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Vecchio 27-08-2009, 23.35.52   #51
Ray
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ne sono perturbato se do spazio alla ricezione dell'energia formata da quel genere di pensieri (che sono cretino ecc. ecc.)
se lo pensi (seppur meccanicamente) lo hai già (anche se debolmente) espresso e quel pensiero si va ad aggiungere ad altri pensieri simili al tuo.
Faccio un tentativo di mostrarti le conseguenze di questa tua opinione.

Se sono circondato da cento persone che, in modo automatico e meccanico (quindi non veri pensieri secondo quanto dice Kael) ritengono che io sia un cretino ma nulla mi dicono, sono comunque perturbato da ciò e mi trovo costretto a "non dare spazio alla ricezione dell'energia di questi pensieri" pur non sapendo che esistono. Oppure so che esistono ma allora li percepisco consciamente, ma non credo tu pensi davvero di percepire l'atrui pensiero automatico... anzi direi che possiamo dare per scontato che sia così, correggimi se sostieni di percepire l'atrui opinione automatica e meccanica.

Questo mi porterebbe a stare perennemente in difesa preventiva, dando spazio solo a quello che mi fa comodo e tenendo fuori quello che non mi fa comodo, il tutto sempre presumendo che ci sia.
Riconoscerei inoltre agli altri, tutti gli altri, un enorme potere perturbatorio su me stesso, rendendo pressochè inutili tutti i discorsi di centratura, dato che dipenderei costantemente dalle altrui opinioni automatiche, per altro in continua mutazione.

Invece le cose non stanno così. Se tu pensi che sono un cretino mi fa un baffo, se me lo dici invece mi perturbi eccome. E stiamo parlando di pensieri automatici, non di quelli veri, beninteso. Ossia di quelli di cui tutti sono capaci, anzi di cui tutti pullulano.
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Vecchio 28-08-2009, 00.21.40   #52
luke
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Faccio un tentativo di mostrarti le conseguenze di questa tua opinione.

Se sono circondato da cento persone che, in modo automatico e meccanico (quindi non veri pensieri secondo quanto dice Kael) ritengono che io sia un cretino ma nulla mi dicono, sono comunque perturbato da ciò e mi trovo costretto a "non dare spazio alla ricezione dell'energia di questi pensieri" pur non sapendo che esistono. Oppure so che esistono ma allora li percepisco consciamente, ma non credo tu pensi davvero di percepire l'atrui pensiero automatico... anzi direi che possiamo dare per scontato che sia così, correggimi se sostieni di percepire l'atrui opinione automatica e meccanica.

Questo mi porterebbe a stare perennemente in difesa preventiva, dando spazio solo a quello che mi fa comodo e tenendo fuori quello che non mi fa comodo, il tutto sempre presumendo che ci sia.
Riconoscerei inoltre agli altri, tutti gli altri, un enorme potere perturbatorio su me stesso, rendendo pressochè inutili tutti i discorsi di centratura, dato che dipenderei costantemente dalle altrui opinioni automatiche, per altro in continua mutazione.

Invece le cose non stanno così. Se tu pensi che sono un cretino mi fa un baffo, se me lo dici invece mi perturbi eccome. E stiamo parlando di pensieri automatici, non di quelli veri, beninteso. Ossia di quelli di cui tutti sono capaci, anzi di cui tutti pullulano.
Però, a mio avviso, si dovrebbe arrivare nel corso del proprio sviluppo a non essere perturbato neanche dalle cose che mi si dicono e manifestano, perchè altrimenti non troverò mai comunque una mia centratura se ogni cosa dettami rimette tutto in circolo.

E' ovvio che le persone esprimeranno e manifesteranno ( a volte anche senza dire nulla basta uno sguardo per far capire il concetto che si pensa) sempre pensieri verso di me e buona parte di essi per quanto mi sforzi saranno comunque negativi: dovrei saper arrivare ad un punto in cui ho risolto davvero tra me e me determinate questioni, che siaaccettare la morte o altro, ed allora qualunque cosa dettami su quel particolare aspetto anche se urlata col megafono non dovrebbe più toccarmi neanche nel profondo, specie se si tratta di pensieri automatici il cui "manifestante"non si è nemmeno sforzato molto di elaborare.

Ultima modifica di luke : 28-08-2009 alle ore 00.24.10.
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Vecchio 28-08-2009, 00.32.00   #53
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Però, a mio avviso, si dovrebbe arrivare nel corso del proprio sviluppo a non essere perturbato neanche dalle cose che mi si dicono e manifestano, perchè altrimenti non troverò mai comunque una mia centratura se ogni cosa dettami rimette tutto in circolo.

E' ovvio che le persone esprimeranno e manifesteranno ( a volte anche senza dire nulla basta uno sguardo per far capire il concetto che si pensa) sempre pensieri verso di me e buona parte di essi per quanto mi sforzi saranno comunque negativi: dovrei saper arrivare ad un punto in cui ho risolto davvero tra me e me determinate questioni, che siaaccettare la morte o altro, ed allora qualunque cosa dettami su quel particolare aspetto anche se urlata col megafono non dovrebbe più toccarmi neanche nel profondo, specie se si tratta di pensieri automatici il cui "manifestante"non si è nemmeno sforzato molto di elaborare.
D'accordo se specifichiamo bene cosa intendiamo per perturbato, o almeno quanto dura la perturbazione e/o se si è in grado di ripristinare il precedente, ossia scegliere se tenersi la perturbazione o meno.
Non essere pertubati minimamente, a priori, credo richieda chiusura. Il saper invece gestire la perturbazione, o addirittura l'usarla a proprio favore potrebbe essere un risultato da sviluppo del centro.
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Vecchio 28-08-2009, 00.42.23   #54
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D'accordo se specifichiamo bene cosa intendiamo per perturbato, o almeno quanto dura la perturbazione e/o se si è in grado di ripristinare il precedente, ossia scegliere se tenersi la perturbazione o meno.
Non essere pertubati minimamente, a priori, credo richieda chiusura. Il saper invece gestire la perturbazione, o addirittura l'usarla a proprio favore potrebbe essere un risultato da sviluppo del centro.
Probabilmente dipende anche da ciò che mi viene detto: se a me gridano in faccia che sono obeso, la perturbazione dura un millesimo di secondo, il tempo di scoppiare a ridere in faccia a chi mi dice quella cosa e bast, visto che la mia costituzione fisica è all'opposto.
Certo se mi toccano su altri punti sensibili allora non sono in grado ancora di decidere quanto tenermi dentro la perturbazione, posso cercare di rifletterci sopra e se è il caso sforzarmi per migliorare nella direzione della critica, ed in tal modo la perturbazione perde man mano potenza.
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Vecchio 28-08-2009, 01.08.23   #55
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Probabilmente dipende anche da ciò che mi viene detto: se a me gridano in faccia che sono obeso, la perturbazione dura un millesimo di secondo, il tempo di scoppiare a ridere in faccia a chi mi dice quella cosa e bast, visto che la mia costituzione fisica è all'opposto.
Certo se mi toccano su altri punti sensibili allora non sono in grado ancora di decidere quanto tenermi dentro la perturbazione, posso cercare di rifletterci sopra e se è il caso sforzarmi per migliorare nella direzione della critica, ed in tal modo la perturbazione perde man mano potenza.
Comunque siamo sempre goccioline nell'oceano, per quanto individualizzate siamo sempre immersi e a contatto con tutte le altre goccioline che compongono il mare, quindi come dice Ray immaginare di essere totalmente "intoccabili" in questo senso è più una chiusura o un raccontarsela che altro...
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Vecchio 28-08-2009, 10.45.02   #56
stefano
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Questo mi porterebbe a stare perennemente in difesa preventiva, dando spazio solo a quello che mi fa comodo e tenendo fuori quello che non mi fa comodo, il tutto sempre presumendo che ci sia.
Riconoscerei inoltre agli altri, tutti gli altri, un enorme potere perturbatorio su me stesso, rendendo pressochè inutili tutti i discorsi di centratura, dato che dipenderei costantemente dalle altrui opinioni automatiche, per altro in continua mutazione.

Invece le cose non stanno così. Se tu pensi che sono un cretino mi fa un baffo, se me lo dici invece mi perturbi eccome. E stiamo parlando di pensieri automatici, non di quelli veri, beninteso. Ossia di quelli di cui tutti sono capaci, anzi di cui tutti pullulano.
provo a spiegartelo in maniera diversa (ma è chiaro che non sto parlando di Individui con centratura costante)
se tu formi un pensiero esso crea energia seppure meccanico e inconsapevole.
e va formare insieme a pensieri di carattere simile una massa.
se io interiormente non sono centrato e lascio aperte alcune porte in momenti di debolezza "capto" questo tipo di energie e in un certo senso subisco la loro influenza (non interessa se tuo o di altri ma è quello della "massa")
Pertanto a mio avviso, il pensiero negativo seppure inconsapevole e meccanico è di fatto un qualcosa che può perturbare in condizioni di non centratura costante.
ma in caso di centratura costante non mi perturberebbe nemmeno il dirmelo direttamente.

Ultima modifica di stefano : 28-08-2009 alle ore 10.47.07.
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Vecchio 28-08-2009, 11.52.52   #57
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Probabilmente dipende anche da ciò che mi viene detto: se a me gridano in faccia che sono obeso, la perturbazione dura un millesimo di secondo, il tempo di scoppiare a ridere in faccia a chi mi dice quella cosa e bast, visto che la mia costituzione fisica è all'opposto.
Certo se mi toccano su altri punti sensibili allora non sono in grado ancora di decidere quanto tenermi dentro la perturbazione, posso cercare di rifletterci sopra e se è il caso sforzarmi per migliorare nella direzione della critica, ed in tal modo la perturbazione perde man mano potenza.
Si, ma comunque sei perturbato, anche se ti dicono obeso. Questo è importante... perchè ti da un punto di riferimento sulla gestione della perturbazione. Quando ti dicono cretino (faccio un esempio) e la cosa ti tocca, ossia il sasso è più pesante e fa più onde, puoi osservare e confrontare la perturbazione con l'altra e lavorarci su.
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Vecchio 28-08-2009, 11.59.20   #58
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Ma torniamo al discorso della morte e della consapevolezza della stessa. In effetti potrebbe provocare la perturbazione maggiore e con effetti più duraturi (mi sto collegando a quanto dicevamo con Luke e Kael).
Prendiamo chessò l'esempio del medico che ci dice che ci restano tre mesi di vita (se non ce lo dice, ci tiene all'oscuro, la nostra vita non cambia di una virgola, zero perturbazione, anche se lo pensa)... la perturbazione potrebbe durare... tutta la vita.
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Vecchio 28-08-2009, 13.47.40   #59
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Ma torniamo al discorso della morte e della consapevolezza della stessa. In effetti potrebbe provocare la perturbazione maggiore e con effetti più duraturi (mi sto collegando a quanto dicevamo con Luke e Kael).
Prendiamo chessò l'esempio del medico che ci dice che ci restano tre mesi di vita (se non ce lo dice, ci tiene all'oscuro, la nostra vita non cambia di una virgola, zero perturbazione, anche se lo pensa)... la perturbazione potrebbe durare... tutta la vita.
non ti perturba per così dire "direttamente" ma di fatto sei già "perturbato" in quel caso solo che non ne sei cosciente.
in te è in corso una malattia, quindi una perturbazione che tu ne sia cosciente o meno.
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Vecchio 28-08-2009, 15.30.40   #60
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non ti perturba per così dire "direttamente" ma di fatto sei già "perturbato" in quel caso solo che non ne sei cosciente.
in te è in corso una malattia, quindi una perturbazione che tu ne sia cosciente o meno.
Il suo pensiero non ti perturba, non stavamo parlando della malattia, quelllo era il pretesto. Comunque stefano, ho capito quello che dici, e ho già detto che non sono d'accordo. Vedo anche che non c'è punto d'incontro, quindi ritengo inutile insistere. Vorrei tornassimo in tema, quindi ho proposto sta cosa della notizia morte detta da altri. Ce lo lasci fare? Partecipi anche tu al tema?
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Vecchio 28-08-2009, 15.44.08   #61
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Il suo pensiero non ti perturba, non stavamo parlando della malattia, quelllo era il pretesto. Comunque stefano, ho capito quello che dici, e ho già detto che non sono d'accordo. Vedo anche che non c'è punto d'incontro, quindi ritengo inutile insistere. Vorrei tornassimo in tema, quindi ho proposto sta cosa della notizia morte detta da altri. Ce lo lasci fare? Partecipi anche tu al tema?
ok.
secondo me se una persona nel suo cammino sonda davvero il contatto con la morte e ne prende coscienza arriva a rimanere del tutto imperturbabile anche di fronte alla notizia data da un altro sulla sua dipartita.
del resto la perturbazione nasce da paura secondo me.
pertanto se tale paura nel tempo è già stata affrontata e se ne è presa piena coscienza direi che la perturbazione non avviene.
(per chiarezza qui parlo di Individui con centratura costante)
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Vecchio 28-08-2009, 21.46.24   #62
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Ragazzi... chiunque dica qualcosa, qualsiasi cosa, a chiunque, muoverà qualcosa in quest'ultimo. Altrimenti il secondo sarebbe morto.
E' il solito discorso che spesso esce quando si parla di conquiste interiori, di risultati ottenibili spiritualmente etc...
L'imperturbabilità è cosa ben diversa dalla stagnazione, se immergo le mani in un ruscello e ci sguazzo un pò anche se le mie mani sono sporche è impossibile che io riesca a sporcare completamente il ruscello a meno che l'acqua sia poco corrente. Questo è non essere perturbabili, accogliere l'esterno e rigenerarlo secondo la nostra struttura.
Chiudendosi (a meno che non sia fatto consapevolmente per dei brevi periodi finalizzati a degli scopi) per quanto si cerchi l'ermeticità rimarranno sempre degli spazi utili alla perturbazione che avrà un effetto maggiore entrando in un sistema chiuso e probabilmente stagnante.

Luke... te ne freghi se uno ti dice che sei grasso? Dipende... se te lo dice una bella ragazza che ti intriga, non le darai peso perchè sai che non sei grasso, ma comunque qualcosa smuoverà in te, fosse solo la consapevolezza che per quanto non veda oggettivamente che sei magro se pensa di te che sei grasso etc.....
Ma vado oltre, anche se te lo dice qualcuno di cui assolutamente non ti interessa nulla... ogni parola che qualcuno ci dice è come un seme, solo se usiamo il diserbante non attacca, l'erba cresce anche sul cemento.
Poi l'effetto che fa dipende da noi...

Vado oltre e rientro in tema, la morte è la massima espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci... in un certo senso subendo passivamente il dire altrui ci avviciniamo alla morte, nostra e di chi ci parla.

Questi ultimi sono concetti più difficili di quello che può trasparire a prima vista, ma per adesso non ho modo di dire di più da solo.
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Vecchio 28-08-2009, 22.22.10   #63
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E' il solito discorso che spesso esce quando si parla di conquiste interiori, di risultati ottenibili spiritualmente etc...
L'imperturbabilità è cosa ben diversa dalla stagnazione, se immergo le mani in un ruscello e ci sguazzo un pò anche se le mie mani sono sporche è impossibile che io riesca a sporcare completamente il ruscello a meno che l'acqua sia poco corrente. Questo è non essere perturbabili, accogliere l'esterno e rigenerarlo secondo la nostra struttura.
Chiudendosi (a meno che non sia fatto consapevolmente per dei brevi periodi finalizzati a degli scopi) per quanto si cerchi l'ermeticità rimarranno sempre degli spazi utili alla perturbazione che avrà un effetto maggiore entrando in un sistema chiuso e probabilmente stagnante.

Luke... te ne freghi se uno ti dice che sei grasso? Dipende... se te lo dice una bella ragazza che ti intriga, non le darai peso perchè sai che non sei grasso, ma comunque qualcosa smuoverà in te, fosse solo la consapevolezza che per quanto non veda oggettivamente che sei magro se pensa di te che sei grasso etc.....
Ma vado oltre, anche se te lo dice qualcuno di cui assolutamente non ti interessa nulla... ogni parola che qualcuno ci dice è come un seme, solo se usiamo il diserbante non attacca, l'erba cresce anche sul cemento.
Poi l'effetto che fa dipende da noi...

Vado oltre e rientro in tema, la morte è la massima espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci... in un certo senso subendo passivamente il dire altrui ci avviciniamo alla morte, nostra e di chi ci parla.

Questi ultimi sono concetti più difficili di quello che può trasparire a prima vista, ma per adesso non ho modo di dire di più da solo.
Si, in effetti condivido quello che dici ed anche quello che dicevano ray e kael: alla fine un qualcosa dentro si smuove comunque, magari anche tramite vie traverse ed a distanza di tempo.
Effettivamente se una ragazza che mi piace mi dicesse grasso non mi farebbe molto piacere a prescindere dal fatto che non lo sono, ed anche se me lo dicesse uno di cui non mi frega niente, potrebbe poi indurmi a riflettere su come mi vedono gli altri rispetto a come mi vedo io ecc.

Quello a cui vorrei tendere è non far diventare la perturbazione un condizionamento troppo forte e lì come dici dipende da noi.
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Vecchio 30-08-2009, 17.56.36   #64
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Relativamente alla morte, c'è da dire che si tratta del'unica cosa certa nella vita, ignoriamo il come ed il quando ma purtroppo è sicura nell'accadere, a differenza di altri eventi che magari ci spaventano ma che potrebbero anche non verificarsi mai.

Ricordo di aver letto qui sul forum che dietro qualunque paura o fobia in realtà c'è sempre la paura di morire, poi noi la mascheriamo in mille modi diversi, però aver paura di morire non credo voglia dire aver accettato l'idea della morte, cosa che probabilmente non fanno neanche molti aspiranti suicidi, i quali decidono di uccidersi e basta, mentre a mio avviso accettare l'inevitabilità della propria diparita ha un senso se poi si torna a vivere in modo diverso da prima.

Anni fa vidi, mi sembra su di una rivista, un servizio dedicato ad una specie di ossario pieno di teschi, scheletri ecc al cui ingresso c'era scritta una frase che diceva grossomodo "quel che sono tu sarai, quel che sei io fui" o una cosa del genere e al momento provai una strana sensazione, poi però basta ed anche se in seguito mi sono periodicamente interessato a letture sullo spiritismo, a storie di fantasmi ecc dal punto di vista dell'accettazione della morte non ho fatto più passi avanti.....
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Vecchio 31-08-2009, 10.00.36   #65
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viso accettare l'inevitabilità della propria diparita ha un senso se poi si torna a vivere in modo diverso da prima.
Io toglierei quel se. L'accettazione vera non può non portarti a vivere diversamente da prima. L'accettazione dell'inevitabilità della morte è una piccola morte.
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Vecchio 31-08-2009, 17.48.22   #66
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Vado oltre e rientro in tema, la morte è la massima espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci... in un certo senso subendo passivamente il dire altrui ci avviciniamo alla morte, nostra e di chi ci parla.

Questi ultimi sono concetti più difficili di quello che può trasparire a prima vista, ma per adesso non ho modo di dire di più da solo.
La frase che ho sottolineato mi ha dato sensazioni forti però non riesco a definirle e soprattutto non riesco a capire quale sia il punto che maggiormente mi ha colpito...tu dici che la morte quando si avvicina a noi anche solo parlandone, ci sommerge...entra in noi con forza prepotente tanto da doverla subire passivamente, forse perchè non possiamo fare altro che accettarla?
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Vecchio 31-08-2009, 19.12.56   #67
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La frase che ho sottolineato mi ha dato sensazioni forti però non riesco a definirle e soprattutto non riesco a capire quale sia il punto che maggiormente mi ha colpito...tu dici che la morte quando si avvicina a noi anche solo parlandone, ci sommerge...entra in noi con forza prepotente tanto da doverla subire passivamente, forse perchè non possiamo fare altro che accettarla?
Non ho detto che la morte si avvicina a noi parlandone.
Ho scritto che è
"espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci..."
È l'Universo il soggetto che se ci sommerge con il suo dire ci uccide.
Provo a girartela diversamente, quando vivi normalmente, per quanto piena sia la tua vita sarà per forza di cose focalizzata in alcune cose/settori. Ci sono scelte che si fanno e scelte che non si fanno, sensazioni che si percepiscono e sensazioni che non si percepiscono, colori che si vedono e colori che non si vedono, parole che si sentono etc....
Quando muoriamo il Tutto ci sommerge, c'è chi ne ha percepito un barlume e riporta l'esperienza di una luce irreale, altri sperimentano il buio totale, il che è la stessa cosa...
C'è una totalità che normalmente filtriamo con appositi organi che ci sommerge letteralmente.... e a volerla dire tutta di solito ci disintegra ne più ne meno come nei film di fantascienza vediamo quei raggi di energia che dissolvono i corpi che incontrano.
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Vecchio 31-08-2009, 21.25.23   #68
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Quindi quel che noi chiamiamo vita è una momentanea resistenza all'universo?
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Vecchio 01-09-2009, 00.24.17   #69
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È l'Universo il soggetto che se ci sommerge con il suo dire ci uccide.
Provo a girartela diversamente, quando vivi normalmente, per quanto piena sia la tua vita sarà per forza di cose focalizzata in alcune cose/settori. Ci sono scelte che si fanno e scelte che non si fanno, sensazioni che si percepiscono e sensazioni che non si percepiscono, colori che si vedono e colori che non si vedono, parole che si sentono etc....
Quando muoriamo il Tutto ci sommerge, c'è chi ne ha percepito un barlume e riporta l'esperienza di una luce irreale, altri sperimentano il buio totale, il che è la stessa cosa...
C'è una totalità che normalmente filtriamo con appositi organi che ci sommerge letteralmente.... e a volerla dire tutta di solito ci disintegra ne più ne meno come nei film di fantascienza vediamo quei raggi di energia che dissolvono i corpi che incontrano.
Mi sembra di aver capito, il Tutto... è la nostra morte? si può, dunque, pensare che nell'attimo finale potremmo avere la percezione del Tutto, che poi pone fine all'esistenza?
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Vecchio 01-09-2009, 01.00.02   #70
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Quindi quel che noi chiamiamo vita è una momentanea resistenza all'universo?
Più che all'Universo io direi al Tutto (o al Nulla vista da un'altra parte..), al caos primordiale.
L'Universo ha una sua organizzazione dinamica anche nel micro (noi esseri umani) mentre il Tutto è quel caos privo di organizzazione da cui ogni cosa discende, sorgente stessa dell'Universo.
Quando un essere muore, quando perde cioè quegli organi adatti al filtraggio, non è più in grado di opporre resistenza a questo Tutto, che lo sommerge completamente...
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Vecchio 01-09-2009, 09.55.26   #71
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Quindi quel che noi chiamiamo vita è una momentanea resistenza all'universo?
Già, come già detto altrove per vivere occorre una grande forza di volontà, bisogna desiderare la vita. Poi in natura abbiamo l'istinto di conservazione, che però se lo analizziamo bene funziona più che altro con il fisico, infatti ci sono persone il cui corpo vive ma in realtà sono morte da un pezzo (e non sempre è così evidente)

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Mi sembra di aver capito, il Tutto... è la nostra morte? si può, dunque, pensare che nell'attimo finale potremmo avere la percezione del Tutto, che poi pone fine all'esistenza?
In un certo si può dire anche così si. In fin dei conti noi chi e cosa siamo?
Siamo qualcosa rispetto al tutto, se diventi stabilmente tutto non sei più quel qualcosa che ti rende un individuo.
Esiste una via di mezzo che non è vita (come la intendiamo normalmente) e non è morte.

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Più che all'Universo io direi al Tutto (o al Nulla vista da un'altra parte..), al caos primordiale.
L'Universo ha una sua organizzazione dinamica anche nel micro (noi esseri umani) mentre il Tutto è quel caos privo di organizzazione da cui ogni cosa discende, sorgente stessa dell'Universo.

Con Universo con la u maiuscola intendevo (intendevamo suppongo) il tutto, non stavamo parlando di questo nostro singolo, "piccolo" universo.
Quote:


Quando un essere muore, quando perde cioè quegli organi adatti al filtraggio, non è più in grado di opporre resistenza a questo Tutto, che lo sommerge completamente...
Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Qui stiamo parlando di eventi abbastanza significativi, ma piccole variazioni di questo equilibrio (tolleranza/capacità filtrativa) sono costanti durante tutte le nostre giornate e sono ciò che ci rende instabili a tutti i livelli, in un microsecondo varia la nostra percezione dell'Universo, o per essere più pragmatici, del nostro ambiente esterno prossimo.
Al di la dei piccoli io, questa è un'altra causa del fatto che ci alziamo di buon umore e dopo 10 minuti se incontriamo tizio che ci sta sulle @@ diventiamo di cattivo umore, tizio che ci sta... ci altera la percezione, ci microdanneggia o se preferite sensibilizza, gli organi di filtro ad accentuare di più alcuni tipi di percezione, cioè in questo caso quelle fastidiose che ci rendono di cattivo umore.
Se ragioniamo in altri termini, il cattivo umore (umori= fluidi corporei) dovuto a influenze fastidiose dovute ad un certo modo di lavorare di questi famosi filtri (che può essere anche per l'aver incontrato x).... predispone il nostro corpo ad essere "abitato" dal piccolo io di turno (mens sana in corpore sano, e viceversa) che ci rende irascibili, fastidiosi, irritabili etc... anche se ovviamente non è che quel piccolo io normalmente sia chissà dove.... sempre in noi è.
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Vecchio 01-09-2009, 10.15.25   #72
nikelise
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Già, come già detto altrove per vivere occorre una grande forza di volontà, bisogna desiderare la vita. Poi in natura abbiamo l'istinto di conservazione, che però se lo analizziamo bene funziona più che altro con il fisico, infatti ci sono persone il cui corpo vive ma in realtà sono morte da un pezzo (e non sempre è così evidente)



In un certo si può dire anche così si. In fin dei conti noi chi e cosa siamo?
Siamo qualcosa rispetto al tutto, se diventi stabilmente tutto non sei più quel qualcosa che ti rende un individuo.
Esiste una via di mezzo che non è vita (come la intendiamo normalmente) e non è morte.



Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Qui stiamo parlando di eventi abbastanza significativi, ma piccole variazioni di questo equilibrio (tolleranza/capacità filtrativa) sono costanti durante tutte le nostre giornate e sono ciò che ci rende instabili a tutti i livelli, in un microsecondo varia la nostra percezione dell'Universo, o per essere più pragmatici, del nostro ambiente esterno prossimo.
Al di la dei piccoli io, questa è un'altra causa del fatto che ci alziamo di buon umore e dopo 10 minuti se incontriamo tizio che ci sta sulle @@ diventiamo di cattivo umore, tizio che ci sta... ci altera la percezione, ci microdanneggia o se preferite sensibilizza, gli organi di filtro ad accentuare di più alcuni tipi di percezione, cioè in questo caso quelle fastidiose che ci rendono di cattivo umore.
Se ragioniamo in altri termini, il cattivo umore (umori= fluidi corporei) dovuto a influenze fastidiose dovute ad un certo modo di lavorare di questi famosi filtri (che può essere anche per l'aver incontrato x).... predispone il nostro corpo ad essere "abitato" dal piccolo io di turno (mens sana in corpore sano, e viceversa) che ci rende irascibili, fastidiosi, irritabili etc... anche se ovviamente non è che quel piccolo io normalmente sia chissà dove.... sempre in noi è.
Forse e' un po' ot ma proviamo ,
allora l'esperienza metafisica , il misticismo , lo yoga con quel che significa , non sono altro che una maggiore esposizione al Tutto .
La meditazione , la bellezza , la musica , gli archetipi sono i modi , mezzi per allargare i punti di ingresso del Tutto e fatto entrare nella giusta misura ci danno forza ed energia psichica e fisica?
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Vecchio 01-09-2009, 16.44.37   #73
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Forse e' un po' ot ma proviamo ,
allora l'esperienza metafisica , il misticismo , lo yoga con quel che significa , non sono altro che una maggiore esposizione al Tutto .

Esatto
Quote:


La meditazione , la bellezza , la musica , gli archetipi sono i modi , mezzi per allargare i punti di ingresso del Tutto e fatto entrare nella giusta misura ci danno forza ed energia psichica e fisica?
A voler essere più precisi sono i veicoli. Lo so che veicolo e mezzo è molto simile, ma c'è una piccola sottile differenza
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Vecchio 01-09-2009, 23.45.40   #74
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In un certo si può dire anche così si. In fin dei conti noi chi e cosa siamo?
Siamo qualcosa rispetto al tutto, se diventi stabilmente tutto non sei più quel qualcosa che ti rende un individuo.
Esiste una via di mezzo che non è vita (come la intendiamo normalmente) e non è morte.
Il Tutto ci disgrega, ci assorbe nel suo insieme infinito ed espanso e l'individuo scompare, perde la sua natura umana ed entra a far parte di un quid sconosciuto dove non esiste vita, così come la concepiamo noi, nè morte...nè memoria... nè oggi.... nè futuro... potrebbe corrispondere al nulla.
E allora gli affanni, le pene, i dolori, gli amori, le paure, la felicità...dove ci portano? verso il nulla? E allora perchè cercare la via, il percorso interiore per comprendere, per avvicinarci all'imponderabile, per accostarci a questo Universo, a questa totalità che ci stritola, ci fagocita come una madre maligna quasi pronta a punire i suoi "figli" colpevoli solo di essere, di esistere in questo microcosmo senza alcuna importanza!
Il tuo post continua a turbarmi, mi sento un pò alla deriva, vivere per arrivare a sprofondare nel vuoto, nell'abisso dell'Universo...ci dovrà pur essere un qualcosa cui aggrapparsi per non precipitare del tutto!
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Vecchio 02-09-2009, 10.34.10   #75
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Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Qui stiamo parlando di eventi abbastanza significativi, ma piccole variazioni di questo equilibrio (tolleranza/capacità filtrativa) sono costanti durante tutte le nostre giornate e sono ciò che ci rende instabili a tutti i livelli, in un microsecondo varia la nostra percezione dell'Universo, o per essere più pragmatici, del nostro ambiente esterno prossimo.
Al di la dei piccoli io, questa è un'altra causa del fatto che ci alziamo di buon umore e dopo 10 minuti se incontriamo tizio che ci sta sulle @@ diventiamo di cattivo umore, tizio che ci sta... ci altera la percezione, ci microdanneggia o se preferite sensibilizza, gli organi di filtro ad accentuare di più alcuni tipi di percezione, cioè in questo caso quelle fastidiose che ci rendono di cattivo umore.
Se ragioniamo in altri termini, il cattivo umore (umori= fluidi corporei) dovuto a influenze fastidiose dovute ad un certo modo di lavorare di questi famosi filtri (che può essere anche per l'aver incontrato x).... predispone il nostro corpo ad essere "abitato" dal piccolo io di turno (mens sana in corpore sano, e viceversa) che ci rende irascibili, fastidiosi, irritabili etc... anche se ovviamente non è che quel piccolo io normalmente sia chissà dove.... sempre in noi è.
Stavo pensando rileggendo questo scritto che per come siamo fatti o diventiamo capaci di accogliere ed acccettare tutto oppure è meglio che a fasi alterne ci chiudiamo in una campana di vetro per ristabilirci?
Per come l'ho capita io è come la goccia che dai oggi dai domani fa il buco poi li ha delle perdite o la parte è indolenzita e dolorante e necessitante di cura.

Daf si definisce sociopatica ma mica sbaglia, non per lei eh, ma per tutti credo, pure io mi sento sociopatica e sono in una fase che vorrei andare in un eremo a contatto solo con la natura, sarà forse solo un'istinto di sopravvivenza che mi avvisa....? Funzionerebbe?
Conosco una persona che tra un lavoro va in convento a pregare si chiude li e ci sta per due, tre settimane in silenzio e meditazione pare che gli giovi molto.
Questo sarebbe sano egoismo o solo egoismo?
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