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Vecchio 21-06-2008, 19.02.42   #1
Uno
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Predefinito Il giardiniere pigro, pauroso, o altrove indaffarato perde una fioritura

Volevo metterla in esperienze, perchè sotto c'è anche una metafora.. ma la parte pratica sta bene qui.
Ho un giardino, non grandissimo ma che richiede un pò di impegno. Purtroppo tra il lavoro e gli impegni qui sul sito, un pò di vita personale non sempre riesco a seguirlo perfettamente. Oggi ho dato una bella potata alla siepe e alle mie rose, tolto molte erbacce. Ho due varietà di rose, quelle grandi e quelle piccolissime. Per quelle grandi era il momento giusto erano appena sfiorite quindi potandole si prepareranno alla prossima potatura, quelle piccole invece avevano ancora alcuni boccioli. Ho dovuto comunque tagliarle tutte perchè prossimamente non avrò tempo per rimetterci le mani, ho perso una fioritura, che tra l'altro sarebbe stata ben più abbondante se avessi potato le piccoline qualche settimana fa.

La morale è che se non si pota al momento giusto si perdono delle fioriture, se non si tolgono le erbacce, le piante soffocano, il concime è tutto sommato il meno importante, ma a volte serve se al terreno manca qualcosa.... se al terreno manca qualcosa...
Poi quando fioriscono osserviamo i fiori, ne sentiamo il profumo, ci godiamo i colori, ma alla pianta non dobbiamo fare nulla.... alla pianta non dobbiamo fare nulla, al massimo cogliere i fiori se vogliamo metterli in un vaso.
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Vecchio 21-06-2008, 19.11.36   #2
Astral
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Che stress! Mi fai ricordare che devo fare il giardino, scherzi apparte anche io ne ho uno di cui si occupava mio padre, ma ho delegato.

Invece per quanto riguarda il giardino interiore, è importante cogliere il momento giusto, altrimenti dobbiamo aspettare la prossima fioritura, occorre sapere togliere le erbacce ( i nostri conflitti interiori) ed è qui che dobbiamo utilizzare la volontà ( lavoro di giardinaggio), poichè una volta tolto ciò che impedisce la crescita i fiori nascono spontanei ( si manifestano le potenzialità) e potrei aggiungere che alcuni fiori, possono poi diventare dei frutti ( lo spirito si manifesta).

Frutti che poi dobbiamo anche utilizzare attraverso il dono della condivisione, altrimenti marciscono.
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Vecchio 21-06-2008, 22.15.18   #3
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Volevo metterla in esperienze, perchè sotto c'è anche una metafora.. ma la parte pratica sta bene qui.
Ho un giardino, non grandissimo ma che richiede un pò di impegno.

Oggi ho dato una bella potata alla siepe e alle mie rose, tolto molte erbacce.
Ho due varietà di rose, quelle grandi e quelle piccolissime. Per quelle grandi era il momento giusto erano appena sfiorite quindi potandole si prepareranno alla prossima potatura, quelle piccole invece avevano ancora alcuni boccioli. Ho dovuto comunque tagliarle tutte perchè prossimamente non avrò tempo per rimetterci le mani, ho perso una fioritura, che tra l'altro sarebbe stata ben più abbondante se avessi potato le piccoline qualche settimana fa.

La morale è che se non si pota al momento giusto si perdono delle fioriture, se non si tolgono le erbacce, le piante soffocano, il concime è tutto sommato il meno importante, ma a volte serve se al terreno manca qualcosa.... se al terreno manca qualcosa...
Poi quando fioriscono osserviamo i fiori, ne sentiamo il profumo, ci godiamo i colori, ma alla pianta non dobbiamo fare nulla.... alla pianta non dobbiamo fare nulla, al massimo cogliere i fiori se vogliamo metterli in un vaso.
Tutto questo mi fa pensare che in fondo sta nell'attenzione/impegno quando si fa/affronta una cosa, una situazione.
Credo che forse la si potrebbe vedere sotto un duplice lato. Quella del giardiniere che deve valutare quale sia la cosa più importante da fare - scegliere tra la cosa A e la cosa B - , quindi forse togliere del tempo al giardino per dedicarlo ad altro; una sorta di scala delle priorità.
Sempre da questo lato, se si dedica comunque del tempo ad una cosa, togliendolo necessariamente ad un'altra, si perde qualcosa nella situazione A ( che potrebbe essere un giardino, un rapporto di amicizia o un rapporto con se stessi oppure chissà cos'altro ).
Si può sempre recuperare un piccolo risultato però, curandolo - togliendo le erbacce ad esempio - ma ciò che si sarebbe potuto avere " prima ", come "pienezza" purtroppo lo si potrebbe perdere e quindi bisognerà aspettare alla prossima occasione.
Insomma questo implica si una scelta ma anche la giusta valutazione del " momento " in cui andare ad operare.
Infatti se lo faccio dopo, come dici, ne perdo un pezzo( le rose piccole ) ottenendo qualcosa di parziale ( le sole rose grandi ); se lo faccio prima però, data la mia incapacità a curare il giardino per esempio, posso comunque perdere lo stesso pezzo o peggio tutto.
Tutto ciò mi fa pensare che c'è un momento soltanto in cui si può operare un'azione, al fine di realizzare un risultato in tutta la sua pienezza.

Quella del giardino che " aspetta " che lo si curi, poichè non dipende da lui il risultato ma da chi possiede la capacità ( almeno superficiale ) di scegliere.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 21-06-2008, 22.23.32   #4
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La morale è che se non si pota al momento giusto si perdono delle fioriture, se non si tolgono le erbacce, le piante soffocano, il concime è tutto sommato il meno importante, ma a volte serve se al terreno manca qualcosa.... se al terreno manca qualcosa...
Poi quando fioriscono osserviamo i fiori, ne sentiamo il profumo, ci godiamo i colori, ma alla pianta non dobbiamo fare nulla.... alla pianta non dobbiamo fare nulla, al massimo cogliere i fiori se vogliamo metterli in un vaso.

Non mi intendo molto di giardinaggio, ma effettivamente la pianta va curata e potata al momento giusto, partendo dal dare il giusto concime al terreno, se dovesse mancare.
Significa che se il terreno è buono, è inutile e forse controproducente concimare, più utile togliere le erbacce.
Quindi ogni cosa a suo tempo, trascurare qualcosa che andava fatto compromette la fioritura, e quando questa puntualmente avviene non si deve fare altro che ammirare e godere dei fiori, perchè anche loro hanno una breve stagione, passato il loro tempo sfioriscono e bisogna potare la pianta per prepararla a una nuova fioritura.
Questo significa che per essere buoni giardinieri non bisogna abbassare l'attenzione, avere la giusta osservazione e agire nel tempo giusto.
Io ho delle piantine sul terrazzo, l'unica attenzione che dò loro è di bagnarle ogni giorno, nelle ore in cui non batte il sole.
Trascurare di farlo un giorno può non provocar danni, ma dimenticarse per due giorni o più significa trovare la pianta appassita o bruciata.
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Vecchio 21-06-2008, 22.54.32   #5
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Questo significa che per essere buoni giardinieri non bisogna abbassare l'attenzione, avere la giusta osservazione e agire nel tempo giusto.
Questa frase mi ha colpito notevolmente, ho visto che quando si perde l'organizzazione non solo non si va avanti, ma si rischia di perdere quello già ottenuto e si deve ricominciare da capo, e per quel periodo non si potrà godere della bellezza dei fiori.
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Vecchio 21-06-2008, 23.09.48   #6
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Questa frase mi ha colpito notevolmente, ho visto che quando si perde l'organizzazione non solo non si va avanti, ma si rischia di perdere quello già ottenuto e si deve ricominciare da capo, e per quel periodo non si potrà godere della bellezza dei fiori.
Eh sì, non si può pretendere di avere un bel giardino se non lo si può curare, ogni cosa richiede il suo tempo e per questo ci vuole organizzazione.
Però mi ha colpito il titolo di questo post, Uno parla di giardiniere pigro, pauroso o altrove indaffarato, quello che non mi vedo è il giardiniere pauroso, forse si tratta di paura di sbagliare qualcosa e quindi non fare quello che andrebbe fatto ?
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Vecchio 22-06-2008, 00.59.07   #7
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Eh sì, non si può pretendere di avere un bel giardino se non lo si può curare, ogni cosa richiede il suo tempo e per questo ci vuole organizzazione.
Però mi ha colpito il titolo di questo post, Uno parla di giardiniere pigro, pauroso o altrove indaffarato, quello che non mi vedo è il giardiniere pauroso, forse si tratta di paura di sbagliare qualcosa e quindi non fare quello che andrebbe fatto ?
Pauroso di tagliare troppo per esempio, o anche pauroso che non ci siano abbastanza sostanze nutritive nel terreno, quindi concima troppo e così brucia le piante
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Vecchio 22-06-2008, 02.30.37   #8
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Pauroso di tagliare troppo per esempio, o anche pauroso che non ci siano abbastanza sostanze nutritive nel terreno, quindi concima troppo e così brucia le piante
Il titolo, ad essere sinceri, l'avevo si considerato ma non incluso come caso.
In effetti, pensandoci, se si è pigri non si avrà voglia di guardare/pensare al giardino ossia a quello che li c'è da fare: quando arriverà, arriverà.
Men che meno se si è paurosi: forse meglio non cambiare le cose come stanno, tipo appunto ( meglio non ) tagliare troppo in basso o troppo in alto, non so che effetto potrebbe aversi e cosi via.
Oppure, poi, l'indaffarato che inevitabilmente perderà qualcosa cercando di vedere tutto ma alla fine porta a casa poco o nulla.
Ma a pensarci bene, tutti e tre i tipi perderanno qualcosa quale è il risultato finale, semplicemente perché, forse, comunque non si possiede un equilibrio e si tende, sempre, a percorrere lo stesso schema a cui ci si è abituati. Per cui un giardiniere "improvvisato" applicherà ciò che gli sembra più naturale al giardino. Mancando di esperienza, si precluderà lo stesso la possibilità di farla...
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Vecchio 22-06-2008, 09.07.16   #9
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Certe volte si maschera la pigrizia con la paura, nel senso che non si ha tanta voglia di approfondire una cosa, si resta superficiali o meglio si preferisce non fare, adducendo la scusa che si teme di fare danni, quindi meglio lasciare le cose come stanno.
Nella casa dove abitavo anni fa avevo un giardino, mi ero procurata dei manuali fai da te del perfetto giardiniere, ma non li ho letti attentamente ma solo sfogliati dando tutto per scontato e fidandomi del mio intuito, solo che ogni volta che avrei dovuto occuparmente rimandavo per fare altro, in effetti non ho mai potato una pianta, non so come si fa nè quando si fa, del perchè lo si debba fare ho una idea abbastanza generica, insomma avevo anche paura di fare danni a tagliare a casaccio e così il massimo che facevo era aprire la pompa dell'acqua e bagnare, convinta che bastava quello.... il terreno poi non lo conoscevo, quindi non usavo concimi nè avevo idea se servissero o no...
Risultato, il giardino in primavera ce la metteva tutta a fiorire, ma di qualche pianta non ho mai visto il fiore, avevo anche un albero da frutti, un piccolo melo, che dava solo piccoli frutti acerbi, lo stesso dicasi per la vite americana che di bello aveva che faceva ombra al pergolato....
Se non fossi stata pigra mi sarei informata e non avrei avuto paura di metterci le mani....
Chissà quanto mi sono persa.... e quante soddisfazioni, con l'idea che la natura fa da sè e sa quello che fa....
Stessa cosa, anche se non si tratta del giardino, è accaduta per un bonsai.... quello l'ho curato anche troppo ma probabilmente ho sbagliato qualcosa perchè tempo qualche mese si è seccato e mi resta solo il bellissimo vaso contenitore per ricordo....

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Vecchio 22-06-2008, 12.13.05   #10
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Pauroso di tagliare troppo per esempio, o anche pauroso che non ci siano abbastanza sostanze nutritive nel terreno, quindi concima troppo e così brucia le piante
Mio fratello ad esempio (che è molto esperto di botanica) giorni fa ha dovuto trapiantare un rosmarino che nel corso degli anni era diventato un cespuglio veramente grande, e mi ha sorpreso vederlo "decimato" una volta trapiantato.
In pratica del grosso cespuglio non restavano che due o tre rametti spogli, con pochissime foglioline, e lui mi ha spiegato che era indispensabile per far andare l'operazione a buon fine. Nel trapianto le radici non avrebbero potuto sopportare tutta quella chioma rigogliosa, col rischio che la pianta sarebbe morta, mentre invece così avrebbero nutrito con forza i due o tre rametti rimasti e nel giro di poco tempo il rosarino sarebbe diventato più grande di prima...

Se è vero insomma che spesso ci muore una pianta perchè le diamo troppo poco (cure, attenzioni, etc..) è anche vero che spesso muore per l'esatto contrario, cioè le diamo troppo (troppo concime, troppa acqua, etc..)
A volte soffre anche perchè ci aspettiamo troppo da lei, non la potiamo perchè vorremo vedere fioriti tutti i boccioli presenti, e questo mi ricorda quella legge universale a cui non si sfugge "o tanto per pochi, o poco per tanti", il chè significa anche dover sacrificare qualche fiore per veder gli altri fioriti al massimo..
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Vecchio 22-06-2008, 15.05.11   #11
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Se è vero insomma che spesso ci muore una pianta perchè le diamo troppo poco (cure, attenzioni, etc..) è anche vero che spesso muore per l'esatto contrario, cioè le diamo troppo (troppo concime, troppa acqua, etc..)
A volte soffre anche perchè ci aspettiamo troppo da lei, non la potiamo perchè vorremo vedere fioriti tutti i boccioli presenti, e questo mi ricorda quella legge universale a cui non si sfugge "o tanto per pochi, o poco per tanti", il chè significa anche dover sacrificare qualche fiore per veder gli altri fioriti al massimo..
Mi chiedevo: " ma il quando è insito nel saper fare oppure anche questo deve essere ponderato a seguito di una conoscenza?"

Pensavo al fatto che in effetti, avendo un qualche dato, anche se superficiale ma insomma tanto quanto vogliamo conoscere di quella cosa, il giardino si sa quando potarlo; dunque si sa quale è il periodo più adatto per intervenire.
Questo sicuramente presuppone un conoscenza almeno, come dicevo, basilare dei periodi di intervento.
Ma se sti periodi non li conosco, posso mai intervenire come se fossi ad " occhi chiusi" ? Penso di no.
Però, continuando su questa scia, anche il non intervenire non andrebbe fatto.
Insomma, andrebbe fatta una qualsiasi scelta di intervento pur con pochi dati a disposizione?

Quell'esitazione del tipo, faccio o non faccio, intervengo o non intervengo, è paura allora...
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Vecchio 22-06-2008, 18.31.29   #12
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Volevo metterla in esperienze, perchè sotto c'è anche una metafora.. ma la parte pratica sta bene qui.
Ho un giardino, non grandissimo ma che richiede un pò di impegno. Purtroppo tra il lavoro e gli impegni qui sul sito, un pò di vita personale non sempre riesco a seguirlo perfettamente. Oggi ho dato una bella potata alla siepe e alle mie rose, tolto molte erbacce. Ho due varietà di rose, quelle grandi e quelle piccolissime. Per quelle grandi era il momento giusto erano appena sfiorite quindi potandole si prepareranno alla prossima potatura, quelle piccole invece avevano ancora alcuni boccioli. Ho dovuto comunque tagliarle tutte perchè prossimamente non avrò tempo per rimetterci le mani, ho perso una fioritura, che tra l'altro sarebbe stata ben più abbondante se avessi potato le piccoline qualche settimana fa.

La morale è che se non si pota al momento giusto si perdono delle fioriture, se non si tolgono le erbacce, le piante soffocano, il concime è tutto sommato il meno importante, ma a volte serve se al terreno manca qualcosa.... se al terreno manca qualcosa...
Poi quando fioriscono osserviamo i fiori, ne sentiamo il profumo, ci godiamo i colori, ma alla pianta non dobbiamo fare nulla.... alla pianta non dobbiamo fare nulla, al massimo cogliere i fiori se vogliamo metterli in un vaso.
Arriva sempre il momento giusto per chi lo sa cogliere,il giardiniere attento dovrebbe saperlo fare,ma se gli manca qualcosa come al terreno,difficilmente non perderà fioriture..
La pianta deve essere lasciata crescere in pace,bisogna lavorare su tutto ciò che la circonda,altrimenti tra erbacce,terra arida etc., non cresce bene e rischia di soffocare,come di essere potata troppo presto o tardi,ma anche troppo a fondo o superficialmente..
Mi vien da dire che il giardiniere deve aver fiducia in se stesso, per avere il coraggio di rischiare e potare se sente di doverlo fare,rispettando la paura dell'errore,ma pensando che solo facendo esperienza, potrà poi stabilire il punto migliore ed il tempo giusto per la potuatura..
In più deve essere concentrato in quel che fa e non pensare ad altro,agire con tutto se stesso per mettere a posto il giardino.

P.S.
Questa storia mi ha riportato all'esempio dell'incrocio o delle porte rotanti degli Hotel, fatti da Uno da qualche parte..(non ricordo dove). Se vuoi passare,andare avanti a volte devi rischiare lo scontro..se hai paura,ti distrai,può capitare di essere travolti dagli altri e dagli eventi e si resta fermi lì,anzicchè proseguire..facendo crescere la piantina per poi aumentarne la fioritura..chissà se il caldo mi da alla testa oggi..
a voi

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