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Vecchio 20-08-2007, 13.48.47   #1
Kael
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Predefinito Il Dubbio

Il Dubbio è una cosa importante. Importantissima.
Anche se oggi è vissuto male (si rapporta ad una persona insicura), il dubbio è veramente l'unico modo che un uomo ha a sua disposizione per sciogliere le sue cristallizzazioni errate, che, a quanto si dica, sono enormi e numerose in ognuno di noi.
Idee sbagliate, false convinzioni, pregiudizi di ogni tipo... chi non ne ha?

Se la certezza di un uomo è la roccia, il dubbio è il piccolo paletto di legno conficcato in una venatura di essa che bagnato si gonfia fino a spaccarla in due...
C'è un lavoro fondamentale di umiltà alla base: riconoscere che non si è infallibili e mettere in gioco se stessi e le proprie convinzioni. Se non si fa questo, escluderemo a priori che la nostra idea sia sbagliata, e continueremo a vivere portandoci questo macigno addosso...

Proprio perchè la natura tende alla diversificazione, così come ogni cristallo di neve è diverso seppur simile agli altri, così le nostre idee/cristallizzazioni non possono andar bene sempre. Avere una certezza significa generalizzare. E chi generalizza si perde la magnificenza dei particolari, delle quasi invisibili differenze che esistono in ogni cosa creata.

Anche in ciò che si ritiene inconfutabilmente vero, in ciò di cui siamo così sicuri da scommettere un braccio o una gamba, infilare un piccolo dubbio significa lasciarsi aperta la porta del nuovo, dell'inatteso, della scoperta. Significa non negarsi la possibilità di imparare, di allargare gli orizzonti della nostra mente e di noi stessi.

E' il dubbio che sveglia, che mantiene vivi, che muove... come l'acqua che scorre sorgiva.
Le certezze uccidono, addormentano, appesantiscono... come una roccia immobile al centro della terra...
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Vecchio 20-08-2007, 17.32.52   #2
RedWitch
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Il dubbio è la capacità di mettersi in gioco, l'elasticità e l'umiltà di non dare mai per scontato nulla.. invece in genere accade che si cominciano a dare per scontate cose che si imparano, si considerano come punti fermi ed immutabili, e ci si dimentica che quelle che oggi crediamo certezze, fino a poco tempo fa non lo erano... ecco se non ci dimenticassimo di questo, forse sarebbe un po' meno facile addormentarsi dentro a quelle che crediamo certezze... è sempre un discorso di riferimenti (almeno da quel che vedo su di me). Smonto una "certezza" e ne costruisco un'altra.. fino a quando non smonto anche quella e così via.. è come se spostassi la roccia, il dubbio la spacca in due, ma dal dubbio nasce una nuova falsa certezza... bisognerebbe avere sempre l'elesticità, la spontaneità di riuscire ad avere continuamente dubbi, e di non permettere che quelle certezze che ci fanno sentire al sicuro di cristallizzarsi così tanto da dover poi essere frantumate..
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Vecchio 20-08-2007, 19.56.42   #3
Era
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effettivamente se non scaturisse mai il dubbio...
ci si butterebbe in qualsiasi azione...attività...esperienza...
forti di false certezze.....che diventano tali solo quando
hai provato...sperimentato...valutato...senza contare che
ciò che è certo oggi....può non esserlo domani....
ogni esperienza....pur simile ad un' altra....non è mai
la stessa.....cambiano le varienti...le persone...quindi
porsi un dubbio è come prendere tempo...per meglio
valutare....
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Vecchio 20-08-2007, 21.34.17   #4
Ray
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Il Dubbio è una cosa importante. Importantissima.
Anche se oggi è vissuto male (si rapporta ad una persona insicura), il dubbio è veramente l'unico modo che un uomo ha a sua disposizione per sciogliere le sue cristallizzazioni errate, che, a quanto si dica, sono enormi e numerose in ognuno di noi.
Idee sbagliate, false convinzioni, pregiudizi di ogni tipo... chi non ne ha?

Se la certezza di un uomo è la roccia, il dubbio è il piccolo paletto di legno conficcato in una venatura di essa che bagnato si gonfia fino a spaccarla in due...
C'è un lavoro fondamentale di umiltà alla base: riconoscere che non si è infallibili e mettere in gioco se stessi e le proprie convinzioni. Se non si fa questo, escluderemo a priori che la nostra idea sia sbagliata, e continueremo a vivere portandoci questo macigno addosso...

Proprio perchè la natura tende alla diversificazione, così come ogni cristallo di neve è diverso seppur simile agli altri, così le nostre idee/cristallizzazioni non possono andar bene sempre. Avere una certezza significa generalizzare. E chi generalizza si perde la magnificenza dei particolari, delle quasi invisibili differenze che esistono in ogni cosa creata.

Anche in ciò che si ritiene inconfutabilmente vero, in ciò di cui siamo così sicuri da scommettere un braccio o una gamba, infilare un piccolo dubbio significa lasciarsi aperta la porta del nuovo, dell'inatteso, della scoperta. Significa non negarsi la possibilità di imparare, di allargare gli orizzonti della nostra mente e di noi stessi.

E' il dubbio che sveglia, che mantiene vivi, che muove... come l'acqua che scorre sorgiva.
Le certezze uccidono, addormentano, appesantiscono... come una roccia immobile al centro della terra...
Ohè, ma sei sicuro?

PS: bentornà
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Vecchio 21-08-2007, 00.29.05   #5
Grey Owl
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Il dubbio è un potente modo di sciogliere... ma se non si controlla il dubbio si può diventare dubbiosi oltemodo e quindi insicuri...

Quello che intendo è che se controlliamo il dubbio esso ci aiuta nel solvere le cristallizzazioni errate... ma se ci facciamo travolgere dai dubbi allora è un potente solvente che scioglie anche il "buono" e questo non è bene...

Il dubbio mediato dall'umiltà ci rende elastici come ha ben detto red... il dubbio è come il paletto che spacca la roccia... il macigno... bella immagine Kael... ma se non controllo il paletto conficcato nella roccia spacco in un punto non necessario... per rimanere nell'analogia... il dubbio và controllato con l'umiltà ed il cuore.

Un detto recita... il cuore non ha dubbi... e quindi quale miglior "controllore" dei dubbi... l'umiltà ne è l'azione.

PS: scusate l'ultima frase se non risulterà comprensibile... ma così mi è venuta e così l'ho lasciata.
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Vecchio 21-08-2007, 00.33.47   #6
Kael
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effettivamente se non scaturisse mai il dubbio...
ci si butterebbe in qualsiasi azione...attività...esperienza...
forti di false certezze.....che diventano tali solo quando
hai provato...sperimentato...valutato...senza contare che
ciò che è certo oggi....può non esserlo domani....
ogni esperienza....pur simile ad un' altra....non è mai
la stessa.....cambiano le varienti...le persone...quindi
porsi un dubbio è come prendere tempo...per meglio
valutare....
Sono daccordo con te Era, anche se col mio post volevo porre più l'accento sul fatto che, se si crede di conoscere una cosa, non ci si apre ad essa e non si sta attenti... Chi starebbe attento a scuola se la maestra spiegasse una cosa che già sappiamo? Penseremmo sicuramente ad altro, e questo significherebbe "chiudersi" alla lezione della maestra..
Lasciare aperta la porta del dubbio permette di cogliere il particolare, di non fermarsi alla apparenze, di saper penetrare insomma il "sottile"...

Proprio per il fatto che in natura le cose possono anche essere simili ma MAI uguali, bisognerebbe impedire alla mente di dire "sono certa che è così" ancora prima di aver analizzato attentamente la questione, anche se conosciamo molto bene un gran numero di questioni simili...
Con questo non dico che non abbiamo mai ragione... certe convinzioni possono anche rivelarsi giuste, ma ci saremmo tolti la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo, se non ci fossimo infilati in testa un piccolo dubbio.

Lasciarsi sempre aperta la porta del dubbio non è cosa facile per la mente, a lei piace restare sempre uguale (cristallizzata) così da potersi specchiare e compiacersi della sua "forma".
Imparare una cosa nuova invece significa far cambiare forma alla mente... e a lei questo non piace proprio...
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Vecchio 21-08-2007, 00.41.28   #7
Kael
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Il dubbio è un potente modo di sciogliere... ma se non si controlla il dubbio si può diventare dubbiosi oltemodo e quindi insicuri...
Eccerto, anche credere di non sapere niente per molti è una "certezza"..
Come dici giustamente nel resto del tuo post, la via di mezzo è sempre quella più saggia.
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Vecchio 21-08-2007, 11.29.29   #8
RedWitch
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Sono daccordo con te Era, anche se col mio post volevo porre più l'accento sul fatto che, se si crede di conoscere una cosa, non ci si apre ad essa e non si sta attenti... Chi starebbe attento a scuola se la maestra spiegasse una cosa che già sappiamo? Penseremmo sicuramente ad altro, e questo significherebbe "chiudersi" alla lezione della maestra..
Lasciare aperta la porta del dubbio permette di cogliere il particolare, di non fermarsi alla apparenze, di saper penetrare insomma il "sottile"...
Quando si è convinti di conoscere una cosa, qualunque essa sia, si diventa arroganti, si crede di non avere nulla più da imparare sull'argomento, e quindi ci si pone in una posizione di difesa della propria opinione, e di superiorità nei confronti di chi ci sta parlando, chiunque esso sia (e lì c'è l'altra falsa certezza.. ascoltare solo chi crediamo sopra di noi)... forse un'apertura all'ascolto (sincero pero'..) puo' essere un buon modo per aprirsi anche al dubbio...


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Eccerto, anche credere di non sapere niente per molti è una "certezza"..
Come dici giustamente nel resto del tuo post, la via di mezzo è sempre quella più saggia.
Questa è una trappola della mente uguale a quella del sapere tutto...una posizione tanto tanto tanto comoda...
cerchiamo la via di mezzo si..
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Vecchio 21-08-2007, 12.14.25   #9
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forse un'apertura all'ascolto (sincero pero'..) puo' essere un buon modo per aprirsi anche al dubbio...
Io la vedrei meglio messa al contrario, cioè aprirsi al dubbio permette di aprirsi anche all'ascolto (e quindi a imparare cose nuove). Il senso però è lo stesso. Non bisogna lasciare che la mente si inventi sempre mille scuse per non tentare nemmeno di cambiare.. Ogni strumento, quando inizia a credere di vivere di vita propria, quando assume un certo livello di autonomia, non ha nessun interesse a cambiare, perchè questo significherebbe in qualche modo "morire".
Ma si sa, se il bruco non "muore", non ci sarà nessuna farfalla...
Se il seme non "muore", non ci sarà nessun nuovo albero...
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Vecchio 21-08-2007, 13.22.59   #10
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Secondo me il dubbio dovrebbe essere usato per trovare nuove certezze che poi possano creare nuovi dubbi e così via usarli come gradini di una scala per spostarsi e mai rimanere fermi perchè il dubbio in se stesso è fermo come la certezza.
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Vecchio 22-08-2007, 09.04.46   #11
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Secondo me il dubbio dovrebbe essere usato per trovare nuove certezze che poi possano creare nuovi dubbi e così via usarli come gradini di una scala per spostarsi e mai rimanere fermi perchè il dubbio in se stesso è fermo come la certezza.
Che è come dire che
dubbio = solve
certezza = coagula

Ma se è così, se dubbio e certezza sono due aspetti-momenti-fasi diverse dello stesso processo, quale è questo processo?
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Vecchio 22-08-2007, 12.40.18   #12
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Che è come dire che
dubbio = solve
certezza = coagula

Ma se è così, se dubbio e certezza sono due aspetti-momenti-fasi diverse dello stesso processo, quale è questo processo?
che tra dubbio e certezza c'è l' attenzione per comprendere...
perchè un dubbio diventa certezza?
in altre parole....se dubito cadono le certezze...
quindi erano false certezze?

maròòòò che dubbio mi è venuto!!!!
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Vecchio 22-08-2007, 13.35.48   #13
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Il dubbio e la certezza sono due facce opposte della stessa medaglia...
La ricerca della verità.....
Avere dei dubbi significa esplorare più strade, significa cercare per poi poter escludere o accettare....
Il dubbio fa parte dell'uomo che pensa e che ragiona.
Tante volte un dubbio si trasforma in certezza, il processo mentale comunque è sempre quello della ricerca....
Ogni dubbio che diventa certezza è un passo avanti verso la verità, ma visto che nulla è assoluto, per ogni certezza assodata si pongono nuove domande e altrettanti dubbi...
Gli unici dubbi che non si possono avere sono su quelle cose scientificamente dimostrate....
Per esempio, nessuno dubita più che la terra sia rotonda...

Se il dubbio solve e la certezza coagula, si tratta sempre di una materia che può essere lavorata.... come un metallo o una lega di metalli.... a seconda dello stato di lavorazione...
per arrivare a qualcosa di puro....
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Vecchio 22-08-2007, 13.42.12   #14
griselda
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Che è come dire che
dubbio = solve
certezza = coagula

Ma se è così, se dubbio e certezza sono due aspetti-momenti-fasi diverse dello stesso processo, quale è questo processo?
L'elasticità per riuscire un giorno a saper discernere il vero dal falso?
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Vecchio 22-08-2007, 16.51.04   #15
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Che è come dire che
dubbio = solve
certezza = coagula

Ma se è così, se dubbio e certezza sono due aspetti-momenti-fasi diverse dello stesso processo, quale è questo processo?
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Se il dubbio solve e la certezza coagula, si tratta sempre di una materia che può essere lavorata.... come un metallo o una lega di metalli.... a seconda dello stato di lavorazione...
per arrivare a qualcosa di puro....
Dovrebbe essere il processo di crescita dell'uomo... che lavora per diventare Uomo... dal piombo in oro...
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Vecchio 22-08-2007, 17.24.10   #16
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Il dubbio e la certezza sono due facce opposte della stessa medaglia...
La ricerca della verità.....
Uhm, dunque vediamo, la verità (o quella che magari cerchiamo, la Verità) dovrebbe essere qualcosa di oggettivo, di indipendente a noi e che noi forse possiamo trovare.

Però dubbio e certezza sono due atteggiamenti interiori, che possono essere solo mentali o in qualche modo coinvolgere tutto l'essere (ma se parliamo di mente vera e non di intelletto la distinzione forse si perde in questo caso).

Quindi io la vedo così... un pittore dipinge il panorama che ha di fronte per quel che gli permettono i suoi sensi e la sua abilità e i materiali che ha a disposizione. Traccia una penellata di blu, la guarda e si è certo che cosrrisponda alla realtà che cerca di riprodurre. Poi guiarda meglio, ha un dubbio, allora cancella e riprova con un blu un po' diverso (o pittura sopra o quel che è, insomma corregge) ed ecco che si adesso va meglio, un'altra certezza migliore della prima e via così...

Noi cerchiamo di riprodurre...
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Vecchio 22-08-2007, 19.14.38   #17
Sole
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E così la certezza successiva nasce sempre da un dubbio voluto e cercato (il guardare meglio il segno blu).
Eppure se metto tutto me stesso, interamente in qualcosa non può che venir bene, perchè è il massimo che posso.
Se lo faccio con la certezza che sarà il meglio che posso fare (certezza), lo vedrò e dirò posso far meglio (dubbio). Quindi in questo caso sia la certezza che il dubbio mi impediscono di mettere tutto me stesso nel tracciare il segno. Sembra siano entrambe certezze.
Mettere se stessi in questo caso significa immergersi nel segno blu e successivamente forse anche riconoscersi. Non posso correggerlo, posso guardarlo e poi fare altro.
Il dubbio nasce dal fatto che non sappiamo copletamente essere noi stessi nel fare, qualcosa è macchiato. Da cui la certezza per difesa e il dubbio per pentimento. La riproduzione apposta perchè non siamo in grado di esser certi di noi stessi e di chi siamo.. ancora.

Almeno adesso la vedo così...
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Vecchio 23-08-2007, 01.24.43   #18
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Il dubbio e la certezza è come quando da piccolo cercavo di controllare il manubrio della bicicletta...

Le prime volte era difficile mantenere l'equilibrio perchè ancora non riuscivo ad avere la giusta velocità...

Per ovviare alle rovinose cadute oscillavo il manubrio tra dubbio e certezza e le pedalate insicure...

Ricordo ancora il momento in cui sentii l'aria sul viso e la bicicletta che correva veloce... l'ebrezza e la gioia... pedalavo con forza...

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Vecchio 23-08-2007, 08.35.33   #19
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
E così la certezza successiva nasce sempre da un dubbio voluto e cercato (il guardare meglio il segno blu).
Eppure se metto tutto me stesso, interamente in qualcosa non può che venir bene, perchè è il massimo che posso.
Se lo faccio con la certezza che sarà il meglio che posso fare (certezza), lo vedrò e dirò posso far meglio (dubbio). Quindi in questo caso sia la certezza che il dubbio mi impediscono di mettere tutto me stesso nel tracciare il segno. Sembra siano entrambe certezze.
Mettere se stessi in questo caso significa immergersi nel segno blu e successivamente forse anche riconoscersi. Non posso correggerlo, posso guardarlo e poi fare altro.
Il dubbio nasce dal fatto che non sappiamo copletamente essere noi stessi nel fare, qualcosa è macchiato. Da cui la certezza per difesa e il dubbio per pentimento. La riproduzione apposta perchè non siamo in grado di esser certi di noi stessi e di chi siamo.. ancora.

Almeno adesso la vedo così...
Eh, forse hai preso un po' troppo alla lettera la metafora... il pittore è la mente e il blu è l'argomento sul quale siamo, di volta in volta, certi o dubbiosi.

Anche sta cosa del mettere tutti se stessi e se metto tutto me stesso allora viene per forza bene... quel "tutti se stessi" varia nel tempo... a furia di metterlo sto "tutto te stesso" esso cresce...
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Vecchio 23-08-2007, 12.54.23   #20
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Anche sta cosa del mettere tutti se stessi e se metto tutto me stesso allora viene per forza bene... quel "tutti se stessi" varia nel tempo... a furia di metterlo sto "tutto te stesso" esso cresce...
ed è male?
vuoi dire che in quel "tutto se stesso" c'è anche
l' ego carogna?
o che accresce quel "se stesso" attivo?
mi spieghi per favore?
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Vecchio 23-08-2007, 13.09.16   #21
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ed è male?
vuoi dire che in quel "tutto se stesso" c'è anche
l' ego carogna?
o che accresce quel "se stesso" attivo?
mi spieghi per favore?
Mi accodo alla richiesta di Era, sono un po' confusa anche io su questo mettere tutto te stesso......................
Grazie
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Vecchio 23-08-2007, 13.41.21   #22
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Il solve e coagula è un procedimento abbastanza doloroso... ogni volta che ci "spacchiamo" in due lo facciamo con gran dolore, anche se è l'unico modo almeno all'inizio non credo però sia il migliore.

Quando all'inizio parlavo dell'importanza del dubbio, non volevo essere estremista e parlare del dubbio "cristallizzato" (che è anch'esso una certezza). Immaginiamo un materiale tipo la creta... se lo lascio solidificare troppo, poi per fargli cambiare forma dovrò per forza "spaccarlo" in due, solverlo... un procedimento drastico e doloroso...

L'ideale invece secondo me è non permettere alla creta di solidificare... tenere insomma la creta sempre quel tantino bagnata con una piccola goccia d'acqua ogni tanto (infilare quel piccolo dubbio che dicevo prima...) così da averla sempre abbastanza densa da conservare la forma, si, ma al tempo stesso da poterla modellare via via che la nostra esperienza cambia senza doverla "rompere". Per analogia, se la creta è la nostra mente, vorrebbe dire avere una mente "elastica", non troppo molle ma nemmeno troppo dura... una mente cioè aperta al nuovo, si, ma abbastanza compatta da non perdere la sua integralità... (e ciò che ha imparato finora).

Mi sembra che Grey sia andato vicino a questo mio pensiero, col suo post:
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Per ovviare alle rovinose cadute oscillavo il manubrio tra dubbio e certezza e le pedalate insicure...
Tenere cioè il manubrio in modo "elastico"... non troppo rigido che altrimenti al primo sasso o curva cado perchè non posso compensare con le braccia, ma nemmeno troppo molle da non poterlo governare...
Far lavorare insieme il dubbio e la certezza insomma, in modo che diventino una cosa sola, il che equivale secondo me ad avere la giusta elasticità mentale per non farsi imprigionare in false certezze o cristallizzazioni sbagliate.

Come dicevo prima però, alla mente sembra non piacergli affatto questo restare sempre un po' "umida"... appena può si "secca", si convince di alcune cose, e poi per fargli cambiare forma sono dolori...

Ultima modifica di Kael : 23-08-2007 alle ore 13.49.08.
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Vecchio 23-08-2007, 15.12.50   #23
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Eh, forse hai preso un po' troppo alla lettera la metafora... il pittore è la mente e il blu è l'argomento sul quale siamo, di volta in volta, certi o dubbiosi.

Anche sta cosa del mettere tutti se stessi e se metto tutto me stesso allora viene per forza bene... quel "tutti se stessi" varia nel tempo... a furia di metterlo sto "tutto te stesso" esso cresce...
Mi mantenevo in metafora, forse troppo.

Mi rendo conto che mi sono spiegata malissimo.. non ho messo tutta me stessa...
Quel che volevo dire è che nel momento che scelgo la via migliore di fare qualcosa tra le diverse alternative che si propongono e fan parte della mia sfera di possibilità personali, non ho dubbio e non ho certezza. Eseguo. Successivamente imparerò altre possibilità e le acquisirò nella mia sfera di scelte possibili, così probabilmente la scelta fatta precedentemente non risulterà più la migliore ma lo era al momento. Non c'è il dubbio che lo fosse e nemmeno la certezza. E qui confermo il tuo discorso (in effetti non lo negava neppure prima facevo ulteriori considerazioni).
Aumentando la conoscenza di se stessi aumenta la capacità di stare sul filo tra il dubbio e la certezza nel vivere gli eventi.
Infatti se si è in dubbio ci si ferma se si è certi non si impara.
Il dubbio serve se ruota insieme alla certezza, se insieme si uniscono in vortice tanto da creare un nucleo centrale di azione.

Condivido che le certezze chiudono al dialogo e all'ascolto, ma ci sono Individui che son certi di loro stessi e della conoscenza che han di loro eppure sono aperti a nuove esperienze. Anche qui l'assolutismo non è garanzia.
C'è la possibilità che il dubbio espresso esternamente sia la manifestazione della troppa chiusura/certezza interna, così come il troppo dubbio interiore sia la manifestazione della certezza riversata esternamente.
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Vecchio 23-08-2007, 21.48.16   #24
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ed è male?
vuoi dire che in quel "tutto se stesso" c'è anche
l' ego carogna?
o che accresce quel "se stesso" attivo?
mi spieghi per favore?
Che poi ha già risposto Sole... no che non è male, anzi. Intendevo solo che anche nel "mettere tutti se stessi" c'è dinamica, oggi metto tutto me stesso, domani cresco (anche grazie a oggi) ed ecco che mettendo tutto me stesso metto di più (è imprecisa messa così ma credo si capisca) e via così.

Quindi mettendo tutto me stesso faccio certamente bene si, ma "bene" sempre in relazione alle mie attuali possibilità. Neanche questo "bene" va cristallizzato o rischio di non crescere. Sempre tenere la porta aperta al dubbio come dice Kael, a proposito del cui discorso sottolineo l'importanza di quel che ha detto sul tenere la creta sempre un po' umida. Il coagula e il solve ci sono sempre ma se non cristallizzo mai il solve non dsarà doloroso come all'inizio (si parte sempre con roba cristallizzata male) e man mano che imparo riuscirò a tenermi fluido meglio.
Ray non è connesso  
Vecchio 16-09-2007, 19.37.32   #25
Sole
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Rileggevo questa discussione e mi è venuto in mente un esempio di come il dubbio e la certezza possano restare insieme morbidi, umidi, in collaborazione.
Qualche tempo fà mi è stato insegnato ad impugnare una Katana (una spada samurai). Questa va impugnata con entrambe le mani, la sinistra sotto con il l manico che poggia appena sul palmo in maniera che non possa sfuggire e sia salda/poggiata, il polso resta rigido e da la direzione; la destra si posiziona sopra la sinistra appena sotto il paracolpi, il palmo aderisce bene mentre le dita e il polso restano morbidi. Questa morbidezza del polso destro fa si che ricevendo un colpoo la spada vibri e resti salda tra le mani, altrimenti se ci fosse rigidità in entrambi i polsi la katana paradossalmente cadrebbe dalla mani. Come quando riceviamo un colpo e siamo rigidi .. oppure siamo morbidi e ammortizziamo.
Dove vedo l'analogia? Nella mano sinistra vedo la certezza, rigidità che direziona, nella destra vedo il dubbio che fa si che la mente (spada) resti morbida e non ceda, non cada, non si spezzi, insieme dubbio e certezza fan si che la spada colpisca il segno.
Sole non è connesso  
 


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