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Vecchio 21-07-2008, 23.37.16   #1
Ray
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Predefinito Bisogno di insuccesso

Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del bisogno di insuccesso.
(E.M.Cioran)

Per togliere eventuali dubbi dico subito che dal contesto in cui è inserito l'aforisma risulta chiaro che per "liberazione" intende la realizzazione spirituale (o un determinato grado di perfezionamento) alla orientale.

In ogni caso, anche prendendola genericamente, quindi una liberazione da qualcosa che ci tiene prigionieri, dalla Grande Illusione a una semplice abitudine (ma sono mai semplici?), credo che Cioran colga un sottile, segreto e importante pezzettino dell'animo umano.
Io almeno ho spesso percepito in me un qualcosa che descriverei con parole simili... desiderio si sconfitta, istinto di morte... insomma una forza profonda che tira dall'altra parte e che reputo essenziale, oltre che il maggior ostacolo per qualsiasi cosa.

Voi che ne pensate? L'avete mai sentita (o qualcosa di simile)?
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Vecchio 22-07-2008, 00.12.32   #2
Grey Owl
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Ho sentito in più occasioni il bisogno di insuccesso quando ad un passo dalla realizzazione ho avuto paura del cambiamento. L'insuccesso come alibi per non cambiare le cose.
Sono legato alla catena che mi lega, l'insuccesso è l'alibi per non liberarmi. In tante piccole occasioni sono arrivato ad un passo dal realizzarle e quando è servito lo sforzo conclusivo, non ho retto alla tensione e ho rinunciato.

Ho letto e riletto questa frase e mi son domandato:"...una volta liberato dalla catena delle abitudini, che accade?"
Perchè questa domanda? Perchè mi pongo il problema del dopo? Perchè non desiderare la libertà e poi quel che sarà sarà? Sono identificato con la catena che mi tiene prigioniero? La paura nasce dal fatto che non conosco la libertà? Quindi mi spaventa la libertà e così è meglio rimanere alla catena?

Un'esplosione di domande che hanno zittito la mente, non riesco a fare chiarezza, a darmi delle risposte. Continuo a rileggere questo aforisma.
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Vecchio 22-07-2008, 00.22.46   #3
Kael
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Ho letto e riletto questa frase e mi son domandato:"...una volta liberato dalla catena delle abitudini, che accade?"
Diventi Responsabile, ecco perchè fa tanta paura. Molto meglio fare branco e tenersi l'alibi...
Cioran ha colpito in pieno mi sa...
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Vecchio 22-07-2008, 00.52.19   #4
jezebelius
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Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del bisogno di insuccesso.
(E.M.Cioran)
Anche io son d'accordo che questo aforisma, di Cioran, esprima ciò che in realtà è la dinamica delle cose.
La paura per il cambiamento, la responsabilità che deriva da un qualsiasi comportamento.
Però pensavo anche di collegarlo, questo bisogno giacchè si manifesta, appunto, come forza trainante verso il basso diretta alla non realizzazione, all'incertezza.
Non so se questa, l'incertezza, sia lo stato nel quale " si tende " all'insuccesso.
Il fatto di non profondere la dovuta energia in qualcosa perchè la forza comunque è attiva per trascinarci verso il basso e dunque il fare nell'incertezza, mostra, secondo me, l'altra faccia della medaglia di una paura che ha come solo scopo quello che si rimanga al solito posto.
Per altro verso fare con incertezza delle cose o tenere determinati comportamenti da questa caratterizzati, decreterà inevitabilmente l'insuccesso.
Da ciò una ricerca, appunto un bisogno, di tale insuccesso.
Un bisogno che diviene parte integrante, se gia non lo è a causa della presenza della forza contrastante, del nostro Lavoro.
Un gettare la spugna che a volte è visto come cose più semplice da fare.
Un muoversi nell'incertezza allora gia potrebbe preguidicare un fine, una tappa, un risultato, un successo.
Certo, il lasciarsi andare è più semplice che affronatre le cose e quindi affrontare la responsabilità che ne deriva. Son convinto che chiunque, pur affrontando un discorso generico, possegga tale bisogno a qualsiasi livello.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 22-07-2008, 01.15.14   #5
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Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del bisogno di insuccesso.
(E.M.Cioran)
A me in prima istanza viene da domandarmi perchè dovrei aver bisogno di avere un insuccesso?
La risposta è che quando mi succede è perchè non ho intenzione di arrivare al successo. Possono esserci diversi motivi per cui ho bisogno di avere un insuccesso...
Una volta risolti il motivi ed eliminati ecco che questo bisogno decade.

Può essere che non abbia la forza di fare le cose con tutta me stessa e quindi questo fa si che non la cerchi mai, non mi sforzi per averla e quindi in questo caso è più comodo l'insuccesso così non faccio fatica e sto al calduccio nella mia confortevole non vita e do la colpa a lui.

Secondo me è ego bello e buono che lotta contro e che non va alimentato ma sfruttato.
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Vecchio 22-07-2008, 13.27.47   #6
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Io invece credo che spaventi anche il successo! Quando una persona ha successo non si può tornare indietro, in alcune carriere, deve persino barricarsi con guardie del corpo o andare a vivere in qualche posto lontano, lontano dalle invidie della gente o delle persone che cercando di prendere un po' del tuo successo, levandoti la privacy.

In altri contesti avere successo significa essere felici, appagati, soddisfatti e quanta paura si ha ad avere e perdere queste cose, talmente tanta da preferire di non possederle mai...
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Vecchio 22-07-2008, 18.23.10   #7
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Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del bisogno di insuccesso.
(E.M.Cioran)

.............

Voi che ne pensate? L'avete mai sentita (o qualcosa di simile)?
Si a me capita di sentire qualcosa che credo sia simile a quello che descrivi.. in parte lo riassumerei con il discorso della Responsabilita' che fa Kael, a me fa paura l'idea di "dover fare da sola", e finche' ci sono gli insuccessi, finche' li vado a cercare ho la scusa per appoggiarmi a qualcuno e non fare da sola .. e' rimanere sola e dover camminare sulle mie gambe per me l'ostacolo.

Citazione:
.....desiderio si sconfitta, istinto di morte... insomma una forza profonda che tira dall'altra parte e che reputo essenziale, oltre che il maggior ostacolo per qualsiasi cosa.
Le due cose che ho sottolineato le ho sentite belle nitide solo una volta credo (tutte le altre volte ne ho sentore ma e' come se fossero ovattate, nascoste da altro), e' stato un momento veramente difficile, perche' non riuscivo a trovare appigli, vedevo solo quello: la sconfitta e l'istinto di morte.. due cose che insieme sono spaventose (almeno lo sono state per me) e che mi hanno costretta a trovare la spinta per risalire, quella forza che spinge a scendere scendere e' la stessa che almeno inizialmente serve per salire...poi dovrebbe subentrare la Volonta'..

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Vecchio 23-07-2008, 23.42.45   #8
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Diventi Responsabile, ecco perchè fa tanta paura. Molto meglio fare branco e tenersi l'alibi...
Cioran ha colpito in pieno mi sa...
Si quoto anch'io, fallire è il modo migliore per o trovare qualcuno che ti sostenga e ti consoli o per macerare nel rancore e nella rabbia.
Non ricordo bene l'aforisma che ho letto in home mesi fà ma diceva qualcosa come " il desiderio di un dio che pur punendo dia un senso alla vita è una tentazione maggiore per l'animo umano della sua assenza che pur giustifica ogni crimine" Ci piace avere e cercare qualcuno che ci guidi, che ci dia da mangiare ecc ecc proprio come dei bambini (parlo in generale )
Inoltre probabilmente c'è in mezzo anche una buona dose di pigrizia e di tolleranze basse basse..un pò come se avessi abituato il mio corpo ad assumere solo zuccheri per avere energia, di rapida assunzione (come le reazioni ai fallimenti) ma alla lunga deleteri per il fisico.
Eh ma vuoi mangiare sano, limitare i dolci, elaborare i cibi complessi..svegliarti... questo è per me

Forse esco fuori come un balcone dal seminato ma mi pare ci sia anche qualche attinenza con il bisogno di ricercare sempre le stesse soluzioni dolorose, lo stesso tipo di persone, forse non c'è solo la paura di diventare responsabili ma anche un pò l'incapacità di andare oltre a una prima errata esperienza, come se il fallimento, una volta capitato lasciasse un solco in cui poi si infilano tutte le nostre sensazioni/esperienze simili..





pensavate di esservi liberati del mio solco macchinoso eh?
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Vecchio 24-07-2008, 00.16.58   #9
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Le due cose che ho sottolineato le ho sentite belle nitide solo una volta credo (tutte le altre volte ne ho sentore ma e' come se fossero ovattate, nascoste da altro), e' stato un momento veramente difficile, perche' non riuscivo a trovare appigli, vedevo solo quello: la sconfitta e l'istinto di morte.. due cose che insieme sono spaventose (almeno lo sono state per me) e che mi hanno costretta a trovare la spinta per risalire, quella forza che spinge a scendere scendere e' la stessa che almeno inizialmente serve per salire...poi dovrebbe subentrare la Volonta'..

Vi è mai capitato di trovarvi, per esempio, davanti ad una grande altezza e di provare una specie di desiderio istintivo di lanciarvi? Un'attrazione?
A me è successo e quando ho deciso di esplorare in me la cosa ho trovato che mi capitava spessissimo, ma solitamente bannavo quell'istinto in una frazione di secondo, neanche il tempo di divenirne cosciente. A volte lo divenivo e semplicemente scartavo l'ipotesi... ma restava sempre qualcosa, un mancato appagamento. Esplorando, non senza timore, questa istanza, per quel poco che finora ho intravisto, mi è parso che fosse decisamente "antica", profonda. Non forte, facile da debellare e dimenticarsene bellamente, non diperazione da suicidio o cose del genere, solo attrazione.
Attrazione accompagnata da una sensazione di desiderio di liberazione, di ritorno, come se una vocina suggerisse che è quella la strada più breve, che cosa ci faccio qui...

Vabbeh, forse sono solo divagazioni libere di una fantasia che ha trovato un pertugio per farsi una sgroppata però... però qualcosa mi dice che sta cosa ci sia un po' in tutti, sviluppata o meno, potenziale o meno, che faccia parte dell'animo umano.

Mah
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Vecchio 24-07-2008, 01.05.30   #10
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Vi è mai capitato di trovarvi, per esempio, davanti ad una grande altezza e di provare una specie di desiderio istintivo di lanciarvi? Un'attrazione?
A me è successo e quando ho deciso di esplorare in me la cosa ho trovato che mi capitava spessissimo, ma solitamente bannavo quell'istinto in una frazione di secondo, neanche il tempo di divenirne cosciente. A volte lo divenivo e semplicemente scartavo l'ipotesi... ma restava sempre qualcosa, un mancato appagamento. Esplorando, non senza timore, questa istanza, per quel poco che finora ho intravisto, mi è parso che fosse decisamente "antica", profonda. Non forte, facile da debellare e dimenticarsene bellamente, non diperazione da suicidio o cose del genere, solo attrazione.
Attrazione accompagnata da una sensazione di desiderio di liberazione, di ritorno, come se una vocina suggerisse che è quella la strada più breve, che cosa ci faccio qui...

Vabbeh, forse sono solo divagazioni libere di una fantasia che ha trovato un pertugio per farsi una sgroppata però... però qualcosa mi dice che sta cosa ci sia un po' in tutti, sviluppata o meno, potenziale o meno, che faccia parte dell'animo umano.

Mah
Si in effetti mi è capitato come dici. Spesso mi son trovato ad affacciarmi da altezze le quali altro non mi suggerivano che di lanciarmi. La voglia di appagare quell'attrazione è stata ( è ) tale da cercare, a volte, qualcosa che ci si avvicini. Nel senso se da un lato è vero che quella è la strada, come hai detto bene, più breve per risolvere la cosa dall'altro mi rendevo ( rendo) conto che altro è da esplorare. La ricerca e l'analisi di quella condizione non solo si verifica in prossimità di grandi altezze appunto ma anche, il che potrebbe essere simile, quando "piglia " quella paura particolare; come quando ci si trova in acqua e non si vede il fondo per esempio. Come se tutto, in definitiva, sia facilmente risolvibile. Come se il punto, il posto, dove sto in quel momento fosse di passaggio!
In effetti assecondandola spinti dal desiderio di liberazione, si prova quella libertà che potrebbe definirsi di sospensione.
Sospensione che mi pare sia collegata all'esempio/esercizio della ballerina
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Vecchio 24-07-2008, 01.55.52   #11
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Vi è mai capitato di trovarvi, per esempio, davanti ad una grande altezza e di provare una specie di desiderio istintivo di lanciarvi? Un'attrazione?
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Vabbeh, forse sono solo divagazioni libere di una fantasia che ha trovato un pertugio per farsi una sgroppata però... però qualcosa mi dice che sta cosa ci sia un po' in tutti, sviluppata o meno, potenziale o meno, che faccia parte dell'animo umano.

Mah
No ho paura delle grandi altezze anche di quelle non grandi il vuoto mi fa paura, ho anche dovuto passare su degli orridi e se potevo strisciare per terra o contro al muro lo facevo.
Invece ho provato questa attrazione al mare, anche dalla nave o dalla barca e siccome non so nuotare questa attrazione mi è parsa strana e mi ritiravo immediatamente, ma per un breve attimo l'impulso era quello di lasciarmi portar via. Se ci penso a mente serena brrrrrrrrrrrrr
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Vecchio 24-07-2008, 11.22.03   #12
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Vabbeh, forse sono solo divagazioni libere di una fantasia che ha trovato un pertugio per farsi una sgroppata però... però qualcosa mi dice che sta cosa ci sia un po' in tutti, sviluppata o meno, potenziale o meno, che faccia parte dell'animo umano.

Mah
Mi è capitato di pensare che se avessi dovuto scegliere un modo di morire, mi sarei buttato da un'altezza, ma non ci penserei mai ad uccidermi. Penso però che ho ricercato questa ebbrezza tramite giostre, lunapark e scivoli acquatici, inconsciamente.

Penso che quella vocina in ogni caso non vada ascoltata, perchè non si sa da dove proviene....
Non voglio andate OT ma c'era una casa di una amica di mia sorella, e chiunque saliva al secondo piano, sentiva una vocina di buttarsi dalla tromba delle scale.

Diciamo che sono sensazioni pericolose per chi non le sa gestire, e qualcuno potrebbe pure cascarci ( in tutti i sensi).
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Vecchio 24-07-2008, 16.03.29   #13
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Vi è mai capitato di trovarvi, per esempio, davanti ad una grande altezza e di provare una specie di desiderio istintivo di lanciarvi? Un'attrazione?
Adesso mi e' piu' chiara la domanda, sopra avevo capito altro e con altro ti ho risposto, scusami
Si a me e' capitato ma non ho mai esplorato la cosa, mi capitava spesso quando andavo a trovare un'amica che fino a qualche anno fa , abitava ad un piano alto. Quando arrivavo al piano del suo appartamento istintivamente guardavo nella tromba delle scale che era molto ampia e avevo proprio un'attrazione verso il basso l'istinto di lanciarmi, che durava un lampo, perche' mi scuotevo subito, mi faceva paura quella strana attrazione (che traducevo con istinto di suicidio.. ), e non volevo vederla. Come dire, se non la vedo la esorcizzo. E' la prima volta che penso razionalmente a quegli episodi e francamente non saprei dare loro una spiegazione logica, ne ho un altro, che anche se non e' strettamente collegato con l'istinto della morte, mi ha sempre incuriosito , ma non sono mai riuscita a dargli un nome, e me ne sono sempre vergognata, soprattutto non ne ho mai parlato a nessuno .. Quando ero a scuola nelle ore di lezione quando l'insegnante di matematica spiegava noi alunne eravamo tutte sedute composte e non volava una mosca. A me senza nessun perche' spesso balzava in testa l'istinto (o fantasia, non so bene cosa fosse) di alzarmi di colpo andare al centro della classe e mettermi ad urlare in quel silenzio.. anche qui il tutto durava un lampo, era proprio come una specie di istinto tanto incontrollato quanto breve, lo scacciavo immediatamente anche perche' era una cosa che mi faceva sentire .. come dire un po' anormale...

Chissa' se hanno un perche' queste "fantasie" o istinti o?.. non saprei nemmeno dargli un nome.
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Vecchio 24-07-2008, 16.33.54   #14
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Durante le ferie ho avuto occasione di provare quella disciplina che utilizza un'imbragatura con doppi moschettoni (non conosco il nome) e l'elmetto. Ti consente di passeggiare sulle cime degli alberi in sicurezza passando da un'albero all'altro attraverso delle funi e appigli vari (tipo il ponte tibetano ed altri simili).

In quell'occasione ho provato piu' volte l'istinto di lanciarmi nel vuoto, ricordo che rimanevo affascinato da quell'altezza. Non era desiderio di morire pero', era un misto di attenzione ed adrenalina per il pericolo di morire o farsi male. Mi trovavo su una piazzola sulla cima di un albero molto alto e mettevo i piedi fuori dal bordo osservando il terreno che era molto in basso, in quel momento mi sentivo bene, oserei dire padrone di me stesso, una sensazione di controllo e di potere. Capisco che suona strano, ora che lo scrivo penso sia forte come affermazione ma ripensandoci ho sentito questa sensazione.

Pure io quando andavo a scuola ricordo che ero seduto sul sedile dell'autobus che portava a scuola e davanti a me c'era una persona, in un lampo immaginai di prenderla a pugni anche se questa non mi dava particolare fastidio, un raptus violento che e' rimasto nella mia mente. Ricordo che mi inquieto' quella fantasia e scatto' l'adrenalina e la vergogna per averlo pensato.
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Vecchio 24-07-2008, 23.14.29   #15
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Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del bisogno di insuccesso.
(E.M.Cioran)
Ho continuamente questa sensazione, credo che derivi dall'attaccamento a quel che crediamo di essere e diventare responsabili significa rinunciare a molte cose a cui non si è pronti.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 24-07-2008, 23.31.05   #16
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Però la mia paura dell'altezza può anche essere dovuta a quel motivo?
Io ho la sensazione che se mi sporgo troppo potrei venir risucchiata dal vuoto e perdermi in esso.
Mi è venuto in mente il 3d dell'abisso
In ogni caso non gli do corda ma quando mi obbligano a percorrere gli orridi mi si alza l'attenzione a 1000.
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Vecchio 24-07-2008, 23.46.59   #17
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A me è successo e quando ho deciso di esplorare in me la cosa ho trovato che mi capitava spessissimo, ma solitamente bannavo quell'istinto in una frazione di secondo, neanche il tempo di divenirne cosciente. A volte lo divenivo e semplicemente scartavo l'ipotesi... ma restava sempre qualcosa, un mancato appagamento. Esplorando, non senza timore, questa istanza, per quel poco che finora ho intravisto, mi è parso che fosse decisamente "antica", profonda. Non forte, facile da debellare e dimenticarsene bellamente, non diperazione da suicidio o cose del genere, solo attrazione.
Attrazione accompagnata da una sensazione di desiderio di liberazione, di ritorno, come se una vocina suggerisse che è quella la strada più breve, che cosa ci faccio qui...


Mah
A me capita con l'acqua, se sono su un ponte ad esempio e soprattutto se l'acqua sotto è poco movimentata. Qualche volta l'ho percepita come un brivido di una frazione di secondo anche in montagna sull'orlo di un crepaccio.
Ma sopra all'acqu è più forte, la volta che me ne sono resa conto è stato impressionante, era come se qualcosa di magnetico attirasse il mio sguardo che era diventato quasi fisso, non era solo una questione di gravità anche se ho avuto la sensazione di venir risucchiata letteralmente dentro l'acqua.
La sensazione di entrare in una specie di tunnel alla velocità della luce, superando però la velocità del visibile (eh questa me la devo spiegare a me prima ) però è suonato il campanello d'allarme del corpo che si stava sbilanciando troppo,mi ha fatto riscuotere ma l'effetto è davvero difficile da spiegare a parole.
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