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Vecchio 17-11-2009, 23.09.45   #1
Grey Owl
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Predefinito L’acqua pubblica passa ai privati?

Non se ne sente parlare da nessuna parte eppure il decreto legge 135/09, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, attende il via libera per la conversione in legge da parte del Senato entro il 24 novembre.
Tra i vari articoli (in totale 21) vi è un'articolo alquanto controverso, l'articolo 15. In tale articol si dispone di affidare la gestione dei servizi pubblici locali (in particolare il servizio idrico) alle società private. La conseguaenza è che la gestione dell’acqua sarà affidata al mercato.

Premesso che il Parlamento Europeo ha affermano che l'acqua è un “bene comune dell'umanità”, non si capisce come il Governo Italiano voglia privatizzare la gestione dell'acqua pubblica adducendo a presunti adeguamenti alle leggi Comunitarie Europee?

Essendo la curiosità donna ma anche noi gufetti non siamo da meno, sono andato a leggermi nel sito del parlamento italiano il Decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135 "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0145)" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 223 del 25 settembre 2009

In particolare il seguente articolo è quello a cui fa riferimento la controversa interpretazione della sentenza della Corte di giustizia Europea:

Art. 15. Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica

1. All'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ...

2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria:
a) ...
b) ...

3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato (nota del gufo: diventa un caso eccezionale la società a capitale interamente pubblico), l'affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta "in house" e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano.

4. Nei casi di cui al comma 3, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per l'espressione di un parere preventivo, da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione. Decorso il termine, il parere, se non reso, si intende espresso in senso favorevole.»;

c) dopo il comma 4, e' inserito il seguente: «4-bis. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in forza dell'autonomia organizzativa e funzionale attribuita dalla legge 10 ottobre 1990, n. 287, e successive modificazioni, individua, con propria delibera, le soglie oltre le quali gli affidamenti di servizi pubblici locali assumono rilevanza ai fini dell'espressione del parere di cui al comma 4.»;

d) i commi 8 e 9 sono sostituiti dai seguenti:

«8. Il regime transitorio degli affidamenti non conformi a quanto stabilito ai commi 2 e 3 e' il seguente:

a) le gestioni in essere alla data del 22 agosto 2008 affidate conformemente ai principi comunitari in materia di cosiddetta "in house" cessano, improrogabilmente e senza necessità di deliberazione da parte dell'ente affidante, alla data del 31 dicembre 2011;

b) le gestioni affidate direttamente a società a partecipazione mista pubblica e privata, qualora la selezione del socio sia avvenuta mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a) del comma 2, le quali non abbiano avuto ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio, cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, alla data del 31 dicembre 2011;

c) le gestioni affidate direttamente a società a partecipazione mista pubblica e privata, qualora la selezione del socio sia avvenuta mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a) del comma 2, le quali abbiano avuto ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio;

d) gli affidamenti diretti assentiti alla data del 1° ottobre 2003 a società a partecipazione pubblica già quotate in borsa a tale data e a quelle da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio, a condizione che la partecipazione pubblica, si riduca anche progressivamente, attraverso procedure ad evidenza pubblica ovvero forme di collocamento privato presso investitori qualificati e operatori industriali, ad una quota non superiore al 30 per cento entro il 31 dicembre 2012; ove siffatta condizione non si verifichi, gli affidamenti cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, alla data del 31 dicembre 2012; (nota del gufo: entra sempre più il soggetto privato nella gestione del bene pubblico come l'acqua)

e) le gestioni affidate che non rientrano nei casi di cui alle lettere da a) a d) cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante.

9. Le società, le loro controllate, controllanti e controllate da una medesima controllante, anche non appartenenti a Stati membri dell'Unione europea, che, in Italia o all'estero, gestiscono di fatto o per disposizioni di legge, di atto amministrativo o per contratto servizi pubblici locali in virtù di affidamento diretto, di una procedura non ad evidenza pubblica ovvero ai sensi del comma 2, lettera b), nonche' i soggetti cui e' affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi, non possono acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, ne' svolgere servizi o attività per altri enti pubblici o privati, ne' direttamente, ne' tramite loro controllanti o altre società che siano da essi controllate o partecipate, ne' partecipando a gare. Il divieto di cui al primo periodo opera per tutta la durata della gestione e non si applica alle società quotate in mercati regolamentati. I soggetti affidatari diretti di servizi pubblici locali possono comunque concorrere alla prima gara svolta per l'affidamento, mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica, dello specifico servizio già a loro affidato.»;

e) al comma 10, primo periodo, le parole: «centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» sono sostituite dalle seguenti: «il 31 dicembre 2009»;

f) al comma 10, alla lettera a) la parola: «diretti» e' sostituita dalle seguenti: «cosiddetti in house» e dopo le parole: «patto di stabilità interno» sono inserite le seguenti: «, tenendo conto delle scadenze fissate al comma 8,»;

g) al comma 10, la lettera e) e' soppressa.

2. All'articolo 9-bis, comma 6, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, il quarto periodo e' soppresso.

Art. 21. Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Mi pare alquanto strano che nessuno accenni a questa legge che sancisce l'entrata in campo del servizio privato nella gestione e distribuzione della risorsa idrica del territorio Italiano? Il privato segue leggi di profitto e del mercato con un bene come l'acqua che non dovrebbe far parte di queste logiche, è per questo motivo che ho postato in gogna.

Ultima modifica di Grey Owl : 17-11-2009 alle ore 23.11.52.
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Vecchio 18-11-2009, 08.38.06   #2
Ray
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Beh, non è vero che nessuno se ne occupa, proprio ieri ho letto un lungo intervento sull'argomento in un giornale locale. Credo che sarà oggetto di dibattimento in questo periodo.

In ogni caso dico che non sono d'accordo che cose come l'acqua vengano gestite da privati per un motivo: il profitto. L'ente privato deve far profitti e non trovo sia il caso che li faccia gestendo un bene che appartiene a chi lo deve fornire.
L'acqua dovebbe essere gratis. Tuttavia è chiaro che il sistema con cui viene fornita ha dei costi e questi costi vanno pagati, ma quand'anche si tratti di un servizio, essendo costruito su un bene pubblico, non trovo corretto che alcuni (che poi sarebbero i soliti noti, ma è un altro discorso) ci guadagnino.

Ma non dovrebbe guadagnarci neanche lo stato. Insomma, per come la vedo io, chi fornisce questi servizi (eventualmente estenderei il discorsoa gas, elettricità ecc.) dovrebbe reinvestire la totalità dell'utile nell'abbassare i prezzi, che questo avvenga direttamente o innovando.
Ma forse, data la consueta allegria con cui gli enti pubblici gestiscono le cose, un privato farebbe utili agli stessi prezzi con cui il pubblico farebbe un rosso mostruoso.

Prima di fraintere, quando dico utili, intendo utili d'impresa, quindi quel che resta dopo tutte le spese di gestione, paghe di lavoratori, di dirigenti ecc.
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Vecchio 18-11-2009, 12.22.13   #3
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Ma da voi esiste ancora l'acquedotto comunale o comunque gestito da enti statali?
Da me è da tanto che è dato in appalto, e so che in parecchi posti è così.
Il problema non è se l'acquedotto è gestito dal comune (che magari ci farebbe pagare poco l'acqua e poi ci dovrebbe fregare il triplo da altre parti) ma che che chiunque lo gestisca abbia una sorta di controllo minimo regionale se non statale addirittura... o anche, da non sottovalutare, da una rappresentanza cittadina.

Quindi se una sorta di cooperativa si vuole prendere l'appalto per ricavarsi posti di lavoro ben venga e dando un servizio ottimo facendo pagare i costi giusti, ben venga.
Anzi io sarei anche favorevole ad un piccolissimo aumento se mi erogassero acqua un pò più dolce, cioè purificata dei sali più pesanti e calcare. I soldi spesi in più sullla bolletta si recuperebbero velocemente su elettrodomestici vari, acqua minerale e salute. Ma questa è utopia, al potere occulto va bene il fluoro e porcherie simili.

Se, questo è il pericolo paventato ormai da anni, qualcuno potesse arrivare ad impadronirsi completamente dell'acqua e magari inventarsi balle tipo che nel nord Italia ci sono periodi di siccità per aumentare i prezzi.... beh allora non ci sto, di oro mi basta quello giallo e quello nero, quello blu: no grazie.
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Vecchio 18-11-2009, 13.05.27   #4
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da noi l'acquedotto comunale ancora esiste, è gestito da una Spa da diversi anni ormai.
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Vecchio 18-11-2009, 13.14.49   #5
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Da me sono anni che il Comune ha dato in gestione il servizio idrico, ed il costo dell'acqua è notevolmente aumentato, senza avere in cambio miglioramenti nell'erogazione dell'acqua, sempre di cloro sa!
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Vecchio 18-11-2009, 13.57.16   #6
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Quindi se una sorta di cooperativa si vuole prendere l'appalto per ricavarsi posti di lavoro ben venga e dando un servizio ottimo facendo pagare i costi giusti, ben venga.
Anzi io sarei anche favorevole ad un piccolissimo aumento se mi erogassero acqua un pò più dolce, cioè purificata dei sali più pesanti e calcare. I soldi spesi in più sullla bolletta si recuperebbero velocemente su elettrodomestici vari, acqua minerale e salute. Ma questa è utopia, al potere occulto va bene il fluoro e porcherie simili.
Idem sono daccordo se appalto significa posti di lavoro e manutenzione anche perchè le reti degli acquedotti sono veri e propri colabrodo con una dispersione incredibile di acqua.
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Vecchio 18-11-2009, 14.35.42   #7
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... o anche, da non sottovalutare, da una rappresentanza cittadina.
Si concordo. Dovrebbe restare il più vicino possibile a chi la beve.
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Vecchio 18-11-2009, 15.29.30   #8
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Ho sentito il tg poco fa, hanno rassicurato dicendo che si tratta solo di una gestione delle condutture e della distribuzione del servizio e che nulla cambia a livello di costi.
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Vecchio 18-11-2009, 15.35.09   #9
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Ho sentito il tg poco fa, hanno rassicurato dicendo che si tratta solo di una gestione delle condutture e della distribuzione del servizio e che nulla cambia a livello di costi.
Per adesso. Prendiamo nota dei costi e confrontiamoli tra sei mesi.
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Vecchio 18-11-2009, 17.27.47   #10
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Si, certo nessuno ci crede, ma stiamo a vedere.
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Vecchio 18-11-2009, 17.32.18   #11
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Certo che se penso a questa realtà in sicilia... già ora misteriosamente le tubature ad ogni giugno si rompono e sono cotretti a comprare l'acqua dal furgone di turno che transita giornalmente ceh prende acqua potabile non si sa bene dove ogni giorno e per tutti. Se riparano la tubatura il giorno dopo è di nuovo rotta... immagino che cooperative verrebbero fuori.... mah
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