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Vecchio 27-12-2009, 19.07.39   #26
nikelise
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Milano, Roma, Firenze etc... tutte le città sono l'assoluto, Dio nel vero senso della parola.
Quello che volevo mostrare è che ci focalizziamo spesso, per non dire sempre, sui punti di arrivo o su quelli di partenza ma mai sul viaggio e su cosa raccogliamo per strada. Se nella metafora considerassimo anche solo l'aria, stando a Roma respiriamo una certa aria, lungo il viaggio ne respiriamo altra che cambia in continuazione, arrivati a Milano ne troviamo altra ancora. Arrivati a Milano non saremo più quelli che erano partiti da Roma (l'aria della strada fatta si è è già fissata chimicamente al nostro corpo attraverso la respirazione) e se tornassimo indietro e facessimo i pendolari più volte ogni volta saremmo cambiati.
Se all'aria ci aggiungiamo i pasti e tutto il resto, compresa la contemplazione dei paesaggi o la lettura di un libro durante il viaggio etc...

Questa metafora si può usare per qualsiasi vettore, che sia bellezza e bruttezza, tristezza e gioia, bene e male etc...
Ci saranno due città che incarnano i due estremi e molte altre (infinite) con varie sfumature, l'importante è ricordarsi di valutare il viaggio e le sue conseguenze.

----------------

Adesso vorrei anche considerare un'altra cosa. Possiamo sperare di arrivare mai al bene assoluto se non siamo mai arrivati al male assoluto?

La domanda era retorica e quindi rispondo già: no, non possiamo.
Ma al male assoluto ci siamo già arrivati quando quando siamo diventati viventi, per vivere bisogna toccare il male assoluto, come il bene assoluto, la vita è il viaggio della metafora di cui sopra.
Toccare non significa averne consapevolezza, usare o simili. Ho vissuto più di 20 anni a Roma, l'ho girata in lungo ed in largo ed ora a volte mi scopro a vedere in tv dei documentari che mi fanno scoprire cose mai pensate di questa città.
Se invece nella metafora Roma fosse l'Assoluto e noi Milano , avremmo un'anima comune : la citta' e la diversita' di non essere caput mundi .
Milano non esisterebbe senza Roma ma neppure Roma esisterebbe nella dimensione di Milano senza avere qualcosa in comune con quella .
Milano e' sia come Roma sia diversa da Roma .
Milano e' Atma , Roma e' Brahma .
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Vecchio 10-06-2010, 06.55.51   #27
nikelise
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Grazie Ray per le domande , per rispondere alle quali siamo costretti alla sintesi di tutto quello che conosciamo.
Ti riassumo la mia sintesi e quindi la mia risposta.

L'Uno ha in se' tutto ma proprio tutto cioe' tutte le dimensioni possibili e tutte le dimensioni partecipano del Tutto sia quantitativamente che qualitativamente .
Partecipano ma non sono il Tutto .
Ray che si pone queste domande si trova nella dimensione tridimensionale , nella dimensione della manifestazione , del mondo che vediamo .
Questa dimensione e' caratterizzata dal movimento di espansione e contrazione .
Lo Spirito che e' una qualita' del Tutto in questa dimensione tridimensionale e' la forza che consente in espansione la manifestazione delle cose dal Tutto ed in contrazione il ritorno al Tutto.
E' la forza che genera il mondo in espansione che vediamo e che lo portera' alla fine per contrazione .
Ci sono varie teorie sull'espansione e contrazione dell'universo infatti .
Come detto le cose sorte dal movimento di espansione hanno anche le qualita' del Tutto non sono solo quantita' , (come vuol far credere Elo ) , quindi il movimento di espansione e contrazione e' un movimento non solo nello spazio da parte delle cose materiali ma e' un movimento anche da qualita' superiore a qualita' inferiore piu' grossolana cioe' e' un movimento che comprende l'individuazione o la frammentazione all'interno di ciascun stato dell'essere quindi comprende anche anche lo stato psicologico .
Ad esempio comprende anche il movimento da uomo 1 a 2 3 4 ecc.
Comunque il movimento di espansione e contrazione e' cio' che nella nostra dimensione tridimensionale genera il concetto di spazio e di tempo e quindi tutta la problematica del divenire , dell'impermanenza delle cose della morte della vita della sofferenza ecc. .
Ma il movimento e' sia di espansione che di contrazione cioe' di ritorno all'Uno originario cosa che noi sperimentiamo gradualmente a tutti i livelli : a livello fisico con la morte mentre a livello psicologico con il concettodi uomo 4 o con l'individuazione raggiunta o con altri concetti di altre tradizioni .
Questo ritorno pero' essendo sia qualitativo che quantitativo e' graduale , nel senso che ci si riavvicina al Tutto col miglioramento graduale della qualita' della materia , con la sua minor grossolanita' con la leggerezza che acquista via via che sperimenta .
Con cio' si spiega il fenomeno della rinascita che altro non e' che la necessita' di risperimentare la vita per affinare sempre piu' la materia .
La quarta dimensione e' infatti la finestra , lo spiraglio verso una realta' diversa , quella dell'eterno presente che supera il concetto di spazio e di tempo , dove passato , presente e futuro sono compresenti e il divenire e' in parte vinto .

Detto questo allora il male , , l'inferno la caduta degli angeli non sono altro che rappresentazioni simboliche di questo movimento di espansione quindi di manifestazione a diversi livelli qualitativi e quantitativi delle cose provenienti dal Tutto
e il bene e gli angeli ecc. altra rappresentazione simbolica del movimento di contrazione cioe' di ritorno all'Unita' , al Tutto .
Il ritorno al Tutto puo' avvenire solo con l'abbandono graduale della nostra dimensione cioe' con l'abbandono della materia piu' grossolana di cui facciamo parte .

L'Uomo a mio parere ha rappresentato dunque simbolicamente questo movimento , questo cammino di espansione e contrazione , bisogna dire con gran fantasia ed inventiva .
A questo proposito vorrei fissare un pensiero che e' nato dall'osservazione di un anziano , mio padre , che fisicamente ancora molto forte ha un grado di coscienza modificato dal deterioramento delle funzioni sensoriali e quindi cognitive per un difetto di circolazione sanguigna .
Ebbene questo deterioramento fisico sembra possa rappresentare invece l'amplificazione della cognizione della quarta dimensione .
Sembra infatti che il deterioramento dei sensi lo proietti in un' altra dimensione nella quale la fetta di un salame che possiamo considerare come il presente si dilata sino a comprendere il salame nella sua interezza cioe' il passato ed il futuro come compresenti .
Non so se ho reso l'idea .
Noi che abbiamo i 5 sensi perfettamente funzionanti siamo completamente assorbiti dalla 3 dimensione , dal presente appunto rappresentato dalla fetta di salame .
Mio padre invece che ha un funzionamento ridotto dei 5 sensi e' proiettato in una dimensione diversa che comprende passato presente e futuro .
Per questo gli anziani con queste caratteristiche parlano e ricordano in modo piu' lucido del passato lontano piu' che del presente .
Il primo effetto di questa condizione e' che mio padre sta con gli occhi chiusi e solo quando di proposito lo disturbo li apre e a quel punto mi vede , mi sorride , mi saluta o si arrabbia perche' l'ho provocato per farlo reagire in qualche modo .
Di proposito io lo '' disturbo '' facendogli qualche scherzo tipo il solletico o altro e lo riporto in questa nostra dimensione tridimensionale .
Lui rientra in questa nostra dimensione e mi manda a quel paese dicendomi dolcemente di non rompergli le balle ( si , mi dice proprio cosi e la cosa mi fa molto piacere ) .
Quindi credo mio padre stia vivendo una condizione privilegiata a cavallo tra le due dimensioni la 3 e la 4 , un po' l'esperienza che hanno vessuto le persone ritornate dal coma .
E la caratteristica di questo stato e' l'assoluta serenita' di questa condizione se non fosse che siamo noi a trascinarlo ed a mantenerlo quanto piu' possibile nella terza dimensione con le occupazioni ordinarie come mangiare , lavarsi , vestirsi ecc. che di buon grado ancora accetta e svolge ma che a volte invece lo disturbano ( come si vede che lo disturba una discussione particolarmente accesa tanto che si alza e fa per andarsene in un posto piu' tranquillo ) trovandosi assai meglio la' dove sta piu' serenamente .
Non so se ho reso l'idea di quel che ho intravisto e non so se me la sto raccontando essendo particolarmente coinvolto trattandosi di mio padre ma credo di aver intuito qualcosa di vero .

Beh se e' vero quello che ho visto potrebbe essere un suggerimento su come pian piano provare a spostarci anche noi verso la 4 dimensione per lo meno a sprazzi e con intuizioni su come possa essere quel mondo nel quale i 5 sensi non servono .

Ultima modifica di nikelise : 10-06-2010 alle ore 07.01.21.
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Vecchio 10-06-2010, 17.41.44   #28
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E' da dieci anni che nel mio lavoro osservo il comportamento degli anziani anche con problemi di demenza o di ridotta funzionalità sensoriale per diverse cause.
Non so se la tua intuizione sia giusta. Anche io mi sono sempre chiesta che cosa accade, dove e come vive la realtà interiore un persona che ha avuto un vissuto, una coscienza e poi la perde.
Non voglio fare un discorso clinico perchè non sono un medico e cmq so come la pensano i medici al riguardo.
Dalla mie osservazioni posso dire innanzitutto che il primo fenomeno è la perdita delle inibizioni. Ogni soggetto reagisce in modo diverso perchè diverso è ciò che ha frenato dentro per tutta una vita e ora finalmente può manifestarlo.
Ho visto persone taciturne in tutta la loro vita e poi esplodere in un chiacchericcio continuo e viceversa.
Persone pudiche che improvvisamente si spogliano o dicono tutte le parolacce che hanno sempre pensato ma mai pronunciato.
Vivono in un passato che non sempre tutto è realmente accaduto. Ci sono gli episodi principali con i personaggi più importanti della loro vita che sono stati fissati maggiormente e poi raccontati con dovizia di particolari ma sono sempre gli stessi e spesso contornati di particolari che non sono accaduti e non sempre verificabili. E' un passato che non serve certo loro per elaborare il presente ma segna solo la loro esistenza in vita attraverso ciò che è stato. Quel che è nel presente scivola via velocemente. E' come un ripercorrere la vita in quegli episodi in cui si riconosco.
Sicuramente diventano persone più naturali e istintivi perchè appunto hanno perso le inibizioni sociali. A volte ho l'impressione che sono nel momento presente senza pensieri ed elaborazioni ma senza vero godimento del momento presente perchè manca la coscienza del reale.
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Vecchio 11-06-2010, 03.42.05   #29
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Non so se la tua intuizione sia giusta. Anche io mi sono sempre chiesta che cosa accade, dove e come vive la realtà interiore un persona che ha avuto un vissuto, una coscienza e poi la perde.
Non voglio fare un discorso clinico perchè non sono un medico e cmq so come la pensano i medici al riguardo.
Dalla mie osservazioni posso dire innanzitutto che il primo fenomeno è la perdita delle inibizioni. Ogni soggetto reagisce in modo diverso perchè diverso è ciò che ha frenato dentro per tutta una vita e ora finalmente può manifestarlo.
Ho visto persone taciturne in tutta la loro vita e poi esplodere in un chiacchericcio continuo e viceversa.
Persone pudiche che improvvisamente si spogliano o dicono tutte le parolacce che hanno sempre pensato ma mai pronunciato.
Vivono in un passato che non sempre tutto è realmente accaduto. Ci sono gli episodi principali con i personaggi più importanti della loro vita che sono stati fissati maggiormente e poi raccontati con dovizia di particolari ma sono sempre gli stessi e spesso contornati di particolari che non sono accaduti e non sempre verificabili. E' un passato che non serve certo loro per elaborare il presente ma segna solo la loro esistenza in vita attraverso ciò che è stato. Quel che è nel presente scivola via velocemente. E' come un ripercorrere la vita in quegli episodi in cui si riconosco.
Sicuramente diventano persone più naturali e istintivi perchè appunto hanno perso le inibizioni sociali. A volte ho l'impressione che sono nel momento presente senza pensieri ed elaborazioni ma senza vero godimento del momento presente perchè manca la coscienza del reale.
Non so neppure io se quello stato degli anziani sia un progresso o una regressione .
Forse qualcUno per sensibilita' non dice che trattasi di una regressione alla 2 dimensione piuttosto che una spinta verso la 4 .
Pero' l'avvicinarsi della morte dovrebbe preparare il corpo ad un altro stato e quindi e' possibile che al cedere dei sensi si sviluppino altre facolta' al di fuori dello stato di coscienza .
Sbagliero' ma mi e' difficile pensare ad una regressione dell'Essere alla 2 prima della morte ed ad una progressione dopo la morte , con salto della 3 verso la 4 .
E' la serenita' degli anziani con queste caratteristiche che mi fa pensare ad una progressione .
Comunque si tratta di osservare uno stato dell'Essere diverso dal nostro che puo' esserci d'ispirazione per alcuni versi , considerato che quasi tutte , se non tutte le nostre soffrerenze derivano dal modo sensibile che viviamo cioe' dalla 3 dimensione .
Alla fine questo volevo dire .

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Vecchio 11-06-2010, 14.47.42   #30
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Pero' l'avvicinarsi della morte dovrebbe preparare il corpo ad un altro stato e quindi e' possibile che al cedere dei sensi si sviluppino altre facolta' al di fuori dello stato di coscienza .
Non sono in grado di dirti nulla sulla progressione o regressione degli stadi, nella mia osservazione non ho mai visto una progressione consapevole, ma sicuramente la preparazione alla morte c'è. Ho visto certe cose ma nemmeno ne parlo, la medicina non accetta nulla che non sia scientificamente provato.
Io vedo positivo la perdita delle inibizioni, manifestando il loro essere senza false costrizioni sociali. Io permetto loro questo nel tentativo di una rieducazione consapevole al rispetto di se stessi e degli altri, e devo dire che nell'80 per cento ha fin ora funzionato. Anzi, le persone che più si sono liberate hanno affrontato poi il momento estremo con dolcezza e serenità.
Ci vuole molto sostegno e consapevolezza nel non farsi sfuggire di mano la situazione. Molto della propria presenza ed energia.
Spesso l'allettamento è un modo di espiazione per imparare ad accettare o chiedere l'aiuto e la dipendenza dagli altri per es. quando in salute si è stati troppo superbi. Imparano la gratitudine, o a cedere alle resistenze mentali.
Non tutti i soggetti reagiscono allo stesso modo.
Il momento ultimo della vita è molto personale, individuale, difficile da capire dall'esterno. Per questo vanno protetti molto anche da presenze appartenenti alla famiglia ma che non hanno un rapporto positivo con loro.
In genere io sento quelli su cui si può lavorare e quelli che si devono solo assistere.

Non voglio darti consigli per tuo papà, non lo conosco, ma sicuramente la tua presenza piena e autentica gli giova molto.
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Vecchio 12-06-2010, 19.06.53   #31
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Non so neppure io se quello stato degli anziani sia un progresso o una regressione .
Forse qualcUno per sensibilita' non dice che trattasi di una regressione alla 2 dimensione piuttosto che una spinta verso la 4 .
Pero' l'avvicinarsi della morte dovrebbe preparare il corpo ad un altro stato e quindi e' possibile che al cedere dei sensi si sviluppino altre facolta' al di fuori dello stato di coscienza .
Sbagliero' ma mi e' difficile pensare ad una regressione dell'Essere alla 2 prima della morte ed ad una progressione dopo la morte , con salto della 3 verso la 4 .
E' la serenita' degli anziani con queste caratteristiche che mi fa pensare ad una progressione .
Comunque si tratta di osservare uno stato dell'Essere diverso dal nostro che puo' esserci d'ispirazione per alcuni versi , considerato che quasi tutte , se non tutte le nostre soffrerenze derivano dal modo sensibile che viviamo cioe' dalla 3 dimensione .
Alla fine questo volevo dire .
Con l'affievolirsi dei sensi in effetti credo che ci sia un progressivo ritirarsi dell'Essere dall materia, un inizio o preparazione al ritorno. Coneguentemente dovrebbe diventare più semplice la percezione di "altri mondi", ma non necessariamente la comprensione. Come alsolito tutto dipende dalla coscienza e dal grado di sviluppo con cui arriva a situazioni che possono anche presentarsi naturalmente.
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Vecchio 27-08-2011, 10.43.14   #32
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Quindi per conoscere il bene dobbiamo assolutamente toccare il male.
Un po' come dire che per conoscere la gioia, bisogna aver sperimentato la sofferenza, però in questo caso saremmo schiavi della dualità.
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Vecchio 27-08-2011, 12.49.57   #33
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però in questo caso saremmo schiavi della dualità.
Ah, perchè altrimenti...
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