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Vecchio 03-07-2008, 10.33.24   #26
Kael
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Io la spinta non la vedo negativa, anzi credo che la spinta sia lo sforzo iniziale per ogni cosa. Il pulcino che esce fuori dall'uovo, non lo farà mai se non spinge sopra l'uomo, seppur poco.
Sei sicuro invece che il pulcino semplicemente non esca quando il suo uovo non è più capace di trattenerlo? (quindi niente spinta ma neanche niente trattenere, un fluire naturale degli eventi insomma..)
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Credo che un po' dipenda anche dai contesti, in ogni caso, forse l'esempio di Uno si riferisce a tutte quelle volte che si apre un flusso e dovrebbe scorrere naturalmente, non c'è bisogno di forzare l'uscita.
E' negativo rispetto agli obiettivi che uno si prefissa. Se il mio obiettivo è gonfiare il palloncino ma poi lo spremo subito dopo averlo riempito è negativo..
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Vecchio 03-07-2008, 11.14.37   #27
Astral
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Si ma se non dai un po' di spinta quando gonfi il palloncino, rimane sgonfio, non credo che il soffio esca naturalmente, c'è sempre un po' di spinta seppure leggera, e seppur non te ne accorgi.

ribadisco che c'è sempre un azione di spinta, accumulo e di nuovo spinta, e la sincronia sbagliate di queste ad essere negativa secondo me.
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Vecchio 03-07-2008, 15.55.39   #28
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Si certo che deve esserci una spinta per iniziare una cosa nuova, qua parlavo di quella spinta che diamo quando la cosa sta già fluendo "per conto suo", quella è in più e ci porta molti problemi, problemi che spesso non sono visibili.
Sulla spinta che invece c'è quando inizia qualcosa di nuovo dovremmo ragionare su chi è che realmente la da e quante volte è realmente volontaria, per esempio il pulcino è spinto a rompere il guscio... ma è un altro discorso, credo che valga la pena di un 3d apposito
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Vecchio 03-07-2008, 16.24.22   #29
Astral
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Ah ecco, infatti c'era qualcosa che non mi tornava ora è un pochetto più chiaro: persino lo spermatozoo che feconda l'ovulo in qualche modo è una spinta.

Quindi una volta che qualcosa fluisce è negativo spingere giusto? Ma è negativo anche trattenere?
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Vecchio 03-07-2008, 16.24.28   #30
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Si certo che deve esserci una spinta per iniziare una cosa nuova, qua parlavo di quella spinta che diamo quando la cosa sta già fluendo "per conto suo", quella è in più e ci porta molti problemi, problemi che spesso non sono visibili.
Sulla spinta che invece c'è quando inizia qualcosa di nuovo dovremmo ragionare su chi è che realmente la da e quante volte è realmente volontaria, per esempio il pulcino è spinto a rompere il guscio... ma è un altro discorso, credo che valga la pena di un 3d apposito
Come il bambino che "sa" quando deve nascere.... in quel caso è il corpo che spinge, aiutato dalla madre, a iniziare una cosa nuova, la vita... per cui il neonato non spinge, è spinto dallo stesso ambiente che prima lo custodiva....
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Vecchio 03-07-2008, 19.11.49   #31
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Come il bambino che "sa" quando deve nascere.... in quel caso è il corpo che spinge, aiutato dalla madre, a iniziare una cosa nuova, la vita... per cui il neonato non spinge, è spinto dallo stesso ambiente che prima lo custodiva....
E' vero Stella, bell'esempio, infatti le spinte della madre devono essere in concomitanza con quelle naturali dell'utero, segue e sfrutta, in pratica le contrazioni naturali del corpo.
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Vecchio 03-07-2008, 19.41.34   #32
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Contrazioni naturali che quando non ci sono, fanno nascere il bambino col cesareo.
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Vecchio 04-07-2008, 12.48.55   #33
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Sempre c'è una dipendenza o un daimon non controllato, che poi sono la stessa cosa da questo punto di vista, dietro un'esagerazione. La cosa però si può anche inquadrare non come esagerazione, ma come cristallizzazione, se ci pensi un'esagerazione è quando tu Nike (2° persona per comodità) normalmente sei un tipo equilibrato e poi in una determinata occasione esci dai limiti organici soliti, ma se sei costantemente disposto a trattenere più del dovuto e poi quando gli argini saltano e ti ritrovi a spingere vuol dire che questa è la tua normalità soggettiva, non so se è chiaro.
Se vogliamo approfondire la visuale, alla fine vediamo che se io cerco di trattenere il più possibile e poi spingo quando non ce la faccio più inconsciamente cerco di ridurre il più possibile il momento del rilascio e stazionare sempre in momenti in cui tengo tutto duro.
Questo non si può ridurre a "trattengo troppo" solo, perchè è la combinazione tra trattengo e scarico il più veloce possibile forzando. sembra una sottigliezza linguistica eppure ha la sua importanza concettuale
Sto osservando in me sta cosa e mi sono accorta che effettivamente in quasi tutte le azioni si attiva il meccanismo del trattenere e rilasciare troppo e velocemente.
Partendo dal fisico ho notato che entrando nell'acqua fredda trattego,per poi spingere più del dovuto per abituarmi alla temperatura,provando invece a seguire il mare,lasciandomi andare,come se quella fosse la "mia"temperatura è tutto molto più equilibrato,naturale.

Internamente invece ho visto che sono capace di forzare ancor meglio e di più,è un continuo trattengo-spingo,tenere duro proprio come ha spiegato Uno,come una specie di freno che protegge dal sentire,ma forse anche dall'offrire..dal vivere fino in fondo le emozioni qualunque esse siano,un non riuscire a seguire l'onda interiore..

Accorgersi ed iniziare a modulare,questo sto facendo...infondo si tratta di non opporsi all'energia che fluisce,senza però spingerla fuori perchè non si riesce a seguirla armonicamente...sembra la cosa più facile del mondo eh?
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Vecchio 04-07-2008, 14.00.27   #34
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Come il bambino che "sa" quando deve nascere.... in quel caso è il corpo che spinge, aiutato dalla madre, a iniziare una cosa nuova, la vita... per cui il neonato non spinge, è spinto dallo stesso ambiente che prima lo custodiva....
Questo esempio del parto lo trovo davvero grandioso, in effetti le spinte se non coincidono con quelle naturali si strappano vari corpi, bisogna trattenere il desiderio di spingere sino a che la dilatazione non è ideale per far uscire il bimbo poi seguirle in modo naturale, oggi per facilitare si fa l'episiotomia che quel taglio del perineo che fa si che non si strappi in modo scomposto, ma se c'è una brava ostetrica e non vi è fretta si può con pazienza agevolare l'uscita con un massaggio alla parte che essendo elastica ed avendo i giusti tempi ragionati, si allarga automaticamente.
Saper quindi ben dosare il trattenere e lo spingere.
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Vecchio 04-07-2008, 22.10.33   #35
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Pensavo che spesso non dipende da noi poter spingere o trattenere, in tal caso a volte si finisce per trattenere per parecchio tanto che poi quando si può spingere non lo si fà.
Potrebbe essere che prima spingevamo senza saperlo e si è arrivati ad una regolazione, ma se non è così, cos'è successo? si spinge qualche altra cosa o si è bloccato il sistema nel senso di minore uscita e di conseguenza minore ingresso?
Mi chiedevo, possono essere entrambe le cose (perchè io in alcune situazioni le vedo entrambe) o è una sola delle due? o forse nessuna?
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Vecchio 06-07-2008, 11.51.55   #36
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Esempio: se io evito di essere generoso "a cavolo" facendo il buonista da due soldi e riesco a non identificarmi nel ruolo dell'avaro (il rischio è che l'abitudine si cristallizzi) appena trovo chi ha bisogno realmente della mia generosità posso lasciar fluire in maniera naturale.
Questo esempio mi ha fatto venire in mente una cosa: è il trattenere che dovrebbe essere usato in funzione della naturalezza, e non il contrario. Ossia, se adopero un mezzo aritificioso (il trattenere) il rischio è appunto che faccio diventare aritificiale anche tutto il resto... non sarò più in grado di dare in maniera naturale, spontanea, ma anche qui il mio diventarà uno spingere.
Allo stesso modo però se non cerco di trattenere nemmeno un po' e mi lascio andare completamente alla spontaneità, resterò sempre uguale per via del fatto che in natura la spontaneità significa "girare in tondo". Ogni anno il ciclo si ripete, gli alberi muoiono e poi in primavera rinascono, il sole tramonta e poi risorge sempre nello stesso punto, etc...
Certo poi che questa evoluzione "ciclica", naturale, porta comunque a dei cambiamenti, ma la natura fa affidamento su tempi talmente lunghi (secoli o addirittura milleni) che per un singolo uomo non è assolutamente possibile.

Se invece riesco a mantenere la mia naturalezza pur adoperando il trattenere, questa è la combinazione migliore per ottenere dei buoni risultati. Non mi perdo nell'interminabile ciclo naturale ma nemmeno mi alieno da esso. Quello che faccio praticamente è "forzare" la natura perchè altrimenti l'evoluzione che Essa ha progettato per me non avrebbe tempo di compiersi nella mia breve vita, ma al tempo stesso "resto nella natura", non mi alieno da Lei perchè altrimenti mi alienerei pure dall'Evoluzione insita in quest'ultima...

Non esiste un'evoluzione artificiale.
Esiste solo un'Evoluzione Naturale che l'uomo però può catalizzare su di se e "condensarla" in un tempo a lui congruo.
Spero di aver afferrato un po' il senso del tuo esempio...
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Vecchio 10-10-2011, 23.09.50   #37
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Facciamo un esempio sul parlare. Se sto leggendo un libro e sono arrivato al 5° capitolo da due giorni, ci ho riflettuto un pò e adesso inizio il sesto, se parlo con altri del 5° non c'è nulla di strano, ma se parlo del 6° invece che una lettura ponderata parlo di un misto di frasi ripetute a pappagallo (solo della prima parte el capitolo) e parti del mio modo di pensare, di come affronto le riflessioni.
E come se con l'ultima martellata pianto pure il martello oltre che il chiodo
Rileggevo questo thread e mi ha colpito questo esempio che ho riconsiderato anche sotto la forma del silenzio del novizio in alcune scuole tradizionali.
Mi par di vedere che se si esprime o spinge fuori qualcosa che non ha avuto il tempo di essere elaborato adeguatamente o trattenuto a sufficienza, questa espressione porta fuori con se gli strumenti e gli elementi utili all'elaborazione stessa del pensiero che viene spinto all'esterno, perdendone così tutta la forza.
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Vecchio 11-10-2011, 13.21.04   #38
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L'ideale ovviamente sarebbe trattenere il giusto, cioè la capacità dell'organo deputato all'azione ed una volta arrivati al limite "svuotare" senza spingere, con il tempo necessario che tecnicamente potremmo definire il rapporto tra la quantità e la portata del filtro.
Questo lo capisco bene attraverso la tecnica del canto. Anche lì se non si trattiene si svuota subito e se si trattiene troppo, ovvero reprimendo, non esce il suono.

Penso che si arriva più facilmente a spingere dopo aver represso e che prima di arrivare a capire cosa vuol dire e sperimentare il trattenere occorre conoscere sperimentare le due fasi, almeno per me è così.
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Vecchio 11-10-2011, 13.41.48   #39
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Diam, io credo che fai confusione tra trattenere e reprimere, non sono la stessa cosa. Con la prima per esempio si sente tutta l'emozione, con la seconda invece non la si sente.
Immagina quando trattieni la pipì, lo stimolo lo senti. Se si potesse poterlo non sentire rischieremmo una intossicazione..
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Vecchio 11-10-2011, 13.47.02   #40
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Quindi il represso è inconsapevole, il trattenuto è consapevole?
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Vecchio 11-10-2011, 13.56.38   #41
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Qui siamo in Esoterismo, penso sia meglio approfondire la cosa nelle discussioni che già hanno iniziato il discorso. Per il trattenere ce ne sono tante, ma la prima che mi viene è quella che linko:


Emozioni negative

Repressione
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Vecchio 11-10-2011, 18.00.46   #42
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Diam, io credo che fai confusione tra trattenere e reprimere, non sono la stessa cosa. Con la prima per esempio si sente tutta l'emozione, con la seconda invece non la si sente.
Immagina quando trattieni la pipì, lo stimolo lo senti. Se si potesse poterlo non sentire rischieremmo una intossicazione..
Sole cosa ti fa pensare che io non abbia capito la differenza, o che non ne abbia mai fatto esperienza?
Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime.
Non ti è sembrato pertinente il mio esempio? Forse perchè, immagino, tu non conosca la tecnica del canto. Conosci meglio quello di trattenere la pipì e ti sembra più facile spiegarmelo così?

Non capisco Sole a chi è rivolto il tuo invito ad approfondire altrove, visto che qui siamo in esoterismo...
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Vecchio 11-10-2011, 18.07.39   #43
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Sole cosa ti fa pensare che io non abbia capito la differenza, o che non ne abbia mai fatto esperienza?
Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime.
Non ti è sembrato pertinente il mio esempio? Forse perchè, immagino, tu non conosca la tecnica del canto. Conosci meglio quello di trattenere la pipì e ti sembra più facile spiegarmelo così?

Non capisco Sole a chi è rivolto il tuo invito ad approfondire altrove, visto che qui siamo in esoterismo...
Era riferito a me, e quanto alla tecnica del canto se stai ancora studiando... non la conosci del tutto nemmeno tu.
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Vecchio 11-10-2011, 18.21.02   #44
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Era riferito a me, .
infatti
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Vecchio 11-10-2011, 18.49.38   #45
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Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime. ..
Si questo è vero, parlando della vita, è l'indirizzamento però che cambia tra lo spingere/sfogo di una repressione e il rilasciare e spingere finale, che non dovrebbe avvenire, di un trattenere.

_______
Questo mi da modo di dire una cosa. Rileggendo tutto il thread ho visto una cosa che mi era sfuggita, volevo metterla altrove, ma magari poi la linko e adesso colgo l'occasione qui.
In sostanza quando trattengo sto contenendo una qualunque cosa, quella cosa è energia e devo stare attenta che il mio contenitore non spanda. Rompersi non dovrebbe mai, al più sfoga fuori. La tensione che genera la lotta del trattenere e la tentazione di spingere fuori la bomba che è dentro è forte. Io mi son sempre chiesta alla fin fine cosa ci dovessi fare oltre ad aumentare la resistenza ed imparare a governare ciò che è automatico...(lo so che non è poco) e ora immagino che vada trasformata e rilasciata al primo momento utile, restituendo a chi o a qualcosa che merita.
AGGIUNGO: il problema però è riuscire a trovare il ritmo o il tempo giusto.
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Ultima modifica di Sole : 11-10-2011 alle ore 18.51.53.
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Vecchio 11-10-2011, 21.41.26   #46
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Era riferito a me, e quanto alla tecnica del canto se stai ancora studiando... non la conosci del tutto nemmeno tu.
Certo Astral, ma non la conosce del tutto neanche il vero cantante, il quale andrà sempre avanti nella sua ricerca verso il raggiungimento del suono ideale o perfetto che in questa dimensione umana non si può raggiungere.
PIù in generale fa parte della Ricerca avere sempre un pò di fame, questo è uno dei tanti messaggi importanti che ho recepito da Uno nei suoi tanti messaggi.
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Vecchio 13-10-2011, 19.52.07   #47
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AGGIUNGO: il problema però è riuscire a trovare il ritmo o il tempo giusto.
Mi sono posta anche io il problema. Il trattenere, come lo sforzo e la tensione, non può durare a lungo, occorre un tempo adeguato oltre il quale si danneggia o si modifica ciò che si trattiene.
Per i bisogni fisiologici è più facile quantificare questo tempo. Trattenere il respiro ad esempio mi sembra l'azione più limitata nel tempo, per quanto si possa essere allenati a trattenere, in vuoto o in pieno, il tempo non è così lungo come per la fame, la minzione, l'evacuazione o il sonno.
Il bisogno di spingere quando si trattiene a lungo un bisogno fisiologico potrebbe derivare dall'istinto alla sopravvivenza. Se sto troppo in apnea poi è quasi impossibile non spingere per ossigenarmi, quanto meno occorre molto allenamento e consapevolezza di andare incontro alla spinta e anche li trattenere quel bisogno quasi violento di respirare.
Quando si parla di stati energetici, stato emotivo ad esempio, non saprei quantificare. Ho l'impressione che il trattenere oltre un certo tempo la qualità cambi, si trasformi in qualcos'altro. Se trattengo molto uno slancio affettivo ad es., potrei trasformarlo in indifferenza alla lunga. Il passo verso la repressione mi sembra breve, cioè dove va l'energia troppo a lungo trattenuta?
Ci si può abituare al trattenere senza vuotare riempiendo la brocca.
Perchè dal trattenere si arrivi a vuotare senza spingere occorre un tempo limitato in relazione alla natura di ciò che si trattiene. La cosa sembra difficile anche a me identificarla e quantificarla senza cambiarne la natura.
Mi piacerebbe appronfondire se possibile.
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Mi sono posta anche io il problema. Il trattenere, come lo sforzo e la tensione, non può durare a lungo, occorre un tempo adeguato oltre il quale si danneggia o si modifica ciò che si trattiene.
Che intendi con danneggiare ciò che si trattiene?
Quote:


Il bisogno di spingere quando si trattiene a lungo un bisogno fisiologico potrebbe derivare dall'istinto alla sopravvivenza. Se sto troppo in apnea poi è quasi impossibile non spingere per ossigenarmi, quanto meno occorre molto allenamento e consapevolezza di andare incontro alla spinta e anche li trattenere quel bisogno quasi violento di respirare.
E' interessante il discorso della sopravvivenza, perchè portato ad aspetti più interiori di noi è come se un io spingesse fuori per sopravvivere.
Quote:

Quando si parla di stati energetici, stato emotivo ad esempio, non saprei quantificare. Ho l'impressione che il trattenere oltre un certo tempo la qualità cambi, si trasformi in qualcos'altro. Se trattengo molto uno slancio affettivo ad es., potrei trasformarlo in indifferenza alla lunga. Il passo verso la repressione mi sembra breve, cioè dove va l'energia troppo a lungo trattenuta?
Se si trasforma in indifferenza forse qualcosa è andato storto, nel senso che se trattengo stati affettivi, slanci affettivi sto cercando di trattenere quella gioia (ad esempio) e non riversarla sull'altro perchè non riesco a contenerla tutta. Ma nel momento in cui non sento più il bisogno di quello slancio può voler dire che il mio corpo, il mio essere ha aumentato la sua capienza a furia di trattenere, la contiene tutta e non ha bisogno di esprimerla, o forse molto meno di prima, però si sente l'affetto verso l'altro solo che appunto lo si può contener senza doverlo condividere (è un pò il dubbio che esprimo anche io dillà).
Quote:

Ci si può abituare al trattenere senza vuotare riempiendo la brocca.
Perchè dal trattenere si arrivi a vuotare senza spingere occorre un tempo limitato in relazione alla natura di ciò che si trattiene. La cosa sembra difficile anche a me identificarla e quantificarla senza cambiarne la natura.
Mi piacerebbe appronfondire se possibile.
Non credo di aver capito bene, mi puoi spiegar meglio?
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Se si trasforma in indifferenza forse qualcosa è andato storto, nel senso che se trattengo stati affettivi, slanci affettivi sto cercando di trattenere quella gioia (ad esempio) e non riversarla sull'altro perchè non riesco a contenerla tutta. Ma nel momento in cui non sento più il bisogno di quello slancio può voler dire che il mio corpo, il mio essere ha aumentato la sua capienza a furia di trattenere, la contiene tutta e non ha bisogno di esprimerla, o forse molto meno di prima, però si sente l'affetto verso l'altro solo che appunto lo si può contener senza doverlo condividere (è un pò il dubbio che esprimo anche io dillà).
Si, ma in caso di proiezioni accade grossomodo come dice Diam.

Tolte quelle poi può svilupparsi quello che dici tu.
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Certo Astral, ma non la conosce del tutto neanche il vero cantante, il quale andrà sempre avanti nella sua ricerca verso il raggiungimento del suono ideale o perfetto che in questa dimensione umana non si può raggiungere.
PIù in generale fa parte della Ricerca avere sempre un pò di fame, questo è uno dei tanti messaggi importanti che ho recepito da Uno nei suoi tanti messaggi.
Questa risposta mi è piaciuta


Sto rileggendo questa discussione che si collega con emozioni negative, sto cercando di capire questo trattenere e questo spingere, magari già lo faccio ma non so spiegarlo, in genere ho sempre pensato che qualcosa o la tieni dentro o la esterni fuori, non riesco a vedere altre sfumature.
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