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Vecchio 13-12-2008, 00.54.34   #1
jezebelius
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Predefinito uomo migliore e più profondamente uomo

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"Mentre la risoluzione di divenire un uomo migliore è atto empirico ed ipocrita, essere divenuto più profondamente uomo è il privilegio di coloro che hanno sofferto."
Oscar Wilde
Parla di " risoluzione di divenire " e di " uomo migliore".
Lo contrappone, nella seconda parte a quell' " essere divenuto" più profondamente uomo.
Quella risoluzione che è atto empirico ed anche ipocrita, mentre l'essere divenuto è un privilegio che passa per la sofferenza.

Trovo che sia vero tutto ciò. Sono del parere che ci son due modi di cui uno esclude necessariamente l'altro.
Il primo che è atto astratto non concreto, illusorio. Il secondo, al contrario è pratico, reale poiché passa per un punto per il quale deve realizzarsi il cambiamento e cioè la sofferenza.
Questa attribuisce " peso" ed intensità al cambiamento stesso ma ci dice anche che non esiste uomo migliore ma solo un luogo ove si è più profondamente uomini.
Due tipi di uomo: l'uno effimero, nella certezza di essere migliore, l'altro " uomo", nel profondo.
La profondità stessa come sinonimo oltre che di sofferenza anche di purezza e non ipocrisia.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 13-12-2008, 01.51.45   #2
filoumenanike
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Parla di " risoluzione di divenire " e di " uomo migliore".
Lo contrappone, nella seconda parte a quell' " essere divenuto" più profondamente uomo.
Quella risoluzione che è atto empirico ed anche ipocrita, mentre l'essere divenuto è un privilegio che passa per la sofferenza.

Trovo che sia vero tutto ciò. Sono del parere che ci son due modi di cui uno esclude necessariamente l'altro.
Il primo che è atto astratto non concreto, illusorio. Il secondo, al contrario è pratico, reale poiché passa per un punto per il quale deve realizzarsi il cambiamento e cioè la sofferenza.
Questa attribuisce " peso" ed intensità al cambiamento stesso ma ci dice anche che non esiste uomo migliore ma solo un luogo ove si è più profondamente uomini.
Due tipi di uomo: l'uno effimero, nella certezza di essere migliore, l'altro " uomo", nel profondo.
La profondità stessa come sinonimo oltre che di sofferenza anche di purezza e non ipocrisia.

il proposito di diventare una persona migliore è un atto di buona volontà che spesso tutti facciamo in momenti di debolezza e di autocritica ma è come quando si confessano i peccati e si promette di non farli più...tutto è abbastanza falso, sappiamo dal di dentro che non ci riusciremo mai. il diventare una persona migliore è invece, al contrario, un atto concreto, siamo passati attraverso dure prove, sacrifici, delusioni, amare sconfitte e la sofferenza patita ci ha trasformato in persone migliori, dando al significato "migliori" un senso lato, migliori perchè capaci di gestirsi, di comprendere il dolore e dunque avvicinarci all'altro, migliori perchè sensibili alle vere gioie della vita, migliori perchè più umili e disponibili alla comprensione.
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Vecchio 14-12-2008, 03.53.58   #3
jezebelius
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
il proposito di diventare una persona migliore è un atto di buona volontà che spesso tutti facciamo in momenti di debolezza e di autocritica ma è come quando si confessano i peccati e si promette di non farli più...tutto è abbastanza falso, sappiamo dal di dentro che non ci riusciremo mai.

il diventare una persona migliore è invece, al contrario, un atto concreto, siamo passati attraverso dure prove, sacrifici, delusioni, amare sconfitte e la sofferenza patita ci ha trasformato in persone migliori, dando al significato "migliori" un senso lato, migliori perchè capaci di gestirsi, di comprendere il dolore e dunque avvicinarci all'altro, migliori perchè sensibili alle vere gioie della vita, migliori perchè più umili e disponibili alla comprensione.
Parli di " proposito ", nella prima parte, e di " diventare " nella seconda.
Faccio un attimo un passo indietro. L'aforisma parla di " risoluzione" ossia la capacità di solvere, sciogliere nuovamente.
Come indica Wilde nell'aforisma, non di reale moto interiore si tratta, quanto di atto falso, aleatorio.
E' probabile poi, però, che questo proposito iniziale si trasformi in qualcosa di altro successivamente permettendo di realizzare anche nella pratica il detto proposito.
Pratica che, per altro verso, comprende, potenzialmente, quella sofferenza di cui si parla.

A questo punto farei anche una differenza tra " uomo migliore " e " più profondamente uomo".
Il primo, secondo me, si riferisce si ad un cambiamento, considerando la migliore delle ipotesi per cui una manifestazione diversa " di quell'uomo" appaia all'esterno ma sempre di quell'uomo si tratta!
Il secondo, quel più profondamente, invece, richiama quelle qualità che gia ci sono in ogni uomo e per le quali, per potervi arrivare, dunque accedere, abbisogna di un cambiamento radicale. Un diverso uomo, non quello di prima!
Se il primo dunque si può definire atto della mente, perchè ci piace pensare al fatto che possiamo diventare migliori, diversi rispetto a prima e ce lo imponiamo col semplice " augurio" del tipo : da domani sarò così o cosà" non credo che si andrà lontano.
Nel secondo caso, al contrario, quella pratica che comporta sacrificio, sofferenza, consente di pervenire, a quella risoluzione che la prima parte mette in correlazione con un atto mentale ma che non può, secondo me, non essere anche collegato a quel " profondamente uomo " della seconda.
E' un privilegio, una conquista e solo chi ha sofferto può accedervi.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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