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Vecchio 25-05-2009, 18.57.21   #1
Uno
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Predefinito Reincarnazione vista dal punto di vista del Cicap

Debbo dire non solo del Cicap... in questo caso sono d'accordo con loro.
Ora non entro nel merito del fatto che come ho detto spesso reincarnazione è una parola impropria frutto dell'errata traduzione di Tradizioni orientali.... ma anche il ripescaggio errato di alcune Tradizioni occidentali.

Quello di cui vorrei parlare è il fatto che tutti quelli che parlano di reincarnazione e che soprattutto pensano di ricordarsi di precedenti vite sono sempre state figure spirituali elevate .
Nei casi migliori, o passato un certo stadio di sviluppo interiore non ci si riconosce più con qualcuno di importante ma almeno ci si racconta di aver fatto parte di qualcosa di importante. Potrebbe essere pensare di essere in qualche classe sacerdotale egiziana, un generico druido, essere stati negli Esseni o nei Templari etc....

Possibile che mai nessuno si ricorda di essere stato un orfano vissuto di stenti e morto a pochi anni chiedendo l'elemosina? Nessuno si ricorda di essere stato un contadino senza macchia e senza lode? Eppure soprattutto quest'ultima è statisticamente molto probabile per tutti...

Nessuno (anche se sui libri romanzati si legge) riesce a collegare la miserie attuali (che so problemi di salute) a qualcosa che potrebbe aver scatenato questa cosa in passato. Al contrario tutti dicono di aver qualche potere e/o comprensione etc ereditato da quel periodo.

Potrei continuare ancora ma per ora penso di aver introdotto il discorso che mi piacerebbe proseguire senza condizionarlo.
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Vecchio 25-05-2009, 19.04.08   #2
nikelise
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Debbo dire non solo del Cicap... in questo caso sono d'accordo con loro.
Ora non entro nel merito del fatto che come ho detto spesso reincarnazione è una parola impropria frutto dell'errata traduzione di Tradizioni orientali.... ma anche il ripescaggio errato di alcune Tradizioni occidentali.

Quello di cui vorrei parlare è il fatto che tutti quelli che parlano di reincarnazione e che soprattutto pensano di ricordarsi di precedenti vite sono sempre state figure spirituali elevate .
Nei casi migliori, o passato un certo stadio di sviluppo interiore non ci si riconosce più con qualcuno di importante ma almeno ci si racconta di aver fatto parte di qualcosa di importante. Potrebbe essere pensare di essere in qualche classe sacerdotale egiziana, un generico druido, essere stati negli Esseni o nei Templari etc....

Possibile che mai nessuno si ricorda di essere stato un orfano vissuto di stenti e morto a pochi anni chiedendo l'elemosina? Nessuno si ricorda di essere stato un contadino senza macchia e senza lode? Eppure soprattutto quest'ultima è statisticamente molto probabile per tutti...

Nessuno (anche se sui libri romanzati si legge) riesce a collegare la miserie attuali (che so problemi di salute) a qualcosa che potrebbe aver scatenato questa cosa in passato. Al contrario tutti dicono di aver qualche potere e/o comprensione etc ereditato da quel periodo.

Potrei continuare ancora ma per ora penso di aver introdotto il discorso che mi piacerebbe proseguire senza condizionarlo.
E io che pensavo che il cicap fosse una tua esclamazione popolare ,che ignorante !!

Comunque penso sia vero che la speranza di tutti sia di possedere doti particolari ereditate da chissa chi panacea di ogni problema ,
mai cose normali dalle quali partire per capirsi.
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Vecchio 25-05-2009, 19.38.43   #3
luke
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Debbo dire non solo del Cicap... in questo caso sono d'accordo con loro.
Ora non entro nel merito del fatto che come ho detto spesso reincarnazione è una parola impropria frutto dell'errata traduzione di Tradizioni orientali.... ma anche il ripescaggio errato di alcune Tradizioni occidentali.

Quello di cui vorrei parlare è il fatto che tutti quelli che parlano di reincarnazione e che soprattutto pensano di ricordarsi di precedenti vite sono sempre state figure spirituali elevate .
Nei casi migliori, o passato un certo stadio di sviluppo interiore non ci si riconosce più con qualcuno di importante ma almeno ci si racconta di aver fatto parte di qualcosa di importante. Potrebbe essere pensare di essere in qualche classe sacerdotale egiziana, un generico druido, essere stati negli Esseni o nei Templari etc....

Possibile che mai nessuno si ricorda di essere stato un orfano vissuto di stenti e morto a pochi anni chiedendo l'elemosina? Nessuno si ricorda di essere stato un contadino senza macchia e senza lode? Eppure soprattutto quest'ultima è statisticamente molto probabile per tutti...

Nessuno (anche se sui libri romanzati si legge) riesce a collegare la miserie attuali (che so problemi di salute) a qualcosa che potrebbe aver scatenato questa cosa in passato. Al contrario tutti dicono di aver qualche potere e/o comprensione etc ereditato da quel periodo.

Potrei continuare ancora ma per ora penso di aver introdotto il discorso che mi piacerebbe proseguire senza condizionarlo.
Personalmente, anche prima di leggere qualcosa sull'argomento, mi è stato sempre difficile accettare l'idea che si abbia una sola vita,una sola possibilità per poter fare tutto ed essere poi destinato irrimediabilmente all'inferno o al paradiso...
Se uno vive 15 anni ed un'altro 90, il secondo teoricamente avrà molte più possibilità per comprendere eventuali sbagli, corregerli ecc e questa cosa non mi è apparsa mai molto giusta.

Mi suona meglio il fatto che lo spirito abbia diverse possibilità di fare esperienza e di evolvere tramite le varie incarnazioni con le quali fa esperienza della materialità e può avere possibilità di conoscere le varie realtà (ed i loro contrari) in base al livello evolutivo raggiunto, di vederee comprendere gli effetti di determinate azioni e le conseguenti reazioni.

Ovviamente è chiaro che il singolo individuo dovrebbe cercare di evolvere il più possibile durante la sua esisenza, senza aspettare altre vite (che per ciò che ho letto saranno dello spirito e non sue, il singolo essere umano ha un solo giro a disposizione), in modo da trasmettere qualcosa di veramente importante allo spirito: anche qui sul forum ho letto dell'importanza del "metterci l'anima" nel fare le cose, anche le più banali, e non solo in senso figurato.

Sui ricordi delle vite precedenti che vengono fuori ad esempio nei casi di ipnosi regressiva, credo si tratti di immaginazioni e ricostruzioni mentali basate sulle conoscenze acquisite durante la nostra vita, altrimenti tutti quanti se sottoposti ad ipnosi, dovremmo conoscere chissà quante lingue, fornire rivelazioni storiche fenomenali, sfoggiare conoscenze multidisciplinari sconcertanti ecc
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Vecchio 25-05-2009, 19.48.01   #4
RedWitch
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.........

Quello di cui vorrei parlare è il fatto che tutti quelli che parlano di reincarnazione e che soprattutto pensano di ricordarsi di precedenti vite sono sempre state figure spirituali elevate .
Nei casi migliori, o passato un certo stadio di sviluppo interiore non ci si riconosce più con qualcuno di importante ma almeno ci si racconta di aver fatto parte di qualcosa di importante. Potrebbe essere pensare di essere in qualche classe sacerdotale egiziana, un generico druido, essere stati negli Esseni o nei Templari etc....
Credo che sia una delle tante sfacettature dell'importanza personale questa.. e poi è romantico certo pensare di essere stati chissà chi.. ma lo vedo sempre e comunque correlato a quello che si è oggi.. magari non questo granchè ed allora vai con le fantasticherie su un passato glorioso ...

Citazione:
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Possibile che mai nessuno si ricorda di essere stato un orfano vissuto di stenti e morto a pochi anni chiedendo l'elemosina? Nessuno si ricorda di essere stato un contadino senza macchia e senza lode? Eppure soprattutto quest'ultima è statisticamente molto probabile per tutti...

.....
Parto da qui per fare qualche domanda, non so se sia possibile sviluppare il discorso così come lo sto pensando , ma ci provo lo stesso perchè mi interessa..
Poniamo che si abbiano dei ricordi di un non ben definito passato, da contadino o altro non importa, a me piacerebbe capire se è possibile lavorarci sopra, se questi ricordi salgono da chissà dove, a qualcosa probabilmente possono servire.. forse a risolvere qualcosa che ci si porta dietro diciamo per "genetica" non mi viene nessun altro termine più preciso, ma credo che si capisca.. è utile cercare qualcosa di cui non si ha nemmeno certezza se siano effettivamente ricordi per risolvere qualcosa che ci si è portati dietro? chiedere come farlo forse è troppo.. ma mi interesserebbe provare ad arrivarci insieme a voi se vi va...

ah.. dimenticavo.. domani mattina vorrei il cavallo pronto per le 8,
vostro , Napoleone (scusate non ho resistito
)

Ultima modifica di RedWitch : 25-05-2009 alle ore 19.48.47. Motivo: non ho ancora letto luke
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Vecchio 25-05-2009, 20.55.18   #5
Shanti
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Nessuno (anche se sui libri romanzati si legge) riesce a collegare la miserie attuali (che so problemi di salute) a qualcosa che potrebbe aver scatenato questa cosa in passato.
C'è anche questo, chi collega qualche inspiegabile fobia a un evento di una vita precedente, basta dare un'occhiata ai tanti libercoli in commercio sull'argomento: persone che per esempio hanno paura dell'acqua o del fuoco sono convinte di essere state annegate o bruciate vive. Non so se e quanto questa convinzione possa essere fuorviante, può essere che per suggestione il fatto di credere di sapere una cosa del genere risolva la fobia
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Vecchio 26-05-2009, 10.54.26   #6
Edera
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Debbo dire non solo del Cicap... in questo caso sono d'accordo con loro.
Ora non entro nel merito del fatto che come ho detto spesso reincarnazione è una parola impropria frutto dell'errata traduzione di Tradizioni orientali.... ma anche il ripescaggio errato di alcune Tradizioni occidentali.

Anche a me come a Luke risuona bene l'idea di uno spirito che per evolvere deve tornare sulla terra più volte e fare più esperienze possibili ma nutro forti dubbi sulle dichiarazioni di chi dice di essere stato chissà quale figura elevata. Per come la vedo io la maggior parte di noi ha vite passate molto comuni, medie o misere, per dire a livello evoluzionistico magari una vita passata può essere utile anche se dura due secondi (morte dopo il parto ad esempio). Tutti i fronzoli, le cariche importanti, l'aura di levatura spirituale che ruotano intorno alla reincarnazione credo siano delle belle commedie dell'ego.
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Vecchio 26-05-2009, 11.47.37   #7
Sole
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Ho conosciuto un faraone dell'antico Egitto ma molto più antico di quello che la storia insegna ovviamente, ho conosciuto Federico II (un templare era troppo poco), quello che era faraone è stato pure Leonardo in persona chiaramente... un'altra si sentiva molto vicina a Cleopatra..

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C'è anche questo, chi collega qualche inspiegabile fobia a un evento di una vita precedente, basta dare un'occhiata ai tanti libercoli in commercio sull'argomento: persone che per esempio hanno paura dell'acqua o del fuoco sono convinte di essere state annegate o bruciate vive. Non so se e quanto questa convinzione possa essere fuorviante, può essere che per suggestione il fatto di credere di sapere una cosa del genere risolva la fobia
Io credo che ci sia una linea temporale che va oltre ciò che noi percepiamo e quindi se qualcosa è accaduto che è conservato nella memoria della nostra monade ci portiamo dietrouna specie di risonanza credo.. ma questo non vuol dire che bisogna risolvere in un passato così lontano ma piuttosto qui ed ora proprio in ragione di quella linea temporale.
Provo a spiegare come vedo questa cosa.
Così come accade per il noi di oggi in questo presente tendiamo tutti a crearci situazioni e a seguire delle scelte inconsapevoli che ci portano, quasi costringono (il nostro inconscio che è vastissimo ci costringe) a vedere quella determinata cosa, così ciò che è accaduto 5 vite fa, ad esempio, si potrebbe ripete in situazioni di oggi ma con la realtà e la vita di oggi, collegabilissimo ad un presente e ad eventi odierni.
In un certo senso è un falso problema cercare spiegazioni altrove perchè le troviamo in questa vita, vivendola fino in fondo. Quando poi si è risolto il nodo qui, potrebbero arrivare od affiorare ricordi per cui si putrebbe arrivare a collegare quella linea temporale così lunga ed infinita che dicevo sopra.
Quando il cattolicesimoi dice che abbiamo una sola possibilità, vista sotto questa ottica, secondo me, dice il vero. Vivere questa vita fino in fondo significa aver vissuto (ricapitolato?) anche le altre.
Per cui penso che è vero che certe caratteristiche o fobie, derivano dal passato ma è anche vero che sono presentissime e possono essere risolte, anzi, devono essere risolte qui ed ora.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 28-05-2009, 11.29.33   #8
luke
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Ho conosciuto un faraone dell'antico Egitto ma molto più antico di quello che la storia insegna ovviamente, ho conosciuto Federico II (un templare era troppo poco), quello che era faraone è stato pure Leonardo in persona chiaramente... un'altra si sentiva molto vicina a Cleopatra..



Io credo che ci sia una linea temporale che va oltre ciò che noi percepiamo e quindi se qualcosa è accaduto che è conservato nella memoria della nostra monade ci portiamo dietrouna specie di risonanza credo.. ma questo non vuol dire che bisogna risolvere in un passato così lontano ma piuttosto qui ed ora proprio in ragione di quella linea temporale.
Provo a spiegare come vedo questa cosa.
Così come accade per il noi di oggi in questo presente tendiamo tutti a crearci situazioni e a seguire delle scelte inconsapevoli che ci portano, quasi costringono (il nostro inconscio che è vastissimo ci costringe) a vedere quella determinata cosa, così ciò che è accaduto 5 vite fa, ad esempio, si potrebbe ripete in situazioni di oggi ma con la realtà e la vita di oggi, collegabilissimo ad un presente e ad eventi odierni.
In un certo senso è un falso problema cercare spiegazioni altrove perchè le troviamo in questa vita, vivendola fino in fondo. Quando poi si è risolto il nodo qui, potrebbero arrivare od affiorare ricordi per cui si putrebbe arrivare a collegare quella linea temporale così lunga ed infinita che dicevo sopra.
Quando il cattolicesimoi dice che abbiamo una sola possibilità, vista sotto questa ottica, secondo me, dice il vero. Vivere questa vita fino in fondo significa aver vissuto (ricapitolato?) anche le altre.
Per cui penso che è vero che certe caratteristiche o fobie, derivano dal passato ma è anche vero che sono presentissime e possono essere risolte, anzi, devono essere risolte qui ed ora.
Nell'ottica del discorso che stiamo facendo è possibile che lo spirito prima di incarnarsi nella sua ennesima vita si faccia una specie di "programma" basandosi sulle esperienze precedenti, sui traguardi già raggiunti e sui nodi non ancora risolti; il luogo ed il contesto in cui veniamo al mondo probabilmente non sono scelti a caso, così come alcune caratteristiche (positive e negative) di cui siamo dotati, alcune reminiscenze innate: tutto dovrebbe essere funzionale ad un determinato percorso evolutivo che deve passare per specifiche situazioni...

E' ovvio che se si riesce a compiere un percorso completo in una determinata incarnazione tanto meglio, (questa possibilità non credo sia preclusa a nessuno)altrimenti credo sia importante riuscire a lasciare comunque qualcosa per l'avvenire, fossero anche pochi momenti in cui si è vissuto realmente: quanto desidereremmo che le nostre incarnazioni precedenti si fossero date molto più dafare in modo utile nelle loro vite? Magari non ci troveremmo adesso a sbattere la testa contro tutta una serie di problemi...
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Vecchio 28-05-2009, 11.47.00   #9
stefano
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se siamo qui siamo qui per comprendere qualcosa in più.
pertanto anche se ci fosse una possibilità che fossimo stati esseni o altro o che avessimo con essi dei contatti se siamo qui è forse perchè non è che ci sono serviti più di tanto.
dire esseno in se non significa poi nulla.
Anche oggi esistono i cristiani ma quanti di questi sono Uomini?
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Vecchio 28-05-2009, 11.56.31   #10
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Nell'ottica del discorso che stiamo facendo è possibile che lo spirito prima di incarnarsi nella sua ennesima vita si faccia una specie di "programma" basandosi sulle esperienze precedenti, sui traguardi già raggiunti e sui nodi non ancora risolti; il luogo ed il contesto in cui veniamo al mondo probabilmente non sono scelti a caso, così come alcune caratteristiche (positive e negative) di cui siamo dotati, alcune reminiscenze innate: tutto dovrebbe essere funzionale ad un determinato percorso evolutivo che deve passare per specifiche situazioni...

E' ovvio che se si riesce a compiere un percorso completo in una determinata incarnazione tanto meglio, (questa possibilità non credo sia preclusa a nessuno)altrimenti credo sia importante riuscire a lasciare comunque qualcosa per l'avvenire, fossero anche pochi momenti in cui si è vissuto realmente: quanto desidereremmo che le nostre incarnazioni precedenti si fossero date molto più dafare in modo utile nelle loro vite? Magari non ci troveremmo adesso a sbattere la testa contro tutta una serie di problemi...
Per lo spirito non c'è un prima e un dopo, ci sono molte nascite, così come un ramo ha molte foglie. Il tentativo è che una di queste foglie riesca ad "incarnare" talmente bene le caratteristiche del ramo da diventare ramo anch'essa... e a quel punto parteciperà alla "ramità" e avrà coscienza delle altre foglie, come ne ha il ramo.
Il ramo fa molti tentativi, esplora le possibilità, cercherà di manifestare tutte le diverse foglie che gli sono possibili... qualcuna di queste avrà migliori possibilità di altre, per posizione, esposizione eccetera ma ognuna porterà al ramo dell'esperienza che a lui (solo a lui) sarà utile per le altre foglie e il suo scopo.
Certo che queste esperienze del ramo (non delle foglie) influiranno sulle altre foglie, dato che il sistema è un tutt'uno, ma molto difficilmemente una foglia avrà percezione di un'altra.

Bon, metafora forse non del tutto soddisfacente, ma il discorso si può espandere.
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Vecchio 28-05-2009, 12.04.42   #11
stefano
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il "ramo" chi lo forma ?
baggianata che ho scritto.
insomma lo spirito tenta tenta tenta sino a quando una persona manifestandolo al meglio diventa essa stessa spirito?
stefano non è connesso  
Vecchio 30-05-2009, 18.57.20   #12
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Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
il "ramo" chi lo forma ?
baggianata che ho scritto.
insomma lo spirito tenta tenta tenta sino a quando una persona manifestandolo al meglio diventa essa stessa spirito?
Ci provo, ma non so quanto la metafora tenga e/o quanto io sia capace in tal senso.

Il ramo cerca di fare un altro ramo... se lo fa, per quel ramo, lui è tronco e così via.
Una delle foglie potrebbe diventare ramo, le altre muoiono, ma perchè una diventi ramo c'è bisogno dell'esperienza di tutte le foglie.
Ma affinchè una foglia possa diventare ramo questa deve sviluppare in modo adeguato se stessa, in modo che alla morte della foglia si formi un ramo, invece che resti un troncone. Quindi il ramo, per prolungare se stesso, ha bisogno che la foglia sviluppi qualcosa che permetta al ramo di "infilarsi" in essa e trasformarla in ramo.
Fuor di metafora, che tiene quel che tiene, lo spirito ha bisogno di un'anima che lo contenga "tutto", nel senso che gli permetta di manifestarsi a pieno (poi non è che lo contiene veramente tutto, il ramo resta ramo, è qualitativa la cosa non quantitativa). Per fare un'anima completa lo spirito si serve di tutte le nascite, di tutte le esperienze. Quell'anima che va formandosi, in un certo modo, è condivisa dalle nascite, dalle foglie, ma sarà quella singola che arriva a "godere" della piena incarnazione... le altre foglie no.
Quindi noi individui in formazione non abbiamo più vite, semmai lo spirito ha molte nascite e l'anima, più o meno formata, passa vari stadi.

Mmmmh, mi rendo conto che non è spiegata bene la cosa, ma bon, tenta e ritenta qualcosa forse ci capiremo.
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Vecchio 30-05-2009, 19.51.34   #13
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Ci provo, ma non so quanto la metafora tenga e/o quanto io sia capace in tal senso.

Il ramo cerca di fare un altro ramo... se lo fa, per quel ramo, lui è tronco e così via.
Una delle foglie potrebbe diventare ramo, le altre muoiono, ma perchè una diventi ramo c'è bisogno dell'esperienza di tutte le foglie.
Ma affinchè una foglia possa diventare ramo questa deve sviluppare in modo adeguato se stessa, in modo che alla morte della foglia si formi un ramo, invece che resti un troncone. Quindi il ramo, per prolungare se stesso, ha bisogno che la foglia sviluppi qualcosa che permetta al ramo di "infilarsi" in essa e trasformarla in ramo.
Fuor di metafora, che tiene quel che tiene, lo spirito ha bisogno di un'anima che lo contenga "tutto", nel senso che gli permetta di manifestarsi a pieno (poi non è che lo contiene veramente tutto, il ramo resta ramo, è qualitativa la cosa non quantitativa). Per fare un'anima completa lo spirito si serve di tutte le nascite, di tutte le esperienze. Quell'anima che va formandosi, in un certo modo, è condivisa dalle nascite, dalle foglie, ma sarà quella singola che arriva a "godere" della piena incarnazione... le altre foglie no.
Quindi noi individui in formazione non abbiamo più vite, semmai lo spirito ha molte nascite e l'anima, più o meno formata, passa vari stadi.

Mmmmh, mi rendo conto che non è spiegata bene la cosa, ma bon, tenta e ritenta qualcosa forse ci capiremo.
Non mi convince tanto questa metafora...
un ramo viene dal tronco e una foglia non potrà mai diventare ramo... funzionerebbe solo se la foglia una volta caduta dal ramo potesse rinascere sullo stesso ramo ricordandosi dell'esperienza precedente.
Non vedo perchè l'ultima anima di questa successione di reincarnazioni dovrebbe contenere tutto lo spirito e le altre no, mi fa pensare che tante vite dovrebbero essere vissute solo per dar vita a quell'ultima anima, e non mi sembra giusto....

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Vecchio 31-05-2009, 00.03.49   #14
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Non mi convince tanto questa metafora...
un ramo viene dal tronco e una foglia non potrà mai diventare ramo... funzionerebbe solo se la foglia una volta caduta dal ramo potesse rinascere sullo stesso ramo ricordandosi dell'esperienza precedente.
Non vedo perchè l'ultima anima di questa successione di reincarnazioni dovrebbe contenere tutto lo spirito e le altre no, mi fa pensare che tante vite dovrebbero essere vissute solo per dar vita a quell'ultima anima, e non mi sembra giusto....

Non tutti i rami vengono dal tronco, ci sono rami più piccoli che vengono da rami più grandi. Io non so adesso se un ramo figlio nasce dal ramo madre come una foglia, è una metafora, e avevo detto che non sapevo quanto reggeva. In ogni caso, con un po' di fantasia, si può ben immaginare che dal germoglio di una foglia che si è perfezionata a sufficienza possa nascere un rametto che poi crescerà e produrrà a sua volta foglie.

Tutte le foglie contengono in una certa misura lo spirito, ma in modo diciamo imperfetto, molto pèarziale, esso non può manifestarsi completamente in loro (noi). Ciò diviene possibile solo se costruiamo un alloggio adeguato, un veicolo, un corpo in grado di accoglierlo pienamente. Che è, per la foglia, divenire qualcosa di molto simile al ramo, o comunque produrre una struttura che permetta al ramo di manifestarsi non più solo come foglia.

Che poi tu non trovi giusto che tante vite debbano esser vissute per dar vita a una sola anima, mi pure dispiace, ma è un tuo personale. Immagino che non trovi giusto nemmeno che tanti miliardi di cellule, anzi che tanti miliardi di generazioni di miliardi di cellule siano necessarie a far vivere un uomo.
Poi per carità, sto cercando di non inventarmi nulla, ho solo cercato un esempio che fosse utile a spiegare quel che dicono le tradizioni. Forse dovevo cercare altro che foglie e rami, magari le cellule e gli uomini andava meglio.
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Vecchio 31-05-2009, 16.50.39   #15
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Non tutti i rami vengono dal tronco, ci sono rami più piccoli che vengono da rami più grandi. Io non so adesso se un ramo figlio nasce dal ramo madre come una foglia, è una metafora, e avevo detto che non sapevo quanto reggeva. In ogni caso, con un po' di fantasia, si può ben immaginare che dal germoglio di una foglia che si è perfezionata a sufficienza possa nascere un rametto che poi crescerà e produrrà a sua volta foglie.

Tutte le foglie contengono in una certa misura lo spirito, ma in modo diciamo imperfetto, molto pèarziale, esso non può manifestarsi completamente in loro (noi). Ciò diviene possibile solo se costruiamo un alloggio adeguato, un veicolo, un corpo in grado di accoglierlo pienamente. Che è, per la foglia, divenire qualcosa di molto simile al ramo, o comunque produrre una struttura che permetta al ramo di manifestarsi non più solo come foglia.

Che poi tu non trovi giusto che tante vite debbano esser vissute per dar vita a una sola anima, mi pure dispiace, ma è un tuo personale. Immagino che non trovi giusto nemmeno che tanti miliardi di cellule, anzi che tanti miliardi di generazioni di miliardi di cellule siano necessarie a far vivere un uomo.
Poi per carità, sto cercando di non inventarmi nulla, ho solo cercato un esempio che fosse utile a spiegare quel che dicono le tradizioni. Forse dovevo cercare altro che foglie e rami, magari le cellule e gli uomini andava meglio.
Provo ad esporre la mia teoria, premettendo che non credo nella reincarnazione.
Se un'anima in una singola vita non può contenere lo spirito tutto intero, ma solo in maniera parziale, il fine ultimo sarebbe quello di far fare all'anima più esperienze possibili per fare il salto di differenza.
Quindi i ricordi di vite passate sarebbero legati all'anima più che alla coscienza (che è individuale).
E dovrei anche pensare che la mia anima non è solo mia ma sarebbe appartenuta ad altre vite di cui non riesco ad avere coscienza ma che dovrebbero avere qualcosa in comune con me se mi hanno prescelto per l'esperienza attuale...
Ma noi foglie mosse dal vento oppure cellule destinate a morire per poter permettere la vita del corpo spirituale di cui facciamo parte, per diventare quello spirito e non morire più dovremmo ottenere una purificazione tale che corrisponde a togliere di mezzo il peccato originale, causa della morte umana e anche dell'anima...
Ma questo anche vivendo infinite vite non sarebbe possibile... a meno di un intervento divino che si è puntualmente verificato, per cui ogni singola vita lunga o breve che sia ha valore.

Per quanto riguarda il Cicap sulla reincarnazione, concordo col fatto che è strano che chi si ricorda di vite passate si riferisce per lo più a personaggi importanti...
Ho letto da qualche parte che i testimoni più attendibili sono i bimbi piccoli che narrano di cose e persone di cui non possono avere esperienza, ma quello che mi colpisce di più è che questi ricordi avvengono in maggioranza in riferimento a vite spezzate prematuramente, o di morti violente o a seguito di incidenti, come se queste vite a causa di forza maggiore non hanno potuto seguire il loro corso naturale....

Un'ultima osservazione: se fosse vera la teoria della reincarnazione e le anime dopo molte esperienze dovrebbero sviluppare maggior bontà e meno attaccamento al materiale, visto che alla fin fine dal punto di vista della reincarnazione il corpo non conta niente o quasi, il mondo un po' alla volta dovrebbe migliorare, ma basta guardarsi intorno per capire che in quanto a violenza ed egoismo in mondo non è cambiato gran che, a parte poche e rare eccezioni....
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Vecchio 31-05-2009, 17.04.25   #16
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Quindi i ricordi di vite passate sarebbero legati all'anima più che alla coscienza (che è individuale).
E dovrei anche pensare che la mia anima non è solo mia ma sarebbe appartenuta ad altre vite di cui non riesco ad avere coscienza ma che dovrebbero avere qualcosa in comune con me se mi hanno prescelto per l'esperienza attuale....
Si, la coscienza è individuale ed è destinata a durare tanto quanto dura il suo supporto. Se è legata al corpo fisico...
Certo che l'anima non è tua, sei tu che sei sua.


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Ma noi foglie mosse dal vento oppure cellule destinate a morire per poter permettere la vita del corpo spirituale di cui facciamo parte, per diventare quello spirito e non morire più dovremmo ottenere una purificazione tale che corrisponde a togliere di mezzo il peccato originale, causa della morte umana e anche dell'anima...
Ma questo anche vivendo infinite vite non sarebbe possibile... a meno di un intervento divino che si è puntualmente verificato, per cui ogni singola vita lunga o breve che sia ha valore...
Non ho capito perchè sarebbe impossibile in infinite vite.
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Vecchio 31-05-2009, 17.17.53   #17
luke
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Provo ad esporre la mia teoria, premettendo che non credo nella reincarnazione.
Se un'anima in una singola vita non può contenere lo spirito tutto intero, ma solo in maniera parziale, il fine ultimo sarebbe quello di far fare all'anima più esperienze possibili per fare il salto di differenza.
Quindi i ricordi di vite passate sarebbero legati all'anima più che alla coscienza (che è individuale).
E dovrei anche pensare che la mia anima non è solo mia ma sarebbe appartenuta ad altre vite di cui non riesco ad avere coscienza ma che dovrebbero avere qualcosa in comune con me se mi hanno prescelto per l'esperienza attuale...
Ma noi foglie mosse dal vento oppure cellule destinate a morire per poter permettere la vita del corpo spirituale di cui facciamo parte, per diventare quello spirito e non morire più dovremmo ottenere una purificazione tale che corrisponde a togliere di mezzo il peccato originale, causa della morte umana e anche dell'anima...
Ma questo anche vivendo infinite vite non sarebbe possibile... a meno di un intervento divino che si è puntualmente verificato, per cui ogni singola vita lunga o breve che sia ha valore.

Per quanto riguarda il Cicap sulla reincarnazione, concordo col fatto che è strano che chi si ricorda di vite passate si riferisce per lo più a personaggi importanti...
Ho letto da qualche parte che i testimoni più attendibili sono i bimbi piccoli che narrano di cose e persone di cui non possono avere esperienza, ma quello che mi colpisce di più è che questi ricordi avvengono in maggioranza in riferimento a vite spezzate prematuramente, o di morti violente o a seguito di incidenti, come se queste vite a causa di forza maggiore non hanno potuto seguire il loro corso naturale....

Un'ultima osservazione: se fosse vera la teoria della reincarnazione e le anime dopo molte esperienze dovrebbero sviluppare maggior bontà e meno attaccamento al materiale, visto che alla fin fine dal punto di vista della reincarnazione il corpo non conta niente o quasi, il mondo un po' alla volta dovrebbe migliorare, ma basta guardarsi intorno per capire che in quanto a violenza ed egoismo in mondo non è cambiato gran che, a parte poche e rare eccezioni....

L'osservazione la trovo pertinente, forse una risposta può essere data dal fatto che l'esperienza sulla terra tramite le successive incarnazioni non è l'unica fatta dallo spirito, il quale ne ha fatte altre in altri piani e ne farà altre ancora:

non credo che una volta che lo spirito si è incarnato completamente in un individuo possa definirsi conclusa la sua esperienza...volerà"in altri lidi" per continuare la sua evoluzione (non chiedermi cosa sono gli altri lidi perchè non ne so molto).

La composizione in percentuale dal punto di vista della bontà o meno delle anime presenti sulla terra, credo sia grossomodo sempre la stessa.
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Vecchio 31-05-2009, 17.23.16   #18
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Si, la coscienza è individuale ed è destinata a durare tanto quanto dura il suo supporto. Se è legata al corpo fisico...
Certo che l'anima non è tua, sei tu che sei sua.
Ma le decisioni che prendo in questa vita sarebbero mie, o dell'anima che risiede in me ????
In altre parole, il libero aribitrio sarebbe mio (della coscienza) o dell'anima che cerca di elevarsi da un ciclo all'altro di reincarnazione ????

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Non ho capito perchè sarebbe impossibile in infinite vite.
Sarebbe impossibile perchè più indietra andiamo nel tempo sempre alle origini torniamo, ripetendo gli stessi errori in una specie di circolo vizioso....
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Vecchio 31-05-2009, 19.04.17   #19
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Ma le decisioni che prendo in questa vita sarebbero mie, o dell'anima che risiede in me ????
il "tu" di adesso è corpo, emozioni, sentimenti, sensazione e ragione, in una sola parola: anima.
Se sei tutto non c'è differenza. L'unico scopo è quello di evolvere, anche un uomo grezzo vuole evolvere, cerca potere e forza economica per cui in tal senso evolve materialmente sugli altri.
Quote:

Sarebbe impossibile perchè più indietra andiamo nel tempo sempre alle origini torniamo, ripetendo gli stessi errori in una specie di circolo vizioso....
Non capisco che intendi, chi va indietro? Lo Spirito che fa esperienza?
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 31-05-2009, 19.06.37   #20
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Provo ad esporre la mia teoria, premettendo che non credo nella reincarnazione.
Se un'anima in una singola vita non può contenere lo spirito tutto intero, ma solo in maniera parziale, il fine ultimo sarebbe quello di far fare all'anima più esperienze possibili per fare il salto di differenza.
Quindi i ricordi di vite passate sarebbero legati all'anima più che alla coscienza (che è individuale).
E dovrei anche pensare che la mia anima non è solo mia ma sarebbe appartenuta ad altre vite di cui non riesco ad avere coscienza ma che dovrebbero avere qualcosa in comune con me se mi hanno prescelto per l'esperienza attuale...
Ma noi foglie mosse dal vento oppure cellule destinate a morire per poter permettere la vita del corpo spirituale di cui facciamo parte, per diventare quello spirito e non morire più dovremmo ottenere una purificazione tale che corrisponde a togliere di mezzo il peccato originale, causa della morte umana e anche dell'anima...
Ma questo anche vivendo infinite vite non sarebbe possibile... a meno di un intervento divino che si è puntualmente verificato, per cui ogni singola vita lunga o breve che sia ha valore.

Per quanto riguarda il Cicap sulla reincarnazione, concordo col fatto che è strano che chi si ricorda di vite passate si riferisce per lo più a personaggi importanti...
Ho letto da qualche parte che i testimoni più attendibili sono i bimbi piccoli che narrano di cose e persone di cui non possono avere esperienza, ma quello che mi colpisce di più è che questi ricordi avvengono in maggioranza in riferimento a vite spezzate prematuramente, o di morti violente o a seguito di incidenti, come se queste vite a causa di forza maggiore non hanno potuto seguire il loro corso naturale....

Un'ultima osservazione: se fosse vera la teoria della reincarnazione e le anime dopo molte esperienze dovrebbero sviluppare maggior bontà e meno attaccamento al materiale, visto che alla fin fine dal punto di vista della reincarnazione il corpo non conta niente o quasi, il mondo un po' alla volta dovrebbe migliorare, ma basta guardarsi intorno per capire che in quanto a violenza ed egoismo in mondo non è cambiato gran che, a parte poche e rare eccezioni....
L'anima non può mai contenere lo spirito tutto intero, ricordi il discorso del bicchiere e del mare? Il bicchiere non contiene tutto il mare, però ha la possibilità di vuotarsi e riempirsi continuamente di acque anche distanti fra loro, e se lo fa con una velocità sufficientemente alta l'impressione è proprio quella che contenga tutto il mare...

Più che di anima parlerei di memoria. Una memoria comune cui attingere, così come le foglie attingono tutte dalla stessa linfa dell'albero. Tutto è connesso, del resto su una quercia nascono foglie di quercia e non di abete, se poi qualcuno opera un'innesto su un dato ramo, le foglie future ne avranno memoria e non saranno più come le foglie precedenti.
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Vecchio 31-05-2009, 19.36.06   #21
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il "tu" di adesso è corpo, emozioni, sentimenti, sensazione e ragione, in una sola parola: anima.
Se sei tutto non c'è differenza. L'unico scopo è quello di evolvere, anche un uomo grezzo vuole evolvere, cerca potere e forza economica per cui in tal senso evolve materialmente sugli altri.
Mi piace molto la definizione che fai dell'anima che fa un tutto con noi stessi.
Tutti cerchiamo di evolvere e migliorare nella vita.
Se nella reincarnazione l'anima mi farebbe rammentare l'esperienza della vita precedente allora avrebbe un senso, ma ogni vita in quanto a esperienza comincia come se fosse un libro da scrivere con le pagine bianche, quindi non ci guadagnamo nulla da queste esperienze, almeno credo....

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Non capisco che intendi, chi va indietro? Lo Spirito che fa esperienza?
Dicevo che per quanto antica sia l'anima che si reincarna, non può essere precedente a quella del primo uomo e della prima donna, e se da quella coppia discende l'umanità, per quanto la singola anima cerchi di evolvere, commetterà sempre gli stessi errori di base che affliggono l'umanità dalle origini.
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Vecchio 31-05-2009, 19.53.04   #22
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L'anima non può mai contenere lo spirito tutto intero, ricordi il discorso del bicchiere e del mare? Il bicchiere non contiene tutto il mare, però ha la possibilità di vuotarsi e riempirsi continuamente di acque anche distanti fra loro, e se lo fa con una velocità sufficientemente alta l'impressione è proprio quella che contenga tutto il mare...
Sì me lo ricordo... questa è l'esperienza che può fare un uomo nella sua vita.
Ma quando il bicchiere si rompe (morte del corpo contenitore), l'anima è tutt'uno con il mare, perchè dovrebbe entrare in un altro bicchiere ?

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Più che di anima parlerei di memoria. Una memoria comune cui attingere, così come le foglie attingono tutte dalla stessa linfa dell'albero. Tutto è connesso, del resto su una quercia nascono foglie di quercia e non di abete, se poi qualcuno opera un'innesto su un dato ramo, le foglie future ne avranno memoria e non saranno più come le foglie precedenti.
Sulla memoria comune cui attingere sono d'accordo, e anche sul fatto che tutto sia connesso, però qui ci allontaniamo dal discorso della reincarnazione vera e propria di un'anima singola, parliamo più di memorie collettive che ci portiamo dentro e che possono emergere in determinati casi...
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Vecchio 31-05-2009, 20.07.13   #23
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Mi piace molto la definizione che fai dell'anima che fa un tutto con noi stessi.
Tutti cerchiamo di evolvere e migliorare nella vita.
Se nella reincarnazione l'anima mi farebbe rammentare l'esperienza della vita precedente allora avrebbe un senso, ma ogni vita in quanto a esperienza comincia come se fosse un libro da scrivere con le pagine bianche, quindi non ci guadagnamo nulla da queste esperienze, almeno credo....



Dicevo che per quanto antica sia l'anima che si reincarna, non può essere precedente a quella del primo uomo e della prima donna, e se da quella coppia discende l'umanità, per quanto la singola anima cerchi di evolvere, commetterà sempre gli stessi errori di base che affliggono l'umanità dalle origini.

Bè non è detto che dopo la morte vi sia una tabula rasa totale di ciò che è stato acquisito in precedenti esperienze:
alcune direttrici, principi e carateristiche generali si conservano, poi credo stia a noi ritrovarle e completarle risvegliandoci man mano; per il resto di insegnamenti ( o incasinamenti) ne riceviamo già tanti dagli episodi della nostra singola esistenza che non credo serva ricordarsi gli avvenimenti ed i singoli episodi, più o meno importanti, di altre 10 o 100 vite già vissute dal nostro spirito.
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Vecchio 31-05-2009, 20.11.46   #24
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Tutti cerchiamo di evolvere e migliorare nella vita.
Se nella reincarnazione l'anima mi farebbe rammentare l'esperienza della vita precedente allora avrebbe un senso, ma ogni vita in quanto a esperienza comincia come se fosse un libro da scrivere con le pagine bianche, quindi non ci guadagnamo nulla da queste esperienze, almeno credo....


.

beh però ci sono delle predisposizioni, dei talenti che se vuoi puoi leggere come memorie che derivano anche dal DNA, ma anche da una Famiglia più allargata. L'anima una è come si diceva sopra, si gioca tutta una vita per la salvezza di una sola anima ma ciò non toglie che poi ci siano infinite possibilà perchè così come per il nostro cervello anche su un piano diverso dal nostro le memorie vengono conservate, archiviate ed usate al meglio per uno scopo.
Tu dici che se fosse vero dovrei ricordarmi, ma non è necessariamente utile ricordarsi di essere morto assassinato, o cadendo nel vuoto ad esempio. Oppure di aver ucciso, di essere stata una prostituta o anche una santa o anche una suora, o anche il papa o semplicemente un contadino. Secondo me non è utile ad uno stato di coscienza ordinaria e sarebbe oltremodo sconvolgente per la mente che si dissocerebbe. Molti potrebbero impazzire.
Ripeto quel che dicevao più su. Quando si dice che di vita ce n'è una non si dice proprio una bugia nel senso che questa vita di ora rispecchia tutto ciò che fummo ed è qui che dobbiamo Lavorare per risolvere tutto. Se vuoi è un percorso a ritroso dove inizi a spolverare, spolverare, spolverare e via via vedi sempre meglio il fondo fino a bucarlo. Solo una coscienza molto, molto forte può sopportare il ricordo di ciò che è stato per essere ciò che è ora. Alcune tradizioni per esempio parlano di vite come animali... immagina se ricordassi di essere stata tu un serpente.
Inoltre c'è ancora un'altra questione non di poco conto e cioè che tu sei identificata con ciò che sei ora, qui e adesso, ma se ricordassi senza avere una coscienza piena e sviluppata ciò che eri allora e poi ancora prima e prima con chi ti identificheresti? pensi che la mente di un uomo possa sopportare tanto senza disidentificazione reale, non quella che si millanta in giro?

Ancora un pensiero per concludere.
Io penso che questa anima di cui siamo dotati ora, proprio perchè non è formata ed è unica non abbia in se la memoria di ciò che lo Spirito sperimenta attraverso di noi, ha qualche barlume che sono i collegamenti che ogni tanto riusciamo a fare, ma solo se utili e necessari, ma non lo scegliamo noi, o almeno non sappiamo di farlo. Per poter ricordare questa anima deve accedere al date base e per farlo deve formarsi, deve creare un ponte tra noi e lo Spirito. Io trovo meraviglioso questo alzare le braccia al cielo e cercare di afferrarlo, ma ci vuole Lavoro, Lavoro, Lavoro e chissà se si riesce, se siamo abbastanza sperimentati da arrivare?

__________________
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Vecchio 31-05-2009, 20.26.27   #25
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Sì me lo ricordo... questa è l'esperienza che può fare un uomo nella sua vita.
Ma quando il bicchiere si rompe (morte del corpo contenitore), l'anima è tutt'uno con il mare, perchè dovrebbe entrare in un altro bicchiere ?



Sulla memoria comune cui attingere sono d'accordo, e anche sul fatto che tutto sia connesso, però qui ci allontaniamo dal discorso della reincarnazione vera e propria di un'anima singola, parliamo più di memorie collettive che ci portiamo dentro e che possono emergere in determinati casi...
Aspetta un'attimo, bisogna un attimo fare una specificazione: reincarnazione è una cosa, rinascita un'altra. Purtroppo come ha detto Uno all'inizio si è fatta confusione e spesso ora si usano impropriamente.
Re-incarnarsi significa tornare nella carne, un "tornare" che implica l' aver vinto la morte ed essere usciti dai vincoli della carne... e per far questo bisogna prima essere resuscitati.
La condizione comune invece è la rinascita, dove di fatto non siamo ancora usciti dalla carne.... certo siamo morti, rinasciamo, moriamo ancora, e questo proprio perchè non siamo ancora riusciti ad elevarci ad un livello più alto. Siamo "imprigionati" nella carne e dunque nei vincoli fisici che, essendo assai poco permanenti, implicano un continuo deteriorarsi dei corpi e quindi una continua rinascita.

Solo le anime si reincarnano, dal momento che proprio l'anima è il mezzo attraverso cui elevarsi ad un mondo più alto e permanente. Se invece in vita quest'anima non siamo ancora riusciti a formarcela, al momento della morte le esperienze vanno perdute (dal nsotro punto di vista soggettivo, dato che nell'economia dell'Universo niente va sprecato e tutto viene riutilizzato) e vengono riassorbite dalla monade o dalla parte di spirito emanante, che successivamente farà rinascere altri figli che comunque nel loro "dna" avranno i geni del padre (e quindi anche accesso alle memorie di altre vite passate)
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