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Vecchio 23-09-2008, 00.21.31   #1
Uno
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Predefinito Non dargli retta

Sono pigro, ho messo solo il titolo
Venghino siori e siore fate il vostro gioco, vediamo quale versione ci convincerà di più
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Vecchio 23-09-2008, 01.17.29   #2
Grey Owl
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La scena si presenta con Tizio, Caio e Sempronio.
Tizio dà un consiglio a Caio "non dargli retta".
Con questa frase Tizio dice a Caio di non ascoltare quello che dice Sempronio perchè secondo Tizio esso non dice cose esatte.
Nel mezzo Caio è in forse, non ha ben chiaro se Sempronio abbia torto.

La frase "non dargli retta" ha il suo essere quando vi sono tre personaggi.
Forza attiva (Tizio) che consiglia la forza neutralizzante (Caio) sul torto della forza passiva (Sempronio).

1) Tizio= forza attiva o positiva
2) Sempronio= forza passiva o negativa
3) Caio= forza neutralizzante

"non dare (la) retta" significa non fornire a quella persona una via di comunicazione retta/diritta/dritta. E' come dire frapponi un filtro, un giudizio che renda la comunicazione non così di-retta.

Infatti quando un bambino disubbidisce gli si dice "non mi hai dato retta" non hai seguito le istruzioni che ti ho dato.

Per finire "retta" è la persona che non "erra" che non sbaglia.
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Vecchio 23-09-2008, 08.19.21   #3
Astral
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La retta è anche la caparra di un affitto se non sbaglio?

In ogni caso non dargli retta, non dargli ragione, ma la parola retta mi fa pensare anche alla linea, ovvero la direzione in cui una persona può indicarci. Non dargli retta significa non seguire quella linea d'azione.
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Vecchio 23-09-2008, 09.23.15   #4
Sole
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Come dice Astral la Retta è sia un affitto ma anceh la retta scolastica, la retta del collegio, la retta di mantenimento ad un dato servizio.
Una quota di denaro che io dò per ottenere in cambio qualcosa oper mantenere un certo status.
Se trasportiamo il concetto di denaro in energia, attenzione, considerazione verso qualcuno, troviamo che dare retta, o dargli considerazione e attenzione significa investire in quel qualcuno parte della nostra energia. Nel migliore dei casi investo (ti do retta) e ottengo attraverso un consiglio un risultato ottimo. Nel peggiore dando retta non ottengo nulla e perdo anche quello che avevo.
Scelgo quindi di dare retta ad un oggetto, ad una superstizione, ad una persona, in tutti i casi lascio un pezzettino di me li in "caparra" e se va bene me la riprendo altrimenti quella cosa a cui do retta continua a maturare interessi.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 23-09-2008, 10.12.10   #5
stella
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Provando a giocare un po' con le parole, potrebbe venir fuori una frase del genere:

"Dai retta a me, non dargli retta a quello, perdi solo tempo...."

Perciò questa retta che si dà o si chiede, entra in gioco quando ci sono due o più campane diverse, e si può dare retta solo a una alla volta, anche quando dando retta a una persona mi fido più di lei che di me.

Se io so già di mio cosa voglio non devo dare o non dare retta a nessuno, per cui la assimilerei a qualcosa che comunque non abbiamo di nostro, per cui a seconda dei casi diamo o non diamo fiducia e ascolto ad un'altra persona, la vedo anche come direzione da prendere o non prendere.

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Vecchio 23-09-2008, 11.04.09   #6
griselda
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Non dar retta... vedo questa retta come un filo che congiunge due parti collegandole e facendo si che passi quacosa da una all'altra, come il citofono ad esempio, ma nell'uomo lo vedo come qualcosa di più profondo che entra in collegamento dalla bocca dell'uno per entrare nell'essere dell'altro tutto, o da una mente all'altra, come dei vasi comunicanti.
Non dar retta vuol dire spezzare quel filo che ci tiene legati all'altro, o a quella cosa che ci tiene uniti.

Come al contrario dare retta unisce due capi e congiungendoli li fa assomigliare li tiene in linea in retta una comunicazione continua.

Se io in me non ho le capacità per risolvere un problema devo prima rompere la retta che mi unisce al problema quindi non dare retta (non concedergli più la retta) e poi unirla invece a con chi ha in se quello che mi manca (ad esempio mi mancano dei dati oppure non so bene come stanno le cose, o credo di saperlo ma ho comunque un dubbio se no non chiederei) ecco che ho costruito una nuova retta.

Retta intesa come linea da percorrere e su cui camminare anche cercando un certo equlibrio che non ho ancora, mi devo allenare perchè inizialmente mi troverò a barcollare ancora di qui e di là sino a che non avrò elaborato l'equilibrio giusto per poterci camminare sopra senza sbandare, ci vuole tempo.

Di solito dare retta inizia dal provare a mettere in pratica ciò che ci viene detto a percorrere quella nuova retta..
Non dare retta vuol dire rinunciare a ciò che ci è stato detto, o a una persona, a quella retta, a quel filo invisibile che si è creato e che ci tiene uniti.

Creare una retta non è facile, come è difficile distruggerla ( non dare retta)
Un po' come le abitudini che sono delle rette già formate per distruggerle non dando più retta bisogna lavorare molto. Per creare una nuova retta e quindi cambiare strada o abitudine o cambiare ciò che si è formato già, bisogna prima rinunciare a quella retta non dandogli più retta smettendo di seguire quella strada.

Per dare retta bisogna riuscire ad avere fiducia ad ascoltare e provare la nuova retta, per farlo bisogna prima rinunciare a se stessi e non dare più retta alla vecchia retta, strada, abitudine, idea, convinzione....che ci tiene legati a se.
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Vecchio 23-09-2008, 17.55.49   #7
RedWitch
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A me la retta, sia per come la "vedo" che per assonanza fa venire in mente "ritta", dritta, dunque dar retta potrebbe significare seguire una linea già tracciata da altri.. e ritta mi riporta a qualcosa di corretto, di giusto. C'è pero' quel dare che non riesco ad inquadrare bene... "dare" non "prendere la retta via"... e questo mi riporta un po' al dare qualcosa all'altro per farlo contento, se ti do retta, seguo la tua via, ma non per me , ma per assecondarti.

Un'altra cosa che mi viene in mente potrebbe essere che si da ragione ad un altro senza aver verificato con la propria esperienza che effettivamente una cosa sia giusta per noi... per come la viviamo sulla nostra pelle, si prende per buona solo perchè viene detta..

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Vecchio 23-09-2008, 17.59.50   #8
Uno
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A me la retta, sia per come la "vedo" che per assonanza fa venire in mente "ritta", dritta, dunque dar retta potrebbe significare seguire una linea già tracciata da altri..
Oppure da te.... e la dai via ad altri, che non la useranno, ma la "rifonderanno" per accaparrarsi il materiale da te trovato con tanta fatica ed usato per crearti/seguire quella dritta/retta via.
Che ne dite di questa "interpretazione"?
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Vecchio 23-09-2008, 18.31.47   #9
turaz
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suona un pò come "non dare le perle ai porci".
a livello alto può essere un consiglio a rimanere entro certi limiti onde evitare di essere trascinati (via da quella "retta") su una strada non retta.
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Vecchio 23-09-2008, 18.37.29   #10
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Oppure da te.... e la dai via ad altri, che non la useranno, ma la "rifonderanno" per accaparrarsi il materiale da te trovato con tanta fatica ed usato per crearti/seguire quella dritta/retta via.
Che ne dite di questa "interpretazione"?
Mah che è giusto, perchè se dico ad un figlio, va che se fai così ti succederà cosà, lui potrà crederci o non crederci, se non ci crede farà la sua esperienza che gli rimarrà come bagaglio per sempre, mentre nell'altro caso rimane solo teorica e con un vuoto esperienziale.
Quindi dare retta è inutile formativamente?
Però credo che si possano dare degli spunti per provare a trovare la retta da soli quando si naviga in alto mare e da soli si perirebbe tra onde gigantesche che però l'esperienza non è trasmissibile. E' questo?
Quindi siamo noi che se abbiamo quell'esperienza non potendola trasmettere non possiamo dare quella retta a nessuno ma solo sospingerlo a trovarla? Ma come? Lasciandolo provare mi viene da dire, a far fronte alla difficoltà con le proprie forze ok, ma niente altro?
Sono andata oltre mi sa.
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Vecchio 23-09-2008, 18.47.40   #11
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Mah che è giusto, perchè se dico ad un figlio, va che se fai così ti succederà cosà, lui potrà crederci o non crederci, se non ci crede farà la sua esperienza che gli rimarrà come bagaglio per sempre, mentre nell'altro caso rimane solo teorica e con un vuoto esperienziale.
Quindi dare retta è inutile formativamente?
Però credo che si possano dare degli spunti per provare a trovare la retta da soli quando si naviga in alto mare e da soli si perirebbe tra onde gigantesche che però l'esperienza non è trasmissibile. E' questo?
Quindi siamo noi che se abbiamo quell'esperienza non potendola trasmettere non possiamo dare quella retta a nessuno ma solo sospingerlo a trovarla? Ma come? Lasciandolo provare mi viene da dire, a far fronte alla difficoltà con le proprie forze ok, ma niente altro?
Sono andata oltre mi sa.
Più che altro non sono sicuro che tu abbia capito quello che intendevo.
Se io do retta a qualcuno, sono che io che do qualcosa, non questo che abbia la possibilità di convincermi.... e lo so che purtroppo questo modo di dire con il tempo è diventato: se do retta ad uno, faccio quello che mi dice. Ma è degenerato, in pratica quello che si intende oggi (in modo errato) è quello che si dice: farsi dare una dritta etc.. sono due cose diverse, quasi opposte, ma oggi si usa un o l'altra nella stessa maniera, e si è perso un senso importante.
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Vecchio 23-09-2008, 21.32.47   #12
RedWitch
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Oppure da te.... e la dai via ad altri, che non la useranno, ma la "rifonderanno" per accaparrarsi il materiale da te trovato con tanta fatica ed usato per crearti/seguire quella dritta/retta via.
Che ne dite di questa "interpretazione"?
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Più che altro non sono sicuro che tu abbia capito quello che intendevo.
Se io do retta a qualcuno, sono che io che do qualcosa, non questo che abbia la possibilità di convincermi.... e lo so che purtroppo questo modo di dire con il tempo è diventato: se do retta ad uno, faccio quello che mi dice. Ma è degenerato, in pratica quello che si intende oggi (in modo errato) è quello che si dice: farsi dare una dritta etc.. sono due cose diverse, quasi opposte, ma oggi si usa un o l'altra nella stessa maniera, e si è perso un senso importante.
Proviamo con un esempio pratico?
Se tu mi dai una dritta, o un consiglio o mi dici una cosa , sarò io a dover "costruire" la retta sulla base di quello che mi è stato detto, la fatica è la mia sono io che do qualcosa affinchè la (mia) retta (via) si formi , non tu che mi convinci ma io che decido di dare a te retta... (somiglia un po' al prestare attenzione che avevamo visto tempo fa), in pratica nel parlare quotidiano si è stravolto il senso. Una volta che avrò costruito la mia retta, a mia volta potrò dare una dritta... ma chi mi darà retta si costruisce la sua via, con la sua fatica, accoglierà quel che deve/puo' e lo rifonderà, dandogli una forma: non la mia, ma una nuova..
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Vecchio 24-09-2008, 09.57.36   #13
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in teoria ciascuno di noi dovrebbe "prendere spunto" (da chi ha già trovato una via retta) ma costruirsi la "sua" via retta che non è identica per tutti
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Vecchio 02-10-2008, 11.35.53   #14
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Più che altro non sono sicuro che tu abbia capito quello che intendevo.
Se io do retta a qualcuno, sono che io che do qualcosa, non questo che abbia la possibilità di convincermi.... e lo so che purtroppo questo modo di dire con il tempo è diventato: se do retta ad uno, faccio quello che mi dice. Ma è degenerato, in pratica quello che si intende oggi (in modo errato) è quello che si dice: farsi dare una dritta etc.. sono due cose diverse, quasi opposte, ma oggi si usa un o l'altra nella stessa maniera, e si è perso un senso importante.
Se io do retta a qualcuno come si è detto sopra similarmente, pago una retta, pago pegno, pago con la mia energia nello stare ad ascoltare l'altro, l'altro in cambio mi da del suo magari che so un consiglio, mi pare ci sia uno scambio di cose, la prima energia grezza la seconda gia usata e divenuta materia del fare dell'altro, ( che è ad un livello superiore) che a sua volta avrà magari dato energia per per avere un consiglio con il quale ha costruito altro. Se non gli do retta non gli do la mia energia in pagamento, ecco che a seconda dell’importanza del bisogno posso pagare la retta a qualcuno se ritengo ci sia l’effettiva necessità di pagare quella retta,
Per pagare la retta devo però avere dei soldi in banca, altrimenti andrò in rosso e questo poi si ripercuoterà su tutto il resto, pagando le spese passive.
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