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Vecchio 09-07-2011, 19.29.41   #1
diamantea
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Predefinito Indicatore P.I.E.V.

Due giorni fa ho seguito in tribunale una causa penale in seguito ad un incidente stradale mortale in cui sono coinvolti un ciclomotore e un SUV.
L'ingegnere perito nella sua esposizione sulla dinamica dell'incidente asserisce che il giovane conduttore del ciclomotore ha perso il controllo del mezzo scarrozzando e sbattendo mortalmente contro il veicolo in fase di arresto improvviso a 80 cm sulla linea STOP, in seguito al PANIC STOP. Un termine che non avevo mai sentito dire e viene misurato da un indicatore che si chiama PIEV, ovvero il rapporto che c'è fra la percezione di un pericolo e la gestione dell'emozione che fa volgere in una azione, in questo caso mortale.
Il panicstop è stimolato dall'arrivo veloce allo stop di un mezzo di grossa cilindrata in un punto in cui la visibilità è ridotta. Il ciclomotore manteneva la sua corsia di marcia ad un'andatura regolare ma lo spavento e uno spazio ridotto gli costa la vita. Diceva il perito che se il suo indice PIEV fosse stato diverso, di persona con maggiore controllo, consapevolezza ed altre cose per la particolare dinamica e spazio avrebbe forse potuto salvarsi.
Mi ha colpito molto questa storia, il perito mi disse alla fine della sua deposizione che non ha dormito tre giorni prima di scrivere la relazione, una questione di coscienza ha detto e non aveva dubbi che il panico poteva essere evitato se il SUV avesse rispettato la giusta velocità in prossimità di STOP.
Non so come finirà la storia ma si evidenzia la responsabilità del conducente dell'auto, e il panic stop non toglie la ragione al defunto, almeno ai fini assicurativi.
Mi sono anche incuriosito su questi termini sconosciuti ma che in qualche modo forse abbiamo un pò tutti provato almeno una volta nella vita.

Il PIEV è un fattore del tutto personale e imprevedibile ma è veramente cos' imprevedibile e ingestibile?.
Vorrei saperne di più, mi piacerebbe capire meglio questo concetto, se qualcuno lo conosce.
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Vecchio 10-07-2011, 00.34.01   #2
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Ho trovato poco sull'argomento ma pare che questo indicatore sia usato nell'ingegneria dei trasporti.

Riporto fedelmente quanto poco e tradotto ho trovato:

"La percezione di, e la reazione a, spunti e stimoli incontrati dal conducente di un veicolo comporta quattro azioni distinte: la percezione, l'identificazione, l'emozione o di una decisione (determinazione della risposta appropriata), e la volontà (reazione). Il tempo totale impiegato per questa sequenza viene indicato come PIEV (percezione, identificazione, emozione e volontà) di tempo o di percezione-reazione tempo. Percezione-tempo di reazione è un fattore importante nella determinazione della distanza di frenata, che a sua volta impone una distanza minima di vista e la durata della fase gialla interazioni segnalati."
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Vecchio 10-07-2011, 08.25.30   #3
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In questa definizione la Volontà sta per reazione, dovrebbe cioè corrispondere all'azione conclusiva del processo, della somma delle tre azioni precedenti, quindi la volontà è l'atto finale di un processo o la realizzazione del processo.
Probabilmente nel PIEV la volontà è reazione in quanto non è vera volontà, cioè scelta consapevole di un'azione e per questo viene definita come reazione.
Il perito diceva anche che Identification sta pure per Intelligence, come capacità intellettiva di riconoscere o identificare lo stimolo in misura più o meno conforme alla realtà del pericolo in base al quale si richiamerà l'emozione da cui deriverà la reazione. Nell'ingegneria del traffico ci sono processi determinati da cui non si può sfuggire, ovvero il PTR rapporto reazione/tempo, in cui il tempo diventa fattore determinante ai fini conclusivi della dinamica in atto.
Potremmo dire quindi che la Volontà vera produce azioni mentre la volontà non vera produce re-azioni?

Se applicassimo il PIEV nell'ingegneria della vita quotidiana potrei spiegarmi il perchè il fattore tempo mi crea ansia: se la mia capacità di percepire e identificare uno stimolo produce un'emozione che risolve in un impatto reattivo, quando me ne accorgo è già tardi, non posso evitarlo. Il tempo diventa determinante in relazione alla lentezza con cui elaboro intellettivamente i dati reali.
Immagino che l'emozione scaturisca dalla implicazione del MI sta per accadere e non sta per accadere.
La percezione emotiva del MI accade riduce la facoltà di vedere quel che accade.

A me succede nelle situazioni in cui percepisco il pericolo grande e lo evito, perchè in quel momento mi mantengo fredda, guardo quel che accade, sono nel momento presente senza pensieri oltre quello del momento, che a pericolo scampato, vengo letteralmente assalita dall'emozione di quel che MI poteva accadere realmente se non fossi stata in grado di evitare il pericolo.
Passo delle ore in stato di caduta nell'angoscia, una specie di panico a posteriori, come se l'emozione fosse un fattore inevitabile o nel prima o nel dopo accadimento.
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Vecchio 10-07-2011, 11.29.50   #4
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In questa definizione la Volontà sta per reazione, dovrebbe cioè corrispondere all'azione conclusiva del processo, della somma delle tre azioni precedenti, quindi la volontà è l'atto finale di un processo o la realizzazione del processo.
Probabilmente nel PIEV la volontà è reazione in quanto non è vera volontà, cioè scelta consapevole di un'azione e per questo viene definita come reazione.
No probabilmente, sicuramente....
Mah... ne inventano uno al giorno di acronimo ma se ci perdi tempo a cercare di capirli....
Entrando nel merito dell'esempio, la domanda mi sorge spontanea: che c'entra un ingegnere con lo studio delle percezioni, reazioni etc?
La prossima volta che farò fare il collaudo all'auto chiederò che me lo faccia uno psicologo o uno psichiatra .

Non ho ben compreso la dinamica dell'incidente, ma se è quella che ho capito io la questione è ben più semplice: il suv si è fermato in tempo? Se si è poi un problema di chi guidava il motorino, anche se ovviamente dispiace per la sua morte, lui non aveva il giusto margine spazio/velocità di sicurezza, ergo stava correndo troppo per le sue capacità.
Se passasse una simile teoria potrei trovare una colpa altrui al 99% di quello che accade ad una persona, il che non è giusto.
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Vecchio 10-07-2011, 14.49.10   #5
Faltea
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Ne avevo sentito parlare ma in altri termini.
Se una persona è affetta da disturbi psico-motori non può guidare automobili, ora però che per tutto serve la patente anche per le macchinine quelle piccole puoi richiedere di sottoporti ad alcuni test, oltre al tempo di reazione ce ne sono altri che misurano la tua percezione del pericolo, etc...
Mi sembra molto simile a questo indicatore, alla fine ti danno un punteggio (mi sembra, vado a memoria) e se superi un certo tot, puoi conseguire la patente (mi pare però sempre limitata... ohh non ricordo! Uffa)
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 10-07-2011, 15.28.20   #6
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Entrando nel merito dell'esempio, la domanda mi sorge spontanea: che c'entra un ingegnere con lo studio delle percezioni, reazioni etc?
Lui tirò fuori questa sigla, premettendo che gli americani amano fare sigle di studio per ogni cosa, in quanto l'avvocato della compagnia assicurativa puntava sulla distrazione del soggetto per fatti suoi o un animale o altro che l'aveva distratto e quindi caduto per caso in prossimità dell'auto che sopraggiungeva.
Sicchè spiegò meglio come funziona il meccanismo del panic stop che ha un grande rilievo ai fini di ricostruire la dinamica dell'incidente e l'attribuzione di responsabilità.
Il conducente del motorino andava a velocità entro il limite consentito e viene evidenziato dalla frenata, il conducente dell'auto arriva ad una velocità superiore consentita in prossimità di STOP frenando di colpo, oltrepassando di 80 cm la linea dello STOP riducendo lo spazio già limitato trovandosi il motorino in zona zebrata ma obbligata da lavori in corso segnalati.

Da quel che ho capito il panic stop causato da un conducente che non rispetta il codice della strada viene considerato come concorso in responsabilità civile, ma qui forse un avvocato lo saprebbe stabilire meglio. Si era nella fase preliminare e quindi si ascoltavano le deposizioni preliminari.

Comunque mi par di capire che è meglio non perda tempo nel comprendere questo acronimo, probabilmente di alcuna utilità anche nel mio sogno.
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