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Vecchio 20-08-2010, 11.30.19   #1
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In viaggio con altri, verso la roccia sul mare vi sono due tappe; alla fine della prima si scende da grosse macchine, posteggio la mia di fianco, prima che cominci un altro sito antico tutto nella roccia,una sorta di cantiere, di porto villaggio in ristrutturazione. Mio nipote invece va in altra escursione. Continuo con una macchina piccola, e guida una delle mie sorelle, con la quale ultimamente ho viaggiato per raggiungere un teatro in pietra gialla,suggestivamente allocato su una collina in mezzo alla campagna. Percorre un tratto che si arresta a strapiombo sul mare, cosa della quale non si rende conto ed io la blocco all'ultimo momento prima di finire rovinosamente giù. Resto turbata, ma cerco di controllare la sensazione di brivido, e continuiamo a piedi. Ci muoviamo, cerchiamo delle indicazioni per la permanenza e per la escursione; gli operai hanno fretta, il loro direttore con impegno troppo serio, quasi frenetico fa avanti e indietro e ci da poco conto. Poi staccano dal lavoro, tutti diventano più calmi e gentili, capisco allora che subivano la pressione dei titolari dell'impresa; mi offrono assistenza mentre il mare si ingrossa.

Inizia uno scenario apocalittico, il cielo plumbeo fa tut'uno col mare, grigio, che è sempre più vasto e alto fino a sommergere del tutto la roccia. Si è tutti in acqua, io ancora incosciente penso di raggiungere la mia borsa piccola, con l'essenziale, che vedo galleggiare sempre più lontano. Un uomo mi dice di lasciar perdere, andrei a morte sicura; valuto un bel pò, potrei farcela, c'è la chiave di casa e il telefonino, ma desisto. E' una situazione di massimo allarme, l'ordine imperante è di raggiungere una sponda e fuggire in fretta. Nuoto e mi giro indietro, è la fine del mondo, un mare spaventosamente alto piu al largo da noi, raggiunge le nuvole, e siamo puntini in una imminente tempesta, siamo tanti ed è l'unica cosa che mi fa stare calma.Prima di raggiungere la sponda alta e rocciosa ma disponibile, vedo una figlia, è mia,che nuota verso di me per ricongiungersi, la prendo tra le braccia, e mi ricordo di lei e che prima ci eravamo separate. Saliti ci diamo tutti alla fuga, attraverso un'altra lingua di terra piena di argilla, l'ultimo tratto stretto e scivoloso, e lo faccio aderendovi supina con la schiena, tenendo stretto mio nipote che un attimo prima era mia figlia. E' grande e mi impedisce la visuale, così chiedo ad un mio compagno d'infanzia di farmi da guida e dirmi alt non appena finisce questo piccolo strapiombo. Fine corsa ci alziamo e vedo di raggiungere la macchina grande che avevo lasciato lì,ma mi dicono ancora che non farò in tempo. Trovo però l'altra mia borsa capiente che avevo scordato di avere lasciato al sicuro; dentro ritrovo con piacere tutto l'incasso della settimana, biancheria intima nuova, e altre cose utili che ci permetteranno buona permanenza,da profughi, nel paese vicino, turistico. Non so quando potremo tornare a casa e non è per le chiavi , dovrei averne una di scorta.

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Vecchio 21-08-2010, 11.15.15   #2
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Molti elementi soliti ed altri inediti.
Tra i primi la difficoltà a tornare a casa, il mare che minaccia. Tra i secondi, al ritorno, non c' è più la valigia piena di vestiti impazziti, ma una borsa con le cose utili, e ben ordinate, addirittura con la confezione originale, nuova.
Si contrappongono la roccia e il mare. L'una mi dà appiglio fino alla fine, l'altro mi tradisce, mi costringe a scappare.
Il direttore dei lavori è serio anche quì, e finchè si lavora, niente distrazioni! Non appena si stacca, ci si sposta nella vita di relazione, del contatto umano personale, iniziano i problemi. Il mare si ingrossa, il cielo diventa nero, cala la notte, sorge l'urgenza di tornare a casa e su questo l'ansia dell'impedimento. Perdo i mezzi con i quali sono arrivata fin lì, perdo le chiavi, il telefonino per avvisare; perdo di vista i parenti tranne la figlia/nipote che rappresenta il cucciolo, gli esseri senza macchia e senza l'ostacolo della personalità, gli unici che posso abbracciare e che desidero portare in salvo.
Alla esplorazione vado con macchina e borsa piccola, che mi ricordano la navicella spaziale che si stacca dalla nave madre, con addosso lo strumento per comunicare e la possibilità di rientrare(chiave).
Si tratta forse, del tentativo di spingersi nel mondo delle relazioni, come fosse un viaggio, una vacanza, un ritrovare luoghi con scenari desiderabili, ma nelle quali sono poi impossibilitata perché non conosco la modalità positiva, durevole nel tempo, mentre ne conosco solo gli aspetti esageratamente insostenibili. Nei rapporti di lavoro, e nel suo esserne direttore, è tutto ok, anche nelle conoscenze varie che mi capitano, ma non appena si esce fuori da questo ambito, è un continuo stare all'erta, temere di perdere in un attimo le cose in apparenza conquistate. L'altro non è mai un investimento sicuro, nemmeno io lo sono mai. Solo per i cuccioli lo sono, e ancora oggi vi è compreso mio figlio, non so domani,quando sarà sempre più cristallizzata la sua personalità. Domani non è nemmeno sicuro, nei sogni non so mai quale risvolto avrà il minuto successivo, e non è lo stesso che vivere nel quì e ora, ma un negare il futuro perché già anticipatamente in automatico viene letto sfogliando l'esperienza del passato.

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Vecchio 26-08-2010, 12.15.18   #3
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In viaggio con altri, verso la roccia sul mare vi sono due tappe; alla fine della prima si scende da grosse macchine, posteggio la mia di fianco, prima che cominci un altro sito antico tutto nella roccia,una sorta di cantiere, di porto villaggio in ristrutturazione. Mio nipote invece va in altra escursione.
La roccia sul mare, meta del viaggio, sembrerebbe raffigurare una base solida da raggiungere in due tappe. La prima è il raggiungimento del posto in cui scendete dalle grosse macchine, in questa zona si separano gli itinerari, inizia un percorso più personalizzato, mentre tuo nipote sceglie un'altra escursione, quindi avviene anche una separazione.

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Continuo con una macchina piccola, e guida una delle mie sorelle, con la quale ultimamente ho viaggiato per raggiungere un teatro in pietra gialla,suggestivamente allocato su una collina in mezzo alla campagna. Percorre un tratto che si arresta a strapiombo sul mare, cosa della quale non si rende conto ed io la blocco all'ultimo momento prima di finire rovinosamente giù. Resto turbata, ma cerco di controllare la sensazione di brivido, e continuiamo a piedi.
Questa macchina piccola la guida una delle tue sorelle (quindi è un percorso al femminile) con la quale hai già viaggiato in paesaggi suggestivi come il teatro sulla collina. Teatro che può essere un riferimento ai diversi ruoli che si assumono nella vita.
Tua sorella non si rende conto della pericolosità della discesa a strapiombo sul mare che tu blocchi all'ultimo momento prima di rovinare giù. Questo fa pensare che quando ti butti in qualcosa di pericoloso c'è una parte in te che blocca appena in tempo, questa parte ti serve anche da autocontrollo delle tue emozioni nonostante la sensazione di brivido che ti dà la situazione.

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Ci muoviamo, cerchiamo delle indicazioni per la permanenza e per la escursione; gli operai hanno fretta, il loro direttore con impegno troppo serio, quasi frenetico fa avanti e indietro e ci da poco conto. Poi staccano dal lavoro, tutti diventano più calmi e gentili, capisco allora che subivano la pressione dei titolari dell'impresa; mi offrono assistenza mentre il mare si ingrossa.
Da qui in poi vi muovete a piedi, in effetti si tratta di un cantiere in costruzione e finchè si svolge il lavoro degli operai dell'impresa gli stessi non hanno il tempo di prestarvi attenzione, questo fatto dà la sensazione di un automatismo nel lavoro che deve essere svolto senza interfrenze, quando il turno di lavoro finisce gli operai vi offrono interessamento e assistenza ma contemporaneamente il mare si ingrossa, quasi che il sospendere il lavoro sotto la direzione del direttore lavori abbia come conseguenza l'ingrossarsi del mare (emozioni non più incasellate ?)

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Inizia uno scenario apocalittico, il cielo plumbeo fa tut'uno col mare, grigio, che è sempre più vasto e alto fino a sommergere del tutto la roccia. Si è tutti in acqua, io ancora incosciente penso di raggiungere la mia borsa piccola, con l'essenziale, che vedo galleggiare sempre più lontano. Un uomo mi dice di lasciar perdere, andrei a morte sicura; valuto un bel pò, potrei farcela, c'è la chiave di casa e il telefonino, ma desisto. E' una situazione di massimo allarme, l'ordine imperante è di raggiungere una sponda e fuggire in fretta. Nuoto e mi giro indietro, è la fine del mondo, un mare spaventosamente alto piu al largo da noi, raggiunge le nuvole, e siamo puntini in una imminente tempesta, siamo tanti ed è l'unica cosa che mi fa stare calma.
Il mare sempre più tempestosto che ricopre la roccia è l'essere soppraffatti dalle emozioni non più controllate, nel quale non puoi nemmeno farcela a recuperare la borsa piccola che ti eri portata con te nella quale c'è la chiave di casa e il telefonino, che le onde trascinano lontano da te e che sarebbe troppo rischioso cercare di recuperare, nelle forti emozioni non riesci ad afferrare l'essenziale che ti sembrava a portata di mano,
l'unica cosa che ti fa stare calma è che siete in tanti a cercare di raggiungere una sponda sicura nonostante lo scenario apocalittico...

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Prima di raggiungere la sponda alta e rocciosa ma disponibile, vedo una figlia, è mia,che nuota verso di me per ricongiungersi, la prendo tra le braccia, e mi ricordo di lei e che prima ci eravamo separate. Saliti ci diamo tutti alla fuga, attraverso un'altra lingua di terra piena di argilla, l'ultimo tratto stretto e scivoloso, e lo faccio aderendovi supina con la schiena, tenendo stretto mio nipote che un attimo prima era mia figlia. E' grande e mi impedisce la visuale, così chiedo ad un mio compagno d'infanzia di farmi da guida e dirmi alt non appena finisce questo piccolo strapiombo.
Prima di raggiungere la sponda ti ricongiungi con tua figlia/nipote che aveva scelto un altro percorso che che l'ha condotta allo stesso mare in tempesta, cercate una via di fuga su una lingua di terra, l'ultimo tratto è stretto e scivoloso e lo percorri supina tenendo stretta tua figlia.
Quello che mi dà da pensare è che il tenerti stretto tuo nipote/figlia ti impedisce la visuale così deve farti guidare da un tuo compagno d'infanzia che ti dirà alt finito lo strapiombo, a differenza della prima parte del sogno in cui eri tu che bloccavi la macchina guidata da tua sorella per non cadere nello strapiombo.

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Fine corsa ci alziamo e vedo di raggiungere la macchina grande che avevo lasciato lì,ma mi dicono ancora che non farò in tempo. Trovo però l'altra mia borsa capiente che avevo scordato di avere lasciato al sicuro; dentro ritrovo con piacere tutto l'incasso della settimana, biancheria intima nuova, e altre cose utili che ci permetteranno buona permanenza,da profughi, nel paese vicino, turistico. Non so quando potremo tornare a casa e non è per le chiavi , dovrei averne una di scorta.
Nel mentre pensi se farai in tempo a raggiungere la macchina grande (forse perchè il mare è ancora un minaccia ????)
trovi l'altra borsa che ti eri scordata di avere lasciato in un posto sicuro, trovi denaro, biancheria nuova e quanto vi può servire a una permanenza da profughi nel paese vicino.
Sembra che non sia un problema di chiavi, perchè ne dovresti avere una di scorta, forse è perchè non avete la possibilità di raggiungere la macchina grande, ma il punto è che non sapete quando potrete tornare a casa, ma anche lontano da essa hai le potenzialità per una permanenza accettabile e al riparo dal mare in tempesta.

Il sogno ti vuole dire che la roccia sul mare non è sicura se non si svolge un lavoro sotto gli ordini del direttore lavori, quando siete liberi e autonomi il mare si ingrossa e ricopre la roccia, ma riesci a salvarti dai flutti del mare recuperando parti di te e hai la possibilità di sopravvivenza anche lontono dalla tua casa abituale dove ti senti protetta e al sicuro.
Le tue escursioni nei sogni anche se avventurose e pericolose si concludono spesso con una sistemazione accettabile che non è casa tua ma nemmeno il mare tempestoso, quindi ti fanno intravvedere che per quanto spaventoso possa essere affrontarlo, il mare in tempesta non ti uccide e ti lascia riprendere terra e le cose a te necessarie alla sopravvivenza.

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Ultima modifica di stella : 26-08-2010 alle ore 12.45.24.
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Vecchio 27-08-2010, 12.48.59   #4
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Il sogno ti vuole dire che la roccia sul mare non è sicura se non si svolge un lavoro sotto gli ordini del direttore lavori, ..............
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Le tue escursioni nei sogni anche se avventurose e pericolose si concludono spesso con una sistemazione accettabile che non è casa tua ma nemmeno il mare tempestoso, quindi ti fanno intravvedere che per quanto spaventoso possa essere affrontarlo, il mare in tempesta non ti uccide e ti lascia riprendere terra e le cose a te necessarie alla sopravvivenza.

Punti fondamentali per me quelli in neretto Stella, le altre cose per ora le lascio.

Ci giro e ci rigiro senza fare centro veramente, di fatto i miei sogni continuano a ripetermi in tutte le salse le stesse cose.

Ho stampato gli ultimi quattro sogni, ne ho ritagliato delle parti o le singole frasi, e le ho incollate sopra un foglio, cercando di fissare visivamente i collegamenti.

Ciò che ne è uscito ad una prima analisi è questo:

Stanno in conflitto, dentro di me, una parte malata e una sana; la prima non sa gestire i rapporti emotivamente coinvolgenti, la seconda utilizza strumenti pacifici di direzione, di controllo, di apprendimento per una buona gestione di tutto il resto che non implichi la necessità di essere considerata.
Quando studio, quando lavoro, o dò lavoro non mi importa cosa si pensa di me, o se mi si ama, impongo il mio valore e il rispetto e lo restituisco con molta serenità, e se qualcosa non piace pazienza, non me la prendo più di tanto.
Ma c'è anche l'laltra parte di me, più vulnerabile, ricattabile e con strumenti non bene adeguati, che, o viene repressa o si incasina, e arrivata sul ciglio di ciò che considero il burrone(l'adulto troppo duro e strutturato, o deludente) mi metto in salvo e mi ritiro lontano rivolgendomi alle fonti di calore più sicure: i cuccioli, mio figlio, un nipote affezionato( o le comodità, i libri, altro). Lì è uno scambio alla pari senza aspettativa alcuna, di fugace tenerezza e della compagnia. Non c'è crescita, non c'è progetto, ma calore che in apparenza mi può bastare. Però sogno, e di continuo......

Ho identificato nell'uomo anziano la morte e la vecchiaia, come pregiudizi parassiti più che altro, vista l'età cronologica(può darsi che muoia domani eh!!).

La ragazza che si uccide esiste quando sono nella strada nota, figlia di commerciante nota, e circondata di gente; questa è la folla di persone che abitano dentro di me. Lì non ho speranza di trovare un direttore, un maestro, ma al limite un amante impossibile che viene bocciato dall'anziano/pregiudizio.
A meno che non mi sposti nel sogno del direttore con i cuccioli, dove sono sola e in strada solitaria, e solo lì sono disposta a rinunciare alle esigenze della donna giovane che pure abita dentro di me, per amore di un maestro. Di questo parlerò a parte.
Le figure del direttore, o di avvocato che siano, sono disposti ad essere gentili con me. L'avvocato mi dona del cibo, atto confidenziale, anche se non di amante, mi dona un motorino inadeguato, insomma non mi dà ciò che ero andata a prendermi da lui, e subito le discese rovinose. Era meglio non ci fossi andata, così come dal capo cantiere nel sogno Apocalisse, non avrei smosso quelle tempestose situazioni di pericolo. Ho dovuto staccare due mesi anche dal terapeuta, tutti i rapporti che diventano intensi mi stressano, vorrei tanto fossero solo di crescita, di ristrutturazione, di studio, ma non appena subentra una qualche forma di emotività è la fine, il conflitto mi divora e sono più le volte in cui abbandono, anche se ci metto molto tempo, giusto per soffrire tanto..

Stella, noti che ogni volta io ce la faccio , la spunto davanti al pericolo, in effetti sembrano mostrarlo i sogni, ma rifletto allora che il punto è che non è proprio vivere sereni, è sopravvivere su un'altalena senza mai potere scendere e rilassarmi.

Chiudo, qui c'è molto altro, spero domani non sia il contrario di questo, ci sto lavorando.
Grazie sempre Stella.

Ultima modifica di webetina : 27-08-2010 alle ore 13.24.07.
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Vecchio 30-08-2010, 11.08.38   #5
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Le figure del direttore, o di avvocato che siano, sono disposti ad essere gentili con me. L'avvocato mi dona del cibo, atto confidenziale, anche se non di amante, mi dona un motorino inadeguato, insomma non mi dà ciò che ero andata a prendermi da lui, e subito le discese rovinose. Era meglio non ci fossi andata, così come dal capo cantiere nel sogno Apocalisse, non avrei smosso quelle tempestose situazioni di pericolo.
Nel sogno del motorino ti dà il mezzo per procedere e il cibo, nel sogno dei cuccioli te li lascia coccolare quando vuoi, il capocantiere finito il lavoro si interessa alle tue esigenze...
Tu dici che era meglio che non ci saresti andata così non ti saresti cacciata in situazioni di pericolo, ma in ogni sogno ti spingi in una situazione di questo tipo, sai dove trovarla e come arrivarci, solo che quando devi eseguire il percorso pericoloso ti blocchi e non riesci a concluderlo....
Spesso ti blocchi perchè non riesci a vederne la fine e ciò ti spaventa, ma se hai fiducia nel dottore/avvocato e in te stessa potresti provarci, e mano a mano potresti vedere lo sviluppo del percorso e la fine che all'inizio è un po' più in là e nascosta alla tua visuale, ma sai che c'è...
Il motorino con le leve forse ha a che fare con l'emotività, su quali leve agire per procedere e su quali per cambiare, chissà...
Come nel vecchio sogno degli scarabacchi ti offre mezzi nuovi e mai provati prima per superare la discesa nell'emotività.

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Ho dovuto staccare due mesi anche dal terapeuta, tutti i rapporti che diventano intensi mi stressano, vorrei tanto fossero solo di crescita, di ristrutturazione, di studio, ma non appena subentra una qualche forma di emotività è la fine, il conflitto mi divora e sono più le volte in cui abbandono, anche se ci metto molto tempo, giusto per soffrire tanto..
Eppure per funzionare deve manifestarsi l'emotività, forse basterebbe che tali emozioni si lasciassero esprimere invece che essere soffocate in partenza, perchè il bloccarle probabilmente fa soffrire più che lasciarle sfogare, sotto la guida di un esperto non ci dovrebbe essere nessun pericolo anche se non vedi ancora dove andranno a sboccare...

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Vecchio 30-08-2010, 13.30.50   #6
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Nel sogno del motorino ti dà il mezzo per procedere e il cibo, nel sogno dei cuccioli te li lascia coccolare quando vuoi, il capocantiere finito il lavoro si interessa alle tue esigenze...
Tu dici che era meglio che non ci saresti andata così non ti saresti cacciata in situazioni di pericolo, ma in ogni sogno ti spingi in una situazione di questo tipo, sai dove trovarla e come arrivarci, solo che quando devi eseguire il percorso pericoloso ti blocchi e non riesci a concluderlo....
Si, l'inconscio mi chiede ogni notte di avventurarmi nel terreno che mi attira, ma poi le cose si mettono male.
Ma cosa è che vado cercando? E' più che evidente il veto fortissimo che spunta pure fuori. Non colgo appieno le due cose.
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Spesso ti blocchi perchè non riesci a vederne la fine e ciò ti spaventa, ma se hai fiducia nel dottore/avvocato e in te stessa potresti provarci, e mano a mano potresti vedere lo sviluppo del percorso e la fine che all'inizio è un po' più in là e nascosta alla tua visuale, ma sai che c'è...
Ho paura che siano idealizzazioni di personaggi che nella vita mi hanno fatto pensare fossero man mano i modelli da imitare, o dai quale apprendere, o ai quali affidarmi. Ma in che modo li ho inglobati dentro? non ho capito se hanno una funzione negativa o positiva visto che non mi danno ciò che desidero; perlomeno in cambio di cosa buone, mi indicano che devo rinunciare a qualcosa di vitale, di naturale e spontaneo della mia persona nella sua interezza.
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Il motorino con le leve forse ha a che fare con l'emotività, su quali leve agire per procedere e su quali per cambiare, chissà...
Si il motorino , come il cavallo, o la moto nuova che sia, come in altri sogni sembra essere l'emotività. Il problema è che l'avvocato mi dà il motorino in conseguenza che mi regala il cibo, cosa che potrebbe suggerire che non potendosi trattenere con me come forse desideravo, vicaria dandomi qualcosa di suo di cui si può privare perchè non gli costa nulla, essendo regalato e abbondante, che io non vorrei accettare perchè cibo che evito perchè pesante anche se buono, sia perchè sono a piedi; lui mi dà allora il motorino che mi crea il problema, cioè : la sua premurosità che esageratamente scatena la mia emotività sicuramente legata ad una richiesta altrettanto esagerata, celata dal veto interiore profondamente annidato, e che alla fine rende più dannoso che utile quel regalo/attenzione che mi è stato diretto.

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Eppure per funzionare deve manifestarsi l'emotività, forse basterebbe che tali emozioni si lasciassero esprimere invece che essere soffocate in partenza, perchè il bloccarle probabilmente fa soffrire più che lasciarle sfogare, sotto la guida di un esperto non ci dovrebbe essere nessun pericolo anche se non vedi ancora dove andranno a sboccare...
Dici bene, anche in altri sogni con mezzi a due ruote ho il problema dei freni che mancano e dell'acceleratore che non riesco a regolare. Ho sperimentato che alle mie richieste l'altro risponde un bel no. Quindi le richieste sono off limites , di conseguenza meglio tacere.

Ora mi fermo,questa ultima cosa è molto più complessa.
Grazie Stella , mi hai ispirato, ma continuerò.

Ultima modifica di webetina : 30-08-2010 alle ore 13.56.16.
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