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Vecchio 25-01-2010, 15.35.24   #26
dafne
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Mai pensato, in questo momento sono rilassatissima Daf perchè anche io come te, lo vedi che siamo simili sotto molti aspetti, proprio per questi motivi di tensioni continue credo, non riesco a fare il TA, e come te, mi irrito etc da qualche tempo ho realizzato che devo farlo punto, MA DEVO SMETTERE di aspettarmi un risultato, e questo per me è uno di quei problemi, presente il circo animaletto fai-carota-carota-fai? ecco sono così anzi lo è la mia mente , razionalmente lo so ma devo anche imparare a sentire che è così con ogni parte di me.
Fare per fare, non per avere accipercolina!!!
Ok, ma allora lo vedi che non lo hai accettato il tuo stato di impotenza?
Lo hai modificato, hai mosso le tue energie in modo che non si direzionassero direttamente sul tuo obiettivo (fare TA) ma verso il tentativo di farlo.

Non sò se mi stò arrampicando sugli specchi ma non credo che l'essere umano sia davvero impotente, credo che possa diversamente direzionare le sue energie.

Di fronte a un terremoto posso assistere impotente o rimboccarmi le maniche e dare una mano o tirare fuori il portafoglio e dare un aiuto economico o, anche se fà sorridere, se non ho altro ritirarmi in preghiera per chi soffre.
Questa non è impotenza o perlomeno non impotenza di quella che genera frustrazione.

Siamo impotenti (ma sono solo pensieri miei del momento eh) quando ci limitiamo a vedere ciò che ci succede in un solo modo.

In un rapporto sessuale siamo impotenti quando dovremmo saper fare una cosa in quel modo e in quel tempo..infatti molti impotenti diventano stupratori per superare l'empasse...

mah
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Vecchio 25-01-2010, 15.39.31   #27
Ray
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Originalmente inviato da gibbi Visualizza messaggio
Mi sfugge chi e in base a quali parametri si decide che è stato fatto tutto quanto si poteva e che è il momento di arrendersi.
Beh, i parametri dovrebbero essere l'esperienza e la realtà... anche se questa tua domanda fa un po' a pugni con la frustrazione... quando vogliamo a tutti i costi, ostinatamente, un risultato esterno di solito nn lesiniamo sforzi. Se di pigrizia si tratta di solito siamo più disposti all'auto-indulgenza. Ma tutto potrebbe essere, per carità...

Facciamo degli esempi: Mettiamo che io mi trovi per la prima volta di fronte ad un bersaglio per le freccette e non ho mai visto nessuno giocarci.
In questo caso sono vergine e i risultati dei miei tentativi dovrebbero rispecchiare bene i miei limiti. Cosa potrebbe succedere? Potrebbe darsi che io non riesca in nessun modo neanche ad arrivare al bersaglio e stabilire quindi che per me colpire il centro è semplicemente impossibile.
Potrebbe darsi invece che io mirando al centro colpisca il bersaglio, mettiamo una ventina di cm più in là. Questo mi dice che avrei anche potuto colpire il centro, magari per caso, quindi la cosa è in se possibile. A questo punto, riprovando, magari scopro che lo colpisco due volte su dieci... ecco il mio limite. Allenandomi potrei riuscire ad espandere questo limite ed arrivare magari a colpirlo quattro su dieci. Se continuando vedo che ad un certo punto smetto di migliorare e che devo allenarmi molto per mantenere una certa media, chessò sei su dieci, forse sono davanti ad un limite intrinseco, cioè qualcosa che o non posso superare, o che posso modificare solo con grossi sforzi.

Ma se, prima di provare, io vedessi giocare qualcuno che ci prende nove su dieci e iniziassi a dirmi qualcosa come "se lui può allora devo potere anch'io" mi infilo in un guaio...


PS: Questo è solo uno dei possibili meccanismi con cui ci infiliamo in dinamiche problematiche... ce ne sono molti altri e soprattutto il discorso in se è molto più ampio. Per iniziaire a vedere la cosa dell'impotenza in maniera più completa si dovrebbe considerare anche altre parole, come onnipotenza, limite e rapporto con esso eccetera.
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Vecchio 25-01-2010, 15.48.18   #28
griselda
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Ok, ma allora lo vedi che non lo hai accettato il tuo stato di impotenza?
Lo hai modificato, hai mosso le tue energie in modo che non si direzionassero direttamente sul tuo obiettivo (fare TA) ma verso il tentativo di farlo.

Non sò se mi stò arrampicando sugli specchi ma non credo che l'essere umano sia davvero impotente, credo che possa diversamente direzionare le sue energie.

Di fronte a un terremoto posso assistere impotente o rimboccarmi le maniche e dare una mano o tirare fuori il portafoglio e dare un aiuto economico o, anche se fà sorridere, se non ho altro ritirarmi in preghiera per chi soffre.
Questa non è impotenza o perlomeno non impotenza di quella che genera frustrazione.

Siamo impotenti (ma sono solo pensieri miei del momento eh) quando ci limitiamo a vedere ciò che ci succede in un solo modo.

In un rapporto sessuale siamo impotenti quando dovremmo saper fare una cosa in quel modo e in quel tempo..infatti molti impotenti diventano stupratori per superare l'empasse...

mah
Smettere di avere aspettative è solo questo semplicemente smettere di avere aspettative, che di solito sono più alte delle nostrer possibilità se non siamo umili e ci freghiamo da sole.
Faccio il TA senza aspettative, lo faccio punto, bene male non metto giudizio, lo faccio meglio che posso e so farlo, basta, fine punto. Caio tizio e sempronio ci riescono meglio: ecchissene frega.
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Vecchio 30-10-2010, 12.41.02   #29
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Beh, i parametri dovrebbero essere l'esperienza e la realtà... anche se questa tua domanda fa un po' a pugni con la frustrazione... quando vogliamo a tutti i costi, ostinatamente, un risultato esterno di solito nn lesiniamo sforzi. Se di pigrizia si tratta di solito siamo più disposti all'auto-indulgenza. Ma tutto potrebbe essere, per carità...

Facciamo degli esempi: Mettiamo che io mi trovi per la prima volta di fronte ad un bersaglio per le freccette e non ho mai visto nessuno giocarci.
In questo caso sono vergine e i risultati dei miei tentativi dovrebbero rispecchiare bene i miei limiti. Cosa potrebbe succedere? Potrebbe darsi che io non riesca in nessun modo neanche ad arrivare al bersaglio e stabilire quindi che per me colpire il centro è semplicemente impossibile.
Potrebbe darsi invece che io mirando al centro colpisca il bersaglio, mettiamo una ventina di cm più in là. Questo mi dice che avrei anche potuto colpire il centro, magari per caso, quindi la cosa è in se possibile. A questo punto, riprovando, magari scopro che lo colpisco due volte su dieci... ecco il mio limite. Allenandomi potrei riuscire ad espandere questo limite ed arrivare magari a colpirlo quattro su dieci. Se continuando vedo che ad un certo punto smetto di migliorare e che devo allenarmi molto per mantenere una certa media, chessò sei su dieci, forse sono davanti ad un limite intrinseco, cioè qualcosa che o non posso superare, o che posso modificare solo con grossi sforzi.

Ma se, prima di provare, io vedessi giocare qualcuno che ci prende nove su dieci e iniziassi a dirmi qualcosa come "se lui può allora devo potere anch'io" mi infilo in un guaio...


PS: Questo è solo uno dei possibili meccanismi con cui ci infiliamo in dinamiche problematiche... ce ne sono molti altri e soprattutto il discorso in se è molto più ampio. Per iniziaire a vedere la cosa dell'impotenza in maniera più completa si dovrebbe considerare anche altre parole, come onnipotenza, limite e rapporto con esso eccetera.
Riprendo questo post di Ray per cercare di mettere un pò in ordine i miei mille pensieri sparsi.

Dunque mi par di capire che lo stato d'impotenza può provenire da un raffronto invalidante con chi fà quella cosa in moido migliore, dandoci un'errata percezione dei nostri limiti (taro i miei limiti non sui miei risultati ma su quegli degli altri).
Quindi aspettative.
Poi c'è quello che ho scritto su Freud che mi rendo conto di non aver assorbito bene.

Poi mi colpisce la questione pigrizia. Mi tocca molto da vicino e mi chiedo quanto di quello che io vivo come non-possibile derivi da questo. Se usciamo troppo dal tema parlandone apro un a discussione a parte
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Vecchio 04-11-2010, 21.29.08   #30
dafne
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I
Stato di impotenza: condizione della prima infanzia in cui il bambino è totalmente dipendente dalla madre per la soddisfazione dei propri bisogni. L'assenza temporanea della madre produce uno stato di tensione in cui si creano le condizioni dell'angoscia che, anche nell'età adulta, richiama questa situazione traumatica.
Dipendenza.
Ecco qua. L'onnipotente genitore e il dipendente pargolo.
Sempre di dipendenza si parla.
Devo andare anche a cercare quello che viene chiamato attaccamento, ho letto che è stata formulata da Bowlby questa teoria magari se qualcuno ha qualche indicazione sarei curiosa di esplorare meglio.
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