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Vecchio 05-05-2009, 10.23.49   #26
Sole
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Grazie Sole
Dificile osservarsi, riconoscere..ufff...ma ammissione e accettazione sono ancora più ardui.
Stavo pensando che fossero la stessa cosa, ossia ammettere di essere equivale accettare di essere e invece non è così vero?
Penso di no, parlo per le sensazioni che ho quando accade. Se ammetto è mentale, ancora ho attrito con la cosa, ammetto ma ancora faccio fatica, è un lavoro mentale in cui riconosco e ammetto anche in presenza di altri di essere in una certa maniera. Accettare invece lavora più in profondità, in maniera liberatoria, apre una porta. E' il cuore che iniza a comprendere la mentale ammissione (la mente arriva prima.. ricordi? alla fine anche il corpo dovrebbe liberarsi di certe tensioni provocate dalla non ammissione, dovrebbe starci.) e inizia un processo di accet-azione (c'è da tirare su una discussione su affetto/accetto, dopo la cerco). Se accetto inizio anceh ad amarmi così come sono....
Quote:

Sarà che è una visione di me "nuova", mai considerata, ma mi par di vedere la superbia come molla iniziale di ogni cosa, ogni spinta...

William parlava di accettazione come purto di partenza, come un modo per non caricarsi di troppo stress, ottimo punto di vista..
Non è che l'accettazione rischia di diventare una scusa? Del tipo "eh ma son fatta così..pace"
Quando accade questo, secondo me è solo riconoscimento, nemmeno ammissione, e anche poco convinto. Non c'è un lavoro di accettazione interiore. Non puoi amarti sapendo che hai un muro davanti e non ti frega di abbatterlo... sei d'accordo?
Si penso che sia ancora una faccia della superbia che non molla e controlla la situazione, o meglio ( ) sei tu (io, noi, voi essi) che non molli quell'aspetto per paura, comodità, mancanza di energia ecc ecc, ma non è accettazione. Secondo me l'accettazione di suo mette in moto un processo, di fatti è una azione, che poi chiaramente ha bisogno di essere alimentato e Lavorato. Ma se si accetta, in quanto responsabilità del se, non si ha più modo di dire: sono fatto così e vado bene sono gli altri tutti scemi.
Quote:

Insomma io mi rendo conto che alle volte mi dico "tanto son così e così mi considerano gli altri..non posso cambiare..resterò sempre uguale"
(che se vogliamo è superbia pure questa, son così, resto così perchè a me e agli altri va bene così.. o almeno questo è quanto, con superbia, ho deciso che pensino di me . ..e guai a chi mi dice che posso cambiare ..mah...un mettersi al di sopra persino del cambiamento..ok ok esagero..)
le sopraVa
Quote:


Quindi è ammissione ma senza cadere nella pigrizia..ebbeh si tu parli di lavorare mica di riposare...

Eppure ho ancora la sensazione di non aver fatto tutti i collegamenti...o forse è non aver accettato...o pensarci troppo...

Un po tutto... ma serve, serve.....
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 05-05-2009, 10.25.33   #27
dafne
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ps

Ho trascurato, con incredibile cura , di soffermarmi su una cosa che mi è stata detta in modo diretto..e che ho glissato ammirevolemente.

Una delle mie scuse preferite è "stò zitta perchè sono nervosa, sono fumina, e se parlo faccio danno"

Con l'incredibile presunzione che la felicità o l'infelicità dell'altro dipenda da me (ne avevamo già accennato vero Sole? capa tosta che ho..) e la presunzione di sapere, a priori, come andrà a finire...come se l'altro fosse un mio prolungamento e non un essere autonomo...appioppandogli i miei meccanismi, i miei modi di reagire...

devo riflettere anche su questo...



(Gibbi la voglio anch'io la faccina che sudaaa...)
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Vecchio 05-05-2009, 10.45.10   #28
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Ben venuta nel club
Al di là del gossip, quella sensazione di non avere niente da dire, di non sapere come intrattenere l'altro a volte può essere l'imbarazzo di avere tante domande ma per farle bisogna mostrare che non si sa, o che non si è capito, o mettersi in gioco con la possibilità di poter/dover cambaire idea.

Che dici, ci può stare?

Ci sta
Mi trovo davanti una persona che sa e io non so come rispondere, devo mostrare di non sapere e quindi stare zitta è un modo per evitare di dovermi mostrarsi 'ignorante'...E' giusto?
Questo allora non mi capita spesso nel senso che quando mi trovo davanti una persona che giudico sapiente spesso lo tempesto di domande in maniera spudorata
Ma ora il mio dubbio è che posso aver giudicato qualcuno come uno che non 'sa' e che non può insegnarmi più di quello che so quando in realtà non è così. Cioè in base a cosa io ho giudicato chi mi sta davanti? In base alla mie aspettative mentali del momento probabilmente. Non è superbia anche questa?
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Vecchio 05-05-2009, 10.53.41   #29
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Oddio Edera, non è che adesso bisogna parlare sempre e a qualsiasi costo dicendo magari stupidaggini ... non credo almeno.
Ciao Dafne si ho compreso quello che vuoi dire.
E' che spesso giudico gli argomenti di cui parlano i miei coetanei stupidaggini e quindi mi capita di annoiarmi ad ascoltarli..
Per intenderci parlare con voi della superbia è una cosa che mi stimola, mi invoglia a dialogare e confrontarmi, stare in un locale a parlare del più e del meno mi costa molto più sforzo. Questa fatica, questo sforzo implica che forse mentalmente ritengo di essere superiore?
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Vecchio 05-05-2009, 11.01.21   #30
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il fatto è che il nostro io vuole essere comunque riconosciuto e soddisfatto.
Rischio di portare un pò fuori il discorso ma lo spunto è troppo ghiotto.

E che male c'è se l'io vuole essere riconosciuto?

Se vogliamo dare un senso a questa vita dobbiamo avere un io ben formato e riconosciuto (in primis da noi stessi e poi solo come conseguenza dagli altri).
Il problema nasce perchè l'io lavora (si da solo senza che nulla in noi intervenga) per essere riconosciuto, stimato, apprezzato etc.. dagli altri ma non si autoconosce e di conseguenza noi non ci conosciamo per poter andare oltre.
Se per caso arriva ad essere riconosciuto per qualche effimero seppur tangibile motivo (per esempio una carriera) ci vuole una grossissima forza di volontà per lasciare ciò che non è importante ma sembra all'occhio dei più.

Questo breve escursus si inquadra bene anche in come stavate affrontando il discorso superbia. Stando zitti si aspetta un riconoscimento altrui (riconoscimento che non va preso solo in senso positivo ma anche più semplicemente in familiarità) senza dover sforzo.
"Ma perchè non mi capisce?" Non parlando, con mille scuse diverse, o all'opposto dicendo mille cose ma senza mai entrare nel profondo di se stessi. Due lati apparentemente opposti della superbia.
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Vecchio 05-05-2009, 11.05.40   #31
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Ciao Dafne si ho compreso quello che vuoi dire.
E' che spesso giudico gli argomenti di cui parlano i miei coetanei stupidaggini e quindi mi capita di annoiarmi ad ascoltarli..
Per intenderci parlare con voi della superbia è una cosa che mi stimola, mi invoglia a dialogare e confrontarmi, stare in un locale a parlare del più e del meno mi costa molto più sforzo. Questa fatica, questo sforzo implica che forse mentalmente ritengo di essere superiore?
O forse, se posso permettermi, che ti prendi troppo sul serio, di conseguenza non tolleri (se scavi a fondo) che nel mondo ci possa essere anche altro.
A volte bisogna sforzarsi anche di vedere cose che non ci stimolano


Scusa se è sembrato un predicozzo, non è mia intenzione, parlo in generale anche se rispondo a te
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Vecchio 05-05-2009, 11.17.35   #32
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O forse, se posso permettermi, che ti prendi troppo sul serio, di conseguenza non tolleri (se scavi a fondo) che nel mondo ci possa essere anche altro.
A volte bisogna sforzarsi anche di vedere cose che non ci stimolano
Grazie Uno Sì credo sia proprio così (che bello quando sento questo *clic* nel cervello e mi si chiarisce qualcosa)
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Vecchio 05-05-2009, 13.28.02   #33
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Ciao Dafne si ho compreso quello che vuoi dire.
E' che spesso giudico gli argomenti di cui parlano i miei coetanei stupidaggini e quindi mi capita di annoiarmi ad ascoltarli..
Per intenderci parlare con voi della superbia è una cosa che mi stimola, mi invoglia a dialogare e confrontarmi, stare in un locale a parlare del più e del meno mi costa molto più sforzo. Questa fatica, questo sforzo implica che forse mentalmente ritengo di essere superiore?
Anche a me è capitato spesso di trovarmi a fare pensieri tipo questo, ritenedomi mentalmente superiore, o almeno più profondo, della media delle persone della mia età.

Ammesso e non concesso che ciò sia vero un errore che spesso ho commesso è stato quello di prendere in considerazione come termine di paragone rispetto agli altri solo alcuni aspetti della personalità, "casualmente" quelli in cui mi sentivo più forte.

Col tempo sto capendo che una persona a cui piace parlare solo di frivolezze o di cose banali, può essere meglio di noi in molte altre cose: può essere, ad esempio, più aperta, più socievole, più altruista o avere più coraggio nel mettersi in gioco e così via...

Cercando di trovarsi a partecipare a situazioni per noi non molto stimolanti, può essere comunque utile per conoscere un pò meglio noi stessi , cosa che credo non si possa fare se ci si vuole trovare sempre e solo in posti ed in ambiti a noi congeniali.

Se poi, come dice Uno, il problema è quello di prendersi troppo sul serio, una delle conseguenze, almeno per me, è che vivremo ogni emozione in maniera esagerata, ed il giudizio altrui potrà avere effetti enormi sulla nostra importanza personale.

Credo che avrò sempre una parte consistente di me stesso che voglio tenere per me e che difficilmente riuscirò a condividere con qualcuno, sto cercando però di sforzarmi per aumentare gradatamente la parte che sono disposto a "mettere in gioco": quello che non sono riuscito ancora a fare è di creare una specie di firewall tra la parte che metto in gioco e quella che vorrei tenere mia.
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Vecchio 05-05-2009, 14.12.53   #34
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Col tempo sto capendo che una persona a cui piace parlare solo di frivolezze o di cose banali, può essere meglio di noi in molte altre cose: può essere, ad esempio, più aperta, più socievole, più altruista o avere più coraggio nel mettersi in gioco e così via...

Se poi, come dice Uno, il problema è quello di prendersi troppo sul serio, una delle conseguenze, almeno per me, è che vivremo ogni emozione in maniera esagerata, ed il giudizio altrui potrà avere effetti enormi sulla nostra importanza personale.
Posso dirti che ti comprendo benissimo, me lo concedi?
Le emozioni e le reazioni spesso sono esagerate, dilatate e soprattutto sembra che il mio sentire sia frutto di verità incontrovertibili. Leggendo in giro ho trovato che questa caratteristica sembra diffusa tra tutti quelli nati sotto il raggio del mio stesso angelo.
Ma sto andando pesantamente o.t.

Spesso come dici tu personalità più 'leggere' in realtà hanno molti pregi che personalità più complesse faticano ad avere.
Però devo riportare anche la mia esperienza personale, ho passato un bel pò di anni a sforzarmi di essere frivola, ho frequentato un sacco di locali, fatto vita mondana e aderito a vari clichè per essere inserita nel gruppo. Ho avuto successo apparentemente, un sacco di conoscenze ecc ecc..Insomma ho imparato bene la parte. Però alla fine ne ho pagato il prezzo e molto salato perchè col tempo mi sono trovata davanti a delle scelte importanti e ho dovuto fermarmi, bloccare tutto e iniziare a fare i conti con la parte di me 'pesante e seria' che avevo cercato in tutti i modi di mascherare e reprimere. Alla fine secondo me nessuno può fuggire a se stesso, ho sbagliato prima a reprimere la mia vera personalità (per essere inserita nel gruppo)e sbaglierei ora assecondando la tendenza a prendermi troppo sul serio e snobbando tutto ciò con cui ho mangiato fin'ora visto che molto di ciò che imparato lo devo anche quella parte della mia vita. Il lavoraccio è trovare l'equilibrio..
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Vecchio 05-05-2009, 17.54.38   #35
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o almeno più profondo, della media delle persone della mia età.


C'è differenza tra essere profondi ed andare in profondità nelle cose, anche se generalmente queste due cose le accumuniamo.
Quote:




Credo che avrò sempre una parte consistente di me stesso che voglio tenere per me e che difficilmente riuscirò a condividere con qualcuno, sto cercando però di sforzarmi per aumentare gradatamente la parte che sono disposto a "mettere in gioco": quello che non sono riuscito ancora a fare è di creare una specie di firewall tra la parte che metto in gioco e quella che vorrei tenere mia.
Non ci trovo nulla di male a priori... è nell'ordine delle cose, semmai la "sottigliezza" è se ho qualcosa che rimane mio perchè non posso comunicarlo o perchè non voglio.
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Vecchio 05-05-2009, 22.21.52   #36
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Posso dirti che ti comprendo benissimo, me lo concedi?
Le emozioni e le reazioni spesso sono esagerate, dilatate e soprattutto sembra che il mio sentire sia frutto di verità incontrovertibili. Leggendo in giro ho trovato che questa caratteristica sembra diffusa tra tutti quelli nati sotto il raggio del mio stesso angelo.
Ma sto andando pesantamente o.t.

Spesso come dici tu personalità più 'leggere' in realtà hanno molti pregi che personalità più complesse faticano ad avere.
Però devo riportare anche la mia esperienza personale, ho passato un bel pò di anni a sforzarmi di essere frivola, ho frequentato un sacco di locali, fatto vita mondana e aderito a vari clichè per essere inserita nel gruppo. Ho avuto successo apparentemente, un sacco di conoscenze ecc ecc..Insomma ho imparato bene la parte. Però alla fine ne ho pagato il prezzo e molto salato perchè col tempo mi sono trovata davanti a delle scelte importanti e ho dovuto fermarmi, bloccare tutto e iniziare a fare i conti con la parte di me 'pesante e seria' che avevo cercato in tutti i modi di mascherare e reprimere. Alla fine secondo me nessuno può fuggire a se stesso, ho sbagliato prima a reprimere la mia vera personalità (per essere inserita nel gruppo)e sbaglierei ora assecondando la tendenza a prendermi troppo sul serio e snobbando tutto ciò con cui ho mangiato fin'ora visto che molto di ciò che imparato lo devo anche quella parte della mia vita. Il lavoraccio è trovare l'equilibrio..
Si, si ti concedo di comprendermi

A parte gli scherzi, avendo pressapoco la tua età capisco cosa vuol dire adottare un comportamento a livello sociale con lo scopo di essere accettata ed integrarsi in un gruppo.
Vedo molti ragazzi/e che si adeguano al comportamento degli altri o ai modelli proposti dai mass media per il terrore di non essere poi ben accolti dai coetanei.
Penso che hai raggiunto già un bel risultato riuscendo a ritrovare, ad un certo punto, una parte chiamiamola spirituale, scusa il parolone.
Credo sia importante continuare e non fermarsi ai primi risultati, anche se come dici tu c'è un lavoraccio da fare, ma questo non vuol dire vivere reclusa o diventare asociale.
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Vecchio 05-05-2009, 23.06.11   #37
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Non ci trovo nulla di male a priori... è nell'ordine delle cose, semmai la "sottigliezza" è se ho qualcosa che rimane mio perchè non posso comunicarlo o perchè non voglio.

Riflettendo sulla tua frase, pensavo che magari la differenza sul non poter comunicare questo qualcosa o il non volerlo fare può derivare dal non aver ancora decodificato e capito bene in che cosa consista questo qualcosa.
Magari è dato dalle emozioni più intime che provo e che palesate all'esterno perderebbero il loro sapore, oppure dal nucleo più profondo delle mie convinzioni sugli aspetti basilari dell'esistenza, e che una volta portato fuori potrebbe essere soggetto a cambiamenti, facendomi perdere dei punti fermi che mi sono costruito fino ad ora.
Potrebbe anche succedere che alla fine non posso o non voglio comunicarlo perchè questo qualcosa è in realtà niente, e sto facendo da anni la guardia ad una stanza vuota

Sulla differenza tra essere profondi ed andare in profondità nelle cose ( scusa ma non sono stato capace ad inserire anche quella frase nella citazione) mi cogli impreparato...

Forse l'essere profondi riguarda una serie piuttosto variegata di aspetti dell'esistenza e non si limita solo al fare bei discorsi filosofici invece che sul gossip ad esempio, ma si riverbera in qualunque cosa si faccia o si provi.
Essere profondi potrebbe significare anche totale corrispondenza tra ciò che si pensa, ciò che si dice e ciò che si fa...in tal caso molte mie presunte profondità sarebbero senz'altro ridimensionate...
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Vecchio 06-05-2009, 01.14.48   #38
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leggendo il 3d mi è venuta spontanea una domanda, ma è così grave essere superbi?
Io penso di essere superba, mi ficco sempre in discorsi complicati, mi piace approfondire argomenti che non conosco, stimolo il cervello con ragionamenti sottili, mi espongo tranquillamente alle critiche di chi si considera più saggio, mi difendo sempre, faccio appello a tutte le mie risorse, spesso nello scontro contro qualcuno riconosco gli errori e ci medito sopra, e allora è tutta negativa la superbia?
Non è più sbagliato, ipocrita l'atteggiamento di colui che vuole apparire umile e non lo è? e che cosa è l'umiltà? l'umiltà, forse, è la consapevolezza di essere persone imperfette che tentano di non annegare in un mare di disperazione.
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Vecchio 06-05-2009, 01.33.52   #39
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leggendo il 3d mi è venuta spontanea una domanda, ma è così grave essere superbi?
Secondo me si, essere superbi vuol dire cercare a tutti i costi di valutarsi più di quello che onestamente si è. L'atteggiamento di superiorità si manifesta nel voler avere ragione senza cercare di comprendere l'argomento (che no si conosce).
Un conto è stimolare il cervello e un'altro è cercare lo scontro per partito preso e con la mente chiusa.

In ogni situazione, da ogni esperienza si può trarre insegnamento, le critiche aiutano l'osservazione di noi stessi.

E' sbagliato sopravvalutarsi come il sottovalutarsi, l'ottimale sarebbe quello di usare il cervello senza mettere in mezzo l'immagine personale che abbiamo di noi stessi.
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Vecchio 06-05-2009, 01.41.41   #40
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Secondo me si, essere superbi vuol dire cercare a tutti i costi di valutarsi più di quello che onestamente si è. L'atteggiamento di superiorità si manifesta nel voler avere ragione senza cercare di comprendere l'argomento (che no si conosce).
Un conto è stimolare il cervello e un'altro è cercare lo scontro per partito preso e con la mente chiusa.

In ogni situazione, da ogni esperienza si può trarre insegnamento, le critiche aiutano l'osservazione di noi stessi.

E' sbagliato sopravvalutarsi come il sottovalutarsi, l'ottimale sarebbe quello di usare il cervello senza mettere in mezzo l'immagine personale che abbiamo di noi stessi.
Valutare positivamente le proprie capacità ci infonde sicurezza, ci permette di non avere paura, di non essere aggrediti, mettere in risalto se stessi significa credere nelle proprie risorse.

Cercare di capire l'argomento è un'altra cosa, stimolare il cervello con argomenti nuovi che ti diano la possibilità di crescere non è cercare lo scontro per partito preso, scambiare le proprie idee potrebbe farci arrivare allo scontro ma come stimolo per migliorarsi!
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Vecchio 06-05-2009, 02.12.44   #41
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leggendo il 3d mi è venuta spontanea una domanda, ma è così grave essere superbi?
Io penso di essere superba, mi ficco sempre in discorsi complicati, mi piace approfondire argomenti che non conosco, stimolo il cervello con ragionamenti sottili, mi espongo tranquillamente alle critiche di chi si considera più saggio, mi difendo sempre, faccio appello a tutte le mie risorse, spesso nello scontro contro qualcuno riconosco gli errori e ci medito sopra, e allora è tutta negativa la superbia?
Non è più sbagliato, ipocrita l'atteggiamento di colui che vuole apparire umile e non lo è? e che cosa è l'umiltà? l'umiltà, forse, è la consapevolezza di essere persone imperfette che tentano di non annegare in un mare di disperazione.
Grave.... dipende da cosa vuoi fare della tua vita...

A seconda di quello che vuoi fare potrebbe anche essere una forza, ma se credi nella possibilità evolutiva e/o la cerchi, la superbia è un impedimento, da questa equazione non si scappa. Al contrario l'umiltà, la vera umiltà che può anche non sembrare all'occhio poco attento, non quella di facciata, quella è un grosso aiuto.
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Vecchio 06-05-2009, 08.43.46   #42
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Superbia,umiltà.......ecc....e se fossero tutti "ingredienti" da saper usare in giusta misura?
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Vecchio 06-05-2009, 09.23.26   #43
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Valutare positivamente le proprie capacità ci infonde sicurezza, ci permette di non avere paura, di non essere aggrediti, mettere in risalto se stessi significa credere nelle proprie risorse.
Dipende se si è realistici o meno. Se si è relastici non si ha bisogno di niente, si è in tal maniera, non si pone il problema della valutazione. Se non si è realistici si cerca di nascondersi in primis al proprio animo (impossibile ma è una costante umana) e così facendo chiaro che non si arriva a conoscere se stessi. Per cui come dice Uno, dipende da cosa vuoi.
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Vecchio 06-05-2009, 09.24.52   #44
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Superbia,umiltà.......ecc....e se fossero tutti "ingredienti" da saper usare in giusta misura?
Puoi espandere il pensiero? Così mi suona male e forse non capisco cosa intendi.
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Vecchio 06-05-2009, 17.52.45   #45
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Grave.... dipende da cosa vuoi fare della tua vita...

A seconda di quello che vuoi fare potrebbe anche essere una forza, ma se credi nella possibilità evolutiva e/o la cerchi, la superbia è un impedimento, da questa equazione non si scappa. Al contrario l'umiltà, la vera umiltà che può anche non sembrare all'occhio poco attento, non quella di facciata, quella è un grosso aiuto.
Forse occorre mettersi d'accordo sul concetto di superbia, da quello che ho letto mi sembrava di aver capito che anche il semplice atteggiamento di chi non vuole esporsi per timidezza o insicurezza è considerato superbo, allora ho pensato ch una sana superbia potrebbe darci una mano nella vita, senza per questo considerarsi degli snob o super potenti, occorre essere umili nella consapevolezza dei propri limiti e superbi "orgogliosi di sè" per quello che consideriamo di buono che ci sia in noi.
E' inutile e svantaggioso porsi nell'atteggiamento di falsa umiltà...dici bene(spero di non sbagliarmi nell'interpretare le tue parole ) che l'umiltà deve essere reale, intima, qualcosa di prezioso da non sbandierare ai quattro venti,
quell'umiltà che ci permette di riconoscere i nostri deficit, le capacità degli altri e , soprattutto, di non schiacciare nessuno in nome di un principio insano di superiorità..
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Vecchio 07-05-2009, 01.13.54   #46
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Forse occorre mettersi d'accordo sul concetto di superbia, da quello che ho letto mi sembrava di aver capito che anche il semplice atteggiamento di chi non vuole esporsi per timidezza o insicurezza è considerato superbo, allora ho pensato ch una sana superbia potrebbe darci una mano nella vita, senza per questo considerarsi degli snob o super potenti, occorre essere umili nella consapevolezza dei propri limiti e superbi "orgogliosi di sè" per quello che consideriamo di buono che ci sia in noi.
E' inutile e svantaggioso porsi nell'atteggiamento di falsa umiltà...dici bene(spero di non sbagliarmi nell'interpretare le tue parole ) che l'umiltà deve essere reale, intima, qualcosa di prezioso da non sbandierare ai quattro venti,
quell'umiltà che ci permette di riconoscere i nostri deficit, le capacità degli altri e , soprattutto, di non schiacciare nessuno in nome di un principio insano di superiorità..

Eh ma scusami Filo c'è una contraddizioni in termini non ti sembra?

La superbia è elencata tra i 7 vizi capitali (c'è una bella discussione in forum va tirata sù..) come fà ad essere "buona"?

Se è buona non è un vizio

Poi la gincana di essere umili nei limiti e superbi nel giudiìcarsi me la spieghi che sarebbe una manna

Detto questo non credere, ho ancora anch'io delle difficoltà a comprendere la superbia che stà dietro al non mettersi in gioco. Mi stride ancora moltissimo ma credo siano le mie difese, le mie abitudini ingrufagnite come un gatto dopo una lavatrice

Ma se ci penso, se non mi metto in gioco, non rischio nulla. Come se quello che ho da perdere fosse troppo importante.

Persino quando non dico qualcosa a qualcuno lo faccio a volte perchè dovrebbe arrivarci da solo (perchè IO ci arrivo perchè lui/lei non dovrebbero? ) a volte perchè credo già di sapere come reagirà alle mie parole appioppandogli i miei pensieri..e questo è superbissimo
Senza contare poi il "non dico niente così mi cercano così mi confermano che sono importante

Più ci rifletto è più ho la sensazione che vivo in un mondo miosolomio, dove gli altri sono solo un qualcosa che è messo li o per nutrirmi o per accoltellarmi...IO al centro del mondo adesso inizio a vedere che diavolo significa.

E forse è slegato ma mi pare che ci stia anche l'annoso mio problenma della fiducia..non so come prenderla ancora sta cosa, già l'avevo accennata parlando della figura autoritaria, ma non è solo una questione di non accettare le osservazioni perchè iosoloio mi conosco ma anche di non riuscire ad "uscire" dal mio piccolo mondo, non riuscire ad accettare che ci sia altro...l'abbandono che porta alla fiducia non è fattibile

faticaaaaa

Ultima modifica di dafne : 07-05-2009 alle ore 01.42.32.
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Vecchio 07-05-2009, 14.39.12   #47
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Volevo dire una cosa..sul dire o non dire...in particolare sull'obbligare od obbligarsi a dire...può essere anche deleterio.

Capita che ci siano delle cose che non siamo pronti a dire o a sentirci dire (azz..mò che l'ho detto come faccio? ritratto? ) e questo credo esuli dal concetto di superbia perchè per certi segreti, chiamiamoli così, ci vuole terreno e clima giusto per uscir fuori da sotto terra. Ecco, forse questo può essere un parametro per stabilire almeno un minino il confine tra superbia e difficoltà personale.

Io sono stata obbligata a parlare anni e anni fà di una cosa estremamente brutta e difficile e non ho ottenuto l'ascolto che mi serviva per superarla, anzi, la cosa brutta è stata negata. Di qui il mio modo verso certe persone e certi argomenti di chiudermi a riccio, qui entriamo nel discorso fatto dillà però...difesa e aggressività repressa per un passato non risolto che lavora ancora.

Superbia quindi, quando non ci si mette in gioco ma a volte anche difficoltà propria ad affrontare quello che, magari indirettamente, quel discorso in particolare stà toccando.

Io ho preso per regola di non forzare gli altri quando vanno in difesa, la verità è che vado in automatica e insulsa difesa del mio steso meccanismo di difesa, quasi che avvalorare l'altrui reticenza possa giustificare la mia....

Se state per dire che sono una che si espone molto è vero..qui...clima e tereno adatto hanno accolto il semino che s'è schiuso ma fuori di qui sono ancora il brutto anatroccolo che si nasconde al mondo.
Poverina eh? Un corno...l'anatroccolo s'è trasformato in cigno..Cenerentola ha sposato il principe.. e io a volte stò qui ad aspettare la muta..il bruco che diventa farfalla...invece di imparare ad amarmi perchè sono lunga e verde..hahahaha

Si capisce poco lo so, ma sono ancora con i "lavori in corso"
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Vecchio 07-05-2009, 19.44.15   #48
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Eh ma scusami Filo c'è una contraddizioni in termini non ti sembra?

La superbia è elencata tra i 7 vizi capitali (c'è una bella discussione in forum va tirata sù..) come fà ad essere "buona"?

Se è buona non è un vizio

Poi la gincana di essere umili nei limiti e superbi nel giudiìcarsi me la spieghi che sarebbe una manna

Detto questo non credere, ho ancora anch'io delle difficoltà a comprendere la superbia che stà dietro al non mettersi in gioco. Mi stride ancora moltissimo ma credo siano le mie difese, le mie abitudini ingrufagnite come un gatto dopo una lavatrice
Certo hai ragione, parlare di superbia, soltanto, stride con il concetto razionale che ne abbiamo, infatti dicevo di mettersi d'accordo sul termine, oggi rileggendo le tue parole mi è venuto in mente che la superbia buona come la intendo io, naturalmente, potrebbe essere l'autostima che ciascuno, per vivere meglio, dovrebbe avere...

Tento di spiegare la gincana tra l'umiltà e l'autostima...
se riuscissi ad essere sinceramente umile constaterei senza difficoltà chi mi supera, chi è più bravo di me, accetterei tranquillamente di aver sbagliato, non subisserei il prossimo con la saccenteria, cosa che molti fanno senza rendersene conto (bha speriamo che sia chiaro...!)

La buona autostima mi permette di conoscere quanto di buono c'è in me, senza per questo vantarmene con gli altri, valutare le proprie capacità è necessario per vivere bene, non bisogna nascondersi o fare ipocrite autocritiche, il tentativo giusto per conoscersi veramente è trovare l'equilibrio tra l'umiltà e l'autostima ( superbia buona)
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