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Vecchio 26-08-2010, 15.12.51   #1
diamantea
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Predefinito L'autostoppista

Prendo consiglio da Sole e posto qui, sperando che vada bene.

E' da parecchio che sto lavorando sul maschile, affrontando l'argomento nella sezione sogni ma forse è meglio ampliare il discorso.
E' da un pò di giorni che mi è venuta in mente la figura dell'autostoppista, quella giovane e bella ragazza che sta sul ciglio della strada a fare autostop, quando l'automobilista si ferma per darle passaggio esce da dietro il cespuglio il suo uomo.
Credo che questa immagine la ricordiate tutti, se non sbaglio era ure uno spot in tv.
Comunque io mi identifico socì in questo periodo, donna sola, carina, femminile, seduttiva quasi ingenua, ma all'occorenza ho sempre il mio maschile dietro l'angolo e l'altro certo non se lo aspetta.
Mi ricordo il mio prof di filosofia al liceo, era un tipo strano e viveva molto di simpatia e antipatia in classe e adorava le belle ragazze.
Io ero sua favorita visto che ero carina ma un giorno litigai con lui per difendere un mio compagno di classe, fui molto agguerrita e lui mi disse: tu sei una bella ragazza, ma quando apri la bocca per parlare sembri una strega!
Lo stereotipo bella ma scema. Il risultato fu che mi lasciò la filosofia naturalmente e mi dovetti cercare una raccomandazione con una donna sua amica per avere la promozione a settembre visto che aveva minacciato di bocciarmi cmq.

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Se c'e' e' bene che ci sia , fa parte di te anche questo competere quanto piu' possibile come fossi un uomo anche somigliandogli esteriormente nel come ti vesti ad esempio.
Non come fossi un uomo, sono donna e felice di esserlo e non mi vesto cercando di sembrare un uomo, sarebbe impossibile. Piuttosto, non voglio mettere molto in risalto la mia femminilità per essere apprezzata e valorizzata. Mi sono affermata abbastanza in questo senso, ora voglio essere più informale.
Ho talenti e capacità che vanno oltre l'essere donna, voglio essere apprezzata di più per quello. Sta venendo fuori lo spirito competitivo di autoaffermazione fuori della mia anima di donna.

Citazione:
Quello che farei e' sforzarmi di integrare , riprendere , riappropriarmi di quella parte psichica del femminile che tendi a rimuovere per qualche motivo e che potrebbe senz'altro servire ad attenuare i malesseri che vengono da un'accentuata differenziazione .
Questo è molto difficile, non so più cos'è femminile e cos'è maschile. Finora è stato tutto femminile
Voglio giocare alla guerra e provare l'altra parte che spinge.

Citazione:
La differenziazione cioe' l'affermarsi nella societa' avviene sempre a scapito dell'individuale ed e' quindi per questo fonte di malessere .
Chiarisci meglio per favore, perchè affermarsi nella società è a discapito dell'individuo?

Citazione:
Il difficile e' l'equilibrio tra i due atteggiamenti e per voi donne in un mondo in cui comanda ancora l'uomo e' ancora piu' difficile ma dovreste essere avvantaggiate dall'essere donne .
Ecco questa convinzione di essere avvantaggiate per essere donne... solo nell'occidente naturalmente.
Ci sarebbe tanto da dire ma non voglio fare polemica, solo dire che non voglio essere un uomo, nè trattata da uomo, nè competere con un uomo. Io cerco l'integrazione fra uomo e donna.
Ho lottato tutta la vita contro il maschile, per dimostrare che io valgo di più perchè sono donna e non ho bisogno di un uomo, e ci sono riuscita: Ma vincendo ho perso. Ora non sono soddisfatta, non era quello che volevo, lo voleva qualcun altro per me, come mia madre ad es. o il momento storico culturale. Di certo non io, io ho cominciato ad apprezzare molto il maschile, desidero che l'uomo si riappropri delle sue funzioni, del suo compito, del suo ruolo, desidero avere l'uomo accanto.
Ma com'è questo maschile? Io non lo conosco, se non attraverso degli stereotipi che mi hanno inculcato.
Sto tirando fuori il mio maschile e per ora si muove come un elefante in un negozio di cristalli!

Per ora mi fermo prima di rompere tutti i vasi
__________________
"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 26-08-2010, 17.01.06   #2
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E' da parecchio che sto lavorando sul maschile, affrontando l'argomento nella sezione sogni ma forse è meglio ampliare il discorso.
E' da un pò di giorni che mi è venuta in mente la figura dell'autostoppista, quella giovane e bella ragazza che sta sul ciglio della strada a fare autostop, quando l'automobilista si ferma per darle passaggio esce da dietro il cespuglio il suo uomo.
Credo che questa immagine la ricordiate tutti, se non sbaglio era ure uno spot in tv.
Comunque io mi identifico socì in questo periodo, donna sola, carina, femminile, seduttiva quasi ingenua, ma all'occorenza ho sempre il mio maschile dietro l'angolo e l'altro certo non se lo aspetta.
Mi ricordo il mio prof di filosofia al liceo, era un tipo strano e viveva molto di simpatia e antipatia in classe e adorava le belle ragazze.
Io ero sua favorita visto che ero carina ma un giorno litigai con lui per difendere un mio compagno di classe, fui molto agguerrita e lui mi disse: tu sei una bella ragazza, ma quando apri la bocca per parlare sembri una strega!
Lo stereotipo bella ma scema. Il risultato fu che mi lasciò la filosofia naturalmente e mi dovetti cercare una raccomandazione con una donna sua amica per avere la promozione a settembre visto che aveva minacciato di bocciarmi cmq.



Non come fossi un uomo, sono donna e felice di esserlo e non mi vesto cercando di sembrare un uomo, sarebbe impossibile. Piuttosto, non voglio mettere molto in risalto la mia femminilità per essere apprezzata e valorizzata. Mi sono affermata abbastanza in questo senso, ora voglio essere più informale.
Ho talenti e capacità che vanno oltre l'essere donna, voglio essere apprezzata di più per quello. Sta venendo fuori lo spirito competitivo di autoaffermazione fuori della mia anima di donna.



Questo è molto difficile, non so più cos'è femminile e cos'è maschile. Finora è stato tutto femminile
Voglio giocare alla guerra e provare l'altra parte che spinge.



Chiarisci meglio per favore, perchè affermarsi nella società è a discapito dell'individuo?



Ecco questa convinzione di essere avvantaggiate per essere donne... solo nell'occidente naturalmente.
Ci sarebbe tanto da dire ma non voglio fare polemica, solo dire che non voglio essere un uomo, nè trattata da uomo, nè competere con un uomo. Io cerco l'integrazione fra uomo e donna.
Ho lottato tutta la vita contro il maschile, per dimostrare che io valgo di più perchè sono donna e non ho bisogno di un uomo, e ci sono riuscita: Ma vincendo ho perso. Ora non sono soddisfatta, non era quello che volevo, lo voleva qualcun altro per me, come mia madre ad es. o il momento storico culturale. Di certo non io, io ho cominciato ad apprezzare molto il maschile, desidero che l'uomo si riappropri delle sue funzioni, del suo compito, del suo ruolo, desidero avere l'uomo accanto.
Ma com'è questo maschile? Io non lo conosco, se non attraverso degli stereotipi che mi hanno inculcato.
Sto tirando fuori il mio maschile e per ora si muove come un elefante in un negozio di cristalli!

Per ora mi fermo prima di rompere tutti i vasi
Mamma che casino hai in testa Diam .
Sei femminile e carina ma non vuoi essere apprezzata per questo quindi ti nascondi come femmina , tiri fuori il lato maschile ma non ti basta piu' perche' non lo senti tuo tuttavia te te ne servi quando necessita e gli sei oltremodo affezionata a questo lato maschile .
Una bella confusione o dissociazione .

Con calma rileggi quanto ho scritto prima a proposito di anima ed animus per l'uomo e per la donna .
La mascolinita' , l'animus ti e' servito per affermarti nella societa' .
Bene , l'hai fatto ma a scapito di essere quello che veramente sei perche' per adattarsi nella societa' si e' costretti a travestirsi da qualcosa d'altro da quello che si e' .
Adesso che ti sei realizzata nella societa' , stai male perche' hai perso te stessa non hai realizzato quello che effettivamenrte sei in ogni aspetto non solo estetico .

Solo che ormai hai fatto un'abitudine a tirar fuori l'orco maschile che ha tenuto a bada tutti gli uomini che hai incontrato .
Insomma hai rimosso la tua anima che ora spinge e vuole emergere , lasciala fare dismetti gli abiti psichici del maschile e goditi tuta la tua femminilita' .
Non dire che lo fai perche' non ci credo , se lo fai , lo fai da sola davanti allo specchio o fai finta di non sentire se ti fanno un complimento .
Ora che non devi chiedere piu' un posto di lavoro ad un maschio lo puoi fare .

Ah un'altra cosa : siccome l'energia psichica non e' illimitata devi anche accettare di distribuirla in altro modo e quindi di rivolgerla ad altro .
E' evidente che dovrai perdere qualcosa .
Non si puo' avere capra e cavoli .
Se vuoi acquisire da una parte devi cedere dall'altra , capirlo e' molto importante per non sommare stress a stress.
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Vecchio 27-08-2010, 15.14.07   #3
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Mamma che casino hai in testa Diam .
Sei femminile e carina ma non vuoi essere apprezzata per questo quindi ti nascondi come femmina...
Si, confusione, un gran casino in testa, è per questo che è arrivata l'ora di fare ordine e pulizia.
Non voglio essere apprezzata SOLO per essere femmina carina. Nascondermi come femmina è servito a tirare fuori l'altro aspetto.

Citazione:
... tiri fuori il lato maschile ma non ti basta piu' perche' non lo senti tuo tuttavia te ne servi quando necessita e gli sei oltremodo affezionata a questo lato maschile...
...Solo che ormai hai fatto un'abitudine a tirar fuori l'orco maschile che ha tenuto a bada tutti gli uomini che hai incontrato .
E' vero che l'espressione spesso dura e fredda dei miei lineamenti morbidi stride, ma se sono dolce e disponibile si tende ad approfittare di me, manco avessi scritto giocondor sulla fronte. Il mio aspetto di eterna ragazzina fa pensare che sia una sprovveduta. Lo sguardo di ghiaccio frena negli altri l'impulso a prevaricarmi, soprattutto a non farmi mettere le mani addosso dagli uomini.
Ho una rabbia dentro che non hai l'idea...

Citazione:
La mascolinita' , l'animus ti e' servito per affermarti nella societa' .
Certo, ho imparato a sgomitare. Già nel matrimonio avevo capito che non mi bastava fare la moglie e la madre come usava 100 anni fa nei diritti, come usava nell'era moderna sobbarcandomi di tutte le incombenze che spettavano al ruolo maschile! ALLORA STO SOLA.

Citazione:
... per adattarsi nella societa' si e' costretti a travestirsi da qualcosa d'altro da quello che si e' .
Ho un intero guardaroba per ogni occasione, sorrisi di tutte le angolazioni con esposizione totale o parziale di denti, sguardi cromatici con tutte le sfumature emozionali, espressioni per cerimonie di funerali, matrimoni, pronta guarigione, compleanni ecc... ma anche frasi per complimenti e rimproveri, nonchè discorsi su diverse tematiche per convincere o dissuadere.
Dovrei fare un catalogo espositivo con listino prezzi!

Citazione:
Adesso che ti sei realizzata nella societa' , stai male perche' hai perso te stessa non hai realizzato quello che effettivamente sei in ogni aspetto non solo estetico .
L'unica cosa che mi realizza e mi fa sentire me stessa realizzata è la mia cagnolina, il canto e il nuoto.
La cagnolina perchè le permetto di essere se stessa, selvaggia, ringhiosa ma poi dolcissima e la accetto totalmente, in lei vedo me, ciò che sono io ma con in più la coscienza e la ragione; il canto perchè nella disciplina sono costretta a regolare in equilibrio le due energie e dopo sto troppo bene.
Il nuoto mi fa sentire nel mio elemento, a mio agio, ma il mare è stagionale e la piscina non mi piace.
Il mio compagno fa con me quello che io faccio con il cane, mi accetta totalmente nei miei estremi senza interferire o bloccarmi, ma aspetta con amore che passi l'uragano, mi insegna la disciplina musicale che mi aiuta a bilanciare l'energia. Gli sono molto grata per la sua pazienza e dedizione.

Citazione:
Insomma hai rimosso la tua anima che ora spinge e vuole emergere , lasciala fare dismetti gli abiti psichici del maschile e goditi tuta la tua femminilita' .
Non è facile per me, forse quando avrò tirato fuori tutta la rabbia e imparato a realizzare me stessa attraverso i miei talenti abbasserò la guardia.

Citazione:
Non dire che lo fai perche' non ci credo , se lo fai , lo fai da sola davanti allo specchio o fai finta di non sentire se ti fanno un complimento .
Si ogni tanto mi guardo allo specchio per vedere se quella che cammina è sempre la stessa...
I complimenti dipende fatti da chi e con quale intenzione, se è per nutrire il mio ego e fregarmi sono inutili, ci rido su.

Citazione:
Ora che non devi chiedere piu' un posto di lavoro ad un maschio lo puoi fare .
Capita sempre un uomo con cui avere a che fare al quale o sorridere o sbranare...

Citazione:
Ah un'altra cosa : siccome l'energia psichica non e' illimitata devi anche accettare di distribuirla in altro modo e quindi di rivolgerla ad altro .
E' evidente che dovrai perdere qualcosa .
Non si puo' avere capra e cavoli .
Se vuoi acquisire da una parte devi cedere dall'altra , capirlo e' molto importante per non sommare stress a stress.
Questo è il punto nodale che mi mette in crisi, mi fa male, voglio capra e cavoli, non voglio rinunciare a nulla, voglio essere uomo e donna in equilibrio, attingere dall'uno e dall'altro senza conflitto. Godere della mia femminilità senza rinunciare alla forza maschile. Forse è questo resistere nel centro della corda che mi fa stare male, non voglio cedere nè da un lato nè dall'altro e la mia anima che spinge mi fa soffrire perchè non le permetto di manifestarsi pienamente. Ti ringrazio per avermelo fatto presente.

Dovrò cedere, arrendermi, ma il cedimento o resa è femminile giusto?
La vedo dura ma chi la dura la vince è questo è maschile... mah!
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Vecchio 27-08-2010, 17.41.42   #4
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Si, confusione, un gran casino in testa, è per questo che è arrivata l'ora di fare ordine e pulizia.
Non voglio essere apprezzata SOLO per essere femmina carina. Nascondermi come femmina è servito a tirare fuori l'altro aspetto.



E' vero che l'espressione spesso dura e fredda dei miei lineamenti morbidi stride, ma se sono dolce e disponibile si tende ad , manco avessi scritto giocondor sulla fronte. Il mio aspetto di eterna ragazzina fa pensare che sia una sprovveduta. Lo sguardo di ghiaccio frena negli altri l'impulso a prevaricarmi, soprattutto a non farmi mettere le mani addosso dagli uomini.
Ho una rabbia dentro che non hai l'idea...



Certo, ho imparato a sgomitare. Già nel matrimonio avevo capito che non mi bastava fare la moglie e la madre come usava 100 anni fa nei diritti, come usava nell'era moderna sobbarcandomi di tutte le incombenze che spettavano al ruolo maschile! ALLORA STO SOLA.



Ho un intero guardaroba per ogni occasione, sorrisi di tutte le angolazioni con esposizione totale o parziale di denti, sguardi cromatici con tutte le sfumature emozionali, espressioni per cerimonie di funerali, matrimoni, pronta guarigione, compleanni ecc... ma anche frasi per complimenti e rimproveri, nonchè discorsi su diverse tematiche per convincere o dissuadere.
Dovrei fare un catalogo espositivo con listino prezzi!



L'unica cosa che mi realizza e mi fa sentire me stessa realizzata è la mia cagnolina, il canto e il nuoto.
La cagnolina perchè le permetto di essere se stessa, selvaggia, ringhiosa ma poi dolcissima e la accetto totalmente, in lei vedo me, ciò che sono io ma con in più la coscienza e la ragione; il canto perchè nella disciplina sono costretta a regolare in equilibrio le due energie e dopo sto troppo bene.
Il nuoto mi fa sentire nel mio elemento, a mio agio, ma il mare è stagionale e la piscina non mi piace.
Il mio compagno fa con me quello che io faccio con il cane, mi accetta totalmente nei miei estremi senza interferire o bloccarmi, ma aspetta con amore che passi l'uragano, mi insegna la disciplina musicale che mi aiuta a bilanciare l'energia. Gli sono molto grata per la sua pazienza e dedizione.



Non è facile per me, forse quando avrò tirato fuori tutta la rabbia e imparato a realizzare me stessa attraverso i miei talenti abbasserò la guardia.



Si ogni tanto mi guardo allo specchio per vedere se quella che cammina è sempre la stessa...
I complimenti dipende fatti da chi e con quale intenzione, se è per nutrire il mio ego e fregarmi sono inutili, ci rido su.



Capita sempre un uomo con cui avere a che fare al quale o sorridere o sbranare...



Questo è il punto nodale che mi mette in crisi, mi fa male, voglio capra e cavoli, non voglio rinunciare a nulla, voglio essere uomo e donna in equilibrio, attingere dall'uno e dall'altro senza conflitto. Godere della mia femminilità senza rinunciare alla forza maschile. Forse è questo resistere nel centro della corda che mi fa stare male, non voglio cedere nè da un lato nè dall'altro e la mia anima che spinge mi fa soffrire perchè non le permetto di manifestarsi pienamente. Ti ringrazio per avermelo fatto presente.

Dovrò cedere, arrendermi, ma il cedimento o resa è femminile giusto?
La vedo dura ma chi la dura la vince è questo è maschile... mah!
Sembra che manchi una direzione da quello che scrivi e questo e' il caso in cui le funzioni normalmente in antitesi sono state entrambe sviluppate , le funzioni sono :
il pensiero e il sentimento
o
la sensazione e l'intuizione
sicche' non ce n'e' una sola che prevalga che si evolva e che diriga .
Di' , se vuoi , cosa e' successo a te sempre che tu condivida questa confusione tra le funzioni .

Giusto per inquadrare il problema le funzioni hanno questo fine :
la sensazione : ci fa dire che una cosa e' , funzione determinata dai sensi ;
il pensiero : ci fa dire cosa e' ,funzione determinata dalla ragione ;
il sentimento : ci fa dire che valore ha ,funzione determinata dall'anima dalla qualita' dell'essere ;
l'intuizione : ci fa dire qual'e' il passato ed il futuro di una cosa

L'antitesi tra pensiero e sentimento e' intuitiva mentre tra sensazione e ituizione meno .
La sensazione ci fa restare fermi al dato , alla cosa , l'intuizione invece e'il capire la possibilita' di spostarci da quella cosa verso altro .
In questo caso l'antitesi tra sensazione e intuizione dovrebbe farti star ferma su una cosa e avere l'esigenza di spostarti nello stesso tempo creando cosi' un disturbo .
Lo stesso disturbo che si ha se si pongono in antitesi pensiero e sentimento restando entrambe le funzioni indifferenziate e quindi poco raffinate , primitive .

Scusa se ironizzo un po' ma se fossi il tuo compagno ed avessi letto il post precedente mi inc. un po' o piu' di un po' .
Per fortuna che lui ha la musica che lo aiuta .

Ultima modifica di nikelise : 27-08-2010 alle ore 17.50.34.
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Vecchio 27-08-2010, 18.17.27   #5
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Scusa se ironizzo un po' ma se fossi il tuo compagno ed avessi letto il post precedente mi inc. un po' o piu' di un po' .
Per fortuna che lui ha la musica che lo aiuta .
Hai detto una cosa assolutamente vera, lui ha la musica che gli permette di ripulire in continuazione l'energia. Lui dice che nella musica mi incontra nella mia vera energia e questo lo conquista profondamente.

A volte anche io gli chiedo come mi sopporta, e lui dice perchè sono dolce e profonda, la mia aggressività è solo una maschera per nascondere la mia vulnerabilità e la mia dolcezza, e volentieri mi fa da parafulmine .

Da pazzi vero? Eppure lui ne è convinto, vede questo e molto altro ed alla fine tira fuori sempre il meglio di me, catturato l'elefante e raccolto i cocci perchè di qualità buone ne ho tante per fortuna.
Alla fine sono una brava ragazza...

Mi da fiducia e speranza di farcela a superare la crisi la sua direi ostinata perseveranza nel sopportarmi.

Il resto è da rifletterci con calma. Ti ringrazio per la pazienza, una virtù stupenda quella degli uomini di ermo
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Vecchio 27-08-2010, 19.32.26   #6
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Il resto è da rifletterci con calma. Ti ringrazio per la pazienza, una virtù stupenda quella degli uomini di ermo
Non crederci troppo , nell'aiutare te aiuto prima me a riepilogare e fare il punto ...nave .
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Vecchio 28-08-2010, 15.31.00   #7
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Di' , se vuoi , cosa e' successo a te sempre che tu condivida questa confusione tra le funzioni .
Sono un pò lenta come le lumache ma chi va piano va sano e arriva lontano! Avevo rimosso il ricordo di ciò che ha cambiato la direzione della mia energia.

Dunque da ragazzina la "cosa" cambiò il mio approccio con l'uomo, la scelta cadde su un uomo più grande di me di 11 anni che era buono perbene e mi amava ma non era certo il mio tipo. Tuttavia lo scoprì un pò nel corso del lungo fidanzamento ma soprattutto nel matrimonio. Il mio femminile era in fase di decollo, avevo i figli, ma avevo anche delle aspettative di maschile accanto a me che furono deluse molto, la separazione fu inevitabile o ci rimettevo la salute.
Nel mentre incontrai la metà della mela, avevo 28 anni. Era la mia anima gemella, il mio ideale di uomo a 360 °. Decisi non con la volontà ma con l'anima e il corpo di vivere quella storia più pienamente possibile. Dieci anni più grande, una personalità dominante da guerriero, bello come il sole, intelligente, colto e creativo, mi aprì la mente mettendomi a contatto con la mia energia, i miei talenti.
4 anni vissuti intensamente, di fuoco, di lavoro, di stimoli, esperienze che cambiarono la mia vita, girando la clessidra. Più che il corpo sentivo ogni cellula del mio essere, fu il risveglio dai ghiacciai eterni dove avevo sepolto il mio femminile ferito e deluso.
Era all'apice quando mi accorsi che ero nel precipizio della sofferenza pari alla felicità e all'appagamento totale che avevo vissuto. Ora lui non era più il mio amato ma il mio carnefice. Era forte e deciso, affondò il pugnale con un colpo secco, mi disse perchè confidava nella mia forza e capacità di ripresa... lui non era fatto per i legami lunghi!
In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.
Una parte di me era andata perduta per sempre nel rogo.
I tre anni successivi li passai a cercare di smettere di piangere, a ricostruire me stessa dalle macerie, conobbi molte persone, viaggiai, frequentai gruppi, maestri e tutto quello che mi era necessario per ritrovarmi e guarire dalla devastazione emotiva.
Quello che lui lasciò dentro di me fu la sete di conoscenza del Vero e la percezione della mia femminilità che giurai a me stessa non l'avrei data mai più a nessun uomo.
Ho sviluppato il mio maschile per affermarmi, lavorare, crescere i miei figli, ma soprattutto per non farmi mai più dominare dai sensi e da un uomo.
Quella parte è relegata nel cimitero labirinto, qualche volta mi viene la voglia di lasciarla libera ma poi no, chiamo la polizia, non deve mai più uscire dal recinto, ho paura di soffrire di nuovo.
Il successivo ne pagò le conseguenze. Una storia importante e lunga nove anni ma... frustrante perchè vissuta nel tepore familiare, mentre lui avrebbe voluto l'ebbrezza della ferrari.
Quello che c'è dentro di me di vissuto e potenziale traspare sempre, lo posso mascherare, nascondere, ma non eliminare nemmeno con la durezza, è il mio temperamento che si manifesta in anima e animus.

Cosa succede ora.
Il mio compagno è 11 anni più giovane e non ha figli.
Una parte di me dice di lasciarmi andare, di riprovare, di lui posso fidarmi, mi ama e vuole pure sposarmi.
L'altra parte dice subito ma sei matta? tra qualche anno ne troverà una più giovane e ti lascerà di nuovo devastata peggio della prima volta, lascialo subito finchè sei in tempo o non lasciarti coinvolgere più di tanto.
Poi la sintesi, goditi il momento, sei matura i figli grandi che non interferiscono, se un giorno troverà un'altra lo saluterai ringraziandolo per quel che di bello ti ha dato ed è tanto, sei forte e sopravviverai ancora.

Ecco la storia Nike. Se rinuncio al femminile diventerò dura, arida, non aprirò più il mio cuore a nessuno, se rinuncio al maschile tornerò ad amare a fidarmi con il rischio di soffrire ancora e questo mi fa paura.
Sono ferma e arrabbiata, non riesco ad andare nè avanti nè indietro, non voglio fare passi falsi finchè non faccio chiarezza. Il conflitto mi rode. Vivo di esplosioni di rabbia ma anche manifestazioni di profonda passività femminile che cede per poco le armi e accoglie un essere che mi è sembrato un angelo dal primo momento che l'ho visto e me ne sono innamorata e non voglio restituirgli ciò che ho subito io, ma nello stesso tempo devo proteggermi dal riceverlo ancora e l'unico modo che conosco è di non lasciare entrare nessuno nel palazzo reale, si può guardarlo di fuori, e ogni tanto intravvedere qualcosa quando la brezza della passione sposta la tenda.
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Sono un pò lenta come le lumache ma chi va piano va sano e arriva lontano! Avevo rimosso il ricordo di ciò che ha cambiato la direzione della mia energia.

Dunque da ragazzina la "cosa" cambiò il mio approccio con l'uomo, la scelta cadde su un uomo più grande di me di 11 anni che era buono perbene e mi amava ma non era certo il mio tipo. Tuttavia lo scoprì un pò nel corso del lungo fidanzamento ma soprattutto nel matrimonio. Il mio femminile era in fase di decollo, avevo i figli, ma avevo anche delle aspettative di maschile accanto a me che furono deluse molto, la separazione fu inevitabile o ci rimettevo la salute.
Nel mentre incontrai la metà della mela, avevo 28 anni. Era la mia anima gemella, il mio ideale di uomo a 360 °. Decisi non con la volontà ma con l'anima e il corpo di vivere quella storia più pienamente possibile. Dieci anni più grande, una personalità dominante da guerriero, bello come il sole, intelligente, colto e creativo, mi aprì la mente mettendomi a contatto con la mia energia, i miei talenti.
4 anni vissuti intensamente, di fuoco, di lavoro, di stimoli, esperienze che cambiarono la mia vita, girando la clessidra. Più che il corpo sentivo ogni cellula del mio essere, fu il risveglio dai ghiacciai eterni dove avevo sepolto il mio femminile ferito e deluso.
Era all'apice quando mi accorsi che ero nel precipizio della sofferenza pari alla felicità e all'appagamento totale che avevo vissuto. Ora lui non era più il mio amato ma il mio carnefice. Era forte e deciso, affondò il pugnale con un colpo secco, mi disse perchè confidava nella mia forza e capacità di ripresa... lui non era fatto per i legami lunghi!
In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.
Una parte di me era andata perduta per sempre nel rogo.
I tre anni successivi li passai a cercare di smettere di piangere, a ricostruire me stessa dalle macerie, conobbi molte persone, viaggiai, frequentai gruppi, maestri e tutto quello che mi era necessario per ritrovarmi e guarire dalla devastazione emotiva.
Quello che lui lasciò dentro di me fu la sete di conoscenza del Vero e la percezione della mia femminilità che giurai a me stessa non l'avrei data mai più a nessun uomo.
Ho sviluppato il mio maschile per affermarmi, lavorare, crescere i miei figli, ma soprattutto per non farmi mai più dominare dai sensi e da un uomo.
Quella parte è relegata nel cimitero labirinto, qualche volta mi viene la voglia di lasciarla libera ma poi no, chiamo la polizia, non deve mai più uscire dal recinto, ho paura di soffrire di nuovo.
Il successivo ne pagò le conseguenze. Una storia importante e lunga nove anni ma... frustrante perchè vissuta nel tepore familiare, mentre lui avrebbe voluto l'ebbrezza della ferrari.
Quello che c'è dentro di me di vissuto e potenziale traspare sempre, lo posso mascherare, nascondere, ma non eliminare nemmeno con la durezza, è il mio temperamento che si manifesta in anima e animus.

Cosa succede ora.
Il mio compagno è 11 anni più giovane e non ha figli.
Una parte di me dice di lasciarmi andare, di riprovare, di lui posso fidarmi, mi ama e vuole pure sposarmi.
L'altra parte dice subito ma sei matta? tra qualche anno ne troverà una più giovane e ti lascerà di nuovo devastata peggio della prima volta, lascialo subito finchè sei in tempo o non lasciarti coinvolgere più di tanto.
Poi la sintesi, goditi il momento, sei matura i figli grandi che non interferiscono, se un giorno troverà un'altra lo saluterai ringraziandolo per quel che di bello ti ha dato ed è tanto, sei forte e sopravviverai ancora.

Ecco la storia Nike. Se rinuncio al femminile diventerò dura, arida, non aprirò più il mio cuore a nessuno, se rinuncio al maschile tornerò ad amare a fidarmi con il rischio di soffrire ancora e questo mi fa paura.
Sono ferma e arrabbiata, non riesco ad andare nè avanti nè indietro, non voglio fare passi falsi finchè non faccio chiarezza. Il conflitto mi rode. Vivo di esplosioni di rabbia ma anche manifestazioni di profonda passività femminile che cede per poco le armi e accoglie un essere che mi è sembrato un angelo dal primo momento che l'ho visto e me ne sono innamorata e non voglio restituirgli ciò che ho subito io, ma nello stesso tempo devo proteggermi dal riceverlo ancora e l'unico modo che conosco è di non lasciare entrare nessuno nel palazzo reale, si può guardarlo di fuori, e ogni tanto intravvedere qualcosa quando la brezza della passione sposta la tenda.
Grazie Diam intanto per aver messo a disposizione il tuo vissuto da cui partire .
Sto elaborando la risposta .....
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Vecchio 29-08-2010, 14.38.23   #9
diamantea
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... o fai finta di non sentire se ti fanno un complimento .

Stamattina finita le messa alcune persone sono venute a cercarmi per conoscermi e complimentarsi con me per il brano solistico che ho cantato.
Frasi come "che voce stupenda" e "mi è venuta la pelle d'oca a sentirla cantare" e "grazie per aver cantato, è stato bravissima"...
Ragazzi è stata dura accettare, c'era una voce che subito si stava insinuando a dirmi di rifiutare e sminuire il merito che ancora non sono professionista, che la tecniva vacillava in un paio di punti, che il ritmo non è stato perfetto, che gli altri non capiscono ma tu lo sai!
E' stato solo un attimo ma poi ho deciso di dare ascolto alla parte di me che desiderava gratificarsi, si è impettita, ha respirato profondo ed ha accettato con umiltà ringraziando quelle persone che si erano godute solo le sensazioni che la mia voce aveva dato loro eseguendo il brano, e si erano pure scomodati a venire a cercarmi, non erano certi critici musicali per giudicarmi...

Qualcosa piano piano sta cambiando, lo sento... Parlare, raccontare, avere il coraggio di esporsi alla fine da buoni frutti, mi sta dando il coraggio di esibirmi in pubblico in qualcosa in cui non mi sento proprio padrona, sicura, ma scopro di saper dare emozioni belle pescate da dietro la tenda e questo è tanto.
Grazie sempre a tutti voi, vi rendo merito dell'oppurtunità offerta, e grazie a Webetina che mi ha invitata nel forum anche se a volte le ho creato involontariamente disagio con le mie risposte troppo "aperte"

Trasformerò l'orco in un principe...
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Vecchio 29-08-2010, 19.35.37   #10
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Si, confusione, un gran casino in testa, è per questo che è arrivata l'ora di fare ordine e pulizia.
Non voglio essere apprezzata SOLO per essere femmina carina. Nascondermi come femmina è servito a tirare fuori l'altro aspetto.


Mi intrometto in un discorso avviato da tempo, Diam, spero di non essere inopportuna, mi ha molto incuriosito questa tua forma di scissione mentale tra la parte femminile e quella maschile che di sicuro coesistono felicemente. Da donna potrei dire che dovresti sentirti soprattutto un essere umano che a volte tira fuori la sua aggressività e a volte la sua dolcezza!
Non mi risulta che l'aggressività sia mascchile e la dolcezza femminile, fanno parte entrambi gli aspetti della natura umana! Se poi sei una bella donna perchè non esserne orgogliosa? sempre nel buon gusto deciderei di vivere come donna bella e pensante, dovresti mettere a posto gli inopportuni con semplici risposte adatte a far desistere chiunque abbia cattive intenzioni, insomma unisci il maschile e il femminile e sii te stessa, donna...donna...donna!
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Vecchio 29-08-2010, 22.38.59   #11
nikelise
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Sono un pò lenta come le lumache ma chi va piano va sano e arriva lontano! Avevo rimosso il ricordo di ciò che ha cambiato la direzione della mia energia.

Dunque da ragazzina la "cosa" cambiò il mio approccio con l'uomo, la scelta cadde su un uomo più grande di me di 11 anni che era buono perbene e mi amava ma non era certo il mio tipo. Tuttavia lo scoprì un pò nel corso del lungo fidanzamento ma soprattutto nel matrimonio. Il mio femminile era in fase di decollo, avevo i figli, ma avevo anche delle aspettative di maschile accanto a me che furono deluse molto, la separazione fu inevitabile o ci rimettevo la salute.
Nel mentre incontrai la metà della mela, avevo 28 anni. Era la mia anima gemella, il mio ideale di uomo a 360 °. Decisi non con la volontà ma con l'anima e il corpo di vivere quella storia più pienamente possibile. Dieci anni più grande, una personalità dominante da guerriero, bello come il sole, intelligente, colto e creativo, mi aprì la mente mettendomi a contatto con la mia energia, i miei talenti.
4 anni vissuti intensamente, di fuoco, di lavoro, di stimoli, esperienze che cambiarono la mia vita, girando la clessidra. Più che il corpo sentivo ogni cellula del mio essere, fu il risveglio dai ghiacciai eterni dove avevo sepolto il mio femminile ferito e deluso.
Era all'apice quando mi accorsi che ero nel precipizio della sofferenza pari alla felicità e all'appagamento totale che avevo vissuto. Ora lui non era più il mio amato ma il mio carnefice. Era forte e deciso, affondò il pugnale con un colpo secco, mi disse perchè confidava nella mia forza e capacità di ripresa... lui non era fatto per i legami lunghi!
In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.
Una parte di me era andata perduta per sempre nel rogo.
I tre anni successivi li passai a cercare di smettere di piangere, a ricostruire me stessa dalle macerie, conobbi molte persone, viaggiai, frequentai gruppi, maestri e tutto quello che mi era necessario per ritrovarmi e guarire dalla devastazione emotiva.
Quello che lui lasciò dentro di me fu la sete di conoscenza del Vero e la percezione della mia femminilità che giurai a me stessa non l'avrei data mai più a nessun uomo.
Ho sviluppato il mio maschile per affermarmi, lavorare, crescere i miei figli, ma soprattutto per non farmi mai più dominare dai sensi e da un uomo.
Quella parte è relegata nel cimitero labirinto, qualche volta mi viene la voglia di lasciarla libera ma poi no, chiamo la polizia, non deve mai più uscire dal recinto, ho paura di soffrire di nuovo.
Il successivo ne pagò le conseguenze. Una storia importante e lunga nove anni ma... frustrante perchè vissuta nel tepore familiare, mentre lui avrebbe voluto l'ebbrezza della ferrari.
Quello che c'è dentro di me di vissuto e potenziale traspare sempre, lo posso mascherare, nascondere, ma non eliminare nemmeno con la durezza, è il mio temperamento che si manifesta in anima e animus.

Cosa succede ora.
Il mio compagno è 11 anni più giovane e non ha figli.
Una parte di me dice di lasciarmi andare, di riprovare, di lui posso fidarmi, mi ama e vuole pure sposarmi.
L'altra parte dice subito ma sei matta? tra qualche anno ne troverà una più giovane e ti lascerà di nuovo devastata peggio della prima volta, lascialo subito finchè sei in tempo o non lasciarti coinvolgere più di tanto.
Poi la sintesi, goditi il momento, sei matura i figli grandi che non interferiscono, se un giorno troverà un'altra lo saluterai ringraziandolo per quel che di bello ti ha dato ed è tanto, sei forte e sopravviverai ancora.

Ecco la storia Nike. Se rinuncio al femminile diventerò dura, arida, non aprirò più il mio cuore a nessuno, se rinuncio al maschile tornerò ad amare a fidarmi con il rischio di soffrire ancora e questo mi fa paura.
Sono ferma e arrabbiata, non riesco ad andare nè avanti nè indietro, non voglio fare passi falsi finchè non faccio chiarezza. Il conflitto mi rode. Vivo di esplosioni di rabbia ma anche manifestazioni di profonda passività femminile che cede per poco le armi e accoglie un essere che mi è sembrato un angelo dal primo momento che l'ho visto e me ne sono innamorata e non voglio restituirgli ciò che ho subito io, ma nello stesso tempo devo proteggermi dal riceverlo ancora e l'unico modo che conosco è di non lasciare entrare nessuno nel palazzo reale, si può guardarlo di fuori, e ogni tanto intravvedere qualcosa quando la brezza della passione sposta la tenda.
Provo a risponderti prendendola alla lontana .
Anticipo che e' assai difficile fare una sintesi utile di un tema cosi' complesso sicche' non so se saro' in grado di adattarlo al 3d .
Chiedo pertanto aiuto e comprensione .
Riportero' una descrizione del tipo estroverso pensiero senza alcuna pretesa di pensare che corrisponda al tipo di Diam , sara' lei che dovra' , se vorra' , prenderne le distanze magari collocandosi in altro schema tipologico .
Cio' che conta e' la descrizione della dinamica degli atteggiamenti psichici per inserire poi delle nostre considerazioni .


Secondo Jung , in un gran libro frutto di 20 anni di lavoro , intitolato '' tipi psicologici '' noi funzioniamo a grandissime linee cosi .
I tipi umani generali sono 2 : estroverso ed introverso a seconda se si e' rivolti verso l'oggetto esterno sicche' e' l'ogetto che determina le nostre decisioni coscienti o verso l'interno sicche' l'oggetto e' introiettato e prevalgono le nostre cosiderazioni soggettive sull'oggetto .
Sennonche' ciascun tipo per raggiungere uno scopo di adattamento sociale fa prevalere , per propria costituzione , una delle 4 funzioni gia' indicate :
il pensiero ,il sentimento la sensazione , l'intuizione .
Queste dunque possono essere in una serie infinita di combinazioni e gradazioni estroverse o introverse .

La natura , dicevo , fa prevalere una delle 4 funzioni rendendola differenziata ,isolata dalle altre e prevalente rispetto alle altre .
In questo modo questa funzione riesce a dare una direzione all'atteggiamento cosciente dell'individuo .

La conseguenza e' che la funzione antagonista incompatibile con quella prevalente viene necessariamente rimossa e cade indifferenziata nell'inconscio rimanendo ad un livello arcaico primitivo cioe' non sviluppato .
Se sono un tipo estroverso pensiero , la funzione antagonista sentimento restera rimossa a livello inconscio , da dove operera' con l'energia sua propria le opportune compensazioni rispetto alla funzione pensiero prevalente differenziata a livello cosciente .
Lo stesso accade tra sensazione e intuizione : la prevalenza dell'una provoca la rimozione dell'altra con lo stesso effetto .

La funzione inconscia ha dunque sempre una funzione di compensazione ma solo fino a quando non raggiunga una tale primitivita' da essere incompatibile con i valori comunemente accettati dalla societa' .
Se cio' accade la funzione inconscia diventa un grave disturbo e crea una nevrosi , un malessere sia a livello fisico che mentale .
Se io tipo pensiero ho una funzione sentimento talmente primitiva da prevalere sulla funzione cosciente costringendola ad accettare una situazione affettiva , ad esempio , con mia cognata ecco che non ho piu' una compensazione ma un grosso disturbo, una nevrosi .

La funzione incoscia rimossa dunque opera ed agisce comunque dall'incoscio e puo' avere una forza coagente incontenibile laddove non svolga una funzione di compensazione ma prevalga sulla funzione cosciente .

Per evitare che questo accada la funzione prevalente si avvale normalmente di una delle altre due funzioni diverse dalla coppia prevalente/antagonista , la quale assume un ruolo ausiliario della prevalente .
Cio' fa si che si renda sopportabile l'emersione dall'inconscio con la forza sua propria della funzione antagonista rimossa .
Cosi' il tipo estroverso pensiero potra' avvalersi o della sensazione o dell'intuizione affinche' l'incoscio non prevalga ma svolga una corretta funzione compensativa .
Per esempio il tipo pensiero estroverso avvalendosi della funzione sensazione che , abbiamo visto piu' sopra ,ci indica che una cosa e' e ci arresta sulla cosa , impedisce che l'espansione a smisura della funzione sentimento provochi i noti disastri di un'affettivita' senza controllo.
Lo stesso accadrebbe se la funzione ausiliaria fosse l'intuizione che ci indica la ''possibilita''' futura di un rapporto con un altro oggetto e la sorte del rapporto ora in essere evitando altrettanti disastri .

Mi fermo e spero di poter proseguire con profitto ma ho bisogno del vostro contributo perche' cio' avvenga .

Ultima modifica di nikelise : 29-08-2010 alle ore 22.42.36.
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Vecchio 30-08-2010, 10.47.57   #12
Edera
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Non posso proseguire direttamente col discorso di Nike però vorrei portare un pensiero personale per quel che riguarda la lotta maschile/femminile.
Ok, l'armonia si raggiunge riuscendo a integrare le due polarità, tenendo in equilibrio le due parti all'interno di noi, fondendole...
Ma osservando nella mia piccola realtà ( e forse il problema è questo, cioè che la mia osservazione è limitata allo spazio sociale di qui) mi sembra che quello richiesto al femminile sia sempre e comunque il sacrificio.
Come se il femminile, da solo mancasse di identità e avesse bisogno del maschio per averne una, noi donne siamo sempre un po' condannate ad accogliere l'uomo, sacrificando la nostra individualità. Nonostante la modernizzazione, il femminismo , l'emancipazione, la ricerca della parità lavorativa ecc, in realtà a livello profondo la nostra identità acquista una forma solamente in relazione a un maschio ed egli non sacrifica la sua individualità ma tende a conservarla, conscio o inconscio che la parte femminile che gli sta accanto in qualche modo gli si adatterà. Questo a tutti i livelli sociali e economici anche se a livelli economici elevati il sacrificio rimane tale, diventa solamente meno evidente.
Non so nemmeno se da questo 'sacrifico' si possa o sia giusto scappare. Nel caso infatti il femminile rifiuti di venire invaso dal maschile il risultato sarà qualcosa di vuoto, informe, sterile o all'apposto vampirizzante e demoniaco. Attraverso la 'resa' consapevole o inconsapevole il risultato invece può diventare produttivo, fruttifero se non per noi stesse almeno per l'ambiente circostante. Spesso questo processo porta la donna ad essere figlia di qualcuno poi sposa di qualcuno e poi madre di qualcuno, a se stessa sembra non potere mai appartenere se non per brevi tratti illusori in cui ci si convince di non aver bisogno di nessun uomo o si abbracciano ideologie femministe varie.
Non che mi piaccia particolarmente questo pensiero, anzi mi fa abbastanza soffrire ma non riesco a vederne la via d'uscita. Ogni relazione, ogni matrimonio segna allo stesso tempo la piccola morte dell'individualità femminile, il letto di nozze è tomba e talamo. E non cambia niente il tipo di uomo che abbiamo a fianco, può essere che il nostro compagno faccia il possibile per tenere l'equilibrio almeno a livello pratico ma in altri piani, il femminile per sua natura verrà trascinato inevitabilmente verso lo scacco.

Leggendo la tua esperienza Diam, ho come l'impressione che tu sia cosciente o abbia fiutato il sacrificio richiesto alla tuo femminile e che durante le tue relazioni abbia fatto il possibile per aggirarlo, lasciando a briglia sciolta la parta maschile che usi per difenderti e tenere a bada gli uomini che ti circondano. Io non so dirti se sia possibile un equilibrio e quale sia il modo migliore per raggiungerlo (nel forum ci sono altre persone in grado di farlo), anch'io sono in pieno conflitto.
Ma come ho scritto sopra mi sembra sia inevitabile arrivare al punto in cui si dovrà cedere nonostante la resa comporti dolore. Può essere che questa mia visione sia solamente frutta della proiezione del mio vissuto familiare ecc e che non abbia nessuna validità oggettiva, tuttavia ho pensato di metterlo per iscritto in modo da elaborarlo ulteriormente o smantellarlo... Ho tentato di essere più chiara possibile spero si capisca qualcosa.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
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Vecchio 30-08-2010, 11.17.04   #13
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In questo momento sono un po' nervosa perchè ho capito poco di tutto e quindi non dovrei scrivere, però mi è piaciuta molto Diamantea che ringrazio per la sua apertura e la sua condivisione
Non ho capito Nike che ha (i) risposto con un trattato psicologico Junghiano...vabbeh limite mio eh
Edera ha manifestato più o meno le mie perplessità e molto meglio di come avrei saputo fare io.

Alla fine rimango comunque con poca comprensione di come deve essere una donna per usare il suo femminile, che poi è il lato pratico della teoria non se ne può parlare e chiarire?

Abbiamo detto che essere femminile è accoglienza e accettazione anche se sono già due concetti complessi non si può ampliare?
Ho scritto con il mio maschile? Perchè il mio femminile dovrebbe attendere con pazienza l'evolvere del thread?
E se non lo fa?
Vuol dire che non era il momento?
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Vecchio 30-08-2010, 11.24.19   #14
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Non posso proseguire direttamente col discorso di Nike però vorrei portare un pensiero personale per quel che riguarda la lotta maschile/femminile.
Ok, l'armonia si raggiunge riuscendo a integrare le due polarità, tenendo in equilibrio le due parti all'interno di noi, fondendole...
Ma osservando nella mia piccola realtà ( e forse il problema è questo, cioè che la mia osservazione è limitata allo spazio sociale di qui) mi sembra che quello richiesto al femminile sia sempre e comunque il sacrificio.
Come se il femminile, da solo mancasse di identità e avesse bisogno del maschio per averne una, noi donne siamo sempre un po' condannate ad accogliere l'uomo, sacrificando la nostra individualità. Nonostante la modernizzazione, il femminismo , l'emancipazione, la ricerca della parità lavorativa ecc, in realtà a livello profondo la nostra identità acquista una forma solamente in relazione a un maschio ed egli non sacrifica la sua individualità ma tende a conservarla, conscio o inconscio che la parte femminile che gli sta accanto in qualche modo gli si adatterà. Questo a tutti i livelli sociali e economici anche se a livelli economici elevati il sacrificio rimane tale, diventa solamente meno evidente.
Non so nemmeno se da questo 'sacrifico' si possa o sia giusto scappare. Nel caso infatti il femminile rifiuti di venire invaso dal maschile il risultato sarà qualcosa di vuoto, informe, sterile o all'apposto vampirizzante e demoniaco. Attraverso la 'resa' consapevole o inconsapevole il risultato invece può diventare produttivo, fruttifero se non per noi stesse almeno per l'ambiente circostante. Spesso questo processo porta la donna ad essere figlia di qualcuno poi sposa di qualcuno e poi madre di qualcuno, a se stessa sembra non potere mai appartenere se non per brevi tratti illusori in cui ci si convince di non aver bisogno di nessun uomo o si abbracciano ideologie femministe varie.
Non che mi piaccia particolarmente questo pensiero, anzi mi fa abbastanza soffrire ma non riesco a vederne la via d'uscita. Ogni relazione, ogni matrimonio segna allo stesso tempo la piccola morte dell'individualità femminile, il letto di nozze è tomba e talamo. E non cambia niente il tipo di uomo che abbiamo a fianco, può essere che il nostro compagno faccia il possibile per tenere l'equilibrio almeno a livello pratico ma in altri piani, il femminile per sua natura verrà trascinato inevitabilmente verso lo scacco.

Leggendo la tua esperienza Diam, ho come l'impressione che tu sia cosciente o abbia fiutato il sacrificio richiesto alla tuo femminile e che durante le tue relazioni abbia fatto il possibile per aggirarlo, lasciando a briglia sciolta la parta maschile che usi per difenderti e tenere a bada gli uomini che ti circondano. Io non so dirti se sia possibile un equilibrio e quale sia il modo migliore per raggiungerlo (nel forum ci sono altre persone in grado di farlo), anch'io sono in pieno conflitto.
Ma come ho scritto sopra mi sembra sia inevitabile arrivare al punto in cui si dovrà cedere nonostante la resa comporti dolore. Può essere che questa mia visione sia solamente frutta della proiezione del mio vissuto familiare ecc e che non abbia nessuna validità oggettiva, tuttavia ho pensato di metterlo per iscritto in modo da elaborarlo ulteriormente o smantellarlo... Ho tentato di essere più chiara possibile spero si capisca qualcosa.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Solo una puntualizzazione .
A parte che e' proprio del principio femminile la funzione di ''contenere ed accogliere '' , e' vero che questa funzione nella storia e' stata distorta relegandovi spesso in un ruolo passvo .
Passivo ma non del tutto passivo .
La storia dell'eterno femminino insegna che per vari motivi la donna ha oscillato tra il ruolo della strega demoniaca e quello della gheisha .
Nella prima veste non ha un ruolo passivo e non cede nulla ma prende e basta .
Questo per dire che bisogna che anche voi vi allontaniate da questi stereotipi e condizionamenti per affrontare un processo analogo a quello dell'uomo di integrazione delle varie istanze di cui siete portatrici .
Assumendo tuti gli onori et oneri che la cosa comporta .
Spesso questo retaggio storico diventa una giustificazione , per arrestare il vostro processo di crescita o con un eccessivo irrigidimento in ruoli da maschio o con il ruolo di comodo delle femmine naturalmente piu' deboli e da proteggere .

C'e' invece un ruolo piu' autentico in cui la femminilita' elevata a regola etica ed estetica e' feconda ed attribuisce qualita' spirituale alla materia .
Non per niente SOPHIA e MARIA sono il simbolo di questo stato dell'essere femminile .

Togliamoci o meglio toglietevi dunque di torno queste palle al piede che sono le figure stereotipate di strega o di gheisha nelle quali rimanete bloccate e preoccupatevi solo di percorrere il vostro tratto di strada cosi' come vi e' obbligato l'uomo.
Altrimenti non ci spostiamo di molto dai soliti discorsi .
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Vecchio 30-08-2010, 11.32.50   #15
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In questo momento sono un po' nervosa perchè ho capito poco di tutto e quindi non dovrei scrivere, però mi è piaciuta molto Diamantea che ringrazio per la sua apertura e la sua condivisione
Non ho capito Nike che ha (i) risposto con un trattato psicologico Junghiano...vabbeh limite mio eh
Edera ha manifestato più o meno le mie perplessità e molto meglio di come avrei saputo fare io.

Alla fine rimango comunque con poca comprensione di come deve essere una donna per usare il suo femminile, che poi è il lato pratico della teoria non se ne può parlare e chiarire?

Abbiamo detto che essere femminile è accoglienza e accettazione anche se sono già due concetti complessi non si può ampliare?
Ho scritto con il mio maschile? Perchè il mio femminile dovrebbe attendere con pazienza l'evolvere del thread?
E se non lo fa?
Vuol dire che non era il momento?
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Gris mi spiace ,
forse non sono stato chiaro ma credo sia meglio capire come funzionano i meccanismi della psiche per arrivare a spiegare come deve avvenire il percorso di integrazione delle varie funzioni della psiche .
Non ho finito arrivero' al pratico con la descrizione di un tipo : l'estroverso pensiero perche' a me pare il piu' paradigmatico del nostro tempo .
Da questo poi si potra' anche arrivare a toccare fgli altri tipi .
Vedremo se ne saro' capace .
Se c'e' qualcosa da chiarire sono qui e comunque il quadro teorico va completato .

In ogni caso puoi , potete continuare come vi viene meglio prendendo spunti da dove vi viene meglio .
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Vecchio 30-08-2010, 11.43.14   #16
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Solo una puntualizzazione .
A parte che e' proprio del principio femminile la funzione di ''contenere ed accogliere '' , e' vero che questa funzione nella storia e' stata distorta relegandovi spesso in un ruolo passivo .
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Togliamoci o meglio toglietevi dunque di torno queste palle al piede che sono le figure stereotipate di strega o di gheisha nelle quali rimanete bloccate e preoccupatevi solo di percorrere il vostro tratto di strada cosi' come vi e' obbligato l'uomo.
Altrimenti non ci spostiamo di molto dai soliti discorsi .

Mi trovi d'accordo, forse dal mio post emerge un tono di denuncia che in realtà non voleva avere. Siccome è proprio parte del principio femminile contenere ed accogliere non ci vedo soluzione se non l'accettazione non passiva ma consapevole di questo 'sacrificio' come l'ho chiamato, accettazione che dovrebbe portare a un ruolo più autentico del femminile (Maria Sophia ecc)
Senza questo passo si oscilla in eterno tra la strega e la gheisha. Volevo dire che questo passo a mio avviso risulta sempre comunque doloroso o conflittuale perché si deve far morire una parte della nostra individualità (al di là della gheisha). Ma quest'ultimo è solo un mio pensiero e forse distorto. Allora cosa può rendere meno conflittuale questo passaggio? C'è qualcosa che ce lo può far esperire senza avvertirlo come un sacrificio?

Grii... Cosa significa in pratica.. Eh se lo sapessi..
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Vecchio 30-08-2010, 11.49.39   #17
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Mi trovi d'accordo, forse dal mio post emerge un tono di denuncia che in realtà non voleva avere. Siccome è proprio parte del principio femminile contenere ed accogliere non ci vedo soluzione se non l'accettazione non passiva ma consapevole di questo 'sacrificio' come l'ho chiamato, accettazione che dovrebbe portare a un ruolo più autentico del femminile (Maria Sophia ecc)
Senza questo passo si oscilla in eterno tra la strega e la gheisha. Volevo dire che questo passo a mio avviso risulta sempre comunque doloroso o conflittuale perché si deve far morire una parte della nostra individualità (al di là della gheisha). Ma quest'ultimo è solo un mio pensiero e forse distorto. Allora cosa può rendere meno conflittuale questo passaggio? C'è qualcosa che ce lo può far esperire senza avvertirlo come un sacrificio?

Grii... Cosa significa in pratica.. Eh se lo sapessi..
Scusa ma anche il maschile ha i suoi sacrifici pensa a quando e' costretto dalla sua parte femminile a subire quello che mai avrebbe pensato di subire ed a rinunciare a parte del carattere mascolino per dare un senso al suo quotidiano .
Sai quanti uomini non realizzati nel lavoro si riducono a larve d'essere umano ?
Allora mi sa che con la storia del sacrificio inevitabile ripiombi nello stereotipo dannoso di vittima sacrificale .
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Vecchio 30-08-2010, 12.18.51   #18
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Scusa ma anche il maschile ha i suoi sacrifici pensa a quando e' costretto dalla sua parte femminile a subire quello che mai avrebbe pensato di subire ed a rinunciare a parte del carattere mascolino per dare un senso al suo quotidiano
Sai quanti uomini non realizzati nel lavoro si riducono a larve d'essere umano ?
Allora mi sa che con la storia del sacrificio inevitabile ripiombi nello stereotipo dannoso di vittima sacrificale .
Ah beh certo.
Mah al di là degli stereotipi pratici (uomo-larva, donna-serva ecc ecc) parlando di meccanismi del profondo, a me sembra che il femminile per sua natura sia totalmente privo della capacità di darsi un'identità, abita un fondo nero, abissale che può venire redento solamente attraverso l'accoglimento della solarità maschile. Con questo non voglio dire che voi non abbiate il vostro sacrificio, solamente che per noi donne prendere coscienza della nostra natura anche se dolorosa è l'unica via per spezzare il meccanismo demone/gheisha e aprire un'altra via. La mia domanda rimane uguale, c'è un modo per affrontare questo passaggio in modo sereno o si deve per forza passare attraverso il conflitto e la sensazione di morte della nostra individualità? Credo ci sia qualcosa che per ora non riesco a vedere e nemmeno intuire.
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Vecchio 30-08-2010, 12.53.32   #19
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Ah beh certo.
Mah al di là degli stereotipi pratici (uomo-larva, donna-serva ecc ecc) parlando di meccanismi del profondo, a me sembra che il femminile per sua natura sia totalmente privo della capacità di darsi un'identità, abita un fondo nero, abissale che può venire redento solamente attraverso l'accoglimento della solarità maschile. Con questo non voglio dire che voi non abbiate il vostro sacrificio, solamente che per noi donne prendere coscienza della nostra natura anche se dolorosa è l'unica via per spezzare il meccanismo demone/gheisha e aprire un'altra via. La mia domanda rimane uguale, c'è un modo per affrontare questo passaggio in modo sereno o si deve per forza passare attraverso il conflitto e la sensazione di morte della nostra individualità? Credo ci sia qualcosa che per ora non riesco a vedere e nemmeno intuire.
Si c'e' un modo ed e' quello che sto tentando di spiegare spiegarmi con quella parte teorica che ho proposto e che poi va calata nel pratico .
Quella parte dovrebbe spiegare i meccanismi con i quali opera la psiche .
Come la nostra vera identita' indifferenrtemente se maschile o femminile rimossa influenzi dall'inconscio la coscenza vuoi con il malessere , vuoi con una corretta attivita' compensativa .
A me piace questo modo di affrontare il problema da parte di jung ma ve ne sono altri che lo affrontano da un altro lato quello dei sintomi sul corpo creati dalle varie dissociazioni come fa Lowen , poi chissa ce ne saranno altri che offrono altri strumenti .
Purtroppo non si puo' fare a meno che affidarsi cum grano salis a quanto questi individui hanno studiato nel corso dell'intera propria vita .
Altre strade personali od originali io non le conosco e sarebbe pazzia rifiutare l'aiuto che da questi geni ci viene .
L'importante ripeto ee' uscire dalla logica maschio , femmina .
Qui si tratta di individui tipizzati o di sintomi tipizzati .
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Vecchio 30-08-2010, 13.02.15   #20
griselda
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Gris mi spiace ,
forse non sono stato chiaro ma credo sia meglio capire come funzionano i meccanismi della psiche per arrivare a spiegare come deve avvenire il percorso di integrazione delle varie funzioni della psiche .
Non ho finito arrivero' al pratico con la descrizione di un tipo : l'estroverso pensiero perche' a me pare il piu' paradigmatico del nostro tempo .
Da questo poi si potra' anche arrivare a toccare fgli altri tipi .
Vedremo se ne saro' capace .
Se c'e' qualcosa da chiarire sono qui e comunque il quadro teorico va completato .

In ogni caso puoi , potete continuare come vi viene meglio prendendo spunti da dove vi viene meglio .
Bene, rimango in attesa. Purtroppo quando non ho basi non riesco neppure a mettere insieme una domanda, per cui per ora rimango in ascolto e intanto vado a interessarmi sul "Femminino" che ho spesso sentito nominare ma di cui non so nulla.
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Vecchio 30-08-2010, 15.54.30   #21
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Nike è una bella impresa la tua, a me fa solo piacere cercare di capire il meccanismo, perchè io possa accettare un cambiamento di rotta devo necessariamente capire con la ragione, questo è un dato di fatto da cui non posso prescindere.
Ritengo di appartenere al tipo estroverso, perdonami ma ho letto al riguardo molti anni addietro e mi ricordo a grandi linee ma sto riprendendo la lettura.
Dovrei essere tipo estroverso con funzione sentimento, ma anche il pensiero razionale è sviluppato, tuttavia non mi mancano intuizione e sensazioni.
Bella confusione, non riesco al momento a darmi una giusta collocazione e questo è il punto di partenza.
Un problema sono capace di vederlo da diverse angolazioni e tutti argomentate facilmente. Il problema adesso è quale parte far prevalere visto che tutte sembrano giuste, ma se c'è sofferenza e conflitto vuol dire che proprio non tutto sta funzionando come si dovrebbe.

Continuo a leggere e riflettere


ps: Nike è proprio dall'osservazione di uomini che usando il femminile accettano situazioni di lavoro da larve d'essere umano e quando arrivano a casa trovano pure una moglie che è peggio del lavoro. E' la consapevolezza di dover uscire dagli schemi che mi mette conflitto non sapendo più a cosa dare retta, è come se tutto ciò di cui ero convinta si stia sgretolando sotto i piedi come fondamenta di sabbia.
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Vecchio 30-08-2010, 16.54.22   #22
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Ragazzi grazie per la solidarietà ed attenzione .


Nike è una bella impresa la tua, a me fa solo piacere cercare di capire il meccanismo, perchè io possa accettare un cambiamento di rotta devo necessariamente capire con la ragione, questo è un dato di fatto da cui non posso prescindere.
Ritengo di appartenere al tipo estroverso, perdonami ma ho letto al riguardo molti anni addietro e mi ricordo a grandi linee ma sto riprendendo la lettura.
Dovrei essere tipo estroverso con funzione sentimento, ma anche il pensiero razionale è sviluppato, tuttavia non mi mancano intuizione e sensazioni.
Bella confusione, non riesco al momento a darmi una giusta collocazione e questo è il punto di partenza.
Un problema sono capace di vederlo da diverse angolazioni e tutti argomentate facilmente. Il problema adesso è quale parte far prevalere visto che tutte sembrano giuste, ma se c'è sofferenza e conflitto vuol dire che proprio non tutto sta funzionando come si dovrebbe.

Continuo a leggere e riflettere


ps: Nike è proprio dall'osservazione di uomini che usando il femminile accettano situazioni di lavoro da larve d'essere umano e quando arrivano a casa trovano pure una moglie che è peggio del lavoro. E' la consapevolezza di dover uscire dagli schemi che mi mette conflitto non sapendo più a cosa dare retta, è come se tutto ciò di cui ero convinta si stia sgretolando sotto i piedi come fondamenta di sabbia.
Brava Edera ho proprio bisogno di un contributo come il tuo per affrontare un argomento simile senza che sia solo un'esposizione teorica .
E' talmente difficile districarsi nell'intersecarsi delle funzioni che c'e' bisogno del costante controllo di tutti e degli esempi di tutti .
Quello in piu' che posso dirti e' che dobbiamo partire necessariamente dall'individuazione della funzione differenziata per dipanare la matassa in quanto e' quella che emerge alla coscienza e ci e' dato in qualche misura conoscere .
Senza dimenticare che gli influssi dall'inconscio si sovrappongono e rendono piu' difficile il lavoro di riconoscimento .
Ma un aiuto viene anche dal fatto che la funzione rimossa , indifferenziata , in quanto tale e' sempre a livello infantile arcaico non raffinato sicche' dovrebbe essere piu' facilmente riconoscibile e cosi' scovare quella differenziata in quanto opposta a quella rimossa che si manifesta cosi'

Certo e' necessario uno sforzo informativo e di attenzione da parte vostra maggiore che se io vi raccontassi una storia come peraltro anche sto facendo ma solo come necessaria premessa .
Pero' non avrebbe alcuna utilita' ne' per voi ne' per me .
A che serve una soluzione teorica preconfezionata ?

La parte pratica ce la introdrra' Jung che nella trattazione fa esempi di come si atteggiano e si intersecano le 4 funzioni nei due tipi generali ma poi spero che potremo divertirci a creare ipotesi alternative da soli .

Quanto alla tua confusione devo dire che non ti ha impedito di farti dire che sei un'estroversa sentimento ed e' gia' molto .
Io non ho ancora capito bene qual'e' la mia .
Poi pian piano arriveremo a quella di Diam che magari e' proprio simile a te , considerata forse la modalita' ''orchesca ''o ''elefantina'' della funzione pensiero che manifesta .
Buon lavoro

Ultima modifica di nikelise : 30-08-2010 alle ore 16.57.10.
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Vecchio 30-08-2010, 16.56.58   #23
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Si c'e' un modo ed e' quello che sto tentando di spiegare spiegarmi con quella parte teorica che ho proposto e che poi va calata nel pratico .
Quella parte dovrebbe spiegare i meccanismi con i quali opera la psiche .
Ok grazie Nike, rimango in ascolto.
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Vecchio 30-08-2010, 17.00.08   #24
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Mmm Nike... credo tu abbia fatto confusione, ti ha risposto Diamantea, io purtroppo non so davvero nulla degli argomenti che stai introducendo.. Però potrei impegnarmi
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Vecchio 30-08-2010, 17.01.09   #25
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Se può servire l'esempio introverso mi metto a disposizione , anche se non so ancora bene la mia funzione prevalente quale sia .
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