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Vecchio 01-12-2010, 17.46.58   #1
RedWitch
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Predefinito Racconti sotto l'albero

Siamo quasi a Natale, se potessimo stare tutti insieme, mi piacerebbe che ci raccogliessimo intorno all'albero, o davanti ad un ipotetico camino per raccontarci le storie che fanno parte del periodo più magico dell'anno.

Ve ne propongo una semplice che mi è piaciuta molto, e che, nella sua semplicità mi ha fatto riflettere.


Poi se vi va possiamo aggiungerne altre, racconti di quando eravamo bambini, o racconti senza tempo

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Vecchio 01-12-2010, 17.58.16   #2
RedWitch
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Predefinito L'occhio del falegname

C’era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l’assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di soci.

Uno di essi prese la parola: “Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchilar ei denti. Ha il carattere più mordace di tutta la terra>>.

Un altro intervenne: “Non possiamo tenere tra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quel che tocca. “

“Fratel mertello – protestò un altro – ha un caratteraccio pesante violento. Lo definirei un picchiatore.

E’ urtante il suo modo di ribattere continuamente e da sui nervi a tutti. Escludiamolo!”

“ E i chiodi? Si puo’ vivere con gente cosi pungente? Che se ne vadano! E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro , la cui unica ragion d’essere sembra quella di graffiare il prossimo”
Cosi discutevano, sempre più animatamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l’espulsione di chiodi e martello e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.

La riunione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L’uomo prese un’asse e la segò con la Sega mordace. La piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca.
Sorella ascia, che ferisce crudelmente, sorella raspa, dalla lingua scabra, sorella cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo .
Il Falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere.
Per accogliere la Vita.

Ultima modifica di RedWitch : 01-12-2010 alle ore 18.02.58.
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Vecchio 02-12-2010, 12.58.07   #3
stella
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Predefinito I regali nello sgabuzzino

Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.
«Avanti», disse una voce dall'interno.
Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c'era un vecchio.
«Guardi che stupendo paccone di Natale!» disse allegramente il postino.
«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai.
Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di spassarsela bene. Allora, perché era così triste?
«Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa a questo magnifico regalo?».
«Non posso... Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».
«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente.
Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta.
«Ma...» fece il postino.
Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
«Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito.
«No», disse mestamente il vecchio. «Non c'è amore dentro».
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Vecchio 10-12-2010, 22.46.31   #4
Sole
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Predefinito La leggenda del vischio

Ho trovato questa fiaba che assomiglia molto a quella di Dickens con la sua storia dello spirito del Natale che a me piace moltissimo, la trovo immortale.

Citazione:
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamentodei suoi affari era l'unica cosa che gli importava.
Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca.
Per avere sempre piu' soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuita' di alcune persone. Ma tanto a lui non importava, perche'non andava mai oltre le apparenze. Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli voleva bene.
Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
Comincio' a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti. Penso' che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosi' perche' non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
A un certo punto comincio' a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupi'.
Per tutta la notte, ascolto' le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventu'.
Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo comincio' a piangere. Pianse cosi' tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato.
E le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle. Era nato il vischio.
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Vecchio 13-12-2010, 18.40.52   #5
RedWitch
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Predefinito Il giardino di Dio (prima parte)

Il giardino e la casa di Dio sono circondati da una grande, immensa foresta, oscura ed intricata. Da sempre, gli uomini che partono per arrivare alla casa di Dio devono affrontarla. Ci vuole molto ardimento e forza d’animo, ma uomini e donne partono ininterrottamente per il grande pellegrinaggio, il più importante della vita.
Anche Nico, pur essendo solo un ragazzo, decise di partire. << Sto arrivando Dio!>>, proclamò baldanzoso.
Era bello camminare, nel sole e nel vento. Le prime colline ele vallate verdi fornivano una dolce compagnia. Ma ben presto la strada sprofondò in una palude melmosa, tra alberi contorti e grovigli spinosi
Il povero Nico era stanco ed affamato. La notte, una notte improvvisa e innaturale, insinuò i tentacoli implacabili tra gli arbusti e i cespugli, finchè il ragazzo fu avvolto da uno schermo nero ed impenetrabile: avanzare divenne doloroso. Non c’erano più punti di riferimento. Inciampò più volte , strisciò contro cortecce ruvide, si graffiò il volto e le mani. Il cuore si fece pesante. Con le orecchie tese tentava invano di percepire qualche rumore. Niente. Solo silenzio ed oscurità.

Una piccola lanterna.

Aveva deciso di aspettare l’alba, appoggiato ad un tronco, quando, sforzando disperatamente gli occhi, intravide una minuscola luce. Un puntino, soltanto, ma bastò a ridargli coraggio e speranza. Come ipnotizzato, senza sentire più la fatica, si diresse verso la piccola luce.
Una piccola lanterna era appesa alla porta di una capanna. Bussò con le ultime forze. Un uomo anziano con l’aria benevola, aprì la porta e lo invitò ad entrare.
<<Entra figliolo>>
<< Grazie, ho paura di essermi smarrito>>
<<E’ facile da queste parti. Siediti ti preparo qualcosa da mangiare. Poi. Potrai dormire qui.>>
Il cibo era semplice, ma Nico non aveva mai mangiato niente di più gustoso. Non avanzò neanche una briciola e alla fine sospirò soddisfatto. Il vecchio lo osservava con gli occhi arguti e gli parlò con voce pacata: <<dove sei diretto?>>
<< Alla casa di Dio. Ma comincio a pensare che sia impossibile>>.
<< No, è sufficiente conoscere la via>>.
<< Tu la conosci?>>
<<Sì. E sono qui per indicarla. Ascolta>>.
...continua ...
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Vecchio 13-12-2010, 18.56.28   #6
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Predefinito Il giardino di Dio (seconda e ultima parte)

Il racconto dell'anziano.

<< Gli uomini decisero che arrivare alla casa di Dio era la cosa più importante che potessero fare. Come hai sperimentato tu stesso, la strada è difficile. E questa foresta che circonda il giardino della casa di Dio è fitta e nera, anche di giorno.

Gli uomini non si persero di coraggio e si misero alla ricerca di un passaggio, una pista. Alcuni trovarono degli indizi, certe pietre particolari, certi alberi che facevano pensare al giardino di Dio e si accontentarono. Pensarono che poteva anche essere sufficiente. Inghirlandarono le pietre e si inventarono delle feste. Ma la strada era ancora lunga.
Altri si aprirono piste nella parte più intricata e si sentirono molto vicini al giardino di Dio. Erano talmente sicuri di essere arrivati che cominciarono a proclamare che la loro era l'unica via possibile per arrivare alla casa di Dio. Vollero obbligare altri a seguirli, ma questi si ribellarono. Scoppiarono guerre sanguinose..>>.

L'anziano sospirò. <<Pensa, si ammazzavano per dimostrareche la loro via era migliore per arrivare a Dio! E non è finita. Alcuni rinunciarono, altri si misero a proclamare che quella ricerca era assurda e non c'era nessun giardino di Dio da nessuna parte.
La maggiornaza, continuava a cercare a tentoni...>>

<<Allora venne a prenderli...>>

Nico lo interruppe: << Ma nessuno riuscì ad arrivare alla casa di Dio?>>
<<Successe una cosa straordinaria. Nel suo giardino di meraviglie, Dio aspettava. E anche se non si può dire di Lui, si stancò. Aveva fatto quel magnifico giardino per gli uomini e quelli non arrivavano. Allora mandò Suo Figlio, a prenderli. Il Figlio di Dio venne con una piccola lampada per segnalare la via più breve. Era una luce esile. Molti, accecati dalla loro verità e dalla superbia, non la videro neppure.
Eppure brillò sulla Terra, una notte. Da allora, i cercatori di Dio conoscono la strada. Troverai, più avanti, altri come me. Tanti, nei secoli si sono passati, di mano in mano, la piccola luce del Figlio di Dio.
Se stai attento, devi solo avanzare, di luce in luce. >>

<< Ti ringrazio, farò cosi. Ma non mi hai detto il tuo nome>>.
Il vecchio, sorrise dolcemente. Nei suoi occhi, Nico vide la profondità dei secoli. La barba e i capelli bianchi si riempirono di luce a raggiera, fino a riempire la stanza.
<< Il mio nome è Melchiorre. Uno dei primi tre>>.

Fine
****

Ultima modifica di RedWitch : 13-12-2010 alle ore 18.59.02.
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