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Vecchio 04-11-2009, 11.08.55   #1
Uno
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Predefinito Non giudicare tutti con il tuo metro

La parola metro in prima istanza indica una misura generica, che quindi potrebbe essere soggettiva, poi coincide anche con l'unità di misura ufficiale e presa come convenzione di una parte del mondo.

Mi sembra di avervi già raccontato un aneddoto, però lo riporto qui perchè oltre che divertente rende bene l'idea del modo di dire.

Decine e decine di anni fa (me lo ha raccontato un vecchio muratore a cui è stato raccontato, diciamo pure un secolo fa o forse più) i metri di fabbrica non erano alla portata di tutti come oggi.

Quindi per misurare si usava un filo con opportuni nodi per le lunghe misure e però con la necessità spesso di due persone, o delle bacchette, pezzi di tavola sottili i rami dritti di qualche pianta, per misure più corte che una sola persona poteva prendersi.

Questi burloni di muratori nostri antenati la sera non avendo la tv spesso facevano bisboccia e bevevano un bicchiere in più (a dire il vero parecchi lo fanno ancora oggi... ) e poi in vena di scherzi, di nascosto prendevano la bacchetta dell'amico e ne spezzavano un pezzo.
Vi lascio immaginare il risultato, un muro iniziava con una misura e finiva con un'altra, in qualche modo storto. Il "bello" è che quel muratore preso nei particolari si accorgeva del muro storto dopo un pò quando spostandosi e perciò riprendendo la visione di insieme vedeva il difetto.

Cosa ci insegna la storiella?
Intanto che se ci facciamo caso senza che nessuno ci faccia scherzi la nostra bacchetta a volte si accorcia e a volte si allunga. Già una buona cosa sarebbe cercare di tenerla nella stessa misura, secondo che se ogni tanto non ci spostiamo un pò indietro non siamo in grado di vedere se il nostro metro sta facendo i capricci.

Oggi ovviamente il metro standard che si acquista con pochi euro risolve la muratura, ma per i rapporti personali pochi lo hanno acquistato.
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Vecchio 04-11-2009, 12.45.43   #2
RedWitch
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....

Cosa ci insegna la storiella?
Intanto che se ci facciamo caso senza che nessuno ci faccia scherzi la nostra bacchetta a volte si accorcia e a volte si allunga. Già una buona cosa sarebbe cercare di tenerla nella stessa misura, secondo che se ogni tanto non ci spostiamo un pò indietro non siamo in grado di vedere se il nostro metro sta facendo i capricci.

Oggi ovviamente il metro standard che si acquista con pochi euro risolve la muratura, ma per i rapporti personali pochi lo hanno acquistato.
Per riuscire a tenere la bacchetta della stessa misura bisognerebbe avvicinarsi all'oggettività credo, altrimenti è inevitabile che la bacchetta si accorci e si allunghi, sarebbe già bene accorgersene... facendo i passi indietro che tradotto significherebbe disidentificarsi per un momento e smettere di giudicare con i propri occhiali rosa?

La soggettività determina il metro, e si danno misure diverse a seconda di quanto ci sia simpatica una persona, a seconda di come (sempre secondo chi giudica) questa si è comportata precedentemente etcetc... posto che comprare un metro per i rapporti personali non è possibile, l'unico modo è fare quei passi indietro? E cercare di tenere la bacchetta della stessa misura significa cercare di non perdere di vista sè stessi?

ps: bella storiella, non la ricordavo
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Vecchio 04-11-2009, 12.49.16   #3
stella
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Oggi ovviamente il metro standard che si acquista con pochi euro risolve la muratura, ma per i rapporti personali pochi lo hanno acquistato.
Già, ma non c'è uno standard uguale per tutti che si possa acquistare nello stesso negozio degli altri e usare, quindi ciascuno misura a modo suo e non solo, ma spesso usa due pesi e due misure...
Il metro che abbiamo è quasi sempre relativo a noi stessi, quindi soggettivo.
Il fare un passo indietro per vedere l'insieme è molo utile, ma per fare questo passo si dovrebbe uscire dal soggettivo e anche dalla singola situazione....

Questo in teoria, ma in pratica che metro di paragone ho per giudicare al di fuori delle mie stesse reazioni e dei miei comportamenti messi a confronto con quelli dell'altro, naturalmente qui non parlo di cose condannate dal codice, parlo di giudizio come di impressione che una certa persona può farmi più o meno positiva....
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Vecchio 04-11-2009, 13.06.16   #4
Ray
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Io banalmente ho sempre pensato che la frase dicesse di non giudicare col metro personale, ma di cercare di munirsi di uno obiettivo. Oppure, ma è un approfondimento, di non applicare agli altri le proprie istanze, tipo in quel frangente io avrei fatto così, ma di ricordarsi che siamo diversi e l'altro non avrebbe potuto o voluto o pensato di fare così... insomma quel mettere agli altri i panni propri che stiamo vedendo nell'altro tread.

Invece tu dici (parlo con Uno) che il problema è che il nostro metro varia e noi non ce ne accorgiamo. Che vari son daccordo... in effetti non giudichiamo tutti con lo stesso metro, ma applichiamo diverse misure per come ci comoda, l'esempio più classico è il famoso foderarsi gli occhi di prosciutto per qualcuno, tipo il proprio figlio.
Per accorgersi di questo certo, devo fare dei passi indietro, vedere l'altro (il figlio) per quello che è nel suo insieme e smettere di concentrarmi solo sul suo sguardo innocente e paffutello (sto facendo esempi).

Bon, come mettere assieme i due significati e chiarire quindi la frase?
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Vecchio 04-11-2009, 13.22.27   #5
luke
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Sicuramente ognuno valuta col proprio metodo soggettivo, lo faccio anche io , poi magari mi arrabbio quando gli altri lo fanno con me....
Certamente mettersi realmente nei panni dell'altro non lo vedo possibile: ciascuno ha caratteristiche diverse,viene da sensibilità emotive, esperienze , educazione; a livello teorico lo capisco ma nella realtà non riesco a comprenderlo e comportarmi di conseguenza.

E' vero che poi usiamo un metro diverso a seconda di chi abbiamo davanti, con alcuni siamo più accondiscendenti, con altri meno, specie in funzione di come questi sono accondiscendenti con noi...

Per fare un passo indietro, secondo me, è necessario riuscire ad essere meno sensibili e meno condizionati dal giudizio altrui, in modo da non essere tentati sempre di screditarlo: per essere meno sensibili al giudizio altrui si dovrebbe però dare meno importanza e valore anche al proprio, non posso dire "i giudizio degli altri non contano, solo i giudizi che dò io hanno valore", e magari rinunciare all'importanza del proprio giudicare non è semplice.
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Vecchio 04-11-2009, 13.22.35   #6
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Ho lavorato in un'officina meccanica anni fà, usavamo il micrometro, una specie di calibro per misure infinitamente piccole. Per sapere se era "tarato" bene almeno una volta al giorno uno dei tecnici verificava l'esattezza della misura facendo una prova con una specie di pesino, se misurando gli dava la misura giusta era tutto a posto, se la misura non coincideva procedeva a regolarlo. Maggiore era il controllo minore lo scarto del prodotto finale.

Quindi bisogna ogni tanto staccarsi da quello che si stà facendo, anche se ci sembra che proceda bene e verificare se la misura che stiamo utilizzando è ancora corretta o se si è starata nel mentre..

Mi vien da chiedermi a che parametro possiamo fare riferimento per regolare il nostro metro e se frequenti "aggiustamenti" di misura siano suficienti per portarci a quel constatare invece di giudicare.
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Vecchio 04-11-2009, 14.14.30   #7
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Invece tu dici (parlo con Uno) che il problema è che il nostro metro varia e noi non ce ne accorgiamo. Che vari son daccordo... in effetti non giudichiamo tutti con lo stesso metro, ma applichiamo diverse misure per come ci comoda, l'esempio più classico è il famoso foderarsi gli occhi di prosciutto per qualcuno, tipo il proprio figlio.
Per accorgersi di questo certo, devo fare dei passi indietro, vedere l'altro (il figlio) per quello che è nel suo insieme e smettere di concentrarmi solo sul suo sguardo innocente e paffutello (sto facendo esempi).

Bon, come mettere assieme i due significati e chiarire quindi la frase?
Questa è il secondo risvolto, il primo è quello che hai detto e che era implicito nella storiella. Io ho la mia bacchetta, tu la tua etc.. se non ci compriamo (pagamento con fatica, impegno etc) quello oggettivo.
Fino ad un certo punto la bacchetta funziona pure, ammesso che sia più corta 2 cm o più lunga 2 cm del metro oggettivo, comunque misurerà tutto nella stessa maniera e la casa comunque verrà dritta.
Il problema è se questa bacchetta è tarata sul nostro corpo e non su misure oggettive, metti che io faccia il foro delle porte giusto giusto perchè io ci possa passare comodo ma preciso.
Tutti quelli più magri di me ci passeranno senza problemi, ma quelli più grossi?

A questo poi ci aggiungiamo come detto sopra il secondo risvolto cioè che la nostra bacchetta/metro varia pure... e non a seconda di cosa misuriamo, ma a seconda del nostro momento.
Cioè se "misuro" Tizio ovviamente ho una base di dati su di lui e suoi comportamenti che mi possono far pendere la bilancia da una parte o da un'altra, ma con la stessa base e tendenze simili magari oggi lo vedo meglio, domani peggio, tra una settimana meglio.

Eh si la taratura (che chiamerei anche prova del 9) è l'unica cosa che può farci vedere l'insieme e valutare bene.
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Vecchio 04-11-2009, 15.55.20   #8
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A questo poi ci aggiungiamo come detto sopra il secondo risvolto cioè che la nostra bacchetta/metro varia pure... e non a seconda di cosa misuriamo, ma a seconda del nostro momento.
Cioè se "misuro" Tizio ovviamente ho una base di dati su di lui e suoi comportamenti che mi possono far pendere la bilancia da una parte o da un'altra, ma con la stessa base e tendenze simili magari oggi lo vedo meglio, domani peggio, tra una settimana meglio.
Vero. Oggi sono nervoso e il tizio che fa una manovra azzardata in auto fa fucilato ma non prima di vedersi fare in mille pezzettini la patente sotto gli occhi. Ieri invece che ero tutto endorfinico per motivi che non specifico , era solo un tizio che farebbe meglio a stare un po' più attento quando guida ma cosa vuoi, son cose che capitano.
E' vero anche però che, in entrambi i casi, subito dopo se ci ragiono su vedo che sia ieri che oggi al tizio in questione una strigliatina farebbe bene.

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Eh si la taratura (che chiamerei anche prova del 9) è l'unica cosa che può farci vedere l'insieme e valutare bene.
Ok, come si fa la taratura? E' solo questione di comprare la bacchetta oggettiva? Anche avendola da quel che dici va tarata, ossia in realtà anche avendola dobbiamo tararla ogni volta dal nostro soggettivo. Il che presume un termine di paragone. La bacchetta oggettiva mantiene delle tacche sul parametro reale?
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Vecchio 04-11-2009, 16.30.32   #9
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Ok, come si fa la taratura? E' solo questione di comprare la bacchetta oggettiva? Anche avendola da quel che dici va tarata, ossia in realtà anche avendola dobbiamo tararla ogni volta dal nostro soggettivo. Il che presume un termine di paragone. La bacchetta oggettiva mantiene delle tacche sul parametro reale?
già, il difficile è proprio lì, una bacchetta oggettivamente tarata, se lo faccio da sola rischio di farlo molto soggettivamente, in questo possono forse aiutarci gli altri? e dove la nostra taratura pende di troppi cm da una parte potrebbero farcelo notare e aiutarci a rimetterla in equilibrio, ma serve anche saper ascoltare l'altro, e non solo l'ascolto dipenderà anche da chi è l'altro, se è qualcuno che stimiamo lo prendiamo in diversa considerazione da qualcuno che ci sta un po' antipatico
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Vecchio 04-11-2009, 16.40.50   #10
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Ok, come si fa la taratura? E' solo questione di comprare la bacchetta oggettiva? Anche avendola da quel che dici va tarata, ossia in realtà anche avendola dobbiamo tararla ogni volta dal nostro soggettivo. Il che presume un termine di paragone. La bacchetta oggettiva mantiene delle tacche sul parametro reale?
Facendo "il passo" indietro no?
Con la visione di insieme ti ri-accordi sul tutto (per quanto riesci almeno) piuttosto che sul tu
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Vecchio 05-11-2009, 12.06.40   #11
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Facendo "il passo" indietro no?
Con la visione di insieme ti ri-accordi sul tutto (per quanto riesci almeno) piuttosto che sul tu
Grazie Capo per questa discussione per ora ancora nebulosa, prima o poi le parole smetteranno di essere solo parole per me vero?
Vabbeh ho provato a guardare me, magari prendo un granchio però se non ci provo e penso sempre e solo alla mia immagine (quale immagine?! avrebbe detto il mitico Marty Feldman )
La taratura completa se non ci si conosce perfettamente non credo si possa fare dopo che ho elucubrato la mia teoria sulla taratura, mi spiego:
I miei difetti le mie pecche starano il metro che diventa soggettivo quindi personalizzato. Faccio un esempio se una persona fa vibrare in me la gelosia/l'invidia/(menziono queste che sono già tremede per se) insomma le pecche, il mio metro sarà difettoso nel misurare.

Il passo indietro per me quindi consisterebbe nel fermarmi un attimo indietreggiare come si fa di solito mentre si pensa per avere una visione allargata e quindi del tutto. Quale tutto? Il nostro tutto che poi va tolto dal metro.

Insomma dopo (?) lo swam fiammata che si sente salire al viso o alla testa ci si deve fermare e togliere il nostro "in più" dal metro.
E' sottinteso che ci si deve ricordare di se altrimenti ciaoooooooo )
(le mie virgolette sottindendono che sono in più per l'oggettività ma che per la mia soggettività sarebbe normale)
come sono andata con le parole?
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Vecchio 05-11-2009, 12.32.53   #12
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Facendo "il passo" indietro no?
Con la visione di insieme ti ri-accordi sul tutto (per quanto riesci almeno) piuttosto che sul tu
Ah bon. La complicavo più di quel che era.
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Vecchio 05-11-2009, 12.39.33   #13
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I miei difetti le mie pecche starano il metro
Non è mica detto che lo starino... potrebbero anche fare l'opposto. I difetti non conosciuti certo che starano, perchè li proiettiamo e quindi l'altro da valutare semplicemente non lo vediamo. Ma se vedo un mio difetto il mio giudizio verso gli altri cambia no? Non è detto che sia oggettivo, ma ci si avvicina più dell'altro... insomma l'oggettività è qualcosa che viaggia assieme alla conoscenza di se.
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Vecchio 05-11-2009, 15.15.10   #14
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Non è mica detto che lo starino... potrebbero anche fare l'opposto. I difetti non conosciuti certo che starano, perchè li proiettiamo e quindi l'altro da valutare semplicemente non lo vediamo. Ma se vedo un mio difetto il mio giudizio verso gli altri cambia no? Non è detto che sia oggettivo, ma ci si avvicina più dell'altro... insomma l'oggettività è qualcosa che viaggia assieme alla conoscenza di se.
credo sia giusto quello dici, sono proprio quelli che non vedo di difetti il problema più grande da risolvere perchè pesano senza che me accorgo
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Vecchio 05-11-2009, 19.56.02   #15
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insomma l'oggettività è qualcosa che viaggia assieme alla conoscenza di se.
Infatti se non conosciamo noi stessi come possiamo pensare di conoscere gli altri ?


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credo sia giusto quello dici, sono proprio quelli che non vedo di difetti il problema più grande da risolvere perchè pesano senza che me accorgo
I difetti non conosciuti ci condizionano parecchio e ci starano nel metro di giudizio, mi viene in mente la parabola evangelica della pagliuzza e della trave, come possiamo pensare di criticare un altro per una pagliuzza se non vediamo la trave che c'è nel nostro occhio ?
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Vecchio 06-11-2009, 01.23.41   #16
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I difetti non conosciuti ci condizionano parecchio e ci starano nel metro di giudizio, mi viene in mente la parabola evangelica della pagliuzza e della trave, come possiamo pensare di criticare un altro per una pagliuzza se non vediamo la trave che c'è nel nostro occhio ?
ecco l'elemento che mi mancava, quello che non riusciamo a individuare in noi possiamo scovarlo attraverso la pagliuzza che vediamo nell'altro, giusto?
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Vecchio 06-11-2009, 15.49.52   #17
RedWitch
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ecco l'elemento che mi mancava, quello che non riusciamo a individuare in noi possiamo scovarlo attraverso la pagliuzza che vediamo nell'altro, giusto?
Sì è giusto, gli altri possono funzionare come specchi per noi, sempre che non ci dimentichiamo che quello che vediamo nell'altro è anche nostro...
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Vecchio 06-11-2009, 20.43.54   #18
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Sì è giusto, gli altri possono funzionare come specchi per noi, sempre che non ci dimentichiamo che quello che vediamo nell'altro è anche nostro...
si, certo che si
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