di loro altrimenti saremmo già illuminati! Quindi succede che se si guarda la realtà dal punto di vista separato si ammette che ci sia un punto di vista giusto e uno non giusto:

Citazione:
dal giusto punto di vista con una cordicella posso misurare distanze incredibili... anzi anche distanze astronomiche, se non ci riesci vuol dire che o non hai il punto di vista giusto o non riesci a fare i calcoli prospettici, cioè catturare e comprendere l'analogia.
Ma in realtà non esisterebbe nella realtà ultima che abbiamo chiamato verità un punto di vista giusto, poichè un punto di vista non è altro che un punto di vista, e niente di più, si tratta di un modo di pensare separato che non ingloba in sè il tutto.
Si presuppone quindi che la realtà dell'illuminato siccome comprende tutto il complesso, vede la cosa da un punto di vista che in realtà non esiste, cioè vede tutto per ciò che è senza punti di vista particolari. Semplicemente ha la vista senza un punto. Oppure si può affermare che esso vede, da un punto di vista più ampio, più completo e ingloba in un punto di vista più largo i punti di vista minori. Di un bicchiere per esempio consideri non solo l'interno ma anche l'esterno, non vedi solo il caldo ma vedi anche il freddo allo stesso tempo, perchè tutto è relativo e non puoi dire che una cosa è così oppure che è cola se non hai un punto di vista. Puoi solo osservare la cosa per quello che è.
In sintesi il fatto che non riesco a misurare distanze astronomiche con una cordicella più che dal punto di vista dipenderebbe dalla poca funzionalità nel farlo.
Perchè dovrei cimentarmi in una simile impresa che mi richiederebbe secoli se ho a disposizione altri metodi più efficaci che già conosco o che magari posso creare in tempo più breve? E che vedono in modo più ampio e completo la grandezza da misurare?
Quindi sarebbe molto più funzionale invece che perdersi nei meandri della mente separata, nell'ego, osservare tutto nel complesso, così si ha più libertà di godersi la vita invece che crearsi problemi che non esistono come il trovare un modo di misurare con la cordella quando esistono infiniti altri sistemi più vantaggiosi.
Ma cosa significa godersi la vita?
Forse potrebbe essere che una persona che vive facendosi le seghe mentali cercando soluzioni a dei problemi che già sono praticamente risolti come il cercare di misurare 100km con il centimetro quando hai già a disposizione altri sistemi con un punto di vista più ampio come il radar per misurare la stessa distanza.
Ma cos'è che non ci permette di goderci la vita?
E' forse il fatto che pensiamo che il problema non sia già stato risolto, cioè il continuare a pensare in modo separato ed incompleto.
Cioè nella realtà da illuminato i problemi sono nel complesso già risolti poichè hai tutti i punti di vista o meglio hai la vista senza il punto, e in effetti il cercare di risolvere un problema nella realtà non illuminata significa trovare un giusto punto di vista e non la vista senza il punto. Quindi mentre nella realtà illuminata i punti di vistà ci sono tutti e non ci sono problemi reali da risolvere, nella realtà non illuminata, ci sono solo problemi senza soluzione e solo infiniti punti di vista in cui puoi vedere una cosa che in realtà non ha bisogno di punti di vista per essere appunto osservata.

Alla fine, se si vuole veramente risolvere i problemi, cioè trovare la soluzione ad un determinato quesito, l'unico modo è essere consapevoli che la soluzione al quesito c'è già, la sappiamo già, ed ecco che il problema cessa di esistere, e vediamo tutto per quello che è. Così come nella legge duale, non esiste vera libertà se continua a persistere il presupposto che ci sia un padrone che ci schiavizza(non c'è vittima senza carnefice), così come nel esempio sopra non esiste la soluzione se continua a persistere il problema(non c'è consapevolezza della verità senza inconsapevolezza). E' solo riconoscendo che il problema ha già la soluzione che il problema cessa di essere tale. E così come riconosciamo che non siamo vittime di alcun carnefice, allora riconosceremo che sappiamo già la risposta al determinato problema.

Tutto questo lungo discorso potrebbe far parte dell'osservare le contraddizioni della mente, e nell'operare chirurgicamente la mente al fine di farla impazzire per far spazio a qualcosa di nuovo oppure far entrare nella mente stessa nuove domande che allarghino il punto di vista esistente...
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Vecchio 06-08-2007, 15.11.23   #7
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sono completamente d'accordo light entity.
inoltre un punto di vista allargato... è un punto di vista.
e se non vi fosse quello non allargato tu non capiresti di allargarti.
pertanto ha senso "forzare" per fare in modo che tutti abbiano lo stesso punto di vista?
a mio avviso no.
contemplare il tutto significa a mio sentire ammirare ogni punto di vista.
altrimenti è solo un (abile) gioco dell'ego "separatorio".
tutto è "perfetto" così come è.
in quest'epoca ad esempio ove all'apparenza esistono mille contraddizioni c'è l'opportunità per chi allarga la propria visuale di arrivare ad avere un punto di vista impossibile prima quando tutto era "ovattato".

sei d'accordo?
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Vecchio 06-08-2007, 15.40.27   #8
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Citazione:
turazsono completamente d'accordo light entity.
inoltre un punto di vista allargato... è un punto di vista.
e se non vi fosse quello non allargato tu non capiresti di allargarti.
pertanto ha senso "forzare" per fare in modo che tutti abbiano lo stesso punto di vista?
a mio avviso no.
contemplare il tutto significa a mio sentire ammirare ogni punto di vista.
altrimenti è solo un (abile) gioco dell'ego "separatorio".
tutto è "perfetto" così come è.
in quest'epoca ad esempio ove all'apparenza esistono mille contraddizioni c'è l'opportunità per chi allarga la propria visuale di arrivare ad avere un punto di vista impossibile prima quando tutto era "ovattato".

sei d'accordo?
Si, questo si avvicina molto a ciò che intendevo...
Come sempre non posso non essere d'accordo perchè il disaccordo presuppone che esista un modo di vedere le cose in modo giusto o non giusto, quindi in modo separato. Tutto è perfetto così com'è e tutti hanno ragione e tutti sono nel giusto. Ma non tutti sono nella consapevolezza di essere nel giusto poichè presuppongono nei pensieri inconsci che non tutto sia perfetto. Molti per esempio presuppongono guando c'è sia sopra che il sotto, che ci sia solo il sotto senza riconoscere che in realtà c'è anche il sopra guardato da un altro punto di vista. Solo gli illuminati probabilmente sanno di essere nel giusto, cioè sanno che tutto è perfetto così com'è. Noi no.
Tutti hanno ragione ma molti vivono una realtà incompleta in cui pensano di non avere ragione.
Tutti abbiamo ragione a meno che pensiamo(soprattutto inconsciamente) di non avercela.

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Vecchio 06-08-2007, 15.46.25   #9
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Io non ho mai affermato Light che se ho strumenti sofisticati devo continuare ad usare la cordicella, ho detto che è possibile... del resto ancor oggi per le misure astronomiche si usano sistemi che anche se al posto della cordicella usano puntatori di diverso tipo alla fine calcolano i valori con mezzi molto simili...

Puoi (e parlo pure a Turi) fare ciò che vuoi, puoi destrutturare la mente, puoi nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che i problemi non esistano... ma alla fine l'unica cosa che otterrai sarà di non vederli tu... di pagarne comunque le conseguenze se queste ci sono.

Il concetto di destrutturazione della mente è quanto di più mostruoso è stato partorito nel 20° secolo... un modo per incapronire le persone senza neanche far fatica, tanto fanno tutto da soli... anzi vogliono essere aiutati a farlo.
Volendo sintetizzare dice: la mente è finita quindi per comprendere l'infinito devo eliminare la mente... ci sono due errori di fondo, primo la mente è infinita siamo noi che la limitiamo, secondo... senza mente come fai a interagire con tutto quel ben di Dio a cui potrai accedere? Lo farai come un bambino: "ohhh, che meraviglia! " il che non è male ma non è il Tutto

Con una tazzina non posso prendere tutta l'acqua del mare.... se la rompo ne prendo di più?
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Vecchio 06-08-2007, 15.48.31   #10
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esattamente.
ma se non vi fosse chi non ha ragione chi ha ragione non capirebbe di avercela e viceversa.
chiaramente tutto ciò svanisce in un "puff" uscendo dal duale.
ma per uscire dal duale usi la mente e discerni cosa è "giusto" e cosa "no".
pertanto sebbene venga abilmente "mascherato" e lo si faccia passare come "non giudizio" il giudizio è la "vela" che ci fa procedere

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Vecchio 06-08-2007, 15.55.17   #11
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per uno:
puoi da tazzina passare a tazza e via all'infinito ma sino a che non sei il mare ho idea che qualcosa manchi e per essere il mare quello che lo contiene deve "svanire" a mio sentire.
poi questo non significa "destrutturare la mente" significa "fonderla" unificando l'osservato e l'oggetto dell'osservazione semplicemente.
osservando questo dialogo mi viene in mente un ricordo di un libro di chopra letto.
ove parlava del "blocco" al quinto livello di consapevolezza (dio è creatore)
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Vecchio 06-08-2007, 16.06.14   #12
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Uno: Con una tazzina non posso prendere tutta l'acqua del mare.... se la rompo ne prendo di più?
E se la tazzina in questione fosse fatta di ghiaccio, quindi se noi sciogliamo la tazzina che contiene poca acqua invece di romperla ( perchè si sa che non è possibile rompere la mente), possiamo accedere all'infinità del resto del mare. Altrimenti vedremmo solo la tazzina e il suo misero contenuto di acqua.
Penso che per la mente avvenga lo stesso. Ci perdiamo in una tazzina ghiacciata d'acqua che sta poco a sciogliersi in se stessa, quando attorno a noi c'è la vastità di tutto quello che c'è tutto da goderci e mai ancora esplorato.
Ci perdiamo in un misero meccanismo mentale che sta poco a sciogliersi in se stesso quando in realtà esiste una vastità di universo e di mondo tutto da esplorare.
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Vecchio 06-08-2007, 16.08.59   #13
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"unione" tra osservatore e oggetto dell'osservazione.
fondendosi e vivendo.
altrimenti c'è ancora qualcosa che manca a mio sentire.
ma il "paradosso" è che a mio avviso prima di "fondere" devi separare per conoscere.
quindi parti distanziandoti per poi ritornare "dentro" in un costante equilibrio.
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Vecchio 06-08-2007, 17.12.26   #14
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E' vero Light (ma pure Turi), ti perdi (ecco il senso di perdizione) in un meccanismo mentale, consideri la tazzina te stesso altrimenti non ti spaventerebbe così tanto... e non cercheresti di farla diventare ciò che non è.

Ma ancor di più sarebbe importante conoscerla... ho evitato per non sembrare aggressivo ma se volete aprire un thread sulla mente per dire cos'è... o meglio secondo voi cos'è, potremmo discutere su basi comuni o comunque sapendo cosa intende l'altro.
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Vecchio 06-08-2007, 17.16.39   #15
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tu lo chiameresti passaggio da mente individuale a mente universale.
(almeno penso)
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Vecchio 06-08-2007, 18.19.43   #16
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Una tazzina non può contenere tutto il mare, ma se gettiamo una tazzina nel mare e la lasciamo galleggiare questa mano a mano si riempie d'acqua diventando tutt'uno con il mare....
Ma se la tazzina la tiro fuori dall'acqua, il suo contenuto per forza sarà limitato....
Quindi si è tutt'uno con il tutto solo immersi nel tutto e non separati....
Ed essere immersi nel tutto in poche parole è anche vivere la vita di tutti i giorni, senza imprese spettacolari, ma vissuta con serenità e con uno spirito diverso perchè si vede tutto con occhi nuovi....e si percepisce il tutto in maniera diversa e non più limitata....
Tipo quell'uomo non più giovane che aveva perso tutto e ha imparato a vivere con i barboni e scoperto che non è tanto importante avere quanto essere.....
Molti illuminati della storia, tipo i santi, hanno cambiato modo di vivere radicalmente, solo perchè hanno spostato il loro baricentro su altre cose, prima di tutto mettere da una parte se stessi, per essere veramente se stessi...
A me è capitato qualche volta, poche in verità, che dimenticandomi di me stessa davo il meglio di me stessa e quei momenti li posso ricordare come di felicità pura e molto di più..... come la tazzina immersa nel mare, non la vedi più ma c'è e quanta acqua può contenere......
La mente siamo noi che la vogliamo limitare.... il tutto è alla nostra portata perchè ne siamo immersi..... ma finchè al tutto contrapponiamo noi stessi è come estrarre la tazzina dal mare.... e pensare di averlo tutto per noi....
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Vecchio 06-08-2007, 19.07.11   #17
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Stella for president !!

A parte gli scherzi... se cerchi lavoro, se sei disposta a lavorare in remissione (pure dei peccati ), in coccocò e chichirichi ti ricavo un posto per segretaria di , se mi sbrighi così le pratiche è un'affare per me...
Adesso aspettiamo i "se" e i "ma" con la coscienza a posto.
Il caso "è chiuso"

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Vecchio 07-08-2007, 10.15.30   #18
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non vedo ne se ne ma per quanto mi riguarda. ha espresso lo stesso concetto con altre parole ))))

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Vecchio 07-08-2007, 10.23.23   #19
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A parte gli scherzi... se cerchi lavoro, se sei disposta a lavorare in remissione (pure dei peccati ), in coccocò e chichirichi ti ricavo un posto per segretaria di , se mi sbrighi così le pratiche è un'affare per me...
Adesso aspettiamo i "se" e i "ma" con la coscienza a posto.
Il caso "è chiuso"

Grazie !!!!! Per me è un piacere.....
Scherzi a parte, in sto come un pesce nell'acqua..... per quanto mi è possibile ci starei sempre.....
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Vecchio 07-08-2007, 12.04.49   #20
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bello no?
ti disseti alla sorgente...eterna
ciauzz
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